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19 gennaio 2017

La Torre delle Ombre: salire in alto per non avere modo di voltarsi dall'altra parte

Ho comprato, appena uscito, il penultimo romanzo di Claudio Vergnani: la Torre delle Ombre
Non ho avuto modo di leggerlo per tempo e devo confessare di aver approfittato della megaofferta di Amazon in corrispondenza dell'uscita del suo ultimo romanzo (A volte si Muore) per acquistare in e-book i due romanzi con il più vecchio praticamente regalato.
Così, appena scaricato sul Kindle nella versione e-book, la maggior fruibilità del formato elettronico mi ha consentito, finalmente, l'inizio della lettura.
All'inizio non è stato per nulla facile.
Intendo dire che ho avuto tempo di leggere, i primi giorni, solo la sera prima di andare a dormire.
E, questo libro, cari lettori, è illegibile la sera a letto.
A meno che non siate soli, si intende.
Sì, perchè non riuscivo a trattenere le risa, fino alle lacrime, cosa che ha indispettito più volte mia moglie che tentava, invece, di dormire il sonno del giusto e ha scambiato le mie risate soffocate ed il mio girarmi in fase alle evoluzioni di Vergy per il terremoto.
Allora mi sono deciso a leggere la sera qualcosa di più tranquillo e spostare in pausa pranzo e nel dopocena la lettura che ho concluso poco fa.
Ancora una volta Claudio Vergnani non delude i suoi lettori più affezionati.
Ma non intendo fare un elenco di lodi o di valutazioni sulla quantità di risate e di pensieri offerti per ogni pagina.
Il suo romanzo mi è piaciuto. Mi ha divertito e mi ha un po' spaventato, come tutte le volte che sono costretto a riflettere sul mondo d'orrore che preme ai confini.

"non ci si può sempre voltare dall’altra parte in nome di un pacifismo che con la sua inazione permette che il male trionfi ogni volta, e non si possono tenere chiusi gli occhi e le orecchie e fingere di non sentire il frastuono degli spari, delle urla di strazio e di dolore di chi rimane indietro, di chi è dimenticato, così come non si può ignorare o sbeffeggiare il coraggio di chi accetta di sparare al posto nostro, perché noi siamo troppo occupati a diventare uomini buoni, miti e vuoti.
Claudio Vergnani. La Torre delle Ombre (Italian Edition) (Kindle Locations 4934-4938). Nero Press Edizioni. Kindle Edition. "

Non intendo paragonare Vergnani a Saviano, ma posso senz'altro affermare che Saviano descrive la Realtà, una realtà cruda e crudele: quella delle mafie e del loro canceroso impatto sulla quotidianità di innocenti e no.
Claudio Vergnani guarda oltre, salendo sulle asprezze dell'orrore letterario per arrivare a quello della realtà futura.
Leggevo le sue pagine e mi venivano in mente le atrocità dell'ISIS: le persone bruciate vive e le schiave del sesso.
E il coraggio delle donne Curde del Rojava che, mentre tanti bei tomi pacifinti si sono voltati dall'altra parte, si sono fatte ammazzare per salvere se stesse e tutti noi.
Mi perdonerà, Claudio, se magari interpreto questa sua ultima lotta contro l'orrore in questa chiave geopolitica, ma sono abituato, dai suoi precedenti romanzi, a leggere squarci di profezie, puntualmente realizzatesi, sulla decadenza della società italiana e sull'aumento della violenza verso i più deboli.
Quindi?
Missione compiuta e a presto con "A volte si muore"


24 aprile 2015

La Sentinella di Claudio Vergnani

A me è venuta in mente l'Anabasi di Senofonte.
Non subito, a metà.
La prima parte del romanzo è scappata via in un vorticare di pagine cambiate inseguendo il protagonista nel suo percorso di selezione.
E' un romanzo rapidissimo che ti toglie il fiato, scritto in un italiano corretto, mai ambiguo e scorrevole.
E' un romanzo differente dai precedenti, originale nell'impostazione e nell'idea di fondo:
una distopia quasi-apocalittica (le cose si sono messe male ma non così male) in cui le conseguenze con cui fare i conti non sono quelle di una guerra, di una invasione aliena o di una catastrofe ambientale.
No. Sono le conseguenze di una pessimamente gestita  rivoluzione pacifint-spirituale.
Troppo buoni hanno pensato di esser diventati gli uomini,troppo distaccati dalle necessità materiali.
E se non c'è più nessuno disposto a lavorare perchè è meglio godersi i gigli dei campi le cose possono andare davvero storte...
Il libro inizia con una fuga che poi si trasforma in una caccia, dove fuggitivo e inseguitore, cacciatore e preda non sono ruoli meramente canonici.
La vera novità di questo romanzo è nella sua inattesa, inaspettata, piega spirituale.
Claudo Vergnani ci ricorda quanto sia pericoloso camminare con la testa all'insù senza guardare dove mettiamo i piedi.
Ma il suo protagonista non può fare a meno di guardare il cielo alle fine delle sue avventure.
Che, poi, questo cielo si trovi nell'umanità più feroce ed emarginata, poco importa.
Gli uomini che vogliono vivere in Pace credono.
Gli altri si lasciano ingannare dai desideri altrui.
Grazie, Claudio, mi hai donato due giorni di adrenalina vegliando con la tua Sentinella.
Alla prossima ...



PS: nota polemica (alla cortese attenzione degli editori): l'E-Book.
Nel 2015 l'e-book non può mancare.
Ho comprato il libro all'istante.
Ma avrei volentieri comprato Libro + E-Book per poter leggere all'istante, leggere comodo e ovunque.
E invece no: aspetta il pacco, aspetta di essere sul divano ecc ecc ecc.
Aspetta di tornare a Matera se hai voglia di rileggerti la trilogia vampirica...
No, no.
Non va.
Del resto, poi, a pensarci bene, in Italia stiamo, mica si può pretendere Case Editrici con efficienza diversa da quella italica media...

19 maggio 2013

Nemmeno la Morte dura per sempre: i vivi, i morti e gli altri.

Nell'ambito della letteratura horror - fantescientifica non prediligo il genere catastrofe-che-spazza-via la razza umana.
Mi mette ansia.
Ansia tipo esame universitario.
Comprenderete, quindi, che io tenda a saltare a pie' pari il genere, che si tratti di libri o anche di cinema.
Che so, '28 giorni dopo' o 'la strada', ecco, cose così: li trovo parecchio disturbanti.
Tuttavia, per la penultima fatica di Claudio Vergnani non potevo che fare la classica eccezione.
Bando alle premesse stucchevoli e gettiamoci nella mischia con uno scopo preciso: 
capire.
Cosa e perchè?
Capire il fascino di questa storia di oltre 450 pagine che si è lasciata divorare in meno di 24 ore.
Ed il perchè.
Per prima cosa: scordatevi i personaggi della trilogia precedente di Claudio.
Qui abbiamo carne fresca.
Ed armi nuove.
Ma il nemico resta lo stesso.
Quello appena scorto nel 18° Vampiro, poi più nitido nel 36° Giusto, completamente a fuoco ne L'ora più buia.
Come, ancora vampiri?
No, qui si tratta di zombie!
E come fai a dire che il nemico è lo stesso, caro recensore dei miei stivali?
Perchè i romanzi di Claudio hanno uno spessore culturale e polemico ben superiore al banale intrattenimento da treno.
La sua ultima fatica è una definitiva conferma di come sia possibile tracciare un'impietosa analisi della società italiana del XXI Secolo pur descrivendo, apparentemente, storie di morti  .
Altri.
E viventi.
Questo Paese da chi è governato?
Certo, non da morti.
Ma da vivi?
Possiamo ragionevolmente affermare che, dalla classe dirigente al più ignorante ed umile dei disoccupati, in questo Paese si vada verso la Vita?
La Vita futura?
O, forse, possiamo dobbiamo rassegnarci all'evidenza della preponderanza dell'alterità tra Vita e Morte?
L'altro.
Come definirlo?
Io, non posso.
Non ne sono capace.
Vi toccherà leggere il romanzo di Claudio.
Il ritmo della narrazione è gestito con maestria.
Tra un inseguimento ed un'irruzione, tra una fuga ed  un caricatore cambiato all'MP5 (apprezzabile, la scelta di Claudio, di far notare al grande pubblico che le armi si surriscaldano quando si sparacchia così tanto), i nostri eroi riescono a trasmettere anche la stanchezza, la spossatezza e l'atroce ansia di una situazione di fine del mondo zombie.
Claudio Vergnani è scrittore.
Scrive dell'Italia contemporanea, anche se lo fa narrando di Vampiri e Zombies.
E ci lascia con una missione:
Tornare tra i vivi.

1 novembre 2011

L'Ora Più Buia

Ho finito di leggere il terzo romanzo di Claudio Vergnani in un giorno di nebbia e fatica.
A malincuore ho portato a termine il compito.
Giunto attorno alla pagina 400 mi sono reso conto che avevo bisogno di determinazione e spazio per fare quello che andava fatto.
Ossia, avevo bisogno di trenta minuti di tempo per completare la lettura di un romanzo la cui lettura non avrei mai voluto terminare.
Perchè mi ha fatto ridere, ridere fino alle lacrime, fino a strapparmi attacchi di tosse notturni.
Perchè mi ha commosso l’intensità della narrazione.
Perchè sapevo ( lo sentivo dentro ) che avrei dovuto dire addio a personaggi amati.
L’ora più buia è un’opera che colloca Vergnani sull’olimpo degli scrittori veri.
Ormai è dimostrato: non si scrivono tre romanzi così per caso.
Uno può capitare, due magari per coincidenza, ma tre no.
Vi risparmio le banalità sulla trama avvincente, sulla lettura d’un fiato, ecc.
Vogli concentrarmi su alcuni spunti precisi che ho trovato nel romanzo:

"La Società può permettersi anche i vampiri, credimi. Si è permessa - e si permette - di peggio" - "Le ingiustizie e la violenza?" - "Quelle ci possono anche stare", riflettei "Se il mondo fa schifo non è a causa delle ingiustizie e della violenza, quelli ci saranno sempre, fanno parte della nostra limitatezza di esseri umani ... ma per via dei buoni e dei giusti che sono stati tanto incapaci di andare oltre il loro ruolo di bravi cittadini soddisfatti di sé",

Ecco, io credo che la trilogia vampiresca di Vergnani non dico sia riassumibile con queste poche parole, ma che sia indirizzata parecchio alla critica di una Società Italiana che vive costantemente sull’Aventino sociale e/o economico e/o culturale.
Lì dove i social network sono strumenti d’azione ( dagli USA di #occupywallstreet alle periferie nordafricane e siriane ) qui sono solo un anestetico e sfogatoio per masse di benpensanti che si illudono di ‘far qualcosa’ cliccando “mi piace” sul web.
A milioni si contano gli appartenenti al partito trasversale del bravo cittadino:
pago le tasse ma non denuncio gli evasori.
Non parcheggio in doppia fila nè guido ubriaco ma tollero questi comportamenti, dando magari la colpa al berlusconismo dilagante.
Faccio la raccolta differenziata ma mi guardo bene dal mandare a fare in culo in pubblico chi butta una carta a terra.
E così via.
Il guaio, quindi, non sono i Vampiri, gli evasori fiscali, i corrotti, i mafiosi, i drogati da grande fratello o portaporta, i minzolinidipendenti, quelli ci sono e ci saranno sempre.
Il guaio, come scrive con disarmante precisione Claudio, sono le Cooperative Sociali, istituite per soccorrere i bisognosi, che sfruttano come vampiri gli operatori che ci lavorano.
Il guaio, tanto per scrivere il terzo punto di questo breve elenco, è il disfacimento di quello che si vuol difendere perchè, mentre si combattono le minacce esterne, nessuno più pensa all’ordinaria manutenzione.
Della cultura prima che delle strade
della solidarietà prima che delle facciate dei palazzi.
Certo, ci sono Amicizia, Amore, Eros e Coraggio tra le pagine di questo romanzo.
Ma non mi sento in grado di parlarne in maniera originale.
E di originale in questo Libro c’è davvero tanto.
Leggetelo e vi renderete conto di quanto sia terribilmente plausibile la descrizione di un’Italia in cui tutti sanno che esistono i Vampiri ma nessuno ne è davvero sconvolto.
Un’epifania di sangue che non cambia la vita di nessuno, neppure ai clandestini disperati che coi più disperati dei vampiri dividono le tenebrose periferie urbane della Padania Leghista.
Se Claudio e Vergy torneranno li accoglierò a braccia aperte.
E, se non torneranno più, li porterò con me per come li ho conosciuti:
due commilitoni, fratelli in armi, incapaci di adattarsi ad una realtà folle.
Pertanto, folli anche loro.
E coraggiosi come l’avvocato Flinch ne “Il Buio Oltre la Siepe”. Se non l’avete letto non potreste capirlo, quindi inutile spiegarlo.
Per tutta questa splendida trilogia ho riso, ho temuto di voltar pagina e ho seguito con apprensione le loro avventure.
Ora siamo all’ultima pagina.
Il libro è chiuso e lo porterò presto a far compagnia ai suoi due predecessori.
In attesa di un nuovo mondo che Claudio Vergnani saprà donarci quando vorrà.