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12 luglio 2020

Ué Ricchio'!

Qualche giorno dopo il terremoto del 1980 i miei mi concessero di giocare con gli amici nel giardino recintato  del condominio. Probabilmente, pensavano che più tempo me ne fossi stato fuori casa meglio era. O, forse, erano semplicemente distratti dalle circostanze. Fatto sta che, ovviamente, mi trovai immediatamente a gironzolare proprio lì dove era proibito farlo: il cancello di ingresso. Lì gironzolavano anche i bambini delle case vicine (probabilmente perchè era proibito anche per loro razzolare da quelle parti). Uno dei bambini più grandi del mio condominio, che li conosceva un po' tutti perchè aveva già da tempo il permesso di uscire dal cortile, tentò delle presentazioni:
"Lui è Angelo", disse il mio vicino.
"Ué, Ricchio'!"
mi apostrofò all'istante il nuovo venuto.
Non "io sono Mimmo".
"Ué, Ricchio'!"
Ecco, io sono cresciuto lì, alla periferia di Matera negli anni 80 del secolo scorso.
Dove per intimidire il nuovo venuto, lì alla frontiera tra il condominio e le case popolari, si andava per le spicce.
Cosa fosse un "Ricchio'" io non lo sapevo e la cosa non mi preoccupò nè mi incuriosi': gli orecchioni li avevo appena avuti e non mi sembrava un gran problema: il massimo del fastidio era stato indossare un passamontagna di lana un paio di giorni.
Ma avevo capito che doveva essere un insulto peggiore di vaffanculo o de laputtandmamt.
Tipo: peggio di così non c'è niente, forse è lo stesso di dire puttana a una bambina.
Del resto, di lì a pochi anni, durante laa scuola media, (ah, i danni delle professoresse di Lettere Serie nelle scuole di periferia) l'ordine delle cose che mi spaventavano non includeva nemmeno lontanamente l'omosessualità: dovevo preoccuparmi dell'Olocausto Nucleare, di Chernobyl e soprattutto dei Drogati: quelli sì che erano pericolosi.
Sarà stata l'educazione, qualche lettura, l'ambiente familiare, ma l'omosessualità, considerando anche le mie limitatissime competenze in campo eterosessuale (mai avuto paura dell'AIDS, io), è sempre rientrata nella categoria "colore dei capelli" piuttosto che in quelle delle Virtù Morali, Virili o Teologali che siano.
E così, non solo ho pensato, sentito, ma anche agito.
(Ben venga pure il matrimonio in Chiesa, terrapiattismo delle gerarchie consentendo.)
E di più: xenofobia, razzismo, antivaccinismo, antisemitismo, tutte manifestazioni del mortale mix di ignoranza e odio che appestano l'umanità, qui non sono tollerate e sono attivamente combattute.
Tuttavia, non si esce vivi dalla propria infanzia.
Quando vengo preso alla sprovvista (esempio classico: qualcun* tenta di ammazzarmi usando un'automobile) l'imprecazione che mi vien fuori d'istinto dalla bocca è verbalmente  o sessista o omofoba.
Lo so che non mi caga nessuno, ma se mettessero su youtube un mio video  del mio quotidiano tragitto casa lavoro in bicicletta sarei immediatamente  messo in blacklist (o come si dice ora: blocklist) dai novelli Savonarola del politicamente corretto: a uno che tenta di ammazzarti con l'automobile, probabilmente è lecito solo urlare "cattivone di un tentato omicida stradale".
Questo fa di me un omofobo sessista?
Scommetto quello che volete che secondo qualcun*, sì.
Del resto, qualche anno fa, per il dato di fatto di essere Capo Agesci e/o di non essere Antispecista e Vegano sono stato definito "oggettivamente Violento Sessiste e Omofobo".
Il legame tra la salsiccia di Tricarico e l'Omofobia continua a sfuggirmi.
Ora, ammetto di non sapere molto delle varie sfumature del movimento #blacklivesmatter ma, capirete, dopo l'esperienza nel Partito Democratico, come dire, vista una organizzazione tribale, viste tutte.
Comprendo la necessità storica e pratica di movimenti come #metoo, insomma anche a voler essere squisitamente materialista, se non ci schiodiamo di dosso la violenza del patriarcato non abbiamo nessuna speranza di combattere le conseguenze dei cambiamenti climatici.
Serio, eh.
Ma quando si propone di Cancellare Steven Pinker, si vandalizza una statua di Baden Powell, io mi allarmo.
Mi allarmo molto.
Come dice mia madre: "Più a Sinistra del Partito si è a Destra".
Abbiamo bisogno di diritti ed equità, non di una nuova versione orwelliana della Santa Inquisizione.
Perchè è già orrendo che ancora esista l'omofobia, ma è imperdonabile che per combatterla venga inventata.

15 aprile 2018

Il Declino della Violenza, di Steven Pinker

Ho appena completato la lettura di questa monumentale e fondamentale opera che, oltre ad avermi 'convinto', mi ha anche spinto a verificare quello che mi veniva semplicemente raccontato.
Le tesi di Pinker, quindi, hanno assunto più un valore di verità scientifica che di ipotesi.
Del resto, Pinker  collega i lavori scientifici di centinaia di fonti.
Nonostante le evidenze raccolte, tuttavia, la realtà descritta da Pinker resta negletta.
L'Italia del2018 è percepita come un posto povero e pericoloso mentre i numeri dimostrano che rispetto al resto del mondo extra UE (Figuriamoci rispetto a 200 anni fa) è un posto straordinariamente ricco, pacifico e sicuro.
Ma anche solo ricordarlo è praticamente tabù:
gli strumenti della modernità sono accettati solo in parte e in maniera parziale.
Abbiamo tutti un terminale di rete ma in pochissimi ne accettano le implicazioni matematiche, fisiche, insomma, scientifiche.
L'utente di una macchina complessa che funziona solo al rigoroso uso delle conoscenze può serenamente convincersi che tali conoscenze scientifiche siano false.
Da cui sentimenti (e azioni) anti Unione Europea, vaccini, immigrazione, diritti umani.
Il Libro è anche una gigantesca operazione di smascheramento bufale.
La modernità, infatti, ha moltissimi fieri e fanatici nemici, Laudator temporis acti, nostalgici di un' immaginaria età dell'oro che non è mai esistita.
I nativi americani avevano un tasso di omicidio di un ordine di grandezza superiore al tasso di morte degli europei durante le due guerre mondiali.
Gli eschimesi hanno un tasso di omicidio di 100  ogni 100 mila abitanti, lì dove in EU è di 1 e nel decennio più violento della storia contemporanea degli USA era di 10.
Avete capito bene: immaginatevi un posto dove il tasso di omicidi è dieci volte quello di film tipo 'le brigate della morte' o 'Bronx' o 'i guerrieri della notte'.
La 'tranquilla vita di campagna' in armonia con la natura era una lotta per la sopravvivenza in cui anche l'esigua minoranza dei sopravvissuti all'infanzia viveva letteralmente sui propri escrementi lavorando dall'alba al tramonto per tutta la vita, eccetto i 2-3 giorni  precedenti la propria morte.
Ovviamente puzzando come bestie ed infestati da parassiti.
E senza nessun accesso alla bellezza di alcun tipo.
Ma l'approccio scientifico e statistico smaschera rapidamente questo genere di favole.
L'autore non ha dubbi e meno ne lascia nel lettore anche diffidente:
il luogo più prospero e pacifico della Storia dell'Umanità è l'Unione Europea degli inizi XXI Secolo.
E, tra alti e bassi, in molte parti del mondo standard di diritti e qualità della vita si stanno alzando fino ai nostri.
Un mix di progresso tecnologico e diffusione tra larghi strati della popolazione di conoscenze di base neppure troppo avanzate ha innescato una spirale di azioni positive che hanno portato in poche centinaia di anni alla scomparsa di schiavitù, cultura dello stupro, aberrazione dell'Onore.
E' probabile che si sia superata la soglia critica oltre la quale la continua diffusione di conoscenza e razionalità porti ad un continuo miglioramento delle condizioni di vita dell'Umanita, ma il processo, tuttavia, non è irreversibile.
Per quanto riguarda il testo posso muovere solo una lieve critica al ruolo del Cristianesimo:
le critiche che Pinker avanza al Cristianesimo in particolare e alle religioni in generale sono tutte condivisibili. E' senz'altro oggettivo che il piatto della bilancia penda nel settore della violenza religiosa piuttosto che in quello delle buone azioni.
Tuttavia, Pinker liquida troppo rapidamente l'irrilevanza del Cristianesimo nella generazione della rivoluzione dei diritti e della Lunga Pace.
I Diritti dell'Uomo non nascono nel Giappone Shintoista, nè nella Cina Confuciana o nell'India Buddista.
E nemmeno nell'Islam.
Nascono nel Cristianesimo e l'irrilevanza di questo fattore va dimostrata, non semplicemente enunciata.
Dopo aver dimostrato come le 'società extraeuropee' siano state tra i luoghi più violenti della Storia l'Autore spiega in maniera non troppo convincente l'irrilevanza della correlazione tra Rivoluzione dei Diritti e Cristianesimo.
Tuttavia,  sia di stimolo ai lettori interessati, Pinker stabilisce almeno una circostanza in cui la Chiesa è stata di fondamentale importanza per la drammatica riduzione della violenza:
gli anni '80 e '90 del XX secolo negli USA quando le Chiese locali si impegnarono combattendo sul campo povertà e violenza contribuendo sensibilmente alla diminuzione del tasso di criminalità.
Un risultato banale, se ci pensate: se i preti fanno i preti e non i mantenuti i dividendi per la Comunità arrivano puntualmente...
Credo che questo testo dovrebbe essere di lettura obbligatoria almeno dal livello di istruzione universitaria in poi.
E, che, quando si parla di immigrazione, violenza, diritti, criminalità, guerra e pace ci si debba attenere strettamente a criteri scientifici abbandonando pregiudizi e preconcetti.
Vale davvero la pena investire energie nella lettura di questo libro: si va a dormire sereni.