9 novembre 2016

Io voto Trump per legittima difesa da Faraone e dalla Giannini

Ovviamente non voto in USA e non voglio parlare di Trump ma di quelli che si sono sperticati nell'insultare i suoi elettori e gli elettori italiani equivalenti.
C'è un famoso aforisma che recita più o meno:
"Se dici io non sono razzista ma vuol dire che sei razzista".
Atteniamoci pure all'aforisma.
Sei un cittadino onesto al netto del download degli mp3 e del superare il limite di velocità in tangenziale.
Paghi le tasse.
Non hai mai picchiato nessuno in vita tua e mediti di diventare vegano.
Vai in bici al lavoro.
Fai pure volontariato.
Ami leggere e se fosse per te sarebbe Civati il presidente del consiglio.
Non hai nulla contro i musulmani e sei favorevole alla costruzione di moschee.
Non hai nulla contro i Rom e sei ben consapevole che le persone che vivono in condizione di disagio non hanno i tuoi stessi strumenti per distinguere il bene dal male.
Se vedi che lasciano rifiuti dappertutto quasi ci ridi sopra quando pensi ai tuoi concittadini che insistono nel gettare le carte per terra e i vasetti di vetro nel cassonetto dell'umido.
Sai che la tua civiltà è parzialmente responsabile degli orrori del Medio Oriente e dell'Africa da cui fuggono i disperati che la Marina del tuo Paese salva a migliaia ogni giorno.
Hai anche partecipato ai rari tentativi della Società Civile di accoglierli.
Li vedi ciondolare in giro e ti si spezza il cuore.
Sai che sarebbe possibile fare molto di più per accogliere queste persone con pochissima spesa: corsi di lingua, lavori socialmente utili, educazione civica eccetera.
Poi, volgi gli occhi in alto.
Non troppo, basta il Sindaco.
Vuole portare la Città in Europa ma la sua azione politica ed amministrativa contribuisce ad esiliarti al Nord.
I fondi PISUS preferisce mandarli indietro piuttosto che spenderli proficuamente.
Inizi a guardare più in alto e il tuo presidente della Regione è capace di eloquio e di parole di speranza ma non di arrestare l'emorragia di emigrazione al Nord e di petrolio nei fiumi.
E allora gli occhi al cielo non li alzi più, anzi, li abbassi sull'asfalto.
E pensi:
Trump vuole rinunciare ai trattati ambientali ma il tuo governo progressista ha fatto carne da macello dell'industria rinnovabile  e per la nuova mobilità punta al modello Calcutta disdegnando quello Danimarca.
Trump è isolazionista, ma fuorilItaliadallaNATO e YankeegoHome non sono proprio slogan di Berlusconi.
Il peggior razzista è colui che, pur pronunciandosi a parole contro queste oscenità, non fa nulla per alleviare i disagi di chi deve sopportare le conseguenze.
Alla fine della fiera ti accorgi che è a te che tocca di vivere nella merda, con l'immondizia sparsa ovunque, certo, proporzionalmente più dai tuoi cari concittadini che dai nuovi arrivati, ma quella costante universale di cumuli di rifiuti dove hanno soggiornato i Rom non ti piace proprio. 
E non te la prendi coi Rom, ma col Sindaco perchè un campo mobile Rom non è una capocchia di spillo invisibile e ti domandi perchè non si ripulisca dopo che sono andati via.
Prendi l'autobus e sei l'unico a pagare il biglietto in una folla di giovani immigrati che, ahiloro, non si degnano di lasciare il posto a sedere ai radi ed impauriti anziani e che ostentano un comportamento che farebbe la felicità dell'ufficio propaganda di Salvini ma non c'è nessuno che porti la normalità, anzi, quando poi paseggi per il centro ti tocca il contrappasso di vedere la polizia prendersela sempre con gli utlimi tra gli ultimi.
E vogliamo parlare della tua vita lavorativa, precaria ad libitum, in cui ti tocca assistere al trionfo degli amici del Sindaco/Presidente della Regione che ti sfottono pure?
E che dire di un governo che partorisce controriforme di estrema destra come il jobsact o la buona scuola, capace di produrre delle oscene catastrofi umane come la mobilità docenti ed il concorsone o il fertility day, ridurre il Paese al rango internazionale dell'Albania e incapace di implementare soluzioni di alcun genere?
Non è necessario esere razzisti, omofobi, sessisti per votare Trump.
E' sufficiente aver constatato qanto siano razzisti, omofobi e sessiti i progessisti a parole ma che sono sempre supersonici nel porre limiti 'ragionevoli' ai diritti altrui, si oppongono al reato di tortura, non hanno una parola per la Macelleria Messicana della Diaz, comprimono di fatto i salari, danzano con le banche e comprano F-35 oltre ad un perenne e disgustoso favoritismo spudorato e pubblico agli amici degli amici.
Quindi, perchè non votare il candidato leghista nel momento in cui dopo aver preso i voti dei ciclisti al primo turno il sindaco propone di incentivare l'uso delle automobili?
Perchè non votare Grillo/Savini nel momento in cui i provvedimenti del PD & Sodali superano per gravità e portata quelli del primo e rampante Berlusconi?
Se le azioni conseguenze pratiche della quotidianità del  governo PD sono profondamente discriminatorie e penalizzanti verso tutti gli ambiti della tua vita e sei anche consapevole che Salvini o Grillo non sono la soluzione è così grave che tu li voti semplicemente per punire l'arroganza e l'incapacità di persone che vorresti vedere anche loro costrette a prendere quell'autobus e passare tra i rifiuti e partecipare al meraviglioso mercato del lavoro italiano?
Perchè dovrei continuare a votare un politico di finta sinistra che agisce esattamente come uno di estrema destra ma in più si preoccupa di affermare il contrario?
E' lecito mandarlo a casa in cambio di un impresentabile che farà cose impresentabili identiche a quelle pessime fatte per anni da persone che si riempiono la bocca di frasi vuote e che ora suonano come una campana a morto sul nostro sistema politico?
Visto?
Niente MA.
Io non sono razzista.
Lo siete voi.
E se Trump vi fa schifo, la prossima volta, farete bene a non far arrivare la Clinton lì dove è arrivata. 

Nota: Trump forse è un personaggio dei Simpson, la Clinton è sicuramente un personaggio di House of Cards

In termini spicci, per l'Italia: siete andati a votare Civati alle Primarie del PD?

No?
Di che state parlando, quindi, quando vi stracciate i capelli e vi riempite la bocca di insulti per gli elettori di Trump Salvgrillo?


Ma, forse, meglio di me e delle mie parole potrebbe farvi riflettere questo breve spezzone del film "La Crisi":

6 novembre 2016

La Kuznetsov verso la Siria: Tsushima reloaded? No: è la Corazzata Potëmkin 2

Sono stato sollecitato a riprendere un po' la vena geopolitica del blog.
Diciamo che qualcuno a me mooolto vicino ha iniziato a considerare la bicicletta una possibile rivale e mi ha invitato a riscoprire più antiche ed innocue passioni.
Bando alla logorrea: 
sta destando scalpore e preoccupazione in quella minuscola frazione dell'Opinione Pubblica Europea interessata più ai rischi di una degenerazione in conflitto generalizzato della guerra civile siriana che al campionato di calcio il dispiegamento di un Gruppo di Battaglia di Portaerei (CVBG) russo nel Mediterraneo.
La tesi del vostro autore preferito è che la faccenda sia pericolosa ma non seria.
Il Gruppo di Battaglia è composto da una portaerei convenzionale (CV) Admiral Kuznetsov, un Incrociatore da Battaglia Lanciamissili a Propulsione Nucleare (BCGN) classe Kirov Piotr Velikij (Pietro il Grande), due cacciatorpediniere antisommergibile (DD) classe Udaloy Severomorsk e Kulakov ed un numero imprecisato di navi supporto.
Pare che le navi siano scortate anche da due sottomarini d'attacco (SSN) classe Akula e da un sottomarino convenzionale (SS) classe Kilo.
Come al solito, vi rimando a Wikipedia per gli approfondimenti tecnici.
Questo minaccioso elenco dovrebbe dar ragione agli allarmisti ed effettivamente, sulla carta, la potenza di fuoco di queste navi è semplicemente devastante.
Per prima cosa ricordiamoci che sono tutte dotate di testate nucleari.
Però, senza doversi spingere a danzare con l'Apocalisse, andiamo a verificare caratteristiche ed armamento convenzionale del Pietro il Grande.
Questa grossa nave è un residuato della guerra fredda quando la marina dell'URSS si preparava per la sua unica missione: impedire ai convogli NATO di portare dagli USA all'Europa rinforzi e rifornimenti.
Sulla carta è la più potente unità di superficie attualmente in servizio.
La nave è armata con 20 missili P700.
Una sigla che identifica un ordigno pesante 7 tonnellate, lungo 10 metri e che viaggia a Mach 2,5 e che può colpire un bersaglio a 5-600 km di distanza.
Avete presente un autobus?
Ecco, siam lì.
Sono armi progettate per affondare le superportaerei americane ma sono perfette anche per attacchi terroristici sulle città dato che possono far fuori un grosso isolato anche con la sola energia cinetica.
A questi gingilli vanno aggiunti un centinaio di missili contraerei a lungo raggio adoperabili anche in ruolo antisuperficie tra i 90 e i 180 km e 16 missili antisommergibile (anche questi adoperabili in ruolo antinave: il siluro che portano in prossimità del sottomarino da attaccare può essere usato come testata in ruolo antinave).
Impressionante?
Certo.
Ma non sono tutte zanne e artigli quelli che scintillano nella notte.
La nave è vecchia, non solo anagraficamente, ma come concezione d'impiego.
Nata per brevi incursioni in Atlantico Settentrionale e Pacifico per portarsi a distanza di tiro utile dai gruppi di battaglia Nato non è stata progettata per operazioni come quella in corso.
Qualche esempio?
E' a propulsione nucleare, giusto?

Vi aspettate che sia in grado di viaggiare a velocità massima senza problemi di autonomia.
E invece no.
Perchè i Sovietici non erano capaci di costruire un reattore sufficientemente potente e compatto da infilare nello scafo di un incrociatore.
Quindi, hanno dovuto fare di necessità virtù: gli incrociatori classe Kirov sono dotati di due reattori nucleari e... 2 surriscaldatori convenzionali.
In breve: i reattori nucleari generano vapore in grado di spingere la nave fino a circa 20 - 24 nodi a seconda delle fonti, mentre, per raggiungere velocità da combattimento (32 nodi),  si deve surriscaldare il vapore ulteriormente bruciando nafta.
Il nostro incrociatore ha un'autonomia in tali condizioni di poco più di mille miglia. Un po' poco per una nave a propulsione nucleare, pochissimo per una nave che fa parte di un gruppo di battaglia.
Ricordiamoci sempre che la nave era progettata per una rapida incursione al largo della Norvegia a caccia di Portaerei ed altre grandi navi NATO e non per il ruolo di nave scorta di una Portaerei.
E visto che ci siamo parliamo un po' di 'sta Admiral Kuznetsov.
E' un mezzo rottame pure lei.
Ha preso il mare per la sua prima missione di combattimento scortata, oltre che dalle sopracitate navi da guerra, anche da... un rimorchiatore oceanico che è lì perchè il suo sistema di propulsione è dannatamente scadente ed inaffidabile e già una volta la nave è finita alla deriva in pieno oceano.
Quando ha attraversato il Canale della Manica la Royal Navy ha diffuso immagini di impressionanti colonne di fumo nero emesse dai fumaioli della portaerei, chiaro sintomo di un sistema di propulsione in cattivo stato (e/o di scarsa qualità).
Anche questa portaerei era pensata per tutt'altro ruolo.
Cosa più unica che rara per le portaerei è armata anche lei con gli stessi missili antinave dei Kirov con il risultato di avere una nave ibrida nè portaerei nè incrociatore lanciamissili.
Ha un gruppo di volo di 32 caccia moderni (MiG 29 e SU 33) ma non ha le catapulte, quindi i caccia possono levarsi in volo solo con un ridotto carico di carburante ed armi.
E, ricordiamolo: le eccezionali prestazioni dei caccia russi di fine guerra fredda avevano un prezzo mica male: la durata (nel senso che poi lo butti) di certi motori era paragonabile all'intervallo di manutenzione degli omologhi occidentali.
Insomma, serviva per fornire difesa aerea alla flotta impegnata in missioni antinave, non certo per operare come i gruppi di battaglia occidentali progettati per la proiezione di forza.
Per completezza, sulla Kuznetsov metà dei cessi non funzionano e la nave è descritta come 'in pessime condizioni' per quanto riguarda gli addobbi interni.
Fino ad oggi, la cosa più ostile che è riuscita a fare la Kuznetsov è stato inquinare le acque irlandesi.
Un Ammiraglio russo arrivò a dichiarare che le condizioni dei reattori nucleari del Pietro il Grande erano a rischio esplosione e tutto l'equipaggio fu multato di un mese di paga.
E potrei continuare a lungo.
Non sto affermando che il gruppo da battaglia russo sia una dibattistata, tutt'altro.
Ma che è questione di prospettive.
Quelle navi, che proprio mentre scrivo stanno prendendo posizione al largo della Siria, hanno una potenza di fuoco devastante.
Ma solo in teoria.
32 missili P700 possono portare a mach 2,5 32 tonnellate di esplosivo su Aleppo incenerendo 1-2 kmq di città e relativi abitanti.
I suoi 32 aerei potranno effettuare un pugno di strike al giorno per qualche tempo.
E poi?
Queste navi stanno compiendo una missione per cui non sono state progettate nè equipaggiate.
Immagino le risate amare dei piloti russi negli hangar della Kuznetsov che vanno alla guerra scortati da un rimorchiatore su aerei che possono decollare solo con un carico parziale di carburante e munizioni e in cui metà delle latrine sono fuori uso.
Non vi tedierò tentando una dimostrazione di quanto la flotta russa potrebbe essere facile preda di un gruppo di battaglia basato su portaerei americane e di come quei grossi missili antinave siano il bersaglio perfetto per i moderni cacciatorpedinere contraeri occidentali inclusi quelli italiani e questo vi dovrebbe rendere l'idea, no?
Se esistesse il comandante di una marina europea potrebbe essere tentato di considerare le navi russe in Mediterraneo più come ostaggi che come una minaccia. 
In altri termini possiamo sentirci minacciati solo se  desideriamo sentirci minacciati in pieno spirito "Chi pecora si fa il lupo se lo mangerà".
Il problema, al solito, è tutto interno alla nostra cara vecchia Europa.
Oscilliamo tra il terrore e l'isteria anti russa e l'ammirazione populista per un regìme corrotto ostile e liberticida.
Ma la minaccia russa è un bluff anche maggiore di quello dei tempi della guerra fredda e del Patto di Varsavia.
L'Europa, anche senza contare gli USA, ha un potenziale militare di gran lunga superiore a quello russo cosa che sembra essere un mistero solo per la sua opinione pubblica.
Vogliamo davvero ritornare all'equivalente degli anni '80 quando c'erano sei armate corazzate sei accampate ad Ovest dell'Elba?
E mentre noi siamo impegnati con l'olio di palma e il terrore dei migranti regimi illiberali nostri naturali nemici mortali si instaurano alle porte ed anche dentro le porte: Ungheria, Turchia...

un BCGN classe Kirov

La Kuznetsov nel canale della Manica qualche giorno fa:
anche ad occhio inesperto non sembra che i propulsori stiano funzionando benissimo

L'SSN19 Shipwreak il nome in codice NATO del missile P 700 Granit

1 novembre 2016

2000 km Bike to Work sulla stessa bici: conseguenze

Il Ciclista urbano alle prime armi scoprirà a sue spese che la manutenzione ordinaria della bicicletta non consiste solo nel tener le camere d'aria gonfie e le lampadine funzionanti.
C'è la catena.
Più precisamente, ci sono i pignoni.
Anzi, rettifico, è davvero una catena. 
Di eventi.
Il Ciclista urbano alle prime armi che, Runtastic alla mano, percorra un minimo di 120 km al mese di solo bike to work, scoprirà il fenomeno dell'allungamento della catena.
Per anni ed anni, da ragazzino, il problema era quando la catena cadeva o si arrugginiva.
Non avevo mai sentito parlare di allungamento della catena, nonostante abbia fatto il mio ultimo esame al Politecnico con un luminare delle ruote dentate che non è stato capace di infilare nel suo programma una sola informazione pratica da usare nella Vita, lavorativa e non.
Nemmeno questa.
In due parole: la catena, ovviamente si usura dato che è un componente sempre in movimento soggetto a trazione ed attrito. 
E io, questo, lo sapevo.
Mi immaginavo che, ad un certo punto, nel migliore dei casi, il familiare rumore della mia bicicletta sarebbe mutato e nel peggiore mi sarei fatto un paio di km a piedi dopo aver spezzato la catena per usura.
Njet.
Niente di tutto questo:
certo, ovviamente le cose possono andare anche così, ma il vero problema è che la catena si allunga e dopo un po' che si è allungata intacca il pignone anche se apparentemente è tutto ok.
Solo che il pignone è da buttare perchè una catena nuova non si adatterà a dei denti di ingranaggi deformati.


il vecchio pacco pignoni con il 4° pignone
compromesso dalla vecchia catena troppo allungata
Sono stato chiaro e coinciso?
Bene, ringraziatemi perchè ho scoperto queste ed altre cosucce del genere nel corso dell'ultimo mese di manutenzione straordinaria della mia bici.
Per prima cosa: 
dove ho sbagliato?
Francamente, solo nel non aver rilevato prima l'allungamento della catena. 
Tutti gli altri guai erano inevitabili.
Perché?
Perché 2000 km per una bicicletta da supermercato sono più o meno la sua vita utile senza procedere a manutenzione straordinaria.
E ho, appunto, percorso con la mia bici tra i 2000 e i 2200 km circa in 17 mesi.
Ecco un parziale elenco spicciolo di tutti i guai meccanici che ho avuto:
Ho cambiato la catena, il pignone e tutta la ruota posteriore (perchè in quella originale si è guastato il meccanismo della ruota libera e per completezza il suo copertone  si è precocemente ingobbito.


ruota nuova

In più, i freni fanno più rumore di una sirena antiaerea.
Insomma, erroneamente credevo che, in meno di 2 anni, una bici nuova non potesse ridursi così male anche perchè la manutenzione ordinaria (lubrificazione, pulizia, calibrazionI) l'ha avuta tutta e regolarmente.
Inoltre, la bici è sempre stata custodita al chiuso e ha preso pioggia solo pedalando assieme al sottoscritto.
E, invece, banalmente contano i km.
Se la bici la usate 10 km al mese vi dura vent'anni.
Se la usate 10 volte tanto: due.
Alla fine della fiera quello che mi sento di tramandare della mia esperienza è questo:
se avete intenzione di provare il bike to work cercate, per prima cosa, una bici in prestito.
Oppure, seguite pure, fino a un certo punto, il mio sentiero che è partito con l'acquisto di una bici decathlon modello base. 
Investite pure un centinaio di € e rotti (non lesinate su luci, pantaloni antipioggia e sistemi di sicurezza) in qualcosa che, nel momento in cui vi sarete accorti che non vi serve l'automobile per andare a lavorare, vi andrà stretto per tante ragioni diverse (prestazioni, ergonomia e, appunto, affidabilità).
Ma vi suggerisco di non seguirmi fino ad acquistare, come seconda bici, qualcosa di appena più decente di quella modello base dalla grande distribuzione.
Se la bici la usate tutti i giorni vi servirà qualcosa di calibrato sulla vostra corporatura, qualcosa che non debba essere continuamentemesso a punto e con pezzi di ricambio standard.
Inoltre, vi servirà un ciclomeccanico.
E' vero che la ciclomeccanica è qualcosa di molto divertente ed utile da imparare.


un piccolo errore di ciclomeccanica di base

E' vero che è indispensabile imparare a gestire in proprio la manutenzione ordinaria.
Ma è anche vero che alcune attività di manutenzione è più economico (nel senso del rapporto tra il vostro tempo e la qualità della riparazione) che vengano fatte da un professionista: la revisione dei mozzi a coni e sfere, ad esempio, avrei anche potuto farla in proprio ma ci avrei messo giorni ad arrivare a rimontare la ruota in maniera corretta.


triste fine del mio mozzo posteriore

Idem per il movimento centrale: credo che pianificherò a breve un pit stop ad hoc.
Invece, i freni rumorosi credo proprio che me li terrò:
se siete utenti delle piste ciclabili bolognesi non sono un difetto, ma una funzionalità.
I pedoni si offendono molto se usate il campanello per richiamare la loro attenzione sul fatto che sono sulla ciclabile (non ciclopedonale, intendo proprio la ciclabile) e non sul marciapiede ma, se il vostro freno posteriore, quando lo azionate emette un suono a metà tra una tromba da stadio e l'urlo di Chen, si spaventano, ti ringraziano e si spostano di quei quaranta centimetri che separano l'italica virtù dell' "Io so' io e voi non siete un cazzo" dalla retta via.

E, poi, andare in bici al lavoro ti può anche donare incontri come questo...


il bianconiglio non appare agli automobilisti