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25 aprile 2024

Le leggi razziali italiane del 25 aprile 2024





La Comunità Ebraica romana da tempo non può partecipare alle manifestazioni del 25 aprile.

 La Comunità Ebraica milanese non può partecipare alle manifestazioni del 25 aprile.

I Rappresentanti della Brigata Ebraica che partecipò alla Liberazione d'Italia (e quindi HA FATTO il 25 Aprile) non possono partecipare alle manifestazioni del 25 aprile.

A quanto mi risulta, la Brigata Ebraica del 1945 è piuttosto improbabile che abbia a che fare con l'attuale massacro di civili gazawi scatenato dal pogrom di Hamas del 7 Ottobre 2023.

A quanto mi risulta, Liliana Segre (come il resto degli ebrei italiani) ha scarsa influenza sul governo israeliano.

Eppure, Liliana Segre ha la scorta e di certo non per colpa di esponenti di Fratelli d'Italia che si dicono Fascisti.

Eppure, la Brigata Ebraica è esclusa dalle manifestazioni del 25 Aprile che ha contribuito, col sangue, a realizzare.

Eppure, i cittadini italiani di origine ebraica sono esclusi, separati, segregati, da questa festa.

E non ad opera di persone che si dicono fasciste.

Anzi.

Il mio 25 Aprile tiene conto di queste nuove leggi razziali in vigore nel mio paese.

E tiene conto anche di chi le ha scritte nelle coscienze, sui social, sui giornali, nelle università.

Il mio 25 Aprile è discriminatorio: tra chi è fascista e chi no.

E chi è più fascista di chi esclude gli ebrei da questa festa?





10 aprile 2023

24 aprile 2022

25 Aprile: festa della liberazione non della libertà o della democrazia




E' tristemente noto come gran parte degli italiani associ alla Festa del 25 Aprile una fantasiosa contrapposizione tra comunisti e fascisti.

E' solo un'altra perniciosa fantasia alla novax, abilmente sfruttata dalla Destra per sminuire la Resistenza.

Tuttavia, la narrazione fantasiosa in merito non è esclusiva della Destra.

Circola molto sulla mia sfera social una immagine con su scritto:

"Si avvisano gli ignoranti che il 25 aprile non si celebrano i comunisti contro i fascisti, ma la democrazia contro la dittatura".

Il che è un'altra balla pari a quella che intende smentire.

Il 25 Aprile si celebra la liberazione dell'Italia dal Nazifascismo.

Punto.

A contribuire alla liberazione dell'Italia dal Nazifascismo concorsero forze che di democratico non avevano nulla.

E non è nemmeno tanto difficile dimostralo.

Chi liberò l'Italia dai Nazifascisti?

Questa domanda ha varie risposte a secondo di chi risponde, come se non fosse un fatto storico accertato.

Il movimento partigiano crebbe di forza lentamente, all'inizio.

Nell'estate del 1944 si stima che ci fossero 100mila partigiani oltre la Linea Gotica.

Ovviamente, il 25 Aprile del 1945 tutti gli italiani erano antifascisti e partigiani.

Circa 50mila partigiani morirono combattendo per la liberazione.

E poi?

Beh, piccola premessa per spazzar via la solita trita e ritrita polemica di 'chi' abbia vinto la guerra contro i nazisti, ossia se l'USAAF, gli inglesi, i russi a Stalingrado, gli americani in Normandia, i Partigiani e pure le Aquile Randagie da sole contro le SS.

La guerra l'hanno vinta tutti i popoli alleati. Senza l'intervento americano la Germania avrebbe vinto sicuramente, senza la resistenza russa gli americani non avrebbero potuto far altro che distruggere l'Europa con le bombe atomiche. Quindi, per favore, il contributo  di chi si oppose ai nazifascisti è militarmente differente per motivi oggettivi: una divisione corazzata americana è più potente di una brigata partigiana.

Ma il coraggio e la libertà non ammettono graduatorie di merito.

Quindi, torniamo a chi liberò l'Italia dai nazifascisti.

Abbiamo già parlato di circa centomila e più partigiani italiani di vario orientamento politico.

L'elenco delle nazioni alleate che combatterono dalla Sicilia al Po è di facilissima reperibilità:

Circa Un Milione e Trecentomila Soldati provenienti da:

Stati Uniti, Inghilterra, Dominion dell'India, Brigata Ebraica dal mandato Palestinese (sì, spiace, ma gli ebrei palestinesi combatterono per la liberazione dell'Italia, il Gram Muftì di Gerusalemme combattè per Hitler), Francia Libera (fino al 1944),  Canada, Polonia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Brasile, Grecia a cui aggiungere l'Esercito Italiano Co-belligerante.

Molti erano eserciti di paesi democratici ma alcuni no:

non erano democratici i partigiani stalinisti. Non erano democratici i brasiliani, i greci, i polacchi.

Non era democratica l'Italia sconfitta e co-belligerante.

Quello che ne venne fuori dalla guerra fu la Democrazia Italiana.

Come è evidente, con scarso contributo militare degli italiani e grandissimo contributo in democrazia da parte dei paesi alleati vincitori ed occupanti. Prima che liberatori.

Il 25 Aprile è la festa della liberazione, non della libertà e tanto meno della Democrazia.

Sarà per questa confusione che la nostra Democrazia è ancora così labile.

Sarà per i vaneggiamenti sulla Resistenza di segno opposto ma di uguale valore assoluto che gli italiani non hanno fatto ancora i conti coi crimini del Fascismo (e vale anche il viceversa).

Eppure non ci sono misteri o scarsità di fonti.

Solo evidenze, puntualmente ignorate.

Buona Festa della Liberazione dal Nazifascismo a tuttə: per Democrazia, Pacifismo, Veganesimo, Ambientalismo e diritti LGBTQ si prega di usare altre giornate ed altre bandiere: le uniche bandiere opportune sono quelle dell'Italia e degli stati liberatori di cui sopra.



25 aprile 2020

La Liberazione Incompleta

Giunto alla sera di questo 75° 25 Aprile non ho saputo scrivere nulla, postare una canzone, riportare un ricordo. Tutto mi ricordava l'imperfezione di questa giornata, tutto aveva in sè un germe di "contro" qualcosa, qualcuno, anche oltre il naturale essere contro il male. Mentre scende la notte penso che il 25 Aprile resta discontinuo, incompiuto, incompleto, come l'Italia, come la mia stessa vita. Probabilmente non è un male riconoscere che a noi tutti spetta il compito di completare la Liberazione dell'Umanità, raccogliere un fardello più leggero di quello dei partigiani e caricarselo più nel cuore che sulle spalle.  Ho passato questo 25 aprile a commentare un brano del Vangelo e a riflettere. Festa della Liberazione, tanto cara, tanto lontana dalla completezza.  Non tutto il male ho di fronte, non tutto il bene ho nel cuore.


25 aprile 2019

Operazione Herring: Salvare il 25 Aprile

L'Oblio in cui giace l'Operazione Herring è una delle tante concause della nostra crisi democratica.
Anche il 25 Aprile, ormai, deve essere difeso come ricorrenza e come luogo e ha perso il suo valore di Festa Nazionale, anche nel banale e apocrifo senso di quando la Nazionale di Calcio vince una partita importante.
Vi invito a leggere il link che ho riportato sopra su questo fatto d'armi avvenuto proprio nei giorni della Liberazione.
La collaborazione di tutte le forze che propugnano il progresso sociale , culturale e scientifico non è più un optional ma un fattore critico.
La Liberazione dell'Italia dal Nazifascismo è stata conseguita grazie agli sforzi congiunti (più o meno coordinati) di tantissimi attori (dal peso, ovviamente, diverso):

  • le truppe alleate (inclusa la brigata ebraica: la bandiera del Gran Muftì di Gerusalemme sventolava a fianco di quella nazista ben prima della nascita di Israele);
  • i partigiani comunisti;
  • i partigiani di altra militanza (Cicero pro domo sua: Mai sentite le Aquile Randagie e O.S.C.A.R.?);
  • L'Esercito Italiano Cobelligerante.
Oggi, in due parole, il 25 Aprile è uno stanco rito che ricorda la lotta "paritetica" tra fascisti e comunisti.
Visto che il fascismo fu sconfitto all'epoca e il comunismo non esiste più di che state cianciando?
Questa catastrofica vulgata è, ovviamente, funzionale ad una erosione ormai definita dei valori dell'antifascismo:
si bruciano le statue delle partigiane trucidate, si rompono le targhe, le istituzioni disertano e dileggiano il 25 aprile, è evidente che i tabù sono caduti.
Non credo, tuttavia, che il rischio per la democrazia venga dai neofascisti.
Viene dalle divisioni nella società civile figlia delle libertà antifasciste.
Se non sei vegano non sei ambientalista, se non vai in bici sei servo dei petrolieri e delle case automobilistiche, se voti il PD sei peggio di Salvini, se sei cattolico sei per forza fan di Adinolfi ecc.
In questa giornata sacra, quindi, fermiamoci a riflettere su quanto le cose che ci dividano siano molte di più di quelle che ci uniscono.
Ma sono anche molto più piccole di quelle che ci uniscono: la Libertà, la Laicità, la Scienza, il Progresso Sociale dell'Uomo, il futuro di tutti i nostri figli.
Ricordiamo, quindi, i paracadutisti dell'Esercito dell'Operazione Herring assieme a tutti i caduti di ieri nella lotta contro il Fascismo e decidiamoci una buona volta a ricostruire un fronte comune basato sul fatto che chi non è fascista è antifascista.
E' vero, il Fascismo è la menzogna che crede di essere la verità ed è destinato, a medio termine, a perire sotto il peso delle proprie intrinseche contraddizioni.
Ma non è il caso di aspettare per lasciarlo morire di vecchiaia: schiacciamogli la testa subito.


Paracadutisti Italiani  il 20 Aprile del 1945 in volo verso le zone di lancio nei territori occupati dai tedeschi

24 aprile 2017

Una Fibbia Scout all'opera: #25aprile

Durante il 1944 alcuni soldati del 2° Corpo D'Armata dell'Esercito Polacco arrivano a Matera  per istituire  scuole di formazione logistica a sostegno delle truppe alleate impegnate nella liberazione d'Italia.
Nel tempo libero lasciato loro dalla Seconda Guerra Mondiale, alcuni di quei soldati, scout, seminarono tra i bambini ed i ragazzi materani il seme dello scoutismo: il tenente Majewski, di stanza a Matera, nel 1945 fonda la G.I.S., Gioventù Italiana Scout, che sarebbe poi confluita nell'ASCI.
Pochi mesi più tardi, un giovane partigiano di nome Nunzio Gandolfi, a Bologna, partecipò alla rinascita dell'ASCI anche grazie al supporto di 'alcuni soldati polacchi che erano stati scout prima della guerra'.
Il Secondo Corpo d'Armata Polacco aveva avanzato da Matera fino a Bologna prendendo a calci nazifascisti lungo il tragitto.
Quel giovane partigiano sarebbe poi diventato Sacerdote ed uno dei Padri Fondatori del moderno Scoutismo Italiano.
Nel corso della sua attività di Capo ed Assistente Ecclesiastico avrebbe scritto, tra le altre cose, anche numerosi racconti scout.
Alla fine degli anni '80 del secolo scorso, un esploratore saccente e rompipalle del Reparto Sagittario Matera 1 passò buona parte dell'Estate ad assillare quasi ogni giorno il suo Capo Reparto per chiedere di ricominciare le attività quanto prima.
Quell'Uomo paziente e dalle qualità umane così vaste che lo scrivente non si sente ancora pronto a definirle in toto, pensò bene di tener buono quella spina nel fianco dandogli in pasto tutto il suo archivio di vecchi libri e giornali, da sturmtruppen fino alla stampa associativa.
Nel corso di quell'Estate, quindi, mi capitò di leggere un bellissimo  racconto sulla fratellanza tra scout che mi rimase ben impresso nella memoria.
Passarono gli anni e la Strada portò ognuno lontano.
Il ricordo di quel racconto mi stimolò una riscrittura come esercizio di stile (credo ispirata alla lettura del breve saggio di Stephen King 'On Writing').
Qualche tempo dopo, dopo essermi deciso a pubblicarlo in questo stesso blog, nei commenti, mi venne fatto notare che la storia non era vera ma, appunto, un racconto di Don Nunzio Gandolfi: Una Fibbia Scout.
Dimenticai l'episodio, 'facilitato' dalle conseguenze della Crisi e dalla successiva, forzata, emigrazione.
Subito dopo l'ingresso nel Villanova 1, la figura di Don Nunzio ha iniziato a trapelare per osmosi ma ci ho messo comunque un paio di anni prima di rimettere assieme tutti i pezzi di questo puzzle del tempo e dello spazio.
E la figura che ne viene fuori mi piace davvero tanto.
Soldati polacchi, partigiani, racconti perduti e ritrovati, come piccole molliche di pane in un sentiero che dalla Matera degli anni '80 porta a Villanova di oggi.
Le coincidenze lasciano il tempo che trovano.
Ma i dati di fatto no.
Un ufficiale polacco che, oltre a fare la guerra, trova il tempo per dedicarsi a bambini stranieri di una Nazione nemica e sconfitta, ad esempio.
Una successione di persone che si sono incastrate, nelle loro azioni, in me, qui, ora, fino ai miei nuovi ed inaspettati amici di questi ultimi tempi.
Ecco, il mio 25 Aprile è dedicato all'antifascismo incarnato da persone ed azioni come queste.
L'Antifascimo non può essere fatto solo di parole, per quanto corrette e ben scritte e meglio dette.
E neppure di vetrine spaccate, se è per questo.

Antifascismo è una faticosa azione di autoeducazione e servizio gratuito.

Gli scout, certo, ma non solo.

Una lunga catena di persone che si dedicano agli altri, una catena in cui i gradi di separazione sono sempre e solo Uno.
Io sogno un antifascismo diffuso, che porti con pazienza e serietà ad un progresso sociale tale da svuotare anche le carceri e a permettere al più violento degli uomini di tornare sui suoi passi.

Antifascismo non è un'idea: è un lavoro.



Quindi, domani, è festa. 
Ma, per l'antifascismo, è sempre feriale.