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11 marzo 2015

Costruire per distruggere


C'è sempre un ottimo motivo, sicuramente legale, per tagliare un albero che si ritiene pericoloso.
Non si trovano mai motivi per demolire il cemento illegale, inutile, speculativo, pericolosissimo non solo per l'ambiente ma per le vite degli altri.
Quegli altri strozzati dalla speculazione che arricchisce pochissimi, dà da campare a pochi e fà emigrare.
Gli altri.
Le vite degli altri: non valgono forse più degli alberi?


22 agosto 2014

fra i due litiganti...

Mi farebbe davvero piacere che la candidatura di Matera a Capitale Europea della Cultura si concretizzasse.
Ho appoggiato l'idea sin dall'inizio, seppur non acriticamente, e sarebbe davvero una bella opportunità per la mia Città.
Quest'estate ho potuto starci davvero troppo poco ma non posso che apprezzare quel po' di fermento culturale di cui sono stato indirettamente testimone.
Le bellezze della mia Città, dai Sassi al Parco della Murgia, meritano tutta la valorizzazione possibile.
Il Turismo potrebbe essere una delle risposte ai problemi economici della mia Terra.
Certo, tutte ovvie banalità.
Ma, si sa, le cose ovvie, in Italia, non sempre vanno per la maggiore.
E, a volte, nemmeno l'ovvio accade.
Tuttavia, resto fiducioso.
Escluso, appunto, l'ovvio, che, purtroppo, sembra sfuggire ai più.
Anche se Matera diventasse la Capitale Europea della Cultura per il 2019, anche se l'organizzazione e la gestione della macchina turistica fosse compiuta a puntino, anche se si girasse  nei Sassi un film all'anno, non si potrebbe di certo pensare di risolvere Il Problema:

Per dar lavoro a cinquantamila persone, a Matera, non basta il turismo: servono l'industria manifatturiera con associato terziario avanzato.

Quanti ex-operai dei salottifici, quanti laureati in materie tecniche od umanistiche possono essere riconvertiti in camerieri e personale d'Hotel?
Quante guide turistiche possono campare decorosamente nel nostro territorio?

E tutti gli altri?

Intendiamoci, non sto dicendo che la Candidatura sia inutile o che le iniziative culturali parallele siano superflue.
Non intendo assolutamente inserire degli "invece di" nel contesto.
Lo so che vanno per la maggiore affermazioni tipo "invece di Matera 2019 si pensi alla monnezza".
Non c'è nessun invece, ci si deve occupare della monnezza come se la Candidatura non ci fosse e della Candidatura come se a Matera ci fosse una raccolta differenziata perfetta.
Non esiste nessuna contrapposizione tra le iniziative culturali del pubblico e del privato, legate o meno alla Candidatura, con la normale amministrazione di una normale città.
Quello che vedo completamente mancare a tutti i livelli, ma non da oggi, da lustri, è una banale politica industriale.
Ora, è ovvio che il Comune di Matera ha ben poche carte da giocare dal punto di vista della ripresa economica industriale.
E quelle poche, ovviamente, le gioca a perdere.
Mi riferisco alla speculazione edilizia, che coi suoi effetti economici perniciosi prosciuga le residue energie e risorse economiche della Città.
Non parliamo, poi, del livello regionale.
Ho avuto a che fare con la burocrazia regionale che si occupa di promozione delle imprese.
Un piccolo autoesplicativo aneddoto...
A parte le tempistiche da piano quinquennale sovietico, mi è stato richiesto, a suo tempo, di produrre il preventivo per l'acquisto di dei software, preventivo che doveva essere firmato dall'amministratore delegato dell'azienda produttrice.
Un'azienda americana dal fatturato sicuramente maggiore del PIL della Basilicata...
Dovevano dare a me il preventivo firmato dal CEO.
La stampa del listino da pagina web non era sufficiente a dimostrare che il tal software costava effettivamente tal dobloni.
Ah, la fatturazione a consuntivo, questa sconosciuta...
Temo sia superfluo aggiungere altro.

La Candidatura è una cosa bellissima.
Le varie Summer School anche.
I Sassi sono Meravigliosi.
Il Parco della Murgia un tesoro.

Il Turismo è importante e contribuirebbe a risolvere il Problema, ma, da solo, non lo risolve.


Facciamoli pure conoscere al Mondo e cerchiamo di trarne tutti i vantaggi possibili.
Ma per far sì che la gente partecipi a tutti questi eventi, che paghi i biglietti di musei e spettacoli teatrali, che abbia voglia e tempo di andare ai concerti  blues e jazz, occorre che abbia uno stipendio.

Riguardo il benessere di Matera, la Cultura ed il Turismo, intesi come risorse economiche risolutive, sono come la risposta alla domanda "E' più veloce un aereo o  è più buona la nutella?"
Non ha senso.
Non ha senso dividersi sul pro o sul contro, per quanto sia legittimo e anche doveroso denunciare ed opporsi alle distorsioni clientelari e agli errori più madornali, ma non ha senso semplicemente perchè è inutile.
Per come stanno le cose, se si perde, la povera gente farà la fame.
Se si vince, la povera gente farà la fame ugualmente.




22 aprile 2014

La giornata della Terra 2014, la mia dedica all'hobby imposto ai materani: il palazzinaggio.


Io ho un hobby, mi piace guardare le formiche.
Mi siedo ed osservo, senza interferire, le loro ordinate attività.
Nella mia città, un hobby diffusissimo è prendere un pezzo di terra, un bel po' di acqua ed aria e costruire un palazzo.
Poi, tenerlo così, vuoto e lasciare che siano altri a pagarne le conseguenze.
Conseguenze assai care da un punto di vista economico, sociale, ambientale.
Un hobby costosissimo a spese della collettività.
Ogni tanto un tribunale disturba i giocolieri, ma intanto la mia città è un deserto di torri vuote, di palazzi nuovi che cadono, semi di emigrazione e povertà.
Dedico questa giornata della Terra a chi, da edifici come quello in effige, ricava soddisfazione e profitto.

3 novembre 2012

Spore Emigranti. L’Alfa e l’Omega


So che in molti attendono un mio commento sulla mia non certo volontaria ed entusiastica emigrazione.
Beh, piano piano, a pezzi e bocconi, sono riuscito a mettere assieme un ragionamento che spero sia sensato.
Andar via non è stata una vera scelta.
Restare o andare. Se resto mi devo accontentare di un lavoro meno qualificato e di servizi inferiori, se vado lavoro, reddito e servizi saranno superiori ma perdo la mia Terra e la mia Comunità... 
Mica è stato questo il ragionamento che ho potuto fare.
No, bisognava andare e basta!
Grazie al perverso meccanismo dei contributi minimi di Inarcassa, per esempio, non mi era rimasta altra scelta che trovare un lavoro entro poche settimane o fronteggiare i mastini di Equitalia.
Magari ci si aspetta che spari fuoco e fiamme, che inveisca, che sfoghi in parole scritte la rabbia.
Ma di quella rabbia non c’è traccia, qui, a Nord della Linea Gotica.
Solo pietà.
Andiamo con ordine.
Io non me ne sarei mai voluto andare da Matera.
Ho fatto di tutto per  potermi costruire una vita ed una carriera accettabili a Matera.
Sognavo una vita fatta di lavoro, scoutismo ed impegno sociale.
E domeniche passate tra un Reparto, una famiglia e gli amici.
Ho combattuto tantissimo per questo, ma non sono riuscito a raggiungere questo risultato.
Io non ci sono riuscito.
Non c’è stato un complotto mirato per impedirmelo.
Quindi, non intendo incentrare il mio racconto su quanto siano state stronze le circostanze.
Lascio volentieri ad altri il pianto greco.
La mia storia inizia con la chiusura dell’azienda per cui lavoravo a Taranto.
E’ passato un anno da allora.
E dopo quest’anno di battaglie ho dovuto prendere la via del nord.
E’ stato un anno di guerra.
Vi racconto un  esempio spero paradigmatico: a Gennaio rispondo ad un annuncio di lavoro di un'azienda privata pugliese. Dopo 14 minuti dall'invio della mail vengo contattato telefonicamente e mi si fissa un appuntamento. Seguono i rituali tre colloqui e proposta di assunzione finale. Sembra tutto a posto ma si deve aspettare “l'ok burocratico” del principale cliente dell'azienda per la cui commessa verrei assunto. Un Ente Pubblico con sede in Basilicata. Certo, in prospettiva si prevedono altri  incarichi presso altri clienti, ma, per ora, si deve iniziare da lì. Da febbraio 2012, fino a Luglio, il vostro ingegnere aspetta paziente tenendosi in contatto periodicamente con l'azienda barese che avrebbe davvero bisogno di inserirmi lì dove vorrebbe. Ma l'”Ok burocratico” non arriva, finchè, a  Luglio, è ormai evidente che  non arriverà mai. Giusto per colmare la misura vengo ufficiosamente informato del fatto che un pezzo di quello che avrebbe dovuto essere il mio lavoro su server Linux lo sta facendo, invece, un consulente esterno che fa il pendolare dal Nord Italia. 
E’ stato quando ho ricevuto questa notizia  che ho deciso di emigrare... 
E di esempi come questi ne potrei descrivere altri: finanziamenti per bandi vinti e mai arrivati o, tanto per riderci su, un contratto da me firmato con un ente pubblico per un lavoro di breve durata (1 mese) che mi ha obbligato a mantenere aperta la partita iva, che doveva iniziare subito dopo la firma per poi essere rimandato sine die di settimana in settimana senza spiegazioni impedendomi, per mesi, di impegnarmi altrimenti: per completezza di ragionamento, sappiate che l'azienda pugliese di cui sopra avrebbe voluto offrirmi un breve contratto su Bari sperando che la situazione lucana, nel frattempo, si sbloccasse, ma ho dovuto rifiutare proprio a causa di questo contratto già firmato di cui poi non si è saputo più nulla. 
Io, gli impegni con lo Stato (Inarcassa, Ordine degli Ingegneri, fisco) li devo rispettare, ma, ovviamente, non vale il viceversa.
Chissà cosa sta facendo, ora, in questo momento, il dipendente pubblico responsabile di questo evento.
Sarà tranquillo a casa sua coi pensieri di tutti gli uomini...
Già...
Il succo del discorso è che un lavoro avrei anche potuto trovarlo se non fosse stato per la Repubblica Italiana e per i suoi ‘servitori’ locali, in questo caso.
O se avessi voluto ‘accontentarmi’.
Ma ad un certo punto ho detto basta.
Da un giorno all’altro.
Non ce la facevo più a vivere in questa sospensione del tempo omicida.
Mi sono reso conto di non essere riuscito a raggiungere l’obiettivo e che bisognava cambiare strategia e tattica.
Questa cronaca non sarebbe completa senza affrontare l’argomento “Partito Democratico”.
Come credo sia evidente dai fatti, il mio non è stato un tentativo clientelare, nè, purtroppo, un tentativo riuscito.
Tentativo di cosa?
Ma di fare Politica.
Non di riformare, aggiustare, sistemare, ripristinare, correggere.
Solo di agire in base ad un pensiero meditato.
Ho consumato molte energie nella Segreteria del Partito Democratico Materano e non sono affatto soddisfatto dei risultati.
Di risultati pratici, praticamente, non ce n’è.
Politicamente, invece, qualcosina c’è.
Roba simbolica, si intende.
Ma concreta in un momento storico in cui idee realizzabili sembrano tabù nella Politica.
E’ stato dimostrato che è possibile parlare di argomenti come le energie rinnovabili, le nuove forme di lavoro, gli spazi di aggregazione giovanile, la speculazione edilizia e l’ovvio software libero anche nelle stanze del Direttivo del Partito Democratico materano.
Insomma, se un simpatizzante del PD volesse sapere se casomai qualcuno nel PD di Basilicata abbia mai parlato di altro rispetto al solito potrebbe andare a dormire tranquillo, se ciò gli bastasse per conciliarsi il sonno.
Il che, ovviamente, non può essere.
Questa esperienza mi ha lasciato un sapore agrodolce.
Quello di una vita agra per ignavia di ben precise scelte fondate su paura ed egoismo a breve termine.
E dolce per l’incredibile ricchezza umana di chi cerca l’incontro anche dove, secondo i moderni canoni del nuovo che avanza, ci dovrebbe essere solo violento e spietato scontro.
Le persone del Partito Democratico che porto nel cuore non sono poche e mi hanno insegnato molto.
Per me l’esperienza in Segreteria è stata una vera e propria scuola di Politica, ma, come per tante altre cose, anche di questa esperienza ne usufruiranno altre Comunità.
Ne ho già parlato precedentemente nel mio blog, ma ora vorrei quantificare un minimo.
Cosa perde Matera dalla mia emigrazione?
Una certa competenza tecnica in ambiti specialistici: sistemi aerospaziali, impianti fotovoltaici, sistemi IT piuttosto sofisticati e capacità di gestire le infrastrutture IT con sistemi open source.
E ho potuto constatare che parte di queste competenze si sono quasi estinte sul territorio materano.
Un Capo Scout brevettato: ad occhio, direi che una ventina di ragazzi materani all’anno non potranno correre lungo il sentiero educativo scout.
I Boy Scout sono spesso pubblicamente derisi, ma le liste d’attesa dei gruppi materani sono sempre ben satolle e lunghe ...
Più una discreta capacità di operare nel sociale e nel volontariato aggiuntive allo scoutismo (vedasi PD e Linux Day ad esempio).
Tutto questo ora passa a Casalecchio.
Il resto appartiene al privato.
L’unica sofferenza inquantificabile.
E di cui ritengo fuori luogo parlare ulteriormente qui.
Alla fine una cosa l’ho capita:
cambiare le cose non è impossibile, a patto che si lasci perdere l’idea di cambiare le cose.
Possiamo cambiare solo noi stessi.
Non gli altri.
Ecco perchè, ultimamente, sto passando molto tempo a pensare ai miei errori.
E ho praticamente smesso di pensare a quanto i i fattori esterni abbiano danneggiato il mio tentativo di vivere a Matera.
No, mi sono convinto che analizzare le altrui mancanze e le altrui scorrettezze sia tempo perso.
Mi sono laureato, sono tornato, ho cambiato un paio di lavori, è successo quel che è successo e francamente la domanda che ritengo abbia senso è: “Dove ho sbagliato?”
Cosa avrei potuto fare diversamente?
Per esempio, anche la recente vicenda del Linux Day materano, se ci penso la prima cosa che mi chiedo è:” Dove ho sbagliato? Cosa ho fatto di sbagliato che ha impedito la nascita di una Comunità vitale ed autosufficiente?” 
E’ un dato di fatto.
Sono stati i miei errori a costringermi all’emigrazione.
Io ho sbagliato a fidarmi di imprenditori scorretti, io ho sbagliato nel mettere energie in cause perse, io ho sbagliato nell’impiegare il tempo in iniziative controproducenti.
Sono i miei errori che pago, non l’indifferenza e l’egoismo di altri.
L’indifferenza, i sorrisetti di compiaciuta commiserazione (finchè parli di spostare qualche centinaia di migliaia di €uri dalle tasche di Micro$oft a quelle dei laureati materani, ma appena inizi a parlare di cemento e mattone subito si accende la spia rossa e diventano sorrisi zannuti), l’ignavia pervicace mi suscitano solo pietà.
Poveretti coloro che avrebbero dovuto semplicemente lasciar fare, neppure fare.
Ma la cui paura li ha dominati fino ad impedire che altri agiscano per il bene comune.
Un mese fa mi sono messo in macchina e sono partito per il Nord.
Statisticamente, altre 4 persone hanno lasciato la Basilicata con destinazione Nord quello stesso 3 Ottobre.
Molte relazioni si sono lacerate quel giorno.
E altre sono nate subito dopo.
Ma il più grigio e squallido cielo padano è senz’altro più colmo di Speranze rispetto all’azzurro più puro che si staglia sul più bello degli scorci del Parco della Murgia.
Inseguiamo la Vita e lasciamo indietro Nostalgia a combattere in retroguardia.

10 ottobre 2012

Spore Emigranti. Spora 2: tamburi lontani


Laggiù stanno succedendo ovvie e ripetitive cose turche in ambito che non definirei di urbanistica se non parecchio ubriaco.
Sul merito ho poco da ripetere rispetto a quanto scritto tante, troppe volte, su questo blog.
Censimento delle case vuote e sfitte da parte di un ente indipendente, primo ed indispensabile passo antecedente alla costruzione di un singolo pollaio.
Ma non è di questo che voglio scrivere.
Ecco:
Vale la pena anche solo leggerle certe notizie?
La domanda non è retorica.

5 luglio 2012

Campagna per il censimento degli immobili sfitti o non utilizzati

Trovo estremamente interessante questa iniziativa.
Basta col consumo speculativo di suolo, basta città di case vuote e sfitte.
Basta scambiare alberi e campi di grano per distese di cemento vuote.



7 dicembre 2011

ti tagliano la pensione del 10%! Sei arrabbiato? E perchè? 0 x 0,9 sempre 0 fa

Abbiate pazienza, ma io pago la pensione sia al ricco (5000 € ) che al povero ( 700 € ) che, magari, ha lavorato in una vita meno di quanto abbia lavorato io in 10 anni ma prende una pensione molto maggiore di quanto in teoria prenderò io nel 2055. Perchè, appunto, io in pratica la pensione la pago solo agli altri ma non l'avrò mai. Cari sindacati, cari (alti) dirigenti del PD, almeno guardatemi: il futuro sono io, per favore non vi chiedo di fare qualcosa per me, ma almeno non mi chiedete di indignarmi per l'innalzamento dell'età pensionabile, concetto di cui già in passato, col vostro agire, avete reso ossimorico il significato. Soprattutto il PD dovrebbe rendersi conto che sono io il suo dirigente-elettore medio del futuro: un precario laureato con reddito inferiore a quello di un cassintegrato fiat.
Si iniziano già ad intravedere le colossali conseguenze politiche a medio termine derivanti dall'aver appoggiato il governo Monti invece di essere andati alle urne.
Adesso, per i miei concittadini, di memoria notoriamente volatilissima, sarà una banalità dare la colpa della catastrofe al Partito Democratico di Bersani con l'ovvia e banale conseguenza di rischiare di avere nel 2013 di nuovo il Papy in sella.
Almeno parlate, dite, esplicitate il progetto che è tanto ben scritto nell'opuscoletto che, in quanto membro della Segreteria locale, mi sono potuto leggere.
Urlate che quando toccherà a noi si partirà dal Lavoro, che annullerete il deficit di botto prendendo il sangue dagli speculatori edilizi liberando per di più risorse per l'economia spostando il risparmio dal mattone alle energie rinnovabili, all'economia verde, alla rivoluzione del Web 3.0!
E basta a parlare di pensioni a chi la pensione la deve solo pagare e non l'avrà mai! Io inizio ad irritarmi anche solo a leggere certe cose. Lo scrivo chiaro: se dovessi scegliere tra vivere così e vivere in maniera dignitosa in un'Italia che mi consenta di lavorare e crescere ma senza pensioni non avrei dubbi: abolitele, 'ste pensioni, per me non fa differenza! Mi fa differenza avere un web decente, una casa a prezzi accessibili al mio reddito ridotto al 40% di quello dei miei genitori, scuole ed ospedali in un ambiente pulito.
Datevi una mossa. A parlare.
Se neppure parlate, chi (ci)vi crederà?

21 agosto 2011

L'apprendista Stregone?


E’ vero, sono tempi confusi.
Soprattutto perchè chiarirsi le idee richiede fatica e il caldo non aiuta.
Non me la prendo, quindi, se il mio ruolo di membro della segreteria del Partito Democratico è scambiato da taluni per quello di un assessore, di un consigliere comunale, del vicesindaco o anche di un giornalista per non parlare di quello di scrittore di fantascienza.
Io sono membro della Segreteria del PD Materano. Prima dell’inverno 2010, ossia prima della scorsa campagna elettorale comunale io non conoscevo molta gente all’interno del Partito Democratico e nessuno a livello dirigenziale.
Ma, grazie all’impostazione collettiva della candidatura ho preso tra le 3 e le 4 volte i voti che ci si aspettava.
Perchè le istanze di rinnovamento della Classe Dirigente sono così manifestamente urgenti presso una parte dell’Opinione Pubblica che la nostra proposta è risultata convincente tanto da raggiungere un pur relativo successo.
Certo, non sono stato eletto, ma il risultato numerico ottenuto, sufficiente per essere eletto in altre liste, è dovuto ad un voto di opinione generato dalla volontà precisa da parte dell’elettorato di Sinistra di cambiare le cose attraverso un voto legato ad una progettualità fattiva invece che alla pur sacrosanta protesta ed indignazione rispetto allo stato delle cose.
Perchè esistono tante persone che sono consapevoli della necessità di agire costruttivamente e della futilità delle proteste autoreferenziali in stile Aventino.
Certo, questo significa agire comunque all’interno di un sistema di correnti che sfido chichessia a trovare isolato al Partito Democratico.
Il lavoro che ho trovato di fronte è senz’altro frustrante e complesso e banalmente faticoso.
Le vicende del Piano Casa e delle varianti urbanistiche hanno consumato gran parte delle nostre risorse e non posso certo affermare di essere soddisfatto.
Eppure non c’è scelta che perseverare o ritirarsi nel terreno dell’(auto)commiserazione.
L’Amministrazione Adduce ha pregi e difetti ed il ruolo della Segreteria del Partito è di esaltare i primi e contribuire a  correggere i secondi.
E i difetti di questa Amministrazione sono evidenti in primis ai suoi stessi sostenitori ed elettori.
E gli elettori già chiedono conto a tutti gli attori dello stato delle cose.
Anche a me.
La cosiddetta Società Civile, di cui mi piacerebbe davvero tanto poter elencare i punti di forza, mentre oggi mi vengono in mente solo le sue tante lacune e debolezze, è specchio fedele della Classe Politica che elegge.
Ma è comunque attiva ed efficace soprattutto nelle sue iniziative più giovani, in senso anagrafico:
non posso nascondere, infatti, di provare qualche perplessità di fronte alle prese di posizioni di associazioni guidate da cinquanta-settantenni che in passato hanno avuto responsabilità mica da ridere nella gestione della cosa pubblica locale e appartenenti alla generazione che ci ha scavato la fossa e che ora si prende anche il lusso di predicare dall’alto del cumulo di terra di risulta, evidentemente in attesa di seppellirci tutti.
Tuttavia, anche da questo punto di vista la scelta è tra la resa e la resistenza.
Perchè, se i nostri elettori ( giovani ) sono scontenti per il Piano Casa dovremmo tacere?
Se sono perplessi sulla metropolitana leggera?
Se non capiscono il come ed il percome delle piste ciclabili?
Se l’assenza di eventi culturali e di spettacoli adeguati nell’Estate Materana li lascia stupiti?
I nostri elettori, almeno quelli con cui sono in contatto, esattamente come avevamo chiesto loro in campagna elettorale, desiderano partecipare perchè sanno bene quanto sia grave la situazione generale.
Quindi, chiedono, si informano, esigono.
Se si sono manifestate nelle sedi opportune delle perplessità sui PISUS, ad esempio, perplessità appunto raccolte tra i nostri stessi sostenitori, finalizzate a migliorare e non certo a cassare i provvedimenti, perchè di tali perplessità non deve rimanere traccia nelle pubbliche prese di posizione del Partito?
O riteniamo che tacerne migliorerebbe la nostra immagine presso i nostri stessi sostenitori che le hanno poste?
Il ruolo del Partito è  anche fare da collante tra l’amministrazione e i cittadini: un polmone di idee e progetti per dar respiro all’azione amministrativa implementato tenendo a braccetto da un lato l’elettorato e dall’altro l’amministrazione.
Ma se abdichiamo all’ultimo ruolo possibile per un partito, quello di raccordo tra la società civile e le istituzioni, cessiamo di avere una funzione utile.
Diventiamo danno.
Se c’è qualcosa che non va nella nostra azione di Governo il ruolo del Partito non è di minimizzare o occultare, ma di proporre correttivi: solo così manterremo alta la tensione e la fiducia nel nostro oscillante e sfiduciato elettorato.
Dobbiamo forse dimenticare l’andamento delle scorse elezioni?
Il dramma del ballottaggio?
Oggi l’aver pubblicamente dato voce alle istanze dei nostri sostenitori non può che essere ventaggioso, a medio e lungo termine, per il Partito stesso.
Perchè si dimostra la sua vitalità e, finalmente, il suo progressivo reincollarsi alla voce della cittadinanza.
Non è questo, forse, il nostro obiettivo primario?
Pazienza se si deve incorrere nelle ire dei soloni per hobby e scomodarsi un po’ a tirar tardi per arrivare a costruire nuove prospettive.
Purtroppo, per arrivare ad iniettare nel corpo malato della nostra comunità antidoti e ricostituenti la via è ancora lunga.
Ma non vi sorprenderete, spero, se io continuerò ad insistere, ad esempio, con Software Libero e Fotovoltaico.
Ho la testa dura.

12 aprile 2011

Il Prezzo della Coerenza

Un anno fa terminava la mia campagna elettorale assieme al gruppo di amici e sostenitori che si sono riuniti sotto il nome del “la Città Differente”.
E’ doveroso fare un punto della Strada ed un consuntivo di quanto accaduto per poter pianificare i prossimi passi di concerto con i costruttori della Città Differente. Ricordo, infatti, la centralità della mia Candidatura intesa come Collettiva, espressione di un gruppo di persone eterogeneo per età ma omogeneo per ideali.
Fino ai primi mesi del 2011, dal punto di vista di chi si approcciava da novizio alla Politica Partitica è stato un periodo di ascolto ed iniziale formazione.
L’ingresso nel Direttivo  Cittadino e nella Segreteria del Partito Democratico sono state solo le tappe visibili di un percorso che è stato sempre indirizzato al pragmatismo costruttivo.
Preferisco restare sui fatti a livello macroscopico: la realizzazione del Passaggio al Software libero da parte dell’infrastruttura del PD Materano e la vicenda del Piano Casa.
Entrambi i fatti sono perfettamente in linea con la campagna elettorale ed il sostegno ricevuto dalla Città Differente.
Entrambi gli eventi, paradossalmente, confermano la saggezza dell’impegno nel Partito Democratico.
Il primo, infatti, è un viatico concreto alla realizzazione di un fondamentale ed importante meccanismo di innovazione secondo canoni di ‘Sinistra’ anche relativamente banali: far passare al Software Libero, con tutti i relativi vantaggi, la piccola rete delle segreterie cittadine e provinciali del PD materano è solo un esperimento per fare da trampolino verso la maggiore sfida dell’adozione del Software Libero, secondo programma, da parte dell’Amministrazione Comunale. La Vicenda del Piano Casa è la dimostrazione che l’opposizione ragionata e ferma all’interno del Partito, pure se minoritaria, trova, nel Popolo della Sinistra, quello che viene a firmare ai banchetti, quello che scrive sui blog, che partecipa alle manifestazioni e che poi, magari, trova i suoi voti sparsi su posizioni antitetiche a quelle naturali di un Partito Democratico per come lo costruiscono col loro impegno diretto, trova, dicevamo, un riscontro massiccio.
Sono serenamente fiero di aver posto pubblicamente il problema delle reali conseguenze del Piano Casa sulle giovani coppie elettrici del PD, sull’ambiente, sul drenaggio di risorse che la speculazione edilizia provoca a discapito dello sviluppo sin da tempi non sospetti: il mio primo intervento pubblico è del 6 Febbraio 2011, tanto per tranquillizzare i sostenitori di un  cambio di posizioni a fine marzo.
Sono altrettanto rasserenato per la presenza nel Partito di persone come Angelo Cotugno, capaci di difendere a viso aperto e fino alle estreme conseguenze una scelta Politica di Sinistra.
Capace, banalmente, di difendere l’idea stessa di Partito Democratico che è nei cuori e nelle menti dei 153 elettori della Città Differente.
E di molti altri che hanno visto, nell’approvazione del Piano Casa, una ulteriore acquiescienza ai soffocanti effetti della speculazione edilizia.
Mentre era in corso la seduta del consiglio comunale del Primo Aprile scorso ero presente nell’aula consiliare.
E mentre Angelo discuteva gli emendamenti e pronunciava la sua dichiarazione di opposizione avevo la fiera ma triste consapevolezza di assistere ad un ultimo tentativo di evitare a me stesso ed alla Città i perniciosi effetti di una nuova ondata speculatoria con l’immancabile drenaggio di capitale dalle attività produttive ed innovative ai mutui quarantennali a cui scelte come l'attuazione del Piano Casa condannano la mia generazione.
Pertanto, mi assumo la piena responsabilità, di fronte a chi  ha avuto fiducia nella mia Candidatura, di questa opposizione e di questa solidarietà.
Una responsabilità che in realtà è un semplice dar voce a chi ha creduto nella Città Differente e che può continuare a sperare di fronte a manifestazioni di dissidenza rispetto a questo Piano Casa.
I nostri elettori sperano ancora, quindi, che chi si candidi in un partito di Sinistra abbia il coraggio di fare fino in fondo battaglie di Sinistra.
Anche scomode.
Anche quando sarebbe stato conveniente semplicemente tacere.
Perchè, esattamente come in campagna elettorale, è di una speranza nuova che dobbiamo dare testimonianza.
Speranza che esista una trasversalità generazionale non come quella del Partito del Mattone, ma quella che porta società civile, militanti, persone impegnate nella politica partitica di Nuovo e Lungo corso, a collaborare insieme per esprimere non solo NO ideologici, ma ragionate e motivate proposte coerenti con l’Anima del Popolo della Sinistra.
Invece, con il cambio di Capogruppo, sembra che tutti i problemi siano stati risolti.
Ma il dissenso è stato eradicato o solo pubblicamente censurato?
Ora il Partito Democratico è più forte di prima?
A me pare che sia meno rappresentativo proprio di quella parte dei propri elettori maggiormente impegnati nella militanza!
Ecco perchè il No al Piano Casa si accompagna ad un contemporaneo rilancio della discussione sugli stumenti urbanistici ordinari.
Perchè non accelerare i tempi del confronto pubblico sul Regolamento urbanistico in modo da metter tempo, risorse, idee e modelli di partecipazione attiva della Cittadinanza a cura delle ferite urbanistiche della nostra Città?
Perchè non rilanciare su questi ( ed altri, vedasi Software Libero, Energia, Economia Sostenibile  ) temi concreti la discussione nel Partito come cartina di tornasole dell’effettiva volontà di rinnovare azioni e strumenti della democrazia interna?
I recenti segnali sono tutt’altro che incoraggianti, ma non è il coraggio di trarre fino in fondo le conseguenze delle nostre azioni che ci manca.
Dopo un anno sono lieto di potermi guardare alle spalle e scoprirmi completamente coerente con le donne e gli uomini della Città Differente.
E’ un sollievo.

31 marzo 2011

Le alghe Nori ed il Piano Casa

Qualche giorno fa mi sono recato presso un supermercato della mia Città  per rinnovare la scorta di ingredienti per fare il sushi.
Sono i giorni terribili dell'incidente nucleare di Fukushima ( pare che il nucleo di un reattore si sia fuso ed abbia iniziato il classico effetto di sindrome cinese perforando il contenitore primario, ma in Italia siamo impegnati con le leggi salvasilvio, che volete ... ).
Il proprietario del supermercato ha avuto la brillante idea di cogliere l'occasione per raddoppiare i prezzi degli ingredienti per il sushi, evidentemente vivendo in terra di Petrolio si è sentito in diritto di imitare le compagnie petrolifere.
Sconsolato, ho provveduto via ecommerce a rifornirmi al solito prezzo di sempre da un distributore settentrionale.
A parte il fatto che aver fatto il pieno di alghe mi spinge a preparare quanto prima il sushi, stavo ragionando sugli effetti pratici a breve e medio termine di questo benedetto piano casa che sarà approvato domani, salvo altri colpi di scena.
Dunque, la mia posizione è nota da anni e non la ripeterò in dettaglio. Nello specifico, ritengo che la speculazione edilizia in Città sarà semplicemente rafforzata dall'approvazione del piano casa che consentirà il perpetuarsi di costruire X e vendere una frazione di X lasciando il resto vuoto e neppure accatastato trasformando la Città dei Sassi in una ghost town in cui il 10% degli immobili ufficialmente vuoti va sommato con gli immobili non accatastati e quelli intestati ai migranti. Numeri non ne faccio, perchè bisognerebbe praticamente conoscere l'ammontare di tutti i permessi a costruire rilasciati negli ultimi vent'anni a cui sottrarre gli accatastamenti effettuati per avere un risultato decente ( al netto dell'abusivismo, fenomeno sicuramente appena più raro della disoccupazione giovanile ).
Sarei molto sorpreso se qui ci fossero meno di 2  case su 10 vuote, forse di più.
Il che non genera la conseguente e naturale caduta dei prezzi dovuta alla banale legge della domanda ( asfittica ) e dell'offerta ( ampia ) per motivi di cui sopra e di cui mi sono anche annoiato di scrivere.
Tuttavia, pare che il dado sia tratto. E piano casa sia.
Del resto, il virus dell'ottimismo è ormai pandemico nella Città.
Il Piano Casa risolverà il problema dei prezzi alti.
Il Piano Casa sarà un ausilio per le giovani coppie e chi vi si oppone "si oppone alle case ai poveretti".
Il Piano Casa rilancerà l'economia e solo chi ha interessi personali può avversarlo.
L'incubo Acquarium e compagnia bella ( tutte deroghe come il piano casa ) non si ripeterà
E, poi, non è vero che ci siano tante case vuote, guardate: sta scritto qui il fabbisogno abitativo.
Permettetemi una battuta, ma mi torna in mente il dramma sul processo a Galileo a cui ho assistito anni fa: Galileo chiedeva ai giudici di guardare nel cannocchiale, ma loro gli rispondevano di leggere le scritture.
Così, mi si chiede di leggere un rapporto tra l'altro circoscritto solo alle case ufficialmente accatastate e vuote e fidarmi solo di quello, mentre basta passeggiare per Matera in una serata d'inverno per vedere coi propri occhi piani e piani di finestre spente...
Del resto, il virus dell'ottimismo è contagioso.
Chi si è scagliato con passione contro le problematiche del potere politico locale ora, contagiato, plaude a questa nuova iniziativa edificatoria dopo aver combattuto per anni il pernicioso e trasversalissimo partito del mattone.
L'opinione pubblica è quasi commossa.
Massì, facciamoci contagiare anche noi dall'ottimismo, magari tra due o tre anni, quando il classico appartamentino per famiglia e figlio unico in periferia scenderà sotto i centomila euro pure io....
Però, poco fa, proprio rimirando lo scatolone pieno di alghe nori ed altre prelibatezze, mi è venuto in mente che non c'è ragione di attendere così tanto.
DIco, Matera è piena di case vuote ed in vendita.
Ammettiamo pure che io sia il solito pessimista cinico. 
Ammettiamo che il Piano Casa funzioni!
Capito? Il Piano Casa Funziona!
Che bello!
Allora questo vuol dire che tra tre anni le case che ora costano 250mila € magari davvero costeranno centomila! Ale'
Senza poi parlare di tutte le case dell'housing sociale, delle nuove case popolari dell'Ater!
Ma se è così, il povero imprenditore edile materano con la sua scorta di appartamenti invenduti e inaccatastati da un lato, le famiglie con appartamento in vendita a prezzi da paga annuale di calciatore, si troveranno costrette ad abbassare i prezzi ora, perchè quando il Piano Casa sarà diventato un piano ben riuscito le loro case saranno fuori mercato ( ossia, saranno NEL mercato ) e dovrebbero svenderle ad una frazione del prezzo attuale!! 
Non sia mai!!
Non c'è ragione di attendere il 2013 - 2015 per capire: se il Piano Casa implicherà un calo dei prezzi degli immobili come sostengono gli ottimisti, a maggior ragione dal 2 aprile i più abili e dinamici dei nostri venditori di case abbasseranno i prezzi per vendere oggi non proprio a 250mila ma magari a 215 mila, ben consci che man mano che le nuove case verranno su i prezzi dovranno andare giù, come da legge di domanda ed offerta.
Sotto l'ombrellone, quindi, avremo la risposta.
Se i prezzi saranno scesi allora il Piano Casa sarà stato davvero un bel piano.
Ma se per la Bruna i prezzi delle case saranno più o meno uguali ad ora beh, allora ...
Allora, magari...
Forse...
L'ottimismo sarà il profumo della vita, ma di fronte al complesso militar industriale del mattone materano non è un buon affare.

21 marzo 2011

il Paradosso dell'edilizia materana: più costruisco meno vendo

Nella mia città, una piccola città del Sud Italia, terra di emigrazione e di perenne crisi economica, in cui nell'ultimo pugno di anni ben 5000 persone hanno perso il loro posto di lavoro nell'industria del mobile imbottito, il cui territorio ha subìto negli ultimi vent'anni un vero  e proprio saccheggio edilizio, in cui non manca palazzo in cui vi sia un appartamento sfitto, in cui non manca via in cui ci sia un palazzo vuoto, in cui, insomma, l'offerta di appartamenti è di gran lunga superiore alla domanda, nella mia città, dicevo, i prezzi delle case sono stratosferici.
A livello di metropoli settentrionale.
Cioè, per essere chiari, per un appartamento in periferia si parla di € 250mila a salire.
Ora, in condizioni di libero mercato, questo di per se è un problema solo per chi non si può permettere questi prezzi, ossia: "Siete poveri? Cazzi vostri!"
Il guaio inizia ad essere collettivo quando il numero di case vuote è stimabile in una frazione a due cifre di quelle esistenti e comunque di gran lunga superiore
a quello del numero di persone che cerca casa.
Perchè, nel resto del mondo, complice la crisi finanziaria, in presenza di sovrabbondanza di offerta, i prezzi degli immobili sono crollati ed a Matera no?
Dico, parliamo di una Città in cui a farsi una passeggiata di giorno i cartelli 'vendesi' sono numerosi quanto i manifestini elettorali sotto elezioni 
ed a farsi una passeggiata di sera in certe vie sembra di stare in Corea del Nord con sole poche finestre illuminate in palazzi immersi nelle tenebre.
Ora, per risolvere questo problema drammatico, che strozza le giovani coppie, che soffoca l'economia dato che il bene casa diventa una specie di buco nero divorarisorse
a discapito di ogni altra iniziativa produttiva, ci si prospetta la soluzione banale: costruire più case.
Ottima idea se siamo in situazione di scarsa offerta ed alta domanda.
Ma sappiamo che è esattamente il contrario.
Non amo particolarmente le provocazioni intellettuali.
Ma una ogni tanto me la si può perdonare.
Quindi, date le circostanze, permettetemi di avanzare qualche dubbio sull'utilità di aumentare il numero di case (vuote) per risolvere il problema dello spropositato
prezzo delle case a Matera.
Sia costruite col Piano Casa, sia costruite con gli strumenti ordinari.
Davvero, mi sorge il dubbio che non sia il caso di sacrificare altri oliveti ( bene collettivo ancorché privato ) a discapito di altro cemento.
E mi sorge un altro dubbio.
Vuoi vedere che il metodo migliore di far tornare i prezzi degli immobili materani a valori di mercato sia chiarire all'industria del mattone un concetto semplice semplice?
Ossia: cari signori, nel territorio del Comune di Matera non si cementificherà più neppure un metro quadro finchè a Matera ci saranno così tante case vuote.
Fate in modo di venderle, poi si pensa. Nel frattempo, noi ci teniamo gli oliveti, voi vi tenete il cemento. Sia quello nelle vostre betoniere, che quello già edificato e tenuto vuoto.

6 febbraio 2011

Piano Casa e Regolamento Urbanistico: Adoro i Piani ben riusciti ( Colonnello John "Hannibal" Smith )

Piano Casa e Regolamento Urbanistico ( volgarmente detto Piano Regolatore ).
Ecco il tema del giorno, anzi, dell’anno.
Non sono assolutamente esperto di edilizia od urbanistica, figuriamoci se posso esprimere un parere di indirizzo nello stato attuale di incertezza di fonti ed informazioni.
Il Piano Casa è nelle sue fasi iniziali di definizione, il Regolamento Urbanistico non è stato ancora presentato.
Inoltre, personalmente, mi rifiuto di dare attestazioni di razionalità a decisioni prese senza cognizione dello stato delle cose.
Traduco?
Traduco:
Oggi, Febbraio 2011, quante case vuote esistono nella città di Matera e quante persone sono in cerca di abitazione?
Ossia: qual è il rapporto tra Domanda ed Offerta?
Sembra una domanda banale, ma questo argomento, in quel di Matera, è un vero e proprio muro di gomma.
Ed è facile comprenderne le ragioni.
Probabilmente, prendendo tutti i ragionamenti col beneficio del dubbio derivante dall’assenza di dati attendibili, Matera è già, di fatto, una città fantasma.
Fatevi un giro in macchina alle 22 di un Mercoledì di Coppa, quando l’80% dei Materani è incollato alla Televisione.
Vedrete palazzi interi nelle tenebre, palazzi con solo alcune finestre illuminate, palazzi con fuori più cartelli vendesi che balconi.
Sia in centro che in periferia, sia Nord che Sud.
Matera è una città di palazzi nuovi che cadono.
Se si arrivasse a quantizzare che per ogni materano in cerca di casa esistono decine di alloggi vuoti non credo che vi sarebbe una rivoluzione, del resto dopo l’assordante silenzio civile del post notti di Arcore e l’acquiescenza complice anche sulla catastrofe economica, cosa volete che sia una Cittadina del Sud in cui le case costano il quadruplo minimo del prezzo che avrebbero in condizioni di mercato appena appena decenti?
Empiricamente, facendo i conti a naso, posso, quindi, affermare che l’offerta potenziale è di alcuni multipli superiore alla domanda. I prezzi delle case, invece sono di alcuni multipli superiori a quelli del congruente mercato.
Una casa di 100mq in periferia costa anche 250.000,00 €, credo il quadruplo di quello che valga, date le circostanze:
Bassa domanda, alta offerta, emigrazione intellettuale e non, crisi generalizzata.
La nostra Società ha deciso che le coppie di giovani, anche laureati, possano contare su un reddito annuo medio ( e precario ) di circa 15 - 20 mila € per i più fortunati. 
Questi numeri ci dicono tutto.
Del resto, ci vuole poco a realizzare che le imprese possono finanziarsi un palazzo vendendone solo una frazione e, col regime vigente, possono permettersi di attendere lustri prima di vendere al loro prezzo senza tema di averci proprio a che fare con la Legge della Domanda e dell'Offerta.
Altri numeri, calcolati su basi attualmente a me ignote, ci dicono che, invece, il fabbisogno di alloggi è di 2600 unità da costruirsi entro il 2017.
Su tali numeri si baseranno Piano Casa e Regolamento Urbanistico.
Bene fa la Segreteria del Partito a voler attendere la presentazione del Regolamento Urbanistico perchè è il momento di voltare pagina e cessare con la cultura dell’emergenza per ricominciare a pianificare secondo ragione e non secondo interessi particolari e locali.
L’elaborazione di un Piano Strategico che vada dal generale al particolare è l’unico modo per uscire dalla logica perversa della deroga, dell’emergenza, dell’accettazione dei fatti compiuti.
Purtroppo, il Piano Casa è quello che è: una deroga alle procedure del regolamento urbanistico voluta dal Papy nazionale ed in cui la nuova giunta regionale di Basilicata ha pure tolto ai Comuni la possibilità di decidere gli ambiti di intervento.
E’ vero che il 40% degli alloggi previsti dal Piano Casa sono di Edilizia Sociale e, pertanto, dovrebbero alleviare il fenomeno qui appena descritto.
E’ vero che l’immissione di 2600 alloggi sul mercato, sempre in teoria, dovrebbe calmierare il mercato.
Teoricamente.
Ma, purtroppo, la stessa Teoria è già smentita dai fatti: una sovrabbondanza di offerta a livelli mai visti non provoca una caduta dei prezzi.
Le case, è vero, non si costruiscono.
Ma neppure si vendono.
Si conservano, vuote, per mancanza di acquirenti dotati della necessaria capacità di spesa.
Tanto, ad ora, tenerle vuote costa pochissimo ai proprietari di terze, quarte e cinquantesime case.
Ora, dato che quello alla Casa è un diritto costituzionale e considerando che viviamo in una Città stracementificata, in una Nazione in cui un metro quadro su dieci è coperto di mattoni, ritengo che sia profondamente errato pensare di risolvere il problema aggiungendo cemento al cemento.
Siamo nel 2011 e non ci sono le risorse finanziarie né naturali per aggiungere nuove città di fianco a quelle semivuote, non abbiamo altro denaro, altro terreno coltivabile, altra acqua, altra aria da contaminare inutilmente.
Perchè, anche se il diritto alla proprietà privata è anch’esso un diritto costituzionale, non esiste un diritto costituzionale al possesso dell’aria e dell’acqua.
Il Piano Casa non è certo obbligatorio, ma comunque è un’occasione che può essere sfruttata per la riqualificazione della città.
Il problema, a riguardo, è che l’Amministrazione Comunale ha ben poche possibilità di influire sulle manifestazioni di interesse presentate.
In pratica, se da un lato c’è qualche flebile speranza di attenuare il dramma del problema casa grazie al 40% di Edilizia Sociale previsto nel piano casa ( ed io devo ribadire che non ci credo per le ragioni fin qui espresse ), dall’altro un Regolamento Urbanistico degno del nome potrebbe contribuire a riqualificare la città secondo criteri moderni senza rimettere a sacco un territorio già martirizzato.
Case a basso impatto ambientale, ristrutturazioni, riqualificazione delle urbanizzazioni e del verde, energie alternative, le vie possibili sono sicuramente tante e non è questa la sede per parlarne.
Personalmente, è su questa linea che mi spenderò in Segreteria e nel Direttivo, da un punto di vista politico, mentre da un punto di vista più generale mi piacerebbe che si arrivasse all’ovvio, cosa non scontata in questo Paese:
l’ovvio, secondo me significa rendere legislativamente conveniente mettere sul mercato le case piuttosto che tenerle vuote ( e spesso neppure accatastate ) a centinaia.
Una Città di case vuote non può che essere una Città Sterile.
Non è costruendo un altro quartiere Acquarium che si rilancerà l’economia della Città, ma perseguendo soluzioni differenti dal passato che spezzino il circolo vizioso che ha portato Matera ad essere un lungo e semideserto cementificio a cielo aperto.

PS: 

ovviamente, la parola “Sassi” esiste