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19 febbraio 2025

Manifesto per un futuro possibile



Manifesto, beh, almeno volantino


Cercasi partito, movimento politico, comunità in grado di costruire una Unione Europea politicamente e militarmente unita che diventi caposaldo di:


  • Democrazia;
  • Libertà di stampa, di parola, economica;
  • Diritti umani;
  • Pace.


E di opporsi in tutti i modi alle autocrazie e alla violenza di cui si nutrono.


In concreto:


Che sia per la Sanità Pubblica, per l’Istruzione Pubblica, per la laicità e non per il laicismo. Che combatta gli effetti dei mutamenti climatici e le disuguaglianze sociali.


Che sia per la Scienza e non per la superstizione.


Che sia disposto a difendere le democrazie assediate.


Che sia disposto a creare una forza credibile di deterrenza (e più è credibile meno è probabile che sarà usata).


Ciascuno di noi diventi il Churchill del suo tempo!


E non c’è più tempo!

 

6 giugno 2024

6 Giugno 1944, 6 Giugno 2024: Nascita e Morte della Nostra democrazia, libertà, prosperità


 Il luogo più prospero e pacifico di tutta la Storia dell'Umanità, ossia l'Europa Occidentale della seconda metà del XX e primi scorci del XXI secolo ha origine dallo Sbarco in Normandia.

Ottant'anni fa, gli Alleati sbarcarono in Francia con un'operazione anfibia accuratamente preparata e che comportò uno sforzo industriale, scientifico e militare senza precedenti.

Comportò anche parecchie migliaia di vittime civili alleate:




Undici mesi dopo lo sbarco, la Germania nazista collassò e la guerra che durava da quasi 6 anni ebbe termine.

L'operazione Overlord fu un evento complesso: non sarebbe stata possibile, ad esempio, senza le offensive sovietiche ad est.

Che, a loro volta, non sarebbero state possibili senza la massiccia campagna aerea alleata che durava dal 1941 e che spazzò via la Luftwaffe, nè sarebbero state possibili senza i massicci aiuti americani in termini di acciaio, munizioni, cibo, divise, carri armati, aerei e soprattutto veicoli ed equipaggiamento di supporto.

Entro pochi anni il livello di vita e quello dei diritti umani delle persone di questo martoriato continente decollò esponenzialmente.

La vita media praticamente raddoppiò.

In certe zone d'Italia si passò dalle grotte ai condomini, dalle scarpe di cartone alle utilitarie, dall'inquisizione spagnola alle leggi su divorzio, aborto (e unioni civili).

Il tutto grazie all'inclusione dell'Europa Occidentale nel neonato impero americano.

Però, come passa il tempo quando ci si diverte: ottant'anni di progresso e benessere e a quanto pare siamo agli sgoccioli.

La nostra libertà, l'incredibile prosperità in cui viviamo, sono un risultato di quelle bombe.

Sono il lascito di una generazione che ha schiacciato il nazifascismo, non ci ha parlato, non l'ha accettato, non l'ha giustificato.

Non puoi servire Dio e mammona: avere la libertà, il benessere e i diritti e tollerare che Putin/Hamas/Hezbollah/Pasdaran &C. tolgano vita, diritti, benessere ai loro sfortunati compatrioti prima ancora che a noi stessi.

E se lo tolleri (e altro che tollerarlo: qua ne sventoliamo le bandiere) è forse peggio che servirli.

Con l'antisemitismo ai massimi storici dalla Seconda Guerra Mondiale e il diffuso odio e disprezzo per chi si difende dall'orrore del totalitarismo, direi che possiamo concludere che il cerchio è chiuso: come tutte le cose umane, ciò che è nato nel 1944, a 80 anni di distanza è morto o giù di lì.

Chi e che cosa ne prenderà il posto?

Se lo stupro, il genocidio, l'aggressione armata hanno il pieno appoggio di una fetta sempre troppo alta di giovani (del resto l'antisemitismo di sinistra è radicato, da qualcuno 'sti giovanotti avranno pur imparato), dubito molto che somiglierà all'Europa della Lunga Pace.

Però, al momento, sono vivo.

Ho vissuto in Pace.

Rispetto all'essere umano medio degli ultimi diecimila anni, sfacciatamente ricco, in buona salute e sazio di diritti e libertà.

E per questo dico grazie a chi mi ha permesso di vivere così.

Quel Sei Giugno 1944.



All'alba di un'era di fantastica prosperità.

Un vero peccato guardarne il tramonto.


PS: un rimedio? Studiare un po' di storia militare della Seconda Guerra Mondiale: è il miglior vaccino contro le travagliadibattistorsinate.


 

21 ottobre 2023

Su-27 Flanker in livrea ucraina: la prima linea della difesa italiana

La famiglia dei caccia pesanti Flanker costituisce il nerbo dell'aviazione russa.

Un tempo era il brand "Mig" a definire universalmente il caccia russo per antonomasia.

Oggi, eccetto che per la stampa italiana probabilmente, non è più così: il brand dominante è Sukhoi,

E proprio a causa di questo aereo che ha cannibalizzato i MiG.

Il Su-27 nasce come intercettore e caccia da superiorità aerea in risposta ad F-15 ed F-14 USA che stavano entrando in servizio nella prima metà degli anni '70 del secolo scorso.

E' indubbiamente un aereo dalle grandi prestazioni: veloce, agilissimo nonostante la mole, dotato di grande autonomia e ben armato.

Inoltre, il Su-27 è solo il capostipite di una lunga genia di aerei derivati: Su-30 (multiruolo biposto), Su-33 (caccia imbarcato), Su-34 (profondamente modificato come bombardiere tattico), Su-35/37 (versione aggiornata) e il clone cinese Shenyang J-11 che a sua volta ha generato Shenyang J-15 e Shenyang J-16.

Insomma, una grande famiglia di jet pesanti che dovrebbe aver superato i duemila esemplari costruiti

Non ci sono dati precisi sulla guerra Ucraina, ma prima di questa catastrofe il Su-27 ha dato il meglio di sé... In Etiopia.

Nella guerra con l'Eritrea, gli etiopi hanno impiegato un certo numero di Su-27 pilotati da etiopi e mercenari russi (ah, le famose armi occidentali che fomentano le guerre nel Terzo Mondo).

Mentre gli eritrei un certo numero di MiG 29 pilotati da piloti locali e mercenari ucraini.

In una specie di Deja-Vu ante litteram della guerra Russo Ucraina, gli scontri tra Su-27 e MiG-29 videro vincitori i Sukhoi che abbatterono 5 aerei eritrei senza alcuna perdita.

In effetti, l'aeronautica russa aveva da tempo puntato al Su-27, di poco più costoso del MiG ma estremamente più performante per sensori, armi ed autonomia.

Il Su-27 viene spesso contrapposto all'F-15 e il paragone è corretto solo per categoria. In realtà, l'F-15 è entrato significativamente in servizio e ha raggiunto la maturità operativa ben prima del Su-27 e non ha molto senso paragonare i due aerei come antagonisti tipo Spitfire vs Me-109. Il paragone più corretto dovrebbe essere fatto con l'F-22 che è entrato in servizio contemporaneamente ai Flanker più avanzati. Al massimo si può tentare un paragone tra il Su-35 e l'F-15EX Eagle II di recente introduzione

Nella guerra aerea moderna, inoltre, il confronto singolo tra due velivoli ha molto meno senso del passato perché la vittoria non va per forza all'aereo più manovrabile o a quello più veloce. 

Contano tantissimo addestramento, qualità delle armi ma soprattutto il sistema integrato di difesa aerea e supporto elettronico e informativo a corredo dei contendenti, per non parlare della postura.

Per non fare il democristiano, sono abbastanza certo che i Su-27/35 non avrebbero molte possibilità di entrare impunemente in spazi aerei difesi da F15 ed F-22 e sarebbero senz'altro a mal partito nei duelli a lungo raggio con gli F-22 USA (ma anche con i nostrani Typhoon armati di meteor).

Del resto, i Su-27/35 russi non sono riusciti a conquistare la superiorità aerea sull'Ucraina pur con immenso vantaggio quantitativo, qualitativo e di supporto SAM rispetto ai loro omologhi ucraini.

Chissà come sarà contento il Compagno Xi di aver costruito quasi l'intera armata aerea cinese su copie del Su-27 che stanno performando così bene in Ucraina ...


Il Kit della Trumpeter è stato carino da assemblare e le decals ucraine postmarket mi hanno soddisfatto.

Ovviamente la mia camo pixellata è scadente, ma l'effetto 'da lontano' credo sia gradevole.

In fondo una foto dell'attuale linea di volo ucraina (F-16 escluso): la prima linea di difesa di questa città tranquilla in cui vivo dalla barbarie dell'autocrazia.



























21 settembre 2023

Su-24 "Fencer"




















Figlio della politica dello specchio (quando i russi si affannavano a copiare gli aerei americani, copiandone spesso anche gli errori), il Su-24 Fencer è un bombardiere tattico supersonico con ali a geometria variabile, copia concettuale del precedente F-111 americano.

Ho deciso di ricominciare a costruire modellini russi... Di aerei in servizio con l'aviazione ucraina.

La camo è un po' di fantasia dato che non ho i mezzi per riprodurre quelle pixellate.

Lo sviluppo di questo aereo è stato piuttosto travagliato ed è costato piuttosto caro ai piloti sovietici.

Progettato per volare a bassissima quota in modalità completamente automatica, il Su-24 ha pagato la scarsa affidabilità dell’elettronica russa.

Di contro, la proverbiale robustezza sovietica ha consentito ai Fencer di sopportare impatti con uccelli (il famigerato bird strike) quasi senza danno, se non per gli uccelli.

Questo costoso bireattore non ha avuto una gran fortuna nell’esportazione.

Ma sono gli esemplari ucraini che stanno facendo la Storia

Sfidando la supremazia aerea degli invasori, i piloti dei Su-24 ucraini dotati di armi occidentali (ES: Storm Shadow) sono riusciti anche a mettere fuori combattimento un sottomarino russo usato per lanciare missili sui civili ucraini.

C’è solo un pugno di aerei e di piloti ucraini che si oppone al terrorismo di stato russo correndo rischi ben più gravi di quelli dei loro omologhi russi.

Spero, per tutti noi, che basti.



24 febbraio 2023

io mi iscriverei a Possibile ma Possibile mi vorrebbe? No.



Per due anni sono stato un semplice tesserato di Possibile di cui ho condiviso le battaglie e la linea.

Ho apprezzato anche lo 'smarcarsi' a sinistra sul tema della Guerra in Ucraina.

Smarcarsi che, purtroppo, si è esaurito gradualmente fino ad appiattirsi su posizioni che non posso più condividere.

Oggi è stato pubblicato un post social in merito con la posizione ufficiale del Partito:

Duecentomila morti. Otto milioni di rifugiati. Queste le stime drammatiche a un anno dall’aggressione armata voluta da Vladimir Putin, in violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina e della Carta delle Nazioni Unite.
Il nostro pensiero in questo triste anniversario va alle popolazioni ucraine e russe, che stanno pagando - in modi diversi - con il più alto prezzo un’aggressione scellerata. A chi vede i propri affetti sparire così, all’improvviso. A chi porta aiuto umanitario nelle zone di combattimento. A chi resiste, sotto i bombardamenti o in una cella.
A dodici mesi dall’avvio dell’invasione russa, l’attenzione della comunità internazionale è ancora rivolta solo alla fornitura di armi, mentre troppo poco è stato fatto per raggiungere un cessate il fuoco, né ipotesi alternative sono state perseguite per far rientrare la crisi prima che scoppiasse in tutta la sua brutalità, come l’interposizione di una forza di pace. Ogni giorno che passa sotto le bombe, è sempre più difficile trovare la via verso la pace, l’unica vittoria possibile.
In Ucraina si combatte e si muore ogni giorno. È una guerra senza soluzioni in vista, in cui né l’aggressore, né il resistente sembrano poter conseguire una vittoria. È una guerra su cui aleggia il rischio fatale dell’escalation e che già ha innescato crisi di portata globale, da quella energetica a quella alimentare. È una guerra alle porte, per ciascuno di noi.
Alle macerie che si accumulano deve contrapporsi la necessità di costruire la pace. Non possiamo permettere che l’Ucraina sprofondi nello stesso baratro della Siria, frantumata da oltre un decennio di conflitto senza fine. Il confronto politico ha sinora anteposto le condizioni militari della guerra a quelle diplomatiche della pace. Occorre invertire l’ordine delle priorità ed aprire una via negoziale.
La guerra è una via bloccata: non saranno le armi, i morti e la fame a portare una pace duratura. Ci appelliamo al Governo Italiano e all’Unione Europea affinché lavorino risolutamente sull’unica via di uscita: l’apertura di una conferenza di pace con la più ampia partecipazione internazionale.


In sostanza: Basta armi e spazio ai negoziati. Ossia: resa a Putin e morte e schiavitù per gli ucraini.

Un allineamento al 'pensiero' dei vari Orsini, Berlusconi, Santoro, Vauro (vignette antisemite incluse), che, elettoralmente capisco bene abbia un peso: almeno il 60% degli italiani la pensano così.

Una posizione che non è la mia.

Ed è incompatibile con la mia coscienza.


Taccio per carità di patria sui passaggi che portano ad una responsabilità ucraina sullo scoppio della guerra o l'incredibile fantasia della forza di interposizione.

Chi propone di cessare il sostegno militare alla disperata resistenza ucraina ha l'obbligo morale e materiale di dimostrare e dettagliare ragionevolmente la proposta di pace alternativa a cui aderisce. Dimostrare di come i diritti del popolo ucraino (già, non ci sono solo i diritti dei lavoratori italiani al mondo) verrebbero tutelati, di come la legalità internazionale verrebbe implementata e di come la giustizia per le vittime dei crimini di guerra sarebbe tutelata.

E, ovviamente, essendo ciò impossibile, nessuno è mai riuscito nell'impresa.

Nemmeno Possibile.

Che ha abbandonato, oggettivamente, l'approccio laico alla questione in favore di uno ideologico.

Una religione, un credo, al posto della scienza.

Non straccio la tessera, non la brucio, non l'abbandono.

Ecco il mio messaggio di commiato:


Non sono compatibile, in coscienza, con la posizione di Possibile sull'Ucraina espressa nei post social di oggi.

Pertanto, non rinnoverò la tessera.

Vi faccio i miei auguri per l'impegno nel Partito per le battaglie di civiltà su ambiente, lavoro e diritti e vi ringrazio per la passione di cui sono stato (muto) testimone.

Buon proseguimento e grazie.


Conserverò un bel ricordo della passione politica dei militanti che si sono fatti veramente il mazzo per tante iniziative su diritti, ambiente e lavoro. Sia chiaro, io non ho partecipato attivamente se non sul web, faccio il mio Servizio altrove. 

E ora?

Non ho fretta di trovare un'altra casa. 

Probabilmente devo rassegnarmi al fatto che in Italia non è possibile, come in Finlandia, conciliare l'approccio scientifico ed etico su diritti, lavoro, ambiente con gli stessi declinati in chiave geopolitica: c'è un blocco mentale ideologico di antioccidentalismo in generale ed antiamericanismo in particolare che, me ne devo fare una ragione, è impossibile da superare.

Probabilmente questi temi sono ben considerati in Più Europa, ma nel caso prima ci dovrei pensare bene.

Concludo con la lettera aperta con cui, due anni fa, è iniziata la mia avventura, augurando a questa piccola forza di opposizione di ritrovare la capacità di applicare gli stessi criteri che applica a diritti, lavoro, ambiente anche al popolo ucraino aggredito e massacrato:

Caro Pippo, 

tu non ti puoi ricordare di me, ero uno dei tanti alla Cavallina di Bologna qualche anno fa e al massimo ci siamo incrociati qualche volta su Twitter.

Abbiamo una foto di gruppo assieme e come mio massimo vanto posso esibire una intervista in TV alla Convention di Matteo Renzi di Milano alla vigilia delle famose primarie in cui mi dichiaravo Civatiano.

Un po' poco, magari invece tanto se aggiungo che mi considero ancora Civatiano.

Ora ti dovrò annoiare un po' con la mia autobiografia, ma senza queste informazioni, pallose finchè vuoi, la nebbia di guerra ti avvolgerebbe più fitta.

Chi sono?

Sono un quasi quarantesettenne Bolognese, Ex Materano (attualmente migrante economico), Ingegnere.

Lavoro nell'industria del software medicale, sono un Capo Scout dell'AGESCI, sono sposato e ho una bambina.

Quando vivevo ancora a Matera sono finito anche nella segreteria cittadina del PD dopo una bella esperienza alle elezioni comunali che videro Salvatore Adduce vincitore.

Poi, sono emigrato.

Quando non lavoro mi piace molto leggere (viaggio sui 60 libri l'anno) qualcuno anche della tua casa editrice ;)

Certo, ho anche altri interessi, che so, la montagna, la cucina, la bicicletta, ma credo di averti dato un'idea.

Ho sempre pensato che dopo la Pandemia vorrei 'andare avanti' e non tornare al Natale del 2019.

Le parole d'ordine "Clima" e "Patrimoniale" mi rappresentano in pieno.

E' da tanto tempo che medito sull'iscrizione a Possibile.

Ma.

Caro Pippo, io mi iscriverei anche, ma sei sicuro di volermi?

Io sono uno di quelli che mentre applaude al matrimonio omosessuale (vabbè, un altro sottoinsieme dei diritti umani nè più nè meno) vorrebbe firmarsi 'Padre' e sarebbe anche contentissimo di vedere che altri papà o altre mamma si firmano genitore 1 o genitore 2. 

Ognuno come si sente.

Incluso il sottoscritto che vorrebbe ancora, serenamente, definirsi Padre.

Io sono uno di quelli che pensa che l'ora di religione sia antiquata, che l'Italia abbia ancora un sacco di strada da fare sulla via della Laicità ma che vede (caso precedente come esempio) preferita  la strada dell'ateismo di stato rispetto a quella dell'inclusione. Come dire, se le interferenze del Vaticano pesano in un verso, applichiamo il verso opposto, come se privare di diritti qualcuno possa compensare i diritti di qualcun altro.

Io sono uno di quelli che vede Gaza prima occupata da Hamas, poi, se resta spazio, assediata da Israele.

Io sono uno di quelli che la parola deterrenza la vede attuale come la parola clima e preferirebbe che le fregate, l'Italia, le avesse usate (in deterrenza) per difendere i diritti umani in chiave anti Erdogan invece di venderle all'Egitto e usare una dittatura come proxy per difendere solo gli interessi economici.

Io sono uno di quelli che pur non apprezzando affatto i provvedimenti di Conte non si è mai illuso, da un lato, che al suo posto potesse materializzarsi Berlinguer invece di Salvini, dall'altro, che gli italiani si sarebbero improvvisamente comportati meglio dei giapponesi in termini di rispetto della vita altrui.

Te lo specifico perchè a 'sinistra' la tesi della libertà del singolo prevalente sula vita di terzi sembra montare come il partito bolscevico nel 1917. 

Io sono uno di quelli che ha salutato con entusiasmo l'elezione di Elly Schlein qui in Emilia-Romagna per ritrovarsela, poi, ad approvare il Passante di Mezzo di Bologna, la trasformazione dell'ultima risaia in una colata di cemento, l'uso dei fondi per gli investimenti per l'ennesima autostrada. Il Clima, già.

Insomma, con la Crisi Climatica all'orizzonte e le autocrazie (Semplifico: l'Islam estremista alla ISIS/Iran e anche quello francese, Polonia/Ungheria in petto, Russia e soprattutto Cina) alle porte forse qualche presa di posizione in merito andrebbe presa un po' più aggiornata di Yankee go home.

Il Partito Democratico non mi rappresenta più da un bel pezzo e avrei davvero bisogno di una Comunità Politica ed umana che sia capace di incidere sulla Crisi Climatica, l'ampliamento (non mera difesa) dei diritti umani (quelle cose lì che vanno da uno stipendio decente alla casa, passando per le libertà civili ma anche quelle religiose e di difesa dell'Uomo dalla Macchina).

Se dovessi scegliere tra conservare Padre/Madre sui moduli e uno straccio di Comunità Politica che persegua gli obiettivi di cui sopra non esiterei a scegliere la Comunità: dopotutto sono Cattolico e mi è stato promesso che le forze dell'Inferno non prevarranno sulla mia Chiesa, quindi non ho difficoltà, proprio perchè ne faccio Testimonianza, a sacrificare i miei convincimenti per gli altri.

Tuttavia, se il dibattito sulla Laicità si deve ridurre alla cancellazione dei Cattolici, il modello della lotta alle conseguenze dei mutamenti climatici è l'Emilia Romagna del Passante di Mezzo e smettiamo (bello) di vendere armi all'Egitto perchè la sponda opposta del Mediterraneo ci sembra pacifica come l'Islanda e Diritti & Libertà non hanno bisogno di Difesa  credo di avere un problema di compatibilità.

Nel caso, voterò il meno peggio.

Ma mi piacerebbe davvero che si potesse far dibattito secondo metodologia scientifica e cercare di includere in Possibile invece che escludere rispetto agli obiettivi di Progresso (misurabile, non opinabile: per me poter firmare Genitore 2 o Papà è progresso, Dover firmare solo Genitore 2 o Papà è regresso, tanto per fare un esempio).

Come direbbe Steven Pinker: la sazietà è meglio della fame, la salute è meglio della malattia, la conoscenza è meglio dell'ignoranza, la vita è meglio della morte.

Scusami la prolissità e l'eventuale contorsione di pensiero, lo so che tra draghi, conti, vassalli valvassini e valvassori sono giornate 'diversamente' interessanti.

Non è che ti stia chiedendo di convocare assemblea come si usava quando eravamo bambini, ma vorrei evitare di iscrivermi a Possibile per scoprire di essere a mio agio lì come se fossi ad un simposio di Trumpiani o di Tronisti o vedi tu.

Vorrei tornare ad avere una forza politica di riferimento, ad avere una idea, ma anche una ideologia se serve.

Che dire, la testa è per + Europa, il Cuore è per Possibile.

Ma l'Anima?

Grazie per il tuo tempo, in bocca al lupo e a presto


29 gennaio 2023

Binario 21



Ho avuto modo di visitare, a latere di una Riunione di Redazione di Proposta Educativa, il Memoriale della Shoà di Milano il giorno dopo la bellissima testimonianza di Liliana Segre che potete trovare su Raiplay.

Dopo Terezin e Auschwitz pensavo che la visita sarebbe stata 'solo' interessante.

Insomma, di aver visto di peggio.

Ma ogni assurdità dell'Olocausto è terrificante a suo modo.

Il Memoriale non fa eccezione.

Non voglio tediarvi con la sua descrizione: accontentatevi di qualche fotografia:


Al termine della visita, la bravissima guida (di cui ho colpevolmente dimenticato il nome) ci ha posto le due celebri domande di Primo Levi: "Quando tutti i testimoni saranno morti, la Memoria resterà o prevarranno i negazionisti? E dopo aver visto tutto questo cosa provi?"

Mi sono avvicinato e le ho risposto.

"La Memoria resisterà, perchè i negazionisti ci sono sempre stati anche quando i testimoni in vita erano tantissimi. La Memoria, quindi sopravviverà, ma inutilmente. Perché ci sono stati l'Uganda e le Guerre Yugoslave e tante altre atrocità assurde. Perchè la Memoria è ancora vivissima eppure metà degli italiani è completamente indifferente ai massacri in Ucraina parteggiando consapevolmente o meno per gli aggressori. E così posso rispondere anche alla seconda domanda: dopo questa visita provo rabbia per l'impotenza di veder succedere di nuovo tutto quanto: e ci siamo vicinitanto così". Ho detto tenendo pollice ed indice della mano destra a distanza di pochi millimetri.

"Beh, ma perchè dice così? Bisogna essere più ottimisti! Intanto saremo pure vicini ma ancora non è successo: lei continui a fare il Capo scout dando il suo contributo alla Memoria e creando antidoti per questi veleni e non succederà mai più".

Ho salutato e sono uscito da quel luogo terribile.

Vorrei che fosse così semplice, cara Signora.

Perchè la Memoria di ciò che è stato non si traduce, non dico in azione, ma nemmeno in coscienza e consapevolezza.
La Memoria dell'Olocausto non è correlata con l'impedirne un altro.
Vedete, io le leggo le statistiche del mio blog, così come i risultati delle condivisioni social. In cima ci sono argomenti ameni, tipo "Come funziona la Spiritiera", poi robe linux. Ma articoli tipo "Perchè gli Alleati non bombardarono Auschwitz?" come tanti altri non ricevono nessuna attenzione.
La Memoria c'è: conserviamo Memoria anche degli Assiri e dei loro crudeli re.
Ma si può far Memoria dell'Olocausto senza riconoscere di galleggiare nel Mare Nero dell'Indifferenza.
Il Mare Nero dell'Indifferenza è lamentarsi di Zelensky a San Remo, che sarà anche un pessimo cantante ma deve ballare, pena la morte sua e di milioni di ucraini innocenti come DIMOSTRATO a Boucha, al suono dell'oscena orchestra di Putin.

Il Mare Nero dell'Indifferenza è condividere le vignette di Vauro che disegna Zelensky come da manuale di Goebbles su come si rappresenta l'Ebreo tipo.

Il Mare Nero dell'Indifferenza è pronunciare vuote parole di desiderio di una Pace che è solo resa e morte senza nemmeno scomodarsi ad argomentare come raggiungere anche quella atroce resa.

E magari condividere, lo stesso giorno, qualcosa sull'Olocausto per la Giornata della Memoria.

Il Binario 21 è sempre lì, pronto, servito e manutenuto da chi è dalla parte dell'assassino inventandosi capziosità fasciste per giustificare la propria ignavia morale più che materiale.

Però, mi raccomando, facendo Memoria lo stesso.


L'Odio 

Guardate com'è sempre efficiente,

come si mantiene in forma

nel nostro secolo l'odio.

Con quanta facilità supera supera gli ostacoli.

Come gli è facile avventarsi, agguantare.


Non è come gli altri sentimenti.

Insieme più vecchio e più giovane di loro.

Da solo genera le cause

che lo fanno nascere.

Se si addormenta, il suo non è mai un sonno eterno.

L'insonnia non lo indebolisce ma lo rafforza.


Religione o non religione –

purché ci si inginocchi per il via

Patria o no -

purché si scatti alla partenza.

Anche la giustizia va bene all'inizio.

Poi corre tutto solo.

L'odio. L'odio.

Una smorfia di estasi amorosa

gli deforma il viso.


Oh, quegli altri sentimenti –

malaticci e fiacchi!

Da quando la fratellanza

può contare sulle folle?

La compassione è mai

arrivata per prima al traguardo?

Il dubbio quanti volenterosi trascina?

Lui solo trascina, che sa il fatto suo.


Capace, sveglio, molto laborioso.

Occorre dire quante canzoni ha composto?

Quante pagine ha scritto nei libri di storia?

Quanti tappeti umani ha disteso

su quante piazze, stadi?


Diciamoci la verità:

sa creare bellezza

Splendidi i suoi bagliori nella notte nera

Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.

Innegabile è il pathos delle rovine

e l'umorismo grasso

della colonna che vigorosa le sovrasta.


È un maestro del contrasto

tra fracasso e silenzio

tra sangue rosso e neve bianca.

E soprattutto non lo annoia mai

il motivo del lindo carnefice

sopra la vittima insozzata.


In ogni istante è pronto a nuovi compiti.

Se deve aspettare aspetterà.

Lo dicono cieco. Cieco?

Ha la vista acuta del cecchino

e guarda risoluto al futuro.

– lui solo.


Wisława Szymborska

12 maggio 2022

Il Partito dell'ANPI

In vista delle prossime elezioni politiche sarebbe davvero carino che i sostenitori delle posizioni di Pagliarulo sulla guerra in Ucraina avessero un partito di riferimento partitico, almeno nell'ambito della "Sinistra".

Non sto qui a dettagliare e generalizzo, anche male, ma è per dare l'idea.

Gli antioccidentali. I nè nè. Quelli che 'a Gaza l'Iran fa bene a mandare le armi, a Kyev la Germania fa male a mandare le armi'. Quelli che 'bisogna fare la pace' senza aggiungere una qualsivoglia proposta concreta per fermare i carri armati russi senza armi mentre questa benedetta pace si materializza motu proprio. Quelli che le bandiere del Gran Muftì alleato di Hitler il 25 aprile Sì ma quelle della brigata palestinese (aka brigata ebraica) che combettè in Italia i nazifascisti no. Quelli che sulla distruzione di Aleppo by Putin non hanno emesso sillaba perchè tanto non era colpa di USA o Israele.

E potrei continuare con altre decine di esempi.

Queste persone sono molto concentrate a "Sinistra" ma confido siano anche ben rappresentate altrove.

Beh, a me interessa che abbiano un loro partito 'i "Sinistra" da votare, che non sia il mio.

Con loro candidati che siano coerenti con gli elettori.

E' probabile che ci siano molti voti per questo partito qua.

Potrei stare lì ad argomentare sulle ragioni morali ed etiche di una separazione del genere.

Dopotutto, vita e libertà sono questioni ben più rilevanti di salario minimo, politiche fiscali  e ridistribuzione del reddito.

Ma, in pratica, semplicemente non mi fido di chi, anche in buona fede e senza intenzioni di violenza alcuna, scambia un cavallo per un cappello.

Vi lascio questo illuminante video di Giovanni Pizzigoni che riassume molto più efficacemente di quanto saprei fare io il senso di tradimento che ho provato un po' da tutta la vita ma particolarmente acuto in questi orrendi mesi di guerra.