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9 luglio 2023

Balcani in Fiamme, di Francesco Dei


"Recensisco" con piacere e soddisfazione questa Storia Militare della Guerra Russo Turca del 1877-1878.
Francesco Dei (di cui ho già letto la 
STORIA MILITARE DELLA GUERRA RUSSO - GIAPPONESE 1904 - 1905), ci porta nei Balcani e nell'Asia Minore della seconda metà dell'800 raccontando in dettaglio una guerra dimenticata che, temo, sia ormai solo un paragrafetto nei manuali di Storia dei licei.
Ma che è stata un anello fondamentale della catena che ha portato alla contemporaneità che è diretta espressione dei conflitti mondiali il cui gigantesco incendio ebbe origine proprio nei Balcani a seguito della catastrofica guerra descritta nel saggio.
Più di mezzo milione di persone morirono in dieci mesi di feroci combattimenti tra il Danubio e le Sorgenti di Tigri ed Eufrate.
Mi ha colpito particolarmente la figura del Generale russo Michail Dmitrievič Skobelev, il Generale Bianco (o anche detto il Garibaldi russo), ritratto nella copertina del libro.
D'altro canto, le varie figure di molti coraggiosi e validi generali ottomani mi hanno fatto compassione: da italiano medio ma assolutamente aderente a principi scientifici capisco bene la frustrazione di chi sa e ha le capacità ma è soggetto all'inerzia di chi non sa e millanta capacità che non ha.
Di un saggio appassionante si scrive spesso che 'scorre come un romanzo'.
Ma la scrittura di Francesco Dei non ha bisogno di questo paragone perché rende avvincente la storia basata su dati di fatto senza necessità di trucchi letterari.
Concludo con alcune chicche:
prima di tutto è stato un vero sollievo trovare le note a piè pagina... A piè pagina e non ammucchiate tutte assieme in fondo al volume.
E le cartine! Il testo è arricchito da ben 29 cartine a colori che dettagliano  l'azione e permettono al lettore di seguire i movimenti degli eserciti sul terreno.
Deliziosa, poi, in appendice, la paginetta dedicata ai wargames.
Insomma, questo volume è una rarità culturale in lingua italiana dato che, in Italia, si fa vanto dell'ignoranza di cose militari e su questo vanto poi ci si permette anche di sproloquiare sulle guerre, passate e presenti, contribuendo, con l'ignoranza, a fomentare quelle future.
A questo punto lancio una sfida a Francesco Dei: la logica conseguenza di questo libro sarebbe la trattazione delle Guerre Balcaniche.
Ma io mi permetto di suggerire un argomento a noi più vicino ed ancora più dimenticato: la Guerra Italo Turca del 1911/12...


18 dicembre 2022

Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski (& Tom Cooper)

 


Ho appena finito di leggere la prima parte di questa modernissima storia della Difesa Aerea Sovietica: Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski, con disegni e tavole di Tom Cooper.

Ai bei tempi dell'URSS, secondo la vulgata pacifinta, la Difesa Aerea era una faccenda seria.

Tanto seria che i russi l'avevano organizzata con un'Arma apposita.

Esercito, Aviazione, Marina e, apppunto, la PVO: Difesa Aerea.

Un po' come noi italiani, che abbiamo Esercito, Marina, Aviazione e... Carabinieri. E volendo poi anche Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Guardie Ecozoofile eccetera.

L'URSS viveva nel terrore di un first strike nucleare americano, gli americani nel terrore di una massiccia invasione del resto del mondo da parte del regime sovietico (e l'occupazione dell'Europa dell'Est, l'aggressione NordCoreana ed altri fatterelli di poco conto quali la repressione di Berlino, l'Invasione dell'Ungheria eccetera eccetera erano lì a testimoniare che il rischio c'era).

Gli USA proposero all'URSS l'iniziativa Open Sky, ossia la reciproca ricognizione aerea sui rispettivi territori in modo da consentire il disarmo e la distensione.

Stranamente, i russi rifiutarono.

Chissà cosa avevano da nascondere, a parte l'approntamento delle più gigantesche forze armate in tempo di pace che la storia registri.

Ma non divaghiamo: per fermare i ricognitori americani, i russi ci misero circa 15 anni di sforzi economici, tecnologici ed organizzativi culminati, appunto, nella costituzione della PVO come arma indipendente e nell'abbattimento dell'U2 di Powers il 1 Maggio del 1960.

Il Volume descrive con dettaglio sia l'evoluzione degli strumenti tecnici (Radar, intercettori, contraerea, missili aria aria e superficie aria) che tutta la sequela di incidenti tra i caccia russi e i ricognitori americani. 

Ovviamente, non mancano chicche (il primo prototipo di intercettore dotato di missili aria aria russi era... una copia non autorizzata del bombardiere B-29 Americano) e curiosità, quali ad esempio i fatti realmente accaduti il 18 Novembre 1952 che hanno ispirato la battaglia aerea di Top Gun.

Bellissime, poi, le tavole a colori di Tom Cooper.

Insomma, un 'must read' per gli appassionati di storia dell'aviazione.

Attendo che arrivi il secondo volume, probabilmente ai primi del 2023.

E' un testo specialistico in lingua inglese, quindi per imparare a distinguere tra Putin e Papa Francesco (cosa che è evidentemente molto complicata per metà degli italiani) suggerisco di cominciare altrove, tipo dal Vangelo.

PS: nota critica: Cara Helion & Company, i tuoi lettori dubito molto che siano giovanotti di primo pelo. I tuoi bei libri sono anche relativamente cari, quindi è molto probabile che siano acquistati da signori, diciamo, maturi. Non è proprio il caso di sfidare la presbiopia dei tuoi lettori con un font misura 6... passate al carattere 14 o almeno 12...