24 aprile 2017

Una Fibbia Scout all'opera: #25aprile

Durante il 1944 alcuni soldati del 2° Corpo D'Armata dell'Esercito Polacco arrivano a Matera  per istituire  scuole di formazione logistica a sostegno delle truppe alleate impegnate nella liberazione d'Italia.
Nel tempo libero lasciato loro dalla Seconda Guerra Mondiale, alcuni di quei soldati, scout, seminarono tra i bambini ed i ragazzi materani il seme dello scoutismo: il tenente Majewski, di stanza a Matera, nel 1945 fonda la G.I.S., Gioventù Italiana Scout, che sarebbe poi confluita nell'ASCI.
Pochi mesi più tardi, un giovane partigiano di nome Nunzio Gandolfi, a Bologna, partecipò alla rinascita dell'ASCI anche grazie al supporto di 'alcuni soldati polacchi che erano stati scout prima della guerra'.
Il Secondo Corpo d'Armata Polacco aveva avanzato da Matera fino a Bologna prendendo a calci nazifascisti lungo il tragitto.
Quel giovane partigiano sarebbe poi diventato Sacerdote ed uno dei Padri Fondatori del moderno Scoutismo Italiano.
Nel corso della sua attività di Capo ed Assistente Ecclesiastico avrebbe scritto, tra le altre cose, anche numerosi racconti scout.
Alla fine degli anni '80 del secolo scorso, un esploratore saccente e rompipalle del Reparto Sagittario Matera 1 passò buona parte dell'Estate ad assillare quasi ogni giorno il suo Capo Reparto per chiedere di ricominciare le attività quanto prima.
Quell'Uomo paziente e dalle qualità umane così vaste che lo scrivente non si sente ancora pronto a definirle in toto, pensò bene di tener buono quella spina nel fianco dandogli in pasto tutto il suo archivio di vecchi libri e giornali, da sturmtruppen fino alla stampa associativa.
Nel corso di quell'Estate, quindi, mi capitò di leggere un bellissimo  racconto sulla fratellanza tra scout che mi rimase ben impresso nella memoria.
Passarono gli anni e la Strada portò ognuno lontano.
Il ricordo di quel racconto mi stimolò una riscrittura come esercizio di stile (credo ispirata alla lettura del breve saggio di Stephen King 'On Writing').
Qualche tempo dopo, dopo essermi deciso a pubblicarlo in questo stesso blog, nei commenti, mi venne fatto notare che la storia non era vera ma, appunto, un racconto di Don Nunzio Gandolfi: Una Fibbia Scout.
Dimenticai l'episodio, 'facilitato' dalle conseguenze della Crisi e dalla successiva, forzata, emigrazione.
Subito dopo l'ingresso nel Villanova 1, la figura di Don Nunzio ha iniziato a trapelare per osmosi ma ci ho messo comunque un paio di anni prima di rimettere assieme tutti i pezzi di questo puzzle del tempo e dello spazio.
E la figura che ne viene fuori mi piace davvero tanto.
Soldati polacchi, partigiani, racconti perduti e ritrovati, come piccole molliche di pane in un sentiero che dalla Matera degli anni '80 porta a Villanova di oggi.
Le coincidenze lasciano il tempo che trovano.
Ma i dati di fatto no.
Un ufficiale polacco che, oltre a fare la guerra, trova il tempo per dedicarsi a bambini stranieri di una Nazione nemica e sconfitta, ad esempio.
Una successione di persone che si sono incastrate, nelle loro azioni, in me, qui, ora, fino ai miei nuovi ed inaspettati amici di questi ultimi tempi.
Ecco, il mio 25 Aprile è dedicato all'antifascismo incarnato da persone ed azioni come queste.
L'Antifascimo non può essere fatto solo di parole, per quanto corrette e ben scritte e meglio dette.
E neppure di vetrine spaccate, se è per questo.

Antifascismo è una faticosa azione di autoeducazione e servizio gratuito.

Gli scout, certo, ma non solo.

Una lunga catena di persone che si dedicano agli altri, una catena in cui i gradi di separazione sono sempre e solo Uno.
Io sogno un antifascismo diffuso, che porti con pazienza e serietà ad un progresso sociale tale da svuotare anche le carceri e a permettere al più violento degli uomini di tornare sui suoi passi.

Antifascismo non è un'idea: è un lavoro.



Quindi, domani, è festa. 
Ma, per l'antifascismo, è sempre feriale.

20 aprile 2017

#IoStoConGabriele (e i curdi) e non con Erdogan. Fuori la Turchia dalla NATO.

La vicenda del giornalista italiano arrestato dalle autorità turche merita la massima condivisione ed indignazione pubblica.
Tuttavia, pur mantenendo l'ottimismo sulla felice soluzione del caso, è arrivato il momento di guardare in faccia alla realtà e iniziare ad applicare delle concrete contromisure per isolare questa democrazia in cancrena.
Interrompere formalmente i negoziati per l'adesione all'UE della Turchia sarebbe davvero una buona idea.
Tali negoziati sono una farsa ormai da molto tempo.
Non c'è posto per una dittatura mediorentale tra noi (e a dire il vero neppure per le nascenti autocrazie Ungheresi e Polacche).
Ma mi spingo oltre.
Sarebbe davvero il caso che si iniziasse a discutere dell'Espulsione della Turchia dalla NATO.
Non solo per l'incompatibilità delle azioni del suo esercito verso i civili Curdi (e faccio un esempio a caso).
Ma per nostro interesse collettivo.
L'isolamento della Turchia Neo Ottomana dai suoi alleati occidentali diminuirebbe drasticamente il suo peso militare nel Mediterraneo Orientale.
Come?
Ma grazie al buon vecchio divide et impera.
Una Turchia fuori dalla NATO si troverebbe a dover controbilanciare per gravità la potenza Sciita Iraniana.
E le pressioni Russe.
Abbastanza da tenere i Neo Ottomani impegnati per qualche lustro.
Dite che è un po' troppo?

16 aprile 2017

A Volte si Muore, eccetto il Male

L'ultima fatica di Claudio Vergnani ci riporta nuovamente in compagnia del suo alter ego letterario (e omonimo), secondo me composto dal duo Claudio e Vergy.
Le recensioni di questo romanzo sono tutte positive ed io non posso che unirmi al coro.
Sarò breve soprattutto per evitare il rischio di ripetere concetti già espressi da critici più efficaci di me.
Quindi, cerco di non essere oggettivo in queste righe ma strettamente soggettivo.
Non voglio scrivere di come sia stato bravo il Claudio Scrittore o di come la trama sia azzeccata o il linguaggio appropriato secondo parametri di universale correttezza.
Voglio scrivere di quello che questa lettura ha lasciato a me, con la speranza che gli altri lettori abbiano trovato anche altro.
Questo romanzo, ad una decina di giorni scarsa dalla sua conclusione, mi ha lasciato la descrizione di una bellissima amicizia.
Mi ha lasciato una positiva e profonda riflessione sulla differenza tra bene e il male.
Troppo spesso sentiamo dire che "La differenza tra il bene ed il male è sfumata e non esiste un confine netto".
Claudio ci descrive un criterio faticoso ma più preciso per orientarsi nella nebbia.
Un criterio basato sulla coscienza, la conoscenza, l'amore.
Il bene e il male sono perfettamente distinguibili solo se si ha la pazienza, la volontà e la responsabilità di andarli a scomporre fino all'ultimo fattore.
Uccidere dei bambini per distruggere il Terzo Reich è comunque male, imperdonabile e tanto più grave se quelle morti innocenti sono svilite e dimenticate.
Chi si è trovato a commettere quegli atti terribili si salva solo se non mente a se stesso e non dimentica e non permette con tutte le sue forze che altri debbano poi commettere e subire lo stesso destino.
Uso l'esempio della Germania Nazista perchè incontrovertibile, ma, se avessi avuto la capacità dialettica, potrei applicare lo stesso criterio alla nostra Terza Guerra Mondiale a puntate attualmente in corso.
In questo romanzo il male prevale ma non vince, sfonda ma non dilaga.
Piccoli argini: amicizia, amore, solidarietà.
E scusate se è poco.
Ah, dimenticavo.
Non leggete 'sto romanzo per addormentarvi, la sera.
E' difficile prendere sonno quando hai riso a crepapelle per 3 minuti di orologio di seguito senza riuscire a fermarti.