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15 novembre 2015

il titolo di Libero tradotto in italiano

Leva Obbligatoria: ci servono almeno dodici divisioni di fanteria meccanizzata per tenere la Libia, quindi ne dobbiamo costruire 36.
Prospettiva di un minimo minimo di dieci morti e trenta feriti gravi italiani al giorno per almeno un anno.
Prospettiva di almeno 500-1000 morti civili libici al giorno, per tacere dei feriti.
Buona probabilità di aver sottostimato le cifre di un ordine di grandezza
Esecuzioni sommarie, stupri e torture.
Un miliardo di Euro al mese? Forse dieci.
Ecco qua, la ricetta di Libero e de Il Giornale, tradotta in italiano.



20 ottobre 2015

Io e la Turchia, quando l'Amore ci vede benissimo

Sono stato in Turchia due volte.
Non posso certo affermare di conoscere il paese, manco grazie  ho imparato a dire in turco!
Però sono stato in Kurdistan, non mi sono solo limitato a fare un giro per Sultanamet e Piazza Taksim.
Un turista vede molto poco della realtà che lo circonda.
Ma, con un po' di attenzione, qualcosina del cuore della gente vien fuori.
Non sono state tutte rose e fiori.
Nell'interno, dei pastori ci hanno tirato appresso le pietre.
La visita alla tomba di Antioco I mi ha portato in un territorio di selvaggia bellezza in cui mai dimenticherò l'angoscia di una giovane madre che aspettava sul ciglio del sentiero che passasse un autobus mentre teneva in braccio una bambina visibilmente molto malata.
Un territorio, quello, in cui da Ankara mandavano certamente più carri armati ed F-4 che medici ed ambulanze.
Un territorio che si chiama Kurdistan Occidentale.
Brulicante di soldatini di leva armati tra le antichità e i tramonti.
Ma ricordo anche l'ospitalità e la serenità delle cittadine di provincia dell'Anatolia e, poi, in tempi più recenti, durante il mio secondo viaggio, la meraviglia di Istanbul.
Istanbul come paradigma di una Nazione antichissima, amichevole, viva, giovane, giovanissima, attiva.
Ma i mercati, i sapori, il colore del cielo sul Bosforo, le splendide moschee e il sorriso di uomini e donne non possono cancellare alcuni dati di fatto che non sono di per sé spiacevoli.
Solo oscillanti tra l'incomprensibile e l'anacronistico.
La Turchia disconosce completamente il genocidio armeno compiuto dalla Turchia Ottomana all'inzio della Prima Guerra Mondiale.
Disconosce il solo semplice concetto di esistenza di una minoranza Kurda di 15 20 milioni di persone.
Eccetto quado devono essere identificati per bombardarli.
20 anni fa come oggi.
La Turchia è uno Stato Laico ed una Democrazia.
Ma è anche il posto dove ho visto giovanotti venuti fuori da un video di MTV accompagnarsi a ragazze in burka nel centro di Istanbul (e non col velo, proprio con il burka) o, se preferite, la nazione nel cui aeroporto internazionale capita di vedere una bella donna entrare in minigonna nella toilette delle signore per uscirne anche lei in burka (e no, non ero io nel bagno delle signore :) ).
E' la nazione pilastro della NATO nel Mediterraneo (no, sorry boys, non ci fidiamo troppo di voi italiani, come on, avete più pacifinti che monumenti) ma ha sponsorizzato Hamas con la Freedom Flottilla (guadagnandosi 1e54321435 miliardi di punti da parte dei pacifinti italici) e...
Ed ha abbondantemente favorito l'ascesa dell'ISIS per puro calcolo anti-iraniano.
E se c'è stato da sparare non si è fatta scrupolo di sparare sui Kurdi, gli unici a combattere davvero fino in fondo ISIS. E se il nemico del mio nemico è mio amico, beh ...
Ci siamo capiti.
Eppure la Turchia non è un monolite con la faccia di Erzogan.
Come dimenticare la resistenza di Piazza Taksìm ed il martirio dei pacifisti di Ankara e Suruc?
Forse, solo così riesco a spiegare la violenta dicotomia, come quella tra mente e cuore, quando penso alla Istanbul che ho amato, ricca di sorrisi, di giovanile efficienza, affamata di vita, lontanissima da quella grigia e triste descritta da Pamuk in "Istanbul", in cui anche gli anziani custodi delle più piccole moschee in pietra sembrano venire dal futuro, da un Islam fatto di accoglienza e tolleranza.
Contrapposta alla Turchia che di fatto appoggia l'ISIS, che non accetta il solo concetto di responsabilità nel genocidio armeno nè quello di autonomia per le genti curde, reagendo con rabbiosa violenza contro i propri stessi cittadini ma sempre con un levantino sorriso rivolto all'agognata Europa.
Istanbul è più Europa di molte città italiane, eppure mi sento di ricordare ai turchi che è quasi sempre meglio essere ottimi vicini di casa che cattivi conviventi.
La Turchia ha il mio cuore, ma la mia mente resta ai martiri di Kobane, ad una bambina malata in Kurdistan e ai sorrisi di Erzogan sullo sfondo dei tagliagole dell'ISIS e di troppe bombe cadute fuori bersaglio.
E, nella catastrofica situazione che va da Trpoli ad Aleppo, la Turchia, oggi, è parte del problema. Non della soluzione.




7 ottobre 2015

Pensavo fosse un Tornado (sull'ISIS) invece era un peto


un bombardiere russo Tu-160 BlackJack

Pare che il Bel Paese abbia deciso, alla fne, di andare alla guerra contro ISIS.
All'italiana, of course.
Beh, per la precisione, in questo caso, direi proprio all'Europea.
Si starebbe progettando di far bombardare l'ISIS da un pugno di Tornado di base in Kuwait, attualmente impiegati per la ricognizione.
Facciamo un breve ripasso.
Il Libia la situazione non migliora.
In Egitto è in deterioramento, viste le scarse capcacità dimostrate  dall'esercito di controllare le varie tipologia di terroristi in azione.
La Siria è un buco nero a forma di incognita, con l'intervento russo che ormai spazia dai bombardieri tattici ai missili da crociera e, a breve, gli elicotteri d'attacco.
Tutti questi mezzi sono impegnati contro tutti gli oppositori di Assad, eccetto, al momento i Kurdi.
Poi l'Iraq, invaso dall'ISIS. 
E, oltre, l'Iran, che minaccia di distruggere Israele appena messa assieme la Bomba un giorno sì e l'altro pure (parentesi: i negoziatori americani hanno affermato che la scelta era tra accettare questo accordo o la guerra. Un involontario omaggio all'aforisma di Churchill: potevate scegliere tra il disonore e la guerra, avete scelto il disonore e avete avuto la guerra).
E, per chiudere il cerchio, l'Afghanistan, in cui i Taliban dimostrano sul terreno di essere lontanissimi dalla sconfitta mentre l'esercito nazionale non sa fare di meglio che chiedere airstrikes su un ospedale.
Fine del ripasso.
In mezzo a tutto questo, l'Italia sta riflettendo se usare, diciamo due Tornado, per attaccare l'ISIS.
Ammazza che paura tengono ora a Mosul.
E che coraggio gli italiani!
I resistenti Kurdi si sentiranno rassicurati di avere l'Italia dalla loro parte.
Sarcasmo a parte, l'uso di un paio di bombardieri non avrà alcun impatto militare e, francamente, nemmeno politico.
In più, ci accolleremmo il rischio di ammazzare un sacco di gente innocente magari come a Kunduz.
Eppure, come la crisi dei migranti in corso dimostra inequivocabilmente, sarebbe nostro interesse poter agire in Medio Oriente e Nord Africa in modo conforme ai nostri interessi nazionali, che, guarda un po', coincidono anche con la salvezza di tutta quella gente che ora vive tra Assad, ISIS e Putin (per tacere per la Mattanza Libica, piccola Siria nella quarta sponda).
Putin oggi ha usato addirittura dei missili da crociera che hanno violato gli spazi aerei Iraniani, Iraqeni e, forse, anche Turchi, assumendosi un grave rischio in caso di caduta accidentale dei missili in questi paesi.
E, in questo scenario, noi Italia, ma anche noi Europa. non facciamo nulla.
Solo i Kurdi di Siria combattono a viso aperto l'ISIS.
E a loro va tutta la mia spicciola solidarietà.
Se volessimo contrastare ISIS dovremmo aiutare i Kurdi per come possiamo, come direbbero i romani: terra marique.
Invece, inizieremo il solito nauseabondo dibattito sul niente.
Per adeguarci al nostro spessore morale.



un Tornado equipaggiato per la ricognizione



2 ottobre 2015

Comandante Nasrin

Le bombe russe sulla Siria, la Morte della Sinistra Italiana, il flop di Civati, il reportage di Zerocalcare dalla striscia di Siria liberata dai Curdi.
Tanta roba...
Ma per me la notizia del giorno è Zerocalcare di cui è in uscita l'ultima sua raccolta di strip pubblicate sul blog più inediti.
Sì, lo comprerò, ma qui vorrei parlare del suo reportage pubblicato su Interazionale del 2 Ottobre.
Sono poche, densissime, pagine efficaci nel descrivere non solo lo spaccato di un pomeriggio passato tra le forze curde che combattono ISIS, quanto l'assenza delle voci (e delle armi, degli uomini e delle coscienze) di una Europa schizofrenica e vigliacca.
Non sono abbastanza bravo da descrivere, a parole, il mio stato d'animo di fronte a questi anni di guerra e povertà morale.
Zerocalcare ci riesce coi disegni.
I Curdi combattono per i Materani ed i Bolognesi, per Borghezio e per Gino Strada.
La Turchia e il suo doppio gioco, i silenzi dei pacifisti, ma, soprattutto, il Popolo Curdo e la sua resistenza nobile, democratica, moderna: ecco Comandante Nasrin.
Non suggerisco semplicemente di comprarlo, ma anche di pensare a questa sera di pioggia, al caldo, tranquilli nelle nostre occupazioni al netto delle farneticazioni dei leghisti e dello squallore dei nostri politici. E al prezzo che altri pagano per mantenerci nell'ignavia.





28 giugno 2015

#grexit, dal Sonno alla Morte: l'Europa Ignava

L'Europa incredula, l'Europa avida, l'Europa ignava.
L'Europa ingrassata da settant'anni di Pax Americana.
L'Europa degli individui, singoli, unici, monadi della Terra.
L'Europa che desidera veder morir di fame quattro pensionati greci per la salvezza dei conti.
L'Europa dei diritti dei singoli e a

cui i doveri collettivi non interessano più.
Eccola, l'Europa potentissima, mezzo miliardo di abitanti più grassi che vivi.
L'Europa che non ha abbastanza schiene da mostrare a tutti i popoli che tradisce.
L'Europa miope e vigliacca che vive di social network e indifferenza.
E' vero, i greci hanno truccato i conti.
E li cacciamo.
Mentre la Russia preme ai confini, mentre le apocalissi africane figlie della nostra avidità riempiono il Mediterraneo di cadaveri e le frontiere di poveri cristi.
Ma i presidenti degli europei che ieri mandavano i bombardieri ora mandano la polizia per respingere chi scappa dalle bombe
E i loro banchieri, come avvoltoi, aspettano le carcasse della Grecia.

Ma la Grecia non è zavorra, è chiglia.

L'Europa si illude di abbandonare la Grecia ma apre solo una falla nella propria fragile imbarcazione.
A Est la Russia, a Sud il Jihad e le classi dirigenti europee si affannano per farsi ridare del denaro che non c'è da un Paese fratello stremato.
Denaro che non coprirebbe nemmeno un mese dei danni geopolitici e sociali che l'espulsione della Grecia comporterà.

Miope, incredula, stupida.

Eccola l'Europa del 2015. Mezzo miliardo di IO e pochissimi NOI.

Un'Europa desiderosa di passare direttamente dal sonno alla morte.