29 settembre 2015

Accoglienza: tra pregiudizio e realtà, ossia perchè non ci sono (ancora) famiglie di profughi in ogni parrocchia?

L'appello di Papa Francesco ad accogliere in ogni parrocchia una Famiglia di Profughi sta gettando un sano scompiglio nelle Parrocchie, nelle Curie e anche nella Società Laica.
Eppure non c'è niente di straordinario nelle sue parole.
E' solo un po' di Vangelo applicato.
Immaginate di avere un appartamento vuoto e sfitto.
Beh, se siete di Matera questa non è una circostanza poi così rara.
Immaginate di voler raccogliere anche voi l'appello del Papa.
Magari vi avanzano anche un po' di soldi per poter fare la spesa per un'altra famiglia e pagare le relative bollette.
Quindi, dopo aver verificato che nell'appartamento è tutto in ordine, magari dopo aver riempito il frigo ed acceso il riscaldamento, ve ne scendete in strada con le chiavi di casa in tasca convinti di essere sul punto di essere sul punto di ospitare una famiglia di Siriani in fuga dall'Isis o da Assad o da Putin o vedete voi.
Ecco, qui casca l'asino.
Prima di tutto dovrete guardarvi dai vicini di casa che, probabilmente, vi faranno causa.
Poi scoprite che un appartamento è una cosa, un albergo un'altra:
in termini semplici, il vostro appartamento rispetta tutte le norme del caso? La vostra cucina ha le tende ignifughe? A quando risale il certificato di verifica periodica dell'impianto di terra?
E la cappa della cucina?
Beh, ecco, iniziate a pensarci perchè probabilmente alcune di queste cosucce potrebbero essere davvero indispensabili per dichiarare l'agibilità del vostro appartamento
Avete messo tutto a norma?
Bravi, ora iniziate a cercarvi i profughi che volete accogliere.
Vi sembra la parte più facile, dopotutto gli extracomunitari vi pare che abbondino, no?
Ma a chi vi rivolgete?
In questura? In Comune?
Beh, sappiate che, almeno da queste parti, dovreste andare in Prefettura.
Che, ad oggi, non vi affiderà nessuno.
Le Prefetture appaltano i migranti a blocchi di 30, 50.
Preciso subito che non c'è nessun intento dispregiativo verso i privati che si occupano di questo modello di accoglienza. 
Funziona così, nella maggior parte dei casi si fa al meglio possibile, il resto è cronaca nera.
E voi?
Voi aspettate.
Già, perchè l'Italia è un Paese di transito.
La vostra famiglia ideale di profughi siriani in fuga dalla guerra, ben bianchi, magari lauerati, di cui già sognavate di mandare i figli a scuola, poi agli scout, magari di invitarli a cena a casa vostra discorrendo un po' in inglese o in francese, ecco, questa famiglia ideale di gente che non vi farà far causa dai vicini, scoprirete, semplicemente grattando sotto i luoghi comuni, che non esiste.
Abbondano ragazzoni di vent'anni,  praticamente tutti maschi, col difetto di essere fin troppo numerosi e alieni, che affollano i centri di accoglienza e ciondolano nei viali di periferia.
Sì, proprio quelli che hanno una diaria di 2,5€ che diventano 35 sulle bacheche più bufalare del web.
Ah, dimenticavo: dopo essere passati da ASL, Vigili del Fuoco, Vigili Urbani, Comune e Prefettura... 
Vi tocca la Questura.
Già, perchè da queste parti, senza documenti, bolli e affini non si va da nessuna parte.
E anche quando tutto è in ordine, quando per davvero i tuoi sforzi hanno portato ad un tetto per gente che scappa, devo ricordartelo, dalla tua vigliaccheria quadriennale che ha contribuito a seppellire le vite di queste persone nelle devastazioni siriane, dovrai gestire la quotidianetà.
Non puoi mica limitarti a pagare le bollette e a portare la spesa (a proposito; non penserai che la gestione contabile dei tuoi soldi che vuoi regalare ai profughi sarà cosa semplice, spero);
Dovrai stare accanto ai tuoi ospiti per le incombenze quotidiane e, in più, donare loro una cosa semplice che anche il migliore dei centri di accoglienza non può offrire:
L'Amore.
L'Accoglienza di un completo estraneo nelle nostre vite non può essere tale se non come offerta d'Amore disinteressato.
Ed è questa la sfida del Papa: aiutare i fedeli, non imporgli pesi.
Aiutare le Comunità a riscoprirsi cristiane.
Non è un messaggio teologicamente complesso.
E' un'occasione d'oro che il Papa regala ai Cattolici per fargli evitare, almeno una volta nella Vita, negli spiacevoli casi descritti, ad esempio, in Matteo 25,31-46.
E' un ultimo invito alla Conversione proprio a quella massa di Italiani in bilico tra le domeniche mattina in Chiesa ed il resto della Settimana con Mammona.
E' un'idea geniale per aiutare tutti a guardarsi in faccia, guardarsi dentro e a decidere di rinunciare ad un po' della necessaria ipocrisia per sopravvivere ai tempi per far sopravvivere, almeno a stento, la propria anima.
Ecco, io non sono sicuro che la missione sarà compiuta con successo.
La risposta dei Consigli Pastorali, al momento, non è valutabile: mancano ancora troppi dati
Ma il mondo laico sta dando dimostrazione di estremo pregiudizio nei confronti di quello cattolico.
E' vero, la Chiesa ha un enorme patrimonio immobiliare.
Possiede palazzi e conventi.
E, lo so, alcuni passaggi delle problematiche pratiche dell'Accoglienza qui riportati possono sembrare caricaturali, ma sono, purtroppo per l'Italia, quasi tutti reali.
Ma, con un po' di onestà intellettuale, ci vuole poco ad arrivare che l'Offerta del Papa ha ben poco a vedere con il Tesoro di San Pietro.
Non è questione di rubare lavoro alle Cooperative (Si veda il secondo link più in fondo) e aleggerire a spese del Vaticano i compiti dello Stato
E' un'Offerta che, accettata, non richiede di donare beni materiali, ma tempo e fiducia.
Solo che tra i tanti che si potrebbero accollare l'onere e l'onore di fare la spesa, insegnare l'Italiano, invitare a cena, in una parola: di Accogliere, c'è tutto il peso di una Realtà Burocratica dietro cui, tuttavia, si deve aver la forza di non nascondersi.

Vi lascio con qualche Link, di interesse generale il primo mentre è più mirato a Bologna il secondo (e conferma lo status di 'stasi burocratica' di questi giorni).

27 settembre 2015

How to Install the Brother MFC-L2700DW printer/scanner in Debian/Ubuntu/Mint/Fedora


The Brother MFC-L2700DW is a very nice piece of hardware
Is a 26 ppm A4 B/W Laser Multifunction Printer, with automatic duplex, fax and scanner.
USB, LAN and WiFi connections.
Today, you can buy it on Amazon (Italy) at about € 120,00
Here there is the Borther product page.
Drum and toner are separate, an useful bonus in this class of printers.
The 2600 pages TN-2320 Toner Cartridge costs abut € 65,00.

Unfortunately, it is not possible to combine the wireless interface with the wired one, or does one or the other works. Not a big problem, but it could be useful in some scenarios.

The installation is not particularly difficult, but it's all from the command line so may be useful a little step by step procedure.

I am assuming that you have entered the IP address and the correct network parameters via LCD panel of the printer, for this operation the manual included in Documentation CD-ROM is very clear

Brother allows separate download for all the drivers components, but it is more practical to use the script provided which will download the updated deb / rpm and install the software prerequisites and dipendencies.

First, let's download the driver installer tool from the product download page which installs printer and scanner drivers

  1. Unzip the script: gunzip linux-brprinter-installer-2.0.0-1.gz
  2. make it executable: chmod a+x linux-brprinter-installer-2.0.0-1
  3. become root: sudo -s  or su if you use Fedora
  4. launch the script appending the Printer Product Name: bash linux-brprinter-installer-2.0.0-1 MFC-L2700DW
  5. the first output of the command is:
You are going to install following packages.
   mfcl2700dwlpr-3.2.0-1.i386.deb
   mfcl2700dwcupswrapper-3.2.0-1.i386.deb
   brscan4-0.4.3-1.amd64.deb
   brscan-skey-0.2.4-1.amd64.deb
OK? [y/N] ->


Press y and the installation will start. For purists, you must know that some of the drivers are not open source and you'll must  accept proprietary licenses.


The next steps of the installation require the acceptance of licenses and allowing the drivers download until you will be asked:

Will You Specify the Device URI? (Y/n)

to which, for network installations, you must press Y ( and N if you use the USB connection).

You will be offered a wide choice of options: press 9 and enter the IP address of the printer.

The installation will continue for the scanner and you must only accept licenses and downloads if you use Debian and derived, while if you use Fedora you'll have to re-enter the printer's IP.

The install will end soon after and a reboot is not strictly required.

What you can do now:

of course, print. Use Simple Scan Tool for scanning also via ADF.

What you will not be able to do:


  • send faxes from your PC;
  • Scan directly from scanner to PC by pressing using the printer buttons. (But I'm working on it ...)

Related Post for Brother MFC-7360N:

http://invernoerosa.blogspot.it/2012/06/installare-lo-scanner-della-brother-mfc.html

20 settembre 2015

Japan for dummies alla materana

E ora a grande richiesta la nostra raccolta di tips'nd tricks per un felice soggiorno in Giappone.

Man mano che le cose ci vengono in mente aggiornerò il post


Per prima cosa:
non state andando in un universo parallelo.
Niente paura.
Dovete solo ricordarvi di un fatto semplice:
siete in una delle nazioni più sicure del Pianeta in cui i trasporti e di servizi funzionano in una maniera che un Italiano può pensare funzionino solo in Paradiso.
L'unico dettaglio è che ci metterete il doppio del tempo a raccapezzarvi prima di riuscire a salire sul mezzo giusto, tutto qua.
Niente panico nella metropolitana o alla stazione ferroviaria: fate come in Italia: arrivate mezz'ora prima, ovviamente in Italia per rimediare al disordine, in Giappone anticipate per imparare l'ordine.



Trasporti

L'argomento meriterebbe una trattazione approfonditissima e dettagliata ben al di fuori della nostra portata. Vi lasciamo solo un po' di trucchi mirati:

  • prenotate i treni, in genere su un convoglio di 8 carrozze solo 3 sono riservate ai posti non prenotati;
  • leggete i marciapiedi dei binari: sopra ci sarà scritto esattamente dove si fermerà la vostra carrozza e dove, quindi, dovrete fare la coda per salire;
  • le code: sono funzionali e facili da gestire: mettetevi in coda ovunque e vi troverete benissimo. Dal ristorante alla metropolitana, dal treno all'ascensore;
  • chiedete: anche se voi non parlate inglese e il giapponese davanti a voi neanche (ma gli addetti ai trasporti in genere lo parlano) sarete sicuramente aiutati e messi sul mezzo giusto;
  • chiedete: ci sono impiegati nella metropolitana di Tokyo che se ne stanno alle macchinette che emettono i biglietti per... aiutare i passeggeri giapponesi, quindi figuriamoci se non potete chiedere voi aiuto, non ve ne vergognate.

Sicurezza


Il Papa in Vaticano è più a rischio di un turista di notte nella Metropolitana di Tokyo.

La sensazione di sicurezza nel Paese è completa.
I giapponesi si addormentano sul treno lasciando incustoditi i bagagli, non ci sono i dispositivi antitaccheggio quasi da nessuna parte. Non credo sia una buona idea camminare tra la folla sventolando mazzette di banconote da 10mila Yen, ma la sensazione generale è di essere più sicuri di notte in Giappone nella Metropolitana che a casa propria, di giorno, a Bologna.


internet e tecnologia



Procuratevi un sistema di accesso ad internet, è fondamentale in primis per google maps.
Noi ci siamo trovati benissimo con questo router wifi portatile:

https://www.econnectjapan.com/products/wifi/3g

Ha funzionato ovunque con ottime performances, anche per skype,  eccetto che sul monte Koyasan.
E' inclusa una batteria aggiuntiva, ma probabilmente vi conviene portarne un'altra più grande e usarla anche per gli smartphones
Google Maps in Giappone funziona benissimo e non mi riferisco alla funzione di visualizzazione della propria posizione su una mappa, ma a quella di navigazione a piedi e coi mezzi pubblici:
dovete andare dal punto A al punto B lontano 5 km? Google Maps vi dice quale autobus prendere, dov'è la fermata, i caratteri giapponesi della direzione e anche l'orario del passaggio dell'autobus per non parlare del numero di fermate da fare.
Insomma, secondo me per un neofita del Sol Levante una connessione ad internet sempre attiva è di una comodità estrema. Gli access point gratuiti ed aperti ci sono, eh, ma non proprio ovunque mentre a voi internet servirà proprio alla fermata dell'autobus o per usare Google Maps anche per la navigazione a piedi: in Giappone non ci sono i numeri civici, i nomi delle strade non sono praticamente mai  sui palazzi e non è facile orientarsi anche con le migliori delle mappe (che poi, una mappa di Tokyo con sufficiente dettaglio deve essere spessa quanto un elenco telefonico).
Quindi? Google Maps --> Smartphone --> Accesso ad Internet h24 --> batterie aggiuntive.
E per caricare tutta 'sta roba?
Suggerisco un adattatore che potrete riciclare praticamente ovunque, tipo questo:

http://www.amazon.it/gp/product/B00EHUI0CY?psc=1&redirect=true&ref_=oh_aui_detailpage_o04_s00

Tenete presente che in Giappone si usano i 110 V quindi scordatevi di acquistare qualsivoglia aggeggio che non vada a batteria.



Scale e Scale Mobili.


Purtroppo non c'è una regola generale o, meglio, come in Italia c'è una regola con un botto di eccezioni.

L'unica differenza è che le eccezioni valgono per tutti.

I Giapponesi tengolo la Sinistra, guidando e spesso tengono la sinistra pure camminando.

Nelle stazioni e nei luoghi naturalmente affollati troverete le indicazioni con frecce disegnate anche per terra: seguitele!

Sulle scale mobili, invece, fate quello che fanno gli altri: a Tokyo tenete la Sinistra lasciando libero lo spazio a destra per chi va di fretta.
A Kyoto? Tenete la destra! Guai a star fermi sulla sinistra!


Italianità in Giappone (work in progress):

Vabbè, il Giappone è il paradiso in terra, ci avete convinti, ma non c'è nessun ma?
Ecco, rari e tutto sommato divertenti, alcuni comportamenti tipicamente italiani li si trova anche in Giappone

i ciclisti.

I ciclisti giapponesi sembrano automobilisti italiani:
Se ne fottono delle piste ciclabili (non molto migliori delle nostre, devo dire, ma sicuramente più diffuse) e se ne vanno allegri allegri sul marciapiede pure scampanellando i pedoni.
Cosa al momento per me inspiegabile dato che per strada correrebbero sicuramente meno rischi di essere investiti dai disciplinatissimi automobilisti giapponesi che un pubblico impiegato italiano di essere licenziato.