24 febbraio 2023

io mi iscriverei a Possibile ma Possibile mi vorrebbe? No.



Per due anni sono stato un semplice tesserato di Possibile di cui ho condiviso le battaglie e la linea.

Ho apprezzato anche lo 'smarcarsi' a sinistra sul tema della Guerra in Ucraina.

Smarcarsi che, purtroppo, si è esaurito gradualmente fino ad appiattirsi su posizioni che non posso più condividere.

Oggi è stato pubblicato un post social in merito con la posizione ufficiale del Partito:

Duecentomila morti. Otto milioni di rifugiati. Queste le stime drammatiche a un anno dall’aggressione armata voluta da Vladimir Putin, in violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e della Carta delle Nazioni Unite.
Il nostro pensiero in questo triste anniversario va alle popolazioni ucraine e russe, che stanno pagando - in modi diversi - con il più alto prezzo un’aggressione scellerata. A chi vede i propri affetti sparire così, all’improvviso. A chi porta aiuto umanitario nelle zone di combattimento. A chi resiste, sotto i bombardamenti o in una cella.
A dodici mesi dall’avvio dell’invasione russa, l’attenzione della comunità internazionale è ancora rivolta solo alla fornitura di armi, mentre troppo poco è stato fatto per raggiungere un cessate il fuoco, né ipotesi alternative sono state perseguite per far rientrare la crisi prima che scoppiasse in tutta la sua brutalità, come l’interposizione di una forza di pace. Ogni giorno che passa sotto le bombe, è sempre più difficile trovare la via verso la pace, l’unica vittoria possibile.
In Ucraina si combatte e si muore ogni giorno. È una guerra senza soluzioni in vista, in cui né l’aggressore, né il resistente sembrano poter conseguire una vittoria. È una guerra su cui aleggia il rischio fatale dell’escalation e che già ha innescato crisi di portata globale, da quella energetica a quella alimentare. È una guerra alle porte, per ciascuno di noi.
Alle macerie che si accumulano deve contrapporsi la necessità di costruire la pace. Non possiamo permettere che l’Ucraina sprofondi nello stesso baratro della Siria, frantumata da oltre un decennio di conflitto senza fine. Il confronto politico ha sinora anteposto le condizioni militari della guerra a quelle diplomatiche della pace. Occorre invertire l’ordine delle priorità ed aprire una via negoziale.
La guerra è una via bloccata: non saranno le armi, i morti e la fame a portare una pace duratura. Ci appelliamo al Governo Italiano e all’Unione Europea affinché lavorino risolutamente sull’unica via di uscita: l’apertura di una conferenza di pace con la più ampia partecipazione internazionale.


In sostanza: Basta armi e spazio ai negoziati. Ossia: resa a Putin e morte e schiavitù per gli ucraini.

Un allineamento al 'pensiero' dei vari Orsini, Berlusconi, Santoro, Vauro (vignette antisemite incluse), che, elettoralmente capisco bene abbia un peso: almeno il 60% degli italiani la pensano così.

Una posizione che non è la mia.

Ed è incompatibile con la mia coscienza.


Taccio per carità di patria sui passaggi che portano ad una responsabilità ucraina sullo scoppio della guerra o l'incredibile fantasia della forza di interposizione.

Chi propone di cessare il sostegno militare alla disperata resistenza ucraina ha l'obbligo morale e materiale di dimostrare e dettagliare ragionevolmente la proposta di pace alternativa a cui aderisce. Dimostrare di come i diritti del popolo ucraino (già, non ci sono solo i diritti dei lavoratori italiani al mondo) verrebbero tutelati, di come la legalità internazionale verrebbe implementata e di come la giustizia per le vittime dei crimini di guerra sarebbe tutelata.

E, ovviamente, essendo ciò impossibile, nessuno è mai riuscito nell'impresa.

Nemmeno Possibile.

Che ha abbandonato, oggettivamente, l'approccio laico alla questione in favore di uno ideologico.

Una religione, un credo, al posto della scienza.

Non straccio la tessera, non la brucio, non l'abbandono.

Ecco il mio messaggio di commiato:


Non sono compatibile, in coscienza, con la posizione di Possibile sull'Ucraina espressa nei post social di oggi.

Pertanto, non rinnoverò la tessera.

Vi faccio i miei auguri per l'impegno nel Partito per le battaglie di civiltà su ambiente, lavoro e diritti e vi ringrazio per la passione di cui sono stato (muto) testimone.

Buon proseguimento e grazie.


Conserverò un bel ricordo della passione politica dei militanti che si sono fatti veramente il mazzo per tante iniziative su diritti, ambiente e lavoro. Sia chiaro, io non ho partecipato attivamente se non sul web, faccio il mio Servizio altrove. 

E ora?

Non ho fretta di trovare un'altra casa. 

Probabilmente devo rassegnarmi al fatto che in Italia non è possibile, come in Finlandia, conciliare l'approccio scientifico ed etico su diritti, lavoro, ambiente con gli stessi declinati in chiave geopolitica: c'è un blocco mentale ideologico di antioccidentalismo in generale ed antiamericanismo in particolare che, me ne devo fare una ragione, è impossibile da superare.

Probabilmente questi temi sono ben considerati in Più Europa, ma nel caso prima ci dovrei pensare bene.

Concludo con la lettera aperta con cui, due anni fa, è iniziata la mia avventura, augurando a questa piccola forza di opposizione di ritrovare la capacità di applicare gli stessi criteri che applica a diritti, lavoro, ambiente anche al popolo ucraino aggredito e massacrato:

Caro Pippo, 

tu non ti puoi ricordare di me, ero uno dei tanti alla Cavallina di Bologna qualche anno fa e al massimo ci siamo incrociati qualche volta su Twitter.

Abbiamo una foto di gruppo assieme e come mio massimo vanto posso esibire una intervista in TV alla Convention di Matteo Renzi di Milano alla vigilia delle famose primarie in cui mi dichiaravo Civatiano.

Un po' poco, magari invece tanto se aggiungo che mi considero ancora Civatiano.

Ora ti dovrò annoiare un po' con la mia autobiografia, ma senza queste informazioni, pallose finchè vuoi, la nebbia di guerra ti avvolgerebbe più fitta.

Chi sono?

Sono un quasi quarantesettenne Bolognese, Ex Materano (attualmente migrante economico), Ingegnere.

Lavoro nell'industria del software medicale, sono un Capo Scout dell'AGESCI, sono sposato e ho una bambina.

Quando vivevo ancora a Matera sono finito anche nella segreteria cittadina del PD dopo una bella esperienza alle elezioni comunali che videro Salvatore Adduce vincitore.

Poi, sono emigrato.

Quando non lavoro mi piace molto leggere (viaggio sui 60 libri l'anno) qualcuno anche della tua casa editrice ;)

Certo, ho anche altri interessi, che so, la montagna, la cucina, la bicicletta, ma credo di averti dato un'idea.

Ho sempre pensato che dopo la Pandemia vorrei 'andare avanti' e non tornare al Natale del 2019.

Le parole d'ordine "Clima" e "Patrimoniale" mi rappresentano in pieno.

E' da tanto tempo che medito sull'iscrizione a Possibile.

Ma.

Caro Pippo, io mi iscriverei anche, ma sei sicuro di volermi?

Io sono uno di quelli che mentre applaude al matrimonio omosessuale (vabbè, un altro sottoinsieme dei diritti umani nè più nè meno) vorrebbe firmarsi 'Padre' e sarebbe anche contentissimo di vedere che altri papà o altre mamma si firmano genitore 1 o genitore 2. 

Ognuno come si sente.

Incluso il sottoscritto che vorrebbe ancora, serenamente, definirsi Padre.

Io sono uno di quelli che pensa che l'ora di religione sia antiquata, che l'Italia abbia ancora un sacco di strada da fare sulla via della Laicità ma che vede (caso precedente come esempio) preferita  la strada dell'ateismo di stato rispetto a quella dell'inclusione. Come dire, se le interferenze del Vaticano pesano in un verso, applichiamo il verso opposto, come se privare di diritti qualcuno possa compensare i diritti di qualcun altro.

Io sono uno di quelli che vede Gaza prima occupata da Hamas, poi, se resta spazio, assediata da Israele.

Io sono uno di quelli che la parola deterrenza la vede attuale come la parola clima e preferirebbe che le fregate, l'Italia, le avesse usate (in deterrenza) per difendere i diritti umani in chiave anti Erdogan invece di venderle all'Egitto e usare una dittatura come proxy per difendere solo gli interessi economici.

Io sono uno di quelli che pur non apprezzando affatto i provvedimenti di Conte non si è mai illuso, da un lato, che al suo posto potesse materializzarsi Berlinguer invece di Salvini, dall'altro, che gli italiani si sarebbero improvvisamente comportati meglio dei giapponesi in termini di rispetto della vita altrui.

Te lo specifico perchè a 'sinistra' la tesi della libertà del singolo prevalente sula vita di terzi sembra montare come il partito bolscevico nel 1917. 

Io sono uno di quelli che ha salutato con entusiasmo l'elezione di Elly Schlein qui in Emilia-Romagna per ritrovarsela, poi, ad approvare il Passante di Mezzo di Bologna, la trasformazione dell'ultima risaia in una colata di cemento, l'uso dei fondi per gli investimenti per l'ennesima autostrada. Il Clima, già.

Insomma, con la Crisi Climatica all'orizzonte e le autocrazie (Semplifico: l'Islam estremista alla ISIS/Iran e anche quello francese, Polonia/Ungheria in petto, Russia e soprattutto Cina) alle porte forse qualche presa di posizione in merito andrebbe presa un po' più aggiornata di Yankee go home.

Il Partito Democratico non mi rappresenta più da un bel pezzo e avrei davvero bisogno di una Comunità Politica ed umana che sia capace di incidere sulla Crisi Climatica, l'ampliamento (non mera difesa) dei diritti umani (quelle cose lì che vanno da uno stipendio decente alla casa, passando per le libertà civili ma anche quelle religiose e di difesa dell'Uomo dalla Macchina).

Se dovessi scegliere tra conservare Padre/Madre sui moduli e uno straccio di Comunità Politica che persegua gli obiettivi di cui sopra non esiterei a scegliere la Comunità: dopotutto sono Cattolico e mi è stato promesso che le forze dell'Inferno non prevarranno sulla mia Chiesa, quindi non ho difficoltà, proprio perchè ne faccio Testimonianza, a sacrificare i miei convincimenti per gli altri.

Tuttavia, se il dibattito sulla Laicità si deve ridurre alla cancellazione dei Cattolici, il modello della lotta alle conseguenze dei mutamenti climatici è l'Emilia Romagna del Passante di Mezzo e smettiamo (bello) di vendere armi all'Egitto perchè la sponda opposta del Mediterraneo ci sembra pacifica come l'Islanda e Diritti & Libertà non hanno bisogno di Difesa  credo di avere un problema di compatibilità.

Nel caso, voterò il meno peggio.

Ma mi piacerebbe davvero che si potesse far dibattito secondo metodologia scientifica e cercare di includere in Possibile invece che escludere rispetto agli obiettivi di Progresso (misurabile, non opinabile: per me poter firmare Genitore 2 o Papà è progresso, Dover firmare solo Genitore 2 o Papà è regresso, tanto per fare un esempio).

Come direbbe Steven Pinker: la sazietà è meglio della fame, la salute è meglio della malattia, la conoscenza è meglio dell'ignoranza, la vita è meglio della morte.

Scusami la prolissità e l'eventuale contorsione di pensiero, lo so che tra draghi, conti, vassalli valvassini e valvassori sono giornate 'diversamente' interessanti.

Non è che ti stia chiedendo di convocare assemblea come si usava quando eravamo bambini, ma vorrei evitare di iscrivermi a Possibile per scoprire di essere a mio agio lì come se fossi ad un simposio di Trumpiani o di Tronisti o vedi tu.

Vorrei tornare ad avere una forza politica di riferimento, ad avere una idea, ma anche una ideologia se serve.

Che dire, la testa è per + Europa, il Cuore è per Possibile.

Ma l'Anima?

Grazie per il tuo tempo, in bocca al lupo e a presto


21 febbraio 2023

Avia S-199: la fionda di Davide

Avia S-199













E' terribilmente ironico che il primo  caccia del neonato stato di Israele, impegnato, nel 1948, a difendersi dall'aggressione degli arabi dopo la spartizione della Palestina decisa dall'Onu nel 1947, sia stato l'Avia S-199.

Perché?

Perché l'Avia S-199 non è altro che un Messerschmitt Bf 109  (Me-109) rimotorizzato prodotto in Cecoslovacchia.

In pratica, Israele si difese dagli assalti arabi usando un caccia tedesco. 


Me-109 (sotto) e S-199 a confronto

Me-109 (sopra) e S-199 a confronto


Anzi, 23 di numero, caccia basati sul più diffuso intercettore nazista.

L'Avia, un'azienda aeronautica Cecoslovacca, durante la Seconda Guerra Mondiale produceva Me-109 per gli occupanti nazisti. Finita la guerra, continuò a produrre il Me-109 per l'aviazione popolare cecoslovacca. 

Ma c'era un problema: i motori. Il motore del Me-109 non si fabbricava più e venne ritenuto antieconomico cominciare da zero a fabbricarli a Praga. Però, erano disponibili in gran quantità motori del bombardiere He-111. Gli ingegneri cecoslovacchi pensarono di usare questo motore per il loro clone del Me-109. 

Non fu una scelta felice: furono obbligati ad eliminare il cannone da 30 mm che sparava attraverso il mozzo dell'elica e a sostituirlo con due armi da 20 mm in gondole subalari il cui peso e resistenza aerodinamica peggiorarono le prestazioni dell'aereo clone.

Inoltre, il motore di un bombardiere e quello di un caccia, pur se di dimensioni e potenza paragonabili, non sono intercambiabili: il motore dell'S-199 non reagiva velocemente alla manetta (ossia all'acceleratore, un po' la differenza che c'è tra un motore a benzina ed uno turbodiesel) e la coppia di gran lunga superiore del nuovo motore rendeva l'aereo davvero pericoloso in decollo e atterraggio.

Infine, il meccanismo di sincronizzazione che permetteva alle due mitragliatrici da 13 mm montate sul cofano motore di sparare attraverso l'elica malfunzionava spesso e volentieri col risultato che, in varie occasioni, i piloti israeliani mitragliarono... la propria elica.

In sostanza, l'S-199 era una ciofeca d'aereo ma questo passava il convento e  gli israeliani erano sufficientemente disperati da usare un caccia più pericoloso per i propri piloti che per quelli nemici.

Già, lo so bene che l'ideologia pacifinta non lo prevede, ma gli americani fornirono direttamente ad Israele aerei moderni in quantità solo DOPO la Guerra dei Sei Giorni, ossia alla fine degli anni '60, vent'anni dopo gli eventi di cui ho scritto.

La guerra d'indipendenza del 1948 fu combattuta con aerei come questo e con residuati acquistati al mercato nero, mentre durante la Guerra dei Sei Giorni gli aerei  in dotazione all'aeronautica israeliana erano per lo più di origine francese.

Ah, e chi era che comandava a Praga quando l'ordine israeliano di S-199 fu accettato? 

Ma l'Armata Rossa del caro compagno Stalin. 

Che permise, in seguito, anche l'acquisto di Spitfire residuati bellici disponibili sul territorio cecoslovacco
Interessante, no?

19 febbraio 2023

No Sleep Till Shengal: il sonno dell'Occidente




Le pagine di questo libro di Zerocalcare grondano di un dolore senza speranza di sollievo.

Dopo Kobane Calling, Zerocalcare torna in Iraq per raccogliere testimonianze sul genocidio degli ezidi. L'ISIS ha massacrato gli uomini e ridotto in schiavitù donne e bambini tra l'indifferenza o l'aperta complicità di Turchi, Iracheni, Iraniani ed Occidentali.

Non ho gli strumenti per una critica ad una graphic novel e mi limiterò ad un aspetto che ritengo fondamentale: non quello che c'è. Ma quello che non c'è.

Zerocalcare non si lancia a spada tratta contro tutti i cattivi (eccetto l'ISIS). 

Lascia un margine di apertura e di rispetto per le posizioni altrui.

Non c'è, quindi, una narrazione univoca.

Inoltre, una cosa di cui sono grato a Zerocalcare, è che non predica soluzioni improbabili. 

Nessun "Bisognerebbe che".

Zerocalcare rimane sul piano umano senza entrare in quello geopolitico lì dove gli sarebbe facilissimo prendersela con chi gli sta più antipatico (non che faccia sconti ad Assad Erdogan Iran USA e forse nemmeno all'indifferenza del nostro Occidente).

Io, però, non sono Zerocalcare e alla complicità del nostro Occidente posso far caso.

Già, perchè c'è un Occidente indifferente ed un Occidente Complice.

L'Occidente indifferente non sa, non vuol sapere, non sa dov'è Matera e figuriamoci se gli importa di sapere chi sono gli ezidi.

E poi c'è l'Occidente Complice.

E non mi riferisco a quello complice delle Cancellerie, delle oligarchie nostrane.

Ma a quello che sa bene dov'è Shengal o Aleppo o Mariupol.

Ma che non è ideologicamente capace di andare oltre vuote parole di rammarico e che, come atto concreto, al più si taglia una ciocca di capelli o applaude la testimonianza del caso alla Kermesse del momento.

Quell'Occidente che non vuole chiedersi perché ci si affidi ad Erdogan o al dittatore militare di turno tipo al-Sisi / milizie libiche.

Salvo, ovviamente, lamentarsene e condannare.

Ma l'alternativa? 

Quella non viene mai esplicitata.

Che solo la deterrenza eviti la violenza in questi contesti è un tabù peggio della pedofilia.

Così che i Putin, i sultani, gli emiri, i Cari Leader, gli Ayatollah possano avanzare indisturbati su un vago sottofondo di indignazione edonista, perenne e vuota.

Direi che abbiamo un gran bisogno di Zerocalcare e abbiamo ancor più bisogno di lettori in grado di andare oltre l'indignazione del momento e assumersi la responsabilità delle conseguenze.

Ma anche le mie sono parole vuote, lo so bene.

Nemmeno la guerra in Ucraina, vicina, vicinissima, ha smosso gli animi dalla spietata e zuccherosa illusione di una Pace raggiungibile via diritto divino o bacchetta magica in salsa antioccidentale in generale ed antiamericana in particolare.

Ecco perchè ritengo che il crudele destino degli ezidi sia segnato e comunque non dipenderà dai quanti leggeranno il bel libro di Zerocalcare.

Perché parlarne va bene, parlarne senza agire in modo da impedire a turchi & C. di proseguire business as usual è complicità.





18 febbraio 2023

Apollo 11: un modellino per sognare








 

Mi sono dilettato ad assemblare il modellino dell'Apollo 11 (razzo vettore escluso).

Penso che sia la più significativa e bella macchina volante costruita dall'Uomo.

Non sto qua a tentare di riassumere l'enormità della valenza scientifica e delle ricadute pratiche di quella bellissima impresa: non credo di aver mai convinto nessuno sulla base di evidenze scientifiche e mi sono stancato anche solo di tentare di farlo. Nel caso, poi, ne ho già scritto qui.

Ma resto sempre affascinato da tutto il genio, il lavoro, la collaborazione tra centinaia di migliaia di scienziati, ingegneri e tecnici, necessari a quel primo passo sulla Luna.

Questo modellino rappresenta l'Umanità al suo meglio e quando lo guardo penso che, se ci siamo riusciti una volta, potremo riuscirci di nuovo. 

No, non ad andare sulla Luna.

Ad essere al nostro meglio.

Il kit della Revell in scala 1:96 è parecchio scadente, una brutta sorpresa data la qualità media di questa marca. Tuttavia, consente di assemblare l'astronave nelle sue varie configurazioni e immagino che lo presterò a mia Moglie per fini didattici.

17 febbraio 2023

PQ17 CONVOGLIO PER L’INFERNO (Per salvare Stalingrado)



Per Salvare Stalingrado.

Si intitola così il primo capitolo di questo saggio su una storia misconosciuta e dolorosa.

Quella dei convogli artici per rifornire l'Armata Rossa di Stalin.

Ho già scritto qui del supporto militare americano alla Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

I convogli artici furono la parte più terribile di questo immenso sforzo di soccorso da parte degli americani.

Navi ed uomini dovevano lottare prima contro la Natura, solo dopo contro i nazisti.

Il mare era spesso in burrasca e ricopriva le navi con ondate implacabili bagnando i marinai di guardia con l'acqua fredda del Polo. E guai a cascarci dentro: l'acqua gelida dell'Artico uccideva in secondi, piuttosto che in minuti, gli sfortunati naufraghi. Bisognava scansare gli iceberg oltre che i siluri degli u-boot. Durante l'estate, poi, il sole non tramontava mai e gli attacchi aerei della Luftwaffe potevano proseguire per quasi 24 ore al giorno.

Oltre alla Natura ostile, ovviamente, i convogli dovevano combattere i Nazisti:

sommergibili, bombardieri, aerosiluranti, mine ed anche l'incubo di veder piombare le navi tedesche di base nei porti norvegesi.

Il convoglio che subì le perdite maggiori fu, appunto, il PQ17, partito il 27 Giugno del 1942: di 34 navi mercantili partite, 23 furono affondate nelle  letali acque del Mar Glaciale Artico.

Delle 200mila tonnellate di armi, munizioni, cibo, carburante, aerei trasportate dal convoglio, ai russi ne arrivarnono solo 70mila.






Uno degli autori del libro era lì, a bordo di un peschereccio convertito in nave scorta di fortuna. 

E ha raccontato la sua guerra. 

Ma non solo la sua.

Ma come mai i tedeschi furono così abili nel distruggere il convoglio?

La tragedia ebbe una causa precisa: un errore umano.

Il Primo Lord del Mare Dudley Pound, ossia il capo della marina inglese, credette che la corazzata tedesca Tirpitz fosse uscita dal suo rifugio nella Norvegia settentrionale diretta ad intercettare il convoglio le cui scorte non sarebbero mai state all'altezza della nave da battaglia nazista: una tigre lanciata contro un branco di pecore difese da qualche cane bassotto.

Ordinò, quindi, la dispersione del convoglio: la Tirpitz non avrebbe potuto affondare tutte le navi disperse.

Fu un tragico errore. 

Prima di tutto perchè la Tirpitz non era in caccia.

E poi perchè il sistema del convoglio si era dimostrato efficace per respingere gli u-boot e gli aerei tedeschi.

Le navi, disperse, furono facile preda di aerei e sommergibili nazisti.

E fu una strage.

I naufraghi, poi, furono sottoposti ad una prova durissima e in tanti persero arti per congelamento.

Eppure i convogli continuarono ad arrivare per soccorrere i russi.

Per salvare Stalingrado.

E vincere i nazisti.






9 febbraio 2023

Vought F-8 Crusader

L'F-8 Crusader è stato un  caccia navale usato dagli USA, dalla Francia e dalle Filippine.

Armato con 4 missili sidewinder (inclusa la rara versione AIM-9C a guida radar) e 4 cannoni (che tendevano ad incepparsi durante le manovre di combattimento ad alto numero di g), vanta un lusinghiero rateo di vittorie di 19:3 contro i MiG nordvietnamiti (incluso il più veloce MiG21). Era dotato di un'ala ad incidenza variabile per le fasi di decollo e atterraggio che lo rendeva difficile da pilotare per i novellini.

E' rimasto in servizio nell'US-NAVY per vent'anni.

Il Kit dell'Italeri è senza infamia e senza lode con molte parti perfette ed alcune incomprensibilmente errate (tipo le guide missili fornite con perni in mancanza di fori in fusoliera.

Ah, una piccola curiosità: ho chiesto ad openai di scrivere un testo sul Crusader. L'AI ha riconosciuto il caccia e ha elencato una serie di... falsità, tipo "l Crusader è stato il primo caccia con un radar incorporato, Il design del Crusader è stato influenzato dalla Porsche" ed altre banalità che vi risparmio: per ora, lo studio batte l'AI.

Curiosità: l'F-8 ebbe un figlio: l'A-7... prima o poi









5 febbraio 2023

Palestina e Israele: Conferenza di Lorenzo Nannetti del 04/02/2023



Condivido la conferenza su Israele e Palestina tenuta da Lorenzo Nannetti de Il Caffè Geopolitico, la miglior sintesi che abbia mai ascoltato sulla faccenda. Investendo un'oretta scarsa di tempo si guadagna chiarezza su una faccenda dolorosissima.

4 febbraio 2023

Vani Sarca o la maledizione dell'empatia




La saga di Vani Sarca, di Alice Basso, mi ha fatto compagnia negli ultimi due mesi.
Ho letto i cinque romanzi di getto, attratto dal buonumore che mi ha lasciato ogni (audio)lettura.
Alice Basso è brava, brava da far invidia. 
La sua scrittura è precisa e ritaglia una narrazione in modo da lasciar fuori certi pezzi di realtà inglobandone altri.
Quelli che fanno sorridere e tornare il buon umore, ma anche pensare, ad esempio, alle convulse storture del mercato del lavoro e alla difficoltà di lasciar liberi gli altri dalle proprie ossessioni.

Le avventure di Vani Sarca non sono clamorose e non le capita di acchiappare serial killer o salvare il mondo.

Beh, a dirla tutta, Vani Sarca salva anche i cattivi che incontra sulla sua strada.

I cinque romanzi che compongono la saga scorrono veloci, anche perchè sono ambientati uno di seguito all'altro. Eppure... Vani Sarca cambia.

Piano piano.

E non solo lei

Alice Basso fa crescere i suoi personaggi fino ad una conclusione che, mi duole dirlo, potrebbe essere giusto sia definitiva.

Ho riso molto tra le sue pagine ma, ancora  di più, ho potuto apprezzare il buonumore risultante dalla lettura di un pensiero, di parole curate, di un'ironia affilata ma inoffensiva, solo apparentemente cattiva ma, in realtà, semplicemente empatica.

Perché, Vani Sarca lo sa, come lo sa Alice Basso, come lo so io: l'empatia è una maledizione.


1 febbraio 2023

F-105G Thunderchief Wild Weasel: distruttori di SAM e di MiG

Dopo l'A-6, proseguiamo con gli aerei della Guerra del Vietnam: oggi vi presento il modellino (non troppo ben riuscito) di un F-105G Thunderchief Wild Weasel (Donnola Selvaggia).

Era un massiccio monomotore bisonico usato, nella versione standard monoposto, come cacciabombardiere. Era dotato di una stiva bombe progettata per trasportare un ordigno nucleare ma, ordinariamente, usata per contenere carburante.

Ben 321 F-105 furono persi in combattimento sul Vietnam (su un totale di 833 costruiti) e 113 piloti morirono

17 F-105 furono abbattuti dai MiG Nordvietnamiti. Ma ben 27 MiG caddero sotto i colpi degli F-105 che, da prede, si trasformarono frequentemente in predatori. 

Ho già scritto da qualche parte di questo peculiare fenomeno della guerra del Vietnam: i caccia di scorta USA, che non avevano a bordo cannoni, esauriti i missili (assai poco efficaci) contro gli sfuggenti MiG Nordvietnamiti, spesso dovevano essere difesi dai cacciabombardieri scortati che, sganciate le bombe, difendevano i loro caccia di scorta, ormai indifesi, a colpi di cannone Vulcan da 20 mm.

Ed è proprio di una preda (l'aereo) che sfugge al predatore (i missili contraerei) diventando a sua volta prdeatore che parliamo oggi: la versione SEAD (Suppression of Enemy Air Defences) dell'F-105, ossia il biposto F-105G.

L'F105G era dotato di contromisure elettroniche aggiuntive e di una suite di combattimento in grado di utilizzare i primi missili antiradar (potete vederli sul modellino: gli AGM-45 Shrike, piccoli in 4 esemplari ed AGM-78 STANDARD ARM, più grandi in 2 esemplari).

Era il primo aereo ad entrare in zona di combattimento e l'ultimo ad uscirne.

Gli AGM-45 erano attirati dalle emissioni dei radar della contraerea, ma se questi venivano spenti il missile perdeva la via e mancava il bersaglio. Il più grosso (e di gran lunga più costoso) AGM-78, invece, poteva memorizzare la posizione del radar e colpirlo anche se veniva spento.

Quindi, gli F-105G facevano giochetti tipo: aspettavano che la batteria contraerea gli sparasse contro almeno 3 missili, gli lanciavano contro uno Shrike sfidando gli artiglieri nemici a spegnere il radar (e perdere i missili) o continuare a guidarli rischando di farsi distruggere pur di tentare di abbattere l'avversario.

Oggigiorno, la soppressione delle difese aeree  è una faccenda molto più complicata (è solo uno degli aspetti delle operazioni multidominio) e non basta un aereo armato con missili antiradar, anche se gli HARM USA sui MiG-29 /Su-27 ucraini sono stati comunque sufficienti a rovinare la giornata a molte batterie di SAM russe.