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1 marzo 2025

possiamo scegliere tra il disonore e la Pace. Se scegliamo il disonore avremo la guerra



La risoluzione del problema cecoslovacco, che è stata ora raggiunta, è, a mio avviso, solo il preludio a una risoluzione più ampia in cui tutta l'Europa possa trovare la pace.

Questa mattina ho avuto un'altra conversazione con il cancelliere tedesco, Herr Hitler, ed ecco il documento che porta il suo nome e il mio.

Alcuni di voi, forse, hanno già sentito cosa contiene, ma vorrei solo leggerlo:

"Consideriamo l'accordo firmato ieri sera e l'accordo navale anglo-tedesco come simboli del desiderio dei nostri due popoli di non entrare mai più in guerra tra loro".

Miei cari amici, per la seconda volta nella nostra storia, un primo ministro britannico è tornato dalla Germania portando la pace con onore.

Credo che sia la pace per i nostri tempi.

Vi ringraziamo dal profondo del cuore. Tornate a casa e fatevi una bella dormita tranquilla.


Vi sembra questo il discorso di un guerrafondaio?

E che ne dite di quest'altro?


Non ho altro da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza.

Voi domandate: qual è la nostra politica? Vi dirò: è fare la guerra, per mare, terra e cielo, con tutta la nostra potenza e con tutta la forza che Dio può darci; per fare la guerra ad una tirannia mostruosa, mai superata nell'oscuro e deplorevole catalogo della criminalità umana. Questa è la nostra politica. Voi domandate: qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una sola parola: la vittoria. La vittoria a tutti i costi – La vittoria nonostante tutto il terrore – La vittoria, per quanto lunga e difficile la strada possa essere, perché senza la vittoria non c'è sopravvivenza


Eppure il primo discorso ha contribuito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, il Secondo alla Lunga Pace dell'Europa.

Neville Chamberlain, l'autore del primo discorso, era un pacifista e durante la Prima Guerra Mondiale fu sindaco di Birmingham.

Wiston Churchill non era pacifista per niente tanto è vero che andò volontario al fronte durante la Prima Guerra Mondiale, è l'autore del secondo brano.


Ecco, avendo fatto il classico, la parola 'pacifista' ha un significato un po' diverso da quello corrente.

Non uno che è A FAVORE della Pace rispetto alla Guerra: tu che vuoi? Té o caffè?

Ma, colui le cui azioni portano alla Pace.

Che non è resa, non è sottomissione, non è prigionia e non è morte.

E' Pace.

In questo senso, sei pacifista?

Sei Chamberlain o Churchill?

Dopo lo storico ed ignominioso agguato di Trump a Zelensky alla Casa Bianca, qualcosa di paragonabile solo alla Caduta del Muro di Berlino, l'Occidente a guida USA non esiste più.

Ora tocca a noi.

Certo, a noi Europei scegliere tra vivere e morire.

Ma in particolare a noi italiani di sinistra tocca davvero darci una svegliata.

Ci tocca scegliere tra il disonore e la Pace. 

Però, se scegliamo il disonore, avremo la guerra.



19 febbraio 2025

Manifesto per un futuro possibile



Manifesto, beh, almeno volantino


Cercasi partito, movimento politico, comunità in grado di costruire una Unione Europea politicamente e militarmente unita che diventi caposaldo di:


  • Democrazia;
  • Libertà di stampa, di parola, economica;
  • Diritti umani;
  • Pace.


E di opporsi in tutti i modi alle autocrazie e alla violenza di cui si nutrono.


In concreto:


Che sia per la Sanità Pubblica, per l’Istruzione Pubblica, per la laicità e non per il laicismo. Che combatta gli effetti dei mutamenti climatici e le disuguaglianze sociali.


Che sia per la Scienza e non per la superstizione.


Che sia disposto a difendere le democrazie assediate.


Che sia disposto a creare una forza credibile di deterrenza (e più è credibile meno è probabile che sarà usata).


Ciascuno di noi diventi il Churchill del suo tempo!


E non c’è più tempo!

 

10 settembre 2023

Typhoon & Rafale: intervista doppia


















Oggi vi propongo un'intervista doppia ai piloti immaginari dei due principali caccia europei (il Gripen, aereo di categoria diversa, un'altra volta).

Il Rafale è un caccia multiruolo francese progettato per operare anche da portaerei, il Typhoon è un caccia da superiorità aerea Anglo Italo Ispano Tedesco.

Al momento, sono stati ordinati 680 e rotti Typhoon e circa 450 Rafale (inclusi quelli ordinati di recente e verosimilmente ancora non prodotti).

Come al solito, suggerisco di dare un occhio a wikipedia per farsi un'idea generale:

https://en.wikipedia.org/wiki/Dassault_Rafale per il Rafael e https://en.wikipedia.org/wiki/Eurofighter_Typhoon per il Typhoon

Ma ora veniamo ai nostri due immaginari piloti che, tuttavia, penso che daranno risposte molto concrete al vostro intervistatore.


Io: Chi è più veloce?

Pilota di Rafale francese: lui, ma non di molto!

Pilota di Typhoon italiano: Io!


Io: Chi è più agile?

Pilota di Rafale francese: io a bassa quota, ma non di molto

Pilota di Typhoon italiano: lui, ma non di molto e ad alta quota vinco io.


Io: chi ha il radar migliore?

Pilota di Rafale francese: io vedo meglio gli aerei piccoli

Pilota di Typhoon italiano: io vedo gli aerei grossi a distanza maggiore rispetto a lui


Io: la miglior accelerazione?        

Pilota di Rafale francese: lui ma non di molto

Pilota di Typhoon italiano: io, ma consumo anche di più!


Io: il miglior armamento?

Pilota di Rafale francese: fino a qualche tempo fa avrei detto lui, perché l'AIM120 è di gran lunga superiore ai miei Matra Mica e il sidewinder al Magic2, ma ora entrambi usiamo il Meteor a lungo raggio quindi direi pari e patta

Pilota di Typhoon italiano: fino a qualche tempo fa avrei detto io, perché ho anche un sistema di mira integrato nell'elmetto, ma adesso lo ha anche lui.


Io: Ma c'è almeno una cosa che l'altro non ha?

Pilota di Rafale francese: io posso portare armi nucleari, lui no;

Pilota di Typhoon italiano: io mi faccio il bidet.


Spero che questo breve siparietto sia riuscito a trasmettere un messaggio semplice:

l'Europa si è divisa in passato producendo due arei molto simili in specifiche e prestazioni.

Due aerei che si fanno concorrenza tra loro (invece di farla agli americani, per dire) sui mercati esteri.

E nonostante la guerra di Putin, l'Europa persevera sulla stessa strada e si è divisa anche per la costruzione dei futuri aerei di Sesta Generazione, come se in Ucraina non fosse successo nulla.

La difesa comune dell'Unione Europea parte da questi dettagli.

L'Esercito Europeo, in Italia, è sbandierato come 'antidoto' ad una NATO vista come molto più malvagia delle autocrazie in generale (salvo poi manifestare per le donne iraniane o commemorare gli anniversari della strage di Piazza Tienanmen) e Putin in particolare.

Ma a nessuno dei proponenti interessa davvero capire le implicazioni del creare una Difesa Comune efficace.

Un caccia europeo prodotto in un consorzio unico sarebbe stato più economico ed efficace.

Per il futuro caccia si sarebbe potuto dividere il lavoro tra più aziende puntando ad un mix tra un caccia pesante ed uno leggero (magari unmanned). 

Ma niente, nisba: vogliamo ancora procedere divisi in un'impresa costosissima che richiederebbe invece unione e razionalizzazione.

Siamo messi così: un'opinione pubblica educata a considerare i temi della difesa tipo la pedofilia e che per metà è favorevole a Putin e alle sue stragi.

Temo che la razionalizzazione dell'industria della difesa europea non sia proprio in cima alle criticità di questo paese.

Quindi, per fortuna che la NATO c'è.


Un po' di fonti:

https://www.eurofighter.com/the-programme

https://hushkit.net/2020/09/17/eurofighter-typhoon-versus-dassault-rafale-a-2020-comparison/

https://www.dassault-aviation.com/en/defense/rafale/rafale-deployment-history/

https://it.quora.com/Il-Rafale-francese-%C3%A8-migliore-dellEurofighter-Typhoon-e-del-SAAB-Gripen#:~:text=Il%20Rafale%20%C3%A8%20concepito%20per,aria%20suolo%20come%20il%20Rafale.

https://aviatia.net/rafale-vs-eurofighter/

https://aerocorner.com/comparison/eurofighter-typhoon-vs-dassault-rafale/


1 maggio 2023

Panavia Tornado: una idea di Europa

Tornado GrMk1 con 2 missili antiradar ALARM sotto le ali, 2 sidewinder in piloni laterali, 2 bombe a guida laser e, ai piloni esterni, un POD ECM (destra) e uno di contromisure (sinistra)


Inizia la prima parte di un ragionamento sull'idea di Europa partendo dal velivolo europeo per Antonomasia: il Panavia Tornado.

I modellini per la seconda parte li ho già ma ci vorrà del tempo...

Dunque, il Tornado è un bireattore multiruolo: un bombardiere tattico ottimizzato per le operazioni a bassissima quota (Versione IDS, quella del modellino), un aereo da guerra elettronica (ECR) e un intercettore pesante (ADV).

L'Italia li ha/avuti in servizio tutti e 3 in tempi diversi.

Il modellino è della versione inglese, un po' troppo dettagliato per le mie capacità.

La versione ADV e quella ECR non si trovano facilmente in scala 1:72 e per ora non sono in programma.

Il Tornado è pura tecnologia anni '70/80 con qualche spruzzatina di aggiornamento di tanto in tanto.

Bimotore, biposto, con ali a geometria variabile, era in grado di volare automaticamente seguendo il profilo del terreno a quote bassissime.

Era armato con 2 cannonida 27mm, 2 missili aria aria per autodifesa e disponeva di 4 piloni subalari e 3 sotto la fusoliera. 

In pratica, il Tornado era progettato per volare sotto la copertura radar del Patto di Varsavia sfuggendo, così, alle difese aeree della Germania Orientale.



La foto pubblicitaria originale dell'epoca qua sopra è esplicativa: sotto la cortina [di ferro].

L'aereo era progettato per buttar giù i ponti sui grandi fiumi di Germania Orientale e Polonia, attaccare i campi d'aviazione dell'aviazione rossa volando a bassissima quota in maniera completamente automatica.

Insomma, era figlio della dottrina NATO della risposta flessibile che prevedeva diresistere con armi convenzionali (si sperava) alle orde corazzate del Patto di Varsavia.

Seppur impiegato in varie guerre, fortunatamente, il Tornado non è mai stato usato secondo le specifiche originali.

Ora, la bibliografia ed i siti per approfondire ce n'è a bizeffe e non starò a ripetere, sintetizzando, informazioni disponibili, in miglior forma e qualità, altrove.

Ragioniamo, invece, sul significato politico dell'esistenza del Tornado.

A differenza dell'F-104G, che fu prodotto su licenza americana da varie aziende europee, il Tornado volò, 10 anni dopo, nel 1974, come progetto totalmente nuovo.

E totalmente (beh, salvo un po' di avionica) europeo.

Inghilterra, Germania e, parente povero, Italia, si accordarono, una generazione dopo aver smesso di spararsi, per costruire un aereo da combattimento moderno il cui scopo era la difesa comune.

Gli Ex Nemici non si limitavano a produrre un aereo dei vincitori americani.

Si erano accordati per lavorare assieme , definendo requisiti comuni e dividendosi il lavoro tra le rispettive industrie.

E' vero, non fu una passeggiata (firma dell'accordo, 1968. Primo volo, 1974. Entrata in servizio 1981).

E' vero, si litigò parecchio: gli italiani e i tedeschi avrebbero preferito un monoposto, gli inglesi tennero duro e imposero il biposto di maggiori capacità).

Ma, alla fine, circa 650 Tornado entrarono in linea ricordando ai marescialli sovietici che tentare di arrivare a Parigi coi loro T-72 forse non era più cosa.

E a noi europei?

Il Tornado è stato uno dei primi frutti concreti di questa Europa di cui ci si riempie troppo la bocca e troppo poco cuore e mani

E poi?

Beh, poi la storia andò avanti: in America avevano riscoperto il dogfight, la superiorità aerea: gli F-15 ed F-16 invasero i mercati.

Il Tornado aveva sostituito l'F-104G nei ruoli di attacco tattico, ma per la caccia non era un gran che: la versione ADV era 'tagliata' sui requisiti RAF per intercettare al largo i bombardieri russi, non come caccia per il combattimento manovrato.

All'Europa serviva un aereo ad hoc.

Ma questa è un'altra storia...


PS: non ho resistito. Ovviamente la versione RAF era superaccessoriata rispetto a quella dell'Italia. Aveva anche un serbatoio aggiuntivo nella grande deriva verticale. Per non parlare della dotazione elettronica...

Evabbè, bisogna sapersi accontentare: anche così, finalmente, i cari amici ungheresi dal 1984 in poi sapevano che, se avessero partecipato all'invasione dell'Italia coi loro padroni russi, gli sarebbe caduto in testa qualcosa di spiacevole...












15 aprile 2022

L'Assedio




A cinquanta giorni dall'inizio di questa atroce guerra mi sento in dovere (verso me stesso) di scrivere un mio personalissimo Punto della Strada.

  1. Ho cambiato idea: da auspicare una resa immediata dell'ucraina ad accettare che siano gli ucraini a decidere della propria vita e libertà, anche a caro prezzo;
  2. Ho grossolanamente sbagliato una fondamentale valutazione: all'inizio delle ostilità, avevo sperato che i russi non si abbandonassero a stupri ed omicidi di massa e i primi segnali mi davano speranza: i russi non sparavano sulla folla che tentava di impedire il passaggio dei carri armati e non si avevano notizie di stupri. Poi le cose sono andate come si sa, dimostrando, dopo Bucha, che solo il sostegno alla resistenza  degli ucraini salva le loro vite e che negare loro le armi è, pacifintamente, complicità in strage;
  3. Sento come obbligo morale sostenere la causa della libertà e dei diritti umani: dal Tibet a Gaza, dal Kurdistan alle carceri italiane;
  4. delle Autocrazie non ci si può assolutamente fidare. Solo una deterrenza razionale, pertanto senza violenza, può salvare le democrazie dalla loro evidente, costante e crescente minaccia;
  5. il maggior pericolo, tuttavia, non viene dalle Autocrazie ma dagli occidentali che le ammirano o le giustificano, banalmente, per odio verso gli Stati Uniti;
  6. La mia antica idea di un esercito comune europeo inizia ad avere qualche diffusione, ma è di gran lunga troppo tardi. Servirebbero tra i 5 e i 10 anni e consentirebbe un grandissimo risparmio sulle spese militari attuali oltre a rendere sicura e pacifica l'UE. Ma è ancora solo un sogno distante: certi paesi invece di costruire una difesa comune riarmeranno a vanvera, l'Italia farà solo a vanvera; Comunque sulle armi la mia posizione è quella del Direttore dell'Avvenire: Deterrenza da difesa comune europea.
  7. La Sinistra italiana ha dimostrato ancora una volta la propria inqualificabile inadeguatezza storica, politica, culturale. Ma qualche segnale di speranza c'è: Luigi Manconi, Possibile, Letta, Vito Mancuso, Nicola Lagioia, Liliana Segre. Ovviamente, della destra (M5S/Lega/Flli ecc) inutile anche solo parlarne);
  8. L'ignoranza sulla Storia del XX Secolo (direi dalla Guerra Russo Giapponese alla caduta del Muro di Berlino) si sta dimostrando una catastrofe umana e politica: qua pare che la Pace e la Prosperità di cui ha goduto l'Europa siano merito di Partigiani e operai edili italiani;
  9. L'evolversi della guerra mi terrorizza. Putin potrebbe osare l'impensabile, gli USA stanno cogliendo l'occasione di tentare un ko per concentrarsi poi sulla sola Cina e l'UE, lasciamo perdere. Ogni giorno mi sveglio sperando che sia stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco e temendo che i russi abbiano usato una testata nucleare. Non riesco a vedere quali siano le condizioni per una Pace giusta, dato che dovrebbe essere siglata tra un autocrate aggressore ed una democrazia aggredita. Inoltre, spero sempre che si tenga traccia del destino di quei russi coraggiosi che si oppongono alla guerra;
  10. Rileggendo 15 anni di post a tema sul mio blog posso solo togliermi la risibile soddisfazione di scrivere: "Ve l'avevo detto".
Tutto quello che ha contribuito a costruire l'Europa della Lunga Pace è sotto assedio.
Storia, razionalità, empatia, diritti umani, circondati da ignoranza, ideologia, sete di sangue e di sottomissione.
Anche se, per miracolo, la guerra finisse questa notte, l'assedio continuerebbe.
Si dovrà contrattaccare: deterrenza e difesa dei diritti umani.


PS: un'amica mi ha chiesto: "Ma perchè ti prendi tutto 'sto veleno coi pacifinti?" "Per far statistica e dimostrare agli analisti del KGB che monitorano il web che non si sono comprati tutta l'Italia".

6 aprile 2022

Le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre?

Le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre?


Saratov, Russia, 24 Aprile 2022


Il Colonnello Pavel Leonidovich Sergetov uscì di umore cupo dal briefing di pianificazione della missione, nonostante fosse evidente che i rischi fossero minimi per non dire trascurabili.

Tutto il volo si sarebbe svolto su territorio amico, il supporto elettronico e la scorta caccia sarebbero stati formidabili.

Ma, dopo due mesi di guerra, non riusciva a prendere alla leggera nemmeno un volo di addestramento.

"Yurij" disse rivolgendosi al Capitano Yuij Dimitrovich Pavolv che era l'ufficiale alle armi.

"Voglio che testi i Kh-101 due volte e che controlli i waypoint tre volte. Le immagini degli obiettivi ce le consegnano tra poco".

La missione sarebbe stata effettuata da due coppie di Tupolev Tu-160M "Cigno Bianco" con il supporto di MiG-31 e Su-35.

Avevano 12 ore per i preparativi.

I giganteschi bombardieri sembravano api regine accudite da un nugolo di operaie.

Tecnici, veicoli e piloti si affannavano attorno ai velivoli per approntarli.

Le grandi stive bombe venivano caricate con cautela, senza fretta.

Sergetov supervisionò personalmente il carico di ognuno dei  36 missili più il carico speciale destinato al quarto bombardiere.

La missione non era neppure cominciata e lui già si sentiva stremato.

Per fortuna sarebbe stata breve: meno di cinque ore di volo dal decollo all'atterraggio. 

Niente rifornimento in volo.

Pavel sentiva le porte dell'inferno aprirsi ad ogni passo che percorreva.

Il piano era sensato.

Rischioso, ma sensato.

Ma cosa era andato nel verso giusto negli ultimi due mesi?

Le notizie che filtravano dal fronte attraverso i firewall della censura erano cupe.

L'aviazione era un club ristretto e non si potevano nascondere le chiacchiere sulle perdite al fronte.

Calò la notte.

Da lì non si vedevano i lampi della guerra.

Una coppia di TU-95 Bear decollò rumorosamente.

I giganteschi bombardieri ad elica decollavano ogni notte per attaccare obiettivi in Ucraìna, ma la scarsità di missili da crociera ne limitava l'impiego pratico.

Ben presto, nelle tenebre, arrivò il suo turno.

Cielo sulla Russia Occidentale, prime ore del 25 Aprile 2022


Il 121° Reggimento Bombardieri Pesanti della Guardia stava iniziando una nuova guerra o avrebbe contribuito a vincere quella in corso.

Più a nord, due aerei radar Beriev A-50 si stavano addentrando nel territorio della Bielorussia scortati da caccia Su-35.

4 MiG-31M del 790° Reggimento Caccia Intercettori si alzarono in volo dalla base aerea di Khotilovo/Borisovskiy tenendo alla loro sinistra la lunga linea del fronte con l'Ucraìna.

Sul Baltico, poi, era prevista la presenza massiccia di caccia Flanker,

Far decollare 4 bombardieri da 275 tonnellate non era un compito banale.

I sedici uomini si incontrarono per chiarire gli ultimi dettagli prima di indossare tuta di volo ed equipaggiamento

Ma alla fine della lunga procedura Pavel si ritrovò schiacciato dall'accelerazione impressa dai 4 motori Kuznetsov NK-32 i cui postburciatori lasciarono una scia di fuoco e luce, l'unica luce nelle tenebre della guerra.

Ma per lui c'era solo quella degli strumenti.

Il suo equipaggio era silenzioso e occupato.

Una volta impostata la rotta, a lui non rimase molto da fare.

Non era necessario svegliare mezza Russia andando a velocità supersonica e il volo continuò tranquillo ad alta quota a 520 nodi.

A sinistra, di tanto in tanto, i sinistri bagliori delle esplosioni in Ucraina si levavano dall'orizzonte lontano.

"Nostre o loro?"

All'altezza dell'Autostrada Briansk Gomel la formazione virò ad Ovest puntando direttamente su Varsavia.

"Ci siamo" Pensò il pilota.

Inizia la giostra.

Non era possibile nascondere 4 bombardieri che volavano in alto, anche a 400 km dalla frontiera Polacca.

La comunicazione di Vanya, il capitano addetto ai sistemi difensivi, arrivò precisamente quando prevista: "Rapporto ESM, i radar di ricerca NATO in Polonia stanno raggiungendo la soglia di rilevabilità: ci vedranno entro un minuto al massimo".

Il Generale a bordo dell'aero radar più arretrato diede l'ordine.

I 4 bombardieri Tu-160 iniziarono la loro accelerazione fino a superare la velocità del suono.

Il Tu-160 poteva raggiungere Mach 2, ma non avrebbero raggiunto quella velocità durante l'azione.

Ma era fondamentale per il piano che i 4 bombardieri si avventassero verso lo spazio aereo polacco a velocità supersonica. 

L'azione sarebbe durata pochi minuti.

Cielo sulla Germania centrale, prime ore del 25 Aprile 2022.

Due mesi di belligeranza in Europa non avevano compunque portato la noia a bordo dell'Aereo Radar NATO E-3 che orbitava pigramente in costanti ellissi sopra la Germania.

L'aereo riceveva informazioni da tutti i sensori NATO a nord delle Alpi.

"Oh bella" Disse un operatore Belga quando nel giro di pochi secondi troppe cose andarono storte.

"Generale, abbiamo 4 Blackjack in avvicinamento su rotta 268, distanza 1400 km, velocità 700 nodi e in aumento. Puntano su Varsavia. Poi, sul Baltico abbiamo un improvviso traffico di  radar Irbis-E a tutta potenza".

In pochi concitati minuti il quadro si fece ancora più fosco.

"I Blackjack si avvicinano a mille nodi, abbiamo  conferma di almeno 6 Flanker che puntano verso Tallinn dal mare e... Generale, 4 MiG-31 hanno appena acceso il radar, abbiamo rilevazioni di Zaslon a sud di Minsk".

Era molto improbabile che i russi stessero per iniziare un attacco alla NATO, ma tante cose atrocemente improbabili erano diventate una crudele realtà, se non per i negazionisti, negli ultimi due mesi.

Il generale non poteva ignorare i fatti.

"Scramble Polonia e Baltici".

Nonostante la crisi in atto, c'erano solo 8 intercettori disponibili per coprire la Polonia e gli stati Baltici pronti al decollo, ossia in QRA: Quick Reaction Alert.

La situazione era inquietante ma non necessariamente pericolosa.


Cielo della Bielorussia, prime ore del 25 Aprile 2022

I bombardieri rallentarono bruscamente al di sotto della velocità del suono per sganciare le armi e iniziare subito dopo la virata che li avrebbe ricondotti alla base.

"Yurij, vai, spara!"

I tre Tu-160 armati di missili Kh-101 iniziarono a lanciare i 36 ordigni che trasportavano in totale.

Ormai erano ben dentro il raggio d'azione dei radar della difesa aerea polacca e l'improvviso aumento della segnatura radar dei bombardieri causato dall'apertura della stiva bombe non poteva essere interpretato ambiguamente.

Il Kh-101 era un missile da crociera stealth, ma questo non voleva dire che fosse completamente invisibile ai radar, solo che la distanza da cui poteva essere individuato era ridotta, soprattutto a bassa quota.

Ma, nella fase di lancio, a breve distanza dai radar mobili polacchi installati in prossimità della frontiera bielorussa, erano perfettamente rilevabili.

Sull'Aereo Radar NATO le bestemmie, tuttavia, furono immediatamente sommerse da un'ondata di panico quando il quarto bombardiere russo sganciò il suo carico.

Tonnellate di chaff vennero sganciate dalle prime due stive bombe, mentre dalla terza si sprigionò una potentissima ondata di disturbi elettronici.

L'enorme nuvola di chaff  composta da milioni di trucioli metallici tagliati in dimensioni diverse per riflettere le frequenze dei vari radar NATO e l'ondata di disturbi accecarono per lunghi minuti la difesa aerea NATO a Nord delle Alpi.

L'allarme generale iniziò a propagarsi dall'Aereo Radar ai vari comandi di difesa aerea nazionali.

I missili viaggiavano tra 700  e 970 km orari e avrebbero impiegato meno di mezz'ora a raggiungere Varsavia.

Lentamente, la  nuvola di chaff si disperse e, man mano che il bombardiere dotato di contromisure elettroniche speciali si allontanava, i radar NATO riconquistarono efficienza.

La situazione sul Baltico fu la prima a chiarirsi: i caccia flanker avevano fatto retro front.

Anche i MiG-31 avevano spento i radar e avevano preso una rotta verso Est seguendo i bombardieri in ritirata.

Ma i missili?

I caccia NATO  sui cieli polacchi furono inviati, radar accesi, a cercarli tra Varsavia e la frontiera con la Bielorussia.

Ma fu presto chiaro che era stato solo un crudele scherzo dei russi:

i missili erano probabilmente diretti a sud, verso la regione di Leopoli

Crudele ma costoso: 36 missili erano più di quanti ne avessero mai usati i russi dopo la prima notte di guerra.

Crudele e basta: dove avrebbero colpito questa volta?

Un F-16 ebbe un contatto radar con alcuni missili che confermava l'ipotesi e fu tutto.

Gli ucraini erano già stati avvisati della strana incursione e furono avvisati anche dell'attacco in corso.

Effettivamente, i missili si diressero a bassissima quota verso Leopoli.

Oltrepassarono la città ad Est e proseguirono verso sud.

Uno fu abbattuto da un SAM Ucraino, gli altri 35 proseguirono a bassissima quota.


Cielo dell'Ungheria, prime ore del 25 Aprile 2022

Il Kh-101 volava a 30 metri di quota sul terreno guidato da un sistema di navigazione inerziale assistito da satelliti gps russi GLONASS.

Inoltre, era dotato di un sensore elettro-ottico in grado di riconoscere la mappa del terreno memorizzata nel computer di bordo correggendo la rotta in maniera del tutto indipendente da sorgenti di dati esterne.

Il missile non era dotato di radar e non emetteva, pertanto, nessuna radiazione elettromagnetica che potesse essere intercettata.

I 35 missili superarono la frontiera ungherese e si diressero verso Budapest.

Nessun intercettore NATO, però, era in volo sull'Ungheria.

E non c'era un E-3 ad orbitare a sud delle Alpi a fare da aereo radar sui Balcani.

I missili furono scoperti a ovest di Debrecen, ben dentro lo spazio aereo ungherese.

E la rotta non lasciava molti dubbi sull'obiettivo: poteva essere Budapest, ma a che pro bombardare la capitale del paese più amichevole verso la Russia? Poteva essere Lubiana, ma a che pro attaccare una piccola capitale di un paese disarmato? E poteva essere Aviano.

Al quartier generale della difesa aerea NATO (Integrated Air and Missile Defence System) fu dato l'allarme generale.


Cieli dell'Italia, prime ore del 25 Aprile 2022

In Italia decollarono caccia da Grosseto e da Aviano stessa.

4 Typhoon e 4 F-16.

La notte dell'Italia settentrionale fu squarciata dai bang supersonici dei typhoon che volavano verso nord nel disperato tentativo di arrivare a portata dei missili russi che si dirigevano verso Aviano.

L'Ungheria non era certo il paese più ostile alla Russia di Putin ma era comunque un Paese NATO e gli unici 2 caccia Gripen in servizio di allarme si alzarono in volo dalla base aerea di Kecskemét, ma i missili erano troppo vicini e i jet ungheresi non riuscirono ad intercettarli subito e si misero all'inseguimento.

Così, mentre ad Aviano suonavano le sirene dell'allarme aereo gettando nel panico più completo la popolazione, i missili arrivati al Danubio cambiarono rotta virando bruscamente a sud.

Tutti salvo uno, che malfunzionò e proseguì verso Ovest schiantandosi senza esplodere nel lago Balaton.

I due Gripen Ungheresi ripresero il contatto col piccolo stormo di spietati assassini meccanici poco prima del confine ungherese con la Serbia.

I due caccia avevano 4 missili AMRAAM a guida radar e 4 Sidewinder a guida infrarossi in tutto e lancirarono gli ordigni  sui bersagli rilevati dal radar di bordo e dai sensori a infrarossi (IR) dei Sidewinder.

Abbatterono 4 Kh-101, poi i missili entrarono in Serbia e i jet ungheresi fecero dietro front.

30 missili proseguirono la loro corsa verso Sud ma un altro si schiantò nelle montagne della Bosnia.

Ovviamente, dalla Serbia non arrivarono informazioni sui missili in volo.

A questo punto, i bersagli dei missili sarebbero potuti essere ovunque, dalla Romania alla Grecia all'Italia meridionale.

A Gioia del Colle i 2 Typhoon in QRA furono raggiunti sulla pista di decollo da altri due caccia  mentre ad Amendola i 2 F-35 in QRA si tenevano pronti.

Le poche batterie di missili antiaerei SAM Spada sparse per la Penisola erano in allarme.

Tutti gli aerei dotati di missili aria aria disponibili nel cuore della notte di un giorno festivo erano o in volo o pronti al decollo.

Ma non ci fu tempo per approntarne altri.

Dopo lo scramble inutile verso la frontiera con la Slovenia gli F-16 e i Typhoon di Grosseto si erano diretti a Sud-Est lungo l'Adriatico paralleli alla costa della Croazia.

E finalmente individuarono i 30 missili russi all'altezza della costa del Montenegro.

A quel punto tutti i caccia disponibili decollarono da Gioia del Colle, Amendola e Trapani.

I radar della difesa aerea inquadrarono i 'vampiri' in arrivo subito dopo.

I missili erano ventinove.

Gli aerei NATO in volo a portata utile dei Kh-101 erano dieci con un totale di 40 missili aria aria.

Furono lanciati tutti.

Tre non funzionarono.

Dodici mancarono il bersaglio ma 25 fecero centro.

4 Missili passarono.

I SAM Spada a presidio della Base di Gioia del Colle non avevano un radar sufficientemente avanzato  per individuare i missili stealth russi a grande distanza e ne abbatterono solo 1.

L'Italia aveva, a poche centinaia di KM dall'obiettivo dei missili russi, una fabbrica in grado di produrre missili superfice aria efficaci contro la minaccia in arrivo.

Ma la popolazione del Bel Paese ha sempre preferito vendere ottime armi all'estero piuttosto che comprarle.

I 3 missili superstiti colpirono la base distruggendo uno dei preziosissimi Typhoon, un Hangar e un deposito munizioni la cui corazzatura resistette e non ci furono esplosioni secondarie.

Quattro militari restarono uccisi, dieci feriti.

Il Presidente della Repubblica era stato svegliato quando i missili si erano diretti verso Aviano e fissava impietrito l'alba del 25 Aprile sorgere su Roma.

Il Colonnello Pavel Leonidovich Sergetov stava atterrando a Saratov con lo stesso sguardo cupo.

La difesa aerea della NATO poteva essere bucata con facilità.

Gli Italiani erano avvertiti, non si sarebbero fatti trascinare in una guerra non loro. Questo diceva il piano di Mosca. La NATO sarebbe stata spezzata politicamente e in cambio l'Italia avrebbe ricevuto gas e petrolio. L'opinione pubblica italiana era stata lavorata a dovere per decenni, inoltre, i russi non avevano sparato sulla base NATO di Aviano ma solo su quella italiana di Gioia del Colle.

Il Colonnello russo e il Presidente italiano condivisero lo stesso pensiero.

L'Italia avrebbe invocato l'Articolo 5 del trattato NATO?

Il Presidente sapeva di dover parlare alla Nazione ma sapeva anche che sarebbero stati gli italiani a decidere.

Come per le Quattro Giornate di Napoli o l'8 Settembre 1943.

Arrendersi o reagire?


Note: 

non ho indagato a fondo sul numero di intercettori in QRA effettivamente disponibili ma i gruppi italiani di intercettori Typhoon sono 3 più uno su F-35 al momento.

Non ho fatto indagini troppo approfondite nemmeno sulla dislocazione dei radar e sulle batterie di SAM Spada.

Sono stato piuttosto ottimista col rateo di intercettazione dei missili russi.

In altre parole, il racconto non è tecnicamente accuratissimo. Le conclusioni sì.

20 marzo 2022

L'Esercito Europeo: da qualche parte si deve pur cominciare


Se ne parla tanto, ma ci si pensa poco. 

Comincerei dalle regole:

La missione?

Difesa delle nazioni UE sullo stile delle Forze di Autodifesa Giapponesi

A chi risponde?

Senz'altro ad un organismo eletto dai cittadini. In questa fase al Parlamento Europeo. Un sistema di sicurezza europeo serio richiederebbe senza dubbio la revisione degli attuali trattati costitutivi dell'unione.

Da chi è composto?


Da cittadini UE che, nel prestarci servizio, si dimettono dagli eserciti di Provenienza (se ufficiali/sottufficiali/soldati già in servizio). 

E che succede dopo il congedo?


Una opzione di carriera chiara nella UE o una pensione decorosa. Inoltre, l'ex soldato dell'esercito europeo può scegliere la cittadinanza della nazione  che preferisce.

E poi dalla sostanza:


Quanto deve essere grande?


Il minimo indispensabile per difendere l'UE. In prima battuta dire che dobbiamo cominciare con almeno una Divisione (12 Battaglioni di Manovra), meglio un Corpo d'Armata (una quarantina di battaglioni).
A regime dovrebbe avere le dimensioni dei 2/3 della somma degli attuali eserciti dell'UE.
E la capacità di difendere lo spazio aereo dell'UE.
Queste dimensioni consentirebbero l'indipendenza dell'UE con un drastico risparmio sulle spese militari rispetto alla somma di quanto gli stati UE spendono oggi singolarmente.
Ah, si intende: dalla squadra in su ogni unità deve essere multinazionale.

Come deve essere equipaggiato?

Credo che sia il punto più delicato. Vanno preservate le varie industrie nazionali favorendo la razionalizzazione. Come nella barzelletta

Il paradiso è:
un poliziotto inglese,
un cuoco francese,
un tecnico tedesco,
un amante italiano,
il tutto organizzato dagli svizzeri.

L'inferno è:
un cuoco inglese,
un tecnico francese,
un poliziotto tedesco,
un amante svizzero,
e l'organizzazione affidata agli italiani.

Direi che in prima battuta i carri armati li fanno i tedeschi, gli aerei i francesi e le pistole gli italiani. Le navi non so.

Sarebbe anche importantissimo, come gesto contemporaneamente simbolico e sostanziale, fondare le accademie unificate per ufficiali, sottufficiali e soldati delle tre armi.
L'esercito europeo dovrebbe cominciare attingendo dagli eserciti esistenti, ovviamente, ma dovrebbe avere quanto prima una sua infrastruttura formativa indipendente dai singoli eserciti.

Deve essere dotato di armi nucleari?


Sì, con esplicita politica del No First Use. La Francia ha l'infrastruttura necessaria da cui copiare/importare. Non servirebbero migliaia di testate, solo il minimo indispensabile per una deterrenza credibile. Direi, ad occhio, le stesse dimensioni dell'arsenale francese. Senza la Bomba non c'è indipendenza. Un fatto increscioso ma c'è ben poco da fare. In caso si scelga di non dotarsi di armi nucleari inutire discutere di uscita dalla NATO o sua riforma. Ah, meglio una UE con suo esercito e senza armi nucleari che niente eh...

Ma, fatta l'Europa, in attesa di avere gli europei, chi lo comanda?


I francesi, ovviamente: hanno l'infrastruttura nucleare e anche una organizzazione militare 'da grande potenza'. Questo non vuol dire che 'comanda Parigi', solo che gli ufficiali con le necessarie competenze per operazioni sono, al momento, per lo più francesi: hanno una forza nucleare, capacità di proiezione, portaerei e sottomarini nucleari, cose così.

E la NATO?


La NATO per come è ora diventerebbe obsoleta.
Ovviamente (beh, non certo per gli Europei che odiano più gli USA che Putin o gli Ayatollah) non ha alcun senso che l'UE si contrapponga agli USA. Una new Nato con dentro USA, UK, EU, Norvegia e Turchia sarebbe  parecchio più equilibrata.

Di converso, banalmente, una EU fuori dalla NATO e neutrale rispetto agli USA avrebbe bisogno di spendere molto di più di quanto spendono ora i singoli stati dell'UE, vanificando, nella pratica, i vantaggi dell'unificazione militare.

Ma è davvero possibile?


Nel 1939 successe quello che è successo. E nessuno avrebbe potuto pensare che vent'anni dopo l'Europa sarebbe stato un posto pacifico, anzi, il più pacifico della storia dell'umanità.
Chi di voi si aspettava una guerra europea con missili e bombardieri l'anno scorso?
Quindi non vedo perchè sia così difficile, nella pratica, prendere un terzo dei soldi che i paesi UE spendono in armi e usarli per la transizione ecologica dotando, contemporaneamente, l'Unione Europea di una potere di Deterrenza  verso le Autocrazie che manco Bud Spencer...


Foto da https://www.federalismi.it/focus/index_focus.cfm?FOCUS_ID=99&focus=special