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19 luglio 2013

Alba Rossa sulla Corea del Nord

Qualche giorno fa, il 15 luglio scorso, una nave Nord Coreana è stata fermata nel Canale di Panama per i normali controlli antidroga.
Sotto un carico di zucchero sono stati trovati pezzi di vetuste ed antiquate armi di fabbricazione sovietica provenienti da Cuba (Zucchero e Rivoluzione, ah, le romantiche esportazioni cubane...)
Tutto sequestrato.
Durante le operazioni l'equipaggio NordCoreano si è difeso accanitamente, il capitano, vistosi sopraffatto ha tentato il suicidio e poi gli è preso un mezzo infarto.
I commenti della stampa oscillano tra la derisione per il potenziale bellico delle armi contrabbandate, degne di stare in un museo sulla Prima Guerra di Corea e l'incredulità per la strenua resistenza opposta dall'equipaggio.
Una cartina di tornasole della perniciosa ignoranza che avvolge la Corea del Nord.
Il comportamento dell'equipaggio, dal punto di vista di un cittadino della Corea del Nord, è stato perfettamente razionale.
Nessuno può lasciare la Corea del Nord, nè diplomatico, nè pilota di linea, nè ostess, nè marinaio, senza lasciare i propri parenti in ostaggio.
Il gesto disperato del capitano e la resistenza dell'equipaggio hanno una motivazione semplice: 
tentare di salvare la vita dei propri cari in Corea del Nord.
Agli occhi di Pyongyang Capitano ed Equipaggio sono dei traditori, disertori.
Hanno consentito agli imperialisti di mettere in imbarazzo il Caro Leader e quasi certamente hanno tradito fornendo informazioni all'odiato nemico americano.
Perchè, mentre il resto del mondo andava al mare, al lavoro o ciondolava davanti a facebook, il 16 luglio, quasi certamente, i parenti dell'equipaggio della nave sequestrata sono finiti in campo di concentramento laggiù in Corea del Nord...
2013, non 1943.
Quei poveri cristi hanno tentato di farsi ammazzare dai panamensi per un motivo banale.
Solo se muori combattendo contro gli imperialisti non sei un disertore, ma un eroe della Corea del Nord.
Fine della storia.
Mentre qui cade una calda notte estiva, da qualche parte, in Corea del Nord, è un'alba dolorosa per i parenti dell'equipaggio della Chong Chon Gang ...




20 giugno 2013

Il Signore degli Orfani

Il regime NordCoreano è grottescamente comico agli occhi dei fortunati abitanti del resto del mondo.
Ci fanno ridere le pose fotografiche dei vari Kim, la retorica dei manifesti, l’isteria della popolazione adorante nei video di propaganda, le millanterie di un paese che non ha la corrente elettrica e vorrebbe spazzar via gli yankees dal cielo, in cui i Nordcoreani annaspano come tacchini sui loro decrepiti Mig 21, 23 e rotti.
E’ spassoso immaginare un’armata di due milioni di straccioni, equipaggiata sì e no per la Seconda Guerra mondiale andare all’assalto della fortificata zona smilitarizzata presidiata dall’Esercito Sudcoreano, tra i più avanzati e motivati al mondo.
Immaginare uova fresche che assaltano con impeto rivoluzionario un muro di cemento.
Certo, dopotutto se un minimo ne capisci passi dalla risata a crepapelle al sorriso nervoso nel momento in cui realizzi che Seoul, la gigantesca metropoli capitale della Corea del Sud, è a portata dell’artiglieria nordista, il che implicherebbe un sacco di vittime nel tempo necessario alla neutralizzazione della minaccia.
Ma tant’è, la Corea del Nord non è, di per se, una vera minaccia.
E’ più uno spettacolino vivente, una satira di se stessa, un Paese di cui è difficile non ridere.
Oramai, sul web abbondano blog densi di battute al fulmicotone sul disgraziato regime Nordcoreano:
Ecco il Caro Leader inaugurare l’aeroporto di Pyongyang da cui si innalzeranno scintillanti aviogetti che percorreranno quotidianamente la tratta Pyongyang - Pyongyang”.
E così via.
Già, ridere o non ridere.
Io, non ne rido più.
Dopo aver letto ‘per mano nel buio’ il sorriso mi si è spento.
E adesso che ho terminato di leggere ‘Il Signore degli Orfani’ non credo che riderò più neppure delle più argute battute.
Spero tanto che Adam Johnson abbia esagerato.
Spero che la Corea del Nord descritta in quelle pagine sia il classico esempio di ‘becera propaganda capitalista.
Ma il cuore mi dice che così non è.
Le testimonianza, se te le vai a cercare, sono concordi.
Il regime della Corea del Nord è un po’ peggio di quello rappresentato nel romanzo di George Orwell “1984”.
Ogni casa è dotata di un altoparlante, sempre acceso, che trasmette i comunicati del Caro Leader.
Oggi.
Giugno 2013.
Quando il protagonista trova, per la prima volta in vita sua, un elenco telefonico americano, trova la cosa sconvolgente.
Che tante persone abbiano un telefono, una casa, siano liberamente rintracciabili, note ognuna all’altra.
E in Corea del Nord?
Con raccapriccio, tempo dopo, il protagonista si rende conto che la raccolta delle fotografie in ingresso (da vivi) ed in uscita (solo da morti) dai campi di lavoro sono la cosa più simile agli elenchi telefonici che la Corea del Nord abbia mai avuto.
“Vuoi sapere il sapore della fame?”
E’ quello dei petali di fiori.
I fiori che i cittadini di Pyongyang  rubano dai giardini del Caro Leader, perchè null’altro di commestibile è rimasto loro.
Il meccanismo del potere implacabile della dittatura rende possibile ai cittadini della Corea del Nord di avere un solo unico amico: Il Caro Leader.
Infatti, nella Corea del Nord non si nasce, si viene creati.
Dalla volontà del Caro Leader.
Non starò qui a compilare la lista delle atrocità.
Ma a ricordare a tutti noi che i campi di sterminio esistono, a poche centinai di Km da dove si fabbricano i Samsung Galaxy e le scintillanti Hyunday.
Una intera nazione di disadattati al XXI secolo, ignoranti del mondo che li circonda, schiavi di qualcosa che noi possiamo solo intravedere più che immaginare.
“Il Signore degli Orfani” è un romanzo struggente, pieno di amore e lacrime.
Spiega l’irragionevole, perchè la Corea del Nord è irragionevole, impossibile, inspiegabile.
Una Nazione coi Campi.
Oggi.

Adesso.