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21 ottobre 2013

Geremia a Ostuni: compra un campo.

Questa domenica sono tornato ad Ostuni, ospite della sede locale della Fraternità Monastica di Bose. Non ci tornavo da un po' e per varie circostanze ho preferito essere lì e ho disertato l'uscita dei passaggi.
Nel corso di questi due anni la conoscenza della Comunità si è approfondita a livello familiare e a Ostuni mi sono sentito subito a casa.




Il tema del giorno è stato l'Opera del Profeta Geremia.

Un testo lungo e complesso che Sabino Chialà ha esposto con maestria e passione in un paio di ore di conferenza seguita da un appassionato dibattito.


Geremia è il Profeta della Fatica della Fede. Profeta non è colui che prevede il futuro. Profeta è colui che legge la realtà di oggi spiegandone le cause e raccontandoci il vero senso delle cose.


La sua opera può (anche) essere ricondotta in tre fili conduttori:


  • Il Grido di Geremia contro il Popolo di Israele e le sue malefatte.
  • L'arrovellarsi intimo del Profeta sui propri stessi convincimenti.
  • L'annuncio della Speranza.


Per Geremia il male non si autogenera: è figlio di un altro male. Che, a sua volta, genera altro male e incrosta la Società portandola alla rovina.
Geremia condanna i capi di Israele che hanno tradito sottraendosi alle proprie responsabilità, dicendo che 'va tutto bene (pace, pace, shalom, shalom, dove pace non c'è) e condanna tutti i ceti sociali perchè ognuno si è sottratto alle proprie responsabilità partendo dalla falsità dei rapporti interpersonali.
E' la Fede che rende Geremia capace di vedere il male e di denunziarlo.
E chi denunzia il male rischia la vita.


Molto più interessante è la lotta di Geremia per diventare credente, il Geremia che si sente parte del popolo peccatore e che interroga Dio sul senso delle cose.
E Dio gli risponde.
Mentre Geremia è in prigione, mentre Gerusalemme è assediata dal nemico, mentre Israele è sul punto di essere distrutta, Dio gli dice:
"Compra un campo".
Compra un campo. Quando tutto crolla, compra un campo. Quando la vita perde significato, compra un campo. Quando la violenza e l'iniquità ti soffocano, compra un campo.
Perchè se hai Fede avrai Speranza. E se avrai Fede e Speranza allora compra un campo, perchè la Vita continua e c'è un futuro anche contro ogni evidenza ed avversità.
Compra un campo.



28 novembre 2011

Una Giornata Particolare: Bose ad Ostuni





Il portamessale è di pietra, al centro della Stanza intonacata di bianco.
Dietro c'è un altare semplicissimo, poco più di un tavolo, coperto da un panno verde.
Sono seduto in prima fila, a sinistra.
Di fronte all'altare, quattro monaci sono in raccoglimento dandomi le spalle.
Dietro di me, a destra, di fronte al messale, nel centro dell'Assemblea, il Sacerdote, inizia parlando direttamente nel mio orecchio destro, la Santa Messa.
E' la prima volta che assisto ad una funzione del genere.
I canti dei monaci tengono vivissima la mia attenzione.
Meraviglia, poi, quando il sacerdote si sposta dietro l'altare e tira via il drappo scoprendo una coppa di semplice argilla smaltata ed una ciotola contenente l'Eucarestia in forma di pane.
Oggi sono stato con la mia famiglia ad Ostuni, nella locale succursale della Fraternità Monastica di Bose.
Grazie a Radio Tre, grazie ad Uomini e Profeti, ho avuto il privilegio di conoscere ed ascoltare le parole di Enzo Bianchi, che di Bose è il priore.
Ho disertato, quindi, l'Assemblea Regionale dell'Agesci Basilicata, una cosa di cui mi dolgo, ma credo di aver fatto la scelta giusta partecipando, invece, all'incontro sul Tempo di Avvento tenuto da Padre Daniele Moretto, Monaco di Bose.
Il tema della giornata è "La Menzogna".
Nelle due ore abbondanti di predicazione, divise tra mattino e pomeriggio, Daniele ha affrontato con precisione di linguaggio e con passione tale da rendere il discorso avvincente questa drammatica spia della condizione umana.
Mi piace ascoltare la logica disegnata dalle Scritture, così come mi piace trovare le corrispondenze con il pensiero Laico.



Nonostante la sveglia antelucana ( ad orari scout eh eh ), le due ore di scomodo viaggio, il tempo trascorso ad Ostuni nel monastero della Fraternità di Bose è volato.
Volato.
E come potrebbe essere diversamente in una Comunità che è Chiesa vera, viva, fatta di gente e non di gerarchie?
Dopo aver ascoltato la Parola è stato il momento del pranzo comunitario, tutti assieme all'interno del piccolo monastero.
Ovviamente, per puro caso, mi sono trovato di fronte a Vecchi Scout...
La Domenica, quindi, è trascorsa tra letture della Prima Lettera di Giovanni, del Salmo 12 ( tradotto letteralmente dall'ebraico antico ) con incursioni di Dostoevskij ( I Fratelli Karamazov: Mentendo si arriva al vero Odio ) e di un filosofo di Cultura Ebraica (Vladimir Jankélévitch: la Menzogna e il Malinteso ).
Ho preso appunti a non finire e ho registrato: caso mai servissero per un percorso di Catechesi eh eh eh.
Sono stato molto contento di aver conosciuto questa realtà, una testimonianza di esistenza della Chiesa che non ci si aspetta, di una Chiesa che non è patinata d'oro e che di certo condanna solo chi sparge lacrime e sangue e non altri fluidi corporei, di una Chiesa in cui in prima fila non si affollano i potenti di turno ma che è organizzata circolarmente, con al centro la Parola ed attorno tutti i membri della Comunione.
Una Chiesa di cui non ci si deve vergognare di farne parte.
Ma tra le cui fila è possibile senz'altro rispondere: "Eccomi!"