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19 aprile 2013

ZeroZeroZero: la tua vita lontano dalla tua vita.

Finito ieri sera.
E l'unica cosa che mi ha davvero colpito è la sofferenza di Saviano.
Il linguaggio è quello di 'Gomorra', moderno e teso.
La narrazione non è avvincente come nel suo precedente lavoro ma assolutamente neppure noiosa.
Saviano racconta fatti, li snocciola. li  mette in riga, come piste parallele di coca.
Bianche di coca, rosse di sangue, le pagine scorrono senza intoppi nè velocità.
Saviano ci mette pochissimo a convincerti dell'immensità del potere del Narcotraffico di cocaina e della sua pericolosità.
E della ferocia, quella che si studia in apposite scuole, quella che si impara, che si apprende come si impara ad andare in bicicletta.
La smisurata ferocia che ruota attorno alla cocaina.
Saviano è efficiente ed efficace in questo.
Nota tecnica: mi piacerebbe che Saviano esplicitasse in maniera completa la sua idea di legalizzazione, le cinque righe cinque in cui lancia la sua idea non bastano neppure come provocazione ...
Gran parte delle parole le spende nel narrare le storie di cocaina  e le storie di chi la cocaina la tratta.
Troppe parole.
Non perchè siano sprecate, ma perchè tolgono equilibrio al testo.
Ogni tanto, infatti, affiora il vero senso dell'opera.
Il Dolore di Saviano.
Soprattutto nel finale: "Ho guardato nell’abisso e sono diventato un mostro."
Ecco, quando affiora la sofferenza dell'uomo solo, strappato a se stesso, ecco che le parole accelerano, come sotto effetto della coca.
Roberto, grazie per tutte le tue parole.
Ma, il prossimo libro, scrivilo per te.
Non per noi, non contro di loro.
Scrivi del tuo dolore, della tua vita sotto scorta, della tua vita lontano da Napoli.
Della tua vita lontano dalla tua vita.

27 gennaio 2011

La Giornata della Memoria raccontata ad un Ultras

Durante l'Operazione "Piombo Fuso", la criminale e stupida rappresaglia ad una criminale e stupida offensiva da parte di Hamas che tanto sangue innocente ha sparso a Gaza ed in Israele, mi è capitato di sentire a Matera, con le mie orecchie, questa testuale frase:
"Ma i missili Qassam di Hamas sono petardi innocui".
Anche solo a scriverla, questa frase, mi gela ancora il sangue.
Mario Rigoni Stern descrive con cognizione di causa i petardi di cui sopra perchè glie li hanno sparati addosso:
e se ci penso bene nel sangue ho il brivido di quella mattina che la Katiuscia ci scaraventò addosso tutte insieme le sue 72 bombarde "
E si riferisce alla versione calibro 82mm, la metà di quelli dei razzi usati da Hamas... 
Ma non è di calibri che voglio parlare.
La cosa che mi raggela è che quella frase si inquadra perfettamente tra gli stessi discorsi che mi tocca sentire il lunedì mattina alla macchinetta del caffè tra opposte tifoserie che si beccano su calcio ed affini.
L'orrore come lo sport.
Ecco, io mi vorrei rivolgere a te che leggi e tifi Hamas.
Avrai le tue buone ragioni per farlo e non ho intenzione di discuterle in questa sede. Sono stato tentato, come spesso mi capita, di costruire il ragionamento sul dato di fatto che probabilmente ammazza direttamente più palestinesi innocenti Hamas che Israele. M
a non ne vale la pena. 
Rimandiamo ad altre pagine la tecnica del massacro.
Oggi, è la giornata della Memoria. 
Memoria significa conservazione dell'informazione utile, ed il ricordo dell'Olocausto  è un'informazione fondamentale.
Quello che è stato, puntualmente sarà di nuovo su scala maggiore se il suo ricordo svanirà nella negazione teorica e pratica.
La negazione, infatti, non è solo dire "Non è vero, non è successo!".
E' anche negazione, terribile, pericolosa, l'ammettere l'evento ma disconoscerne responsabilità ed implicazioni.
Il conflitto arabo israeliano è una nostra eredità. 
Come le fotografie dei nonni ( i bisnonni per le generazioni degli anni '90 e Zero ).
Anche noi siamo stati coinvolti: leggi razziali e collaborazione militare con le SS: ad El Alamein, in Russia, in Grecia, a Salò, si combatteva, anche se inconsapevolmente, per ritardare la liberazione di Auschwitz.
Anche nostra è la responsabilità dell'accaduto, non solo di Hitler ed SS.
Troppo comodo tirarci fuori perchè Dachau non è in Veneto.
Del resto, "Italiani Brava Gente", chiedetelo agli Etiopi vittime della nostra guerra chimica, chiedetelo ai migranti respinti oggi stesso in mare.
Memoria è anche responsabilità.
E' vero, noi abbiamo i fatti nostri di cui preoccuparci.
Ruby, Papy, il precariato, Marchionne... Sì, sì...
Preferirei che si continuasse così, ci si concentrasse sui problemi direttamente visibili.
Invece, no.
Ci rimorde la coscienza quando vediamo i brandelli di ragazzini che spuntano dai palazzi bombardati e seguiamo l'impulso di prendere posizione.
Bello, bellissimo.
Però, questo non implica automaticamente impegnarsi per la Pace.
E neppure fare a gara col papy a chi la spara più grossa:
raramente gli ultras che ho conosciuto di persona sanno qualcosa della storia del conflitto arabo - israeliano. 
Ma non è neppure questo il punto.
Il punto è il tifo.
Ossia, la cosciente rinuncia al privilegio del vivere lontano dal rischio quotidiano di morire di ferro, dilaniato da un attentatore suicida, da un hellfire lanciato su un'auto in una strada affollata, da un cecchino mentre cammini col passeggino, rinunciando, quindi, alla serenità per far null'altro che parteggiare.
Ad una donna israeliana che ha perso una figlia colpita da un razzo palestinese si può perdonare la richiesta di vendetta alla sua aviazione.
Ad un ragazzo palestinese che ha visto la sorella bruciata dal fosforo si può perdonare il plauso alla bomba alla stazione degli autobus di Tel Aviv.
Ad un italiano che resta indistinguibile da un militante di Hamas per la rabbia con cui brucia la bandiera israeliana et similia non so cosa perdonare, non spetta a me. Ha sprecato energie preziose per costruire la pace in favore di un'altra azione d'odio.
Lo so, forse mi sarebbe convenuto lasciar perdere, scrivere le due solite righe di compianto, spero solo di non fare già la fine di Saviano, additato a servo dei Sionisti assassini e non so cos'altro perché non appoggia Hamas od altri movimenti esplicitamente e pubblicamente genocidi nelle intenzioni.
Ha parlato per la Pace e non contro Israele, non Pro-Palestina senza se e senza ma.
Un eretico.
Due eretici.
Oggi, quindi, non ho voglia di dimostrare nulla.
Non posso.
Nella Giornata della Memoria chiedo un'altra cosa.
Chiedo di ricordare, di ricordare tutto.
Dai pogrom ai lager, sì, ma anche i massacri di palestinesi senza saltare i passaggi scomodi delle responsabilità arabe nel corso di sessant'anni di guerra atroce ed insensata!
E di rendersi conto che il tifo, le manifestazioni pro e le manifestazioni contro qualcuno non solo non servono a nulla, ma aggravano le nostre responsabilità collettive.
Perchè, come ha scritto di recente Yeoshua, le cose peggiorano e peggioreranno sempre con la società Israeliana sempre più accerchiata, sempre più esposta allo sciovinismo ed al nazionalismo, fenomeni iniettati anche dall'esterno. 
Ecco perchè scrivo oggi.
Il senso della Memoria è il confronto.
Aiuta i bambini Palestinesi lo sventolare in Italia la bandiera di Hamas e bruciare quella Israeliana?
Li aiuta davvero?
O è solo qualcosa  che spinge l'opinione pubblica israeliana a pensare: 
"Ecco, ci hanno già messo nei forni una volta, sono pronti a farlo di nuovo? In Europa ci odiano ancora come negli anni '40, sai che novità, ma questa volta non ci faremo scannare gratis!"
E questo non porta a Pace, ma solo ad altre morti insensate.
Per non parlare degli amici Persiani e la loro scritta e pubblica volontà di usare Armi Nuclari quanto prima contro il "cancro sionista"...
Contro costoro io non posso nulla. Neppure tu.
Per la Pace, per far incontrare in sicurezza e serenità il maggior numero possibile di giovani Palestinesi ed Israeliani, per dare occasioni di tregua, qualcosa possiamo.
Almeno, proviamoci!



La foto è tratta dall'interessante blog Frammenti vocali in MO:Israele e Palestina  sperando che le scritte in ebraico significhino quello che il disegno lascia intendere...
Un mio piccolo pensiero affinché israeliani e palestinesi possano condividere in pace ed in vita quello che ora si contendono in guerra e morte.
Dedicato ad "Urbinek, il senza nome".

30 novembre 2010

Zio Paperone, Saviano chi dei due mi porta via con se?

Quattro puntate di una buona trasmissione televisiva hanno un effetto concreto?
Tanto per sdrammatizzare, vi racconto il plot di una storiella di Zio Paperone.
Zio Paperone ha una fabbrica di cemento inquinantissima, che appesta l'aria di Paperopoli perchè si ostina ad usare carbone scadente ma economicissimo. In quel mentre, Zio Paperone costringe Paperino e Qui Quo Qua a fare da commessi viaggiatori nei Mari del Sud su un vecchio battello alimentato dallo stesso, puzzolente,  carbone. I quattro paperi si mettono in viaggio malamente accolti dagli isolani a causa della puzza che li precede e segue e non riescono a vendere neppure una perlina...
Finché, Paperino, mosso all'intraprendenza dal sacro timore delle urla di Zio Paperone, si  avventura  su rotte mai battute ed incontrano un'isola incontaminata i cui abitanti, da sempre lontani dai guasti della civilità...
... amano il terribile puzzo del fumo di carbone come il vostro scrittore ama il profumo dell'arrosto..
Gli isolani, inebriati, chiedono a Paperino di fornirgli in bombole il terribile puzzo.
Paperino, quindi, se ne torna a casa e cosa fa per recuperare i fumi dai inscatolare? Va alla cementeria di Zio Paperone e sottrae, con una pompa, il fumo dalle ciminiere.
Per un po' sono tutti contenti: i paperopolesi perchè non sono soffocati dal fumo pestilenziale, gli isolani che possono intossicarsi a volontà, Zio Paperone perchè non lo scocciano più le associazioni ambientaliste ( ma subito si è precipitato in fabbrica per capire se avevano diminuito la produzione o se qualcuno dei suoi dipendenti era stato così folle da comprare carbone buono ) e Paperino, che riesce, finalmente, a guadagnare qualcosa.
Ovviamente, Zio Paperone scopre presto il trucco e trascina il nipote in tribunale per furto. 
Furto di fumo.
Paperino riesce a difendersi con sagacia e si dichiara colpevole.
Il giudice, annoiato dal reggimento di legali messi in campo da Zio Paperone, condanna Paperino al risarcimento del danno: con la stessa Qualità del danno patito. Infatti, condanna Paperino a risarcire Paperone col semplice tintinnio delle monete sonanti. Paperone, che ha subìto il furto del fumo, è risarcito col suono dell'oro. Il rumore, come il fumo, è reale. Ma, appunto come il fumo, svanisce nel vento.
La mia logorrea sta diventando proverbiale.
Ma ho preferito anticipare le conclusioni su "Vieni via con Me".
La trasmissione televisiva, una vera e propria Messa Civile, mi è piaciuta quasi tutta nell'arco delle sue 4 puntate. Ho apprezzato Saviano e le sue parole, il balletto e gran parte degli altri elenchi ed interventi.
Saviano, soprattutto.
Le sue omelie, come tutta la trasmissione del resto, non aggiungono nulla alla nostra quotidianità: raccontano l'ovvio, il noto.
Certo, per la prima volta un sacco di gente ha saputo. Ma ha saputo per bocca di Saviano perchè si è turata le orecchie prima! Non perchè i fatti fossero nascosti in alcun modo.
Ma, questo è il meno.
Oggi, cosa succederà di nuovo?
Di diverso?
Di risolutivo?
Non so quantizzare l'importanza di una trasmissione come "Vieni Via con Me". Ma, se tanto mi da tanto, poche ore di discreta cultura e riflessione sono in competizione con decenni di telepornocrazia spinta e concentrata a tutte le ore.
E stasera?
Quanto durerà l'effetto dell'adrenalina prima che la narcosi sommerga di nuovo il Paese?
La cosa che mi rattrista ancora di più è che Saviano si sia ulteriormente esposto a nuovi rischi senza che nessuno di noi possa esser certo che ne sia valsa la pena.
Si è messo contro ancor di più il Potere e ci mancavano solo i crociati semianalfabeti del Santo Vangelo ad inquinare il campo.
E' la continuità che manca alla trasmissione di Fazio e Saviano.
Sono contentissimo che sia stata fatta.
Sono contentissimo di averla ascoltata.
Ma, il grande fratello o Fede o Vespa o chi volete voi sono continui e soprattutto contigui con la "cultura" dominante nel Paese, ancor più pericolosa per la nostra sopravvivenza del Berlusconismo che sarà pure agli sgoccioli ma anche no.
Come una meteora che illumina il cielo nero per un istante, così queste quattro puntate di una televisione solo relativamente straordinaria ci lasciano, oggi, ancora più in affanno data la pochezza dei segnali concreti di inversione di tendenza.
Va bene, vengo via con te: ma, tu, dove vai?

29 novembre 2010

una seccante malinconia

Non sono triste per non poter sostenere ancora  Saviano semplicemente guardandolo.
Sono un po' malinconico perchè non ho idea di come continuare a fare questa guerra, che è la mia.
Le nuove armi mi sembrano pericolose e poco efficaci, ero abituato a ben altro.
Pazienza, inventeremo nuovi giochi anche qua fuori.