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11 giugno 2015

Perchè vado con l'#agescidalpapa

Ultima riunione con le Coccinelle.
Giugno, sole e caldo.
Un altro Sabato pomeriggio che si protrae fino a sera, anche se non c'è la Messa.
Gavettoni e risate, acqua come gioia.
Da Ottobre ad oggi, solo una manciata di week end sono stati a mia disposizione.
Sono davvero stanco.
Quando la porta della Quercia si chiude non mi vergogno di ospitare anche il pensiero: "Finalmente".
Magari un sabato posso andare al mare pure io.
Sono allergico alle adunate oceaniche.
Detesto la folla e il caldo.
Un'adunata oceanica nella folla e al caldo non è in cima alle mie preferenze su come passare il week end in questo periodo piuttosto pieno.
Che poi, se devo ascoltare un messaggio, beh, per ascoltare va benissimo lo streaming, va ancora meglio la lettura e la riflessione.
No.
Decisamente non vado a Roma per provare un'emozione, magari tra un boccheggiamento da calca ed un colpo di calore.
Non vado a Roma perchè quello che sentirò mi cambierà la vita.
Nè vado a Roma perchè "Oh, che festa, gente, tutti assieme su le mani".
Vado a Roma perchè ho bisogno di un gesto concreto da farsi con la mia Comunità.
Ho bisogno di fare Strada e andare a Testimoniare lungo la Strada con gesti fisici, non virtuali.
Mi serve il calore dell'Estate, la notte sull'autobus nel dormiveglia, la calca al parcheggio, la marcia verso la piazza sotto il sole, la pazienza della fila, l'attesa abbacinante, il tutto in un unico abbraccio fraterno.
Mi serve arrivare, dopo la fatica, al gridare che noi non ci limitiamo ad esistere chiusi nelle nostre Sedi e nelle Parrocchie e che siamo Cristiani e Scout ogni giorno della nostra vita.
Non siamo persone con cui fare i conti ma su cui contare.
E che non bastano le parole.
Parlare e scrivere, sì.
Ma anche servire, amare, camminare, incontrare Cristo sulla via del Pellegrinaggio e per le strade di tutti i giorni.
Quindi, uniforme perfetta e stirata, stanchezza nello zaino, la mia stanchezza del mio lavoro, piccola offerta per questa bella giornata:
domani vado conl'#agecidalpapa.

3 agosto 2012

La cittadella della gioia





Il rumore, nell’igloo, è assordante.
Solo i tuoni riescono a sovrastare per qualche secondo il fragore della pioggia battente.
La luce dei fulmini li precede e conto i secondi tra lampo e tuono: sempre più di venti.
I fulmini cadono lontano.
Bene.
La pioggia mi culla e sono solo pochi i pensieri che ricordo prima di scivolare nel sonno.
Sono ancora una volta ad un campo scout.
Per una combinazione fortunata mi sono ritrovato in un autobus mezzo pieno da un reparto in festa.
Fortunata davvero.
Non conoscevo nessuno dei ragazzi del Reparto se non di vista.
Ma nell’autobus che ci portava al campo l’atmosfera era così serena che ho immediatamente iniziato a dimenticare i miei guai.
Poi, la fatica frenetica dei primi giorni, dedicati al montaggio del campo.
Cambusa, tavolo di reparto, fontana con rubinetteria, portale con issa bandiera, il primo magico tramonto.




In punta di piedi mi ritaglio il mio spazietto in una Comunità che prende forma nelle prime ore del campo.
Il tempo è inclemente: inziamo con un caldo soffocante, con la polvere che si incolla al sudore sulla pelle.
Ma gli unici giorni di pioggia di Luglio li prendiamo in pieno noi al campo.
Prima le nuvole, poi un acquazzone notturno con una pioggerella insistente per la giornata intera.
Nel tardo pomeriggio sembra che vada meglio, ma il bivacco è illuminato presto più dai lampi che dalla fiamma.
Ci ritiramo al sicuro nelle tende.
Ho fatto il mio ultimo giro di ispezione tra le tende con le prime gocce d’acqua che già vibrano nell’aria.
Ed eccomi qua, assieme ad altri 29, in una tempesta coi fiocchi.
La pioggia nel bosco spaventa col suo fragore, ma lava via anche un sacco di croste dal mio cervello stanco.
Bisogna essere lucidi, al campo.
Per evitare di confondere la meravigliosa realtà che si costruisce in pochi giorni tra i boschi con quella, terrificante, che ci attende in Città.
La Realtà dei boschi esiste per contrastare e correggere quella della Città.
Ma non esiste davvero nel mondo reale.
Però, per qualche giorno, è bello abbandonarsi al sogno che questi valori non siano così disprezzati e negletti nella Città dei Sassi come altrove.
I ragazzi sono meravigliosi.
Sotto un cielo plumbero da cui insiste la pioggia, il loro sorriso basta ad illuminare i cuori e a scacciare la fatica.
Le attività non vengono interrotte dalla pioggia, solo un po’ ostacolate. Le missioni di Squadriglia, la Deliziosa (yum!) gara di cucina, il percorso Hebert, le Scoutiadi, anche l’Hyke di coppia per i ragazzi dell’ultimo anno, tutto procede mentre il tempo, progressivamente, migliora.
La legna si asciuga, ma non è un gran vantaggio dato che i ragazzi hanno potuto imparare ad accendere il fuoco e a cucinare anche con la legna umida per non dire bagnata.




A fine campo lo staff è stanco, ma non risente dello stress della stanchezza.
L’ultima sera la Santa Messa conclude il nostro campo in serenità.
Resterà per sempre, nella mia memoria, la danza del Reparto, spontanea, gioiosa, mentre stavamo cantando, appunto,  “Danza La Vita”.
Ecco l’immagine che scelgo di portare con me.
I Ragazzi del Reparto Pellicano, Matera 2, che si alzano in piedi cantando e danzano assieme.
Danzano assieme nel centro della cittadella della gioia che hanno edificato in nove giorni di campo senza temere pioggia nè sole.
Ed io non posso che ringraziare loro e la mia Comunità Capi per avermi consentito ancora una volta di prestare il mio Servizio.
E, anche se penso che non possa bastare, terrò il tempo e starò pronto...


18 marzo 2011

Linux in Segreteria


Brevissimo e scarno video del passaggi a linux ( Ubuntu 10.10 e Debian 6 ) della Segreteria del Partito Democratico Materano.
Spero di poter postare quanto prima qualcosa di meglio:
  • un'iniziativa pubblica di confronto per stabilire la miglior politica di migrazione
  • e, finalmente, un cronoprogramma della migrazione.
Al lavoro ...

17 ottobre 2010

Arrivederci, AGESCI, ciao...

Non ha senso girarci attorno: mentre leggete queste righe non sono più il Capo Clan del Gruppo Agesci Matera 2 e non rivestirò più un ruolo attivo nell'Associazione per parecchio tempo. Ammesso e non concesso che possa ritornare mai in servizio.
Francamente, mentre scrivo queste righe, la sensazione è di rabbia. 
La tristezza è roba di ieri e di domani. Oggi prevale la rabbia per una situazione conseguente alle circostanze più che ad una mia scelta. Non posso più permettermi il lusso del Servizio. 
Ho preso questa decisione tra aprile e maggio, dopo lunga riflessione.
Ho preso questa decisione con dolore, un dolore che ha sostituito il disagio una volta stabilito il da farsi e che mi ha accompagnato per ogni uscita, per ogni attività, da allora ad oggi. Un dolore che spero possa attenuarsi presto ora che l’ultimo atto è compiuto.
Ho deciso di non drammatizzare l'evento: a chi, tra i ragazzi mi ha chiesto se avrei continuato a fare il Capo, l'ho detto tranquillamente: sono stato chiamato a svolgere un Servizio, ora quel Servizio lo farà un altro, tutto qui. Ho sempre guardato con perplessa meraviglia quei capi che personalizzano il loro ruolo all’estremo ed organizzano, lasciando l'Unità, cerimonie di addio, regalini et similia tra lacrime e cose così: questo si che mi pare un gesto di distacco concreto dai ragazzi. Io lascio il Servizio in Agesci, non tronco la mia relazione coi ragazzi.
E non è nè una frase fatta nè retorica.
Molti li ho letteralmente visti nascere e crescere, ho avuto l'onore di far loro Capo, ora la vita mi chiama ad altri impegni.
Purtroppo, le cose non stanno andando molto bene. Il problema principale, da cui discendono gran parte degli altri, è, ovviamente, il lavoro. Ma non solo nel senso che lavoro troppo e ho poco tempo, ma nel senso che guadagno troppo poco in una precaria stagnazione che mi obbliga a seguire ogni traccia, ogni opportunità.
L'anno scorso, troppe volte il Clan si è messo di mezzo, costringendomi a gimcane per rispettare gli impegni associativi senza andare troppo a discapito di quelli lavorativi. Poi, c'è la questione del mio tempo. Che non basta. Non ho ferie, nè malattia nè altri diritti comuni venti anni fa. E già l’anno scorso è stato fatto un gravoso Sacrificio, un sacrificio per i ragazzi che si è rivelato controproducente: non è accettabile che un Clan faccia una route di soli tre giorni. Ma questo è il meno. Causa mancanza del dono dell’ubiquità, sono stato costretto ad ignorare fatti gravi che avrebbero richiesto un'azione energica, costante e continuativa nelle mie vesti di Capo: io sono responsabile dell'applicazione del metodo scout, non di fare quel che mi pare e piace! Se non posso applicarlo integralmente danneggio i ragazzi, non li aiuto, per quanto simpatico ed in gamba possa sembrare in alta uniforme e cappellone. Aevoglia a dare Testimonianza facendo Protezione Civile, Impegno Politico, Servizi vari, ma se non hai la possibilità di dare il necessario è meglio stare a casa.
Di fatto, ho concluso il passato anno scout con la sensazione piuttosto netta di essermi ammazzato di fatica ed aver fatto tanti sacrifici senza aver adempiuto a quello che, secondo i miei stessi parametri, sarebbe stato il mio dovere.
Mi sono sentito troppo spesso frustrato nel sapere cosa sarebbe stato necessario fare e non poterlo assolutamente fare: un po' come un medico del terzo mondo che sa bene che gli basterebbe una flebo per salvare una vita ma non ce l'ha...
Il mio commiato dal Clan è la mia ultima testimonianza.
Una testimonianza di coerenza e di capacità di affrontare con serenità i dolori della vita. 
Perchè questa decisione mi è costata, mi costa e mi costerà parecchio. 
Ma, per quanto dolorosa, credo sia quella giusta. 
Se il Signore vorrà, tornerò appena possibile in uniforme, per continuare il mio Servizio dove credo di essere più utile.
Eppure...
Ci sarebbe da argomentare parecchio a riguardo per sostenere quello che sto per scrivere:
La mia vera paura.
La mia inconfessata angoscia.
Dopotutto, il mio naturale ottimismo scout mi da speranza di ricostruire, tra, 3, 5, 10 anni, le condizioni personali adeguate al Servizio. 
Ma, quando tutti i problemi ostativi saranno superati, ci sarà ancora un'Agesci in cui io abbia voglia di rientrare?
Un’Agesci che mi chiede di occuparmi si di scouting, ma soprattutto di assistenza sociale, psicologia dei gruppi, protezione civile, gestione legale, ragioneria con tanto di bilancio, ricevute e scontrini e pure di concedere o meno crediti scolastici e che, a regime, ti lascia si e no una sera a settimana ed una domenica al mese libere. 
Un’Agesci sulla cui home page si trovano più le parole progetto, convegno, comitato che pentolonri, legatura, sudore.
Un’Agesci che mi chiede di partecipare a riunioni organizzative in giorni feriali, ad orari feriali, ad un’ora di macchina da casa e che mi rimprovera se sgarro con la burocrazia.
Un’Agesci che mi manda a casa una mole di documentazione sulla cui lettura dovrei basare i miei standard di Capo ma che sembra, tutto sommato, un capitolato d’appalto.
Un’Agesci che non prende neppure atto dell’inesistenza pratica degli Assistenti Ecclesiastici reali, quelli che partecipano a tutte le attività e costruiscono un Percorso di Fede in comunione con quello Educativo. Attualmente, siamo spesso ridotti a fare da Guardia Pretoriana in alta uniforme a Messe Solenni con tanto di Lupetti in prima fila mezzo soffocati dall’incenso ed Esploratori e Rover annoiati ed in tutt’altre faccende affaccendati un po’ più indietro...
Un’Agesci che, semplicemente, non riconosce in me il futuro associativo:
un adulto che ha una vita lavorativa, delle prospettive familiari ed una disponibilità di tempo libero profondamente diverse da quelle dei suoi predecessori.
La mia Associazione, semplicemente, non mi vede più, non mi riconosce più: mi chiede delle cose per me inverosimili e contribuisce ad espellermi da questo Servizio che tanto amo.
Spero solo che, caduti i miei impegni di Servizio diretti, riesca a ritagliare pochi attimi di tempo per testimoniare la necessità di riformare profondamente l’Agesci, non per riportare indietro l’orologio, anzi: è l’Agesci che è rimasta agli anni 70 - 90, è necessario che si aggiorni:
che si aggiorni rispetto alle disponibilità di Servizio dei Capi in un mondo post globalizzato e che si aggiorni rispetto alla proposta Educativa verso i ragazzi, per cui, a mio modesto parere, lo scouting deve costituire la stragrande maggioranza delle attività.
Il mio ringraziamento va alla Comunità Capi del Matera 2 che mi ha accolto e sostenuto nel momento del bisogno, va allo Staff del Clan Fuco Perfecta Laetitia con cui quest’anno abbiamo sfiorato la perfezione eponima, va ai rappresentanti delle associazioni con cui abbiamo iniziato un cammino comune di Servizio e va a quei genitori che hanno sostenuto fino in fondo i nostri sforzi. 
Ai ragazzi vanno, più che i ringraziamenti, le scuse: per non essere stato all’altezza delle loro necessità, per non essere riuscito a fare il necessario, incluso qualche sana pedata, beninteso. Queste righe contengono troppa amarezza per contaminare i pensieri che ho per loro, quindi non aggiungo altro in questa sede.
Ho fatto del mio meglio. 





E, ora, mi aspetta un duro inverno. 






Colori (ascoltata per la prima volta a La Vaglia, 1987 )

Questo prato verde ti ricorderà la speranza del mattino 

non smarrirla, amico mio, perché io ritornerò. 

Questo cielo azzurro ti ricorderà la fiducia nella vita 

non deporla, amico mio, perché io, io ritornerò. 

Questa rosa rossa ti ricorderà la bellezza del tuo amore 

non tradirlo, amico mio, perché io, ritornerò. 

Questo sole d'oro ti ricorderà lo splendore del tuo dono 

non stancarti, amico mio, perché io, ritornerò. 

Il colore arcano della libertà sai trovarlo amico mio? 

Nel tuo cuore l'ho posto io perché io, ritornerò.

12 agosto 2010

Route Estiva 2010, il seme

Roverrò, ora, ci possiamo permettere di cantarla con cognizione di causa e con pieno diritto. Perchè l'esperienza vissuta al tramonto di questa magnifica giornata è ben descritta dai versi della canzone.
Il cielo, solcato da nuvole rapide, si è arrossato in uno spettacolare tramonto mentre ai nostri piedi, lontano, si vedeva lo Jonio lontano oltre le creste di Serra di Crispo.
Abbiamo cantato ( e filmato ) in letizia ed io sono addirittura riuscito a godermi un po' del panorama nonostante le proverbiali vertigini.
I pini loricati, i colori ed il vento stesso, tutto sapeva d'incanto. Ma l'incanto vero veniva dai nostri cuori che, seppur per troppe poche ore, hanno battuto assieme sotto il peso dello zaino e per la meraviglia di essere arrivati tutti assieme lì dove fa paura guardar giù.


Al chiarore del Lamparo a gas, abbiamo cucinato, cenato, concluso l'attività programmatica sulla Carta di Clan e fatto una breve veglia alle stelle, breve perchè le condizioni meteo non erano ideali e tra umidità, freddo e nubi che coprivano spesso la splendente stellata abbiamo preferito andare a nanna a recuperare le forze.
Mi sono addormentato come un sasso.


L'indomani, di buon ora, abbiamo smontato il campo nell'alba fredda e, a malincuore, abbiamo abbandonato la Cima per tornare a Casa.
Ho pagato caro il mio errore di valutazione e i dolorini del sovraccarico non sono ancora scomparsi, età a parte sono del tutto fuori allenamento.
Cosa resterà di questi pochi giorni di Route?
Tanto.
La Route tradizionale fatta di fatica, salite e salda solidarietà lontani da ogni comodità urbana è la base di ogni Comunità R/S che si rispetti. Se non si è disposti a portare lo zaino, ossia l'intera propria vita legata a quella degli altri, per una salita sotto il sole puntando ad una Croce lontana è meglio dedicarsi ad altro.
E, questo, credo sia passato nei cuori dei ragazzi. Nelle parole delle discussioni serali si è andato rinforzando un sentimento di determinazione  nell'impedire che il prossimo anno scout sia negativamente condizionato da chi non ha tale volontà e non riconosce nella Strada e nel Servizio la chiave della Comunità che rende adulti ogni giorno.
Questo tipo di esperienza è fondamentale per dare ai ragazzi l'opportunità di conoscere se stessi, i propri limiti, il proprio corpo e sperimentare una fratellanza concreta e pratica
Di recente mi è stato chiesto come risolvere il problema del vandalismo. Credo che valga lo stesso anche per le altre problematiche giovanili, dalle dipendenze alla mercificazione del corpo della donna "bilaterale" in cui i ragazzi considerano le ragazze oggetti sessuali e le ragazze fanno a gare per prendere il loro posto a questo squallido gioco amorale.
Personalmente, ritengo che le vere soluzioni  non siano nella repressione, la videosorveglianza et similia, ma passino da un'educazione basata su valori che, per definizione, non possono essere insegnati, ( tutt'al più testimoniati ) ma solo "tirati fuori" da ognuno.
E la Route di Strada, faticosa, dolorosa, commovente, è il perfetto cavatappi per tirar fuori da ogni ragazzo la sua Legge Morale in accordo e comunione coi suoi fratelli.
Con questo, concludo. 
E' tempo di passare ad altri argomenti.
Un po' di ferie anche per me ;-)


9 agosto 2010

Route Estiva 2010: la costruzione


L'alba è stata accompagnata da uno splendido arcobaleno che ho goduto in solitudine, dato che le mie giovani marmotte ronfavano ancora della grossa.
Abbiamo smontato il campo, fatto colazione e pulito la zona ma, prima della partenza, ci siamo fermati nella chiesetta del Santuario, per una preghiera ed un momento di riflessione sulle fatiche della giornata e sul tema della Route.
Zaino in spalla eh...
ed un sentiero meraviglioso in cui il Clan ha dato il meglio di se, dopandosi di tanto in tanto con le ormai famigerate caramelle della Bottega del Mondo e dissetandosi con carote condivise piuttosto che con le borracce.
Il Sentiero dapprima scende dalsantuario ripido, poi si biforca: da un lato Piano Jannace, dall'altro Colle dell'Impiso. Ci siamo diretti verso Piano Jannace attraverso un bosco fresco e fitto, passando sopra un ponticello prima di iniziare una salita per me abbastanza terribile da lasciarmi senza fiato appena giunti ai piani.
Lì abbiamo fatto una piccola esercitazione di orientamento facendo il punto mediante triangolazione ed io ne ho approfittato per riprendermi: sapevo bene quanto sia dura la salita fino ai piani di Pollino ed il sentiero che si snoda nell'immensa radura, poi, si impenna parecchio appena giunti nel bosco!
Infatti, quella salita me la ricordo centimetro per centimetro, coi piedi che affondavano nel fango e tutta la mia volontà impegnata ad ogni passo!!!
Quando il bosco è finito, assieme alla salita, ci siamo trovati nei pressi della sorgente Pittacurc dove le sue acque ci hanno praticamente resuscitato.
E' stato il momento di riposare assieme in un paesaggio incantato, circondato dalle Cime irte di pini loricati. In vista della salita ripida che ci avrebbe impegnato nel pomeriggio, abbiamo pranzato e ci siamo rilassati a lungo, attendendo di ritemprare le forze.
Anche perchè, non essendoci assolutamente acqua in cima, ci siamo dovuti caricare di razioni supplementari in bottiglie di plastica che avevamo portato con noi vuote in vista di cucina e pernottamento.
Poi, il momento dell'arrampicata.
Temevo il peggio, ma ce la siamo cavata egregiamente mente sotto di noi il panorama prendeva consistenza, sopra di noi i pini loricati si avvicinavano e la vetta si appiattiva ai nostri occhi.
Dalla sorgente avevamo individuato una radura erbosa priva di rocce a pochi metri dalla cima e siamo riusciti a raggiungerla direttamente: l'ideale per montare il campo, protetta dal vento da una piccola cresta semicircolare. Montate le tende con estrema cura ( una cosa è un temporale a 1500m, un'altra a 2000m ), asciugato il sudore e sistemato il campo, siamo saliti in cima.
Ora, qui, mi fermo.
Vi lascio con un'immagine di Serra delle Ciavole presa dalla cima di Serra di Crispo.
Domani, magari, avrò altre parole.

9 novembre 2009

Perfetta Letizia


Il cielo limpido e stellato della notte d'autunno mi copre di luce. La Via Lattea è visibile distintamente oltre la croce illuminata di LED un po' albero-di-natale. Mi rilasso un po', mentre li rumori delle chiusure lampo delle tende mi annunciano che il Clan si ritira negli igloo.
Dopo una lunga preparazione da parte dello Staff, siamo a metà dell'uscita con pernottamento. Grazie al lavoro ed all'impegno di tutti siamo riusciti ad arrivare qui, a questa serata magnifica.
Non è stata un'uscita eccezionale.
Nel senso lato del termine.
Ci siamo visti in sede alle 1530, siamo partiti con solo un piccolo ritardo e siamo giunti a destinazione con il sole ancora alto. Purtroppo, per motivi logistici, in auto. Quindi, siamo stati costretti a fare un po' di su e giù in modo da avere le auto già a destinazione. I ragazzi hanno marciato per 15 minuti circa senza di me e, quando siamo ritornati da loro con un passaggio, qualcuno si è meravigliato che avessi sulle spalle zaino e tenda: " Visto che c'eri potevi lasciarla su...". Misunderstanding... Il Sole è tramontato, ma canti e risa hanno rischiarato i nostri passi in salita, come non ricordavo da tempo.



Così, dopo un bel po', si arriva caldi di sudore e, senza indugi, si montano le tende. I 4 igloo spuntano in pochi minuti, dove c'era un piccolo giardino ora c'è un campo scout.



Fornelli alla mano, le pattuglie iniziano a cucinare ed anche la pattuglia capi si cimenta con la solita spiritiera. Ma, se risa e gioia traboccano dalle pattuglie che man mano si mettono a mangiare, noi capi siamo un po' preoccupati per l'imminente Veglia Rover. Proporremo qualcosa di nuovo, una veglia di preghiera, testimonianza di servizio, spunti di riflessione e, soprattutto, corriamo un piccolo rischio: quello di spostare l'attenzione dal Servizio in se ai Testimoni. Ci preoccupiamo, ne discutiamo, siamo pronti. Iniziamo.



Della Veglia non esistono immagini, nessuno ha avuto modo di distrarsi per scattare foto. Nè c'è stato modo di scattare foto al seguito: infatti, Don Angelo ci ha fatto l'immenso dono di venire apposta da Matera alle 22 per celebrare una Santa Messa di cui conserveremo memoria. Non potrò mai ringrazioarlo abbastanza per questo Servizio che ci ha donato, sia per la valenza della FUnzione sia perchè, altrimenti, avremmo non solo perso l'incanto dell'incontro col Signore in tali circostanze meravigliose, ma saremmo stati costretti a 'mutilare' l'uscita anticipando la conclusione delle altre attività e tornare alla base per la Messa.
La Veglia è stato il cuore dell'uscita, il momento in cui è stato possibile aprirsi, farsi conoscere, stabilire un legame. Non è stato il prodotto della volontà di un singolo, ma dei contributi di un Clan, di ragazzi ed adulti, che, nei rispettivi ruoli ha fatto passi su strade nuove.
Poi, i saluti a chi è tornato a casa ed un'animazione di canti ed esilaranti scenette, quasi non posso pensarci che mi scappa ancora da ridere. Ma mi sono anche commosso per un canto d'Amore che ha ricordato a tutti i presenti quanto siamo stati fortunati...
La notte è stata serena, con sogni lievi, il risveglio un po' brusco al latrare dei cani e gli spari dei cacciatori.
Colazione con calma e ho netta la sensazione del mio cervello che si svegliava man mano che il profumo del caffè si spargeva nell'aria.
Abbiamo tirato a lucido chiesetta e canonica, smontato le tende e pulito il campo ( e devo testimoniare che qualche insospettabile lavativo si è prodigato davvero nel lasciare il mondo un po' migliore di come l'aveva trovato ).
E poi? Beh, la parte facile: steso il programma annuale. Ognuno ha i suoi compiti assunti volontariamente e le sue scadenze. Ogni attività, proposta dai ragazzi, sarà organizzata da una pattuglia, in questo modo per ogni riunione il Clan potrà discutere di un'attività e portare avanti il programma contemporaneamente ottimizzando il tempo disponibile. E poi?
Beh, una fantastica sfida a palla scout in cui ( miracolosamente ) la mia squadra è riuscita a pareggiare nonstante le mie scarse capacità.
E poi?
Beh, a parte la pastalforno domenicale, poi...
Poi c'è la Route Invernale ad attenderci, e nel frattempo, un tempo tutto nostro per crescere assieme in letizia.
In Perfetta Letizia.


25 ottobre 2009

Linux Day 2009



Una decina di giovani si intestardisce per il terzo anno di seguito. Impara dai propri errori, investe, punta in alto. Si scopre Comunità. Si scopre Comunità Efficiente. Ancora una volta, in poco meno di un mese di lavoro e collaborazione piena e sincera, è stato organizzato un Linux Day a Matera. La crescita della comunità, la maturazione dei singoli e della capacità di lavorare in sinergia si è vista sin dalle prime battute. Il ricco programma è consultabile sullo splendido Portale che potete raggiungere qui, dove è possibile trovare le presentazioni dei seminari, un forum e le fotografie dell'evento. L' install fest è riuscito nel senso letterale: ubuntu 9.10 RC è ora su molte macchine, assieme a Mandriva e a non so quante altre distro portate dagli organizzatori. Certo, non siamo ancora riusciti a far funzionare la stampante di Marco e il Wireless dell'Asus Z8100 di Amoramaro, ma c'è speranza... La giornata è andata magnificamente, ma non sta a me dirlo. Forse la cultura del software libero non è maggioritaria nè diffusa, tuttavia non si arrende, resiste e pian piano si diffonde. La giornata del Linux Day 2009 di Matera è stato un paradigma della collaborazione comunitaria. Ciascuno, secondo le proprie possibilità, ha dato. Ed il risultato è la somma di tali possibilità. Come potrei dire:" Il mio seminario, " Quando ogni parola, ogni tavola proiettata è stata condivisa a priori da tutti? Quando la mia esposizione è stata avallata ed arricchita di suggerimenti e critiche da parte dell'intera comunità? E come potrei non legare la mia esperienza comunitaria nascente con la banda di materalinux.inin.com con quella della Mia Comunità Capi? Oggi, a pieno cornamento di un week end che si può solo definire "d'assalto", c'è stata l'uscita di Co.Ca. Strada, pioggerella, splendidi prati ed una chiesetta di campagna. Discussioni, canti, risotto e salsiccia cotti sulla spiritiera ( e per fortuna il Capogruppo ha trovato del'altro alcool ché ne avevo portato troppo poco ... ). Dal Programma di Comunità Capi, al Progetto Educativo di gruppo passando a quello Regionale abbiano messo su un'impalcatura che permetterà di lavorare assieme ad una Comunità nuova, tutta da costruire, da far crescere accanto alla nostra sorella gemella. E' stata una splendida giornata, uno splendido week end di lavoro, di fatica, di tenacia. Grazie a tutti!


30 marzo 2009

Neve di Primavera



Ho preparato quest'evento di Noviziato con mesi di anticipo perchè sapevo che sarebbe stata dura. E' difficile trovare posti per pernottare se si vuole evadere dalla routine dei pavimenti di canoniche et similia. Quindi un caloroso ringraziamento ai ragazzi del Camping "il Pollino" di Mezzana Torre, per la cortesia e la professionalità dell'accoglienza. E' difficile fare le previsioni del tempo per scegliere la destinazione più opportuna. L'intenzione era di far provare al noviziato 24 ore di route in una ambiente entusiasmante dosando opportunità e difficoltà per lanciarli verso il gisuto finale dell'anno: la definitiva confluenza nella comunità R/S, il Challenge e la Route Estiva.
Stranamente non ho molte parole da riprodurre qui. A posteriori, infatti, non credo che sia stato fatto nulla di particolare. Si parte in ritardo ( quel tanto che basta per perdere la messa), si arriva, si monta un campo R/S e ci si prepara alla Notte cucinando sul fuoco e svolgendo le attività programmate. Si gusta la cena e si ascolta, si suona la chitarra e, Miracolo! Anche i 4 ragazzi cantano assieme a te. Poi, dopo il bivacco, dopo la "pesca della paura", la presentazione della Carta di Clan come conseguenza del Vangelo e della Costituzione Repubblicana, si va a nanna sotto la pioggia. E non sai se a tenerti sveglio è il russare del compagno di tenda, la pioggia o le aspettative per l'indomani.
Che si presenta livido sotto un cielo plumbeo. L'ora legale non aiuta e l'inesperienza dei Rover ,che di rado hanno vissuto queste situazioni, rallenta le operazioni. Finalmente si sale ma, invece che ad Acquatremola - > Serra di Crispo (strada apparentemente sbarrata ) ci dirigiamo alla Madonna del Pollino. Due ore abbondanti di ascensione nella neve alta, sempre lì lì per mollare,sempre decisi a raggiungere la meta, a fare sacrifici per arrivare all'obiettivo, a tirare su dalla neve un compagno di strada stanco, incoraggiarlo a non arrendersi in quel magnifico paesaggio bianco, per arrivare tutti assieme in cima. E sulla cima siamo arrivati uniti, assieme, sorreggendoci l'un l'altro. Abbiamo preparato un pasto caldo sui fornelletti mentre l'indegno Maestrodei Novizi si strizzava le calze fradicie e restava a piedi nudi a contemplare il paesaggio. Dopo aver ritemprato le energie siamo tornati alla base in poco tempo e con (relativamente ) poca fatica. Appena giunti alle macchine la pioggia ci ha investiti in pieno, siamo stati fortunati a non inzupparci ulteriormente.
Ieri sera mi sono addormentato sorridendo.
Cosa ho imparato?
Che sulla neve i pantaloncini sono davvero più pratici dei pantaloni.
Che tutti i ragazzi meritano infinite opportunità.
Che sulle cime lo scoutismo è lieve e perfetto.


22 febbraio 2009

60° dello Scoutismo Materano & Giornata del Pensiero 2009: Insieme si fa!


Beh, anche quest'anno è andata!
E' appena passato un week end scout che mi ha caricato di entusiasmo.
Vabbé, mi ha anche caricato di freddo e stress, ma perché sottilizzare?
Il Sabato pomeriggio è stato dedicato alla presentazione del libro di Raffaele Natale sulla Storia dello Scoutismo Materano. In un affollato convegno presso l'Auditorium francescano di Cristo Re, è stata ripercorsa parte della gloriosa storia scoutistica cittadina. Spinto da Bagheera, ho fatto anche io un picciol intervento di ringraziamento. E, se in quella sede non ho saputo ringraziare anche chi sopporta tutte le seccature che la nostra sett.. ehm Associazione Scout riversa spesso e volentieri su i congiunti dei capi, posso tranquillamente farlo ora:

GRAZIE AMORE!!!

Ci vuole davvero tanta pazienza....
E non ho potuto neppure ringraziare degnamente la mia Comunità Capi per evitare di uscire dal clima politically correct di questi tempi confusi... Insomma, chi ha orecchie, intenda :-).
Ovviamente, ringrazio davvero di cuore tutti i partecipanti: pure i fratelli del Potenza 3 si sono sciroppati i 200 Km che ci separano pur di essere con noi: se questo non vuol dir nulla non so cosa possa avere significato...
Il libro è già sul comodino prossimo in lista d'attesa per la lettura.
Ma non è finita qui: il giorno dopo sveglia alle 07:00, giro di raccolta di rover e scolte in cronico ritardo e, sotto un cielo che prometteva pioggia e ha mantenuto neve, ci siamo immersi nella Giornata del Pensiero 2009.
Non credo abbia molto senso fare la telecronaca della giornata.
Ho partecipato all'organizzazione dell'attività R/S: Matera 1, Matera2 e Bernalda 1 dell'Agesci, Matera 1 e Pomarico 1 del CNGEI si sono lanciati in una giornata di scoperta ed informazione su problematiche in cui l'informazione è il 90% della soluzione, ossia la sensibilizzazione e l'informazione relative alla diffusione delle malattie infettive. Ora, non credo sia il caso in questa sede affliggere i miei lettori su varie filippiche sull'accesso ai farmaci e quant'altro. Ma voglio lasciarvi un paio di foto degli spot realizzati in condizioni non proprio ideali ( sotto la pioggerella nevischiella ) dai ragazzi divisi in pattuglie/ronde di formazione:


E poi uno spiacevole dato di fatto: abbiamo distribuito ai ragazzi questo brano, vi prego di leggerlo prima di andare oltre:


No, non è la cronaca della situazione in Darfour, ma un pezzo della descrizione che la sorella di Carlo Levi, in "Cristo si è fermato ad Eboli" fa delle terribili condizioni di vita a Matera nel 1936. Nessuno dei ragazzi ha pensato che quel brano potesse descrivere la propria città, tutti hanno attribuito quella descrizione "al terzo mondo".... E un po' di stupore nell'apprendere che quel brano descrive i loro nonni l'hanno provato...
Credo che qualcuno di loro un po' di domande se le starà ponendo a riguardo...
Io mi sono divertito molto, sia nella preparazione che nella realizzazione della Giornata. Certo, il freddo non ha aiutato, ma è inverno e poi non esiste bello o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento!Mi ha fatto piacere incontrare vecchi amici e riprendere la sana abitudine delle attività comuni con altri gruppi e/o associazioni.
E' innegabile che ci siano delle differenze evidenti tra AGESCI e CNGEI, ma mi piace lasciare ad altri la volontà di indagare a riguardo. Io, ieri non me ne sono accorto. Ho vissuto quello che ci unisce, ci salda, ci rende uno. Lo scoutismo. Abbiamo cantato, riso, pensato e giocato assieme, cosa si può chiedere di più?
E' scontato auspicare nuove iniziative, nuovi incontri, altre attività. Ma, a meno di una istituzionalizzazione del famoso scoutedì, so bene che sarà difficile conciliare tutti i nostri impegni. Eppure, una mini route sul Pollino...
Insomma, rimbocchiamoci le maniche, insieme si fa!
In attesa, rimetto l'uniforme in armadio per qualche settimana...

26 gennaio 2009

L'innesto

Un'uscita tranquilla, quella di ieri,
Ho potuto apprezzare le vivacissime discussioni tra i rover e devo ammettere che era tempo che i fanciulli si scornassero da giovani leoni qual sono. E' sempre difficile mordersi la lingua quando si è tentati di intervenire sbilanciando il confronto tra R/S. Un paio di volte, però, mi è riuscito di lanciare una sana provocazione per mantenere vivo il fuoco della fucina chè è una Comunità RS sana.
Il Noviziato ha fatto la sua prima uscita assieme al resto del Clan. Non ho dato risalto ufficiale alla cosa perchè ritengo sbagliato dare a Novizi e Rover anziani l'idea che esista una qualsivoglia forma di separazione. Quindi, quando ci siamo ritrovati tutti assieme spero di essere riuscito a mimetizzarmi nel rumore di fondo.
Ho cercato di non stare addosso ai novizi, quasi ignorandoli se non per battutine e risate.
Il Maestro dei Novizi, infatti, non è un Aiuto Capo Unità e, quando il Noviziato confluisce definitivamente nel resto del Clan, non può far altro che sparire ed eclissarsi per accogliere il Noviziato successivo.
Siamo alla fine di Gennaio e, per quanto la Route estiva sembri lontana, ormai le cose da fare sono meno di quelle fatte. A Febbraio l'uscita coinciderà con la Giornata del Pensiero, a Maggio con il Challenge: restano due uscite: Marzo ed Aprile.
E per Marzo mi sta venendo un'idea...
Ieri abbiamo chiuso con Roverrò e Scouting for Boys, me le sento ancora nelle orecchie.

15 dicembre 2008

48 ore per l'Uscita


In realtà, l'uscita della domenica inizia la mattina del Sabato. Quando mi sveglio. Nei periodi di calma, anche di sabato e domenica, mi sveglio intorno alle 07:30 - 08:15. Se sono particolarmente stanco e stressato, mi alzo per le 09:30 - 10:00. Questa volta mi sono svegliato alle 10:35. Sono stanco. Domani avrei bisogno di dormire, non di travestirmi da cretino e andarmene sotto la pioggia su strade fangose a cercare di cambiare un po' il mondo. Anche quando l'uscita è stata teoricamente preparata c'è sempre un mucchio di lavoro da fare il giorno prima. Lavoro pratico: stampare le cartine, comprare una cartuccia di gas per il fornelletto. Lo faccio di malavoglia mentre il Sabato passa. Vorrei leggere, riposarmi, fare una passeggiata. Non si può. Arriva il tardo pomeriggio del Sabato. Qualcosa, nell'umore, cambia. Inizio a preparare l'equipaggaimento. Lo zaino, gli impermeabili, la cassetta del pronto soccorso. L'opinel, il cordino, i fiammiferi e l'accendino, le gavette, le borraccie. La macchina del caffè, la bomboletta per il fornellino, controllo l'uniforme, attacco bene i tizzoncini al portafoular, tiro fuori le scarpe da trekking ed il cappellone. Man mano che riempio lo zaino la stanchezza passa, la voglia cresce. Nascondo una stecca di cioccolato, imbarco un po' di posate extra per i 'distratti', imballo gli spiedi, mi rileggo la Seconda Lettera di San Paolo ai Corinzi e la voglia cresce ancora. Finchè diventa attesa. Un uscita è sacrificio: anche se è sabato sera non si può fare tardi, le 07:00 del mattino del giorno dopo incalzano.... non sono il solo a sacrificarmi... Suona la sveglia e sembra di essere andati a dormire da un secondo. E' la sveglia peggiore della settimana. E' tutto pronto: mi lavo, mi rado, trangugio il caffè e la colazione. Mi metto l'uniforme e riconosco a pelle le comodità e le abitudini di ogni tasca. Esco: in un solo viaggio riempio la macchina di zaino ed accessori. inizio a girare tra le case dei ragazzi che abitano a Matera Nord, attendo il loro ritardo, gioisco della loro puntualità. Il che non è raro. Arriviamo in Chiesa e siamo in pochi. Mi secca. L'uscita inzia alle 08:00 per tutti. Qualcuno si presenterà dopo le 09:00. Portiamo pazienza. Il sacerdote è un po' in ritardo. Noi non siamo loquaci, troppo sonno. Sono perso nei miei pensieri ( Ossia 2 neuroni tengono aperti gli occhi, gli altri 2 dormono ancora), quando una voce stridula squarcia il silenzio con un grido: " CANTO SETTANTANOVEEE!!) Tutti e 4 i miei neuroni sobbalzano nella scatola cranica: inizia la Messa... Il cervello si rimette in moto ed il resto di me torna in vita. Finita la messa ci tocca ancora attendere gli ultimi: e riesco a mettermi in Strada solo con una ventina di minuti di ritardo.Portiamo ancora pazienza: per qualcuno l'uscita sarà senza uniforme e/o scarpe adatte, per qualcun altro inizia alle 09:07. E, poi, la strada. Un percorso semi urbano che sono riuscito a rendere extraurbano il più possibile. Sulla Strada ci si rilassa e ci si scopre, è il momento di osservare, di immedesimarsi, di capire. Iniziano i tratti infangati, nessun problema per chi ha le scarpe da trekking, una specie di psicodramma per chi se ne è venuto con quelle da ginnastica nonostante tutte le richieste, le raccomandazioni e nonostante il fatto che la città sia stata appena sommersa da nubifragi continui non sia proprio un segreto di stato. I tratti infangati sono stati utilissimi per capire certe cose, per identificare chi si preoccupa degli altri, pet testare la reazione alle difficoltà.



La Strada ha occupato gran parte della mattinata. Un percorso brullo, costellato di rifiuti per gran parte. Siamo arrivati a destinazione poco prima di mezzogiorno e ci siamo subito impegnati nelle attività di cucina. A questo punto ho iniziato a rilassarmi un po'. Col fuoco acceso, i fornelli che riscaldavano piano l'acqua per la pasta, il pane twist e la carne che si cuovcevano più sull'entusiasmo e sull'allegria che sulle deboli braci, mi sono sentito tranquillo e soddisfatto.



Ancora più soddisfatto mi sento appena assaggio la piccola porzione di sushi preparata 'sul campo', a cui seguono pasta, arrosto e twist.





Con la pancia piena dopo una buona fatica è raro sentirsi depressi... Così, dopo il caffè, possiamo continuare le nostre chiacchierate sull'Operazione Paul, nello specifico la Seconda Lettera ai Corinzi. Ecco, se c'è una cosa che ultimamente ci sta riuscendo benino, è l'attualizzazione concreta delle Letture del Vangelo. Forse è un esercizio un po' rischioso, dopotutto non sono propriamente laureato in teologia ( ma grazie ad 'uomini e profeti' su radio tre ).
Poi, velocemente, rapidamente, tutto si liquefa. Si rifanno gli zaini e si torna a casa. Mi trovo alle 16:00 della Domenica stanco morto a sistemare le scarpe da trekking croste di fango. Pulire gli spiedi, riaffilare il coltello e ingrassarlo, lavare le gavette, sciacquare la borraccia. Metto tutto a posto, metodicamente. E rifletto sulla giornata, sugli sguardi, sullo scopo di tutta questa organizzazione, sulla sua efficacia. Inizio a realizzare di aver assistito a comportamenti fuori luogo, mi ubricao di "senno di poi", mi lavo, mi siedo e quasi mi addormento. Una bella uscita, MA.... MA... MA.. La sveglia lavorativa del giorno dopo mi strappa dal sonno istantaneo del post-uscita. I dolorini che si sono già manifestati da ieri segnano la mia età ( per fortuna quello più grave al ginocchio è scomparso ). I soliti rituali del mattino, il viaggio. E allora realizzo che non è andato proprio tutto a meraviglia. Che ho assistito a qualche episodio non proprio edificante. Inizio a sentirmi a disagio. Oggi, sono in vena di spiritosaggine. Ho portato in ufficio la scatola dei calendari scout che ora fa bella mostra sulla scrivania. Ho scritto un minicartello: "Ticket ICT: € 5,00 ma con calendario omaggio." Poi, faccio vedere le foto dell'uscita ad un collega. Che si incazza e, come uno spillo, fa scoppiare il palloncino del mio disagio. E' un ex Capo Reparto che resta ex perchè nella cittadina in cui vive adesso non c'è un gruppo Agesci. Gli faccio vedere le foto di ogni uscita ed è sempre un po' emozionato, gli luccicano gli occhi. E inizia la filippica: Non avrei dovuto permettere la partecipazione di ragazzi che hanno saltato la Messa. Non avrei dovuto permettere la partecipazione di ragazzi senza uniforme. Non avrei dovuto permettere la partecipazione di ragazzi senza scarpe da trekking. " il tuo tempo così lo sciupi: fai tanti sacrifici ma non serve a nulla: se non gli sta bene se ne possono stare a casa: a che serve che tu ti fai un programma, ci hai messo tempo, se poi deve saltare perchè uno arriva in ritardo, l'altro se ne viene senza scarpe da Trekking? Ma è meglio se gruppi in cui succedono 'ste cose chiudono, lo scoutismo mica è per tutti" _ " Ma gli altri - balbetto io" _ "Gli altri? Gli altri impareranno che nulla ha un valore e tutto è derogabile! Così si fa( nel senso hai fatto ) solo danno!" E se ne è andato senza manco comprare il calendario scout. Ha ragione, ovviamente, ma l'ultima volta che ho posto la questione in questi termini le cose non sono andate troppo bene. Forse non vale al pena di essere così rigidi, ma mi rendo conto che un minimo di restaurazione della normalità è necessario. Ma come, senza andare alla guerra? Intanto, la prossima uscita già è in gestazione nella mia mente. Per ora non mi arrendo.

10 novembre 2008

No, non metto il voto agli scout

Qui sopra c'è la cartina del percorso dell'uscita di Noviziato di Domenica 9. Niente di eccezionale, una passeggiata al Villaggio Saraceno, passeggiata che avrebbe dovuto fare da preludio ad un certo programma ma che ho dovuto cambiare obtorto collo. Infatti, all'ultimo momento, il Noviziato quasi al completo ha ritirato la sua disponibilità per un'uscita di giornata intera. L'organizzazione dell'uscita era stata tutta affidata alle pattuglie e, nonostante io sia notoriamente poco propenso a cedere in queste situazioni ed avrei preferito rispettare il programma anche se fossimo rimasti in due soli, mi è parso più ragionevole dimezzare l'impegno e triplicare il numero dei partecipanti. L'uscita merita solo due cenni: se in Route non vogliamo morire di sete e/o perderci nelle nostre tasche, temo che dovrò dedicare parecchio tempo alle basi dell'orientamento. Comunque l'attività è andata a buon fine e con un po' di pazienza abbiamo costruito la nostra bussola, trovato il nord con l'orologio e triangolato la nostra posizione sulla carta.
L'altro punto, il più importante, è che i ragazzi ora parlano. Parlano di tutto e iniziano ad uscire dal torpore post-passaggi. Mi hanno fatto una proposta di attività per il mese prossimo non proprio ortodossa, ma è stata avanzata con entusiasmo e non sarò certo io a frenarli. Infatti, ho notato che i ragazzi, in generale, propongono poco. Accettano le nostre iniziative, salvo poi disertare puntualmente quelle che ritengono noiose. Ed è proprio su questo punto che sto lavorando. Evitare che lo scoutismo diventi "un'altra scuola, un'altra palestra, un altro corso, un altro rigo dell'agenda da rispettare, un altro genitore di cui soddisfare le aspettative dicendo si".
Purtroppo, il trend non è favorevole.


27 ottobre 2008

48 ore on the rock....

Già, è stato un week end all'insegna della frenesia e dell'Adrenalina. Sabato mattina, durante la consueta passeggiata settimanale, sentivo l'energia crescere.. Il sabato è stato tutto dedicato al Linux Day. Prima la preparazione del materiale:


2 PC con linux ed un notebook con Vista ma equipaggiato esclusivamente con software open source. Poi lo switch, gli attrezzi e i lunghi cavi di rete che conservo dalla ristrutturazione di casa. Quindi il montaggio del sistema all'informagiovani, un'impresa di facchinaggio-elettricistico non indifferente. Un cavo di rete che non ne vuole sapere di funzionare, lo switch che ho portato con l'alimentatore sbagliato, un pc con la scheda video 'stonata'... tutto risolto in pochi minuti a botta di cacciavite e pinza crimpatrice. Finalmente, i primi ospiti.



E poi il delirio, con gli organizzatori che riuscivano a stento a star dietro alle richieste, alle proposte, alla curiosità ed all'entusiasmo di tanta gente interessata a fere le cose diversamente, eticamente, convenientemente. Un mega grazie a tutti quelli che hanno reso possibile "another brick in the wall": Carmela, Enzo, Domenico, Donato, Ferruccio, Marcello, Mariangela, l'Informagiovani tutto e un arrivederci a tutti quelli che sono stati nostri ospiti sabato. Ovviamente, dato che ho partecipato all'evento in uniforme ( La Co. Ca. del Mt 2 era presente con 2 capi ), ho pensato bene di pensare il mio contributo nello stile dell'Impresa: ideazione, lancio, progettazione, realizzazione, verifica e fiesta. A parte la verifica che è in corso, ci siamo, quindi, gettati sulla Fiesta: l'osteria Malatesta ha accolto la decina di sfiniti organizzatori con un succulento menù e un delizioso rosso sincero.


In un'atmosfera di gioia per il lavoro compiuto credo si siano gettate le basi per nuove amicizie e nuoi sodalizi: evviva il costituendo ZuL.U.G.
Purtroppo, nonostante il ritorno all'ora solare, la notte non è bastata a recuperare la stanchezza. E, così, mi sono presentato piuttosto assonnato all'appuntamento con il Noviziato, ( ore 10:00 solari ) per discutere dell'Impresa di Noviziato. Beh, da questo punto divista siamo ancora in alto mare.... Alle 11:00, con la Santa Messa preceduta dall'intervento del Vescovo, sono iniziati i festeggiamenti per il 50° anniversario della Parrocchia di Cristo Re, parrocchia che ospita il Matera 2. Dopodiché... beh, il Clan al completo si è trasferito in una locazione inconsueta: una sala ricevimenti! Infatti, siamo stati invitati dall'UNITALSI a partecipare al loro pranzo di gala a conclusione del cammino iniziato assieme con il pellegrinaggio di servizio a Lourdes. Una specie di catastrofe calorica: dopo tanta squisita abbondanza ieri non ho cenato, stamattina non ho fatto colazione, e non ho ancora fame... Forse perchè a fine serata i ragazzi mi hanno lanciato in alto quelle 6-7 volte e ho visto il soffitto ad un palmo dal naso ( bello sforzo, dirà chi mi conosce di persona... ), ma mi sento ancora tutto sottosopra...
Sempre ieri al pranzo, ho ricevuto una richiesta un po' particolare che accoglierò volentieri se mi sarà fisicamente possibile ma che mi obbliga ad interrogarmi su un fatterello semplice:
come si fa a cresimarsi?
Alla prossima.

20 ottobre 2008

La Prima Uscita di Noviziato.


Per un Maestro dei Novizi, la ciclicità è brevissima, meno di un anno scout. In pochi mesi bisogna traghettare un pugno di ragazzi curiosi, diffidenti e spaventati, dal Reparto al Clan, cercando di non perderne troppi lungo la via.
Quest'anno ho un po' di esperienza in più, spero abbastanza per aver impostato l'approccio sull'ascolto eliminando ogni apparenza di 'effetti speciali'.
Solo il tempo può essere sereno giudice di questo lavoro, di questo impegno.
La Strada, che da Piccianello ci ha portato alla Valle dei Castori e poi su, fino in cima alla collina della Madonna degli Angeli, con ritorno attraverso la Gravina e Porta Pistola, mi ha permesso di osservare. Osservare e rassicurare i loro dubbi e le loro peprlessità sul futuro così imminente...
Un'attività semplice, una traccia di Catechesi ispirata a San Paolo, un buon caffè per scacciare l'umidità di una domenica nebbiosa... Tutto questo basta?


Spero di si, non ci resta molto altro e, in fondo: dove troveremo tutto il Pane.......

PS: il Linux Day si avvicina, spero che l'Agesci non si offenda se per un paio di giorni prima del 25 la metto in stand-by...

17 ottobre 2008

6 paia di occhi brillanti...

La prima riunione di Noviziato mi ha regalato serenità, gioia e voglia di fare.
E una ennesima conferma che i Ragazzi sono bravi e che i loro problemi o cattivi comportamenti sono quasi sempre il riflesso di problemi e cattivi comportamenti degli adulti.
Dopo un canto, la preghiera del Rover e della Scolta, abbiamo iniziato a parlare in serenità di cosa faremo quest'anno, di cosa faremo nei prossimi giorni. E, per fortuna, il mio non è stato un monologo. Sono sinceramente commosso da quell'energia innocente che la naturale ( e reciproca ) timidezza di questa nuova conoscenza non riusciva a trattenere.
Spero di essere all'altezza delle loro aspettative, ma ieri è andata bene...
Domenica la prima uscita. Non vedo l'ora..

15 ottobre 2008

ai blocchi di partenza ( i passaggi di branca )

La Giornata dei Passaggi è filata via liscia, portandosi dietro i timori legati ad ogni nuovo inizio.
Io l'ho passata tranquillamente ad una postazione delle prove del gioco dopo essermi goduto lo splendido spettacolo del lancio ispirato ad "Il Mago di Oz". Man mano che il tempo passava, un po' di emozione mi ha sfiorato per la consapevolezza di star per ricominciare in pieno un anno scout da Maestro dei Novizi.
I passaggi hanno sciolto ogni esitazione e trovo inutile provare a descrivere l'entusiasmo con cui siamo pronti alla nuova avventura.
Quest'anno sono riuscito a limitare lo sconcertante spirito nonnistico con cui il Clan progetta di accogliere i novizi. Spero di far meglio la prossima volta!
Il Noviziato è di sei ragazzi ed una ragazza ( signorine, sono aperte le iscrizioni, fatevi avanti ) e domani c'è la prima riunione.
Spero solo di essere all'altezza, alla loro altezza.
Alla prossima.

PS, Nota di Servizio: un pubblico ringraziamento all'Amministrazione Comunale che è riuscita a far passare Matera dal 50° al 103° posto nella Classifica de "Il Sole 24 Ore" Ecosistema Urbano 2009... Finalmente Fatti Concreti...

2 ottobre 2008

Coerenza e Testimonianza nel Servizio

Lo zaino è pesante e la Notte è Nera.
Ma portiamo con noi la Luce di Lourdes e la Fede cheabbiamo incontrato lì sorrege i nostri passi.
Non portiamo nulla di superfluo con noi, salvo le noste paure, i nostri egoismi, i nostri idoli.
Scegliamo con oculatezza il contenuto dello Zaino:
la Tenda, riparo per la Notte e simbolo di Comunità.
La Torcia, per guidare i nostri Passi,
il Pane, per sostenerli.
E la Memoria dei giorni passati assieme
perchè ci accompagni in ogni scelta
perchè sia filtro di ogni nostra azione.
Capiterà che non saremo noi a scegliere come e quando servire,
ma sarà il Servizio a pretendere un tributo di coerenza ed amore alle noste vite.


preparando la prima uscita di Clan...

Formazione Capi: Nomina a Capo.

Già, da quest'anno anche io avrò questa dicitura sui moduli del censimento.
Sabato scorso ho ricevuto dalla mia Comunità Capi le insegne Wood-Badge.
Questo dovrebbe essere lo spazio in cui esprimere le emozioni, la gioia, pubblicare le mie considerazioni eccetera.
Ma ora non mi va.
Preferisco dar spazio ai ringraziamenti.
Ringrazio di cuore le persone che hanno avuto fede in me, che mi hanno accolto, che hanno parlato ed ascoltato. Ringrazio i fratelli lontani, solo nello spazio e mai nel tempo, ringrazio chi ha dato il Suo Servizio per farmi arrivare fin qua, ringrazio i Ragazzi, ringrazio chi avrebbe dovuto esserci e purtroppo non c'era.
Sabato ci aspettano la Strada e una notte di campo. Il Gilwell lo si porta dentro

Strada facendo,

di Claudio Baglioni

Cantata da Peppe e dal Resto della Co.Ca. del
Matera 2 " San Francesco " il 27 Settembre 2008

Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l'anima smaniosa a chiedere di un posto che non c'è
tra mille mattini freschi di bicletta,
mille e più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me...

Io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via
e ho respirato un mare sconosciuto
nelle ore larghe e vuote di un'estate di città
accanto alla mia ombra nuda di malinconia...

Io e le mie tante sere chiuse, come chiudere un ombrello
col viso sopra il petto a leggermi i dolori ed i miei guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro un senso di inutilità
e fragile e violento mi son detto tu vedrai...vedrai...vedrai..

Strada facendo vedrai che non sei più da solo
strada facendo,
troverai un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore...
vedrai più amore....vedrai!.

Io troppo piccolo fra tutta questa che c'è al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo a prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e invecchiato mi son detto tu vedrai,vedrai..vedrai..

...Strada facendo, vedrai, che non sei più da solo
strada facendo, troverai, anche tu
un gancio in mezzo al cielo, e sentirai la strada
far battere il tuo cuore, vedrai più amore, vedrai...

E una canzone e neanche questa potrà mai cambiar la vita
ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è
finita...cos'è che mi spezza il cuore tra canzoni e amore
e che mi fa cantare e amare sempre più,
perché domani sia migliore, perché domani tu...