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11 luglio 2025

I ragazzi di Piccianello non si sono venduti alla DC


A Matera si è votato e c'è un nuovo sindaco.

Gli faccio i migliori auguri ma non ho nulla da dire sulle elezioni in sé o sulla campagna elettorale o su come dovrebbe essere amministrata Matera in generale.

In realtà, inizio a scrivere questo post per impulso, non perché abbia già chiaro un obiettivo specifico.

Guardate l'immagine di copertina.

Purtroppo, non sono riuscito a reperire in rete l'originale, ormai cancellato dal tempo e mi sono adattato a riprodurla con l'AI.

La scritta  I ragazzi di Piccianello non si sono venduti alla DC comparve su quel muro (o giù di lì) alla fine degli anni '80, dopo una campagna elettorale per le elezioni amministrative e ci rimase a lungo.

E penso ai ragazzi di Piccianello di quarant'anni fa.

Penso al progetto politico che c'era dietro quella scritta, penso all'idea, penso alla comunità politica che voleva migliorare, progredire, evitare il declino che sarebbe cominciato da lì a poco.

Chi sono diventati?

Siamo noi.

Siamo passati da non vederci alla DC a regalarci (portando doni) a Putin, Hamas, Hezbollah, Ayatollah, Xi, Kim eccetera.

Per non parlare dell'appoggio esterno anche alla peggio Confindustria.

Direi che quando il 25 Aprile si cacciano le bandiere di chi ha liberato l'Italia per accogliere quella degli alleati di Hitler aevoglia a cercare di introdurre il salario minimo ...

Forse sarebbe stato meglio vendersi alla DC allora.

Perché, alla fine della fiera, il patriarcato, il genocidio, la lotta ai cambiamenti climatici, i diritti di donne e persone LGBTQ+, la mobilità urbana e tutte le belle parole che vi vengono in mente:  ai nemici si applicano e a chi ci sta simpatico si interpretano.

I ragazzi di Piccianello si sono regalati all'estrema destra più becera. 

Loro e i loro figli.








6 luglio 2025

La Guerra è un crimine ma chi è il criminale?




«I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi»

Così scriveva Alessandro Manzoni.

Ed io sono completamente concorde.

Senza, però, assolvere del tutto le conseguenti azioni degli offesi.

La guerra è un crimine.

Anche quella difensiva, solo che in questo caso è un crimine commesso per forza maggiore.

Ma resta un crimine.

E' un crimine obbligare qualcuno ad uccidere, forse anche più che uccidere di per sé.

Ecco, io la penso così.

Per impedire la guerra l'unica via è quella della deterrenza che diventa obsoleta solo nei rapporti tra democrazie mature.

In questo contesto, non esistono i crimini di guerra come li intende la popolazione Occidentale il cui stato di allucinazione permanente l'ha convinta che la guerra debba essere simile ai giochi gladiatori: un grande spettacolo tra soli militari.

Il che, non solo non è. 

Ma non è mai stato.

Mai.

In realtà, eccetto l'attacco premeditato ad ospedali e scuole o altre infrastrutture umanitarie in cui l'attaccante sa per certo che non ci sono obiettivi militari in mezzo, il resto non sono crimini di guerra ma solo crimini e basta dato che la guerra stessa è un crimine contro l'umanità.

Secondo la legge di Dio, temo, dato che il 24/02/2022 il diritto internazionale post Seconda Guerra Mondiale è defunto. 

Tutti gli eserciti sono macchine di morte e la differenza è solo tra chi fa cose organizzate come Auschwitz e i massacri/stupri di massa in Germania orientale nel 1945 e l'avanzata dell'US Army in Francia nel 1944.

Il 99% degli eserciti, in guerra, si comporta in maniera intermedia.

L'1%, appunto, come le SS.

Non esiste un esercito di boy scout (e il fondatore dello scautismo ha partecipato alla Seconda Guerra Borea dove gli inglesi non usarono certo guanti gialli e riguardi alla popolazione civile).

Quindi, cara opinione pubblica occidentale, delle due l'una.

O ci sono differenze o non ci sono.

E se non ci sono, l'uso della violenza è sempre ingiustificato (e allora dovremmo riconsiderare perfino il giudizio morale sulla Resistenza. Ma davvero vogliamo farlo?).

Ovviamente, le differenze ci sono, eccome se ci sono.

Ma per coglierle serve competenza e studio.

Per individuare quei rari casi in cui la violenza è stata trattenuta in nome dell'umanità.

Vi lascio questo esempio:

https://invernoerosa.blogspot.com/2024/01/operation-carthage-war-war-never-changes.html

Una tragedia immane, forse un crimine di guerra, ma sicuramente non pianificato come tale.

Fate pace con la matematica: o non c'è differenza tra le SS e chi ci liberò da loro o i crimini commessi da questi ultimi sono responsabilità ultima delle SS e di Hitler.

Scegliete il mondo in cui volete vivere: quello in cui chi si difende è  colpevole come chi aggredisce o quello in cui i crimini di chi è obbligato a difendersi sono responsabilità ultima di chi ha costretto a commetterli: l'aggressore.


La Pace non ammette ignoranza.

1 marzo 2025

possiamo scegliere tra il disonore e la Pace. Se scegliamo il disonore avremo la guerra



La risoluzione del problema cecoslovacco, che è stata ora raggiunta, è, a mio avviso, solo il preludio a una risoluzione più ampia in cui tutta l'Europa possa trovare la pace.

Questa mattina ho avuto un'altra conversazione con il cancelliere tedesco, Herr Hitler, ed ecco il documento che porta il suo nome e il mio.

Alcuni di voi, forse, hanno già sentito cosa contiene, ma vorrei solo leggerlo:

"Consideriamo l'accordo firmato ieri sera e l'accordo navale anglo-tedesco come simboli del desiderio dei nostri due popoli di non entrare mai più in guerra tra loro".

Miei cari amici, per la seconda volta nella nostra storia, un primo ministro britannico è tornato dalla Germania portando la pace con onore.

Credo che sia la pace per i nostri tempi.

Vi ringraziamo dal profondo del cuore. Tornate a casa e fatevi una bella dormita tranquilla.


Vi sembra questo il discorso di un guerrafondaio?

E che ne dite di quest'altro?


Non ho altro da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza.

Voi domandate: qual è la nostra politica? Vi dirò: è fare la guerra, per mare, terra e cielo, con tutta la nostra potenza e con tutta la forza che Dio può darci; per fare la guerra ad una tirannia mostruosa, mai superata nell'oscuro e deplorevole catalogo della criminalità umana. Questa è la nostra politica. Voi domandate: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una sola parola: la vittoria. La vittoria a tutti i costi – La vittoria nonostante tutto il terrore – La vittoria, per quanto lunga e difficile la strada possa essere, perché senza la vittoria non c'è sopravvivenza


Eppure il primo discorso ha contribuito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Secondo alla Lunga Pace dell'Europa.

Neville Chamberlain, l'autore del primo discorso, era un pacifista e durante la Prima Guerra Mondiale fu sindaco di Birmingham.

Wiston Churchill non era pacifista per niente tanto è vero che andò volontario al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, è l'autore del secondo brano.


Ecco, avendo fatto il classico, la parola 'pacifista' ha un significato un po' diverso da quello corrente.

Non uno che è A FAVORE della Pace rispetto alla Guerra: tu che vuoi? Té o caffè?

Ma, colui le cui azioni portano alla Pace.

Che non è resa, non è sottomissione, non è prigionia e non è morte.

E' Pace.

In questo senso, sei pacifista?

Sei Chamberlain o Churchill?

Dopo lo storico ed ignominioso agguato di Trump a Zelensky alla Casa Bianca, qualcosa di paragonabile solo alla Caduta del Muro di Berlino, l'Occidente a guida USA non esiste più.

Ora tocca a noi.

Certo, a noi Europei scegliere tra vivere e morire.

Ma in particolare a noi italiani di sinistra tocca davvero darci una svegliata.

Ci tocca scegliere tra il disonore e la Pace. 

Però, se scegliamo il disonore, avremo la guerra.



4 febbraio 2025

Il MiG-37 Ferret: Quando Falce e Martello sono stati diversi dalla Svastica

"Quando, negli anni '70 del Secolo Scorso fu evidente come la crisi del Capitalismo fosse ormai al suo culmine, i vertici del Partito Comunista Sovietico decisero di tutelare la Pace e la prosperità dei paesi del Blocco Orientale con una nuova generazione di aerei militari. Così, mentre il livello di vita dei paesi socialisti doppiava quello delle masse soggette alle Plutocrazie capitaliste, prese servizio il MiG 37, il primo aereo stealth della storia. Invisibile ai radar, questo piccolo jet aveva lo scopo di attaccare obiettivi sensibili al suolo con una coppia di bombe guidate ma anche in aria (aerorifornitori, aerei radar) con due coppie di missili aria aria. Fortunatamente, il più avanzato aereo d'attacco sovietico non dovette mai essere impiegato in combattimento dato che con il crollo del sistema capitalistico globale e l'avvento del sistema socialista internazionale tutte le aviazioni militari del mondo sono state poi sciolte il 24 febbraio 2022".

Ovviamente, non è vero niente.

L'URSS non raggiunse mai il livello tecnologico necessario per costruire il MiG-37 e anche oggi la Russia fa molta fatica, negli anni '20 del XXI secolo, a raggiungere la stealthiness dell'F117 di fine anni '70 del XX.


MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

MiG 37B Ferret E

Quindi, non solo non c'è mai stato un MiG-37, di cui però esiste il modellino, ma l'URSS è stato tutto salvo un paese prospero e pacifico.

Però c'è un sacco di gente che crederebbe alla mia fantascientifica chiosa iniziale.

E anche all'esistenza del MiG-37 se servisse a rafforzare le loro illusioni.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in una discussione surreale su una bacheca social di una brava fumettista sulla recente equiparazione, da parte del parlamento europeo in una mozione, di falce e martello alla svastica.

Questa faccenda non andava proprio giù ad un sacco di gente.

Effettivamente, per un italiano, l'eredità ricevuta dal PCI si traduce, tutto sommato,  in diritti e libertà individuali, redistribuzione del reddito, assistenza sanitaria ed istruzione gratuite.

Per un gran pezzo dell'Europa, specie quella orientale, l'eredità è di orrore, lutti, povertà e angoscia.

Partendo dall'Holodomor (di cui, senza troppa sorpresa, ho trovato giustificatori del tipo "ma il Compagno Stalin mica voleva far morire di fame milioni di ucraini, ha solo sbagliato i conti della serva con le riserve di grano, pazienza") e passando per i Gulag, le aggressioni a Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, la Bessarabia, il patto Molotov Ribbentropp (dipinto come una sagace mossa di Stalin per il bene dell'Umanità), gli stupri del 1945 e finendo con la cappa di polizia segreta, oppressione, povertà e terrore che dall'Elba e dal Danubio si è esteso fino alle coste del Pacifico, nulla di tutto ciò riesce a convincere i compagni che Berlinguer non è proprio la stessa cosa di Breznev e che ci sono decine di milioni di Europei che da falce e martello hanno ricevuto solo morte, terrore, tortura, fame ed oppressione. Pensate ai polacchi: prima l'oppressione nazista e poi quella sovietica. Possiamo chiedere a costoro di ricordare che, siccome in Italia falce e martello hanno avuto un significato completamente diverso, allora gli orrori subiti per mano di chi ostentava la loro falce e martello non valgono?

Per tacere di quelli che religiosamente credono che i comunisti sovietici abbiano liberato l'Europa da soli (ah, ma allora quando liberano l'Europa dai nazisti i sovietici sono comunisti? Ma non erano più comunisti dagli anni '20? E lo sono ancora mentre stuprano le tedesche e seppelliscono milioni di vite nei gulag?)

Ovviamente, non è affatto vero che l'URSS respinse i fasci da Mosca a Berlino da sola.

Certo, in ' la caduta di Berlino', film sovietico del 1949, il caro compagno Stalin fa la sua bella figura:




Ma proprio di Pace e Felicità, Oltralpe, non ne è venuta un gran che da falce e martello.

Eppure noi, qui a sinistra, non solo non siamo capaci di comprendere i sentimenti degli europei dell'Est, ma ci sforziamo di cavillare e giustificare l'orrore per amore di bandiera: mi è stato ricordato che quello sovietico non è stato vero comunismo (ma va', me lo diceva mia madre fin dagli anni '80) ricorrendo pure a dettagliate spiegazioni della Nep e quindi falce e martello saranno per sempre simboli di lotta per giustizia e libertà (sic.).

Per un po' di italiani sì.

Per moltissimi europei, no.

Suggerisco, quindi, se proprio vogliamo differenziare, che il PCI venga rinominato in qualcosa tipo PCNSI, Partito Comunista Non Stalinista Italiano.

Ma anche non Maoista, non Kimiano, non Polpottiano, non Castrista, una cosa tipo PCNSMKPCI.

Eccetera.

Insomma, la solita conferma che i Trump/Meloni sono una gran rottura di cojoni, ma anche chi si crede suo opposto ma, visto che sulle recinzioni dei gulag c'era la stessa bandiera che sta sulle loro magliette allora non dovevano essere così male, non sono da meno.

Suggerimento letterario. L'equiparazione tra nazismo e comunismo (o hitlerismo e stalinismo) è un fatto storico acquisito già dai lontani anni '60 quando Vasilij Grossman scrisse il suo capolavoro "Vita e destino". Ma anche ne "le Benevole" di Littel, se cerchiamo esempi più recenti.

Nota di colore modellistica. Il kit Italeri è impressionante perché è stato rilasciato, ai tempi, ben prima che venissero svelate le immagini dell'F-117, il primo aereo d'attacco stealth prodotto in serie ed operativo.

Certo, si sussurrava che un aereo del genere esistesse (ed esisteva), ma le immagini che circolavano  per il fantomatico F-19 mostravano linee arrotondate ben lontane da quelle del vero F-117... Maskirovka al contrario, probabilmente.

Quindi tanto di cappello ai team Italeri che si inventò un aereo, a posteriori, molto più simile al vero stealth di quello che, ad esempio, produsse la Revell:

Peccato che il kit fosse così vecchio da avere le decals completamente cotte: sono riuscito a salvare solo le stelle rosse e poco più.

7 giugno 2024

Catch 22: the Art of War




Oggi parliamo del bombardiere medio della Seconda Guerra Mondiale B-25 Mitchell.

Fu un buon apparecchio, usato dall'aeronautica americana un po' ovunque come bombardiere tattico, mitragliamento (Il B-25J rappresentato nel modello aveva ben 8 mitragliatrici frontali per l'attacco al suolo), attacco antinave e supporto aereo ravvicinato.

Era facile da pilotare e piuttosto robusto: un B-25C del  321st Bomb Group fu soprannominato 'Patches' per tutte le volte che fu riparato con successo dopo ben 6 atterraggi di emergenza sulla pancia senza carrello, 300 missioni di volo e 400 fori di proiettile nella fusoliera.

Insomma, un aereo riuscito che contribuì grandemente alla fine del nazifascismo.

Probabilmente, questo aereo  è relativamente noto al grande pubblico per lo spettacolare Raid di Doolittle su Tokio del 1942, immortalato di recente, nel (deludente) film Pearl Harbor del 2001.

Ma non è per quel film che ve lo propongo.

Infatti, scommetto che quasi tutti i miei lettori hanno sentito parlare o usato la locuzione "Comma 22".

In genere, riferendosi ad una qualche assurdità burocratica.

L'origine di questo modo di dire, però, è puramente letteraria e nasce dal romanzo "Comma 22" di Joseph Heller.

Non è un romanzo facile: è complesso e richiede concentrazione e pazienza.

E' un romanzo satirico su una delle cose più serie nell'Universo: la Guerra.

A margine, è peculiare il fatto che la letteratura satirica sulla vita militare abbia il suo apice negli USA (oltre a Comma 22 non posso che ricordare MASH, mentre in Europa segnalo la saga 08/15 del tedesco Kirst e quella del Il buon soldato Švejk di Jaroslav Hašek).

E in Italia? In Italia la satira genuina non ha patria.

In Italia, la satira prende in giro le vittime e i deboli, non solo il Potere.

Ma torniamo al romanzo.

Il suo protagonista, il capitano Yossarian, vola proprio sui B-25 e non vuole morire in guerra.

Tutto qua.

E vola sui B-25 proprio durante la campagna d'Italia.

Quell'Italia che ha dimenticato il prezzo del suo benessere e le sue origini.

Il capitano Yossarian, però,  ha una paura fottuta di bombardare Bologna.

Già, perché Comma 22 è ambientato in Italia nell'ultimo anno di guerra, quando il Paese era diviso dalla Linea Gotica.

Ecco un dialogo con un suo superiore:

«Non voglio più avere a che fare con la guerra.»

Dice Yossarian.

«Vorresti vedere il nostro paese sconfitto?» chiese il maggiore Maggiori.

«Non perderemo. Abbiamo più uomini, più soldi e più materiale. Ci sono dieci milioni di uomini in uniforme che potrebbero sostituirmi. C'è un gruppetto di persone che si fanno ammazzare e un mucchio di altri stanno facendo soldi divertendosi un mondo. Perché non prova qualcun altro a farsi ammazzare?»

«Supponi per un momento che tutti dalla nostra parte avessero questa stessa idea.»

«E allora sarei proprio uno stupido ad avere un'idea diversa. Non le pare? Il nemico,» ritorse Yossarian con calcolata precisione, «sono tutti coloro che cercano di farti morire, non importa da "quale" parte si trovino».

Ed è questo il cuore del problema.

La Guerra va evitata ad ogni costo e l’unico modo di farlo è la deterrenza.

Yossarian non vuole andare in guerra e basta.

Non vuole averci nulla a che fare e ha perfettamente ragione.

Che dall'altro lato della barricata ci sia Hitler e lui voli per far chiudere Auschwitz non lo riguarda minimamente.

E ha ragione.

Ragione da vendere.

La vita è sua e non vuole perderla a causa dei nazisti o dei suoi superiori: dal suo punto di vista è indifferente morire per la contraerea di Bologna o per un errore di manutenzione dei meccanici o per una decisione sballata dei generali.

Perché War is Hell.

Ma perché la Guerra è l'inferno?

Le opinioni pubbliche occidentali sono affette, oltre che da cecità rispetto alla Crisi Climatica, anche da questa specie di allucinazione collettiva sulla natura della Guerra.

Al momento, la Guerra, secondo i più privilegiati figli del Secondo Conflitto Mondiale, dovrebbe essere condotta più o meno come una faccenda a metà tra gli scontri tra Gladiatori dell'antica Roma e i tornei dei cavalieri medioevali.

Insomma, qualcosa da guardare alla TV o dallo smartphone che dovrebbe coinvolgere esclusivamente i militari ben lontano dalle città.

Sennò è criminale.

Ma la guerra non è un crimine perché ci muoiono donne e bambini.

La guerra è un crimine perché ci muoiono persone.

Anche se soldati volontari.

E' qua che sta l'equivoco che è evidentemente tale anche per molti cristiani.

In guerra sono tutti innocenti, tutti vittime.

Eccetto i pochi mandanti.

Il volerla circoscrivere ai soli militari è un'apparente utopia che non è altro che desiderio di morte (altrui).

La Guerra, poi, è peggio dell'Inferno perché in Guerra ci finiscono tutti, mentre all'inferno...

Yossarian questo l'ha capito benissimo e non ci vuole avere niente a che fare.

E io sono perfettamente d'accordo con lui.

Comma 22 resta un capolavoro il cui messaggio di fondo è che la follia della Guerra è nel meccanismo stesso che porta a combatterla e va evitata con ogni mezzo.

Ossia, con la Deterrenza. 

Che costa una frazione infinitesimale della Guerra stessa.

Ma è necessario ricordare un dato di fatto inoppugnabile: sono stati i bombardamenti su nazisti, fascisti e civili italiani a far sorgere l'alba del 25 Aprile.
Una volta che il genio del male è stato evocato l'unica cosa peggiore della sua furia è voltargli le spalle.  

Chiunque voglia la Guerra è pazzo.

Chiunque si illuda di poter impedire una Guerra a chiacchiere non è pazzo: solo guerrafondaio.

Ed eccolo il il Comma 22:

«Chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo.»

Yossarian lo trovava atrocemente perfetto.

Ed io pure.



















Nota Modellistica: Kit Hasegawa perfetto.

6 giugno 2024

6 Giugno 1944, 6 Giugno 2024: Nascita e Morte della Nostra democrazia, libertà, prosperità


 Il luogo più prospero e pacifico di tutta la Storia dell'Umanità, ossia l'Europa Occidentale della seconda metà del XX e primi scorci del XXI secolo ha origine dallo Sbarco in Normandia.

Ottant'anni fa, gli Alleati sbarcarono in Francia con un'operazione anfibia accuratamente preparata e che comportò uno sforzo industriale, scientifico e militare senza precedenti.

Comportò anche parecchie migliaia di vittime civili alleate:




Undici mesi dopo lo sbarco, la Germania nazista collassò e la guerra che durava da quasi 6 anni ebbe termine.

L'operazione Overlord fu un evento complesso: non sarebbe stata possibile, ad esempio, senza le offensive sovietiche ad est.

Che, a loro volta, non sarebbero state possibili senza la massiccia campagna aerea alleata che durava dal 1941 e che spazzò via la Luftwaffe, nè sarebbero state possibili senza i massicci aiuti americani in termini di acciaio, munizioni, cibo, divise, carri armati, aerei e soprattutto veicoli ed equipaggiamento di supporto.

Entro pochi anni il livello di vita e quello dei diritti umani delle persone di questo martoriato continente decollò esponenzialmente.

La vita media praticamente raddoppiò.

In certe zone d'Italia si passò dalle grotte ai condomini, dalle scarpe di cartone alle utilitarie, dall'inquisizione spagnola alle leggi su divorzio, aborto (e unioni civili).

Il tutto grazie all'inclusione dell'Europa Occidentale nel neonato impero americano.

Però, come passa il tempo quando ci si diverte: ottant'anni di progresso e benessere e a quanto pare siamo agli sgoccioli.

La nostra libertà, l'incredibile prosperità in cui viviamo, sono un risultato di quelle bombe.

Sono il lascito di una generazione che ha schiacciato il nazifascismo, non ci ha parlato, non l'ha accettato, non l'ha giustificato.

Non puoi servire Dio e mammona: avere la libertà, il benessere e i diritti e tollerare che Putin/Hamas/Hezbollah/Pasdaran &C. tolgano vita, diritti, benessere ai loro sfortunati compatrioti prima ancora che a noi stessi.

E se lo tolleri (e altro che tollerarlo: qua ne sventoliamo le bandiere) è forse peggio che servirli.

Con l'antisemitismo ai massimi storici dalla Seconda Guerra Mondiale e il diffuso odio e disprezzo per chi si difende dall'orrore del totalitarismo, direi che possiamo concludere che il cerchio è chiuso: come tutte le cose umane, ciò che è nato nel 1944, a 80 anni di distanza è morto o giù di lì.

Chi e che cosa ne prenderà il posto?

Se lo stupro, il genocidio, l'aggressione armata hanno il pieno appoggio di una fetta sempre troppo alta di giovani (del resto l'antisemitismo di sinistra è radicato, da qualcuno 'sti giovanotti avranno pur imparato), dubito molto che somiglierà all'Europa della Lunga Pace.

Però, al momento, sono vivo.

Ho vissuto in Pace.

Rispetto all'essere umano medio degli ultimi diecimila anni, sfacciatamente ricco, in buona salute e sazio di diritti e libertà.

E per questo dico grazie a chi mi ha permesso di vivere così.

Quel Sei Giugno 1944.



All'alba di un'era di fantastica prosperità.

Un vero peccato guardarne il tramonto.


PS: un rimedio? Studiare un po' di storia militare della Seconda Guerra Mondiale: è il miglior vaccino contro le travagliadibattistorsinate.


 

2 maggio 2024

Nuclear War: A scenario, di Annie Jacobsen



Il Film per la TV "The Day After" diede un grande contributo agli accordi di disarmo degli anni '80 del Secolo Scorso e alla fine della Guerra Fredda, convincendo in primis il presidente USA Ronald Regan che la sua retorica dell'Impero del Male sovietico andava, se non accantonata, almeno affiancata ad una politica di distensione e disarmo.

Se oltre ad allucchire davanti a TV e Social Media gli esseri umani leggessero allo stesso modo, Nuclear War: A scenario, di Annie Jacobsen potrebbe quasi fare lo stesso effetto nel XXI Secolo.

Purtroppo, non solo il libro della Jacobsen non verrà letto né da un numero sufficiente di persone né da quelle giuste.

Ma nessuno lo leggerà in Iran e Corea del Nord.



Il testo è avvincente come un romanzo di Tom Clancy.

La documentazione è inappuntabile.

Il punto debole del libro è che descrive uno scenario estremamente improbabile e già noto: la MAD: Mutual Assured Destruction.

Inoltre, si base su un intreccio di estrema improbabilità: da un lato la tecnologia nordcoreana funziona alla perfezione mentre quella USA fallisce al 100%. 

Dall'altro, gli altri attori coinvolti (Cina e Russia) si comportano in maniera non irrazionale, ma semplicemente incomprensibile: la Russia, non coinvolta all'inizio in alcun modo, si rifiuta di rispondere al Telefono Rosso.

La Cina sembra parlare per slogan degni del libretto rosso di Mao. 

Ma scommetto che agirebbe in maniera molto diversa di fronte alla scelta tra l'annientamento dell'umanità e lo scaricamento del Kim di turno.





Insomma, penso che sarebbe stato più utile proporre (anche) un'analisi, seppur speculativa, di eventi assai più probabili:

ad esempio, la distruzione di Tel Aviv ad opera dell'Iran. Al contrario della fine dell'Umanità via Guerra Nucleare, è un'opzione a cui in tanti stanno lavorando e che ha moltissimi simpatizzanti tra i pacifinti antisemiti nostrani. (Sì, lo slogan 'dal mare al fiume' è un endorsement ai piani dei preti sciiti, rassegnatevi).

Quale sarebbero le implicazioni per la società, l'economia, la vita quotidiana dei popoli dell'UE di una detonazione nucleare su Tel Aviv e di una rappresaglia su Teheran?

E quali sarebbero le implicazioni di un tentativo di attacco nucleare sventato dalla contraerea ma che lasciasse tracce di uranio/plutonio tra i detriti provando l'intenzione genocida dell'attaccante?

Oppure, per restare in Corea: cosa ne sarebbe del mondo se una parte di Seoul fosse distrutta da un'atomica nordcoreana (o anche solo da un ultimatum in tal senso in cui Kim esigesse l'annessione della Corea del Sud pena lo sterminio dei sudcoreani)?

E che cosa succederebbe in caso di conflitto nucleare su larga scala ma rigorosamente confinato a due contendenti come India e Pakistan?

Ecco.

Non lo scrivo per critica, ma per suggerimento.

La soluzione banale, ossia la nostra distruzione completa come specie, non è molto interessante.

E' un dato noto.

Un'analisi delle opzioni a nostra disposizione in caso di attacco nucleare limitato è di gran lunga più importante e, in qualche misura, necessaria.

Per il resto ho trovato il libro avvincente, scorrevole e magistralmente scritto.

Mi ha molto colpito la testimonianza di un anziano ufficiale che era presente al momento della presentazione del primo piano strategico in caso di guerra nucleare: un piano di sterminio né più né meno paragonabile a quello della Soluzione Finale Nazista. Eccetto il piccolo dettaglio che era un piano finalizzato ad evitare lo sterminio via deterrenza. Del resto è un dato di fatto che per tutti gli anni in cui il coltello è stato tenuto dalla parte del manico esclusivamente dagli USA (nel 1950 gli USA avevano 300 testate nucleari, l'URSS 5) l'attacco preventivo genocida all'URSS incapace  di rappresaglia non si è di certo verificato.

Altrettanto significativa è la critica al fatto che gli USA non hanno mai dichiarato il No First Use dell'arma nucleare e, cosa ancor più grave, mantengono una politica di "Launch on warning" che posso spiegare così: se qualcuno lanciasse un missile verso gli USA, gli americani potrebbero rispondere con una rappresaglia nucleare anche se il missile aggressore NON fosse dotato di testata nucleare. Semplicemente, gli USA risponderebbero con un attacco nucleare mentre il missile aggressore fosse ancora in volo con una testata che potrebbe anche essere convenzionale e non nucleare.

Queste sono considerazioni davvero degne di attenzione e  mobilitazione delle opinioni pubbliche occidentali.

Per quel che vale:
da un lato le democrazie sono una minoranza sul pianeta, dall'altro, ad esempio, chi vorrebbe che le testate nucleari USA fossero espulse dal territorio nazionale e chiedono a gran voce la denuclearizzazione dell'Italia, dubito molto che si sia mai preoccupato di un Iran potenza nucleare (anzi, se lanciassero contro Israele, sotto sotto scommetto che in parecchi sarebbero contenti).

Ma su una cosa concordo assolutamente: le armi nucleari sono nemiche dell'umanità. Più del cancro.

Infinitamente più del cancro.

Ma mi permetto di suggerire che l'ignoranza ciuccia e presuntuosa sia infinitamente più pericolosa delle armi nucleari.



14 aprile 2024

Non ha condannato l'Iran




A quasi 24 ore dall'attacco Iraniano:

Santoro non ha condannato l'Iran;

Zerocalcare non ha condannato l'Iran;

Di Battista non ha condannato l'Iran;

Orsini non ha condannato l'Iran;

Il Papa non ha condannato l'Iran;

La CGIL non ha condannato l'Iran;

Civati non ha condannato l'Iran;

L'ANPI non ha condannato l'Iran;

Possibile non ha condannato l'Iran;

Enzo Bianchi non ha condannato l'Iran;

Giuseppe Conte non ha condannato l'Iran;

Fiorella Mannoia  non ha condannato l'Iran;

In pratica chi, secondo il millantato antifascismo e pacifismo avrebbe dovuto, non ha condannato l'Iran;

Inclusa la stragrande maggioranza della mia sfera social.

Ah, il PD...

Il PD non lo sa se ha condannato l'Iran.


Fonti: i rispettivi siti/profili social ufficiali.

Elenco in aggiornamento.

Disegno di Forattini, aggiornamento al contesto 2024 mio.

10 marzo 2024

Diario di Berlino

 <<Com'è andata giù Parigi negli ultimi dieci anni! Ci sono francesi che indicano le insegne al neon, le lussuose sale cinematografiche, le vetrine dei commercianti di automobili, i volgari bar ora così diffusi sugli Champs-Elysées, una volta tanto belli e dicono: "Ecco che cosa ci ha fatto l'America". Può darsi che sia così, ma io penso che sia l'espressione di ciò che la Francia ha fatto a se stessa. La Francia ha perso qualcosa che aveva quando arrivai qui quattordici anni fa: il suo buon gusto, una parte della sua anima, la coscienza della propria missione storica. La corruzione si annida ovunque, l'egoismo di classe si trova dappertutto e la confusione politica è completa. I miei amici, persone perbene, hanno rinunziato alla lotta Dicono: "Non mi interessa". Ciò conduce ad una specie di menefreghismo disfattista, anarcoide, propagandato da...>>

Quando sono state scritte queste parole?

Ma prima di chiederci la data, chiediamoci se non potrebbero essere perfettamente adeguate a descrivere Roma, Milano, Matera o Bologna.

Date le evidenze, forse si farebbe prima a chiedersi in qual minima misura potrebbero non applicarsi all'Italia edonista, antioccidentale, antiscientifica e succube delle autocrazie del 2024.

Ma arriviamoci: da chi e quando sono state scritte queste parole e in quali circostanze?

Beh, sono state scritte da William Shirer, un giornalista e storico americano.

Quando? 

Una settimana prima della resa di una repubblica libera all'aggressione fascista: il 22 Marzo del 1938.

Una settimana prima che la guerra civile spagnola fosse vinta dai fascisti.

Pochi mesi prima che Chamberlain regalasse l'Europa ad Hitler lavandosene le mani, peggio di Pilato, a Monaco.

Un anno e rotti prima che Hitler, forte della debolezza dei francesi di cui sopra, scatenasse la più grande catastrofe della storia dell'umanità.

Shirer, già nel 1938, denunciava la catastrofe a cui avrebbe portato l'appeasement verso le dittature.

E fu profeta.

L'altro aspetto interessante del diario è l'amarezza di Shirer, tornato a Berlino dopo la guerra, nel constatare quanti pochi tedeschi fossero consapevoli della loro responsabilità nell'accaduto e quanti di loro, troppi, fossero semplicemente dispiaciuti di averla persa, la guerra.

Il Diario di Berlino racconta l'orrore di un uomo che vede un intero popolo assoggettarsi volenterosamente alla barbarie nazista.

E l'ignavia degli altri popoli che questa barbarie hanno reso possibile.

Il Diario di Berlino di William Shirer è un classico: parla esattamente del tempo presente.

E di quelli terribili che i pacifinti stanno fabbricando.







25 aprile 2023

Macchi MC 202 Folgore: un aereo da 25 Aprile

MC 202 Folgore coi colori dell'Italia antifascista





Il Macchi MC 202 Folgore fu un ottimo caccia che servì nella Regia Aeronautica durante la Seconda Guerra Mondiale e poi con l'Aeronautica Cobelligerante Italiana dopo l'Armistizio del 1943.

Ebbe due difetti: 

  1. l'armamento era appena sufficiente: 2 mitragliatrici pesanti.  Il P-47 americano ne poteva montare 8, lo Spitfire 8 leggere o 4 leggere e 2 cannoni, tanto per darvi un'idea della differenza tra noi e gli Alleati.
  2. E il fatto di essere stato prodotto in circa 1100 esemplari in totale.

Per dire, il Bearcat, il caccia imbarcato americano per antonomasia, veniva prodotto in 600 esemplari.

Al mese.

Comunque, il Folgore fu davvero un buon aereo (achtung: grazie al motore tedesco!), il primo davvero in grado di battersi ad armi pari con gli Spitfire inglesi (fino alla versione Mk IV) e surclassare i P-40 di fabbricazione americana.

Parliamo, un po' dell'esemplare che ho costruito.

E' un caccia dell'Aeronautica Cobelligerante Italiana, ossia di quella parte delle forze armate che combatterono a fianco degli Alleati dopo la resa dell'Italia dell'8 Settembre 1943.

Insomma, uno di quegli aerei che fecero il 25 Aprile.

Lo fecero assieme agli Alleati, ai Partigiani e alle forze armate cobelligeranti che liberarono l'Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti.

Su queste pagine ho ricordato spesso (per esempio qua, qua, poi qua e ancora qua)  le forze armate cobelligeranti e non per quella che sarebbe una contrapposizione assurda ai partigiani: un peccato originale e mortale della nostra Nazione sta proprio in questa divisione artificiale tra Partigiani rossi, Partigiani bianchi, forze armate per non parlare dei vari revisionismi sui repubblichini.

Arriveremo mai ad una presa di coscienza storica in cui da un lato c'era chi combatteva per consentire ad Auschwitz di continuare a funzionare e dall'altro chi combatteva per metter fine a quell'orrore?

Ci sono stati Italiani che hanno combattuto l'invasore nazista. 

Lo hanno fatto nei GAP, nelle brigate partigiane, nei reggimenti di fanteria dei raggruppamenti motorizzati cobelligeranti, nei caccia e nei ricognitori, nelle navi e nel segreto delle attività di spionaggio.

Tutti costoro hanno combattuto per cacciare i nazisti e i fascisti.

E non penso che il problema sia che tutti costoro sono degni di memoria e ammirazione, quindi "perché i partigiani sì e i piloto di queto aereo no".

Perché, se non si riconosce la trasversalità del popolo italiano nella Lotta di Liberazione (non certo l'unità),  la stessa Lotta di Liberazione perde significato: sarebbe (e oggi di fatto è) solo propaganda di parte su un fatto storico riconducendo, quindi, il contributo alla Liberazione ad un Fatto Materiale in cui gli USA si prendono il 98% del merito, l'esercito cobelligerante l'1,5 e i partigiani il resto.

Di fatto, la crisi del 25 aprile proviene solo marginalmente dai neofascisti e dalla nostra estrema destra di governo: come si può pretendere di riportare il 25 aprile ad uno status di festa unitaria quando chi liberò l'Italia non è ammesso alle relative manifestazioni (Alleati Occidentali, Brigata Ebraica, Esercito Cobelligerante ecc.)?

Il 25 Aprile, si dice, è divisivo solo se sei fascista.

Concordo: agevolare Putin è collaborazionismo col fascismo.

E, dopotutto, anche ottant'anni fa si poteva essere contro Hitler e Mussolini parteggiando per Stalin.

L'MC202 che ho costruito è stato usato per combattere il nazifascismo.

Gli Alleati non vollero che gli aerei italiani fossero usati contro altri italiani e l'aeronautica cobelligerante operò per lo più sui balcani.

Finalmente, dismesse le insegne coi fasci littori, era toranto il tricolore.

Il tricolore degli italiani contro la tirannia.

E tanto dovrebbe bastare per fare discernimento.