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29 febbraio 2016

Io e la cucina vegana: but Friday I'm In Love

La diffusione, pochi mesi fa, da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, di notizie sull'aumento del rischio di contrarre certe patologia tumorali consumando carne, pur con tutta la tara data dalla costante disinformazione mediatica quando si tratta di argomenti prettamente scientifici (qui uno dei migliori articoli che ho reperito sul tema in grado di spiegare esattamente il significato pratico delle dichiarazioni dell'OMS), è un'ottima notizia per la salute pubblica e per l'ambiente.
E' indubbio che gli allevamenti intensivi siano un grave problema ambientale. (Al solito Wikipedia ci salva sulle fonti)
La diminuzione del consumo di carne ha una ricaduta positiva sul nostro vivere, su una economia sostenibile e sul Creato.
E su questo non ci sono dubbi.
Credo che la percentuale di persone abituata ad abbuffarsi di salumi e carni di bassa qualità scenderà un po' e questo è un ottimo passo avanti
La stessa scienza che stabilisce tale rischio ci ricorda che l'uomo è tale perchè ha iniziato a mangiare carne.
Insomma, non si può essere contemporaneamente darwinisti e contrari alle evidenze scientifiche della nostra origine onnivora.
Un po' per motivi di salute, un po' per ridurre ulteriormente il mio impatto ambientale (oltre all'andare in bici al lavoro tutti i giorni, neve esclusa, e oltre ad avere un 4,5 kW di picco assemblato anche con le mie manine in bassa Italia) ho deciso di tentare la via del riduzionismo.
In termini spicci, dal Lunedì al Venerdì siamo vegani.

Calma, resto Cattolico, non ho cambiato religione.

Più precisamente, ci sforziamo di esserlo, con buon successo devo dire.
La cucina vegana mi sta piacendo, e molto.
Sto scoprendo quanto possa essere gratificante tirar fuori sapori nuovi da qualche patata e un po' di funghi.
Insomma, non voglio tirarla per le lunghe sui benefici della dieta vegana, il web è satollo di articoli a riguardo.
Dal girovita ai tassi di colesterolo, poi, gli effetti sulla salute sono immediati.
Un po' meno sul portafoglio: una cosa è vivere con un mercato rionale sotto casa, l'altra è doversi rifornire in supermercato, per non parlare della difficoltà logistica di procurarsi materia prima fresca più di una volta a settimana e dei tempi di preparazione decisamente più lunghi.
Ecco, mi sto divertendo.
Siamo alla disperata ricerca di snack serali sostitutivi di salumi e formaggi.
Per ora ci arrangiamo con la frutta secca.
Stiamo imparando


PS: se siete vegetariani ma consumate alcool oltre le raccomandazioni dell'OMS vi siete bruciati il bonus per niente.
Una fettina settimanale ha delle implicazioni morali?
Certo: le stesse di un condizionatore d'aria usato a sproposito.
Ognuno si scelga la religione che vuole senza affibbiare giudizi etici sugli altri. 
Si chiama laicità.


PS: Song of the Day:

  

perchè il Venerdì si torna onnivori, fino al prossimo lunedì.

7 luglio 2014

un volgare riduzionista

Ed eccomi qua, un mese dopo il trasloco.
Casa nuova, quasi vita nuova.
In che senso?
Nel senso che sto cercando di ridurre il mio consumo di carne.
Ma, no: non intendo diventare vegetariano.
Molto semplicemente credo di aver ridotto del... boh.
Di quanto ho ridotto il consumo di carne?
Vediamo.
Per motivi logistici che ora non vi sto a logorroicamente spiegare prima di traslocare pranzavo tutti i giorni in ufficio con un panino imbottito di insaccati.
Poi, aggiungete un paio di bistecche settimanali, un kebab in centro il sabato, il sugo con la braciola la domenica...
Insomma, oggi è passato un mese in cui, invece:

  • il panino imbottito è diventato sporadico, tipo uno ogni 10 gg, al suo posto pranzo con verdura o pasta;
  • la bistecca è diventata rigorosamente monosettimanale;
  • la carne nel sugo è praticamente scomparsa;
  • Sono scomparsi anche gli stuzzichini serali e sostituiti con gallette di mais ed altre cosucce sapide ma non basate su insaccati.

Quindi, ad occhio, direi che ho ridotto il consumo di carne di più del 50% ma non mi spingerei a stimare oltre l'80%.
Poi, siccome non mi piacciono particolarmente le uova e non mi è pratico procurarmi il latte fresco credo di essere diventato, in almeno 3 - 4 giorni a settimana, praticamente vegano a mia insaputa.
Come mi sento? Non poi così meglio, ma innegabilmente più leggero.

Perchè ho preso questa decisione?
Per motivi di salute: nel corso degli ultimi mesi avevo esagerato parecchio coi grassi. 
E messo su pancia.
Ah, le verdure costano un occhio e sono anche più complicate logisticamente, quindi in realtà ho notato che la spesa settimanale (il primo che mi fa osservazioni su quanto sono economici i mercatini rispetto ai centri commerciali o su quanto convenga comprare verdura fresca tutti i giorni lo rispedisco via spaziotempo al suo posto, ossia quello di uno statale degli anni '80) è lievitata di una decina di €.
Ora ho un po' meno pancia, ma non è solo merito del cibo...
Quindi?
Quindi voglio affinarmi nella cucina vegetariana (dopotutto in grigliate ho già il cucchiaio d'oro) ma continuerò a divorare Podolica, salsiccia lucana, agnello arrosto e sushi in ben scadenziate occasioni.


Ah, nel caso vi chiediate perchè non scrivo più di grillini, guerre incombenti, Software Libero, Scoutismo e palazzinaggio selvaggio a Matera con associata bolscevica violazione istituzionalizzata della legge di domanda e offerta, beh, sappiate che è molto più divertente andare in bicicletta ...
Ma questa è un'altra storia e la si dovrà raccontare un'altra volta.

Ma non vi preoccupate, il vostro logorroico preferito tornerà.

18 ottobre 2011

il leone e l'agnello: le mie simpatie vegetariane

Mi piacerebbe avere la forza di volontà per diventare vegetariano. Cosa che, ammetto allargando le braccia sconsolato, è oggettivamente al di là delle mie possibilità attuali.
La carne mi piace troppo anche se ne conosco il terribile prezzo in termini di sofferenza animale e, purtroppo, anche umana ed ambientale che ne implica il consumo.
Non sono affatto indifferente alle tematiche del vegetarianesimo.
In gran parte sono pronto a sottoscriverle in pieno.
Ma non ne ho la forza.
Da un punto di vista pratico, per fortuna, a casa mia la carne la si mangia raramente, con frequenza settimanale e non di più.
Il mio motto, a riguardo, è poco ma buono.
Oltre ai dubbi di natura etica, vi sono anche quelli legati alla mia responsabilità verso l'animale che muore e verso l'ambiente. 
Infatti, come scrivevo in un mio precedente post, credo sia fondamentale per noi occidentali recuperare il contatto con la realtà.
Mio Padre sa tirare il collo ad un pollo, pulirlo, accendere un fuoco con la legna bagnata e cucinarlo. Io ho perso i primi due passaggi mentre me la cavo ancora con gli ultimi due.
E rappresento comunque una minoranza.
Nel giro di una generazione si è completamente perso il rapporto che c'è tra l'uomo e la bistecca che c'è nel suo piatto.
Questa faccenda, tutto sommato, mi disturba parecchio.
La bistecca arriva sul piatto ma ci rifiutiamo di sapere come e a qual prezzo.
Questo davvero non mi piace.
Rifiutiamo scientemente non solo di assumerci le nostre responsabilità, ma anche di relazionarci con premesse ( la macellazione ) e conseguenze.
E vorremmo salvare il mondo così? Con premesse estranianti?
Certo, io non sono Zuckerberg che può permettersi di mangiare la carne solo degli animali che uccide, ma so di sentirmi sempre bene quando riesco a vivere in armonia con l'ambiente ( che so, durante la Route o durante un Trekking sul Pollino ) riconoscendomi parte di esso e non suo Padrone. E sono anche consapevole del fatto che, se tutti noi diminuissimo drasticamente i consumi di animali, pur senza diventare vegetariani o vegani, ne guadagneremmo in salute per noi e per la Terra.
Ma, lo stesso, non resisto di fronte ad una Podolica di Pantaleone, o al cosciotto dello Sposo di Federico Valicenti, o alla salsiccia casereccia. E' più forte di me.
Quindi, cari amici vegetariani, abbiate pazienza con me per un motivo banale:
tutte le mie energie psichiche sono concentrate sul resistere all'accidia che da sempre mi affligge.
Spero mi preferiate carnivoro ma costantemente impegnato a fare quel che voi ben sapete  che faccio piuttosto  che vegetariano e socialmente vegetale ed apatico: ogni cosa ha il suo prezzo...