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13 settembre 2011

Si pregano i fatti di non ironizzare sulle opinioni

Il recente incidente 'nucleare' ( che tecnicamente nucleare non è stato ) in Francia non ha mancato di avere le sue ricadute nel Bel Paese.
Leggo con la consueta costernazione del mattino di pronuclearisti pronti ad ironizzare sul pericolo che staremmo correndo per l'incidente francese.
"Ve l'avevamo detto che le centrali le dovevamo fare anche noi perchè tanto se succede un incidente in Francia siamo fottuti uguale! Visto? In Francia c'è stato l'incidente, marameo! " O giù di lì.
Non sono in grado di comprendere queste masochistiche affermazioni.
Prima di tutto, l'incidente è la prova provata che la tanto vantata ( dai pronuclearisti ) filiera nucleare francese ( che avremmo importato in Italia se fosse stato bocciato il referendum nucleare ) è tutt'altro che perfetta. 
A Matera credo ci sia una pregnante espressione idiomatica per definire chi si vanta pubblicamente di aver commesso un madornale errore di valutazione.
Poi, ancora una volta, si ricorre al falso mito della uguale pericolosità per gli italiani di un incidente in quel di Lione rispetto ad uno in quel di Brianza. Cosa che, numeri alla mano, è facilmente smentibile dalla banale osservazione di quello che è accaduto a Chernobil e a Fukushima: il fallout si disperde per superfici immense portando cancro e mutazioni ma è solo nelle immediate vicinanze che le concentrazioni di radionuclidi sono immediatamente mortali e tali da rendere la zona contaminata inabitabile a lungo.
Qui c'è, poi, un link ad una simulazione in perfetta corrispondenza con quanto, purtroppo, accaduto nella realtà ( altrove ).
Basta spostare l'epicentro nella valle del Rodano per avere anche una prova grafica, non bastassero quelle matematiche, del fatto che un incidente nucleare in Francia sarebbe dannoso per le italiche genti ma nemmeno paragonabile al cataclisma che si avrebbe se lo stesso incidente avvenisse sul suolo Patrio.
Ma non è di questo che volevo parlare.
Quello che mi sconcerta è l'incapacità di raccordare cuori e menti con la realtà.
Voglio dire, ad uno può piacere il cioccolato e ad un altro i panzerotti. 
E' questione di gusti.
Si possono avere infinite opinioni su molte, molte cose.
L'arte, la letteratura, pure la politica o la bellezza di una donna.
Ma come si fa ad avere 'opinioni' sui dati di fatto matematici, tecnologici e fisici?
Il Problema Nucleare viene affrontato in troppe teste come se fosse una questione di gusti.
L'Italia è ricca di uranio? No. 
L'uranio è un materiale fissile esauribile come i combustibili fossili di cui ci è facile ed economico procurarci le scorte necessarie? No.
Una centrale nucleare, ergo, diminuisce o mantiene invariata la nostra dipendenza energetica dall'estero? Incredibilmente si arriva a dire che la diminuisce.
E lo stesso per questioni banali, come il tempo di decadimento, il raggio di ricaduta, i venti prevalenti, l'effetto scudo delle Alpi, per non parlare dei tempi di costruzione e smaltimento, dei costi e di un'infinità di altri parametri misurabili scientificamente senza neppure troppa difficoltà con estrema e sovrabbondante precisione.
Al Politecnico il piano di studi, ai miei tempi, non consentiva grandi variazioni. Per l'unico esame che potevo inserire a mio piacimento mi venne il ghiribizzo di scegliere "Sociologia del Lavoro". 
Del lavoro non si parlò quasi per nulla, il corso, infatti, fu sugli incidenti tecnologici e sul comportamento non lineare degli impianti tecnologici complessi.
In pratica, passai un semestre a studiare Chernobyl e Bhopal.
Un zinzino di competenza spero mi sia rimasta, ma non si sa mai.
Il Prof paragonò i due incidenti in maniera matematica.
"Ci sono due parametri da contrapporre ai possibili vantaggi nella costruzione di impianti industriali complessi. Per Chernobyl il vantaggio  era energia a basso costo, per l'India industrializzazione e benessere. Considerate, quindi, i parametri che sono Rischio e Probabilità di Incidente. Rischio alto e discreta probabilità di incidente per Bophal. Rischio infinito e bassissima probabilità di incidente per Chernobyl.
Infinito per 0,00000000000000001 quanto fa?"
E noi tutti, bravi ingegneri del 5° Anno, rispondemmo in coro: "Infinito"
Danno Infinito.
Sistema inaccettabile.
Ma come si fa?
Come si fa a costruire qualsivoglia cosa nella compiacente e continua violazione del banale sillogismo aristotelico?
A = B, B = C ma per noi no: A è diverso da C. 
E guai a far notare il piccolo salto logico.
Ti ritrovi in mano il cartellino del censore.
E, forse avremmo bisogno dei censori, ma quelli dell'Antica Roma, non dell'Italietta del tempo presente. Anche, perchè, siamo fin troppo vicini ad un'epoca in cui il Potere si compiacerà di obbligarci ad affermare che 2 + 2 fa Cinque.
Queste sono solo le prove generali

22 maggio 2011

morte da virus dell'ottimismo

E così pare che la mezza scoppolata presa dal Papy al primo turno delle amministrative di questo mese stia facendo cantar vittoria a quei quattro poveracci ancora non completamente intrisi di anticultura berlusconiana che ancora sopravvivono nel Bel Paese.
Io capisco bene che per chi muore di sete una mezza tazza di acqua salmastra possa sembrare la paradisiaca soluzione di tutti i problemi.
Personalmente, ci andrei molto cauto nel festeggiare.
Se il 40% circa degli italiani ha ancora 'fiducia' in lui siamo fottuti.
Il secondo turno non è deciso, dovremmo attendere almeno il 30 sera.
E ammesso e non concesso che i nostri eroi vincano ovunque, davvero credete che sia il caso di festeggiare?
Perchè: se Pisapia diventa Sindaco di Milano il nostro debito pubblico crolla?
Se De Magistris trionfa a Napoli mi posso permettere di comprare Casa?
Francamente, festeggerò quando l'azione del governo mi consentirà di tornare a far Servizio in Agesci in serenità perchè sarebbe sintomo di una completa rivoluzione nello stato delle cose.
Fino ad allora, cari compagni, ce n'è di mazzo da farsi.
Non si può pensare di festeggiare per un'elezione vinta.
Perchè occorre ben altro.
Serve ribaltare una prevasiva anticultura che è penetrata trasversalmente all'appartenenza politica.
Dal Piano Casa al Caso Pstizz passando per quello che vi viene in mente di più efficace di esempi di berlusconizzazione anche dell'opposizione se ne possono fare a bizzeffe: c'è poco da stare allegri anche da queste parti.
Ecco, io festeggerò i risultati di un eventuale antidoto, non la caduta elettorale dell'artefice maggiore, ma non unico, dell'attuale delirante situazione socio economica.
Spiacente, ma una flessione di pochi punti percentuali dell'elettorato del patron delle veline non mi compensa per l'angoscia di chi è plurilaureato e non vede vera luce oltre i sinistri bagliori delle televisioni.
Il tempo non è dalla mia parte.

12 aprile 2011

Gravità 7

Fukushima.
Altro che processo breve.
Fukushima.
L'orrore.
L'orrore dell'aria che uccide.
Dell'acqua mutogena.
Dei millenni di solitudine a cui saranno condannati quei luoghi.
Dell'indifferenza.
Di un nuovo sarcofago imperfetto da cui risorgeranno i mostri da noi creati.
Fukushima.

16 marzo 2011

Fukushima e Bengàsi, il Suicidio di una generazione ( l'eterno riposo indotto da sonno )


Familiarizzatevi con questa cosuccia in foto qua sopra.
Vi piace?
No?
Che peccato.
A giudicare dalle azioni medie della nostra Collettività mi sembrava che vi foste particolarmente affezionati.
Visto in Libia?
La nostra completa indifferenza, anche al di là del becero egoismo, ci rende complici per l'ennesima volta di un dittatore sanguinario dove la banale autoconservazione dei nostri interessi ( petroliferi ) ci avrebbe suggerito di appoggiare i partigiani.
Ma già, noi siamo pacifisti.
E, nonostante Fukushima, ce ne continuiamo a stare inerti abbabbiati alla TV mentre l'anticultura berlusconiana uccide le energie rinnovabili italiane nelle stesse ore in cui il nucleare avvelena mortalmente il Giappone.
Ne abbiamo già parlato, il programma nucleare italiano è solo un altro modo per costoro di arricchirsi a danno della Collettività, niente di più.
Eppure, noi, inerti, immobili, attendiamo.
Attendiamo di dover imbracciare l'oggetto in foto quando verrà il Colonnello a punirci per il tradimento come ha promesso?
Attendiamo, attendiamo sempre.
Manco le firme per mandare a casa Silvio vogliamo sforzarci a mettere.
E' sempre sbagliato, c'è sempre qualche insufficienza nelle insufficienti azioni di terzi.
Tanto da bloccarci nel nulla.
Non vi preoccupate, dormite tranquilli.
Ma non sarà divertente quando sarete svegliati dalle sirene.

Nel frattempo, buon ascolto.




15 marzo 2011

Maledetta Ignoranza.

Cliccando sul titolo di questo post arriverete alla voce di Wikipedia intitolata "Disastro di Černobyl'". Credo che valga la pena andarsela a leggere, per ovvie ragioni.
Per i più pigri, invece, ecco qui una cartina esplicativa del succo del discorso di oggi:
Rappresenta le zone contaminate in maniera grave nei dintorni della Centrale maledetta.



Ossia, è un'ennesima bufala nuclearista quella che sostiene che " Tanto siamo circondati dalle centrali nucleari di Francia e Germania, se esplodono quelle siamo morti tanto vale costruirle anche noi".
La ricaduta radioattiva in caso di incidente si sparge per migliaia di Km, ma, generalmente, le zone rese inabitabili a lungo termine sono assai più ristrette. Ecco la cartina delle centrali nucleari francesi:



In altre parole, soprattutto con un occhio alla cartina precedente e considerando le rispettive scale, un incidente nucleare grave nelle centrali della Provenza, anche con venti prevalenti ovest est ( ed in genere i venti spirano da est verso ovest ), contaminerebbe gravemente la Francia al di là delle Alpi. Tra l'altro, le Alpi sono altine, e tratterrebbero sul versante Francese gran parte dei radionuclidi più pesanti e pericolosi ... Certo, in Piemonte e Lombardia non sarebbe rose e fiori, ma una cosa è avere mezza Pianura Padana inabitabile per secoli ( le zone rosse ed arancioni della prima cartina ), cosa certa in caso di incidente nucleare sulla Pianura Padana, un'altra è affrontare le conseguenze di un incidente in Francia, conseguenze paragonabili a quelle posti Černobyl del 1987.
Nel caso più probabile, poi, i venti che soffiano da est verso ovest porterebbero la nube sul resto della Francia Meridionale e sull'Atlantico...
In pratica, come si deduce dai fatti di Černobyl del 1987, un incidente nucleare  ha conseguenze gravissime anche a distanza di migliaia di Km, ma nel raggio di poche decine km dal luogo del disastro le cose vanno davvero peggio. Per sempre.
Quindi, francamente, se proprio non vogliamo investire in rinnovabili, meglio comprare la corrente dai francesi piuttosto che pagare salatissime centrali e comprare l'uranio dal Ciad et similia.
Per il resto rimando al mio post di qualche tempo fa ...
In quanto alla cronaca di questi minuti, beh....
Solo angoscia e frustrazione...

9 gennaio 2011

Nucleare? Certo, per far esplodere l'astronave madre aliena... e BASTA!!!

Trovo oscillante tra l'incredibile ed il criminoso il tentativo di riportare in vita in Italia il nucleare civile.
Anticipo subito che la mia affermazione non è ideologica: gli Stati Uniti, ad esempio, sono una nazione che potrebbe vantaggiosamente, secondo me, utilizzare favorevolmente tale forma di energia. Non dico che se fossi il presidente USA lo farei, dico solo che gli USA potrebbero ragionevolmente optare per il nucleare civile.
Noi, no.
Perchè?
Stiamo ai fatti ed ai numeri, quindi facciamo anche finta che una centrale nucleare progettata e costruita oggi sia immune da rischi di incidente alla Chernobyl o peggio.
Cos'hanno gli USA che noi non abbiamo?
Tecnologia: la tecnologia per costruire reattori nucleari si basa su brevetti praticamente esclusivamente in possesso di multinazionali ed agenzie federali USA. Non so stimare la percentuale, ma dato in 6 - 8 Miliardi di  € ( ad essere ottimisti ) il costo di una centrale elettronucleare, dubito che il conto in brevetti che dovremmo versare agli USA sia di qualche spicciolo. Si parla di milioni di €.
Ossia: in Italia non sappiamo costruire in proprio centrali elettronucleari e dobbiamo comprare gran parte della tecnologia dall'estero. Questo è vero nel 2010 come nel 1980: affermazioni del tipo " Eh, ma se avessimo potuto continuare la ricerca che ci è stata bloccata dal referendum..." Sono ridicole più che offensive in un Paese che non fa ricerca affatto. Inoltre, il referendum di certo non bloccò la ricerca nucleare.
Esperienza.
Gli USA gestiscono da decenni centrali e reattori nucleari militari. 
Inoltre, hanno esperienza nella gestione della Sicurezza Nucleare a livelli a noi sconosciuti. 
Spazio:
Gli USA dispongono di vaste zone desertiche e geologicamente stabili in cui concentrare le scorie. Non sto dicendo che negli USA siano in vigore le giuste precauzioni, dico solo che nei vasti deserti del West lo spazio per stoccare le scorie almeno in teoria c'è. Da noi neanche a parlarne.
Disponibilità di Combustibile:
gli USA sono produttori di Uranio e comunque possono accedervi in maniera più semplice che l'Italia ( dal Canada, dal Congo... ). L'Italia non produce Uranio o altro materiale fissile. Le centrali a fissione funzionano grazie ad un minerale ( in esaurimento ), pertanto non sono da considerarsi energia rinnovabile.
Ossia: siamo comunque costretti ad importare petrolio ed importare gas, dovremo anche importare uranio: chi parla di nucleare come sistema per renderci indipendenti dall'estero mente sull'ovvio.
Ok, questo è il Paese che ha votato Berlusconi più volte, l'ovvio non è una caratteristica su cui far conto purtroppo.
Ecco perchè, secondo me, se gli USA volessero costruire una nuova generazione di reattori nucleari a fissione, ritengo che la loro scelta ( che non condivido affatto ) si poserebbe su basi concretamente ragionevoli: sanno come costruirle, come gestirle, dove costruirle ( hanno i giganteschi fiumi necessari al raffreddamento, noi si e no sul Po possiamo contare ) e dove stoccare, anche impropriamente, le scorie. Hanno, inoltre, il combustibile.
Noi, non abbiamo nulla di tutto ciò.
Passiamo ai costi.
Una centrale elettronucleare costa 8 Md € e dura vent'anni. I costi di gestione non sono noti e comunque dipendono dal prezzo del combustibile ( in ascesa costante ). Quelli di smaltimento non sono calcolabili in quanto ad oggi nessuno ha mai smaltito completamente  una centrale ( alcune migliaia di t di acciaiocemento radioattivi ).
Facciamo un esempio pratico per i miei concittadini: se domani qualcuno decidesse di mettere un bell'impianto sportivo al posto della Cementeria ( in un Parco Naturale magari non è una scelta tanto peregrina ), potrebbe fare i suoi calcoli e metter mano al portafoglio ed al piccone.
Se al posto della Cementeria ci fosse una centrale nucleare questa operazione non sarebbe possibile dato che nessuno, oggi, è in grado di ripristinare il suolo occupato da una centrale nucleare alle condizioni precedenti...
Con 8 Md di € si possono montare circa 2,700GW di picco di impianti fotovoltaici pari a 4 GWH annui prodotti. Facendo i conti col pallottoliere, significa che con 8 Md € fotovoltaici produco 80 GWH in 20 anni. Tutto dal Sole, senza perdite perchè produco dove consumo, senza consumare terreno perchè l'impianto è sul tetto: la superficie già cementificata del Bel Paese è più che sufficiente per ospitare i pannelli fotovoltaici necessari a soddisfare l'intero fabbisogno energetico nazionale:
L'Italia consuma ogni anno 340000 GWH all'anno. Per produrli tutti col fotovoltaico servirebbe installare 220 - 260 GW di picco di potenza fotovoltaica, ossia sarebbe necessario ricoprire poco più di 10000 ( ma meno di 20000 ) km quadrati di tetto... 
Il tutto calcolato con costi e rendimenti del 2010.
Vi ricordo che in Italia circa il 10% del territorio è edificato e parliamo di oltre 30000 Km quadrati di territorio già cementificato.
Io dico che il nostro fabbisogno energetico da fotovoltaico montato su tetti esistenti ci sta comodo, lì dentro...
Al prezzo delle 6 centrali previste, quindi, noi potremmo ottenere da Fratello Sole qualcosina come 16 GW di picco fotovoltaico, circa il 5% del nostro fabbisogno ad essere pessimisti al cubo: se l'ENEL lanciasse un'operazione simile credo che riuscirebbe almeno a raddoppiare tale cifra tra economie di scala e caduta del prezzo del pannello.
Il tutto alla bella cifra di 10 € cent per kWh fotovoltaico prodotto...
Il forum nucleare, come costo del kWh, nucleare fornisce cifre oscillanti tra 7 e 20 € cent... 
Dico, numeri loro...
Prendete i miei calcoli cum grano salis, anche perchè i dati sui costi del nucleare, al contrario di quelli sul fotovoltaico, sono contraddittori e piuttosto nascosti.
Aggiungete, però, il fatto che il prezzo del kWh solare è in costante discesa.
Ne vien fuori che l'energia nucleare, pur lasciando perdere le problematiche di cui sopra, costa ora forse un po' di meno dell'energia solare ma costerà senz'altro di più di quella solare nel giro di un paio di anni...
Dati i tempi in gioco il confronto, razionalmente parlando, è impietoso...
Una centrale nucleare la si costruisce in 5 anni, i singoli impianti fotovoltaici in pochi giorni.
Se, invece di spendere tali cifre in questa antieconomica follia si investisse in energia rinnovabile ( esiste anche l'eolico a darci una mano quando non c'è il sole ) si innescherebbe un meccanismo virtuoso che potrebbe davvero renderci indipendenti dalle fonti fissili per la produzione di elettricità nel giro di pochi lustri.
Certo, il Sole di notte non c'è.
Certo, il vento non sempre c'è.
Ma esiste l'idrogeno.
Esistono già dei sistemi che trasformano direttamente l'energia solare in idrogeno.
Nulla ci vieta di immagazzinare energia sotto forma di idrogeno prodotto via fotovoltaico di giorno per usarlo di notte, in caso di maltempo, nelle auto...
Già, le auto: una centrale nucleare non risolve il problema della benzina: il ciclo combinato fotovoltaico - idrogeno, invece, sì.
Certo, non nel 2020.
Ma intanto, nel 2020, un paese razionale, potrebbe aver già visto i suoi consumi di petrolio calare notevolmente grazie alle energie rinnovabili. Per allora saremo anche pronti per abbandonare la benzina.
Sempre che i nostri denari non se ne vadano nelle tasche dei soliti noti propugnatori di una tecnologia nucleare costosa ed insufficiente.
Beh, sono stato bravo: non ho sollevato nè lo spettro dell'incidente nè quello della mala gestione delle scorie. 
L'unico motivo per ricorrere al nucleare, secondo me, è per rendere credibili gli incredibili film di fantascienza alla "indipendence day" e smollare un megaton di potenza nell'hangar dell'astronave degli alieni invasori cattivi e tanto fessi da usare windows in modo che i nostri eroi possano infettare i loro computers e guadagnarsi l'accesso...
Per il resto attendiamo un reattore a fusione funzionante, prima, cari amici atomici, non tornate da queste parti, per favore...
Davvero, non è necessario affatto decidere contro il nucleare per paura. 
Basta farlo per povertà.
E per voglia di ricchezza.