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19 febbraio 2025

Manifesto per un futuro possibile



Manifesto, beh, almeno volantino


Cercasi partito, movimento politico, comunità in grado di costruire una Unione Europea politicamente e militarmente unita che diventi caposaldo di:


  • Democrazia;
  • Libertà di stampa, di parola, economica;
  • Diritti umani;
  • Pace.


E di opporsi in tutti i modi alle autocrazie e alla violenza di cui si nutrono.


In concreto:


Che sia per la Sanità Pubblica, per l’Istruzione Pubblica, per la laicità e non per il laicismo. Che combatta gli effetti dei mutamenti climatici e le disuguaglianze sociali.


Che sia per la Scienza e non per la superstizione.


Che sia disposto a difendere le democrazie assediate.


Che sia disposto a creare una forza credibile di deterrenza (e più è credibile meno è probabile che sarà usata).


Ciascuno di noi diventi il Churchill del suo tempo!


E non c’è più tempo!

 

20 marzo 2022

L'Esercito Europeo: da qualche parte si deve pur cominciare


Se ne parla tanto, ma ci si pensa poco. 

Comincerei dalle regole:

La missione?

Difesa delle nazioni UE sullo stile delle Forze di Autodifesa Giapponesi

A chi risponde?

Senz'altro ad un organismo eletto dai cittadini. In questa fase al Parlamento Europeo. Un sistema di sicurezza europeo serio richiederebbe senza dubbio la revisione degli attuali trattati costitutivi dell'unione.

Da chi è composto?


Da cittadini UE che, nel prestarci servizio, si dimettono dagli eserciti di Provenienza (se ufficiali/sottufficiali/soldati già in servizio). 

E che succede dopo il congedo?


Una opzione di carriera chiara nella UE o una pensione decorosa. Inoltre, l'ex soldato dell'esercito europeo può scegliere la cittadinanza della nazione  che preferisce.

E poi dalla sostanza:


Quanto deve essere grande?


Il minimo indispensabile per difendere l'UE. In prima battuta dire che dobbiamo cominciare con almeno una Divisione (12 Battaglioni di Manovra), meglio un Corpo d'Armata (una quarantina di battaglioni).
A regime dovrebbe avere le dimensioni dei 2/3 della somma degli attuali eserciti dell'UE.
E la capacità di difendere lo spazio aereo dell'UE.
Queste dimensioni consentirebbero l'indipendenza dell'UE con un drastico risparmio sulle spese militari rispetto alla somma di quanto gli stati UE spendono oggi singolarmente.
Ah, si intende: dalla squadra in su ogni unità deve essere multinazionale.

Come deve essere equipaggiato?

Credo che sia il punto più delicato. Vanno preservate le varie industrie nazionali favorendo la razionalizzazione. Come nella barzelletta

Il paradiso è:
un poliziotto inglese,
un cuoco francese,
un tecnico tedesco,
un amante italiano,
il tutto organizzato dagli svizzeri.

L'inferno è:
un cuoco inglese,
un tecnico francese,
un poliziotto tedesco,
un amante svizzero,
e l'organizzazione affidata agli italiani.

Direi che in prima battuta i carri armati li fanno i tedeschi, gli aerei i francesi e le pistole gli italiani. Le navi non so.

Sarebbe anche importantissimo, come gesto contemporaneamente simbolico e sostanziale, fondare le accademie unificate per ufficiali, sottufficiali e soldati delle tre armi.
L'esercito europeo dovrebbe cominciare attingendo dagli eserciti esistenti, ovviamente, ma dovrebbe avere quanto prima una sua infrastruttura formativa indipendente dai singoli eserciti.

Deve essere dotato di armi nucleari?


Sì, con esplicita politica del No First Use. La Francia ha l'infrastruttura necessaria da cui copiare/importare. Non servirebbero migliaia di testate, solo il minimo indispensabile per una deterrenza credibile. Direi, ad occhio, le stesse dimensioni dell'arsenale francese. Senza la Bomba non c'è indipendenza. Un fatto increscioso ma c'è ben poco da fare. In caso si scelga di non dotarsi di armi nucleari inutire discutere di uscita dalla NATO o sua riforma. Ah, meglio una UE con suo esercito e senza armi nucleari che niente eh...

Ma, fatta l'Europa, in attesa di avere gli europei, chi lo comanda?


I francesi, ovviamente: hanno l'infrastruttura nucleare e anche una organizzazione militare 'da grande potenza'. Questo non vuol dire che 'comanda Parigi', solo che gli ufficiali con le necessarie competenze per operazioni sono, al momento, per lo più francesi: hanno una forza nucleare, capacità di proiezione, portaerei e sottomarini nucleari, cose così.

E la NATO?


La NATO per come è ora diventerebbe obsoleta.
Ovviamente (beh, non certo per gli Europei che odiano più gli USA che Putin o gli Ayatollah) non ha alcun senso che l'UE si contrapponga agli USA. Una new Nato con dentro USA, UK, EU, Norvegia e Turchia sarebbe  parecchio più equilibrata.

Di converso, banalmente, una EU fuori dalla NATO e neutrale rispetto agli USA avrebbe bisogno di spendere molto di più di quanto spendono ora i singoli stati dell'UE, vanificando, nella pratica, i vantaggi dell'unificazione militare.

Ma è davvero possibile?


Nel 1939 successe quello che è successo. E nessuno avrebbe potuto pensare che vent'anni dopo l'Europa sarebbe stato un posto pacifico, anzi, il più pacifico della storia dell'umanità.
Chi di voi si aspettava una guerra europea con missili e bombardieri l'anno scorso?
Quindi non vedo perchè sia così difficile, nella pratica, prendere un terzo dei soldi che i paesi UE spendono in armi e usarli per la transizione ecologica dotando, contemporaneamente, l'Unione Europea di una potere di Deterrenza  verso le Autocrazie che manco Bud Spencer...


Foto da https://www.federalismi.it/focus/index_focus.cfm?FOCUS_ID=99&focus=special

1 ottobre 2019

Riprendere Berlino: la Cina è indietro.



Sta facendo molta impressione la spettacolare parata militare che la Cina ha tenuto a Pechino per festeggiare i 70 anni della Repubblica Popolare.
Qui  potete trovare un video della Parata.
E', indubbiamente, uno spettacolo notevole.
Le prefiche già si lamentano della Caduta dell'Occidente, una caduta, secondo loro, già avvenuta da tempo.
Non concordo nemmeno per un attimo.
La Parata è davvero un esercizio muscolare notevole, i progressi scientifici ed economici della Cina sono anche più evidenti come è altrettanto evidente che la Repubblica Popolare Cinese sia la Nuova Superpotenza mondiale che, in quanto a carri armati, aerei e navi, (oltre che PIL e controllo dell'economia globale) ha ormai surclassato gli Stati Uniti.
Ma una parata militare e grandi quantità di armi e mezzi proprio non mi impressionano.
Quando ero ragazzino l'URSS faceva (e la Russia le fa ancora) parate militari dello stesso calibro in un clima di ostilità nemmeno paragonabile all'attuale.
E anche allora oltre la cortina di ferro il numero di aerei, carri armati, uomini era soverchiante rispetto alle difese occidentali.
E si sa com'è andata a finire.
Con quei carri armati ad arrugginire.
La Cina non ha apparenti difficoltà economiche, ma l'impero scricchiola.
Ad Hong Kong gli uomini liberi pretendono di restare tali.
Nel Sinkiang c'è uno stato di Polizia nello stato di Polizia che è la Cina.
La Corea del Nord scoccia con le sue alzate di ingegno incontrollabili, Taiwan è una spina nel fianco e l'economia, causa offensiva commerciale USA; non cresce più ai soliti ritmi cento volte superiori a quelli italici.
Ma, in fondo, non è nemmeno questo il punto.
Il punto è una parola sola: Libertà.
La Cina sarà una potenza egemone ma, a lungo termine, la mancanza di Libertà la castrerà.
Non è una previsione difficile.
I sistemi totalitari sono meno efficienti di quelli democratici.
I Sistemi Totalitari, alla lunga, sono perdenti rispetto a quelli democratici.
Ecco, tra l'altro, perchè è fondamentale preservare le nostre Libertà Civili e Democratiche.
Perchè ci rendono più forti.
Il nostro problema, al solito, è dentro di noi, non nel nostro sistema nè nella Cina.
E a me piacerebbe davvero tanto rispondere alla Parata Cinese.
A Berlino.
La capitale di Satana riconquistata alla più prospera Civiltà.
Farei sfilare i medici, gli agenti di custodia, i poliziotti, gli insegnanti, le università, i giudici, i parlamentari, gli studenti, i giornalisti, gli scrittori, i sindacalisti, insomma tutti quelli che hanno contribuito a rendere in meno di due generazioni dalla fine del Terzo Reich l'Unione Europea il luogo più pacifico, prospero e non violento dell'intera storia umana conosciuta.
I Treni superveloci, le autostrade a mille corsie, i grattacieli luccicanti, le immense ricchezze, i takonauti e la sonda sulla Luna, le armate che sfilano sotto la bandiera rossa sono impressionanti.
Ma sono tutti cancelli di una Prigione.


PS:
se facessimo, comunque, sfilare anche il meglio della nostra tecnologia militare: i Leopard, i Typhoon, i Rafale, i Gripen, vecchi di lustri ma ancora migliori dei migliori cinesi, aggiungeremmo l'utile al dilettevole.

16 aprile 2014

Europa

L'Europa delle Nazioni è stata il fulcro del Progresso Umano per un paio di secoli almeno.
L'Europa delle Nazioni ha inventato la Macchina a Vapore, la Penicillina e la Pila Elettrica.
Ma ha inventato le Guerre Mondiali, il Fascimo e lo Sterminio di Massa.
L'Europa unita sotto benevola occupazione/protezione militare USA e maldestramente unita nell'economia della moneta unica è, a memoria (scritta) dell'Uomo la Società più prospera, pacifica, rispettosa dei diritti di donne, bambini, omosessuali, animali e disabili che sia mai comparsa sulla faccia della Terra.
La Libertà religiosa è un dato acquisito, la Pena di Morte un ricordo del passato.
E questo nonostante la Crisi Economica più devastante degli ultimi cent'anni.
Crisi acuita senz'altro dalla pessima gestione da parte di Governi Nazionali ed Entità Europee.
Non so se potrò votare alle elezioni Europee di Maggio, ma so per cosa voglio votare.
Voglio votare per una Europa che somigli più alla Federazione di Star Trek che a quella dei libri di Storia di XIX e prima metà del XX Secolo.
Con una Economia diversa ed una difesa comune, per fare ancor meglio e non meno.

2 marzo 2014

La Sicurezza dell'Europa Occidentale: unificazione?

A che serve lo Stato?
A garantire Sicurezza e Giustizia e un po' di infrastrutture.
Ecco perchè, da italiano medio, trovo lo Stato del Bel Paese inutile e dannoso.
Ma non divaghiamo.
Avevo in mente di scrivere qualcosa di più specifico sulla sicurezza europea da molto tempo e, purtroppo, lo stimolo a completare questo lavoro è arrivato dai recenti, tragici, avvenimenti ucraini.
L'Europa spende un sacco di soldi in armi, in compenso è un nano geopolitico.
Il perchè?
Esempio banale: provate a dare un pugno (ad un cuscino eh) e a dare lo stesso colpo usando ... solo il mignolo della mano sinistra. Anzi, non lo fate perchè correte il rischio di rompervi il mignolino.
Prima di tutto la tesi:
Un Esercito Comune Europeo migliorerebbe di gran lunga la qualità della vita del mezzo milardo di abitanti dell'Unione e anche di quella dei suoi vicini.
Vediamo un po' come stanno le cose adesso.
Gran parte dei membri della UE è anche membro della NATO.
Rispetto alla fine degli anni '80 i paesi dell'UE hanno disarmato parecchio in termini di uomini e mezzi, meno in termini di bilanci. Per esempio, dove i tedeschi schieravano 12 divisioni ora ne schierano 'solo' tre.
La nostra fonte è questo preziosissimo articolo di wikipedia che mi ha risparmiato la fatica di compilare da me le varie tabelle (avevo iniziato a farlo e per fortuna ho avuto l'idea di cercare se qualcun altro avesse avuto la cortesia di compilarle per me, grazie Wikipedia).
Il mio suggerimento è di darsi una bella lettura dell'articolo che quasi rende superfluo questo post.
Le tabelle, soprattutto, svelano delle realtà interessanti.
Iniziamo dai soldi.
L'UE spende un sacco, complessivamente, quasi duecento miliardi di €.
Mantiene in armi un milione e mezzo di uomini ( di cui solo 425mila truppe di prima linea operative) dotate di qualcosa come 6500 carri armati, 46mila veicoli corazzati, più di 5mila cannoni e oltre mille lanciarazzi appoggiati da 338 elicotteri d'attacco.
Nei cieli c'è spazio per 2000 cacciabombardieri di vario tipo, la cui puntao di lancia sono 378 Typhoon, 121 Rafale, 162 Gripen 140 F18 e 393 F16 per tacere dell'anziano ma non obsoleto Tornado ancora in servizio con 312 esemplari.
Nei mari, poi, possiamo schierare oltre 500 navi di cui 4 portaerei (una 5a è in arrivo)  37 Sommergibili e 21 Sottomarini a propulsione nucleare.
Ok, ma questi numeri cosa dicono?
Nulla, presi da soli.
Beh, quasi nulla: 193 Miliardi di € dicono, 2mila caccia dicono,  6500 carri armati dicono eccome.
Qualche confronto, però, aiuta.
Gli USA spendono più di tutti: 682 Miliardi di $, seguiti dall'Europa, da Cina (166 Milardi) e Russia (90 Miliardi).
Per esempio, la Russia, cosa ci fa coi suoi 90 miliardi di $?
Per prima cosa  la Russia è la più grande nazione del mondo e molte delle sue unità sono schierate sul Pacifico ed in Asia con ben poca mobilità strategica, quindi non ci riguardano direttamente. Inoltre la spesa per il mantenimento dell'arsenale nucleare non  deve incidere poco su quella somma...
Comunque la Russia mette in campo un totale di 766mila uomini. 
La metà di quanti ne mette in campo l'Europa.
Parliamo di circa 2500 carri armati, 3200 veicoli corazzati ed oltre 4mila cannoni (oltre ad una gran quantità di sistemi contraerei).
Nei cieli ci sono 1200 caccia tutti moderni, a cui aggiungere un paio di centinaia di bombardieri (l'Europa non ne ha nessuno).
Nei mari abbiamo una portaerei, 5 incrociatori, 13 cacciatorpediniere, 13 Sottomarini lanciamissili, 21 Sottomarini d'attacco e 18 sommergibili.
Ora, diciamo che in pratica solo 2/3 di questo po' po' di roba si trova dalle parti nostre e ricordiamoci che in Russia vige la leva obbligatoria. Questo ed altri fattori (i Russi non buttano via niente, tengono in magazzino anche roba degli anni 50-80) implicano che i 1500 carri armati che la Russia ha nella sua parte Europea potrebbero diventare il doppio in poche settimane con la mobilitazione generale delle riserve.
E quindi?
Facciamoci due conti.
La potenziale minaccia Russa è, nei fatti, una frazione della potenza militare teorica complessiva dell'UE. 
Al netto della crisi ucraina, di cui spero non dover scrivere nulla, da un punto di vista militare non è quella orientale  la frontiera europea più critica.
E' il Mediterraneo, casa nostra.
La sponda sud e sudorientale dell'Ex Mare Nostrum è in fiamme.
Tra gli stati che hanno una stabilità inferiore a quello di un medio governo italiano si contano Alegeria, Tunisia, Libia, Egitto mentre in Siria, beh...
Nessuno di questi stati dispone di marine tali da impensierire quelle europee, anzi, probabilmente neppure la sola italiana. Ma dispongono di un bel mucchio di aerei, come ricordo di aver descritto qui.
Insomma, al Est la cronaca dimostra come sia presente una minaccia terrestre credibile, a Sud un'altra,  aerea.
A conti fatti, l'Europa è troppo armata rispetto alle potenziali minacce.
Soprattutto da un punto di vista delle forze di terra.
Ma è un calcolo virtuale.
Quell'impressionante totale di 6500 carri armati va diviso per 28 parti disuguali per numero, tipo, qualità e dislocazione. Idem per aerei e navi.
Le forze armate europee, infatti, non esistono.
E non esisteranno per un bel pezzo, perchè ben pochi hanno interessi a costituirle, di sicuro non i ricchi e potenti stati del Nord Europa, per miopia, nè quelli più poveri ed esposti dell'Est e del Sud, per ignoranza e ingiustificata tracotanza.
Eppure...
Un Esercito Europeo che dovesse schierare 3mila carri armati 1500 caccia e 400 navi da guerra probabilmente costerebbe ai cittadini meno della metà di quanto spendono oggi in sicurezza.
Ogni italiano spende € 338 all'anno, da paragonarsi ai 497 di  un tedesco fino ai   691 degli inglesi e 597 dei francesi. La media europea è 387.
Ecco, una difesa comune europea probabilmente farebbe scendere tale spesa più vicina ai 200 che ai 300.
Nel nostro caso probabilmente ci potremmo risparmiare una decina di miliardi di € all'anno.
Mica noccioline.
Ma c'è di più:
si sa, i soldi non sono tutto nella vita... Anche la vita stessa vale più di un paio di centinaia di € a cranio:
proprio all'Italia, vaso di coccio tra vasi di ferro, farebbe davvero comodo una vera integrazione della difesa Europea.
Siamo il paese più esposto, meno efficiente e più in crisi, avremmo tutto da guadagnare da un taglio di spesa in cambio di un incremento di sicurezza.
Per non parlare di altri piccoli vantaggi, quali l'indipendenza "amichevole" dalla protezione USA, su cui, piaccia o non piaccia (e a me non piace), si basa la nostra libertà pratica e l'inserimento di un potente elemento di stabilità: uno strumento militare in cui in ogni caserma si trovassero soldati di tutta Europa sarebbe per forza di cose uno strumento di esclusiva efficacia difensiva essendo fin troppo evidente l'impossibilità di mettere d'accordo tutti per eventuali operazioni tipo Iraq o Afghanistan.
Sogni? Utopie?
No, solo un progetto razionale di miglioramento della qualità della vita di tanta gente.
Avevo iniziato a scrivere questo articolo pensando, come esempio pratico (ispirato dall'ultimo romanzo di Tom Clancy eh, non mi prendo meriti non miei), proprio a quanto sta accadendo in queste ore in Ucraina.
Tuttavia, mi è sembrato di cattivo gusto parlar qui di combattimenti virtuali proprio mentre si sta scivolando verso quelli reali e vi risparmio parte della mia proverbiale logorrea: sulla situazione ucraina scriverò senz'altro, ma a titolo informativo e non speculativo.
Cos'altro aggiungere: vuoi vedere che dove sta fallendo l'Europa delle Banche potrebbe riuscire l'Europa della Pace?
Così la NATO va in soffitta e salviamo la Lunga Pace.






26 giugno 2013

La Difesa Aerea dell'Europa (sogno di una notte di inizio estate)

Facciamo finta di vivere in un Paese in cui lo sport nazionale non sia sostenere contemporaneamente il diritto della moglie ad essere ubriaca e della botte a restare piena.
Ossia, supponiamo che tra i miei lettori, del Partito Democratico e non, vi siano persone consce della necessità di scegliere tra l'ombrello militare USA e quello nazionale/europeo.
Un or secco, per dirla in altri termini.
In questi  giorni di feroce dibattito sulla faccenda "F-35" solo Pippo Civati (mi pare) è andato oltre il classico "No, senza se e senza ma" tipico delle italiche genti, proponendo, invece, la  più sensata alternativa dello spostamento a livello europeo delle spese militari.
La faccenda è terribilmente complessa, quindi ci permetteremo qualche semplificazione.
Per prima cosa le fonti: wikipedia, tanto per uniformare le cose.
Poi l'ambito: esclusivamente i velivoli da combattimento.
Con il classico pallottoliere ho compilato la tabellina seguente contenente gli aerei da combattimento delle aviazioni dei paesi dell'Unione Europea:


Italia 197
Francia 239
Germania 274
Spagna 147
Portogallo 35
Grecia 265
Ex Yugoslavia 75
Inghilterra 279
Benelux 130
Scandinavia 190
Ungheria 14
Bulgaria 56
Romania 36
Polonia 112
Repubblica Ceca 40
Repubblica Slovacca 8
Austria 15


Che fanno un totale di 2112 tra intercettori, caccia leggeri e caccia-bombardieri.
E', praticamente, la stessa consistenza numerica dell'USAF.
Certo, non altrettanto moderni, ma si tratta comunque di circa duemila macchine.
Facciamo gli stessi conticini  per i nostri vicini, sia geografici che geopolitici.
La Russia schiera 1525 caccia (moderni, niente Mig 21-23) e quasi 200 bombardieri nucleari.
Ovviamente, questa forza aerea è sparsa sull'immenso territorio nazionale, non dobbiamo immaginarci che siano tutti puntati contro di noi.
La Turchia dispone di 485 aerei, l'Iran di 500, la Siria di 782 mentre proprio i dirimpettai Algerini schierano 153 aerei, inclusi una quarantina di modernissimi supercaccia russi SU-30.
L'Egitto dei fratelli musulmani si ferma a 465 aerei, mentre al momento l'aviazione libica è al lumicino.
L'ex-colonia del Bel Paese è arrivata a schierare ben 600 caccia sovietici (e qualcuno francese) negli anni '80, con una piccola forza di bombardieri.
Ricordiamo che la Libia ha lanciato due IRBM contro l'Italia negli anni '80.
Nota di colore: tra i più tenaci oppositori del programma F-35 si contano anche coloro che vorrebbero imporre una No flight zone a protezione di Gaza da Israele. 
Beh, dovrebbero ricordarsi che gli israeliani dispongono di 730 caccia per cui servirebbero tanti tanti tanti aereoplani per realizzare i loro desideri.
Diamo, quindi, ai lettori, un termine di paragone.
Una delle zone più 'calde' del pianeta è la penisola di Corea.
La Corea del Nord schiera qualcosa come 660 aerei, di cui solo 40 Mig-29 realmente utilizzabili, gli altri sono poco più che rottami.
I sudcoreani di aerei ne hanno pochi di meno, ma quasi tutti moderni.
Nel 'pacifico' Mediterraneo, invece, i caccia si contano a migliaia.
Può darsi che mi sbagli, ma, per come sono andate le primavere arabe, venti di disarmo proprio da queste parti non ne soffiano e non ne soffieranno per un bel pezzo
Cosa significa, quindi (e voi direte: "finalmente!") una difesa europea?
Beh, prima di tutto si tratta di un problema politico gigantesco che non ritengo possa essere risolto a breve salvo eventi di forza maggiore. Non me li vedo i francesi a cedere sovranità, ma nemmeno gli inglesi o gli svedesi, se è per questo.
Gli italiani la sovranità non la vogliono quindi ... Quindi siamo dannati a comprare da schiavi gli F-35 americani o, se non li compreremo, a sottometterci ancora di più alla 'protezione' dello Zio Sam.
Però l'idea è buona, anzi, più che buona: necessaria.
Necessaria per poter garantire sicurezza e 'peso' politico a quella che, tutto sommato, rappresenta una delle più avanzate invenzioni sociali e politiche della storia umana: l'elenco dei paesi extra UE in cui è meglio vivere rispetto a quelli dell'UE non è poi lunghissimo.
Diamo, quindi, uno sguardo alla cartina:




Unificare la difesa aerea dei paesi dell'Unione implica, ipso facto, una razionalizzazione di costi e risorse: Gran Bretagna, Francia settentrionale, Benelux, Germania e Danimarca potrebbero, ragionevolmente, essere difesi da pochissimi aerei mentre il nerbo delle forze dovrebbe essere concentrato tra Spagna, Italia e Grecia con uno schieramento secondario tra Finlandia Polonia e Romania.
La standardizzazione dei meccanismi logistici e di addestramento potrebbe consentire di mantenere lo stesso numero di aerei con minor spesa, o, in alternativa, lo stesso livello di sicurezza (meno aerei ma schierati lì dove servono) con un drastico calo delle spese militari complessive.
Anche semplicemente con una integrazione a livello operativo, quindi spostando le unità lì dove servono, consentirebbe un incremento del livello di sicurezza ed un innalzamento della credibilità internazionale dell'Unione Europea:
Erdogan può tranquillamente permettersi di 'non riconoscere il Parlamento Europeo', infatti quest'ultimo dispone di 0 aerei, la Turchia di 485...
Insomma, l'idea è buona.
Ma quanto è fattibile?
Io credo sia un problema più politico che altro.
Certo, resta il macigno dell'unificazione degli apparati industriali: i francesi sono notoriamente allergici ai programmi europei quali Tornado ed Eurofighter, per non parlare delle feroci lotte per definire le gerarchie di questa teorica European Union Air Force.
Da un punto di vista strettamente pratico le cose non dovrebbero essere troppo complicate: il personale delle varie aviazioni europee parla correttamente l'Inglese e le procedura di volo, operative e di manutenzione sono quelle standard NATO.
Tutta da scoprire, poi, la volontà europeista anche dal punto di vista militare e non solo da quello dell'Erasmus dei popoli europei.
Mi piacerebbe, poi, chiedere a Civati di precisare nel concreto, con la consueta progettualità pragmatica che contraddistingue le sue dichiarazioni, come affrontare il tema della sicurezza del Bel Paese.
Tuttavia, per ora, resta solo un'utopia.
Mentre le centinaia di caccia dei nostri dirimpettai sono una concreta realtà.
L'argomento non può certamente essere esaurito qui, vi do appuntamento per una seconda parte, prima o poi...