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5 dicembre 2023

Benedicat: Una Promessa Adulta e la Laicità dello Stato


L'emozione di assistere a questa Promessa scout adulta la affido completamente al canto che la mia Co.Ca. ha offerto nella chiesa del  Santuario della Madonna di Bocca di Rio la notte di sabato 2 dicembre 2023.

Non credo che sarei capace di aggiungere altre parole all'intensità di questo canto (in cui spero di non aver fatto troppi danni).

Mi sa che vi dovete accontentare.

Ok, mi direte voi: <<'sta persona ha fatto la Promessa Scout e a noi che ci frega?>>

Beh, sappiate che la Promessa Scout di un Adulto ha una valenza pubblica.

M. che, da adulta, si è imbattuta negli scout e che ha scelto di unirsi a loro non per far balotte ma per offrire un servizio educativo gratuito ai più piccoli, lavora e si spende, da cattolica, per la collettività intera.

Tra l'altro, è proprio un buon esempio di quanto la religione cattolica mantenga comunque una valenza sociale pubblica e non privata e che la libertà religiosa sia altro rispetto, ad esempio, alla libertà sessuale (cosa che ai laicisti di stato piacerebbe tanto accomunare e rendere equivalenti: pregate o scopate come vi pare ma solo DENTRO casa vostra).

La promessa di M. non è una faccenda che riguarda il Gruppo AGESCI Villanova1 o, a scalare tutti i livelli, l'AGESCI nazionale o lo scautismo mondiale.

La Promessa di M. significa che, nel tempo, centinaia di persone avranno accesso ai valori del Patto Associativo dell'AGESCI che è un documento pienamente rispondente alla Costituzione Repubblicana nella sua parte laica.

La Promessa di M. significa protezione civile, tutela dell'ambiente, presidio di legalità e tutto quello che implica la possibilità, per tantissimi giovani, di partecipare alle classiche attività scout, che, senza dettagliare, vanno dal sapersela cavare da soli passando per la responsabilità verso se stessi e i più piccoli, alla vita in Comunità. 

In una sola parola: educazione.

Ammetto di non essere entusiasta quando mi affibbiano l'etichetta onorifica di educatore scout, ma devo riconoscere che la parola è quella giusta.

Tra l'altro, questa Promessa è legata adegli ambiti educativi praticamente unici: la coeducazione in primis, roba che penso non faccia nessun altro al di fuori degli scout. 

E che assieme alla diarchia, l'AGESCI fa di default dalla sua nascita, cinquant'anni fa, altro che educazione affettiva scolastica...

La Promessa Scout di M. è un impegno civile (e scout) di impatto collettivo.

E' una scelta adulta per un servizio 'politico' alla collettività con un effetto a cascata.

Ed è una scelta cristiana.

Per cui dico grazie a nome di tutte le persone sconosciute che ne trarranno gioia, crescita, felicità, vita e conforto.


13 marzo 2019

Schicchiantamento: Montanelli, Baden Powell e un secchio di vernice rosa

Sulla nota vicenda della vernice versata sulla Statua di Montanelli a Milano ho letto un bell'articolo di Carla Panico che potete trovare qua.



Ritengo che il suo unico punto debole sia il totale rifiuto, da parte dell'autrice, della contestualizzazione storica  dei fatti che viene perentoriamente vietata.
Negli anni '30 Montanelli comprò una bambina da una famiglia durante il suo servizio militare in Africa Orientale Italiana e la usò come schiava e mai si è pentito di questa violenza rivendicandola come un fatto normale nei tempi e nei luoghi in cui fu commessa.
Uso la parola debole non con maschio paternalismo di fronte ad una femminea deficienza ma in senso tecnico perchè ad ignorare il contesto o, peggio, a stabilirne assiomaticamente l'irrilevanza, si fa poca strada.
Oltre al classico esempio dell'Imperatore Romano Adriano, passato alla storia come sovrano filosofo ed umanissimo ma meno noto come schiavista, dittatore militare e pedofilo, avviciniamoci un po' al nostro tempo e consideriamo Baden Powell, il Fondatore dello Scoutismo.
Era un ufficiale (poi generale) dell'Esercito Britannico in pieno colonialismo. Passò molti anni in servizio attivo in India ed Africa partecipando, tra l'altro, alla campagna contro i Matabele e alla guerra contro i Boeri durante la quale 25mila civili boeri morirono.



Non è necessario scendere in ulteriori dettagli per prendere coscienza dell'evidenza: la Persona che ha inventato uno dei movimenti più efficacemente pacifisti, non violenti, rispettosi dell'ambiente e fattivi attori della Parità di Genere non ha avuto un passato professionale coerente con lo stesso Scoutismo.
Dovremmo buttare vernice (rosso sangue) sulle sue statue e targhe?
Facciamo un altro esempio: già oggi esistono sufficienti prove che dimostrano la pericolosità ambientale del consumo di carne (per tacere della mobilità automobilistica a discapito di quella ciclabile), dobbiamo, quindi, rassegnarci tutti ad essere considerati dei delinquenti tra un paio di generazioni?
Ma torniamo all'articolo, il cui succo trovo pienamente condivisibile.
L'autrice invoca alleanze per spezzare il circolo vizioso del paternalismo maschilista e, nonostante la grave debolezza logica che ho evidenziato, non mi sento di rifiutare il mio aiuto a chi si oppone, ad esempio, al decreto Pillon.
Inoltre, come sostengo pubblicamente da tempo, credo che sia davvero urgente spingere sulla società civile italiana perchè prenda coscienza dei crimini coloniali e fascisti, quindi accolgo volentieri il suo appello pur rendendo esplicito che considero questa alleanza, appunto, debole, minata dalla manifesta volontà di ignorare i fatti, faccenda poco promettente in ambito scientifico e storico.
Indro Montanelli non è un campione di umanità, ma è stato uno dei massimi giornalisti italiani (il cui merito maggiore, per la Sinistra, è stato, probabilmente, essersi opposto a Berlusconi in tarda età).
E' stato anche vittima del terrorismo brigatista.
E non si è mai nemmeno pentito della sua Violenza.
Ma sempre un grande giornalista resta.
Imbrattarne la statua è segno di debolezza. La debolezza di chi prevarica ed ignora. Ossia, maschilista e paternalista (ma con altri mezzi).
Basta leggersi, che so, Barbero su Caporetto quando dimostra che fu più il contesto di arretratezza, clientelismo e feroce incompetenza a causare la disfatta rispetto alla potenza degli austro-tedeschi per capire l'imprescindibilità della separazione tra gli ambiti assoluti (stupratore era Montanelli, stupratore resta) e quelli relativi all'epoca storica (Baden Powell è stato il fondatore di un movimento benemerito per l'Umanità, nonchè soldato di uno spietato esercito colonialista). 
Ragionare in questi termini obbligherebbe a rigettare praticamente tutto il passato (e non è che del presente italico ci sia molto da salvare) in quanto contaminato di default dalla pratica millenaria della sottomissione femminile.
Non mi pare molto costruttivo, se non altro perchè andrebbero alle ortiche anche tutti i processi di emancipazione per proprietà transitiva.
Non ho l'abitudine di suggerire a terzi come perseguire meglio i propri scopi ma di sicuro non avrei trovato nulla da ridire in una azione (legale) contro i SUV parcheggiati in divieto di sosta.
Davvero qualcosa di più di un simbolo del Patriarcato maschilista degli anni 30.
Insomma, sarebbe meglio imparare dal passato, leggere il presente e cambiare il futuro piuttosto che fare qualcosa tipo lo schiaffo del soldato ad una statua di un morto.
Matera, Capitale Europea della Cultura 2019 ha donato all'umanità un termine piuttosto preciso per indicare comportamenti sopra le righe finalizzati all'apparenza piuttosto che alla concretezza: schicchiante.
Ecco, li eviterei schicchiantamenti come questi, perchè i Pillon avanzano, anche all'ombra della vernice rosa.

25 agosto 2015

#Coeducazione: una storia incompleta

Oggi pomeriggio ho dato una bella lettura a gran parte del numero 03/2015 di Proposta Educativa che recita, in copertina: Donne e uomini (non solo gente).
Questo numero della rivista associativa dei Capi AGESCI è dedicata alla Coeducazione.
A tutti i livelli, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, giovani ed adulti dell'Agesci vivono la dimensione della presenza paritaria dell'altro sesso.
Non è esagerato affermare che l'AGESCI è una delle pochissime realtà italiane e non in cui il frutto della coeducazione dall'infanzia all'età adulta è una assoluta parità di genere nei fatti prima ancora che nella teoria.
La Coeducazione e la conseguente Diarchia, sono una delle cose che più mi rendono orgoglioso del mio essere socio dell'AGESCI.
Vedere realizzato in concreto quello che è, purtroppo, ancora un sogno anche in paesi ben più evoluti dell'Italia, è fonte di gioia e serenità per il mio Servizio.
Non ho critiche da avanzare a quanto ho letto.
Penso, tuttavia, che questo sistema che dovrebbe essere la normalità assoluta ovunque e che, invece, è ancora un sistema avanzato rispetto alla media mondiale e anche europea, non è nato per caso.
Deriva da scelte coraggiose fatte negli anni 60 e 70 del secolo scorso da persone coraggiose.
Leggendo Proposta Educativa mi è venuta una curiosità.
Certo, la storia del processo che ha portato ASCI ed AGI a fondersi e a forgiare l'attuale metodo dell'Agesci è nota e non è questa la sede per ricapitolarla.
Quella che non mi è nota è la storia del NO.
Quando, nel 1974, si arrivò a proporre reparti misti, Clan/fuochi misti, non era cosa di tutti i giorni.
Ragazzi e Ragazze assieme attorno al fuoco?
Bravi ragazzi/e cattolici in route in calzoncini e maglietta nella stessa radura?
Quanti si saranno opposti all'idea?
In quanti, dentro l'AGI, l'ASCI, la Chiesa, la Società Civile avranno gridato il loro veto?
Io credo che le obiezioni, le dichiarazioni di scandalo che sicuramente ci sono state 40 e passi anni fa, sarebbero, oggi, un preziosissimo documento.
Un documento storico.
Una testimonianza di... errori.
Errori che 40 e passa anni fa abbiamo avuto il coraggio e la forza di non commettere.
E che di fronte alle nuove sfide poste dalla società del XXI Secolo, più evoluta e quindi, secondo me, ancora più adatta, per certi versi, a raggiungere la completezza del complesso messaggio di Amore del Vangelo, sarebbe quanto meno singolare commettere oggi.
La Carta del Coraggio non mi ha certo entusiasmato ma certe critiche mi sembravano provenire, appunto, dal cuore degli anni 60 e 70 del secolo scorso.
Io credo che siano stati molto più coraggiosi coloro che adottarono la Coeducazione e la Diarchia nell'Italia degli anni 70 che quelli che vorrebbero ora per forza equiparare in un'unica Torre di Babele tutte le forme di affettività possibili (e lo scrivo da sostenitore delle nozze omosessuali).
Ma, d'altro canto, non posso fare a meno di notare come la naturale caduta dei pregiudizi sessuali sia ferocemente avversata ben oltre la razionalità come le cronache raccontano.
E mi chiedo: 
"Ma, quarant'anni fa, come abbiamo fatto a fare questo gigantesco balzo se oggi abbiamo paura di fare un passettino?"