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9 agosto 2022

La Coccinella e la Vespa

Le vespe sono fastidiosissime e altrettanto pericolose.

Al campo scout di quest'anno ce n'erano tantissime.

Ho passato i primi giorni a scacciarle e a uccidere quelle più aggressive.

Una vera seccatura.

Ma a un campo scout ci si va anche per ricordarsi a distinguere tra seccature, bellezza e problemi.

Non ho molto da dire su metodo, emozioni, bellezza.

Insomma, chi ha voglia di leggere l'ennesima tirata su quanto sia figo lo scautismo?

Quindi, non vi annoierò coi dettagli del Metodo o le lacrime delle Coccinelle durante la verifica finale.

Anche perchè, qualunque cosa io scriva, puzzerebbe di autoincensarsi:

"Oh, ma come siamo fighi noi capi scout, come siamo altruisti, noi sì che combattiamo per il bene, siamo praticamente i capocannonieri della squadra di Nostro Signore, voi invece che fate oltre a scrollare sul cellulare il social del momento?"

Il che è una gigantesca stronzata.

Come ogni autoreferenzialità.

E non ho voglia di puzzare, nemmeno d'incenso.

Facciamo quello che facciamo perchè pensiamo sia normale, al meglio delle nostre possibilità, far vivere le bambine nella gioia.

Non c'è niente di speciale in un campo scout: è semplicemente il mondo come dovrebbe essere. 

Akela, Kaa, Bagheera, i Cambusieri, Arcanda, Shibà, Mi e soprattutto quell'antipatico di Babbo Scoiattolo si mettono le dita nel naso, fanno le scorregge, si arrabbiano e si lamentano del lavoro come tutti quanti.

Niente di eccezionale.

Tutto qua.

Ho solo una cosa da aggiungere.

Ricordate le vespe?

Mi ero procurato una racchetta da ping pong abbandonata in struttura per far scacciare (provvisoriamente e non) le vespe più aggressive .

Poi, ho visto una coccinella far pace con una vespa.

O, meglio, mostrare ad una Cocci, prendendo in mano la vespa come se fosse una farfalla e dire: "Vedi? Perchè mai dovrebbe pungere? Se tu non le fai niente lei non ti fa niente".

E ho capito.

Ho posato la racchetta lì dove l'avevo trovata: nella polvere.

Da allora ho smesso di scacciare le vespe. 

Ho lasciato che si posassero sulle mie mani, sulle braccia, sulle gambe.

E mi sono goduto senza più essere disturbato i restanti giorni di campo.

Che, lo ripeto, è il mondo come dovrebbe essere.

Alla fine, in questa estate in cui non oso mettere nero su bianco i risultati dei miei calcoli geopolitici (e i pochi lettori che seguono queste pagine da lustri sanno che ci azzecco quasi sempre), penso solo che non ci sia modo di disfarsi delle vespe e che vanno ignorate finchè non pungono.

Il mio voto vale quanto quello di un pacifinto, la mia Testimonianza, no.

Spero sia chiaro che gli eventuali complimenti vadano fatti allo staff, alle scolte, ai rover, ai cambusieri infaticabili e alle bambine e ai bambini: io arranco a fatica, mi dimentico la spiegazione dei giochi e non leggo neppure più bene gli accordi sui canzonieri alla luce del  bivacco.

E mi ci vuole sempre un caffè in più.





18 luglio 2017

Il Consiglio Generale AGESCI 2017 e la Rottamazione del Caposestiglia

Questo è il classico caso in cui ci si deve fidare.
All'ultimo Consiglio Generale AGESCi è stato deciso di abolire le strisce gialle di Caposestiglia e Vice-CapoSestiglia.
Ecco il testo della proposta di modifica approvata:

"È emersa la necessità di valutare l’eliminazione dei distintivi identificativi i capi e vice sestiglia nelle coccinelle e nei lupetti.
La questione è stata affrontata dal punto di vista metodologico dagli Incaricati nazionali, dalla Pattuglia nazionale e dagli Incaricati regionali di Branca L/C.
In particolare è stata considerata l’accessorietà della struttura della sestiglia rispetto a quella della comunità di cerchio e branco anche a seguito delle modifiche del Regolamento metodologico del 2015.
Le sestiglie rimangono strutture importanti, ma non fondamentali e possono essere considerate anche flessibili e dinamiche nel corso dell’anno.
Il principale e più incisivo strumento per la cura dei grandi di cerchio e branco rimane il consiglio degli anziani, oggetto di rilettura proprio in questo periodo.
Attualmente non esiste alcun riferimento a tali distintivi all’interno del Regolamento metodologico, mentre sono citati solo nel Regolamento AGESCI all’art. 75, lettera A4 che, trattando di uniformi, ne prevede l’esistenza senza però descriverli nella forma. 
Si propone quindi una modifica del Regolamento AGESCI con abrogazione dell’art. 75, lettera A4."


Prima di proseguire una piccola nota tecnica per chi non ha dimestichezza con la branca L/C.
Le Sestiglie non vanno pensate come plotoni di fanteria e nemmeno come le squadriglie della branca E/G.
Il bambino investito del ruolo di Capo Sestiglia non ha una responsabilità pratica (come invece gli capiterà 4 anni più tardi negli E/G).
Sono più strumenti di gestione logistica che altro per i giochi, i pasti, gli spostamenti.
In Agesci, poi, la responsabilità è di chi se la sa prendere.
Quindi, se sei il musicista/atleta/attore/cuoco/infermiere ecc più figo del momento bravo, siam contenti, ma non è solo per questo che sarai Capo Squadriglia.
A parte che si cerca di far provare l'esperienza di resposnsabilità al maggior numero possibile di ragazzi, si deve dare la priorità alla capacità di cura verso i più piccoli.
Quindi, per quanto riguarda le sestiglie, la comprovata capacità di prestare attenzione ai più piccoli è senz'altro requisito fondamentale per la scelta del relativo capo.
Ergo, le strisce di Capo e Vice non significano "Sei il più bravo o quello che si impegna di più" ma "hai dimostrato di voler bene e di saper fare del tuo meglio verso i più piccoli".
Per la file di medaglie alla Qui Quo Qua ci sono le specialità e il famigerato nuovo sentiero LC.
Torniamo a noi.
Sono molto dubbioso su questo provvedimento che ne segue molti altri a cui ho dato fiducia pur non concordando. Per esempio, l'iter di formazione, ma anche, restando nel tecnico, la nuova Progressione Personale in branca L/C che non mi pare proprio funzionare nè secondo lettera nè secondo spirito. Il Cambiamento, l'innovazione, la frontiera, in AGESCI ci vedono giustamente all'avanguardia: abbiamo introdotto la Diarchia e la Coeducazione negli anni '70 e ci sono anche segnali di slancio verso il superamento delle residue discriminazioni sessuali. 
Lo scoutismo è dinamico ma in un processo di idea azione concrete. 
Possiamo e dobbiamo cambiare se è il caso.
Ma cosa c'era di sbagliato in quei distintivi?
Che danno producevano nei bambini che li ricevevano pubblicamente?
Se mantengo, per l'ennesima volta, la fiducia  in questo provvedimento, al momento piuttosto oscuro nell'intenzionalità educativa, alle Coccinelle che dico: 
"Carissima, è passata la mozione 16.2017: niente più strisce?"
Alle bambine interessano poco i ragionamenti degli adulti: hanno i loro sogni e il loro universo che mal si sposa con le argomentazioni del documento.
Io/(Babbo Scoiattolo/Arcanda/Mi/Shibà) ho il problema di una azione educativa verso delle bambine che si aspettano le strisce di capo/vice in quel di ottobre 2017.
Ovviamente, vale anche il viceversa: se iniziamo a farci ognuno il 'nostro' scoutismo  poi dove si va a finire?
Se l'Agesci introduce delle novità decise dalla Democrazia Associativa (e non) come modifiche a uniforme o sentiero (il passaggio delle tappe EG da 4 a 3? Il nuovo sentiero L/C che sa tanto di #buonascuola? Gli atti del convegno sull'Omosessualità farciti di luoghi comuni?) Io posso dissentire, anche pubblicamente, ma, poi mi adeguo e cerco di svolgere il mio Servizi al meglio anche se non concordo con la forma dello strumento.
Tuttavia, anche accettando la deresponsabilizzazione e la sensazione di inefficacia, appiattimento generale e burocratizzazione nei nuovi sentieri L/C ed E/G, non mi sento di lasciar correre così su questo provvedimento che cancella i distintivi tanto ambiti dalle bambine come riconoscimento pubblico di un impegno altruistico verso le più piccole.
E' vero che B.P. non dice nulla a riguardo nel manuale dei lupetti, è vero che "abbiamo sempre fatto così" è una frase letale, ma questo genere di cambiamenti così impattanti devono avere comprovati validi motivi.
Adeguarsi al regolamento è sbagliato, non adeguarsi è sbagliato lo stesso.
Qui, secondo me, il singolo non può prendere da solo una decisione.
E vien fuori la forza dello scoutismo in cui le persone si sorreggono a vicenda anche quando non concordano.
Forse non sono sufficientemente formato per apprezzare i benefici di questa novità.
Di sicuro, qualunque cosa succederà durante la cerimonia di nomina dei Capi Sestiglia, quest'autunno, non solo sarà comunque il frutto di un attento processo di valutazione dell'impatto educativo ed emotivo sui bambini, ma sarà frutto di una decisione collegiale.
Resta il mistero di questa 'necessità' di cui non si trova facilmente traccia nel sito agesci (se qualcuno mi sapesse indicare un link glie ne sarei grato):
chi ha sollevato la questione dell'abolizione?
Che esperienze sono state portate per giustificarla?
Dove se ne è discusso?
Dove sono i relativi resoconti?
Soprattutto: l' intenzionalità educativa di questa azione?