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6 luglio 2012

Diaz è sempre: tra Giustizia e Prescrizione

No, non sono soddisfatto.
E non chiedo l'impossibile: non sarei stato comunque soddisfatto della permanenza in servizio di tanti agenti i cui reati sono prescritti.
Perchè è un dato di fatto: l'hanno fatto, possono farlo di nuovo.
Invece gli dovrebbe essere impedito.
Per sempre.
E' una questione di Pubblica Sicurezza, nè più nè meno.
Accolgo con soddisfazione la Sentenza della Cassazione, prescrizione inclusa.
E' la legge.
Ma non sono soddisfatto .
E' solo il minimo.
Ora è verità giudiziaria, oltre che storica, che la Polizia Italiana lì si è macchiata di crimini.
Mentre scrivo, ora, mi sento stanco.
Eppure devo resistere.
Ho tanta voglia di chiudere questo capitolo, di dire: "La Giustizia Possibile è stata fatta"
Di chiudere con queste parole il filone di tanti post su questo piccolo blog.
Ma ci sono le responsabilità politiche.
E quelle morali.
E le altre Diaz sparse nel tempo per l'Italia.
Siamo fermi ad un'oasi, ma c'è ancora molta strada da fare nel deserto della ferocia di Diaz e Bolzaneto.
Siamo ancora in cammino verso Giustizia e Verità per Genova.

PS: la mia memoria è fastidiosa: cara IDV, caro Di Pietro, alla commissione di inchiesta su Genova vi siete opposti voi durante il governo Prodi.
E io non me lo scordo.
Nemmeno quando fate i rivoluzionari anticasta antibanchieri e compagnia bella.
Rispetto a Diaz e Bolzaneto siete dalla parte dei manganelli.
Non da quella del sangue.

3 giugno 2012

ACAB: All Cops Are Bastards, una recensione col casco

Sono stato molto fortunato a leggere ACAB dopo aver visto Diaz e soprattutto dopo l'angosciante vicenda della parate del 2 giugno.
ACAB è un romanzo (diciamo una descrizione romanzata di atti giudiziari) furbo.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Una macchina precisa.
I cui progettisti ed autisti compaiono solo di striscio nelle pagine.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Un gruppo Celere è descritto come una specie di antimagnete per le metalliche forze a cui è mandato ad opporsi: immigrati da espellere, Rom da sgombrare, autonomi da contenere e, en passant, giovani disarmati e pacifici della Diaz da manganellare a sangue e poi da torturare a Bolzaneto.
Che c'entra la parata del 2 giugno?
Niente, se avete bisogno di domandarlo. Passate avanti.
Se, invece, avete a cuore il presente ed il futuro di questa (non un'altra possibile) Repubblica, vi renderete conto, magari, della scollatura tra istituzioni, gente delle istituzioni, cittadini irresponsabili e cittadini che credono di essere responsabili ma che, invece, allo scollamento lavorano alacremente.
Uno scollamento che ormai è diventato una voragine capace di inghiottire l'intero Paese.
La violenza è cieca.
La cecità di fronte alla violenza ed alle sue cause non so definirla.
"I Fratelli non si abbandonano"
Peccato che siano già tutti soli.