1 agosto 2013

Repetita Iuvant: una storiella di aerei ed industria

Ho avuto modo di visitare, di recente, il Museo Storico dell’Aeronautica Militare Italiana, in quel di Vigna di Valle, sulle rive del Lago di Bracciano.

F-104, in secondo piano F-86, F86k e Tornado ADV


Il museo, di per sé, merita una visita, non raggiunge le eccellenze dei musei aeronautici  anglosassoni, ma, per gli standard del Bel Paese, può andare.
Fanno bella mostra di sé, tra altri sessanta aerei, i caccia italiani della Seconda Guerra Mondiale.
A pochi metri di distanza si possono incontrare il FIAT CR-42 “Falco”, il FIAT G-50, l’Macchi 200 “Saetta”, il Campini-Caproni C.C.2 ed i Macchi 202 e 205.
Ok, se non si è storici od appassionati di aviazione sono solo sigle astruse con poco significato pratico:
traduciamole.
Eccetto il Campini-Caproni C.C.2, si tratta di Caccia utilizzati dall’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.
Come al solito, sfruttiamo Wikipedia come fonte.
Il CR-42 Falco è stato il nerbo della Regia Aeronautica praticamente per tutta la guerra e...
Ed era un biplano...
Già.
La stessa formula costruttiva dei primi aerei, quelli della PRIMA Guerra Mondiale.

CR-42 Falco

E voi mi direte: “Massì, si sa, gli italiani avevano armi antiquate...”
Sì, avevano armi antiquate.
Ma perchè?
Torniamo al nostro CR-42.
Scarsamente armato, lento, addirittura privo di radio, fu facile preda degli Spitfire inglesi.
Certo, era molto manovrabile ed agile, ma era come mettere una ballerina a scansare proiettili di mitragliatrice...
Un po’ meglio si comportavano i Macchi MC 200 “Saetta” ed i Fiat G 50 “Freccia”.

MC-200



Erano monoplani, come tutti i loro omologhi dell’epoca, manovrabili e robusti, anche se dotati di armamento penosamente insufficiente: mitragliatrici leggere mentre gli inglesi ed i tedeschi impiegavano devastanti cannoncini a tiro rapido.
Tuttavia, sempre meglio dei biplani.
Già.
I biplani.
Uno, a settant’anni di distanza dai fatti, potrebbe pensare che la povera Italia Fascista si fosse arrangiata con quello che aveva.
Sfortunatamente, le cose non sono andate così...
Il discreto e moderno MC 200 fece il suo primo volo il 24 Dicembre 1937.
Il suo diretto concorrente, (era stato indetto un concorso per scegliere il nuovo caccia monoplano) il FIAT G50, volò per la prima volta il 26 Febbraio 1937, 10 mesi prima.
E il vetusto, obsoleto, antiquato FIAT CR-42?
Indovina indovinello?
Il 23 Maggio 1938.
1 anno e mezzo dopo il FIAT, 5 mesi dopo il Macchi.
Se, cari lettori, voi foste tedeschi, saltereste sulla sedia.
Invece siete italiani e credo che il fatto non vi abbia sorpreso più di tanto.
Pur disponendo GIA’ di due caccia non eccezionali, ma comunque validi (MC-200 e G-50), l’Italia mise in produzione un terzo velivolo obsoleto già in partenza e lo mantenne in produzione per tutta la durata del conflitto.
Facendo ammazzare un sacco di bravi ragazzi, abili piloti, tecnici del volo, mandati al macello contro Spitfires e Mustang ben armati, veloci e corazzati, esattamente come i loro fratelli della fanteria con le scarpe di cartone o della marina con le navi, cieche, senza radar.
Per tacere delle complicazioni logistiche di avere tre diverse linee di manutenzione e supporto.
Manca ancora un elemento al nostro ragionamento.
Il primo aereo a reazione mai costruito, il secondo a volare, nell’agosto del 1940.

CC2

Due Italie.
L’eccellenza, l’avanguardia della tecnica, la competenza degli uomini, ingegneri e tecnici di prim’ordine, ecco il CC2.
A cui l'Italia non diede nessun seguito pratico...
E anche nei MC-200 e G-50 si legge la stessa competenza.
Non erano aerei eccezionali, ma erano adeguati al momento.
L'Italia aveva la capacità di produrre aerei all'altezza dei loro concorrenti, anche se non aveva la capacità industriale di costruirne tanti.
L’Italia costruì ‘solo’ 400 G-50 e 1000 MC-200, (la Germania, per dirne una, costruì 35mila caccia Me-109 durante la guerra).
E ben 1800 CR-42 biplani.
L’altra Italia.
Quella della speculazione industriale sulla pelle della gente.
Lo sapete perchè la FIAT ha potuto costruire 1800 obsoleti CR-42?
Perchè il CR-42 era un’evoluzione di un precedente caccia biplano, il CR-32, di cui la FIAT non aveva nessuna intenzione di smantellare le linee di produzione che potè riciclare per il CR-42 grazie alla compiacenza di generali e funzionari.
Più o meno lo stesso motivo per cui alla FIAT fu consentito di costruire 400 G-50, l’aereo PERDENTE del concorso per la costruzione del nuovo caccia, concorso vinto, invece, dal Macchi MC-200.




Pensate a quei giovani piloti di caccia bruciati vivi nei CR-42, la meglio gioventù nei peggio aeroplani ...

Pensate alle vittime dei bombardamenti sulle città italiane, praticamente indifese.


Siete giovani, siete grintosi, qualificati, istruiti, ma lo Stato Italiano vi fotte e l’industriale di turno incassa.
E magari si lamenta pure.
Ma così vanno le cose.
O, almeno, così andavano, in Italia, sotto il regime fascista, nella prima metà del  secolo XX.

O no?

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