7 maggio 2013

Maramaldi, Maramaldi ovunque.

Ricordo bene le albe livide della fine degli anni '70 (del secolo scorso).
Il rapimento Moro, le Brigate Rosse.
Ricordo ancor meglio la plumbea atmosfera politica della fine degli anni '80, prima della Caduta del Muro.
CAF: Craxi, Andreotti, Forlani.
Pentapartito.
Muro di Gomma.
Mafia e misteri, segreti e collusione.
Andreotti era l'avversario per antonomasia.
Combattuto anche da quei 4 ragazzini della sezione A del Liceo Classico "E Duni" di Matera.
Poi, il mondo cambiò.
Andreotti cadde, assieme ai suoi sodali.
Si presentò ai processi da imputato esemplare, ma non è del giudizio della Storia nè di quello della Magistratura che mi voglio occupare oggi.
Nè voglio commemorare un uomo che ritengo corresponsabile di molti dei miei guai.
Però i messaggi di giubilo per la morte di quest'uomo mi hanno poco rattristato e molto preoccupato.
Rattristato per aver visto tanta gratuita e vigliacca ferocia.
Preoccupato per aver constatato la maramalda italianità di questi gesti.
Ho combattuto lui e quello che rappresentava, poi i suoi eredi morali e poi ancora, ancora e ancora.
E vederlo dileggiato, magari da gente che non ha fatto altro che guardare la TV e non ha mai fatto nulla di gratuito per il prossimo suo, rigorosamente dopo la morte del cattivo, ovviamente, non mi ha fatto per nulla piacere.
Ovviamente, non mi riferisco ad Ambrosoli, di cui non posso che apprezzare ed approvare il gesto simbolico.
Perchè Ambrosoli, appunto, ne ha tutto il diritto.
Come dopo le monetine a Craxi ci sono toccati gli anni peggiori, così, vedere così tanta gente sputare su un feretro mi mette i brividi.
O, forse, banalmente, mi viene da pensare che se io, che l'ho combattuto, rinuncio al sollievo di una falsa esultanza, che diritto avete voi?
Che diritto avete voi?


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