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11 febbraio 2025

Una Comunità Capi sulla Linea Gotica







Quando una Comunità Capi fa Strada, dissoda, ara e semina.

Non c'è una vera alternativa, un succedaneo, un surrogato, al camminare insieme, a condividere la fatica della Strada.

E sarebbe davvero pratico.

Invece, no. 

Tocca lo zaino, la salita. 

Il sudore anche nel cuore dell'inverno.

Arrivati a destinazione, l'Eremo di Trebbana, mi sono ricordato che da queste parti passava la Linea Gotica, l'ultima linea di difesa dei nazifascisti.

Per molti mesi amari, tra queste montagne, tra questo fango, è scorso il sangue.

E noi ci siamo arrampicati fin qua su a scrutare la Linea Gotica dei nostri tempi.

Una Linea che divide per prima cosa i nostri cuori.

Troppo comodo pensare che i neofascismi, la disgregazione della democrazia, l'accartocciamento dei corpi intermedi e delle comunità siano tutti dall'altra parte di una barricata immaginaria che divide buoni da cattivi.

Ecco perché è importante mettersi sempre in discussione e vegliare.

Chi è arrivato fin lassù, nel fango gelido, nella nebbia fitta, però, ha trovato luce.

Io l'ho trovata in una Coccinella ora Capo, in un crocefisso sospeso tra la pietra antica, ma soprattutto in una fratellanza che, mi si perdoni la speranza (e non l'ardire) mi sembra sempre più quella della prima comunità cristiana, quella dei discepoli di Gesù.

Un gruppo scout è di per sé un piccolo miracolo, ma occorre molta fatica terrena per mandarlo avanti.

Ma quant'è leggero lo zaino un istante prima di posarlo.







18 dicembre 2024

5 Anni di Proposta Educativa




La Redazione di Proposta Educativa di cui ho fatto parte ha concluso il suo mandato durato dal 2019 al 2024.

Con la pubblicazione dell'ultimo numero sul portale cede il passo ad una nuova compagine.

E anche questa è fatta!

Tutto è cominciato con questo post.

Non è che fece scalpore, eh, però è uno dei più letti del blog.

A quanto pare, l'argomento stuzzica ancor oggi.

A me sembra chiarissimo, tanto è vero che mi sono sentito in diritto di scriverne.

Ma non divaghiamo.

Il post è stato letto da qualcuno che ne ha parlato bene a qualcun altro.

Proprio mentre stavo meditando di prendermi una pausa dal Servizio.

Dopo 4 anni di coccinelle avevo accettato di buon grado di passare in Reparto ma, a posteriori, posso dire di aver fatto il passo più lungo della gamba. 

Ah, di divertente è stato divertente eh, ma ancor meno sostenibile delle coccinelle.

Quindi, quel giorno, me ne stavo sul sagrato della Chiesa a dire ai Capi Gruppo che avevo bisogno di un pit stop alla fine di 5 anni di Servizio in cui, tra l'altro, mi ero sposato, avevo comprato casa ed era nata la mia figlia maggiore.

Quello stesso pomeriggio ricevetti la prima telefonata, chiamiamolo così, del processo di reclutamento.

Guarda caso...

E poi ricordo il primo treno per Milano, i tunnel della metropolitana fino a sbucare, con un po' di fiatone, nella Cappella della sede AGESCI della Lombardia dove riposano Baden e Kelly.




E poi Servizio.

Tanto, bellissimo, avvincente e faticoso.

Quattro numeri all'anno per cinque anni.

Anni di conoscenza, incontri, viaggi, meningi spremute e dita sporche d'inchiostro per prendere appunti.

Momenti di spiritualità e fratellanza altissimi.

Studio, documentazione, esercizio.

Anni in cui qualcuno, con pazienza, mi ha insegnato a scrivere meglio.

Ma non è stato tutto rose e fiori. 

Lungo la Strada ci ha lasciato Martino Poda che è tornato alla casa del Padre prendendo, troppo presto, una scorciatoia terribile.

La piccola comunità, di fatto famiglia, che si è formata tra le pagine della rivista è qualcosa che durerà per sempre.

Ieri, mentre pubblicavo sul portale di PE l'ultimo numero della rivista, mi sono sentito parte di un bene concreto e ben poco letterario.

Quello che nasce dalle case lì dove la rivista cartacea viene anche dimenticata.

E ho visto le copie di PE sui mobiletti del bagno, sui comodini, usate come rivestimento dei portafrutta, abbandonate tra le bollette sul mobile dell'ingresso.

Le ho viste lette, le ho viste negli zaini e nelle borse di Capi di tutte le età.

Ho visto quelle riviste testimoni mute delle vite di decine di migliaia di sorelle e fratelli unici ma impegnati nello stesso strenuo Servizio.

So che qualcuna delle mie parole scritte è stata utile, è stata formativa.

Ma mi interessano di più quelle mute, quelle mai lette, quelle che sono lì, proprio ora, nelle case di chi non la pensa come me ma combatte con me per lasciare il mondo un po' migliore.

Eccole, le mie, le nostre parole, lì nelle stesse stanze di Persone che non si arrendono al dolore dei bambini, alla solitudine degli adolescenti, alla rabbia dei giovani.

E che sanno andare oltre la Speranza, perché sanno, in cuor loro, che il Paradiso può e deve essere qua perché già esiste nelle nostre sedi, nei nostri Campi Scout.

Questo è l'indice dei miei articoli: 

202001 - https://pe.agesci.it/articolo/fedeli-e-imperfetti/

202004 - https://pe.agesci.it/articolo/perche-laltro-fa-paura/

202005 - https://pe.agesci.it/articolo/grattacapi-ambientali/

202007 - https://pe.agesci.it/scoutismo-e-software-libero-a-che-punto-siamo/

202009 - https://pe.agesci.it/articolo/paura-e-speranza-nello-stesso-zaino/

202012 - https://pe.agesci.it/articolo/fratelli-tutti-il-sogno-di-papa-francesco/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/i-testimoni-della-porta-accanto/

202105 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-essere-utili/

202109 - https://pe.agesci.it/articolo/noi-capi-siamo-pronti/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/benvenuti-al-nord-e-anche-al-sud/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/una-cosa-ben-fatta-ci-siamo-fatti-in-tre/

202201 - https://pe.agesci.it/articolo/contaminarsi/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/come-stai/

202202 - https://pe.agesci.it/articolo/2-salute-e-forza-fisica/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/quel-rumore-di-sottofondo/

202203 - https://pe.agesci.it/articolo/essere-forti-per-un-futuro-migliore/

202204 - https://pe.agesci.it/articolo/la-pedagogia-dellesempio/

202301 - https://pe.agesci.it/articolo/iniziazione-cristiana-si-puo-fare/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/parlare-col-cuore/

202302 - https://pe.agesci.it/articolo/impigliati-nella-rete-senza-saperlo/

202303 - https://pe.agesci.it/articolo/relazioni-lunghe-una-vita/

202401 - https://pe.agesci.it/articolo/un-attimo-di-per-sempre/

202402 - https://pe.agesci.it/articolo/felicita-pura/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/in-che-senso-una-biblioteca/

202403 - https://pe.agesci.it/articolo/mo-sei-ecologico/

202404 - https://pe.agesci.it/articolo/lirripetibile-da-ripetere-per-sempre/


Non ringrazierò abbastanza Laura e la Redazione di Pe per questi anni di crescita, amicizia, fratellanza.

L'esperienza nella redazione di Proposta Educativa è stata forte, intensa, indimenticabile.

Ma Proposta Educativa la leggevo anche prima e continuerò a leggerla ancora perché è uno strumento fondamentale nella formazione permanente dei Capi.

E concludo con un piccolo pezzo che non è stato pubblicato sul portale, penso che sia il degno finale di una grande avventura:


ESSERE SPERANZA 

È vero: al voga finale di Arena24 non potevamo metterci tutti in cerchio, ma scommetto che ognuno di noi, lì, si sia sentito parte di un immenso cerchio azzurro. Io mi sono sentito anche parte di un immenso circolo virtuoso. Sono andato in Route colmo di speranze, figlie della somma dei miei anni di servizio.

Sono tornato dalla Route con i frutti di quelle speranze davanti agli occhi e tanta felicità nel cuore. Perché adesso so: non ho più bisogno di credere. So che la nostra fraternità è concreta, vitale e porta il centuplo di felicità in ciascuno di noi pronto a servire. 

L’ho visto: io c’ero. Ci sono. E ci sarò. Perché è nel mio (e nostro) servizio che tutto si genera di nuovo. Perché anche nelle coccinelle che magari dimenticheranno il mio nome, io vedo già le capo di domani, testimoni di una felicità che viene da lontano, piccolo seme di una felicità eterna che è alla portata di ogni essere umano.





Buona Strada alla Nuova Redazione, non vedo l'ora di leggervi!





30 novembre 2024

Assemblea di Zona di Bologna, 17 novembre 2024



L'assemblea di zona non è un pranzo di gala.

Ci si va perché è necessario.

Anche il giorno dopo una bella ma impegnativa riunione con le coccinelle.

Anche se è domenica elettorale.

La sveglia che suona di domenica all'orario del lunedì non fa una buon effetto sull'umore.

Ma ci sarebbe da indacare su come facciano, una dozzina di cattivi umori, a trasformarsi in allegria quando ci si incontra davanti alla sede per dividersi tra le auto.

All'arrivo c'è un'atmosfera un po' alla 'route nazionale', ma  c'è da lavorare e ci si divide in fretta tra i vari impegni.

Mi sono iscritto ad un modulo formativo su 'disabilità ed inclusione'.

Il modulo è stato fighissimo e spero bene di poterlo usare al meglio "sul campo".

Non entro nel merito delle mozioni perché mi rendo conto di non avere la competenza specifica che serve a valutarne l'impatto profondo.

Di sicuro non ho la pazienza e la capacità di analisi del testo in legalese e per fortuna c'è ancora chi lo fa e ha la forza di far notare certi svarioni.

Poi, a inizio assemblea, ho scoperto una novità sulla formazione che diventa permaente in maniera coercitiva.

Di certo, l'articolo 89 del nuovo Regolamento associativo aggiornato al Consiglio generale 2024 porterà a due esiti ben distinti e mutualmente esclusivi: la chiusura di vari gruppi o l'emissione delle ennesime deroghe.

Ma per quest'anno sono a posto, potrò censirmi e siamo tutti contenti.

Questo piccolo dettaglio, nella pratica, non mi cambia nulla.

Ma dal punto di vista del principio ammetto di essere molto perplesso.

Ieri all'assemblea non è stato coperto il ruolo di Responsabile Femminile di Zona.

Il numero dei Capi Unità con la Nomina a Capo è minoritario, per dire.

Il rimedio, a quanto pare, è l'ennesima variante dell'apocrifa 'non hanno pane? Perché non mangiano brioches?' 

Pazienza, cercherò di fare al meglio: dopotutto, ho sempre letto PE (anche prima di scriverci) e il manuale di branca (comprando quello aggiornato) tutte le volte che cambio Servizio.

Aggiornarsi e formarsi fa parte dei doveri del Fratello Maggiore che si prende cura dei più piccoli.

Avere l'ennesimo bollino (in deroga), no e provo una sensazione di déjà vu che ho ricondotto alle classiche situazioni lavorative:

le carte devono essere a posto ma la produttività (e lo stipendio) restano bassi perché, al solito, il problema della formazione è l'altra faccia della medaglia del problema del turnover dei capi per troppi impegni collaterali (sì, la riunione con le catechiste per decidere il regalino delle cresime e altre 30 cose del genere).

E siccome il problema del turnover dei capi è dato per scontato come il fulmine e l'alluvione avremo le carte a posto (ma in deroga) e...







PS: all'Assemblea di Zona può anche capitare di trovare un giovane Capo universitario proveniente dal Reparto Sagittario e dal Clan Orione del Matera 1

13 ottobre 2024

Kill Bill ossia: "Eccomi"






E' arrivato ottobre ed è arrivata la giornata delle Salite.

Coccinelle e Lupetti sono diventati Guide ed Esploratori.

Guide ed Esploratori sono saliti in Noviziato.

Troppi Capi hanno smesso di far Servizio.

Alcuni Capi hanno dovuto cambiare unità.

Tra cui io.

Resto Babbo Scoiattolo ma cambio Cerchio: dai Ciclamini passo alle Primule.

Niente di misterioso: l'incastro tra le varie esigenze dei capi disponibili ha reso necessario che questo 4° anno di Servizio nelle Coccinelle fosse fatto nel Cerchio gemello.

La parola maestra di Babbo Scoiattolo è: "Lavorare e giocare per gli scoiattoli erano la stessa cosa".

Ma un Capo ne ha un'altra: "Si serve dove serve".

E servo lì.

Lascio con dispiacere le Coccinelle dei Ciclamini, dopo 3 anni fantastici.

Vado con entusiasmo nelle Primule perché lì troverò lo stesso Popolo della Gioia.

E' un nuovo inizio in continuità con il Servizio di sempre.

E quindi il mio nuovo nome bosco sarà KirK!

Forse un giorno Bill tornerà ma non è per preservare il legame coi Ciclamini che ho scelto di cambiare nome bosco ed adottare, per questa nuova avventura, quello del Capitano Kirk di Star Trek.

L'ho scelto perché abbiamo tutti bisogno di cambiare per il meglio.

Ne ho bisogno io e ne ha bisogno l'Agesci che deve darsi una svegliata ed affrontare la crisi numerica di capi  che sta accelerando più del Cambiamento Climatico.

Bill è stato il mio secondo nome dal 2014.

Oggi l'ho cambiato, sono uscito dalla comfort zone e ho scelto come nome bosco quello di un Esploratore, Pacifista, Scienziato, simbolo di un percorso di progresso per l'Umanità.

Dobbiamo cambiare per rimanere scout.

Dobbiamo cambiare perché senza capi non c'è scautismo.

E io preferisco cambiare anche il nome pur di poter far Servizio un anno ancora.

Buon Volo, Buona Caccia e Buona Strada!


PS: non capisco come mai le arcande continuano a bocciarmi come nome bosco Ken. 

Mica Ken il manzo di Barbie: Ken Shiro! Ha pure i sette punti neri sul petto!



4 ottobre 2024

Racconti Intorno al Fuoco: due secondi posti per la seconda edizione

Secondo posto!

Due Volte!

Il mio primo podio in un Concorso Letterario!

La seconda volta che il mio nome finirà su un libro pubblicato!

Emozione e soddisfazione sono ancora inestricabilmente mescolati nel mio petto.

E anche nel mio stomaco.

Il concorso nasce con la finalità di diffondere tra il pubblico non tanto lo scautismo, quanto la dimensione di normalità dello scautismo.

Storie, non manualistiche o Metodo.

Vite comuni, non didascaliche.

Quest'anno ho partecipato con due racconti nelle due diverse categorie, una più libera e l'altra dedicata a  storie con protagonisti scout minorenni.

Ed ecco qua:










I premi sono bellissimi ma, ovviamente, il premio maggiore è la pubblicazione: anche l'anno prossimo il mio nome (e i miei racconti) sarà sull'antologia che sarà data alle stampe dall'organizzazione del concorso.
Quindi, se volete leggere i racconti vi toccherà aspettare l'uscita della seconda edizione dell'antologia (della prima edizione ho già parlato qua).

Il Concorso Racconti intorno al fuoco è organizzato secondo spirito Scout. E' gratuito, amichevole e, in una sola parola: Scout. 
In apparenza è un Concorso Letterario.
In pratica, penso sia un Servizio Scout.
Organizzatori e Giuria hanno la mia gratitudine.
Gli organizzatori, per ovvie ragioni.
La Giuria, più che per il voto, perché sono miei lettori.
E questo è un concetto a cui non sono per niente abituato.

Ah, in famiglia ne abbiamo discusso: no, a quanto pare, secondo Prole Major, non mi sono ancora guadagnato le ali ehm, il titolo di Scrittore: quella è gente che guadagna dalle cose che pubblica!
Dubito, quindi, che Scrittore lo sarò mai.
Tuttavia, questo risultato spero che mi aiuti a pubblicare il mio primo romanzo, pronto da un po' e in attesa, se non proprio di casa editrice, almeno di un editor.

La Ricostruzione (titolo provvisorio) prima o poi vedrà la luce, bisogna solo capire se dopo un doveroso editing o no.

Intanto, la dedica d'obbligo per questo premio va non ad una persona ma a un Servizio:

il Servizio di Redattore di Proposta Educativa.

5 anni di scuola di scrittura, nello specifico.

Quella del Servizio in PE è un'altra storia.
E bisognerà narrarla un'altra volta...


25 settembre 2024

LETTERA DI UN PAPÀ SCOUT: L'acqua è poca e la Papera non galleggia (il prezzo dietro le belle parole)




Da ieri sulla mia sfera social circola ‘sta roba. Tutto vero e anche di più eh.

Ma, cari ex #scout che la condividete: qua nei gruppi siamo sempre con le pezze al sedere e tutta ‘sta roba bella ha un prezzo: un sacco di giovani e meno giovani che a Ottobre lasceranno a malincuore (cioè: in lacrime) l’#AGESCI spolpati da un ritmo di servizio insostenibile e in cui la parte insostenibile è in gran parte slegata dal contenuto di questa lettera: si lascia per le 4 riunioni settimanali extra staff e per gli impegni che magicamente capitano nel week end libero, non per i sabati pomeriggi passati coi ragazzi.

Quindi, come dire: 

se apprezzate… partecipate.

Se il richiamo del Servizio è una vocina… datele ascolto.

Ci sono tanti ragazzi che rischiano di non poter vivere tutto questo.

C’è ancora tempo per unirsi ad un Gruppo come Capi.

Pensateci.

LETTERA DI UN PAPÀ SCOUT

Qualcuno mi ha chiesto: "Perché sprechi tempo ed energie per far stare i tuoi figli negli Scout, fare attività e partecipare ai campi?"

La mia risposta è stata:

"Bene, ho una confessione da fare, non pago e uso del mio tempo affinché i miei figli indossino un'uniforme e frequentino le attività. Sai perché sto investendo?

Perché i miei figli imparino ad essere disciplinati.

Perché i miei figli imparino a prendersi cura del loro corpo e della loro mente.

Perché apprezzino e valorizzino la natura.

Perché i miei figli imparino a lavorare con gli altri e siano buoni compagni di squadra.

Per sviluppare la loro creatività.

Perché i miei figli imparino ad affrontare la delusione quando non ottengono ciò che si aspettavano, scoprendo che la chiave è lavorare ancora di più.

Perché imparino a raggiungere i loro obiettivi.

Perché i miei figli capiscano che ci vogliono ore e ore di duro lavoro e allenamento per ottenere risultati e che il successo non avviene dalla notte alla mattina.

Per l'opportunità che avranno i miei figli di fare amicizie che dureranno per tutta la vita.

Perché i miei figli imparino e lo facciano non davanti alla TV.

Per quei momenti in cui i miei figli tornano così stanchi che vogliono solo andare a riposarsi e non pensando e non avendo tempo di andare in giro a bighellonare o per prendere brutte strade.

Per tutti gli insegnamenti che questo grande movimento dà loro: responsabilità, servizio, impegno, civismo, rispetto, amore per la natura, convivenza, fede.

Potrei continuare, ma voglio essere breve; non pago per le attività scout, perché i Capi sono volontari e nel loro servizio offrono gratuitamente il loro tempo, la loro creatività la loro conoscenza e soprattutto il loro affetto e la loro pazienza.

Grazie per le opportunità offerte dagli Scout perché sviluppano qualità e competenze che si riveleranno molto utili nel corso della vita dei miei figli, dandogli possibilità di dare valore alla vita, costruendo un mondo migliore".

Condivido pienamente 🐺✌️ 




18 settembre 2024

Iniziazione Cristiana in branca LC: dovrebbe essere di default ovunque ma con una piccola attenzione.



Man mano che il mio Servizio nella redazione di Proposta Educativa si avvia al termine (ancora un numero!)  ritornerò a parlare sempre più spesso delle mie esperienze in AGESCI: che qua mica si parla solo di modellini, linux e del suicidio dell'Occidente!

Come spiegato assai meglio qua, il mio gruppo si occupa anche dell'Iniziazione Cristiana di Lupetti e Coccinelle.

Tradotto in pratica: Lupetti e Coccinelle non vanno al Catechismo e fanno Prima Comunione e Cresima in uniforme scout.

Vi suggerisco caldamente di leggere l'articolo di Proposta Educativa che vi ho linkato sopra se non altro per risparmiarci tutti la fatica della ripetizione  e quella dell'incompletezza.

Questa faccenda dell'Iniziazione Cristiana non è  una specie di optional, anzi, la nostra Comunità Capi ha scelto come 'Irrinunciabile' per la Route Nazionale proprio l'Iniziazione Cristiana.

Perché è irrinunciabile secondo me?

Perché completa la nostra proposta educativa. 

Completa il rapporto tra Capo e bambini. 

Completa il ruolo del Capo.

E, detto tra noi, sospetto che l'efficacia complessiva di questa modalità sia piuttosto elevata a lungo termine.

Parlo in termini strettamente matematici di quello che capita (in media) a chi ha completato il percorso dei primi sacramenti.

A occhio, direi che fatta la Cresima, la maggioranza  della nuova gente sparisca.

In AGESCI, dove non è che sia tutto rose e fiori eh, non è così.

Si va avanti.

Insomma, l'iniziazione cristiana negli scout è qualcosa di profondamente coerente con il metodo scout e altrettanto efficace.

Dovrebbe uscire dalla sperimentazione e diventare qualcosa di standard all'interno dell'Associazione.

E, visti gli atti dell'ultimo Consiglio Generale direi che qualcosa si muove: avete dato un occhio al nuovo sito dedicato all'educazione alla vita cristiana?

La foto qua in cima viene proprio da lì.

Con queste premesse cosa potrebbe mai andar storto?

Dare per scontato che la logistica che sta alle spalle delle attività del normale Catechismo possa essere SOMMATA al Servizio dei Capi.

Iniziazione Cristiana in Agesci e Percorso del Catechismo standard sono due cose diverse.

Non c'è nessuna necessità di aggravare ulteriormente il carico di lavoro dei Capi con la logistica del Catechismo.

L'unico effetto di questo prevedibile sviluppo sarà quello di aumentare il turnover dei capi.

Ah, già, dimenticavo: il turnover dei capi non esiste in Agesci, esistono solo capi che non 'amano' abbastanza i ragazzi.

Perdonate la cattiveria nello sfogo finale ma, a un certo punto, la sostanza si vendica sulla poesia.



30 agosto 2024

Contromarcia su Roma e dintorni: la mia Route Nazionale 2024 a Verona


Il mattino dopo il ritorno dalla Route, in casa, c'era un silenzio a cui non ero più abituato.

L'appartamento, vuoto, non sembrava nemmeno più casa mia.

Dove siete tutti?

Mi sono svegliato all'alba nonostante la stanchezza.

E ho sentito fisicamente la mancanza del cerchio con le colazioni.


Colazione

Quasi quasi pure quella dell'amico Sebach.

E mi chiedo: Ma la Route è finita?

Non c'è dubbio: sono pulito, il mio bagno è a portata di mano, sono fresco di doccia (calda) e fin troppo sazio.

L'AGESCI e i Capi hanno inondato i social di video, foto e parole bellissime a testimonianza (con la t minuscola) di un grande successo.

Perché il successo è innegabile e l'entusiasmo alle stelle.

Per fortuna, sui social ci sono pochissimi post polemici/fuori luogo ma mi sento di sottolineare comunque che l'evento si intitolava "Route" delle Comunità Capi, non "Caccia Atmosfera delle Comunità Capi".

Sono contentissimo di aver fatto tanta strada e passato tanto tempo in coda.

Perché è stato proprio lì che ho incontrato altri fratelli e sorelle scout.

E' stato lì che ho parlato con volti sconosciuti ma fraterni, che ho scambiato battute, pensieri e speranze.

E' stato in coda, sulle strade affollate che ho sentito la forza dello scautismo, una forza concreta, fatta di persone di tutte le età, stanche, impolverate e assetate, ma forti, coi cuori puliti e sazie della Parola vissuta e messa in pratica in quei quattro fantastici giorni in cui il Vangelo è stato alla portata di tutti noi.

Ed è stato ai lavandini, ai punti d'acqua affollati che la concretezza della fraternità scout si è vista in tutto il suo splendore, nella cortesia, nel rispetto, nel sostegno reciproco.

Sono state le scomodità a fare la Route.

Sono stati la polvere, il cibo povero, la fatica a fare la Route.

Sono stati gli incontri, anche quelli degli eventi, un caleidoscopio di voci e punti di vista.

Non dimenticherò mai quello che ho provato nel bosco della spiritualità.

E nemmeno il messaggio di Liliana Segre e l'Omelia del Cardinale Zuppi: "Contro OGNI fascismo".

E poi mi taccio sennò da post sulla Route Nazionale deragliamo immediatamente sul mio comprovato talento di Cassandra geopolitica.

I Diciottomila Capi dell'Agesci che hanno camminato sono un perfetto anticorpo antifascista per la società italiana.

Hanno marciato (io per più di 80 km) pacificamente, in ordine, Testimoniando Amore, ma anche solo civismo, cortesia e buona educazione.

Hanno mostrato competenza e soprattutto hanno DI-mostrato che una società diversa, collaborativa e non violenta è perfettamente possibile.

L'AGESCI è un'associazione giovane: dove si vedono mai così tanti giovani assieme a tanti altri, ehm, diversamente giovani impegnati nello stesso Servizio a cantare le stesse canzoni e a fare sostanzialmente le stesse cose a venti come a sessant'anni?

Peccato che in totale siano trentamila e non trecentomila, ossia quanti ne servirebbero.

Ok, la Route Nazionale è stata un successo ed è stata un’esperienza meravigliosa.


E ora?

In cosa trasformiamo questo successo?

Io dico: da Amore in più Amore.

Ossia, più Capi…

Lo so, io c'ero: delle cause del turnover da trincea dei capi non si è parlato alla Route come non se ne parla negli organismi associativi dal livello di Gruppo in su.
E' tabù.
Personalmente non posso che concludere queste mie riflessioni su un'esperienza fondativa della mia vita additando il convitato di pietra, ma capisco che ci siano anche altri temi da portare avanti.
Prima di tutto lo scautismo cattolico italiano è vivo e vegeto.
E' forte e non si è perso nella modernità.
Riparte da Verona in salute e il rischio maggiore che corre ora è che la carica e la forza mostrati durante la Route non vengano investiti in obiettivi che portino frutto: il farmaco più potente non cura se non è somministrato correttamente.
Di contro questa non è una responsabilità di Capo Guida, Capo Scout, dei Presidenti, del Consiglio Generale o dei Capi Gruppo.
E' compito di ciascuno dei diciottomila.
Anzi, direi che è compito primario di ogni Capo, perché ogni Capo che era lì ha visto coi suoi occhi quale sia la forza collettiva a cui partecipa e la relativa responsabilità di cui è investito.
Per l'ambiente, la Pace (quella di Churchill e non quella di Chamberlain), la Giustizia, ma soprattutto per il Servizio ai più piccoli che a giorni si aspettano di rivedere i loro Capi e cominciare un altro anno scout.
Ma se non si è disposti a farlo, questo Servizio, non si è disposti a formarsi (e manco a leggere la rivista associativa dedicata alla formazione dei capi) la vedo dura per i suddetti frutti di questa splendida Route.
Ma a questo non credo: eravamo lì, abbiamo visto, sentito e parlato.
Perché mai dovremmo tacere e chiudere gli occhi di fronte alla chiamata ad un Servizio nuovo?



il Villanova 1 alla Partenza

Il Villanova 1 al ritorno




18 agosto 2024

La Felicità è in una sfumatura di grigio: una novella su wattpad




Mi sono reso conto di non aver scritto nulla qui di un mio progettino che ho avviato sulla piattaforma social di narrativa digitale Wattpad.
Mi sono già cimentato, in passato con racconti e romanzi.
Beh, qualche raccontino è stato anche premiato, un paio di romanzi li ho scritti.
E ho deciso di cimentarmi con il genere della novella.
Primo obiettivo: scrivere una storia lasciandomi guidare dagli eventi senza sapere in anticipo come va a finire (beh, a questo punto, con 5 parti pubblicate, più o meno lo so).
Secondo obiettivo: riuscire a dominare la logorrea e a sperimentare un arco narrativo diverso da quello di racconto (10-20 mila battute) e romanzo (500mila battute).
E chissà se con la storia di Angela e Paolo riuscirò a stare sotto le 50mila battute.
Il Terzo obiettivo mi sembra piuttosto difficile: avere una valutazione pubblica della storia. Ma i lettori di certo non abbondano, quindi se vi va fatevi avanti.
E poi, un ultimo obiettivo: riuscire a qualificarmi abbastanza da far pubblicare i miei romanzi inediti.
Quindi, cliccate pure qua se volete leggere questa mia novella a puntate.
Siamo oltre la metà.
Almeno credo.
Ah, poi se fallisco l'obiettivo 2 e diventa un romanzo, pazienza eh!


15 agosto 2024

Dimentica il mio nome: perché faccio il Capo Scout e perché vado alla Route Nazionale 2024



La Route Nazionale si avvicina a grandi passi: manca solo una settimana.

Io ci sarò.

Perché ci vado?

Per lo stesso motivo per cui faccio il Capo Scout a cinquant'anni suonati.

E perché ho iniziato a fare il Capo Scout?

Tranquilli, non la tiro troppo lunga: è una domanda che prima o poi tutti i capi si fanno, soprattutto quando qualcuno gli fissa, di venerdì sera, una riunione che potrebbe essere sostituita da un sondaggio WhatsApp.

All'inizio, magari, per essere meglio di come pensavi fosse il tuo Capo Clan.

Confessatelo, su (se avete preso la Partenza): l'avete pensato anche voi il classico "Io farò meglio di così".

Poi, maturando, per salvare il mondo.

E quando il Servizio ti entra nel sangue, per salvare anche un solo bambino.

A volte, solo per amore.

E per tutta la felicità che vedi germogliare dal tuo sudore.

Ecco, nel corso del tempo, io l'ho fatto per tutte queste ragioni.

Da un bel pezzo, però, vivo l'essere Capo come un privilegio.

Già: decine di ore  ogni mese, le albe livide della domenica mattina, il freddo ed il caldo, la sete, lo zaino, ma anche le fotocopie, lo scervellarsi per una catechesi, il ritagliare, l'incollare, le riunioni di Co.Ca. per cui fai notte, il rimetterci di tasca tua anche due lire, ecco, per me è tutto un privilegio.

Il privilegio di vivere (per un tempo ed uno spazio limitati, è vero) quasi come uno dei discepoli di Gesù.

Tutto qua.

Non mi sento mai così vicino a Lui se non durante il Servizio.

E no, non è per il rapporto con le Coccinelle (scusatemi ma lì è facile, facilissimo: livello asilo).

Ma per il rapporto che si instaura con gli altri adulti.

Qualcosa che non provo nemmeno a descrivere ma che, in cuor mio, sospetto somigli almeno un po' a quella fraternità che Gesù ha testimoniato come via di felicità in Terra per tutta l'umanità.

Per questo faccio il Capo scout, per questo andrò, la prossima settimana, alla Route Nazionale delle Comunità Capi.

Non per dare un senso alle mie giornate: io non mi annoio mai e se lo scautismo sparisse oggi resterei impegnato uguale tra prole, famiglia, modellini, lettura e scrittura dei miei romanzi.

Non per essere ricordato: quasi tutte le mie coccinelle dimenticheranno il mio nome già in reparto. Ma non il seme del Servizio ricevuto.

Niente gloria né ringraziamenti, quindi.

Inoltre, lettori di questo blog sanno della mia grave allergia alla retorica associativa sul volare alto, sognare l'impossibile, progettare il futuro eccetera, quando il turnover dei capi è roba da fanteria all'assalto delle mitragliatrici.

Eppure io alla Route ci vado lo stesso.

E la Route non è uno spasso.

La Route Nazionale non farà eccezione.

E' un evento per quasi ventimila persone organizzato tutto da volontari.

Sarà scomodo.

Si dovrà fare tanta Strada.

Ci saranno inevitabili problemi logistici e non sarà affatto facile.

Ma un Capo Scout non cerca le comodità, cerca di fare un buon Servizio.

E alla Route Nazionale si dovranno porre le basi per un ottimo servizio per i prossimi vent'anni almeno.

Vale la pena qualche sacrificio in termini di scomodità, cibo e sonno.

E magari lì mi riuscirà di parlare anche del mio sogno.

Già, ce l'ho pure io un sogno, stile volare alto per intenderci: avere un gruppo scout in ogni parrocchia.

Cambierebbe le cose.

E non ringrazierò mai abbastanza i giovani (e meno giovani) capi del mio Staff e della mia Co.Ca. per consentirmi di vivere questo privilegio.


PS: la mia Co.Ca. sarà nel sottocampo Verde, così sapete dove trovarmi. 

Dovrei anche passare un po' di tempo nello stand di Proposta Educativa.

Buona Strada e Buon Volo!

5 agosto 2024

Perché assumere subito Akela ed Arcanda



Un po' di pubblicità progresso ogni tanto non fa male: perché assumere Akela e Arcanda?

Secondo me, un Capo Scout disoccupato dovrebbe essere un ossimoro.

I Capi giovani adulti non sono certo rappresentativi degli italiani della loro età.

In realtà sono esattamente come tutti gli altri, ma, tralasciando completamente tutte le faccende legate al Servizio, al Cattolicesimo ed al volontariato, hanno un paio di cosucce in più: la competenza e la capacità di prendersi la relativa responsabilità.

Lo so, lo so: "Ma gli scout sono capaci di relazionarsi, di lavorare in gruppo". In genere sugli articoli di stampa che parlano di scout si enfatizza questo aspetto e qualche recruiter potrebbe puntare sulle comprovate capacità relazionali.

Tutto vero eh.

Ma non è tutto.

I capi scout hanno delle competenze gestionali, logistiche e di pianificazione di un certo spessore.

Visto dall'esterno, un campo scout è completamente trasparente rispetto a tutto il lavoro preparatorio che c'è dietro.

Ossia:

Alloggiare 50 persone.

Pensateci: voi sapreste farlo? Sapreste far alloggiare 50 persone spendendo tipo 10 euro a notte?

Sapreste organizzare il loro trasporto?

Per non parlare dell'equipaggiamento: cancelleria, attrezzi, costumi e scenografie.

Sapreste dargli da mangiare?

Sapreste pianificare un menu sano, includendo anche intolleranze ed allergie, spendendo per di più massimo cinque euro al giorno?

Sapreste gestire i dati sanitari e le terapie di tutta 'sta gente?

Sapete come si puliscono ed igienizzano i gabinetti e le docce per 50 persone tutti i giorni?

Sapete organizzare la Cucina, l'apparecchio/sparecchio, la distribuzione dei pasti, il lavaggio dei piatti?

In più, ovviamente, c'è il piccolo dettaglio delle attività specifiche di Lupetti e Coccinelle che includono giochi, attività manuali, qualche passo su un sentiero assieme a Gesù, espressione artistica e scouting.

'sta roba non la contiamo però: è profondamente anticapitalista...

Nell'Italietta delle PMI dubito molto che il flusso di lavoro della commessa di un'impresa media sia più complesso di un campo scout.

Quindi?

Assumete un Capo Scout.

Ma poi dategli le ferie per andarci, ai campi scout!

3 agosto 2024

L'Operazione Overlord e le Ali di Icaro







Sono piuttosto allergico alle espressioni tipo "Basterebbe Che".

Non basta mai.

La complessità può essere affrontata raramente con soluzioni facili.

Però ritengo ci sia una piccola eccezione.

Ecco, penso che una diffusa conoscenza della Storia della Seconda Guerra Mondiale (niente di specialistico, roba divulgativa del livello di Piero o Alberto Angela) ci risparmierebbe un sacco di guai.

Ad esempio (ma potrei stilare un logorroico elenco di molte pagine), dubito molto che tra i manifestanti del 25 Aprile sia presente la banale consapevolezza che l'Italia è stata liberata dai nazifascisti grazie ad una massiccia campagna aeronavale con tanto di bombardamenti sulle città (per non parlare dei combattimenti terrestri dalla Sicilia a Bologna) che hanno provocato più di centomila vittime civili.

Un pragmatico: "No alle bombe alleate? Allora Sì a Mussolini!" Sarebbe un sano dato di fatto da tener presente quando si parla di Ucraina o Medio Oriente.

Insomma, la Storia della Seconda Guerra Mondiale, se diffusa più o meno al livello di conoscenza del campionato di calcio potrebbe contribuire a risolvere un mucchio di problemi (riscaldamento globale incluso).

Ho letto con molto interesse (e soddisfazione) la monografia sull'Operazione Overlord (ossia la fonte primaria della nostra libertà e del nostro benessere) pubblicata dalla rivista "Storia Militare".

Di concezione moderna, la monografia fa luce su aspetti trattati solo superficialmente nei vari libri che ho letto nel tempo.

Infatti, c'è un altro aspetto che in Italia è sconosciuto a tutti i livelli: la preminenza della Logistica.

Al contrario di quanto potrebbe sembrare intuitivo, le forze di terra Alleate durante lo Sbarco in Normandia e almeno fino all'offensiva delle Ardenne erano numericamente inferiori a quelle naziste.

Ma godevano della superiorità aerea.

E di una assoluta superiorità logistica: le truppe alleate avevano munizioni, cibo, farmaci, carburante e pezzi di ricambio in abbondanza.

Nella monografia sono accuratamente descritti due dei cardini di questa superiorità: i porti artificiali e gli oleodotti per il trasporto di carburante attraverso la Manica: nel 1944!

E si sa com'è andata a finire.

Ecco, secondo la mia esperienza, la logistica è trattata come una cenerentola in tutti gli ambiti in questo paese.

Al lavoro, nella pubblica amministrazione, nella vita quotidiana: i desideri prevalgono sempre sulla realtà.

Attenzione: i desideri, non gli obiettivi.

Senza obiettivi non ci sarebbe progresso, i desideri messi davanti alla realtà generano solo problemi e frustrazione: dato che le risorse sono sempre limitate, la prima domanda giusta da farsi non è: "Che pentola devo usare per cuocere 5 kg di spaghetti?" Ma "Con questa pentola e quest'acqua quanti kg di spaghetti riesco a cuocere?"

Perché se la gente ha fame e la pentola permette di cuocere solo 1 kg di spaghetti, ignorarne la capienza e metterci dentro 5 kg di pasta significa buttare tutto nell'immondizia.

Però c'è un'eccezione (immagino tra tante) che conosco molto bene: chiedete ad Akela ed Arcanda: loro lo sanno bene che la logistica prevale sul Volare Alto. 

Perché loro devono far volare davvero Coccinelle e Lupetti.

E non con le ali di Icaro.

(Ma di questo parlerò meglio un'altra volta)