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28 febbraio 2012

l'articolo 18 non si tocca (sintomi di Lotta di Classe)

Vediamo un po'.
Da dove cominciamo?
Dall'appello di Libertà e Giustizia sull'imprescindibilità di una rinascita dei partiti come mattoni fondamentali di una democrazia compiuta?
O da una discussione che ho avuto qualche tempo fa da un Cliente?
Iniziamo da qui: un caso reale:
piccola azienda efficace ed efficiente con un pugno di dipendenti, tutti tecnici laureati specializzati che potrebbero trovare un altro lavoro anche a Sud del Rubicone ed anche nel 2012.
Lontanissima anni luce dalle soglie di applicazione dell'Articolo 18 in una condizione di flessibilità ideale quasi da manuale del piccolo liberista...
Eppure, il locale boss ha avuto parole di fuoco contro i sindacati rei di impedire i licenziamenti dei fannulloni eccetera eccetera.
Dunque, dicevo tra me, quest'azienda deve triplicare le dimensioni prima di arrivare alle soglie di applicabilità dell'articolo 18.
E allora perchè questa attenzione maniacale a qualcosa di esclusivamente teorico?
Voglio dire: attorno a quel tavolo l'Articolo 18 era concreto come i viaggi nell'iperspazio, ma pareva che da questo feticcio dipendesse il nostro futuro lavorativo.
No, cari miei.
I conti non tornano.
I recenti avvenimenti alla Fiat di Melfi dimostrano come da un lato l'articolo 18 sia l'ultima sottile linea di difesa tra noi e la cinesizzazione dell'Italia auspicata dai marchionne di turno, capaci di sbandierare slogan roboanti sull'efficienza ma ben pochi risultati pratici.
Probabilmente, il titolo di questo sintetico post nasce da una presa di coscienza graduale sull'importanza dei prossimi mesi nella vita democratica di questo Paese.
A me, forse, l'Articolo 18 non servirà mai, ma ho abbandonato da qualche tempo l'idea che l'irrilevanza personale di questo importante strumento mi autorizzi a cessare di lottare per la sua salvaguardia.
Dobbiamo ricordare i recenti dati sui bassissimi salari italiani?
Pensateci: se interessa abolirlo ai vari marchionne &C, a tutti gli altri non può che interessare mantenerlo, no?
Piccola nota a fondo pagina:
ma l'interesse, anche per chi non si troverà MAI ad avere a che fare con l'Articolo 18, per abolirlo, non ricorda tanto tanto da vicino una frasetta impropriamente lasciata nel dimenticatoio?
Che so... Lotta di Classe?



31 dicembre 2011

una chiacchierata non casuale.

Come forse qualcuno dei lettori sa, mi è capitato, anche nel recente passato, di collaborare al sito www.materatown.net . In origine, mediante un raccontino che chiesi di pubblicare anonimo. In seguito, quando la mia posizione è diventata pubblica, ho abbandonato l'anonimato nei commenti.
Effettivamente, avevo in mente di dilungarmi un po', non tanto sul sito che in gran parte apprezzo ( altrimenti non ci scriverei di quando in quando ), ma sull'intensità e la quantità dei commenti ai divertenti pezzi dell'ignoto blogger.
Considero un curioso e preoccupante segno dei tempi che il confronto sulla Satira sopravanzi in animosità quello dei talk show.
O, forse, data l'assenza di spazi di discussione adeguati ci si arrangia come si può e si finisce per mescolare scorze con le fave.
Inoltre, è da molto tempo che vorrei scrivere qualcosa su Star Trek per non parlare della bellissima serata che ho trascorso con le Comunità Capi di Matera 2 e Matera 3.
Ma nessuno di questi argomenti credo meriti il post di fine d'anno.
E neppure analisi e buoni propositi.
Credo, invece, che sia il caso di concludere l'anno con un fatterello che mi è capitato oggi.
Dunque, i lettori di questo blog sanno che, per quanto di sinistra piuttosto marcata, l'autore è piuttosto seccato per l'incapacità dei dirigenti del Partito Democratico di 'parlare' anche alla mia generazione, quella dei precari, dei senza diritti e dei senza pensione.
Chè siamo stanchi di essere chiamati alla lotta ( sempre nella fanteria, però, mai  come colonnelli o generali ) per l'Articolo 18 di cui non godremo mai, o contro i tagli alle pensioni ( altrui, che dobbiamo solo pagare ma di cui abbiamo conferma, nero su bianco, che non godremo mai ).
Grazie, noi preferiremmo che si parlasse anche di come sopravvivere al 2012 senza lavoro, con le risorse del paese bloccate nei privilegi mentre non si riesce a trovare neppure un misero miliardo per abbattere il digital divide, come dire che nell'ottocento il Re d'Italia si fosse rifiutato di costruire le ferrovie. Vabbè. Scritto da Matera non è un grande esempio.
Ma credo di aver reso l'idea.
Ho iniziato ad esprimere anche in Segreteria e pubblicamente questo tipo di insofferenza: chi del PD va in televisione si sforzi di raccontare come crede di affrontare il problema del lavoro anche dal punto di vista dei precari laureati.
Ecco, oggi mi è capitato di essere severamente, ma affettuosamente, contestato in questa mia linea:
I diritti vengono prima di tutto, sempre
Sono, infatti, diritti.
Trascendono la falsa ed artificiosa realtà economica in cui siamo calati.
Dimostrarsi seccati perchè sembra che si parli solo di astrazioni è fare il gioco dell'avversario.
L'avversario di tutti.
Che ha per obiettivo proprio la demolizione dei diritti come strumento di salvaguardia della Democrazia.
Ringrazio di cuore per la splendida lezione di Politica che ho ricevuto ieri da Vito e che ho riassunto qui in poche insufficienti righe.
Continuo a ritenere critica la mancanza di attenzione per i milioni di 'giovani' che non compaiono negli slogan mediatici del Partito Democratico.
E resto dell'opinione che alle future elezioni politiche, ad esempio, sarà il Movimento 5 Stelle a raccogliere i voti di milioni di miei simili sociali.
Con gravi rischi di rivalsa del PDL. Ma, appunto, se il Partito Democratico rende apparentemente suicida per la mia Classe la scelta di votarlo, cosa posso farci se non tentare di invertire la china come posso?
Eppure, l'aver ascoltato le parole di chi non ha nessun timore di continuare a combattere anche  da solo il declino democratico italiano, infonde un ottimismo inaspettato. E' vero, questo clima di fatalismo a cui sembra che siamo condannati quasi geneticamente è il nostro primo avversario.
Se gran parte dei membri della mia Classe sono ormai rassegnati a sopravvivere sull'aventino piuttosto che a reagire non è un qualcosa che possa frenare questo mio piccolo tentativo di personale rinascita politica.
Quindi?
Quindi inizio le 30 ore di rituali festeggiamenti gastronomici e, come unico proposito per il 2012, ho quello di tornare sul Ring quanto prima.
Il resto l'ho tutto in testa ma non riesco a dirlo.

Ah, dimenticavo.
La crisalide d'aria si sta aprendo.