8 dicembre 2014

to fight another day

Uff, invecchiare da problemi, si sa.
Uno di questi problemi è che quando eri un giovane Capo ti sono stati affidati dei giovanissimi ragazzi che hai accompagnato per qualche anno nel loro cammino Scout, qualcuno anche nei pressi della Partenza.
Ora che sono un po' meno giovane mi tocca affrontare la realtà di molti di quei ragazzi che  sono loro, ora, giovani uomini e giovani donne sulla rampa di lancio (a countdown 0) e su cosa raccontargli quando esprimono la loro creatività e voglia di cambiare questo Mondo in meglio, come da manuale.
Ecco, fondamentalmente: niente.
Nella maggior parte dei casi a parte godersi un po' di soddisfazione per ragazze e ragazzi che colgono i primi successi professionali (o gli ultimi universitari) e manifestano pubblicamente coerenza coi valori dello scoutismo la cosa migliore da fare è: nulla.
Guida da te la tua canoa (e non portarti appresso il cadavere del Capo come ricordo).
E, soprattutto, lascia guidare in pace l'altrui canoa ché fai meno danno.
Poi, ogni tanto, penso ai miei, di Capi e a come mi piacerebbe potermici confrontare ancora.
Come dire: "Vent'anni dopo".
Quindi, un minimo di interazione ogni tanto ci sta.
Il fatto è che io non sono molto incoraggiante, negli ultimi tempi.
Insomma, non sono un adulto che sprona i giovani adulti a buttarsi anima e corpo in imprese quali "risanare le ferrovie (cit.)", risanare l'Italia o, banalmente, tornare a Matera per far diventare la Città dei Sassi il piccolo paradiso in Terra che potrebbe essere.
Niente di che, eh, è una storia vecchia come il mondo: li amo troppo e vorrei evitar loro i miei dolori, quindi preferirei evitassero i miei errori, in primis quello di tornare a Matera dopo l'università, poi quello di mettere il bene della Patria avanti al proprio per finire a quella sindrome di Don Chisciotte che mi ha portato a farmi ridere appresso nelle mie nobilissime ma inutili battaglie contro il partito del mattone, tanto per fare un esempio.
Vabbè, sto divagando.
Ritorniamo sul sentiero.
Leggere su Facebook delle loro concrete e materialissime azioni di impegno civile mi fa sempre più preoccupare.
Vorrei andare a trovarli uno per uno e fare discorsetti tipo:" Ma perchè perdi tempo? Studia. Hai iniziato il corso di tedesco? Ti stai informando per la Scandinavia?"
Poi mi ricordo della famosa canoa e mi faccio i cazzi miei.
Però ogni tanto ci casco e mi premuro di far sapere a tutti quelli che sono disposti ad ascoltarmi (Sì Capo, va bene Capo, ti vogliamo bene, Capo, lo usiamo Linux, Capo, tranquillo, Capo, pensa alla salute e non ti agitare) che è meglio se abbandonano l'Italia prima possibile.
In realtà io magari predico male, tuttavia non so come mai continuo a razzolare bene (attualmente, lo confesso, sono un soddisfattissimo Babbo Scoiattolo di 35 coccinelle 35 del Villanova 1) e proprio non mi riesce di smettere col corpo con le cattive abitudini che il mio cuore vorrebbe abbandonare.
Certo, ogni tanto mi viene il dubbio che sarebbe meglio per loro avere come Capi dei veri camorristi per come va il mondo, poi mi pento e chiedo perdono al Signore per la mia debolezza e rivado avanti.
Però, alla fine, non è che abbia davvero perso tutte le speranze.
Per quanto il corso di tedesco l'abbia comprato pure io di recente non è che io sogni una Matera/Basilicata/Italia private dei propri figli migliori sparsi per il mondo a godersi (e sarebbe davvero sbagliato) i frutti del proprio lavoro ed ingegno in Patrie Adottive ma non Matrigne.
No.
Sogno e desidero per i (miei) ragazzi, giovani donne e giovani uomini un'opportunità.
E, no.
Non mi riferisco ad opportunità di vita migliore ad Oslo.
Questo Ognuno lo Sa.
Mi riferisco all'opportunità di tornare a Matera armati di fucili d'assalto e carri armati fatti di competenze e capacità e possibilità economiche ben diverse dalla cerbottana con cui sono tornato io a suo tempo.
Spero per loro la possibilità di scegliere dove vivere e magari di poter vivere a Matera lavorando per aziende straniere ed indipendenti, inattaccabili come l'acciaio inossidabile alla ruggine corrosiva dell'habitat della Capitale Europea della Cultura 2019.
E, magari, con forza ed indipendenza economica, fungere da anticorpi e non da cellule bersaglio per questa Patria malata.
Quindi; andate via, ma, se vi va, tornate immuni e indipendenti
Ehm, ops, di chi è 'sta pagaia?

6 dicembre 2014

How to upgrade from Mint 17 to Mint 17.1

Is a matter of minutes...
Linux Mint 17 is a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04.
Linux Minti 17.1 is ... a Linux Distribution based on Ubuntu 14.04 too.
The Mint Team decided to base the developement of their fine distro on the LTS version of Ubuntu and to introduce a  graphical dist-upgrade toool allowing the update fron the 17 to 17.1 version without the need to format.
And here's how:

First, update the update manager:




then, without reboot, in the update manager Edit Menu appears a new voice:

Upgrade to Linux Mint 17.1 Rebecca


Then is about a Windows-like procedure 


Except for the obligation to read the release notes



and the new features list



for the rest of the update is fast (much depends on the speed of the internet connection for downloading packages)


et voilà



and, after the reboot...



I tested successfully the procedure on a Cinnamon 17 64 bit HP 6540b Probook, on a Virtualbox machine, on a Mate 17 64 bit Asrock Q2900-ITX based barebone and on a Mate 17 64 Asus EEPC 1011PX.
The update procedure between one release to another is the icing on the cake for Mint, then...

Buon Appetito :)

5 dicembre 2014

Dio non ha inventato Auschwitz

Ho letto le dichiarazioni del Professor Veronesi sul suo allontanamento dalla Fede causato dal contatto quotidiano con le terrificanti conseguenze del Cancro.
“Il Cancro, dopo Auschwitz, è la prova della non esistenza di Dio”.
Non entro nel merito delle convinzioni personali di nessuno.
Ma, se la sofferenza assurda inflitta dall’Uomo all’Uomo e dalla Malattia sono prova di non esistenza affermo che non è affatto necessario spingersi fino ad Auschwitz ed al Cancro se si desidera trovare in esse l’assenza di Dio.
E’ sufficiente il pianto di un bambino di fronte al suo cucciolo morente.
E se avete bisogno di spiegazioni in merito è improbabile che io sia in grado di fornirvele.
No, dubito molto che la scala delle atrocità umane o delle calamità naturali siano misura dell’esistenza di Dio.
Lo so, purtroppo è fin troppo diffusa la credenza o l’idea di un Dio presente nel creato più o meno come Giove e al catechismo qualcuno avrà insistito un po’ troppo a dirci che Gesù è con noi sempre.
Ma il Suo Regno non è di questo mondo.
Dio non gioca a dadi con le nostre vite.
Non se ne sta su una nuvoletta tirando a sorte su chi  deve morire a cent’anni e chi a 17.
Non stabilisce lui se nel mio bicchier d’acqua c’è quella molecola cancerogena di troppo che mi farà ammalare o se passo in un sentiero di campagna da cui sgorga quella boccata di radon che mi farà venire il cancro. Nè sta a deviare i raggi ultravioletti che mi possono bruciare la pelle.
Quest’idea di un Dio che condanna al Cancro e magari per capriccio dal Cancro salva descrive più Satana che Dio.
Io non sono cristiano perchè credo che se farò il bravo finirò in un posto definito Paradiso (e nel ‘nostro’ non ci sono manco le Urì).
Sono cristiano e credente perchè le parole di Gesù mi hanno convinto e non mi ci vuole molto a spiegarlo: quando le metto in pratica nelle difficoltà sono già in Paradiso in Terra.
Quando me ne allontano, purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi, convivo col mio Inferno.
Ma che Gesù Cristo sia responsabile per inazione di Auschwitz e della Malattia non è un’affermazione sbagliata, rientra semplicemente nelle affermazioni impossibili (Esempio Classico: è più buona la cioccolata o va più veloce l’Enterprise?)
No.
Dio e Cristo non hanno nulla a che vedere con l’indeterminatezza della Vita Umana, dai Terremoti al Superenalotto, dalla foratura in bicicletta al Cancro, dall’interrogazione al primo bacio.
Cristo ha molto a vedere con la Vita dell’Uomo e ben poco con le sofferenze della Vita dell’Uomo.
L’Universo è una creazione di Dio che risponde a leggi naturali, Auschwitz e le sostanze cancerogene artificiali, di certo, no.