20 luglio 2015

Geremia e Borsellino nell'Italia Mafiosa del XXI Secolo


Nelle ore in cui veniva assassinato Giovanni Falcone i miei compagni di strada del Clan Orione Matera 1 mettevano le loro firme sull'autobiografia di Baden Powell, "La mia vita come un'avventura" che mi regalarono per i miei 18 anni.
Poche settimane dopo fu la volta di Paolo Borsellino.
Ero molto sicuro delle mie idee, all'epoca.
Il Pentapartito servo delle mafie, la pubblica amministrazione corrotta, i leghisti complici ed eversori.
Poi, vent'anni.
Vent'anni in cui l'Italia è diventata berlusconiana e in cui la Politica è crollata.
Ma cosa è successo, tra noi e la Mafia, in questi ultimi venti anni?
Nel 1992 io sapevo chi erano i Corleonesi, Riina, Povenzano.
Cari lettori, voi lo sapete oggi chi è il capo della Mafia?
Chi sono i più potenti rappresentanti della Cupola?
Forse alla DIA lo sanno.
Io non lo so più.
La Mafia delle stragi, dei delitti, della contrapposizione militare dov'è?
Oggi, Luglio 2015, dov'è la Mafia?
Stamane ho partecipato alla Commemorazione della Strage di Via D'Amelio.
Qui, a Villanova.
Eravamo una decina di persone, di cui quattro Scout.
Abbiamo ascoltato, sull'attenti, il messaggio del Presidente della Repubblica.
Il caldo di questa estate Emiliana ci ha fatto compagnia in questa domenica di memoria.
Di fronte a me un vigile urbano e due Carabinieri, di cui una Donna.
Sin dal mattino, mentre mi preparavo per la Cerimonia indossando l'uniforme pulita e stirata, ho iniziato ad avvertire un sottile disagio.
Lottallamafialottallamafialottallamafia.
Cosa è rimasto della lotta alla mafia della tua giovinezza?
Manifestazioni di Libera?
Commercio Equo e Solidale?
Acquisto e diffusione dell'opera di Saviano sulla Camorra?
Quali fatti eclatanti, quali vittorie durature puoi mettere al tuo attivo?
In macchina il disagio aumenta.
Fa caldo e sono quasi a Villanova.
Parcheggio e mi avvio a piedi verso la Rotonda Falcone e Borsellino.
Quando raggiungo i due soldati in piedi sotto il sole di fronte alla targa commemorativa non mi sento il testimone di un sacrificio vittorioso.
Non sono un reduce di una guerra vinta che ricorda i commilitoni scomparsi.
Mi rendo conto, con orrore, di essere un sconfitto.
Di essere lì a ricordare il sacrificio di uomini, magistrati e membri delle scorte, sopraffatto dalla Realtà, quella degli uomini di buon senso, che sanno stare al mondo.
Dov'è la Mafia? Dove sono i suoi killer spietati?
Le sue bombe, i suoi lanciarazzi?
Dove?
Lo sgomento cresce quando ti ricordi da dove vieni.
Dalla Regione dove la Mafia NON Esiste.
Dalla Regione dove manco le prostitute (per strada) esistono.
Da quella Lucania Felix della cementificazione selvaggia e dell'occupazione della Società da parte del Potere Partitico.
Non so se la Mafia abbia completamente vinto.
Immergendosi nelle Imprese del ricco Nord e dell'ancor più ricco Nord Europa.
Scomparendo sottopelle, rassicurante, nelle imprese di trattamento rifiuti, in quelle edili e nel cemento pulito dell'Italia fatta un decimo d'asfalto.
Ed eccomi qua, a commemorare Borsellino e, al termine della Cerimonia Civile, a pregare con le Beatitudini ricordando chi è (stato) perseguitato in nome della Giustizia.
E, poi, la diga si rompe.
La Mafia è dappertutto.
Vincente.
Trionfante.
E' nel Parlamento, nei cantieri, nelle manovre economiche stravolte dalle lobbies, nella TAV, nell'EXPO', dalla Sicilia al Trentino.
E' nell'Economica Lucana bloccata, nel Piano Casa materano, nel cemento dei cavalcavia incompleti, nelle aliquote fiscali irrazionali e nelle riforme del governo, minuscolo, sempre diverso e sempre uguale, che sembrano scritte sempre da un contabile di un latifondista.
E' nell'isteria sui migranti, nell'apatia verso le crisi militari che ci circondano.
Guardo i carabinieri e mi chiedo, loro, a cosa possono pensare adesso trovandosi lì sicuramente meno per dovere d'ufficio di me.
Coi loro colleghi macellati, cosa staranno pensando di fronte a quattro boy scout come maggioranza assoluta del piccolo pubblico venuto a ricordar Borsellino e la sua scorta?
Ricambio gli sguardi, e vorrei dire, se fosse utile e non lo è:
Tu come ti senti ad essere in una città l'ultimo baluardo a difesa di una popolazione stremata e in un'altra città, per esempio in ValSusa, quasi una forza di occupazione del potere economico mafioso, anzi dello strapotere economico che ha prevalso ormai su tutto?
Come ti senti a portare soccorso all'Aquila e a minimizzare la devastazione ambientale in Val D'Agri?
Troppi pensieri, troppo poco tempo.
La piccola assemblea si scioglie e io mi ritrovo fradicio di sudore nella mia uniforme.
Penso al mio Servizio, ai miei Valori, alle mie coccinelle.





Ormai il merito è essere selezionati per Il Grande Fratello, mica tener fede a qualcosa di così retrò come la Promessa e la Legge Scout.
Il mio sistema di valori è perdente, credo sia ormai palese.
La Mafia nemmeno spara più per infrangerlo.
Non ne ha bisogno.
Perchè c'è la fila di gente che chiede solo di essere comprata.
E io, forse, dico questo perchè sono solo stato troppo pigro per mettermici, in fila.
I miei valori sono perdenti, è vero.
Ma non sono falsi.
Poco dopo, in Chiesa, ho potuto ricordare il Perchè.
Sfogliando il canzoniere, nella calura familiare del Coro, ho ritrovato questo testo:

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Geremia prima, Cristo poi, mi hanno avvertito.

Che la strada giusta è quella della sconfitta di fronte al Nemico, una sconfitta che non è definitiva e che non deve attendere il Regno dei Cieli per essere ribaltata.

Ma per prima cosa, se si vuole vincere la prossima guerra alla Mafia, si deve ammettere che l'ultima è stata perduta
Mi inchino alla memoria di quegli uomini coraggiosi.
Quando rialzo il capo, attorno a me, la Mafia prevale.
Ieri, oggi, domani.
Ma non per sempre.

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