29 gennaio 2008

il debole parere del Potere

Adesso che è passato un po' di tempo e che i Telegiornali hanno altro a cui pelare, mi sembra giunto il momento di affrontare la questione del Papa e della sua visita alla Sapienza.
Preferisco evitare mie elucubrazioni mentali e lasciar parlare i protagonisti e persecutori, dato che la loro bizarra condizione di potenti sembra li abbia resi muti dato che le uniche ragioni che ho ascoltato sono quelle della CEI e dei suoi deboli sostenitori dell'intero arco politico
Ecco la lettera dei 67 professori:

«Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano. In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».


Ed ecco quella del primo Firmatario, Marcello Cini:

Signor Rettore, apprendo da una nota del primo novembre dell'agenzia di stampa Apcom che recita: «è cambiato il programma dell'inaugurazione del 705esìmo Anno Accademico dell'università di Roma La Sapienza, che in un primo momento prevedeva la presenza del ministro Mussi a ascoltare la Lectio Magistralis di papa Benedetto XVI». Il papa «ci sarà, ma dopo la cerimonia di inaugurazione, e il ministro dell'Università Fabio Mussi invece non ci sarà più».
Come professore emerito dell'università La Sapienza - ricorrono proprio in questi giorni cinquanta anni dalla mia chiamata a far parte della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali su proposta dei fisici Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini e Enrico Persico - non posso non esprimere pubblicamente la mia indignazione per la Sua proposta, comunicata al Senato accademico il 23 ottobre, goffamente riparata successivamente con una toppa che cerca di nascondere il buco e al tempo stesso ne mantiene sostanzialmente l'obiettivo politico e mediatico.
Non commento il triste fatto che Lei è stato eletto con il contributo determinante di un elettorato laico. Un cattolico democratico - rappresentato per tutti dall'esempio di Oscar Luigi Scalfaro nel corso del suo settennato di presidenza della Repubblica - non si sarebbe mai sognato di dimenticare che dal 20 settembre del 1870 Roma non è più la capitale dello stato pontificio. Mi soffermo piuttosto sull'incredibile violazione della tradizionale autonomia delle università - da più 705 anni incarnata nel mondo da La Sapienza dalla Sua iniziativa.
Sul piano formale, prima di tutto. Anche se nei primi secoli dopo la fondazione delle università la teologia è stata insegnata accanto alle discipline umanistiche, filosofiche, matematiche e naturali, non è da ieri che di questa disciplina non c'è più traccia nelle università moderne, per lo meno in quelle pubbliche degli stati non confessionali. Ignoro lo statuto dell'università di Ratisbona dove il professor Ratzinger ha tenuto la nota lectio magistralis sulla quale mi soffermerò più avanti, ma insisto che di regola essa fa parte esclusivamente degli insegnamenti impartiti nelle istituzioni universitarie religiose. I temi che sono stati oggetto degli studi del professor Ratzinger non dovrebbero comunque rientrare nell'ambito degli argomenti di una lezione, e tanto meno di una lectio magistralis tenuta in una università della Repubblica italiana. Soprattutto se si tiene conto che, fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l'Accademia e la Chiesa. La sua clamorosa violazione nel corso dell'inaugurazione dell'anno accademico de La Sapienza sarebbe stata considerata, nel mondo, come un salto indietro nel tempo di trecento anni e più.
Sul piano sostanziale poi le implicazioni sarebbero state ancor più devastanti. Consideriamole partendo proprio dal testo della lectio magistralis del professor Ratzinger a Ratisbona, dalla quale presumibilmente non si sarebbe molto discostata quella di Roma. In essa viene spiegato chiaramente che la linea politica del papato di Benedetto XVI si fonda sulla tesi che la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più: «Nel profondo.., si tratta - cito testualmente - dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione. Partendo veramente dall'infima natura della fede cristiana e, al contempo, dalla natura del pensiero greco fuso ormai con la fede, Manuele II poteva dire: Non agire "con il logos" è contrario alla natura di Dio».
Non insisto sulla pericolosità di questo programma dal punto di vista politico e culturale: basta pensare alla reazione sollevata nel mondo islamico dall'accenno alla differenza che ci sarebbe tra il Dio cristiano e Allah - attribuita alla supposta razionalità del primo in confronto all'imprevedibile irrazionalità del secondo - che sarebbe a sua volta all'origine della mitezza dei cristiani e della violenza degli islamici. Ci vuole un bel coraggio sostenere questa tesi e nascondere sotto lo zerbino le Crociate, i pogrom contro gli ebrei, lo sterminio degli indigeni delle Americhe, la tratta degli schiavi, i roghi dell'Inquisizione che i cristiani hanno regalato al mondo. Qui mi interessa, però, il fatto che da questo incontro tra fede e ragione segue una concezione delle scienze come ambiti parziali di una conoscenza razionale più vasta e generale alla quale esse dovrebbero essere subordinate. «La moderna ragione propria delle scienze naturali - conclude infatti il papa - con l'intrinseco suo elemento platonico, porta in sé un interrogativo che la trascende insieme con le sue possibilità metodiche. Essa stessa deve semplicemente accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto, sul quale si basa il suo percorso metodico. Ma la domanda {sui perché di questo dato di fatto) esiste e deve essere affidata dalle scienze naturali a altri livelli e modi del pensare - alla filosofia e alla teologia. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia, l'ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell'umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi a essa significherebbe una riduzione inaccetabile del nostro ascoltare e rispondere».
Al di là di queste circonlocuzioni (i corsivi sono miei) il disegno mostra che nel suo nuovo ruolo l'ex capo del Sant'uffizio non ha dimenticato il compito che tradizionalmente a esso compete. Che è sempre stato e continua a essere l'espropriazione della sfera del sacro immanente nella profondità dei sentimenti e delle emozioni di ogni essere umano da parte di una istituzione che rivendica l'esclusività della mediazione fra l'umano e il divino. Un'appropriazione che ignora e svilisce le innumerevoli differenti forme storiche e geografiche di questa sfera così intima e delicata senza rispetto per la dignità personale e l'integrità morale di ogni individuo.
Ha tuttavia cambiato strategia. Non potendo più usare roghi e pene corporali ha imparato da Ulisse. Ha utilizzato l'effige della Dea Ragione degli illuministi come cavallo di Troia per entrare nella cittadella della conoscenza scientifica e metterla in riga. Non esagero. Che altro è, tanto per fare un esempio, l'appoggio esplicito del papa dato alla cosiddetta teoria del Disegno Intelligente se non il tentativo - condotto tra l'altro attraverso una maldestra negazione dell'evidenza storica, un volgare stravolgimento dei contenuti delle controversie interne alla comunità degli scienziati e il vecchio artificio della caricatura delle posizioni dell'avversario - di ricondurre la scienza sotto la pseudo-razionalità dei dogmi della religione? E come avrebbero dovuto reagire i colleghi biologi e i loro studenti di fronte a un attacco più o meno indiretto alla teoria danwiniana dell'evoluzione biologica che sta alla base, in tutto il mondo, della moderna biologia evolutiva?
Non desco a capire, quindi, le motivazioni della Sua proposta tanto improvvida e lesiva dell'immagine de La Sapienza nel mondo. Il risultato della Sua iniziativa, anche nella forma edulcorata della visita del papa (con «un saluto alla comunità universitaria») subito dopo una inaugurazione inevitabilmente clandestina, sarà comunque che i giornali del giorno dopo titoleranno (non si può pretendere che vadano tanto per il sottile): «Il Papa inaugura l'Anno Accademico dell'Università La Sapienza».
Congratulazioni, signor Rettore. Il Suo ritratto resterà accanto a quelli dei Suoi predecessori come. simbolo dell'autonomia, della cultura e del progresso delle scienze.

Marcello Cini

Credo che anche questa sia Testimonianza. Per me, vale quanto annunziato dalla Parola:

Matteo Cap. 22, v. 21


28 gennaio 2008

Fine di un Noviziato

Dopo una lunga assenza, è di nuovo il momento dello Scoutismo.
Lo scorso week end è stato dedicato al mensile pernottamento col Clan. Luogo: il santuario della Chiesa rupestre della Palomba. Il tragitto: beh, un tragitto alternativo:
invece della classica discesa nella Gravina partendo da Porta Pistola seguita dalla risalita via Madonna delle Vergini, abbiamo deciso di fare qualcosa un po' più da Clan che da Branco. Quindi, abbiamo raggiunto la Palomba percorrendo quasi interamente il fondo del Canyon della Gravina per risalire sul piano solo all'ultimo momento. Decisamente è stata una di quelle esperienze forti che tanto ci viene raccomandato di far vivere ai ragazzi ai campi di formazione e sui manuali. Man mano che la luce del giorno se ne andava, la Strada si faceva più faticosa e difficile. Ma è solo nell'affrontare insieme le difficoltà che si tempra la comunità. E qui siamo indietro. All'arrivo al Santuario abbiamo trovato il ristoro di un the caldo e abbiamo potuto affrontare l'argomento 'Carta di Clan'. Io ho parlato della Strada. Non è il caso che ripeta qui un discorso che mi è parso abbastanza appassionato ma non so quanto efficace. Ho parlato della mia strada e chi l'ha vissuta con me non ha bisogno di spiegazioni. La Strada è il luogo in cui depurarsi da ogni superfluo per conoscere in fondo la parte migliore di se stessi e degli altri. Sulla Strada Cristo comparve ai discepoli, ad Emmaus. Sulla Strada cadono le fortezze di egoismo e viltà. Potrei continuare a lungo ma ogni parola in più sarebbe statisticamente fradicia di errori...
La serata sembrava delle più classiche: un'allegra cena comunitaria fin troppo abbondante, la preparazione del fuoco di bivacco dei canti e dei giochi. Ma, proprio quando eravamo tutti riuniti pronti ad accendere il fuoco ho chiamato il Noviziato a raccolta e li ho portati lontano.
Alle nostre spalle crepitavano le fiamme, di fronte a noi la piccola pineta della Palomba immersa nella Notte.
Ci siamo seduti in cerchio alla luce dei lumini e l'ho buttata lì con semplicità: "Il Noviziato è finito". Avevo preparato un deserto, ma è stato del tutto superfluo. I ragazzi hanno preferito parlare e hanno assorbito bene la sorpresa. Ho spiegato loro le motivazioni su cui ha poggiato la scelta di un noviziato breve e, dopo aver ricevuto il ricordino di rito, sono andati via assieme verso il fuoco dove il Clan li attendeva cantando 'Scouting for boys". Mi perdonerete se non entro nei dettagli tecnici e descrittivi dell'accaduto, non ne vedo la necessità.
Devo, però, confessare il quasi sollievo per la fine del Noviziato.
Le cose erano partite a meraviglia, ma la fase di stanca legata alle attività parrocchiali natalizie ha praticamente stroncato l'entusiasmo dei ragazzi. Traduzione: io non sono stato capace di far viver loro con lo stesso entusiasmo dell'uscita di Lamaquacchiola la costruzione del presepe o la partecipazione alla Messa Settimanale, tanto per citare due esempi concreti...
In pratica, abbiamo preferito far converegere ora il Noviziato ( invece che a Pasqua ) per evitare di disperdere le già logore energie dello Staff su due fronti. Incombono Carta di Clan, Capitolo, Challenge e Route, per non parlare del Servizio Associativo ed Extrassociativo... Tutti 'macigni' che non abbiamo ritenuto possibile, date le circostanze, affrontare con Noviziato e Clan in separata sede.
Nonostante non abbiamo commesso uno 'stupro metodologico' ( il noviziato di 3 mesi è descritto nel Manuale di Branca ) non ho motivo di ritenermi 'The very Best' dei Maestri dei Novizi. E' mancato un pezzo importante nel rapporto capo-ragazzo. E' vero, ho pagato il prezzo dell'inesperienza specifica. Ma è anche vero che in tanti si sono riuniti al Clan.
Ora c'è da pensare al challenge e al Capitolo. Per fortuna la riunione è stata spostata dal Sabato al Giovedì e questo mi consentirà di riprendere fiato. Febbraio sarà un mese intenso tra attività di Co.Ca e Giornata del Pensiero: i Sabati liberi mi saranno preziosi.
Ma torniamo all'uscita. E' stata davvero divertente ed appagante. Che dire del Rover che si è seduto su una cacca di mucca freschisssima? O di quello che ha otturato il Water costringendoci tutti ad estenuanti getti di acqua bollente e lavorio di sturacessi? O del giovin signore che non ha portato con se nè borraccia nè posate nè gavetta nè carte igienica? E del russare incessante che ha derubato del Sonno del Giusto molti membri della Comunità? Per non parlare della pigrizia endemica di chi si dichiarava indisponibile per l'"eccessiva difficoltà" a seguire un sentiero fatto dai lupetti un paio di anni or sono...Beh, lo spirito comunitario non è stato un gran che al ritorno quando non solo in pochi hanno prestato aiuto a chi era in difficoltà, quanto in tropp(e)i l'aiuto necessario non l'hanno chiesto, preferendo sedersi al centro del sentiero e minacciare lo sciopero...
Eppure, per tutto ciò, ho una medicina sicura e a buon mercato: LA STRADA!! Un altro paio di uscite impegnative e serie come questa e ce la faremo a creare una vera Comunità capace di affrontare una Route degna di questo nome.
Buona Strada anche a voi...

16 gennaio 2008

L'inaugurazione dell'Anno Accademico della Sapienza

Chi semina vento raccoglie tempesta....
Chi risponde al vento con la tempesta cosa semina e cosa raccoglierà?

14 gennaio 2008

In attesa della moratoria sullo sfruttamento

Che dire, scusate il ritardo, ma per scrivere due righe ci metto due giorni...
Ultimamente, è in gran voga la moratoria sull'Aborto. Un po' come la moda della Meningite: quest'anno il numero dei casi è in linea con quello degli anni passati ma in questi giorni fa notizia. Spero che venga presto il giorno in cui faranno notizia i casi di mobbing. Ma sto già divagando. Il chiasso in questione mi provoca una sensazione mista di nausea e rabbia. E parlo da un punto di vista Cattolico.
Dunque, i buoni giuggioloni vorrebbero dare seguito alla moratoria sulla pena di Morte con una moratoria sull'Aborto. Applausi dei Vescovi, Autocertificazioni di viltà da parte del Partito Democratico, delirium tremens galoppante della Società Civile.
Ricordo un episodio avvenuto all'epoca del referendum sulla legge 40 sulla fecondazione assistita, quando la Chiesa si mobilitò per l'astensione
Armato di considerazioni quali "Sia il vostro parlare si si, no no, il di più proviene dal Demonio" e argomentazioni tecniche pregnanti apprese da una Cattolicissima Biologa ( grazie Bru !) sui guasti arrecati alla sacralità della Vita dalla famigerata Legge, mi recai ad un colloquio col mio Don. Oggi la legge è messa in discussione dalla stessa magistratura che la sta bocciando a raffica, più o meno dove capita. All'epoca il mio Don non riuscì a tener testa alle argomentazioni tecniche e alle mie considerazioni sulla moralità di un invito all'astensione. Ma il Don fu fermissimo: mi diede ragione ma mi spiegò che la Chiesa stava scientemente scegliendo il male minore. Questa faccenda del male minore non mi andò giù all'epoca e mi fa imbestialire oggi.
Dunque, la legge sull'Aborto, dati alla mano, ha consentito di portare il numero di aborti da circa 240000 annui ( tutti clandestini ) a circa 130000 con un calo del 2% annuo. E' iniziata una campagna di stampa tendente ad equiparare la pena capitale all'aborto. Ossia, si intende criminalizzare l'atto in se. E qui cado dalle nuvole.
A quanto pare, gli illustri promotori di cotesta campagna di stampa ignorano che la causa dell'aborto sta in una gravidanza indesiderata. Causata, nella stragrande maggioranza dei casi. da un'irresponsabile introduzione di un pene in una vagina. Davvero ci vorrebbero far credere, tali signori, che ignorano davvero cosa succede quando si infila un pene in una vagina?
Beh, la cosa potrebbe anche riuscirgli: viviamo in un paese in cui una bella fetta di ragazzini delle scuole medie non sa perchè il Sole sorge e tramonta. Come possiamo pretendere che i loro insegnanti conoscano quanto di cui sopra?
Battutacce a parte, trovo davvero sconsolante che il problema dell'Aborto non venga affrontato dal punto di vista della prevenzione delle gravidanze indesiderate. Riteniamo che l'aborto sia in tutto e per tutto un omicidio? D'accordo!
E che pena spetta, allora, a chi impedisce la diffusione della contraccezione e di un'affettività responsabile?
Per la Chiesa l'aborto è un omicidio e il sesso prematrimoniale un peccato. Ma consentire per Omissione e Colpa che vi siano aborti causati da gravidanze dovute all'ignoranza delle giovani coppie è, secondo la mia Fede, un peccato che somma in se anche l'omicidio causato dall'Aborto.
Sono favorevolissimo alla moratoria sugli aborti purchè effettuata informando TUTTI delle conseguenze di ciò che accade quando si infila un pene in una vagina, istruendo TUTTI all'uso responsabile dei contraccettivi e diffondendoli in gran copia. In tal modo, l'Aborto usato come anticoncezionale scomparirebbe di fatto. Poi, magari, potremo anche iniziare una bella moratoria sul sesso prematrimoniale per raggiungere le elevatissime vette spirituali: il fatto che l'età del matrimonio si sia innalzata di 15 anni in meno due generazioni sembra sfuggire alle gerarchie ecclesiastiche. I vescovi, a quanto si vede in giro, preferiscono lasciar difendere la nostra Fede da politici che amano tanto la famiglia da averne due o tre. Non sarà anche lì l'errore?
O, forse, un politico cattolico divorziato con concubine al seguito è un male minore rispetto a due poveri cristi che si amano pur avendo gli stessi gameti?
Sto prendendo in considerazione l'idea di farmi buddista, su suggerimenti di Don S.
Per la salvezza della mia coscienza cattolica.

2 gennaio 2008

2 Gennaio 2008

Queste vacanze di Natale sono andate a meraviglia. Ormai, credo di aver compreso che sono le uniche vere vacanze possibili, dato il lavoro che faccio. Infatti, l'azienda è chiusa dal 22 Dicembre a... domani. Io sono in ufficio e sto per tornare a casa. Sono dovuto venire un giorno prima per far ripartire servers e fare manutenzione urgente... Cose che capitano.
Non ho buoni propositi per l'anno nuovo.
Ma qualche obiettivo si.
Beh, devo proprio scappare, proseguirò domani, magari.
Prima di andare vorrei ringraziare tutte le persone che mi hanno mandato gli auguri di Natale e Capodanno via sms o via mail.
Scusate se non vi ho risposto al momento ma non ho mai voglia di digitare sul cellulare, vi prometto che avrete mie notizie personalizzate al più presto.
A presto!