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17 febbraio 2023

PQ17 CONVOGLIO PER L’INFERNO (Per salvare Stalingrado)



Per Salvare Stalingrado.

Si intitola così il primo capitolo di questo saggio su una storia misconosciuta e dolorosa.

Quella dei convogli artici per rifornire l'Armata Rossa di Stalin.

Ho già scritto qui del supporto militare americano alla Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

I convogli artici furono la parte più terribile di questo immenso sforzo di soccorso da parte degli americani.

Navi ed uomini dovevano lottare prima contro la Natura, solo dopo contro i nazisti.

Il mare era spesso in burrasca e ricopriva le navi con ondate implacabili bagnando i marinai di guardia con l'acqua fredda del Polo. E guai a cascarci dentro: l'acqua gelida dell'Artico uccideva in secondi, piuttosto che in minuti, gli sfortunati naufraghi. Bisognava scansare gli iceberg oltre che i siluri degli u-boot. Durante l'estate, poi, il sole non tramontava mai e gli attacchi aerei della Luftwaffe potevano proseguire per quasi 24 ore al giorno.

Oltre alla Natura ostile, ovviamente, i convogli dovevano combattere i Nazisti:

sommergibili, bombardieri, aerosiluranti, mine ed anche l'incubo di veder piombare le navi tedesche di base nei porti norvegesi.

Il convoglio che subì le perdite maggiori fu, appunto, il PQ17, partito il 27 Giugno del 1942: di 34 navi mercantili partite, 23 furono affondate nelle  letali acque del Mar Glaciale Artico.

Delle 200mila tonnellate di armi, munizioni, cibo, carburante, aerei trasportate dal convoglio, ai russi ne arrivarnono solo 70mila.






Uno degli autori del libro era lì, a bordo di un peschereccio convertito in nave scorta di fortuna. 

E ha raccontato la sua guerra. 

Ma non solo la sua.

Ma come mai i tedeschi furono così abili nel distruggere il convoglio?

La tragedia ebbe una causa precisa: un errore umano.

Il Primo Lord del Mare Dudley Pound, ossia il capo della marina inglese, credette che la corazzata tedesca Tirpitz fosse uscita dal suo rifugio nella Norvegia settentrionale diretta ad intercettare il convoglio le cui scorte non sarebbero mai state all'altezza della nave da battaglia nazista: una tigre lanciata contro un branco di pecore difese da qualche cane bassotto.

Ordinò, quindi, la dispersione del convoglio: la Tirpitz non avrebbe potuto affondare tutte le navi disperse.

Fu un tragico errore. 

Prima di tutto perchè la Tirpitz non era in caccia.

E poi perchè il sistema del convoglio si era dimostrato efficace per respingere gli u-boot e gli aerei tedeschi.

Le navi, disperse, furono facile preda di aerei e sommergibili nazisti.

E fu una strage.

I naufraghi, poi, furono sottoposti ad una prova durissima e in tanti persero arti per congelamento.

Eppure i convogli continuarono ad arrivare per soccorrere i russi.

Per salvare Stalingrado.

E vincere i nazisti.






8 febbraio 2020

La Grande Guerra Patriottica dell'Armata Rossa di David Glantz e Jonathan House



Dopo la caduta dell'URSS una gran quantità di documenti ufficiali relativi alla Seconda Guerra Mondiale diventarono di dominio pubblico.
Fu una vera manna per gli storici occidentali che si erano dovuti basare su fonti tedesche e sulla memorialistica sovietica infarcita di propaganda e ben poco attendibile.
Non che certi 'memoriali' tedeschi fossero obiettivi ed asettici...
Una nuova generazione di storici occidentali ha potuto migliorare di molto la conoscenza su quella che è stata la più gigantesca campagna terrestre della Storia: la resistenza prima e la vittoriosa controffensiva poi del Popolo Russo all'invasione nazista della Russia.
Purtroppo in Italia di questi nuovi lavori è arrivato ben poco.
Si sa: la modernità è riservata ai popoli anglosassoni.
Comunque "La Grande Guerra Patriottica dell'Armata Rossa" di David Glantz e Jonathan House è stata tradotta nella lingua di Dante e me ne sono procurato una copia (cartacea, ahimè).
Penso che sia il miglior testo sulla Storia della Seconda Guerra Mondiale sul Fronte Orientale.
Battaglie, date, ferocia, disumanità non sono descritti meglio di altri libri.
Quello che non ho trovato altrove è la descrizione dell'evoluzione dell'Armata Rossa.
Nei libri più datati l'Armata Rossa perde perchè presa di sorpresa e mal guidata da Stalin, vince perchè sommerge col numero e col coraggio i nazisti invasori (tra cui ci siamo anche noi: prima di essere vittime, gli italiani dell'ARMIR sono stati invasori, è un semplice dato di fatto).
Questo testo racconta tutta un'altra storia.
Racconta di come l'Armata Rossa sia cresciuta più nella Competenza, nelle capacità organizzative e logistiche, nelle tattiche, nell'addestramento che nel numero.
I Sovietici impararono, Stalin incluso. 
Lezioni che costarono loro 30 milioni di morti, ma impararono.
Dove concordo solo parzialmente è sulla preminenza assegnata all'Armata Rossa nella sconfitta di Hitler rispetto agli alleati occidentali.
Del resto gli autori si contraddicono: all'inizio del 1945, secondo le loro stesse indicazioni e cifre, l'Armata Rossa era allo stremo delle forze, con gran parte delle divisioni formate da 2000 uomini invece che 12000. 
Successivamente, quando esaminano la questione, affermano che senza l'aiuto materiale USA (al di là, quindi, del contributo bellico diretto degli americani, parliamo, dal 1942, di migliaia di aerei, carri armati, ma soprattutto camion e veicoli, benzina, divise, cibo) i russi sarebbero arrivati a Berlino lo stesso, magari con 18 mesi di ritardo.
Fuori tempo massimo direi. Il ritmo di perdite dell'Armata Rossa, se prolungato anche solo di un altro anno avrebbe costretto Stalin a decisioni ben diverse rispetto alla sanguinosa avanzata nel cuore della Germania dopo aver liberato la Russia dall'Invasore.
Di fatto, senza l'Armata Rossa gli USA avrebbero comunque vinto la guerra (ricordo ai miei pochi lettori che la Germania non aveva un programma nucleare serio, gli USA sì).
Secondo gli autori, senza l'aiuto Occidentale, l'Armata Rossa avrebbe sanguinato molto di più e probabilmente non sarebbe riuscita a cacciare i tedeschi dalla Russia prima del 1946.
Al netto di un dettaglio: nei loro calcoli gli autori considerano gli aiuti USA ai Sovietici ma non cosa avrebbero potuto fare i nazisti con  le forze impegnate ad Occidente sul Fronte Orientale: per esempio, anche solo considerando l'assenza dei massicci attacchi aerei USA sulla Germania, i 10mila cannoni della flak da 88 usati per contrastare i bombadieri USA sarebbero stati schierati ad Est come cannoni anticarro per non parlare delle migliaia di intercettori (e dei nuovi jet) che sarebbero stati anch'essi spostati ad est...
Il resto è pura speculazione calcistica: il contributo Sovietico fu enorme, essenziale, ma di sicuro non esclusivo.
Consiglio vivamente la lettura ad appassionati e anche a profani che vogliano conoscere come andarono le cose al di là delle due righe che si ricordano dai tempi del sussidiario.
Il testo è corredato da qualche foto, moltissime tabelle di grande interesse e tante mappe dettagliate e chiare.