17 settembre 2018

gli intellettuali hanno fatto flop o è solo omeopatia?





Questo è il titolo di un pezzo de L'Espresso, l'ennesimo, sulla catastrofe italica.
Ritengo che valga la pena leggerlo pur in disaccordo con molto di quanto scritto.
Ora, non ho voglia di commentare questo pezzo descrivendo riga per riga quello in cui concordo e quello in cui non concordo.
Ma vorrei porre qualche domanda.
Chi sono gli intellettuali, in Italia?
Chi sono i miei intellettuali di riferimento, al momento?
Io sono un intellettuale?
Chi è un intellettuale?
Iniziamo dall'ultima domanda.
Un intellettuale non è solo uno scrittore, (o un poeta, un artista,) ma è uno scrittore le cui parole influiscono sulla Società.
Altrimenti, è solo uno scrittore.
Se volessi saltare subito alle conclusioni, in base a questo mio postulato, avremmo già finito.
Infatti, in cosa la Società Italiana è stata influenzata negli ultimi 20 anni da un'opera letteraria?
In cosa è cambiato il Bel Paese dopo "Il Nome della Rosa?"
E la musica di Riccardo Nuti quanto ha influito sull'efficacia delle istituzioni scolastiche (anche solo musicali)?
In prima approssimazione, quindi, gli intellettuali sono scarsissimi in numero e qualità.
Quindi risulta facile rispondere alla domanda precedente: no, non sono un intellettuale. 
La mia azione sociale si basa su quello che faccio (agli scout e marginalmente nell'attivismo per il software libero e la mobilità moderna).
E quello che scrivo non ha nessuna importanza.
Oggi il mio panteon di riferimento è piuttosto scarso.
Da ragazzino amavo De Andrè, Silvestri, Tom Clancy, Bulgakov, Lee, Camus, Celine e potrei continuare per un po' di righe ad elencar nomi.
Nomi di morti.
Ed oggi?
Francamente, la prima persona che mi viene in mente è Murakami.
Ma di italiani viventi?
Ho apprezzato molto De Luca che si è fatto processare, ma proprio non mi viene in mente il nome di uno scrittore Italiano a cui possa riferirmi.
Quindi, per concludere, gli intellettuali italiani (che senz'altro esistono), più che un flop, hanno avuto l'effetto dell'omeopatia: un principio attivo così diluito da risultare irrilevante.
Diluito in un mare sciapo di prosivendoli partitici, tra l'altro, per lo più, antisemiti.
E le cose non vanno meglio sul piano locale, come dimostra il caso #matera2019.
Insomma, gli intellettuali italiani sono... italiani e molto raramente hanno dato prova di integrità e credibilità.
Non è questione di frattura tra intellettuali a popolo.
Ma di continuità.



Ed eccoci qual

6 settembre 2018

Il Giovane Cesare e Cesare Imperiale di Rex Warner

Ho terminato da poche ore la lettura di questi due romanzi.
Nella notte delle Idi di Marzo, Cesare ricorda la sua vita dalla prima giovinezza a qualche ora del sorgere del sole del suo ultimo giorno.
Il romanzo, diviso in due parti, è tutto in prima persona, praticamente senza dialoghi.
La narrazione degli eventi ha un suo indiscusso valore, ma sono le espressioni del pensiero politico di Cesare il vero cuore del romanzo.
Cesare fu forse il più grande di tutti i romani più per il suo pensiero politico che per i suoi indubbi meriti militari.
Era un uomo moderno con una concezione del Potere e dello Stato avanzate per il suo tempo.
Mirava all'efficienza e a modernizzare una forma di governo che negli ultimi cinquant'anni era passata da una sanguinosa guerra civile all'altra.
Capace delle stesse crudeltà efferate dei propri avversari ma disgustato dalla necessità di tali atti che considerava solo strumenti necessari, Cesare è, invece, giustamente noto per la sua Immensa Clemenza che, alla fine, gli costerà la vita.
Il fascino di Cesare, Czar, Kaiser, Imperatore per Antonomasia mi ha colpito sin dalla prima infanzia. Al cinema, nell'interpretazione di Rex Harrison. E sulla carta nella Storia di Roma a Fumetti di Biagi. Finendo, con Plutarco e con la lettura in prima persona del De Bello Gallico.
Ho letto molti romanzi con lui protagonista.
Ma i due romanzi di Warner sono senz'altro i migliori che abbia mai letto su Cesare.

"Secondo me un po’ di riflessione, un’idea di umanità che limiti e definisca l’azione, anche militare, è un vantaggio per un uomo di Stato, o per un comandante esperto, che forse dovrebbe soffrire, almeno un po’, della schizofrenia che tormenta i poeti. E in particolare essere cosciente del fatto che quando si vince una battaglia o si approva una legge non si è raggiunto nessun risultato definitivo, ma allo stesso tempo essere assolutamente convinto che vincerà la battaglia o approverà il progetto di legge. Altrimenti non si giungerà mai a niente. L’uomo di Stato, o il comandante, deve comportarsi come se credesse che le sue azioni fossero definitive, anche se in realtà pensa che siano solo necessarie."

4 settembre 2018

L'Opposizione sulla Libia: un bel tacer non fu mai scritto

Uɴ ᴀɴᴛɪᴅᴏᴛᴏ (ᴅᴀʟ ɢʀᴇᴄᴏ αντίδοτο, "ᴅᴀᴛᴏ ᴄᴏɴᴛʀᴏ") è ᴜɴᴀ sᴏsᴛᴀɴᴢᴀ ɪɴ ɢʀᴀᴅᴏ ᴅɪ ᴄᴏɴᴛʀᴀsᴛᴀʀᴇ ᴜɴᴀ ғᴏʀᴍᴀ ᴅɪ ᴀᴠᴠᴇʟᴇɴᴀᴍᴇɴᴛᴏ. 
Dunque, la crisi Libica ha conseguenze molto pesanti per l'Italia, come Paese e come Collettività di persone: economiche, politiche, militari. 
La Sicurezza fisica del Paese, una fetta di ricchezza consistente, per restare nel concreto, saranno compromesse dalla sconfitta di Sarraj, il Nostro Uomo. 
Ora, di fronte a questa serie di gravi problemi, di fronte all'inazione del Governo che doppia la viltà dei predecessori cosa fa la Sinistra? 
Accusa Salvini di voler rimandare i migranti in un Paese in Guerra. 
Cosa verissima, per carità. 
Ma è questo l'argomento principale da usare? Le parole dell'editoriale di oggi di Cavalli su #Left (non lo linko) dimostrano una intossicazione ideologica che rende invisibili i milioni di italiani che avranno danno da questa sciagurata gestione della Crisi da parte del governo italiano. 

Per favore, un antidoto.

O, almeno, l'eutanasia.

3 settembre 2018

I Sovranisti gialloverdi e la Libia: dalla Padella all'Inferno

Stamane mi sono dato una bella occhiata alle home dei giornali e a quelle dei Social Network a cui sono iscritto.
Bagatelle locali, fake news sul Ponte di Genova, altre fake news sui terremotati vs migranti, l'immancabile sport, le dichiarazioni sullo spread di Di Maio come unica cosa concretamente rilevante.
Tutto tace sul Fronte Sud.
Già.
La nostra Ex Quarta Sponda, la Libia, è in fiamme.
Le truppe del generale Khalifa Haftar, appoggiato da Francesi ed Egiziani (ricordatevi Regeni) stanno attaccando  Tripoli difesa dalle milizie del premier libico Fayez al Sarraj, appoggiato dall'Italia, dall'ONU e tiepidamente da altri stati occidentali USA inclusi (ma, a quanto pare, non dai Libici).
Suggerisco vivamente agli interessati di informarsi su siti autorevoli sulla situazione in essere.
Non intendo fare un riassunto di fonti già note ma sottolineare ancora una volta come i gravi problemi cui andremo incontro come Paese siano tutti dovuti al perfetto mix di incompetenza e ottusità ideologica pienamente trasversale a Governanti a Governati:
i precedenti governi non sono stati capaci di difendere l'Interesse Nazionale con la conseguenza di perdite industriali e problemi di immigrazione incontrollata.
Il Governo del Cambiamento sta seguendo la stessa linea.
L'Opinione Pubblica di Destra è ormai sotto effetto di stupefacenti sull'immigrazione e non è nemmeno più in grado di collegare la catastrofe Libica agli sbarchi.
Quel che resta dell'Opinione Pubblica di Sinistra è tenacemente aggrappata ad una ideologia pacifinta figlia unigenita e pare immortale dell'epoca della Prima Guerra Fredda.
Ora, se i nostri governanti fossero almeno capaci di dar seguito alla propria fraudolenta propaganda sarebbe almeno il momento di addossare ai Francesi la responsabilità del flusso migratorio libico ma non sono capaci manco di questo.
Vicende tragiche come quella libica dimostrano anche l'assoluta necessità di una maggiore integrazione europea, soprattutto se vivi in un paese debole e fragile come l'Italia incapace persino di difendere i propri interessi  vitali da minacce tutto sommato ancor più deboli.
Quindi, cari sovranisti gialloverdi, lo vedete o no che il vostro benessere dipende molto più dall'Europa che se viveste in una Nazione matura, che so, come la Spagna?
Guardatevi un po' questa immagine:






è il comunicato del Ministero degli Esteri italiano di Sabato Scorso.
Sembra di vedere in film di Fantozzi in cui è costretto a scrivere  in cielo "Fantozzi è Stronzo"!
Ma vi rendete conto il ridicolo di emettere un comunicato congiunto con la Francia che ci sta facendo le scarpe 'avanti avanti' come si direbbe a Matera?
Da allora in Libia le cose sono ulteriormente peggiorate ma non c'è scritto nient'altro nella home del nostro ministero degli esteri: eccovi la notizia in Primo Piano.





Eppure Milanesi non mi pare essere del tutto sprovveduto.
Bello 'sto governo del cambiamento: dalla Padella all'Inferno

2 settembre 2018

La decadenza dell'Europa Occidentale di Mario Silvestri: Algebra dell'Antifascismo

Quando ho letto questa monumentale opera?
Non ricordo esattamente.
Probabilmente, tra il Ginnasio ed il Liceo.
Einaudi aveva pubblicato l'opera in 4 volumi e l'ultimo, introvabile tutt'ora anche su ebay, ricordo di averlo preso in biblioteca e di essermelo fotocopiato pagina dopo pagina.
Nel 1990 o giù di lì.
Di cosa parla quest'opera?
E' un saggio storico che affronta la storia d'Europa tra il 1890 ed il 1945 usando come riferimenti degli eventi l'evoluzione scientifica e tecnico-militare.

Sviluppo Industriale Italiano a cavallo della I Guerra Mondiale


Diplomazia, guerre e rapporti di forza sono illustrati dal punto di vista della Tecnica, delle risorse e della Produzione Industriale.
Quanto costa una Corazzata in termini di Prodotto Interno Lordo?
E quanto influisce il possesso di un brevetto per la produzione di acciaio di qualità superiore nell'efficacia delle corazze?
E la capacità di produzione dell'ammoniaca (Fertilizzanti o Esplosivi)?
Per me, la storia fatta così era una novità assoluta.
Abituato ai manuali scolastici, in cui gli eventi, semplicemente, accadono e al più i numeri sono quelli delle vittime, trovai subito d'estremo interesse l'approccio tecnologico ed industriale alla Storia.
Ho riletto almeno 3 volte tutti e 4 i volumi e mi riprometto da anni di rileggere nuovamente l'opera.
L'approccio Statistico, che ho incontrato tra queste pagine per la prima volta, mi ha aperto gli occhi aiutandomi a sfatare i falsi miti della Storiografia di Base.
Prendiamo, ad esempio, la Caduta della Francia.

Le forze in campo nel  maggio del 1940



I tedeschi battono gli anglofrancesi perchè sono in schiacciante superiorità numerica e perchè i francesi non hanno voglia di combattere.
E, in parallelo, la disperata difesa Sovietica durante i primi mesi dell'Operazione Barbarossa:
i tedeschi furono fermati dal Generale Inverno!
Poi, quando vai a leggere le statistiche delle perdite scopri che sia durante la vittoriosa invasione della Francia del 1940 che durante i primi mesi (vincenti) dell'Operazione Barbarossa dell'anno successivo i tedeschi hanno avuto in entrambi i casi il 6,6% di perdite.
Ossia, che i francesi combatterono disperatamente, come i russi davanti a Mosca.
E che le cause della disfatta di un esercito più grande che soccombe ad uno più piccolo possono essere individuate con più probabilità nell'incapacità dei comandi.
In parole semplici: i tedeschi battono i francesi a livello intellettuale.
I nazisti sono battuti dai sovietici per lo stesso motivo, più precisamente perchè Hitler ha messo l'ideologia sopra i numeri e non è stato capace di adeguare obiettivi, strategia e tattica ai numeri della logistica.


Produzione Aeronautica



Caratteristiche dei Carri Medi

Mario Silvestri era un uomo di idee, non di ideologia.
L'idea viene dal greco  ἰδεῖν, vedere.
Ossia, Silvestri era un Ingegnere che vedeva e non si limitava a guardare.
E, quello che vedeva, scriveva.
Numeri, statistiche, molti fatti e ben poche opinioni.
Traendo conclusioni razionali da fatti e non dalle opinioni.
Personalmente, credo in Cristo, ma la mia religione è civile ed è la Scienza.
E, tra le scienze includo anche la Storia scritta come in questi 4 volumi.
Una nota a termine.
Mario Silvestri mi ha lasciato una definizione di Fascismo di cui l'Esperienza mi ha confermato la perfezione:





Io la riassumo così:

Il Fascismo è la menzogna che crede di essere la Verità.