27 settembre 2012

Sallusti, la Diaz ed il gelato alla crema

Ho preso atto senza dolore della condanna di Sallusti al carcere per diffamazione.
La vicenda è complessa e mi spinge a qualche considerazione di merito e di metodo.
Primo punto, quello banale.
A chi è utile che quest'uomo vada in carcere?
A me, no.
Alle vittime dirette del reato neppure.
A noi tutti un altro detenuto costerebbe circa € 250,00 al giorno.
Se qualcuno mi dovesse (facciamo le corna) aggredire e procurare un danno fisico e materiale a me interesserebbe per caso qualcosa del suo destino?
A me interesserebbero due cose: essere risarcito completamente ed abbondantemente da costui e che mi venisse garantita l'irrepetibilità del gesto verso di me e verso altri.
In genere, questa seconda necessità è garantita dalla Società con l'incarcerazione.
Ma non sempre.
E non per tutti.
Quindi, no, grazie, ritengo che non sia di alcuna utilità che quell'uomo sia incarcerato. Quell'uomo come gran parte dei detenuti italiani.
Vi è, poi, la questione della 'libertà di informazione', ossia del 'reato di opinione'.
Questa è una cosa seccante.
Mi fa incazzare parecchio che si considerino certi lucidi tentativi di mentire al pubblico come 'opinioni'.
"Mi scusi, lei preferisce il cioccolato o la crema?"
Questa è un'opinione.
Ma affermare falsità risibili per scopi personali mica è un'opinione.
Se è successo il fatto x ed uno scientemente afferma che invece è succeso y mica è un reato di opinione quello che hai commesso, hai detto una balla e maggior ragione è una cosa grave quanto più tu guadagni dalla balla a danno di chi da questo fatto ne riceve grave offesa.
Le opinioni sono una cosa, le menzogne infanganti un'altra.
Ancora non considero utile a nessuno che Sallusti vada in carcere.
Ma non è stato condannato per reato di opinione.
Ma per una gravissima aberrazione della realtà.
Io posso anche pensare che la Terra sia piatta, purchè non minacci con violenza chi ritiene che sia rotonda.
Un ultimo punto.
La Repubblica Italiana ha inflitto punizioni corporali con danni permanenti a decine e decine di giovani innocenti, incolpevoli, torturati e massacrati senza processo alcuno nella Scuola Diaz e nella casema di Bolzaneto da Pubblici Ufficiali quasi tutti ancora adesso, in questo istante, in servizio presso la Repubblica Italiana.
Sallusti ha avuto tutti i modi ed i tempi per difendersi e ha negligentemente ignorato tali possibilità.
Quanti nonsallusti sono in galera, magari innocenti, per molto meno, senza aver avuto un millesimo delle possibilità difensive del nostro 'fantasioso' direttore?
Se pur  la Repubblica Italiana, col plauso del Sallusti & C., si è permessa di pianificare ed attuare "La peggior sospensione delle libertà civili in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale", saremo noi favorevoli ad un insensato contrappasso?
No.
Ma non in silenzio.
Se l'innocenza ha meritato la minaccia di stupro col manganello, fratture e denti rotti, violenza indicibili, cosa meriterà, in Italia, l'atroce menzogna speculativa di un uomo potente?
Neppure il carcere? Sia pure.
Ma non in silenzio.
Che si sappia, che sia chiaro a tutti quanto questa cagnara su questa condanna sia non ingiusta, ma inutile.
Meglio il silenzio di fronte alle gigantesche ingiustizie perpretate dalla Repubblica ai danni degli innocenti.
Cari giornalisti, chiedete pietà ma non sporcate il vocabolario attribuendo reati d'opinione dove opinione non ce n'è.

18 settembre 2012

Se.



Leggere cadono, parole senza anima
non ho che ricordi ormai, nè sogni da dividere
ma parlami forte, parlami ancora, parlami e forse...vorrei.

Vuote rimangono, parole senza anima
non ho più lacrime nè mani per tenermi qui
ma parlami forte, parlami ancora, parlami e forse...vorrei...vorrei.

Se questa terra fosse mare,
se questa pioggia non facesse così male,
io tenterei...vorrei.

Karma, 1994

16 settembre 2012

16 Settembre 2012, ci vediamo, ciao.




ed i Rosai rifioriranno ad ogni Primavera fino alla Primavera che non finisce, dove non ci sarà più nè inverno nè notte.

14 settembre 2012

Lettera a Radio Tre su Materadio 2012: i sommersi e i pagati.



Spettabile Redazione di Radio Tre,

mi chiamo Angelo Giordano e vi scrivo da Matera.

Sono impaziente di potervi accogliere nella mia Città la prossima settimana per potervi anche vedere, oltre che ascoltare, come faccio tutti i giorni.

Sono, infatti, un vostro fedele radioascoltatore da molti anni.

Vi segnalo, quindi, un piccolo episodio che mi ha fatto riflettere e su cui chiedo il vostro parere.

Ho letto sul web (via twitter, per la precisione, con re-indirizzamento su http://www.matera-basilicata2019.it/it/news/195-cercasi-volontari-per-materadio.html) che, per l’organizzazione di Materadio 2012, occorrerebbero volontari.

Tanti volontari.

Volontari anche qualificati, capaci di parlare inglese e fare traduzioni simultanee.

Radio Tre è sempre molto attenta a trasmettere, nei suoi programmi, un’idea di Cultura capace di produrre reddito e ricchezza ed è anche sempre molto attenta a denunciare l’insostenibilità della situazione dei giovani laureati italiani. Pertanto, chiedo la vostra cortese opinione sull’opportunità di pianificare Materadio 2012 ‘contando’ sul lavoro non retribuito di alcune decine di giovani qualificati tanto da poter effettuare traduzioni simultanee da altre lingue.

Anche io, ad esempio, cerco volontari per l’organizzazione del sesto Linux Day materano.

Ma, per il Linux Day, tutti gli organizzatori, nessuno escluso, operano gratuitamente.

Non abbiamo 'stipendiati e non', ma solo volontari.

Non sarebbe stato più opportuno, forse, prevedere di dover pagare il lavoro qualificato che, invece, viene qui richiesto gratuitamente?

Ovviamente, non imputo a Radio Tre un desiderio di sfruttamento dei giovani intellettuali meridionali, ma mi piacerebbe porre alla vostra attenzione il tema di come sia ‘facile’ trovarsi ad essere, nostro malgrado, parte attiva nel meccanismo di sopraffazione di questa generazione perduta.

Grazie per il vostro lavoro quotidiano, per me e per tanti come me è Speranza.

Addio Fabbrica Italia e grazie per tutto il pesce

La quadratura del cerchio è in vista.
Lo Statuto dei Lavoratori 'sotto osservazione' di Monti.
L'attacco a quel che resta dello Statuto dei Lavoratori è la seconda faccia della stessa medaglia:
La Dottrina Marchionne portata alla sua logica conclusione.
Cinesizzare l'Italia, invece di Germanizzarla.
Marchionne va oltre: butta fuori la FIOM perchè 'incompatibile con Fabbrica Italia'.
Perde regolarmente in tribunale coi suoi comportamenti antisindacali.
Ottiene tutto quello che aveva chiesto per poter finalmente investire i vantati miliardi di € in "Fabbrica Italia", inclusa uscita da Confindustria.
E poi?
E poi marcia indietro.
Avuta la grazia gabbato lu santu.
Niente più "Fabbrica Italia".
Perchè 'il mercato' non consente.
Ma chi ha freso così debole 'il mercato'?
Chi ha sbriciolato il reddito degli italiani per poter, non sopravvivere, ma aumentare i profitti personali di poche migliaia di eletti?
E' piena la cronaca di industrie delocalizzate, industrie non in passivo, ma attive, efficienti, i cui proprietari non si accontentavano più di guadagnare 10 al netto delle tasse, volevano 15.
E delocalizzano.
Salvo, poi, rendersi conto di non avere più clienti a cui vendere la merce delocalizzata.
Ecco la Dottrina Marchionne: miliardi di guadagno per pochi, povertà per molti, salvo poi lamentarsi in pubblico di un 'mercato' che non c'è.
Avendo in mano la pistola fumante con cui lo si è ucciso.
La Cina è davvero vicina...



13 settembre 2012

L'eterna Morte del Mediatore

Nel 1934 un'organizzazione ebraica statunitense organizzò una campagna di stampa e di altre iniziative di protesta contro il governo nazista.
I gerarchi nazisti si infuriarono e convocarono l'ambasciatore USA in Germania per inveire  contro le manifestazioni antinaziste. Ho parlato qui del saggio che racconta l'esperienza dell'Ambasciatore USA William Dood nella Germania Nazista degli anni 30.
Dood, di fornte alla veemenza della protesta nazista rimase stupefatto.
Dal suo punto di vista, infatti, era piuttosto evidente che convocare l'ambasciatore USA o il presidente della camera di commercio Turca era la stessa cosa se si voleva discutere della libertà di pensiero e di manifestazione negli Stati Uniti.
Man mano che la conversazione andava avanti, Dood si rese conto con crescente orrore che i suoi interlocutori nazisti non erano semplicemente in grado di comprendere che negli USA un cittadino poteva dire e fare quel che gli pareva nell'ambito di cui si stava discutendo senza che il governo USA fosse minimamente interessato e titolato ad esprimere qualsivoglia parere o censura.
Il concetto di Libertà Individuale non era  presente nel pensiero dei nazisti.
Tutto qua.
Come meravigliarci, quindi, del fatto che un uomo di Dialogo, di Pace, di Comprensione, come l'ambasciatore USA in Libia Chris Stevens, sia stato ammazzato per 'protesta' contro una boiata prodotta da estremisti antislamici negli Stati Uniti?
Mica gli 'offesi' hanno fatto una colletta per assoldare un killer e punire il blasfemo estremista!
No.
Ammazzano l'uomo del dialogo.
Semplicemente perchè per loro non esiste dialogo e non esiste differenza tra un uomo colto, sacro perchè ambasciatore, ed il loro vero antagonista - gemello, l'estremista antislamico.
L'ambasciatore USA in Libia, causa cecità psichica, è contiguo all'estremista antislamico. Mentre è vero il contrario: è l'estremista antislamico parente stretto degli islamisti violenti.
Ma siamo sicuri che vada così solo altrove?
Non è forse sempre stato di moda ammazzare i mediatori?
Non i moderati, quelli sono un'altra categoria.
(La parola 'moderato' in Italia è ormai inutilizzabile nell'accezione originale causa inquinamento similradioattivo)
I Mediatori.
Quelli che si sforzano di comprendere il punto di vista altrui e di espor loro quello di terzi.
Guai a volersi ostinare a mediare con estremisti violenti.
Si diventa in fretta bersagli perfetti.

12 settembre 2012

Il Coraggio delle Aquile

Ho acquistato questo film per un motivo semplice: è uno dei pochissimi film sullo scoutismo non girato in chiave caricaturale.
Oltre a questo bel film francese ricordo il Disneyano "I Ragazzi di Camp Siddons" ed un vecchissimo film in bianco e nero con protagonista un ragazzino adottato e storie di riformatorio ed hyke nella neve che ricordo a sprazzi e di cui non ho mai ritrovato il titolo...
Il Coraggio delle Aquile è un film, lo dico subito, in cui gli adulti non fanno una bella figura.
I Capi Scout di questi ragazzi sono piuttosto sconsiderati e si meriterebbero una bella tirata d'orecchie, ma non divaghiamo.



Questo film mi è piaciuto tanto perchè descrive alla perfeziona la vita di una squadriglia.
Lo so, lo stereotipo vorrebbe dipingere i 7-8 ragazzini tra i 12 e i 16 anni come angioletti noiosi intenti a strimpellare la chitarra ed altre amenità che vi potete immaginare.
Una squadriglia maschile, invece, è un luogo di grande solidarietà ma non certamente di parlar forbito e di ascelle lavate.
I rapporti tra ragazzi, a quell'età, sono assolutamente diretti e anche sporadicamente violenti.
E l'argomento principale delle conversazioni non è sicuramente il pensiero di B.P. o commenti sulle Parabole del Vangelo.
La parola "Tette" viene citata più frequentemente, di gran lunga più frequentemente della parola "Mamma".
Per fortuna.
Ecco, in questo film i ragazzi parlano come parlavo io alla loro età nelle Squadriglie Mustang e Volpi del Glorioso Sagittario, Matera 1.
In questo film c'è poco o nulla di costruito e la retorica non sa nemmeno dove stia di casa.
Avventura e scoperta della Responsabilità del Prossimo come fondamento della Vita.
Solidarietà del cuore e non dei gesti.
Il film è tratto da una storia vera, il regista è stato scout e ha voluto portare sul grande schermo le sue esperienze dell'epoca.
La Francia è in guerra, la Guerra D'Algeria. Un incubo che incombe sulla squadriglia in generale e su un ragazzino in particolare dato che ha un fratello nell'esercito di occupazione.
E, poi, la montagna, nelle parole del Regista:
"Bella, seducente, indomabile e terribilmente pericolosa, simboleggia in qualche modo l'elemento femminile. La montagna è dunque la donna in tutto il suo splendore, in quello che può avere di pericolose e inaccessibile."
Il Coraggio delle Aquile è un film realistico, pieno di calore.
Se siete stati scout riconoscerete ogni dettaglio della vita di squadriglia.
Se non lo siete mai stati scoprirete come vanno davvero le cose tra i ragazzi oltre gli stereotipi autoqualificanti.
Da vedere e conservare.

11 settembre 2012

scrivo cento volte "io sono un deficiente" per sentirmi vero

La vicenda della professoressa siciliana che, per punire un bullo gli ha fatto scrivere cento volte "sono un deficiente" è finita con l'inevitabile condanna.
Per gli uomini di buona volontà questo è un ulteriore scandalo, sintomo di grave e penosa malattia del Bel Paese.
Un ragazzino insulta pesantemente un altro, la professoressa difende la vittima non a scapaccioni ma con le parole.
Parole scritte.
Viene denunciata dai genitori del bullo, assolta, poi condannata in appello, condanna confermata in Cassazione.
Ho deciso di approfondire un minimo la vicenda cercando di procedere oltre il banale buon senso e mi sono andato a leggere la sentenza di Cassazione.
Il cui ragionamento non fa una piega:
"non può perseguirsi, quale meta educativa, un risultato di armonico sviluppo di personalità, sensibile ai valori di pace, tolleranza, convivenza e solidarietà, utilizzando mezzi violenti e costrittivi che tali fini contraddicono"
Sulla carta mi sembra tutto logico. 
Hai 11 anni, sei un bullo e se costretto a scrivere in pubblico cento volte "io sono un deficiente", può darsi che l'umiliazione peggiori le cose invece che migliorarle.
Avevo seguito, a suo tempo, la vicenda e devo dire di aver mutato lentamente opinione.
Non nel merito pratico: Se all'inizio ero senz'altro solidale con la docente e non coi genitori del bullo resto, oggi, dello stesso parere.
Ma sul meccanismo. Prima lo consideravo assurdo.
Ora sconvolgente nella sua puntuale logica.
La cosa sconvolgente della vicenda non è nel genitore che protegge il figlio bullo, nè nel genitore che ritiene il figlio bullo eccessivamente umiliato tanto da denunciare la docente (e notate che sono due cose assai diverse).
Ma nell'implacabile meccanismo, slegato dal contesto, in cui opera lo Stato Italiano e non solo.
Immaginate di vivere in Utopia.
Una scuola perfetta o quasi, in una città perfetta o quasi.
Pensateci.
E' giusto umiliare un ragazzino colpevole di bullismo?
Esistono sistemi educativi che non passano attraverso l'umiliazione del colpevole, lo scoutismo nè è un negletto ma oggettivamente solido esempio.
Ma Palermo non è la città della gioia e l'Italia non è il Paese del Bengodi.
La sentenza, pertanto, probabilmente è corretta ma non giusta.
Corretta nei principi costituzionali e nel diritto.
Ingiusta perchè punisce concretamente una persona che non aveva, quasi certamente, alternative tra ignorare il fatto, passare alle vie di fatto per proteggere il più debole dal prepotente o agire come ha fatto.
Di questo stato di cose oggettivo la magistratura se ne fotte.
La sentenza, quindi, appare delirante nel senso letterale del termine, cioè emessa da un organismo scevro da qualsivoglia collegamento con la realtà chiamata a giudicare.
Giudici in ermellino vs professoressa delle medie in scuola italiota del Meridione...
E, se qualcuno dei lettori volesse attaccare la magistratura in genere per questo specifico comportamento si trattenga e risparmi le munizioni.
Non sono mica casi isolati questi.
Come Equitalia che vuole le tasse dal cittadino creditore di uno Stato Insolvente.
O come certuni che volevano introdurre con bacchetta maginca il sistema di raccolta differenziata norvegese nella deleritta Matera, come dire: "Non riusciamo a permetterci di far decollare un biplano e ci proponiamo di risolvere il problema pensando di comprare lo Space Shuttle".
Triste Paese quello dove anche quella che dovrebbe essere la realtà delle persone comuni si slega dalla Realtà con la lettera maiuscola.
Piena solidarietà alla docente siciliana per quello che ha passato.
Ed anche qualcosina ai Giudici (e a tutti gli altri pubblici ufficiali) che si rendono perfettamente conto di agire contro gli interessi dell'Italia Reale ma non possono o non hanno il coraggio di combattere le astrazioni dell'Italia Irreale che servono con zelo a discapito di noi tutti.

11 Settembri




Dimettete la vostra alterigia

sorelle di opulenza
gemelle di dominanza,
cessate di torreggiare
nel lutto e nel compianto
dopo il crollo e la voragine,
dopo lo scempio.
Vi ha una fede sanguinosa
in un attimo
ridotte a niente.
Sia umile e dolente,
non sia furibondo
lo strazio dell’ecatombe.


Si sono mescolati

in quella frenesia di morte
dell’estremo affronto i sangui,
l’arabo, l’ebreo,
il cristiano, l’indio.
E ora vi richiamerà
qualcuno ai vostri fasti.
Risorgete, risorgete,
non più torri, ma steli,
gigli di preghiera.
Avvenga per desiderio
di pace. Di pace vera.

Mario Luzi


 E spera e spera, un uomo arriverà
L'immagino in strada, nei cortei, fra noi
Aver paura, piangere
Cercare i figli morti per lui
E l'uomo in bianco scese dal cielo
Ma era al di là delle barricate
E l'uomo in bianco vide la morte
Ma era di là dalle barricate
Santiago del Cile
Padre, tuo figlio dov'è?
Santiago del Cile
Io no lo vedo più
Natale di sangue
No, non lo scorderò
E spera e spera, il Papa arriverà
L'immagino in strada, nei cortei, fra noi
Gridare forte, combattere
Sacrificarsi per chi crede in lui
E l'uomo in bianco scese dal cielo
Ma era al di là delle barricate
E l'uomo in bianco vide la muerte
Ma era al di là delle barricate
E dittature e religione
Fanno l'orgia sul balcone
E dittatura e religione fanno l'orgia
Santiago del Cile
Padre, tuo figlio dov'è?
Santiago del Cile
Io no lo vedo più
Natale di sangue
No, non lo scorderò
Vangelo, pistola
Dimmi la pace qual' è?


Litfiba, Santiago.

10 settembre 2012

Linux Day 2012, abbiamo trovato i blocchi di partenza!!!

E' stato davvero con un sospiro di sollievo che ho accolto la disponibilità del caro Vito ad accollarsi gran parte del carico della preparazione del Linux Day 2012.
Purtroppo, per motivi lavorativi, non posso assicurare che sarò disponibile proprio per il giorno della manifestazione, sabato 27 Ottobre 2012.
Certo, per contribuire all'organizzazione dovrei comunque esserci, ma...
Ma è davvero ora di passare la mano.
5 Edizioni del Linux Day hanno visto il sottoscritto nel direttivo organizzativo espressione di una Comunità Unica.
Ora, anche se io non avessi questo problemino di disponibilità, ritengo che sarebbe comunque opportuno cedere il testimone.
Cambiare è salutare.
Io, se il 27 Ottobre sarò a Matera, mi occuperò di una cosa specifica diversa da quelle che avrei potuto affrontare con un ruolo organizzativo più elevato.
Quindi, cambiare è salutare per me, certo.
Ma è salutare soprattutto per la Manifestazione e per la Comunità.




Tutti devono avere la possibilità di imparare l'organizzazione e la direzione di questo bellissimo evento.
Cosa ancora più importante: è fondamentale che l'idea di Linux Day non sia fossilizzata secondo la 'visione' del Sottoscritto e degli altri organizzatori storici.
Ma che sia aperta a nuove interpretazioni, a nuovi contributi.
Che, poi, diciamocelo: non è che il frutto di questi 5 Linux Day sia proprio spettacolare.
E non parlo degli eventi in se, tutti costruiti in un oggettivo crescendo di elevata qualità tecnica della proposta.
Ma della tenuta di una Comunità Locale che si è dimostrata incapace di guadagnare respiro oltre i singoli eventi annuali.
Eppure di cose importanti in ballo tra un Linux Day ed un altro ce ne sono parecchie ma non è questo il momento di entrare nel merito.
Spero, quindi, che questo 'organizzando' Sesto Linux Day materano porti una ventata di aria fresca riuscendo in un concreto reboot della Comunità Locale, aprendo spazi nuovi per tutte le persone interessate a diffondere concretamente giorno per giorno la Cultura di Libertà e Progresso insite nel Software Libero, vero obiettivo dei Linux Day.
Buon Lavoro e un grazie anticipato a tutti.


9 settembre 2012

A first look to Ubuntu 12.10 ( Beta 1)

Non ho seguito affatto lo sviluppo di Ubuntu 12.10 che ci farà compagnia tra poco più di un mese.
Ma è uscita la beta e non ho resistito alla tentazione di darci uno sguardo.
Sto seriamente meditando di non migrare a questa nuova release dato che mi trovo benissimo con la 12.04.1 e le novità di Ubuntu12.10 sono quasi tutte sotto il cofano, quindi di poca rilevanza per l'utente domestico.
Installazione e Desktop sono identici alla 12.04, almeno fino ad ora ma non credo che ci saranno grossi cambiamenti nella seconda beta e poi nella stabile.
Flash non si è installato automaticamente restituendo un messaggio di errore.


Fallendo anche con l'installazione manuale. Pazienza.
Una delle prime cose che faccio, quando testo una distribuzione linux, è verificare se sia in grado di accedere ad una cartella condivisa windows senza troppi guai.
Ubuntu 12.10 non si comporta male.
Individua il gruppo di lavoro, il PC con la cartella condivisa (per il test con permessi 777) ma al click del caso mi risponde con un messaggio di errore e la richiesta dell'inserimento delle credenziali di accesso.

Dopodichè, però, funziona ed accede alla cartella condivisa che ho creato per il test.
Altra prova: la stampante, una stampante di rete HP M1212, immediatamente riconosciuta ed installata...

Peccato che, come al solito, manchi il plugin proprietario che va installato a parte con hplip-gui.
Ma queste sono rogne dovute ai softwares proprietari, non a deficienze di Ubuntu.
Mentre stavo completando l'installazione della stampante, sul più bello compiz è crashato restituendomi un bel messaggio di errore in cui mi si invitata a fare l'aggiornamento di ennemila pacchetti.



Ma l'installer non avrebbe dovuto farlo durante l'installazione? 
Avevo flaggato l'apposita casella!!!
Pazienza.
sudo apt-get update && sudo apt-get dist-upgrade
5 minuti e passa la paura.
I pacchetti software sono i soliti di ubuntu aggiornati all'ultmia versione e c'è pochissimo da aggiungere all'installazione di default.
L'Updater del Software ha cambiato interfaccia grafica ed è integrato anche con l'Ubuntu software center. 


Nella schermata delle sorgenti del software c'è anche una scheda su "Drivers Aggiuntivi" che non ho avuto modo di testare perchè il mio ambiente è virtualizzato.
Insomma, alla fine della fiera al momento non noto innovazioni tali da farmi sbavare nell'attesa del rilascio della nuova 12.10.
Manterrò aggiornata la mia macchina virtuale 12.10 per vedere cosa succede, ma, fino a prova contraria, con la 12.04.1, hic manebimus optime.



8 settembre 2012

Di Notte Leoni, di giorno ...

Chiudono le fabbriche e le fattorie.
I negozi e le piccole e medie imprese.
I ragazzi che occupano un edificio abbandonato al degrado da un autoqualificante atto di un'Amministrazione di Destra sono a rigore criminali abusivi.
In compenso aprono le discoteche.
Non importa che strappino la Notte col loro frastuono: quanti padri di famiglia, quante madri, quanti giovani, ormai, dormono più?
Come si fa a dormire con alle spalle inarcassa, equitalia e di fronte l'ultima busta paga datata 2011 o peggio?
Ma la folla di baccanti nottambuli da cosa è generata?
Non si sa.
Non si sa con quale denaro, non si sa con quale energie questi giovani festanti si possano permettere di fare le tre del mattino. 
Nel frattempo, questa Città non fa nulla per incalanare queste energie in qualcosa di diverso da un continuo ed impunito disturbo della quiete pubblica: non c'è segno di qualsivoglia volontà di gestire il patrimonio immobiliare comunale per dare spazi ai giovani ed alle associazioni di volontariato.
Così, le discoteche sono affollate di notte.
Come i luoghi di lavoro e di aggregazione sono deserti di giorno.
Ma forse è solo invidia la mia.
Non ho il fisico.
Vado a letto presto e presto mi alzo.
Se non c'è un flusso di cacofonici rumori a tenermi sveglio.
E a mettermi in testa cattivi pensieri.


7 settembre 2012

Linux Desktop: Angelo's Way: the .lnx package

The English Version is at bottom

E' di gran moda, in questi giorni, discutere del 'mancato successo' di Linux in ambito desktop.
Lo scontro tra i big del settore, che si affrontano senza esclusione di colpi, è piuttosto aspro.
Io ho una mia idea e la condivido per puro spirito comunitario.
Dunque, per prima cosa il problema NON è, secondo me, nella ricchezza di distribuzioni (o frammentazione per i critici). Volete mettere quanto sia divertente giocare a litigare tra Debian vs Ubuntu, Fedora vs Opensuse ed ArchLinux contro il resto del mondo?
No, le varie distribuzioni non sono un problema.
Facciamo un paragone automobilistico.
Esistono tante case di produzione e tanti modelli per ogni casa.
Ma tutte le auto vanno a benzina o diesel, insomma, una macchina è diversa dall'altra ma quando ti fermi ad un distributore hai la ragionevole certezza di poter fare rifornimento del carburante giusto per te.
Così, non è, invece, per Linux.
Il problema del Desktop Linux, secondo me, sta nei modelli di distribuzione del software.
E' vero, il modello centralizzato del repository online praticamente lo abbiamo inventato noi linuxari, con tutti i vantaggi di praticità e sicurezza.
E poi ce l'hanno copiato con i vari store.
Solo che non esiste un unico standard di pacchetto software anche a parità di 'estensione' rpm o deb.
Quello che funziona per Red Hat non è detto che funzioni per Suse, quello che funziona per Mint non è detto che funzioni su Debian.
Questo è scoraggiante e complica parecchio la buona volontà di un produttore di software  di rilasciare anche per Linux.
Di fatto, non esiste un pacchetto software per Linux. Esiste il software per la particolare distribuzione Linux.
Sì, sì, i sorgenti.
Certo.
Proprio l'ideale per facilitare la diffusione del Desktop Linux...
Guardate, è un cane che si morde la coda: pochi programmi desktop - > pochi utenti desktop - > pochi programmi desktop eccetera.
Se, invece, esistesse un unico pacchetto, diciamo .lnx per tutte le distribuzioni, le cose potrebbero essere diverse. E non è mica una teoria: guardate il mondo Apple (UNIX 'rimarchiato') ed Android (Linux senza GNU davanti)!
Il Desktop Linux ha fatto davvero tanti passi avanti (e anche qualcuno indietro con l'attenzione spostata dall'usabilità alle iconcine luccicose) e io so cosa desiderano gli 'utenti comuni'.
Lo so perchè amministro diverse macchine di utenti inesperti.
Vogliono che i comandi restino al loro posto e che esista un modo standard  di gestire il software.
Ma se anche all'interno della grande famiglia Ubuntu i programmi si installano diversamente in ubuntu, kubuntu, xubuntu e lubuntu come cavolo facciamo ad incoraggiare gli utenti a sciogliere le proprie paure (infondate)?
E' chiaro che poi il sottoscritto, GNU/Linux System Administrator se la ride delle differenze apparenti, ma il problema è superare il 2% di utenti, non quello di discutere sulla posizione delle finestre e del pulsante di ricerca
Quindi, magari, pensiamo un po' meno a dove va messo il pulsante di minimizzazione delle icone, investiamo due lire sulla capacità di sfogliare la rete dei gruppi di lavoro micro$oft senza troppi guai e dedichiamoci, finalmente, alla creazione di un ecosistema software stile Play Store (ma GNU) con un UNICO pacchetto .lnx contenente TUTTO quello che può servire al software per essere installato. E disinstallato ;-)
Ovviamente, nell'attesa che si compia la beata speranza della diffusione dei giochi mainstream anche su GNU/Linux, cosa che di per se vale più di un milione di standard...



For my English readers:

Is very fashionable, in these days, talk about the 'lack of success' of Linux in the desktop environment.
The clash between the big of industry, facing each other with no holds barred, it's pretty harsh.
I have my own mind and share it for pure community spirit.
So, first the problem is NOT, in my opinion, in the richness of distributions (or fragmentation for critics). Is very fun to play in fighting between Debian vs Ubuntu, Fedora vs openSUSE and ArchLinux against the rest of the world, isn'it?
No, the distributions are not a problem.
Let's make a comparison with cars.
There are many production houses and many models of car for each house.
But all cars are petrol or diesel: in short, a car is different from another, but when you stop at a gas you have a reasonable certainty of being able to do the fueling right for you.
Thus, it is not, however, for Linux.
The real problem of the Linux Desktop, in my opinion, is in the patterns of the software's distribution.
It 's true, the centralized model based on repository online was pretty much invented from Linux, with all the advantages of convenience and security.
And then 
the various stores havecopied   it.

Except that there is no single standard software package even in the same 'extension's family' of .rpm or .deb.
What works for Red Hat is not guaranteed to work for Suse, what works for Mint is not guaranteed to work on Debian.
This is daunting and complicated a lot the good will of a software producer  who wants to release for Linux.

In fact, there is not a software package for Linux. 
There are, instead softwares for particular Linux distribution.
Yes, yes, there are the sources.
Sure.
Just perfect for helping to spread Linux Desktop ...

Look, it's a dog that bites its own tail: a few desktop programs -> few users desktop -> desktop so few programs.Look, it's a dog that bites its own tail: a few desktop programs -> few users desktop ->  so few desktop programs.
If, however, there was only one package, so to speak: .lnx for all distributions, things could be different. It's not a theory: look at the Apple world (UNIX 'rebranded') and Android (Linux without GNU in front)!
The Desktop Linux has really made many steps forward (and even some back with the focus shifted from usability to small shining icons) and I want to know what the 'ordinary users'.
I know this because I administer several machines of inexperienced users.

They want the controls remain in place and that there is a standard way to handle the software.
But even if within the same 
Ubuntu's great family of Desktops the programs are installed differently in ubuntu, kubuntu, xubuntu and Lubuntu, how the hell do we encourage people to dissolve their  (unfoundedfears?

It' s clear that the undersigned, GNU / Linux System Administrator, laughs of apparent differences, but the problem is more than 2% of users, not to discuss the position of the windows and search button on the interface!
So, maybe, le's think a little less of where the button to minimize icons should be placed and let's invest two cents on the ability to browse the micro$oft network of Workgroups without too much trouble and dedicate ourselves, eventually, at the creation of a software ecosystem Play Store style  (but GNU) with a SINGLE package .lnx containing ALL that can be used the software to be installed. And uninstalled ;-)
Of course, waiting in joyful hope for the spread of mainstream games also on GNU / Linux, which in itself is worth more than a million of standards ...

Si certifica che questo blog è:


L'irresistibile tentazione dell'aventino


Come da titolo.
Ma chi me lo fa fare?
Il Partito Democratico Materano (Lucano) è senz’altro più avanti di quello nazionale sulla via della disgregazione.
Di fatto, secondo me, non esiste più, anche alla luce dei recenti avvenimenti.
L’impegno nel Partito Democratico è stato, ad oggi, piuttosto costoso in termini di insulti presi (da fuori e da dentro), tempo speso (per fortuna NON sottratto allo scoutismo) ed entusiasmo sprecato.
Cosa c’è sull’altro piatto della bilancia?
Ben poco.
L’aver contribuito ad impedire che anche il PD approvasse il Piano Casa?
Una mezza migrazione delle Segreterie del PD Provinciale e Comunale a Linux?
Una Proposta di Legge regionale su Software Libero ed Open Data?
E qualche intervento per chiedere che si adotti un’agenda di gestione degli spazi giovanili e delle associazioni di volontariato? Qualche periodico incoraggiamento sul solito Software Libero e Tetti  Fotovoltaici sugli edifici comunali?
Tutti puntualmente accolti con sorrisi e gran cenni di approvazione...
Ah, dimenticavo, l’unica cosa che non viene accolta da sorrisi e cenni di approvazione: le mie battagliucce di retroguardia contro le speculazioni edilizie nostrane, lo scandalo delle case vuote e sfitte e la macelleria sociale di una città in crisi in cui la Casa è diventato un miraggio che drena sangue dall’economia reale per ingrassare cementificatori di vario ordine e grado.
Certo che quando tu proponi come tassa di scopo l’aumento dell’IMU sulle case vuote e sfitte per compensare i tagli del governo sui sussidi agli affitti dei meno abbienti e nel Partito Democratico Italiano (non Repubblicano USA) ti viene risposto che “No, poi i proprietari di 3 - 4 case pagherebbero troppo” (sic.) allora certe tentazioni d’Aventino diventano irresistibili.
Ad oggi, nei fatti, esiste un Partito Democratico a Matera?
Esiste un organismo in cui discutere di tutti i temi che fanno Politica?
Nei fatti non credo.
Inoltre, quando scrivi certe cose, ti rendi conto abbastanza in fretta che devi scriverle da solo.
Quindi, a rigore, io potrei chiuderla qua ed impiegare meglio il mio tempo.
Ma, ogni tanto mi ricordo che non sto lì per caso.
Ma per una campagna elettorale che ha dato i suoi frutti.
Quando penso ai 143 voti un po’ di rammarico mi viene di fronte a certe tentazioni.
Alla fine, forse, resta solo il dovere di mantenere un ruolo che non è mica tuo, come un paio di scarpe. Un ruolo che appartiene a chi ha costruito col voto questa opportunità.
E, quando ci penso, mi viene da scusarmi con tutte quelle persone, il quadruplo del numero atteso, per non essere riuscito a fare di più.
E’ solo un’ulteriore pena rendersi conto di non essere all’altezza di tutta quella fiducia.
Quindi, ti fai un po’ di forza, ma fino a quando?
Fino a quando puoi controllare il ‘malessere’ causato da tutto questo disastro?
Rimando ad altra data parole più costruttive, contenenti progetti e proposte operative, come il mio solito.
Oggi sento il bisogno di una separazione netta tra un ambiente fallimentare ed un’idea che resta sempre viva.
Quella di un’azione politica.
Nient’altro.

1 settembre 2012

We are the 5 Stars Borg: Resistence is Futile, You’ll be Assimilated...

Il mio blog è farcito di riferimenti al rispetto che provo per i militanti 5 Stelle, tra i pochi capaci di compiere gesti concreti di impegno e dedizione alla causa al di fuori del click sul web.
I ragazzi di 5 Stelle i banchetti in piazza li mettono, alle riunioni ci vanno e immagino che qualcosa si dicano.
Quindi, il mio atteggiamento nei loro confronti è stato a lungo ambivalente.
Provo ammirazione per la voglia di lavorare al di fuori del web, cosa solo apparentemente contraddittoria. I grillini usano bene la Rete mentre il mio povero PD assai male. Ma, secondo la mia esperienza, appunto, i militanti di 5 Stelle fanno anche tante cose al di fuori della rete, mentre tu prova ad invitare i militanti del PD ad una iniziativa anche non su  cose politichesi come il Software Libero, le Energie Rinnovabili o il censimento delle case sfitte, avrai l’impressione di dover convincere il cane a seguirti spontaneamente dal veterinario.
Sento un crescente sconcerto per il loro seguire un Grillo sempre più guru settario che leader politico.
Non è questa la sede per denunciare gli specifici episodi di allarme, ma in un mondo in cui le certezze sono poche e i dubbi troppi, mi ci vuole molto poco a decidere che una persona capace di insulti da stadio, battute omofobe, gesti dell’ombrello, linguaggio protoleghista in generale e sparate alla Borghezio in particolare non sia assolutamente adatto a riformare l’Italia.
Però ho sempre considerato la netta differenza tra Grillo e i grillini, provenienti, questi ultimi, da esperienze diverse ed animati dalle migliori intenzioni.
Però, ad un certo punto uno si deve decidere.
Il blocco dell’Apparato “Movimento 5 Stelle” ti piace o no?
Con ”ti piace” non intendo voglia di entrarci, per esempio a me certe cose di SEL piacciono ma ho scelto il PD per la mia militanza.
Ebbene, qualche giorno fa, per la precisione il 22 Agosto, dopo essere entrato nel sito http://www.basilicata5stelle.it/ mi sono trovato di fronte questo incredibile disclaimer.



Incredibile nel senso che sono rimasto di stucco e a bocca aperta vari secondi.
Il coso, oltre a bloccare la navigazione finchè non ci si clicca sopra ok, mi ha bloccato praticamente il respiro.
Sulla mia bacheca l’immagine del disclaimer presa all’epoca ha sollevato una piccola (85 commenti) discussione completamente inconcludente.
Il Disclaimer è ancora lì, come testimonia lo screenshot odierno.
Quel piccolo quadrato di pixel è un certificato di intolleranza che non ha bisogno di spiegazioni.
Se ne avete bisogno sappiate che io non sono capace tecnicamente di fornirvele.
Ecco, quel disclaimer ha fatto la differenza.
Ha spostato l’ago della bilancia.
Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni e le intenzioni dei militanti di 5 Stelle non sono di per se malvagie.
Non sono dissimili dalle mie.
Però, il sottoscritto (non per vantarmi di dati di fatto che non sono meriti, ma, appunto, banali dati di fatto), Incensurato, Impegnato nel volontariato sia Scout che per la diffusione del Software Libero e che dal suo impegno in Politica ha avuto solo fatica, spese di gasolio, sangue amaro e nessun vantaggio personale, per costoro non è degno neppure di leggere il loro sito.
Qualcuno vorrebbe cortesemente mettermi a conoscenza di un qualunque motivo per cui non dovrei considerare la cosa come un attacco abbastanza personale?
Perchè, cari grillini, io sono Persona.
E il vostro slogan “Uno vale uno” è già calpestato in partenza.
Quindi, tirando le somme, un po’ con sgomento ed un po’ con riluttanza, devo ammettere soprattutto a me stesso che il Movimento 5 Stelle mi è personalmente ostile.
Per non parlare delle modalità di applicazione di tutte le meravigliose rivoluzioni proposte:
Si vuole importare il modello dei rifiuti norvegese ma non si spiega come ci si possa arrivare coi fondi attuali nè, tanto meno, come mantenere pulita la Città con il 40% delle risorse minime necessarie.
Si è favorevoli alle energie rinnovabili e al software libero ma i protocolli attuativi, le proposte di legge pratiche che dimostrino che 5 Stelle ha idea anche del COME fare le cose, latitano.
Se permettete, io, ad esempio, COME far sì che il Software Libero diventi concreta opportunità di sviluppo eccetera eccetera lo so, so codificarlo in legge e protocolli applicativi.
Forse, il COME è così difficile da trovarsi proprio per la struttura collettivista di 5 Stelle così decantata dai singoli militanti: uno vale uno e “l’Eletto” a cariche pubbliche non è che il mero esecutore della volontà dei militanti periodicamente consultati sulle varie questioni.
Ossia, per avere una proposta sulle energie rinnovabili che preveda anche il ‘come’, tale proposta dorebbe, a rigore, essere preventivamente formulata ed approvata dal collettivo dei militanti.
Una specie di Cubo Borg della Politica Italiana.



In cui un avvocato, magari, si dovrebbe trovare a votare su questioni tecniche del cui merito ignora ogni fondamento.
Come nella politica tradizionale, cioè...
Questo “Eletto”, poi, sarebbe una specie di missile telecomandato di proprietà privata dei militanti 5 Stelle e non di tutti i cittadini. Una cosa completamente al di fuori dei concetti di base della Democrazia: come da disclaimer, infatti, io non avrei il ‘permesso’ di interloquire via rete con un eventuale Consigliere Comunale, Sindaco, Consigliere Regionale, Deputato eletto nella mia circoscrizione elettorale.
Che, invece, risponderebbe a Loro e non a Tutti.
Questa cosa è semplicemente spaventosa.
Beh, no, grazie,
A questo punto non ci sto più.
Queste ed altre distorsioni stanno minando le fondamenta di un movimento politico la cui azione potrebbe essere davvero positiva: come denuncio su queste stesse pagine le catastrofiche “insufficienze” della classe dirigente (e dei militanti) di quel che resta della Sinistra Italiana non mi sottrarrò più dal difendere me stesso da queste che solo con il beneficio del dubbio posso ancora definire ‘disfunzioni’.
La combinazione di crisi economica, classe politica fallimentare e linguaggio violento ed aggressivo non ha mai portato bene a questo Paese.
Occhio!