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13 ottobre 2024

Kill Bill ossia: "Eccomi"






E' arrivato ottobre ed è arrivata la giornata delle Salite.

Coccinelle e Lupetti sono diventati Guide ed Esploratori.

Guide ed Esploratori sono saliti in Noviziato.

Troppi Capi hanno smesso di far Servizio.

Alcuni Capi hanno dovuto cambiare unità.

Tra cui io.

Resto Babbo Scoiattolo ma cambio Cerchio: dai Ciclamini passo alle Primule.

Niente di misterioso: l'incastro tra le varie esigenze dei capi disponibili ha reso necessario che questo 4° anno di Servizio nelle Coccinelle fosse fatto nel Cerchio gemello.

La parola maestra di Babbo Scoiattolo è: "Lavorare e giocare per gli scoiattoli erano la stessa cosa".

Ma un Capo ne ha un'altra: "Si serve dove serve".

E servo lì.

Lascio con dispiacere le Coccinelle dei Ciclamini, dopo 3 anni fantastici.

Vado con entusiasmo nelle Primule perché lì troverò lo stesso Popolo della Gioia.

E' un nuovo inizio in continuità con il Servizio di sempre.

E quindi il mio nuovo nome bosco sarà KirK!

Forse un giorno Bill tornerà ma non è per preservare il legame coi Ciclamini che ho scelto di cambiare nome bosco ed adottare, per questa nuova avventura, quello del Capitano Kirk di Star Trek.

L'ho scelto perché abbiamo tutti bisogno di cambiare per il meglio.

Ne ho bisogno io e ne ha bisogno l'Agesci che deve darsi una svegliata ed affrontare la crisi numerica di capi  che sta accelerando più del Cambiamento Climatico.

Bill è stato il mio secondo nome dal 2014.

Oggi l'ho cambiato, sono uscito dalla comfort zone e ho scelto come nome bosco quello di un Esploratore, Pacifista, Scienziato, simbolo di un percorso di progresso per l'Umanità.

Dobbiamo cambiare per rimanere scout.

Dobbiamo cambiare perché senza capi non c'è scautismo.

E io preferisco cambiare anche il nome pur di poter far Servizio un anno ancora.

Buon Volo, Buona Caccia e Buona Strada!


PS: non capisco come mai le arcande continuano a bocciarmi come nome bosco Ken. 

Mica Ken il manzo di Barbie: Ken Shiro! Ha pure i sette punti neri sul petto!



9 agosto 2022

La Coccinella e la Vespa

Le vespe sono fastidiosissime e altrettanto pericolose.

Al campo scout di quest'anno ce n'erano tantissime.

Ho passato i primi giorni a scacciarle e a uccidere quelle più aggressive.

Una vera seccatura.

Ma a un campo scout ci si va anche per ricordarsi a distinguere tra seccature, bellezza e problemi.

Non ho molto da dire su metodo, emozioni, bellezza.

Insomma, chi ha voglia di leggere l'ennesima tirata su quanto sia figo lo scautismo?

Quindi, non vi annoierò coi dettagli del Metodo o le lacrime delle Coccinelle durante la verifica finale.

Anche perchè, qualunque cosa io scriva, puzzerebbe di autoincensarsi:

"Oh, ma come siamo fighi noi capi scout, come siamo altruisti, noi sì che combattiamo per il bene, siamo praticamente i capocannonieri della squadra di Nostro Signore, voi invece che fate oltre a scrollare sul cellulare il social del momento?"

Il che è una gigantesca stronzata.

Come ogni autoreferenzialità.

E non ho voglia di puzzare, nemmeno d'incenso.

Facciamo quello che facciamo perchè pensiamo sia normale, al meglio delle nostre possibilità, far vivere le bambine nella gioia.

Non c'è niente di speciale in un campo scout: è semplicemente il mondo come dovrebbe essere. 

Akela, Kaa, Bagheera, i Cambusieri, Arcanda, Shibà, Mi e soprattutto quell'antipatico di Babbo Scoiattolo si mettono le dita nel naso, fanno le scorregge, si arrabbiano e si lamentano del lavoro come tutti quanti.

Niente di eccezionale.

Tutto qua.

Ho solo una cosa da aggiungere.

Ricordate le vespe?

Mi ero procurato una racchetta da ping pong abbandonata in struttura per far scacciare (provvisoriamente e non) le vespe più aggressive .

Poi, ho visto una coccinella far pace con una vespa.

O, meglio, mostrare ad una Cocci, prendendo in mano la vespa come se fosse una farfalla e dire: "Vedi? Perchè mai dovrebbe pungere? Se tu non le fai niente lei non ti fa niente".

E ho capito.

Ho posato la racchetta lì dove l'avevo trovata: nella polvere.

Da allora ho smesso di scacciare le vespe. 

Ho lasciato che si posassero sulle mie mani, sulle braccia, sulle gambe.

E mi sono goduto senza più essere disturbato i restanti giorni di campo.

Che, lo ripeto, è il mondo come dovrebbe essere.

Alla fine, in questa estate in cui non oso mettere nero su bianco i risultati dei miei calcoli geopolitici (e i pochi lettori che seguono queste pagine da lustri sanno che ci azzecco quasi sempre), penso solo che non ci sia modo di disfarsi delle vespe e che vanno ignorate finchè non pungono.

Il mio voto vale quanto quello di un pacifinto, la mia Testimonianza, no.

Spero sia chiaro che gli eventuali complimenti vadano fatti allo staff, alle scolte, ai rover, ai cambusieri infaticabili e alle bambine e ai bambini: io arranco a fatica, mi dimentico la spiegazione dei giochi e non leggo neppure più bene gli accordi sui canzonieri alla luce del  bivacco.

E mi ci vuole sempre un caffè in più.





25 gennaio 2022

il Maglione Buono

Maglione Blu se sei del secolo scorso, maglione nero se sei nato ieri...


Capita che vai a Messa con il Cerchio e scopri che sei un zinzino infangato.

Calze e Pantaloncini, pazienza: vanno in lavatrice e amen.

Ma il maglione dell'uniforme, quello buono, quello BLU, quello non va in lavatrice.

Va lavato a mano.

Mi dico: "Vado in Volo domenica e poi lo lavo".

Ma scarto subito l'ipotesi: non posso arrivare all'inizio dell'uscita con le maniche del maglione marroni: altro che buon esempio...

"Ok, lo lavo".

E lo lavo, come ho sempre fatto in questi...

Aspe'. Cavolo. Ce l'ho da 16 anni almeno!

In apparenza ancora perfetto, certo ma...

"Noooo! Una smagliatura! E qui ce n'è un'altra!"

Non sono molto affezionato agli oggetti, ma il mio maglione BLU!

Il mio maglione da Caporeparto, Maestro dei Novizi, Capo Clan!

"Basta, tu te ne vai in pensione".

E così eccomi al cambio della guardia.

Il mio Maglione Blu lo conservo.

Fatti avanti, maglione nero, vediamo se sei caldo e indistruttibile come quello blu.

Oltre a mimetizzarmi tra i giovani capi e tra i capi giovani...

#agesci #ægescier #coccinelle #uniforme #maglioneblu

10 ottobre 2021

Contrattacco a sorpresa: il ritorno di Bill



Cosa può spingere un Padre di famiglia con un lavoro (fin troppo) impegnativo, nel pieno di una Pandemia, ad aggiungere al suo servizietto di redattore di Proposta Educativa anche quello, ben più pesante, in una branca?

Già.

Da oggi sono di nuovo Bill, Babbo Scoiattolo del Cerchio dei Ciclamini.

Ricordo ancora il mio commiato, al suono di "Come sole come Goccia".

La decisione di tornare, diciamo al Servizio Attivo, è arrivata all'improvviso, ma non è stata improvvisa.

E' la somma di una serie di fattori che si riassumono nella parola Vita.

I Lutti, le perdite, la Pandemia, il futuro delle mie figlie, l'impotenza di fronte agli eventi e anche la forza della Fede ci hanno accompagnato a questa decisione.

Non è stata una mia scelta personale: non sarebbe mai arrivata senza l'incoraggiamento di mia Moglie: certi papà mandano i figli agli scout per addrizzarli, evidentemente deve aver pensato lo stesso anche Mariangela.

E' stata lei a darmi il 'la' in questa decisione che di emotivo non ha nulla.

Il mio Servizio di Capo (fino al mese scorso dedicato interamente alla Rivista associativa Proposta Educativa) si allarga nuovamente al Cerchio.

Il perchè, alla fine, è presto detto.

Perchè è necessario.

E' una necessità personale e familiare quella di costruire un mondo migliore per le nostre figlie.

Ci sono molti modi per farlo.

Per la gran parte di essi non ho nè talento nè opportunità.

Per lo scautismo, invece, pare (dicono) di sì.

Per il momento ogni altra parola è superflua: ne potrei aggiungere tantissime su motivazioni, implicazioni, appelli.

Ma le mie migliori parole sul tema le trovate su Proposta Educativa e qui non mi sento di aggiungerne altre.

Quindi? 

Buon Volo e cantiamo!


Canzone dell’arcobaleno


DO            SOL     DO                       SOL DO

Sette colori siamo noi, un arcobaleno brillerà.

DO            SOL     DO                   SOL       DO

Sette colori su nel ciel, la gioia possono   portar.

LA -              DO                     SOL

Sette puntini, la nostra gioia, su di un solo colore.

LA -              DO                     SOL                               FA                     SOL

Sette puntini, una sola parola Eccomi diremo ancora!  Eccomi diremo ancora!

DO   LA -

Giù nel prato abbiamo giocato, era tanto tempo fa.

FA SOL

Su una margherita abbiam riposato,  poi il bosco ecco già.

DO     LA -

Difficile è stato il volo nel bosco! Ma abbiamo ritrovato il mughetto nascosto

FA     SOL

La montagna faremo brillare! Un arcobaleno su ruscelli e fiori!

DO                     SOL     DO                   SOL DO

Cocci vieni a giocare con noi, un colore sarai tu! 

DO                    SOL     DO                             SOL DO

Cocci vieni a giocare con noi, l’arcobaleno più alto sarà!

LA -              DO                     SOL

Sette puntini, la nostra gioia, su di un solo colore!

LA -              DO                     SOL                               FA                     SOL

Sette puntini, una sola parola Eccomi diremo ancora!  Eccomi diremo ancora!

DO            SOL     DO                       SOL DO

Sette colori siamo noi, un arcobaleno brillerà

DO            SOL     DO                   SOL       DO

Sette colori su nel ciel, la gioia possono   portar (sfumare)


28 gennaio 2020

Troop Zero: la forza degli uccellini (Coccinelle)




Gli algoritmi di Amazon mi hanno proposto la visione di questo film.
Ho abbocato.
E ho fatto bene.
Ho trovato il film di una delicatezza esemplare, annacquata solo da un minimo di retorica appena funzionale a lubrificare i terribili ingranaggi del dolore, della solitudine, della perdita, della disperazione in cui  anche i bambini si trovano a boccheggiare.
Traduco con coccinelle l'americano birdie scout in quanto è la cosa più simile che abbiamo in Italia.
Le coccinelle americane sono estremamente diverse da quelle dell'AGESCI e il loro scoutismo si basa molto sull'impegno del singolo e un po' meno su quello collettivo (mentre sembra del tutto assente il concetto di Sservizio ai più piccoli).
Tuttavia, non scrivo queste righe di certo per una disquisizione sulle differenze tra scoutismo USA e scoutismo italiano.
Le scrivo perchè il film mi è piaciuto molto e perchè è una delle rare testimonianze cinematografiche della straordinaria efficacia dello scoutismo nel far star meglio gli esseri umani.
Bambini ed Adulti, tutti assieme.
Non credo che gli autori abbiano voluto sottolineare la valenza educativa dello scoutismo, è lo scoutismo che, pur restando dietro le quinte, si dimostra strumento di sollievo, di riscatto, di tutela e di crescita per i bambini.
E, almeno nel Film, anche per gli Adulti.

6 ottobre 2018

Kill Bill: Babbo Scoiattolo lascia il Cerchio dei Ciclamini



E si può dire che è tutto qua.
Questo Ciclo di Servizio, iniziato con una corsa in un prato 4 anni fa, si è concluso.
Con un po' di sforzo riesco a mettere da parte l'emotività del momento.
E devo farlo, perchè, se lasciassi prevalere l'emozione ed il puro sentimento di breve respiro, non avrei mai acconsentito a lasciare il Cerchio.
Ma l'Amore deve andare oltre l'emozione dei pochi minuti.
Ed il Servizio deve essere paziente e lungimirante.
Scrivo queste parole subito dopo la mia ultima riunione con le Coccinelle.
Non vi dispiacete se tengo per me le emozioni e non ne parlo affatto.
Non per pudore, ma per opportunità: voglio scrivere di un successo educativo e non di Amore.
Questi 4 anni nel Cerchio dei Ciclamini mi hanno fatto conoscere un metodo educativo di cui ho potuto constatare l'efficacia.
L'ambiente bosco in una unità parallela permette alle bambine di mettere a frutto i propri talenti e vivere le specificità della propria età (una maggior capacità di concentrazione, di coordinazione sociale ed affettiva, di conseguimento di mete ed obiettivi rispetto ai bambini loro coetanei) senza rinunciare alla coeducazione.
Posso testimoniare che l'ambiente bosco funziona.
Per quanto artificiale (nel senso che non si ispira ad un'opera distinta come l'ambiente Giungla) è comunque coerente ed efficace.
Tra gli 8 e gli 11 anni le bambine cambiano molto più dei bambini e i racconti contenuti in "Sette Punti Neri" ne tengono conto.
Insomma, sono stati anni di Servizio molto belli e, credo, ancor più efficaci.
Ma guardare lontano implica, purtroppo, anche il distacco.
Quando il ciclo educativo si chiude è bene dar spazio ad altri, cambiare branca e far anche vivere la dolorosa, ma necessaria, esperienza del distacco ai ragazzi.

Il succo è che le Coccinelle sono fantastiche per le bambine e le unità parallele Branco//Cerchio dovrebbero  avre maggior diffusione.

Il resto lo tengo per me.

Lo scoiattolo va in letargo, è tempo di assaporare ancora il 'profumo di quel fuoco'.

Branca E/G arrivo!



PS: Bill tornerà

21 ottobre 2017

1987-2017

Di farlo passare sotto silenzio non mi va.
Ma neppure di imbastire il solito logorroico pippone.
Vediamo se mi riesce una via di mezzo.
Quest'autunno, per me, sono trent'anni di scoutismo.
Così, mentre mi accingo ad accogliere le Cocci nel cerchio dei Ciclamini, qui a Villanova, penso tante cose.
Ma qui mi limito a ricordare e testimoniare l'accoglienza.
Chi ha accolto me nel Reparto Sagittario del Matera 1, tutti i gesti di accoglienza di cui sono stato destinatario, testimone, attore.
Oggi, scoutismo per me è accoglienza. 
Della Vita, dell'Altro, della Fede, dell'Umanità imperfetta.


Giovinezza

Scoutismo e Mangiare: mi viene naturale
Trenta anni di scoutismo meritano, probabilmente, qualcosa di più: magari un Punto della Strada.
Pertanto, non è detto che non riesca a ritagliarmi il tempo per una riflessione adeguata.
Oggi, però, ricordo semplicemente l'accoglienza ricevuta quell'Ottobre mentre le Cocci si avvicinano al cerchio.

14 novembre 2015

contrattacco

Una Comunità Cristiana, al Sabato.
Uomini e Donne che potano i grandi, maestosi, alberi del parco.
Un anziano San Pietro che tiene le chiavi di tutti gli edifici parrocchiali e le distribuisce al bisogno.
I piccoli, i più piccoli bambini del catechismo che arrivano col quaderno sottobraccio.
Si accendono i fuochi per la cena di autofinanziamento della squadra di Pallavolo.
Arrivano i cuochi, si inizia ad apparecchiare il Salone.
Tante tante persone operose, che lavorano assieme.
I ragazzi del Reparto, incluse le giovanissime novizie, fino ad un mese fa Coccinelle, che si danno da fare per pulire il terreno dai resti della potaura perchè tutti possano subito giocarci sopra.
Arrivano le Coccinelle, oggi è giorno di formazione sestiglie e nomina dei Capi e dei Vice.
Che aiuteranno Arcanda in questo lungo volo.
Il lavoro è tanto, scende la sera e la Chiesa è gremita come la notte di Natale.
Ma è solo un sabato di Novembre.
All'offertorio il simbolo preparato da Arcanda con le Coccinelle, un abbraccio, 


l'abbraccio di ogni sestiglia, di ogni bambina, tra ogni ciuccio vecchio che ha spazzato, potato, cucinato, lavorato.
Lo so, ho barato, il simbolo che ho proposto l'ho copiato*, ma mai come oggi credo di averne fatto buon uso.
E se c'è un antidoto al Male che non preveda l'uso di altro male, io credo che sia fatto di Sabati pomeriggio come questi.
Lavoro, gioco, fratellanza, Comunione.

* hint: umanità verso gli altri




1 maggio 2015

Sette Punti Neri: tracce del popolo della Gioia

Ho ricevuto in dono questo prezioso, piccolo libro.
Non è un romanzo.
Non è un manuale.
Non è una raccolta di racconti.
E' la storia di Cocci e del suo viaggio per ritrovare i suoi sette punti neri perduti dal suo avo nel trambusto del diluvio universale.
E tornare ad essere una Coccinella.
Cocci si mette in cammino, incontra formiche, rane, scoiattoli, fino all'Aquila sulla cima del monte.
Cocci, ad ogni incontro, cresce e sulla sua corazza rossa compare un punto nuovo.
Cocci impara ad accettare il cambiamento, a chiedere aiuto e a darlo, a collaborare e a cambiare.
Cocci diventa Coccinella, come il bimbo diventa ragazzo.
E, per farlo, ha bisogno di amore, sì, ma anche di fiducia nel proprio cambiamento.
Serve un riferimento.
Ad esempio la grande quercia, la cui storia è narrata in poche pagine di un lirismo struggente.
Serve la capacità di considerarsi non monadi ma parti di un unico consesso umano.
E, per impararlo, non basta una vita.
Io non riesco a credere alle mie dita quando le vedo tracciare questa dichiarazione d'amore per il Metodo della Branca L/C in generale e per le Coccinelle in particolare, io, vecchio repartaro incallito e roverista impenitente.
Eppure, forse proprio perchè la gioia è così rara in questo mondo, un testo come questo che insegna a seminarla, coltivarla e, con pazienza, lasciarla crescere naturalmente con fiducia, mi ha colpito profondamente e mi ha spinto a metterlo in pratica.
Sette punti neri non è un testo su cui è adattato un metodo educativo come il Libro della Jungla di Kipling, è un testo che nasce con un metodo, lo completa e ne è strumento.
Imprescindibile lettura non solo per i capi delle Coccinelle, ma per tutti quelli della branca L/C.

8 marzo 2015

Babbo Scoiattolo alla ricerca dei sette punti neri

Nella mia vita la Pianura è eccezione, non regola.
Il crepaccio della Gravina di Matera, il Pollino: ecco i miei orizzonti naturali.
L'abitudine a salire, ad arrampicarmi, mi ha accompagnato sin da piccolo e forse è anche per questo che soffro di vertigini: il precipizio ti entra dentro.
Il problema è quando ti trovi, inaspettatamente, in pianura.
Fisica e lavorativa.
Quando la tua vita cambia e non riesci ad abituarti che quelle salite, quelle rocce, non ci sono più.
Dovrebbe essere tutto più semplice ma più semplice non è.
Così, pur con la miglior situazione lavorativa in tasca da dieci anni a questa parte, stabilità affettiva ed un tetto sulla testa, mi è diventato subito evidente che non stavo facendo Servizio lievemente.
Che uscire di casa per ogni attività legata allo Scoutismo mi stava costando molto, troppo.
Perchè lo Scoutismo è un servizio impegnativo ma non pesante.
E se lo senti pesante ...
Il mio cuore voleva abbandonare tutto.
La mia mente ha perseverato.
Bisognava solo aspettare che il ghiaccio del primo anno bolognese si sciogliesse.
Per un Capo, pur esperto, formato, brevettato, laureato stile zaino e scarponi, che alle uscite di gruppo si portava due scolte tipo bodyguard per tenere lontani i facinoros ehm, i lupetti, l'impatto con un Cerchio è completamente spiazzante.
Chi non ha nessuna esperienza di branca L/C come me si ritrova a cominciare letteralmente da zero.
Ed è bellissimo.
Ricominciare da zero.
No, non parlerò dell'impatto emotivo del rapporto tra Babbo Scoiattolo e le Coccinelle.
Sarebbe vanità.
Parliamo, piuttosto, della meraviglia che ancora ti viene quando scopri un mondo nuovo, anzi:
il mondo nuovo.
Il Mondo Nuovo che queste bambine faranno partendo da questi primi passi nello scoutismo fino a diventare Guide Scolte e Donne della Partenza.
Ma, forse, questo è ancora più banale dell'emozione di allacciare per la prima volta le scarpe da trekking a chi ti chiede da un metro più in basso:
"Bill, mi allacci le scarpe per favore?" *
Il fatto è che la banalità inizia a diventare qualcosa di prezioso mentre tutti si affannano a cercare un'eccezionalità propria, peculiare, eterna.
Fino a raggiungere quell'altezza che più mi da le vertigini.
Costruirsi una carriera, una vita fatta di apparente prevaricazione anche solo di idee nella Politca, nell'universo parallelo del web, in ufficio, per poi ritrovarsi il Sabato Pomeriggio a non avere nessuna, nessuna possibilità di fingere.
Cocci, la piccola coccinella, cerca prima nel Prato, poi nel Bosco ed infine sulla Montagna i sette punti neri che il suo antenato ha perso nel trambusto e nella fretta di raggiungere l'Arca di Noè durante il Diluvio Universale.
Un mesetto buono ce l'ho messo a rendermi conto che avrei fatto meglio a mettermi in cerca pure io dei miei sette punti neri.
E che allacciare quel primo paio di scarpe è stato uno dei miei più significativi gesti di servizio.
Non me ne vogliano i miei E/G ed R/S, ora diventati giovani adulti, di questa mia confessione: sono loro che mi hanno insegnato ad essere Capo.
Sono loro che hanno dovuto pagare i miei errori ed a loro vanno le mie scuse per tutte le mie mancanze dell'epoca.
Arriva il momento in cui ci si mette alla prova, si desidera il successo e quando lo si raggiunge si prova compiacimento ed orgoglio.
Che passa, quando il successo si manifesta effimero, quando diventa eccezione in una quotidianità che oscilla tra fallimenti e pareggi.
E allora?
Cosa fa un capo E/G - R/S al suo primo mese di L/C?
Si mette a cercare anche lui i suoi punti neri smarriti.
Non si limita a 'mettersi in ascolto' come buona prassi.
Si mette a cercare le competenze che gli mancano.
Dopo tanti anni torna, per lui, il tempo della 'Scoperta'.
Ogni scoperta è un traguardo sì eccezionale, unico, irripetibile.
L'ambiente del Bosco, la Jungla, il magnifico Staff che ti ha accolto, le preziose confidenze delle bambine e il gioco sfrenato nei pomeriggi d'inverno nei prati dietro la Chiesa:
scoprire nuove vie, nuove persone, adulte e bambine, scoprire un e stesso felicissimo di balzare oltre il fosso e scivolare nel fango nel tentativo (fallito) di far meta.
Scoprire un Metodo di crescita che si salda con quelli già noti delle altre branche, scoprire un modo diverso di relazionarsi, scoprire, scoprire, scoprire.
Scoprire di avere ancora tanta voglia di scoprire.
E il fardello del cuore evapora, non certo in un'ora ma evapora.
Il peso nel cuore si trasforma. E allora il Servizio ti interroga, a tu per tu, sulle tue motivazioni.
E ti tocca scrostare, con olio di gomito, tutte le emozioni effimere, come quando riempi lo zaino per la Route.
Fai il Capo perchè ti ricordi di quando eri ragazzino. Via.
Fai il Capo perchè ti piace vivere all'aria aperta. Via.
Fai il Capo perchè così puoi continuare a fare le famigerate buone azioni di BP.
Via.
Via un'altra mezza dozzina di motivi.
Nessuno dei quali, magari, negativo.
Solo superfluo.
Hai i tuoi guai, sei dovuto andar via dalla tua Città in 'età matura', eppure ti ritrovi a dormire in sacco a pelo una sera di gennaio.
Ci deve essere qualcosa di solido, sostanzioso, immateriale a far da scheletro alle tue fragili intenzioni.
Allacciare una scarpa a una bambina è una buona traccia di quello che intendo...
Riconoscere in un gesto banale, semplice, indispensabile l'unicità del Servizio Gratuito ai più piccoli non come momento 'elevato' di scelta elitaria, ma come quotidianetà, banalità anche ripetitiva, magari, di ricerca della persona più importante per tutti noi:
il Nostro Prossimo, da amare come noi stessi.





* Nota: il mio nome nell'universo fantastico del Cerchio è Bill, alias di Babbo Scoiattolo: nome breve e facile. Avrei preferito Ken, in omaggio all'indimenticato Guerriero di Hokuto: ha pure i sette punti neri addosso ma verrebbe scambiato dalle bambine per il trombamico di Barbie: meglio evitare.