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31 maggio 2025

Male di miele (di Hamas)




Premessa:

Sono a favore della soluzione due popoli, due stati.

Se qualcuno volesse chiedermi come ci si arriva direi che il mio esempio iniziale è questo qua.

Sappiate che non apprezzo i coloni e gli ultrasuperturbo ortodossi che non fanno manco il militare e mandano altri a coprire i propri soprusi.

Trovo oscena ogni ipotesi di deportazione della popolazione palestinese da Gaza.

Non ho una sola parola da dire a favore dei governi israelini dopo quello di Barak.

Su quello che succede oggi laggiù non intendo parlare, non perché non abbia una mia opinione, non perché non abbia voglia di condannare (come ha fatto meglio di me Liliana Segre) i crimini di guerra di Israele.

Ma perché c'è pochissimo da dire stante l'attuale clima di caccia alle strghe che farebbe apparire moderato il maccartismo.

Se non avete voglia di dare un occhio al link o se pensate che quello del 7 Ottobre sia stato un atto di resistenza e non uno di genocidio (vero) lasciate perdere.

Vi auguro il meglio ma auguro a me stesso di avere il meno a che fare possibile con voi. Non perché siete cattivi, ma perché vedete un ponte dove c'è un crepaccio e capirete che non è saggio stare sull'autobus con uno di voi alla guida …

Fine della premessa.

Quindi io, italiano, ho pochissimo da dire/fare sulla situazione di Gaza, di cui non parlerò: ci sono già tantissimi che sanno farlo meglio di me.

Parliamo di noi, invece.

Di noi italiani/europei di sinistra e progressisti.

E magari pure ambientalisti.

Ecco la mia tesi:

la questione palestinese sta devastando, oltre che milioni di vite laggiù, decine di milioni di vite quaggiù distruggendo l'essenza di una proposta politica riformista e progressista.

La cosa si sposa perfettamente con il mancato supporto alla resistenza ucraina e anche al silenzio su tutto il resto del sangue sparso per il mondo. 

Proprio oggi: la guerra in Sudan è un fatto sconosciuto ai più ma il  relativo conto del macellaio è esorbitante.

Non mi riferisco all'antioccidentalismo genetico e viscerale che addossa i mali del mondo ai paesi liberi, ma a un livello successivo.

Quello della scorta a Liliana Segre, dei cartelli discriminatori sui negozi, della violenza fisica contro studenti ebrei.

Partiamo da rifiuto della Storia, non solo quella del conflitto arabo israeliano in cui prevale una narrazione basata su fatti scelti ad hoc escludendo il contesto (e, ovviamente, gli altri fatti non coerenti con la narrazione di cui sopra).

Ma proprio della stessa Storia d'Italia. Ormai non si riconosce nemmeno la banalità del dato di fatto di come l'Italia sia stata liberata dai nazifascisti. Anche questa è narrazione e guai a far notare che gli alleati non facevano certo passare convogli di viveri per la Germania e che l'Italia è stata liberata a furia di bombardamenti, artiglieria, carri armati e città rase al suolo. 

A questo punto sottolineo alcuni punti fondamentali:

Il rifiuto del dato storico e l’accettazione acritica delle narrazioni ideologiche:

Che cos'è accaduto in Terra Santa dal 1917 ad oggi non è roba interpretabile. 

E' Storia ben documentata che, però, è completamente ignorata, sia che si tratti dello slogan 'non è cominciato il 7 ottobre nel 1948' (che a rigore sarebbe il 1947), sia che si tratti del ritiro da Gaza del 2004: i fatti sono regolarmente ignorati né più né meno di come fanno i novax.

Poi non vi lamentate quando i fascisti fanno il saluto romano in piazza perché anche loro interpretano a modo loro una storia invece chiarissima. Se i fascisti di oggi sapessero che fine hanno fatto i fascisti di ieri per colpa dei capi fascisti dell'epoca di fascisti oggi ce ne sarebbero molti meno. 

Al momento, la sinistra effettua una selezione mirata di fatti che supportano la tesi precostituita, ignorando tutto il contesto e agendo in base ad una narrazione autocostruita.

Vale per Israele come per l'Ucraina. Non vale per il Sudan (che evidentemente non esiste), e vale anche per lo Yemen, Taiwan e la Corea. Memoria selettiva. E pure falsa.


L'inefficacia dell'azione politica della Sinistra:

come mai diritti, lavoro, innovazione, ambientalismo, cavalli di battaglia di questa Sinistra, segnano il passo?

Temo che una gran parte della causa sia proprio nell'incapacità politica della Sinistra che applica a queste faccende gli stessi criteri che applica ad Hamas. Su, compagni, se voi trattate le questioni della scuola, del lavoro e dei diritti con lo stesso occhio antiscientifico con cui vi approcciate alla storia della questione Palestinese non credo che farete fortuna. Ah, non ne state facendo da un po'? Strano ...

L’abbandono delle donne e la normalizzazione dell’integralismo.

Già, perché quello che Hamas ha fatto alle donne israeliane il 7 Ottobre non ha riconoscimento alcuno tra le femministe nostrane con un atteggiamento suicida e giustificazionista degno del miglior patriarcato da barzelletta. 

Per non parlare di quello che Hamas ha fatto, fa e farà alle donne palestinesi. 

Il tutto per dar contro agli ebrei.

Sagaci.

Ma anche prima del 7 Ottobre c'era poco da stare allegri. Il femminismo si è completamente arreso al patriarcato (ma solo quello islamico però). Ve le ricordate le donne afghane? E quand'è stato che in Afghanistan le donne potevano andare a scuola eccetera? Facciamolo un piccolo sforzo di memoria. Ma anche questa memoria è ad orologeria.

Prima viene l'antioccidentalismo. Poi nulla, poi nulla, poi ancora nulla. Poi vengono i diritti delle donne palestinesi yementite iraniane afghane ... Immigrate in Italia? (cit.)

I diritti civili sacrificati

Ma non ci sono solo le donne. Abbiamo anche il diritto di voto, i diritti delle persone LGBTQ+, i diritti dei bambini all'educazione, il diritto di parole e di pensiero. Tutto abdicato per sostenere l'antisionismo (su cui non dico nulla perché ho promesso di non parlare di quella tragedia lì).

Anche in Occidente se i diritti umani sono messi al di sopra di religioni e cultura si rischia l'accusa di fascismo (sic.).

Anche in questo caso prima l'antioccidentalismo, poi nulla poi eccetera idem come sopra.

Conclusioni:

In Israele un sacco di gente è contraria a Netanyahu e al suo governo e pure alle colonie e ovviamente alla Guerra. 

Non due o tre. 

Milioni.

Quindi se, come me, siete contro Netanyahu e il suo governo e pure alle colonie e ovviamente alla Guerra, siete in compagnia di milioni di Ebrei Israeliani e Arabi Israeliani.

Il problema non è protestare contro Israele, ma non aver mai protestato contro l'Hamas di turno.

Nemmeno contro i missili degli Houti (e Israele non mi risulta abbia mai occupato lo Yemen).

E gli israeliani lo sanno.

L'ABC del pacifismo è nel mettersi nei panni degli altri per individuare una via di mediazione. Ma 'sta faccenda proprio non trova cittadinanza da queste parti. Anni fa, il Clan del mio gruppo scout è andato in Terra Santa e nell'ambito delle attività preparatorie in cui sono stato coinvolto solo di striscio mi è capitato di parlare con un italo israeliano. Il suo punto di vista (ormai datato) è che dopo il ritiro israeliano da Gaza, (già, questo fatterello  è uno dei più pervicacemente ignorati) che cosa ha avuto Israele in cambio? Missli, razzi, sangue e guerre. Quindi, che incentivo hanno gli israeliani alla nascita di uno stato palestinese in Cisgiordania se le premesse sono queste?

Insomma, tutto 'sto sbandierare pace gronda sangue (ebraico e soprattutto palestinese) fino alla falda acquifera.

Non c'è niente di utile (se si volesse la pace, cosa in cui non credo più) nel proporre costantemente, ad orecchie israeliane, la distruzione di Israele. E non è una questione di minoranze estreme ma di maggioranze silenziose che non si oppongono, che so, alla persecuzione dei cittadini italiani di religione ebraica (a Torino siamo arrivati alle botte).

Si parla di soluzione a 2 stati mentre le azioni suggerite dagli slogan puntano alla distruzione di Israele e a un secondo olocausto e basta (dal mare al fiume questo significa). Ma anche se la soluzione a due stati fosse quello che si ha nel cuore (e francamente, dopo gli attacchi a Liliana Segre, non ci credo) nessuno pone la questione centrale che la tragedia di Gaza dimostra come irrinunciabile nel momento in cui si dovesse chiedere agli israeliani un ritiro dalla Cisgiordania (e, finalmente, una volta per tutte, da Gaza): che succede se dallo stato palestinese partono attacchi ad Israele? 

Senza una risposta a questa domanda le premesse sono inutili.

E che cosa ci resta, quindi?

Ci resta una Sinistra che a parole è contro ma nei fatti agevola patriarcato, omofobia, antisemitismo pur essendo convintissima di essere in antitesi rispetto a tutto ciò.

Ci resta una catastrofe culturale che non solo è ben evidente nei risultati elettorali e nei sondaggi, ma che è anche evidentissima nel livello del dibattito e nei risultati concreti portati dalle istanze riformatrici inquinate da antisemitismo e simpatie (di fatto) per le autocrazie.

E quindi?

E quindi niente.

Queste parole sono state scritte per un unico scopo: testimonianza per il dopo.

Dopo le macerie.

Quelle di Gaza e quelle morali da queste parti:

La Pace non ammette ignoranza.

21 ottobre 2023

Contro il Patriarcato ma "Su Gaza la penso come Hamas" (cit.). Missione Fallita.

Sulla mia timeline IG le più filo-Hamas (col dito sul grilletto social già sabato 8 ottobre) sono giovani donne istruite, femministe, impegnate nella tutela dei diritti delle persone LGBTQ+ e nella difesa dell'ambiente.

Beh, è interessante che, come i fatti della strage e degli stupri di Nova Music Festival dimostrano, a manifestare per Hamas siano le sue vittime designate.

Ed è evidente che questo abbia delle implicazioni sul futuro della _nostra_ società.

Implicazioni sull'efficacia della propaganda totalitaria? Può darsi.

Implicazioni sull'antisemitismo ormai a livello anni '30?

Sì, anche.

Ma ce n'è almeno una terza che è, invece, certa:

con questə attivistə il Patriarcato può dormire sonni tranquilli.

Povere le mie figlie!

E' ovvio che si deve chiedere la fine dei bombardamenti su Gaza. 

(E proporre contemporaneamente una terapia per il Cancro Hamas)

Ma 1 secondo dopo aver chiesto la liberazione degli ostaggi e la consegna alla giustizia degli stupratori e degli assassini di Hamas. Senza questo passaggio la condanna delle azioni di Israele su Gaza è solo antisemitismo travestito da umanitarismo. Inutile dire che delle donne stuprate e assassinate, dei bambini assassinati e delle grida di giubilo dei macellai di #Hamas non c'è traccia nei post delle donne di cui sopra.

E nemmeno c'è traccia di indignazione per le vittime dell'Ospedale di Gaza, ormai quasi certamente uccise dalla Jahd Islamica. 

Auguri per il medioevo omofobo e misogino a cui si sta attivamente contribuendo.



 

22 maggio 2021

La Guerra degli italiani per Gaza: vincitori e vinti (in Italia)



La tregua regge.
Ma qui non voglio parlare tanto di Hamas o del Governo Israeliano.
Ovviamente, è obbligatorio, dati i tempi che corrono, esprimere il banale disgusto per le politiche del governo israeliano.
Una premessa formale per zittire i pacifinti, le cui parole fanno già abbastanza danno che farmi perdere tempo a dimostrare che sono disgustato anch'io dalle violenze sui bambini, dallo sradicamento degli ulivi, dalle umiliazioni, dalle prevericazioni, dalle ingiustizie e dalle discriminazioni persino sui cittadini arabo israeliani.
Sfortunatamente, togliendosi dal microscopio della propaganda e usando, invece, gli occhi, non è altrettanto obbligatorio esprimere le stesso disgusto per Hamas, Hezbollah, Assad o i Pasdaran degli Ayatollah.
Delle torture di Hamas, delle esecuzioni, dell'uso dei civili come strumento di propaganda, quindi, vorrei parlare il minimo indispensabile. 
Parliamo di noi, cari Compagni.
Parliamo delle già perse prossime elezioni politiche.
Nemmeno medici senza frontiere ha ritenuto di spendere due parole sui milioni di civili israeliani su cui sono stati lanciati migliaia di razzi.
E nemmeno sulle centinaia di razzi di Hamas che sono ricaduti su Gaza facendo non si sa quante vittime.
Ho visto ignorare le vittime israeliane perchè erano di meno, ho anche visto un terribile elenco di bambini palestinesi assassinati da quella joint venture Hamas-Governo Israeliano che è diventata la periodica carneficina a Gaza (più o meno tutte le volte che fa comodo contemporaneamente a entrambi i governi) e tacere sul bambino israeliano macellato dai razzi.
Come se i bambini ammazzati fossero diversi: evidentemente, è ancora vero che la carne di un bambino ebreo vale meno di quella di maiale.
L'ultimissima è la supposta 'slealtà' del conflitto asimmetrico. 'Eh, ma gli israeliani hanno iron dome e i bunker'. Oltre ad essere una boiata di per sè (ve li immaginate i soldati dell'Armata Rossa arrivati a Berlino ritirarsi 'perchè i tedeschi sono di meno e senza più aviazione, non sarebbe leale: compagni, si torna a Stalingrado!') è anche una inconsapevole manifestazione di razzismo, come se i soldati di Hamas non fossero sufficientemente coraggiosi o intelligenti (mentre i dati di fatto dimostrano il contrario, tanto di cappello alla loro sanguinosissima e spietata strategia).
Bravissimi i portuali che si sono rifiutati di caricare sulle navi armi dirette a Israele. E le componenti dei razzi di Hamas? Qualcuno si è mai rifiutato di consegnarli?

Terribile l'assedio a cui è sottoposta la popolazione palestinese di Gaza. 

Ma questi razzi di Hamas a Gaza li teletrasportano?

Oppure sono fabbricati letteralmente sottraendo ossigeno agli ospedali?

Che poi, so' quarant'anni almeno che questo atteggiamento è stato sempre controproducente, ma imparare dagli errori no?

Credo che basti, inutile dilungarsi in merito.

Torniamo alle elezioni politiche.

Dov'è il pacifismo in quello che il popolo di sinistra ha detto e fatto in questi dieci giorni? Mi è pure toccato di leggere un sondaggio su chi avesse 'ragione' in pieno stile 'forum' di Canale 5.

Dov'è l'empatia, la visione di un futuro possibile?

Dov'è il diritto?

Vedete, la Meloni vincerà perchè non vende merce falsa.

Certo, propugna una dottrina terribile fatta di odio e sopraffazione.

E non va in giro a dire che fa il tifo per le ONG che salvano i migranti

La Sinistra perderà perchè  va in giro con le bandiere arcobaleno, peace and love, ma sparge odio e morte.

Nonostante qualche fievole segnale di inversione di tendenza il dato di fatto è che si prendono le parti di Hamas, non che si lavora per la Pace.

Incapace di empatia se non atrocemente selettiva, sbandiera una volontà di gestire la complessità mentre nella pratica non è nemmeno capace di riconoscere i reali confini della Guerra di Gaza, che arrivano ben oltre il Tigri...

La Meloni (e il suo arrugginito predecessore) vincerà perchè predica un odio vero, non un amore falso come chi ha passato gli ultimi dieci giorni a spargere un odio verissimo.

E gli italiani preferiranno comunque votare un originale che una copia ipocrita e semifunzionale.

Vi lascio qualche esercizio se avete voglia di meditare:

Di fronte ai circa 25mila morti israeliani e 100mila arabi dal 1947 al 2021 (ossia in poco più di 70 anni, 1785 vittime all'anno)  vi invito a manifestare proporzionata indignazione per faccenduole quali:

  • Guerra civile in Siria: 500000 morti, 3 Milioni di Feriti in 10 anni: 50000 vittime all'anno: 28 volte più letale e in 1/7 del tempo. A Putin ed Erdogan non avete da dire niente?
  • Guerra civile in Libia: 70000 morti sempre in 10 anni;
  • E lo Yemen? E il Sahel? E il Burkina Faso?



PS: 


Una Pace in Medio Oriente non ci sarà mai finchè non si interverrà ad Istanbul come a Teheran, a Damasco come al Cairo: inutile cercarla tra Gerusalemme, Gaza e Tel Aviv: lì non c'è.

PS2: 

Tra i miei contatti conosco una sola persona che abbia preso a cuore la tragedia siriana più in fatti che a parole e ha la mia completa ammirazione.

Nota del 20210601: 

Un piccolo appunto come promemoria. Fonte Wikipedia. Dei 4360 razzi lanciati da Hamas 'solo' 3700 sono arrivati su Israele di cui il 90% intercettati da Irondome. Quindi su Israele sono caduti 370 razzi  lanciati esplicitamente ed esclusivamente contro civili (per loro fortuna quasi sempre ben protetti da bunker) che hanno ucciso 12 persone di cui 2 bambini che, oscenamente, non sono stati quasi mai inclusi nell'elenco delle vittime riportato sulla stampa mainstream. Di fatto,  660 razzi lanciati da Hamas sono caduti sui civili palestinesi nella striscia di Gaza, privi di qualsivoglia protezione. Le  ovvie considerazioni in merito le lascio ai tifosi pacifinti, io mi fermo a chi ha stilato un elenco di vittime di guerra disumanamente parziale ed è cieco di fronte alle vittime palestinesi di Hamas

3 agosto 2014

Prospettiva dal Cancello della Morte: Auschwitz-Birkenau e Gaza

La cosa che mi ha sconvolto di più, lo dico subito, è stato un plastico, un modellino.
Non i capelli, nè le scarpe dei bambini, nè gli occhiali.
Ma il plastico della camera a gas.


Centinaia di persone nude, ammassate al buio in una stanza grande quanto una tavernetta o poco più.
Poi, lo Zyklon B e mezz’ora di agonia tra urla, vomito, feci, urina, panico, calca e terrore.
Il plastico.
Non intendo parlare qui della mia visita ad Auschwitz, ma dell’impressione che ne ho ricavato riguardo il conflitto tra Arabi ed Israeliani ed il ruolo della Sinistra Italiana come focolaio di guerra e non di pace.
Il Popolo Palestinese ha diritto a vivere in pace in territori dai confini sicuri e certi esattamente come quello Israeliano.
Israele opprime da lustri il Popolo Palestinese e ha commesso e sta commettendo innumerevoli atrocità contro civili inermi, questo ognuno lo sa.
Ma Hamas è figlio della violenza dell’occupante israeliano.
Ma l’Occupazione della Cisgiordania e di Gaza è figlia, a sua volta, di tre guerre di aggressione genocide subite da parte israeliana, guerre di aggressione da cui Israele è uscito vincitore: 47-48, Guerra dei Sei Giorni, Guerra del Kippur.
E le guerre di aggressione subite da Israele sono figlie della Spartizione della Palestina, figliastre di una politica coloniale britannica a dir poco ambigua e cerchiobottista e…
Dell’Olocausto.
Figlio, a sua volta, non della follia di un uomo solo.
Ma di un sistema di Sterminio di cui tutta l’Europa ha gradi differenti di responsabilità.
Se ritenete utile  definire porci assassinigli israeliani, dedicate, però, per non essere, come dire, ‘sproprozionati’, termine di gran voga ultimamente, qualche seria bestemmia anche (a seconda della vostra età anagrafica) ai vostri genitori/nonni/bisnonni plaudenti o acquiescenti alle abominevoli leggi razziali in vigore nell’Italia della ‘brava gente’.
Quello che succede a Gaza o e successo il giorno di Yom Kippur del 1973 è soprattutto colpa loro.
Ma torniamo a noi.
Non si risolverà la questione Palestinese finchè non si comprenderà il peculiare punto di vista Israeliano: il terrore delle camere a gas.
Non sto dicendo che gli ebrei d’Israele sono giustificati nelle loro azioni militari contro i Palestinesi, tutt’altro.
Faccio mie, su questo, le parole di Moni Ovadia e di Daniel Barenboin: non esiste soluzione militare.
Sto dicendo, in breve, che secono il punto di vista di chi non ha visto sei milioni di propri correligionari gassati dai Nazisti (quindi di gran parte dell’Umanità), non sono razionali.
E’ vero, Hamas lancia missili da scuole ed ospedali e a volte ce li immagazzina dentro.
Ma questa non è una ragione sufficiente per bombardare scuole ed ospedali.
E’ vero, Hamas usa i soldi degli aiuti internazionali per costruire tunnel per attaccare Israele e la popolazione di Gaza come scudo  e carne da cannone, ma questa non è una ragione sufficiente per macellare migliaia di innocenti, non è una ragione valida neppure dal punto di vista militare, figuriamoci da quello umano.
Israele sta commettendo efferati crimini di guerra in piena complicità con Hamas e con probabile suo vantaggio, dato che il fine di Hamas è Hamas, non di certo il benessere dei palestinesi.
E non può affibbiare tutta la responsabilità delle stragi a questa organizzazione esecrabile ma con cui si deve venire a patti, prima o poi.
Israele può difendersi senza far strage di civili, come dimostra il terribile muro nella West Bank che rende la vita dei Palestinesi un inferno, ma che almeno resta vita e non morte per rappresaglia agli attentati e alle incursioni.
Lo so, Iron Dome, lo scudo antimissile israeliano, funziona relativamente solo se il numero di razzi lanciati da Hamas è opportunamente ridotto dai raid dell’aviazione, ma non vedo ragione di condurre una campagna così sanguinosa se non per il motivo di cui sopra: il terrore delle camere a gas.
E di questo, noi tutti, che torniamo alle nostre case senza missili in arrivo sul collo, dobbiamo tenere conto.
Noi dobbiamo tirarci fuori dal rimpallo di responsabilità tra cause ed effetti e dal tifo organizzato. 
Il linguaggio dell'odio usato sul web è solo benzina sul fuoco che spinge letteralmente la maggioranza degli israeliani moderati nelle braccia degli estremisti ad un gioco del tanto peggio tanto meglio di cui tutti faremo le spese: oggi la gente di Gaza, i Palestinesi ed anche gli israeliani bersagliati dai razzi. Ma, con i califfati che spuntano come funghi sulle rive del Mediterraneo, anche noi poveri illusi di italiani ci troviamo con la guerra alle porte.
L’ipocrisia della Sinistra Italiana su Israele e Palestina è così gigantesca che se la si potesse trasfromare in voti Bertinotti sarebbe presidente della Repubblica e Vendola Primo Ministro.
Quasi duecentomila morti in Siria in tre anni, anzi, nelle stesse ore dell’ennesima guerra di Gaza in Siria morivano multipli delle persone macellate a Gaza nel più assordante silenzio di chi ora non ha altro fiato per urlare la legittima indignazione per il massacro di innocenti perseverando sul silenzio riguardo le azioni di Hamas.
Per non parlare della Libia, dell’ Iraq e...
Chi paragona Hamas ai partigiani italiani dovrebbe porsi una semplice domanda: gli risulta che i partigiani italiani evitassero di proposito scontri coi soldati nazifascisti per attaccare esclusivamente ed esplicitamente la sola popolazione civile tedesca?
Domanda retorica.
Hamas lancia missili esclusivamente ed esplicitamente contro case, scuole ed ospedali di Israele.
Hamas, nel 2014 ancora, proclama la necessità della distruzione del nemico sionista.
Hamas, con la massima tranquillità e trasparenza, parla di una tregua di durata decennale finalizzata esclusivamente all’acquisizione degli strumenti adatti a sterminare gli israeliani e chiede ad Israele di togliere il blocco da Gaza per poter fare con comodo i propri affari.
Un po’ come fanno i nostri pacifinti.
Devo davvero tradurre in italiano cosa significa la frase “distruzione del nemico sionista?”
Il plastico di cui parlavo all’inizio.
Lo sterminio della popolazione ebraica di Israele.
Tutte le volte che un israeliano medio, che manco odia gli arabi ed è magari stanco di vedere i propri figli e fratelli scannati o di rifugiarsi dai missili, non può che accettare il “tanto peggio tanto meglio” di fronte all’isolamento a cui è spinto dall’antisemitismo dell’Europa Occidentale.
Patria dei volenterosi carnefici macchinisti ed affini di Hitler (eccetto i danesi, gli unici a dire NO).
Perchè Israele legge nella corrente campagna di odio a senso unico l’unica parola che sa leggere: Olocausto.
Alla fine cosa intendo dire?
Come non giustifichiamo un drogato violento per la sua infanzia di degrado ed abusi, ma ne comprendiamo le motivazioni, così io non giustifico le stragi di innocenti ed il sangue sparso da Israele ma ne comprendo bene le origini.
Perchè le ho viste coi miei occhi ad Auschwitz.
Si dovrebbero far sforzi per la Pace, non contro Israele.
L’Israele frutto della vittoria in guerre di aggressione e sterminio iniziate dagli Arabi.
L’Israele che si è ritirato da Gaza nel 2005 e che ha messo il blocco nel 2007 (e nel frattempo? Cosa è successo in quasi due anni ai questa fetta di Palestina nè occupata nè assediata?)
Le opinioni pubbliche mondiali dovrebbero puntare ad isolare gli estremisti, non a rendere inevitabile la guerra e la distruzione anche agli occhi dei moderati.
Ed il movimento di opinioni attuale che nega la Storia ed è cieco non solo di fronte ai missili di Hamas ed al suo regime di terrore nei confronti degli stessi Palestinesi ma anche  di fronte alle stragi Siriane, Libiche, Irakene non può che contribuire alla strage.
Sarebbe davvero bello che l’Europa raccogliesse il fardello delle proprie responsabilità ed inviasse un contingente di Pace in Palestina.
Per difendere sì i palestinesi.
Ma anche gli israeliani: siamo sicuri che sia il caso di mandare soldati tedeschi a cercar missili e bombe nei tunnel?
Perchè di questo si tratta: proteggere la popolazione palestinese nel West Bank, proteggere quelle colonie che non saranno sgombrate come quelle di Gaza e… dar la caccia ad Hamas a Gaza.
Pensateci la prossima volta…
La prossima volta che condannate l’uno ed assolvete l’altro. 
Perchè il colpevole assolto non ritornerà sui suoi passi.
L'antisemitismo dell'Europa Occidentale è un macigno sulla Pace. 
Quasi una pietra tombale.
Scrive Daniel Barenboim:
Scrivo queste parole come titolare di due passaporti, israeliano e palestinese. Le scrivo con il cuore affranto, mentre i tragici eventi di Gaza nelle ultime settimane hanno riconfermato il mio profondo convincimento che non può esserci una soluzione militare al conflitto israelo-palestinese. Non è questo un conflitto politico, bensì umano, tra due popoli che nutrono la medesima, e in apparenza irriconciliabile, convinzione di avere diritto esclusivo allo stesso minuscolo lembo di terra. Ed è proprio perché si è trascurato questo particolare in tutti i negoziati che ogni tentativo per trovare una soluzione al conflitto fino ad oggi è fallito. Anziché riconoscere la vera natura del conflitto, e risolverla, le due controparti hanno cercato soluzioni facili e veloci. Sfortunatamente, non esistono scorciatoie se si vuole arrivare a una soluzione. La scorciatoia funziona solo quando conosciamo bene il territorio che attraversiamo — ma in questo caso nessuno possiede quella conoscenza, proprio perché il nocciolo e l’essenza del conflitto rimangono entità sconosciute e inesplorate. Provo profonda partecipazione per il terrore in cui vivono oggi i miei concittadini israeliani: il rombo continuo del lancio dei razzi, il timore di venire colpiti o di veder dilaniati i propri cari. Ma provo altrettanta e profonda compassione per la sorte dei miei concittadini palestinesi di Gaza, che vivono nell’angoscia e piangono le loro perdite spaventose giorno dopo giorno. Dopo decenni di devastazione e morte da una parte e dall’altra, l’odierno conflitto ha toccato un livello di efferatezza e di disperazione fino ad ora inimmaginabile. Mi azzardo quindi ad avanzare una proposta: che non sia proprio questo il momento migliore per cercare una vera soluzione al problema? Certo, il cessate il fuoco è indispensabile, ma non basta. L’unico modo per uscire da questa tragedia, l’unico modo per evitare nuove tragedie e nuovi orrori è proprio quello di sfruttare la disperazione del momento e costringere tutti a parlarsi. Non ha senso che Israele si rifiuti di negoziare con Hamas o di riconoscere il governo di unità nazionale. No, Israele deve ascoltare quei palestinesi che vogliono parlare con un’unica voce. La prima risoluzione da raggiungere è un accordo comune sul fatto che non esiste più l’opzione militare. Solo allora si potrà cominciare a discutere di una soluzione equa per i palestinesi, che aspettano da decenni, e della sicurezza di Israele, anch’essa sacrosanta. Noi palestinesi ci aspettiamo una soluzione giusta, altro non chiediamo che giustizia e gli stessi diritti garantiti a ogni popolo sulla terra: indipendenza, autodeterminazione, libertà e tutto ciò che ne scaturisce. Noi israeliani vogliamo vederci riconoscere il diritto a vivere sullo stesso territorio. La spartizione della terra potrà farsi solo dopo che i due contendenti avranno non solo accettato, ma profondamente compreso, che possono vivere uno accanto all’altro, non volgendosi le spalle. Alla base stessa di un riavvicinamento da tanto tempo auspicato si avverte il desiderio di condividere gli stessi sentimenti di empatia e di compassione. A mio parere, la compassione non è solo il sentimento che nasce dalla comprensione delle esigenze dell’altro, a livello psicologico, bensì incarna un vero obbligo morale. Solo attraverso lo sforzo di capire la tragedia dell’altro potremo muovere i primi passi gli uni verso gli altri. Nelle parole di Schopenhauer: «Nulla ci ricondurrà così celermente sul sentiero della giustizia come l’immagine mentale del dolore, del lutto e delle lacrime del perdente». In questo conflitto, siamo tutti perdenti, e potremo superare questa drammatica situazione solo iniziando ad accettare e a riconoscere la sofferenza e i diritti dell’altro. E sulla base di questa comprensione reciproca potremo sperare di costruire un futuro insieme. 
Daniel Barenboim, Direttore musicale del Teatro alla Scala
Ecco, io ritengo che questo pensiero sia da coltivare, proteggere, allargare, difendere dalle armi e dalle urla ignoranti della realtà.
Io non ho una soluzione, non sono stato a Gaza e non sono stato a Sderot, vivo in Italia e lavoro per la Pace, non contro qualcuno al di là del mare.


Ovviamente, quanto scritto qui sopra non è inteso per il pubblico che ha taciuto sui quasi duecentomila morti siriani.
Il silenzio su quelle ed altre stragi copre ogni loro parola successiva