7 ottobre 2014

L'eredità di Straker

Blip.
La mia retina si spegne di nuovo.
La tenebra è assoluta.
Inizio a contare, uno, due, tre, quattro, un lampo mi abbaglia, sei, sette, otto, la mia retina destra si illumina di verde, la sinistra scandaglia nuovamente il bosco che prima era tenebra.
Sulla retina destra sono proiettate informazioni tattiche, la sinistra riceve l'output di un sofisticato sistema di visione notturna.
Roba quantica, mica intensificatori della luce stellare.
Il mio occhio sinistro mi dice che non c'è nessuno in vista.
Il mio occhio destro che ci sono un sacco di cose che non vanno.
E non faccio in tempo a contarle che...
Blip.
La mia retina si spegne di nuovo.
Sta diluviando, ma, sudore a parte, non sono bagnato.
Almeno, la pioggia non penetra la mia corazza.
E, spero, nemmeno i raggi al plasma dei sectoidi.
Di sicuro, purtroppo, la granata a impulsi che mi è esplosa accanto poco fa ha penetrato allegramente la mia tuta da battaglia friggendo praticamente tutto il sistema di controllo.
Niente AI, niente sensori, niente servomeccanismi, supporto vitale  per modo di dire e un infinito loop di falliti riavvii che, come bonus, mi lascia pochi secondi di visione notturna e sistema tattico.
Non ho idea di dove siano gli altri, ma non credo siano morti: dopo l'esplosione della granata non ho visto altro che i lampi del temporale e nemmeno un'esplosione di plasma verde.
Potrebbero essere a pochi metri da me che me ne sto sdraiato faccia a terra  sotto quello che mi sembra un olivo.
O essere scappati via a gambe levate verso la zona di recupero, non sarebbe la prima volta: siamo quasi certi che i sectoidi abbiano qualche potere psionico che ci manda fuori di testa.
Ma lo snaker che ha lanciato la granata a impulsi di sicuro non ne ha.
Penso a cosa può essere andato storto.
Loro sono sicuramente in inferiorità numerica e spero, almeno un po' storditi dallo schianto del piccolo veicolo da ricognizione abbattuto da un nostro Sparviero poco dopo il tramonto.
Noi eravamo dodici, una squadra completa, mezz'ora fa. 
Io ho seccato lo snaker che copriva quello che ci ha tirato la granata a impulsi e su quei cosi non abbiamo mai trovato più di quattro di loro.
Secondo me ci sono ancora due sectoidi ed uno snaker a quattro passi da me.
Da noi.
Noi dodici, dico.
Ma non mi sento molto vincitrice con il mio sistema ko, sola, nel fango e nel buio completo.
La tenebra si squarcia di nuovo e faccio in tempo a leggere lo status del mio fucile: la notizia cattiva è che il sistema di puntamento è completamente morto, assieme al sistema di caricamento, quella buona è che il lanciagranate da 25mm funziona ancora, con puntamento manuale, of course.
Ho sei colpi, come nel Vecchio West e se mi riesce di aprire lo scomparto munizioni della mia tuta ne ho altri sei.
Ammesso e non concesso di voler fare tutto il rumore necessario.
Il tempo passa ed io non posso certo aspettare l'alba.
Non siamo in Siberia, ma sulle coste del Mediterraneo, dobbiamo ripulire tutto 'sto casino prima che la vita riprenda e non ho proprio voglia di farmi beccare da un contadino mentre trascino per la coda uno snaker morto.
Però, scusatemi, non è mica facile muoversi nel buio con tre di quei cosi pronti a vendere cara pelle e squame:
ti viene tanto tanto naturale restare spiaccicata nel fango, viva, piuttosto che correre il rischio di finire spiaccicata nel fango, morta.
Qualcun altro si muove al posto mio
Lampo verde, lampo giallo.
Due lampi gialli.
Blip.
Uno snaker corre nel fango a quaranta all'ora, ma non può correre più veloce di un lampo giallo.
E finisce nel fango.
Come me.

No, non è l'incipit di un romanzo di fantascienza, ma il mio personale omaggio ad un trasversale genere di intrattenimento fantascientifico che comprende romanzi, telefilm e videogiochi:
quello dell'Invasione Aliena contrastata da un manipoo di coraggiosi che agiscono all'oscuro del resto dell'Umanità.
UFO, il telefilm di fine anni '60 di cui suggerisco caldamente la visione, era per me una trasmissione feticcio.
Sicuramente assai più inquietante e da adulti rispetto a Star Trek, violento, cupo ed angosciante, era di difficile reperibilità su canali privati che trasmettevano solo al Nord.
Dalle mie parti dovevo accontentarmi delle repliche dei 'film' di montaggio di vari episodi e solo di recente ho potuto acquistare in edicola l'intera serie.
Io preferirei che il mondo si evolvesse come in Star Trek, ma temo che UFO descriva meglio la realtà.
Quindi, quando anni dopo mi sono imbattuto in X-Com, non mi è sembrato vero poter prendere io stesso il comando d SHADO, l'organizzazione che in UFO combatte la minaccia aliena.
X-Com, Enemy Unknown è stato il capostipite di una lunga serie di giochi i cui ultimi discendenti sono di recente produzione.
E, devo dire spassionatamente, con decrescente passione da parte mia nei loro riguardi.
Non mi si scambi per un laudator temporis acti, perchè non sto dicendo che oggi non si sanno fare più i giochi di una volta, solo che non si vogliono fare più i giochi di una volta.

Ecco come si presenta l'inizio del gioco: un mappamondo in cui decidere l'ubicazione della prima base.


Ed ecco una base di quelle avanzate, già complete:



La schermata di intercettazione degli UFO:



E quella di equipaggiamento dei soldati, occhio che se li sovraccarichi i loro movimenti sono limitati dal peso:


Ed ecco un po' di scene di battaglia. Dopo aver abbattuto un UFO o in risposta ad un raid alieno la squadra d'intervento  si precipita sul posto per eliminare gli alieni e racogliere tecnologia. Al contrario di molti dei più moderni sequel  e blasonati sparatutto... Se lanci un missile contro una casa, questa esplode e va a fuoco: non resta intatta!







 L'arma finale contro gli alieni: gli antispecisti:



Ed ecco qui un po' di alieni cattivi:




UFO è un gioco complesso pieno di colpi di scena ed estremamente longèvo.
Se vuoi trasferire qualcosa da una base ad un'altra devi mettere in contro i tempi e le spese di spedizione.
Se finisci il carburante dei velivoli questi restano a terra.
E gli scienziati, i tecnici, vanno assunti, alloggiati, pagati.
Già, nei giochi di fantascienza, almeno, gli ingegneri hanno stipendi altissimi.
Sul campo di battaglia, poi, UFO è uno dei pochi giochi in cui puoi simulare un minimo di tattiche di fanteria con fuoco di reazione e di copertura.
Nei remake moderni (e l'ultmo omonimo del capostipite è davvero ben fatto) molte di queste sottigliezze si perdono, la logistica è semplifcata e le battaglie sono piuttosto ripetitive.
Però, anche così, non è male essere il Comandante Straker