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21 settembre 2023

Su-24 "Fencer"




















Figlio della politica dello specchio (quando i russi si affannavano a copiare gli aerei americani, copiandone spesso anche gli errori), il Su-24 Fencer è un bombardiere tattico supersonico con ali a geometria variabile, copia concettuale del precedente F-111 americano.

Ho deciso di ricominciare a costruire modellini russi... Di aerei in servizio con l'aviazione ucraina.

La camo è un po' di fantasia dato che non ho i mezzi per riprodurre quelle pixellate.

Lo sviluppo di questo aereo è stato piuttosto travagliato ed è costato piuttosto caro ai piloti sovietici.

Progettato per volare a bassissima quota in modalità completamente automatica, il Su-24 ha pagato la scarsa affidabilità dell’elettronica russa.

Di contro, la proverbiale robustezza sovietica ha consentito ai Fencer di sopportare impatti con uccelli (il famigerato bird strike) quasi senza danno, se non per gli uccelli.

Questo costoso bireattore non ha avuto una gran fortuna nell’esportazione.

Ma sono gli esemplari ucraini che stanno facendo la Storia

Sfidando la supremazia aerea degli invasori, i piloti dei Su-24 ucraini dotati di armi occidentali (ES: Storm Shadow) sono riusciti anche a mettere fuori combattimento un sottomarino russo usato per lanciare missili sui civili ucraini.

C’è solo un pugno di aerei e di piloti ucraini che si oppone al terrorismo di stato russo correndo rischi ben più gravi di quelli dei loro omologhi russi.

Spero, per tutti noi, che basti.



19 aprile 2023

SM-79 Sparviero: L'Eccellenza non basta



Stiva bombe (aperta) e siluro
















La cabina in approntamento


Il Savoia-Marchetti S.M. 79 "Sparviero" è stato un bombardiere medio ed aerosilurante Italiano della Seconda Guerra Mondiale: un gioiello di  tecnologia e di prestazioni...

A metà anni '30.

Dovete sapere che gli aerei, a quei tempi, diventavano obsoleti con lo stesso ritmo dei cellulari. Un aereo doveva essere aggiornato almeno ogni anno se non più spesso (ammesso che avesse sufficiente potenziale di crescita). Tra il 1940 e il 1945 gli Spitfire inglesi furono prodotti in una ventina di versioni e sottoversioni, giusto per fare un esempio eclatante.

Durante la Guerra di Spagna (1936-39), lo Sparviero si comportò benissimo: era così veloce da non aver bisogno di caccia di scorta.

Fu prodotto in massa (relativamente: 1200 esemplari in tutto) per la Regia Aeronautica ma, quando l'Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale, era un aereo obsoleto e fu un vero peccato che la Regia Aeronautica l'abbia usato per tutta la durata del conflitto.

Tanto per cominciare, il primo problema dello Sparviero era la formula trimotore: un bombardiere aveva bisogno di una prua vetrata con buona visibilità per il puntatore e la postazione di mira dello Sparviero era molto sacrificata.

Inoltre, la stiva bombe era concepita in maniera tale da far cadere le bombe veticalmente (ossia perpendicolari al flusso aerodinamico) e non orizzontalmente, il che implicava una grande dispersione degli ordigni.

Poi, la fusoliera: era fatta di tralicci di tubi d'acciaio, non proprio il massimo per risparmiare peso. Le ali erano in legno e i rivestimenti in tela: l'SM-79 andava a fuoco spesso e volentieri.

Attenzione: non è che l'industria italiana non sapesse fare di meglio: non era incentivata a farlo. Nel regime di corruzione fascista imperante la qualità non pagava e l'innovazione era solo un costo. Tanto paga pantalone...

Questo passava il convento e i piloti della Regia si sacrificarono con il solito inutile coraggio.

Lo Sparviero fu usato anche come aerosilurante con qualche successo: 4 cacciatorpediniere e altre 3 piccole navi da guerra inglesi finirono a picco.

Niente di esaltante, sia chiaro: il velivolo era decisamente troppo grosso per il ruolo.

Gli aerosiluranti inglesi, giapponesi ed americani erano molto più piccoli.

L'Italia, povera, con una industria farraginosa, perennemente a corto di risorse, motori e materiali, mandava a fare l'aerosilurante un bestione di dieci tonnellate largo 20 metri, propulso da ben TRE motori e con a bordo 6 persone mentre per lo stesso ruolo (e con risultati ben diversi) gli alleati usavano aerei più piccoli e meno costosi (in genere monomotori bi/triposto). Insomma, i fasci si comportarono da poveri che spendono più dei ricchi.

E non solo: come aerosilurante, lo Sparviero era teoricamente in grado di trasportare due siluri. In pratica, con quel peso aggiuntivo l'aereo diventava lentissimo e poco manovrabile, quindi la configurazione con due siluri non venne quasi mai usata.

Ma per anni, in foto di propaganda, il regime mostrò l'aereo con due siluri, preparando gli inglesi al peggio...

Furbi, no?

Sei debole, pianifichi di aggredire chi è più forte, prepari il tuo avversario a rendersi ancora più forte.

Si può bluffare, certo, ma non quando hai già deciso in anticipo di mostrare le tue carte...

Nota modellistica: il kit italeri è men che mediocre (non che io sia un gran modellista): i numeri sulle sprue sono messi a casaccio e anche con senso invertito, quindi bisogna girare la sprue ogni volta e per fortuna il pezzo 6 e il pezzo 9 non erano confondibili. Poco chiare anche le istruzioni per le decals. Assemblaggio discreto.

A me è piaciuto farlo e documentarmi un po' con un occhio alla Memoria di una generazione sfortunata.

2 aprile 2023

F-104S: i luoghi comuni non vanno a Mach 2!





Sidewinder in alto, Sparrow in basso








I pochi appassionati alla mia rubrica sulla storia dell'aviazione associata ai modellini che assemblo sanno che non sono tenero contro le scelte tecnico-politiche in generale e quelle  della classe dirigente italiana del momento in particolare.
Vediamo se riesco un po' a stupirvi con questo pezzetto di storia dell'F-104S.
Ma prima vediamo un po' di parlare del kit di montaggio.
Un vecchissimo ESCI degli anni '80/90 scovato su ebay. Purtroppo in scala 1:72 di kit nuovi dell'F104S proprio non se ne trovano e mi sono dovuto accontentare.
Il kit  non è accurato per la versione S (mancano i missili a guida radar AIM-7 sparrow, la pinna ventrale diversa e le prese d'aria ausiliarie specifiche per la versione S) e le decals, troppo anziane, sono state un incubo da applicare con risultati men che mediocri. Pazienza, prima o poi qualcuno metterà in commercio un kit decente e avrò la mia rivincita.
Ma torniamo all'F-104S. 
E' un aereo iconico su cui si può trovare un sacco di materiale in rete.
Materiale che non è mai sufficiente a smentirne l'immeritata cattiva fama:
La Bara Volante, il Fabbricante di Vedove 'Witwenmacher'.
Proverò a riassumere il più possibile la premessa storica.
Dunque, il Lockheed F-104A nasce come caccia intercettore per la difesa di punto negli anni '50 del secolo scorso.
L'USAF, dopo una cotta iniziale per le straordinarie prestazioni velocistiche del piccolo jet che frantumava record su record di velocità e arrampicata, si disinnamorò piuttosto rapidamente del limitato valore bellico dello Starfighter: non aveva l'avionica adeguata per essere integrato nel sofisticato sistema di difesa aerea del Nordamerica ed era armato troppo leggermente per i gusti dell'USAF (1 cannone Vulcan e 2 missili sidewinder a corto raggio di primissima generazione).
La Lockheed riuscì a venderne una versione più potente agli europei che lo acquistarono in massa. 
Fu uno dei primi esempi di collaborazione tra le industrie aeronautiche europee.
Nacque, così, l'F-104G, dove la G stava per Germany.
Ma fu acquistato da mezza europa, Italia compresa.
L'aereo era stato progettato per due compiti principali: l'intercettazione di bombardieri atomici sovietici e l'attacco nucleare.
Erano gli anni '60 e la NATO, in assoluta inferiorità numerica rispetto al Patto di Varsavia, pensava di difendersi con un contrattacco nucleare usando proprio gli F-104G.
Ora, per questi compiti, il velivolo era perfettamente adeguato: veloce, con autonomia sufficiente, non certo una facile preda per la massa dei caccia del Patto di Varsavia, ancora in gran parte subsonici.
L'F-104G fu un aereo importante anche perchè non venne prodotto negli USA, ma costruito su licenza in varie industrie europee (FIAT inclusa) che ri-acquisirono una importantissima capacità tecnologica risorgendo dalle ceneri ancora calde della Guerra.
Non era costosissimo ma era comunque un aereo piuttosto sofisticato: semplicemente, non c'era modo di viaggiare a Mach 2 senza complessità. 
L'ala sottile ed affilata dell'aereo era un prodigio di tecnologia (ed era così affilata che era necessario montare protezioni per il personale di terra).
Ma gli anni '60 finirono e in Europa ci si rese conto che la teoria della rappresaglia massiccia era un zinzino esagerata. 
E che magari la guerra nucleare si doveva far di tutto per evitarla.
Così, i nostri F-104G si ritrovarono a volare a bassa quota carichi di razzi e bombe convenzionali in missioni di attacco tattico.
Ma che succede quando un caccia intercettore diurno d'alta quota a breve raggio deve fare il mestiere dell'aereo da supporto ravvicinato nel clima nebbioso e piovoso della Germania del Nord?
Domanda, spero, retorica dalla risposta ovvia: cade.
Non mi dilungherò oltre e nemmeno sui difetti tipo il pericoloso fenomeno dell'accoppiamento inerziale, sennò vien fuori 'Guerra e Pace' più appendice critica.
Quindi, vediamo di arrivare all'F-104S.
S per Sparrow, ossia il missile aria aria a medio raggio a guida radar più diffuso in Occidente fino al XXI Secolo.
Insomma, gli anni '70 si avvicinavano e l'F-104G con i suoi due missili aria aria a breve raggio sidewinder (che in Vietnam avevano avuto un rateo di successo del 18%) non era più adeguato per il ruolo di caccia intercettore.
La Germania acquistò una versione ad hoc dell'F4 Phantom che aveva lo stesso motore dell'F-104 ma in due esemplari ed era anche biposto.
2 piloti, 2 motori e... (potenzialmente) 8 missili.
L'Italia, invece, scelse di far succedere l'F-104 a se stesso con una nuova versione ottimizzata per la difesa aerea: l'F-104S.
La scelta fu criticatissima, perchè, in pratica, l'F-104S di missili ne poteva portare 4 solo in configurazione 'a breve raggio'. 
Ordinariamente (come nel modellino in configurazione Quick Reaction Alert, ossia decollo su allarme), ne portava 2: 1 sidewinder e 1 sparrow (che aveva un rateo di abbattimenti anche inferiore a quello del sidewinder).
E per far spazio all'illuminatore radar del missile Sparrow si era anche dovuto rinunciare al cannone (che poteva essere installato di nuovo se l'aereo era usato come cacciabombardiere).
Insomma, una macchina prestante e bellissima, ma già obsoleta all'inizio degli anni '70 e considerate che l'Italia li usò fino all'inizio del Secolo.
Non avevano nemmeno un minimo di contromisure elettroniche.
Un Sidewinder ed uno Sparrow erano un po' poco.
Due esemplari per tipo, in configurazione di guerra, un po' meglio.
Un caccia che non era agile ed era poco armato.
Tutto vero.
Ma c'è un dettaglio.
Le alternative?
Già perchè il mercato dei caccia bisonici a fine anni '60 non era proprio quello delle serie tv del 2023.
Sulla carta, l'Italia poteva scegliere tra F104S, il francese Mirage IIIC,  l'americano F4C Phantom II e il Lightning inglese.
Ma, in pratica, solo l'F4C rispettava i requisiti della nostra Aeronautica, eccetto un paio di difettucci: era biposto (e l'aeronautica militare preferisce i monoposto per ragioni logistiche e... sindacali) e costava quasi il doppio dell'F104. Il Mirage aveva prestazioni velocistiche inferiori e un sistema di controllo tiro praticamente inutile, il Lightning una autonomia largamente insufficiente oltre a un sistema radar inadeguato e un armamento diverso da quello standard USA. Inoltre, tutti questi aerei li avremmo comprati dai fabbricanti senza nessuna ricaduta industriale per il nostro paese e la nostra industria. 
Invece, l'F-104S ce lo saremmo fatti in casa acquisendo, tra l'altro, una esperienza preziosissima che sarebbe venuta utile 10 anni dopo con il Tornado (e anche questa è un'altra storia).
L'F104S, in pratica, era una scelta obbligata.
Intendiamoci, non è che ai nostri generali il Phantom facesse schifo, ma quello era un aereo da tedeschi (o turchi), mica gli italiani se lo potevano permettere!
Così, arrivò l'F104S.
L'aereo ebbe una lunga carriera (anche perché di soldi per difendersi, gli italiani non ne vogliono spendere).
Da quello che leggo online e su vari libri, i piloti ne erano entusiasti e ci sono numerose testimonianze di efficacia nel combattimento manovrato anche contro avversari più blasonati e moderni grazie a tattiche coerenti con le capacità del mezzo ed un addestramento adeguato.
C'è, poi, da considerare un fatto banale ma poco raccontato: chi sarebbero stati gli avversari dell'F-104S?
Non di certo i moderni caccia MiG-29 o Su-27.
Ma i più vecchi MiG 21/23 e Su-7/17, al massimo Su-24 e Tu-16 Badger.
Soprattutto i primi, con partenza dall'Ungheria.
E, quindi, con una autonomia del tutto insufficiente a raggiungere altro che il Friuli o giù di lì.
Giocando in difesa, l'F104S sarebbe stato più che adeguato ad affrontare bombardieri subsonici, caccia anche meno agili di lui (il MiG-23) al limite dell'autonomia e bombardieri leggeri privi di scorta.
Insomma, non il miglior aereo che sarebbe servito all'Italia, ma l'aereo di cui l'Italia aveva bisogno.
Ah, ovviamente, quando entrarono in servizio i Tornado e gli F-104S furono usati solo per l'intercettazione, il loro rateo di incidenti crollò.
Che strano.
Lo Spillone (il soprannome dell'F-104) è stato un'icona di una aviazione povera di tutto se non di coraggio e capacità tecniche.
E, mi spiace dirlo, di integrazione con il resto del Paese (e non proprio per colpa sua).
Ma di questo ne parlerò, magari, in separata sede.


 


13 marzo 2023

Fiat CR 42 Falco ed Aermacchi MC 200 Saetta: il fascismo fatto aereo

Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra

Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra


Quale dei due aerei qui sopra ha volato per primo? 

E quale dei due aerei qui sopra è entrato per primo in servizio con l'Aeronautica Italiana?

Mentre ci pensate, vi ricordo che quest'anno è il centenario dell'Aeronautica Militare Italiana.

E ho deciso di iniziare a fare modellini di aerei che hanno prestato servizio con l'Arma Azzurra iniziando proprio da questi due modelli della Seconda Guerra Mondiale.

Sono stato titubante per molto tempo, in parte per ragioni che saranno più chiare alla fine del post, in parte perché i fasci littori delle insegne stonano con la mia libreria. 

Torniamo ai due caccia.

Il biplano è un Fiat CR 42 Falco. Primo Volo: 23 maggio 1938, entrata in servizio l'anno dopo, nel maggio del 1939.

E il Monoplano? Macchi MC 200 Saetta. Primo Volo: 24 dicembre 1937, entrata in servizio: 1939...

Il biplano, in pratica, fu un aereo più nuovo (ma, ovviamente, non più moderno) del monoplano.


Fiat CR 42

Fiat CR 42

Fiat CR 42

Macchi MC 200 Saetta

Macchi MC 200 Saetta


Macchi MC 200 Saetta


Vi dirò di più: il monoplano MC 200 fu l'aereo vincitore del concorso per il nuovo caccia italiano indetto nel 1936. 

E il biplano CR 42? Quando mia moglie ha visto il modellino pensava fosse di un aereo della Prima Guerra Mondiale, non della Seconda.

E non posso darle torto. Certo, anche gli inglesi, soprattutto in teatri secondari come il Mediterraneo, all'inizio della Guerra usarono dei biplani (i Gloster Gladiator, ad esempio).

Ma, appunto: aerei obsoleti alla fine della vita operativa, non aerei nuovi freschi di tavolo di progetto.

Ricapitoliamo: c'è un concorso per un nuovo caccia. Lo vince il MC 200. E il  Fiat CR 42? Non era in concorso. Non era nemmeno sul tavolo da disegno. La Fiat partecipò a quel concorso con un suo modello, il G50 "Freccia".

E che cosa successe a questo aereo perdente?

Ma venne ordinato dall'Aeronautica come se fosse stato il vincitore: perbacco, vorrai mai dare un dispiacere all'Agnelli di turno in Italia?

Si sa, la Fiat, l'Italia,  altri tempi, poi al potere c'erano i fascisti, la corruzione era endemica, sì, sì e bla bla bla.

Come se certe cose fossero cambiate.

E ancora non siamo arrivati a parlare di questo benedetto CR 42.

Ma perché l'aeronautica, pur avendo in produzione un caccia vincitore, pur avendo deciso di dare un contentino anche alla FIAT ordinando anche il suo monoplano, ordinò, l'anno dopo, anche un nuovo ma antiquato biplano?

Durante la Guerra di Spagna, i 'volontari' italiani che combattevano per i fascisti di Franco si trovarono benissimo con il FIAT Caccia CR 32, biplano.

Il CR 32 era, ai tempi, il caccia standard dell'Aeronautica Italiana.

Ne furono fabbricati più di mille nei primi anni '30 e alla FIAT, a Torino, c'era una grande linea di produzione di questo caccia.

Tuttavia, i successi di questo aereo furono ingannevoli, come dimostrò il successivo conflitto mondiale.

La dottrina militare dell'aeronautica italiana, ispirata a questi presunti successi, privilegiava il duello individuale acrobatico e non gli attacchi in formazione. Per i nostri generali le radio non servivano e bastavano due mitragliatrici leggere (mentre all'estero se ne usavano anche otto per non parlare dei cannoni).

E che succede quando un soldato addestrato ed equipaggiato per la guerra che sta combattendo ne incontra uno addestrato ed equipaggiato per una guerra immaginaria che è solo nella sua testa? Questo secondo soldato è un uomo morto.

E, infatti, così andò durante la guerra: i nostri abilissimi piloti (abilissimi nelle acrobazie) furono macellati a bordo dei loro agilissimi biplani da meno abili ma meglio addestrati (e assai meglio armati) piloti alleati.

E non ne parliamo a livello industriale, come evidente da tutta questa giungla di sigle. La Germania ebbe due modelli di caccia principali, l'Inghilterra lo stesso, gli USA: tre. L'Italia? 6 o 7 e credo anche di più. Il che implicava bassi ratei di produzione e gravissime difficoltà nella gestione della logistica dei ricambi.

E, fianlmente, arriviamo al CR 42, evoluzione del CR 32:  quando la FIAT propose alla Regia Aeronautica l'ultima evoluzione del biplano CR 32 che tanto aveva ben figurato in Spagna e che tanto piaceva ai piloti, gli ordini fioccarono.

Anche se Germania, Inghilterra e Francia avevano già abbandonato da un pezzo i biplani e il caccia tedesco Messerschmitt Bf 109, monoplano, aveva avuto pure lui successo in Spagna.

Anche se c'era un vincitore del concorso per il nuovo caccia MC 200.

E direi, soprattutto perché la linea di produzione del CR 42 era praticamente la stessa del CR 32 che, altrimenti, sarebbe stata chiusa.

"E che ce ne facciamo, caro Duce, di tutti quei capannoni, attrezzi, maestranze, mica li vogliamo buttar via. E aggiornarli per produrre altri aerei costa..."

E questa fu una costante: l'industria Italia era a conoscenza di soluzioni tecniche all'avanguardia (ES: saldatura vs rivettatura) ma preferiva non implementarle perchè adottarle avrebbe implicato investimenti che il sistema semifeudale e corruttivo del fascismo rendeva inutili.

Così, il biplano CR 42, obsoleto ancor prima di lasciare il tavolo da disegno, fu l'aereo più prodotto dall'Italia in assoluto: 1800 e passa esemplari.

Era privo di radio, di corazzatura, con un armamento poco più che simbolico, ma ai piloti piaceva tantissimo. Ai piloti italiani piaceva anche tantissimo il tettuccio aperto nonostante la maggior resistenza aerodinamica e la minor velocità che implicava. Il tettuccio aperto piaceva così tanto che quando l'MC 200 ebbe problemi di qualità con le vetrature speciali autarchiche, invece che per risolverlo i piloti premettero per usare anche sul ben più veloce monoplano un tettuccio aperto. Tanto, in mancanza di radio, si comunicava a gesti.

Già: i piloti inglesi si accordavano via radio per attacchi in massa coordianti, ai piloti italiani dovevano bastare i gesti...

Ecco perché sono titubante a costruire modellini di aerei italiani: mi ricordano la quotidianità kafkiana di questo Paese in cui, nello specifico, pur potendo costruire un caccia modesto ma almeno decoroso nei confronti dei concorrenti diretti, per favorire i profitti privati del potente di turno e secondo una logica non scientifica si mandarono al macello i piloti su aerei nuovi di zecca ma obsoleti.

Per non parlare delle nostre città lasciate indifese dai bombardamenti alleati.

Insomma, mi vengono i nervi a ripensare alla follia criminale di queste decisioni e i modellini li faccio per svago non per farmi venire l'ulcera.

Comunque, il CR 42 nei primi mesi di guerra in Mediterraneo e Nordafrica, opposto a velivoli inglesi altrettanto obsoleti, si comportò decorosamente.

Quando fu mandato a duellare con gli Spitfire fu il massacro.

L'MC 200 si comportò bene fino a quando non fu surclassato in numero e prestazioni dai più moderni caccia alleati.

Curiosità: l'MC 200 era complicato da produrre e per farlo occorrevano il quadruplo di ore/uomo di un caccia tedesco ME-109.

L'italietta produsse poco più di mille MC 200, la Germania 35mila ME-109...

Ora, concludo con una nota che mi piacerebbe fosse letta da quella gente che terrebbe volentieri un busto di Mussolini in ingresso.

L'aeronautica, all'epoca, era l'arma fascistissima per eccellenza.

Per tutti gli anni 20 e 30 era famosa per imprese eroiche e guasconate spettacolari ma di scarsissimo valore militare, alla prova dei fatti.

E i suoi piloti erano crème de la crème, l'elite, il fior fiore della gioventù fascista.

Gente che, alla prova dei fatti, si mostrò coraggiosissima e tenace.

Ma il loro amato Duce li mandò a morire in un vecchio biplano nuovo di fabbrica per non far smontare, all'Agnelli di turno, le sue linee di produzione obsolete.

Il fascismo è un crimine capace di annoverare tra le sue vittime i fascisti stessi direttamente mentre il crimine lo compiono.




9 febbraio 2023

Vought F-8 Crusader

L'F-8 Crusader è stato un  caccia navale usato dagli USA, dalla Francia e dalle Filippine.

Armato con 4 missili sidewinder (inclusa la rara versione AIM-9C a guida radar) e 4 cannoni (che tendevano ad incepparsi durante le manovre di combattimento ad alto numero di g), vanta un lusinghiero rateo di vittorie di 19:3 contro i MiG nordvietnamiti (incluso il più veloce MiG21). Era dotato di un'ala ad incidenza variabile per le fasi di decollo e atterraggio che lo rendeva difficile da pilotare per i novellini.

E' rimasto in servizio nell'US-NAVY per vent'anni.

Il Kit dell'Italeri è senza infamia e senza lode con molte parti perfette ed alcune incomprensibilmente errate (tipo le guide missili fornite con perni in mancanza di fori in fusoliera.

Ah, una piccola curiosità: ho chiesto ad openai di scrivere un testo sul Crusader. L'AI ha riconosciuto il caccia e ha elencato una serie di... falsità, tipo "l Crusader è stato il primo caccia con un radar incorporato, Il design del Crusader è stato influenzato dalla Porsche" ed altre banalità che vi risparmio: per ora, lo studio batte l'AI.

Curiosità: l'F-8 ebbe un figlio: l'A-7... prima o poi









1 febbraio 2023

F-105G Thunderchief Wild Weasel: distruttori di SAM e di MiG

Dopo l'A-6, proseguiamo con gli aerei della Guerra del Vietnam: oggi vi presento il modellino (non troppo ben riuscito) di un F-105G Thunderchief Wild Weasel (Donnola Selvaggia).

Era un massiccio monomotore bisonico usato, nella versione standard monoposto, come cacciabombardiere. Era dotato di una stiva bombe progettata per trasportare un ordigno nucleare ma, ordinariamente, usata per contenere carburante.

Ben 321 F-105 furono persi in combattimento sul Vietnam (su un totale di 833 costruiti) e 113 piloti morirono

17 F-105 furono abbattuti dai MiG Nordvietnamiti. Ma ben 27 MiG caddero sotto i colpi degli F-105 che, da prede, si trasformarono frequentemente in predatori. 

Ho già scritto da qualche parte di questo peculiare fenomeno della guerra del Vietnam: i caccia di scorta USA, che non avevano a bordo cannoni, esauriti i missili (assai poco efficaci) contro gli sfuggenti MiG Nordvietnamiti, spesso dovevano essere difesi dai cacciabombardieri scortati che, sganciate le bombe, difendevano i loro caccia di scorta, ormai indifesi, a colpi di cannone Vulcan da 20 mm.

Ed è proprio di una preda (l'aereo) che sfugge al predatore (i missili contraerei) diventando a sua volta prdeatore che parliamo oggi: la versione SEAD (Suppression of Enemy Air Defences) dell'F-105, ossia il biposto F-105G.

L'F105G era dotato di contromisure elettroniche aggiuntive e di una suite di combattimento in grado di utilizzare i primi missili antiradar (potete vederli sul modellino: gli AGM-45 Shrike, piccoli in 4 esemplari ed AGM-78 STANDARD ARM, più grandi in 2 esemplari).

Era il primo aereo ad entrare in zona di combattimento e l'ultimo ad uscirne.

Gli AGM-45 erano attirati dalle emissioni dei radar della contraerea, ma se questi venivano spenti il missile perdeva la via e mancava il bersaglio. Il più grosso (e di gran lunga più costoso) AGM-78, invece, poteva memorizzare la posizione del radar e colpirlo anche se veniva spento.

Quindi, gli F-105G facevano giochetti tipo: aspettavano che la batteria contraerea gli sparasse contro almeno 3 missili, gli lanciavano contro uno Shrike sfidando gli artiglieri nemici a spegnere il radar (e perdere i missili) o continuare a guidarli rischando di farsi distruggere pur di tentare di abbattere l'avversario.

Oggigiorno, la soppressione delle difese aeree  è una faccenda molto più complicata (è solo uno degli aspetti delle operazioni multidominio) e non basta un aereo armato con missili antiradar, anche se gli HARM USA sui MiG-29 /Su-27 ucraini sono stati comunque sufficienti a rovinare la giornata a molte batterie di SAM russe.