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12 aprile 2024

Breda BA 88 Lince: il bombardiere del Duce





Non c'è che dire: questo bimotore è bellissimo.

Ha una linea pulita ed è costruito con tratto elegante: sembra quasi disegnato da Miyazaki.

Durante le prove, i prototipi raggiunsero velocità simili (e a volte anche maggiori) di quelle dei migliori caccia inglesi dell'epoca: niente male per un bombardiere.

Il prototipo del Breda  BA 88 Lince macinò record su record e Mussolini, impressionato, ordinò che l'aereo fosse messo in servizio al più presto.

Solo che...

Una volta installate le armi, le prestazioni decaddero come il crollo della borsa del '29 e il comportamento di volo diventò pericolosissimo.

Alla Breda ce la misero tutta, ma non ci fu verso: l'aereo restava una ciofeca inutile e ingovernabile.

Ma perché questa dicotomia tra un prototipo e un aereo di serie?

Semplificando: la tecnologia strutturale della fusoliera. Invece di una struttura a semiguscio il Breda era costruito con una struttura tubolare d'acciaio, ben più antiquata e pesante.

Certo, l'aereo era robustissimo, ma era anche un inutile ferro da stiro.

In pratica, tutto quello che serviva per la guerra (ossia per fare sul serio e non giocare), strumenti, armi, carburante extra e bombe, doveva essere trasportato in regime di sovraccarico

E perché alla Breda avevano deciso per questa soluzione antiquata?

Non erano bravi?

Ma figuriamoci...

Dai, su: se seguite questa pagina l'avete già indovinato: i capoccia della Breda non avevano interesse alcuno nell'investire in tecnologie più avanzate e soprattutto nel formare nuovamente le maestranze abituate a saldare fusoliere d'aereo fatte praticamente coi tubi innocenti delle impalcature.

E poi...

Già: un buon prototipo, un pessimo aereo da combattimento...

E poi?

E poi il Lince entrò in produzione.

E non solo entrò in produzione fino ad equipaggiare un paio di gruppi di nessun valore bellico.

Per renderlo almeno limitatamente adatto al ruolo di caccia pesante e ricognitore fu usato senza mitragliatrice posteriore con equipaggio del solo pilota.

Ma fu tutto inutile.

I Comandanti della Regia Aeronautica smontarono dai Breda tutto l'equipaggiamento riciclabile ed usarono i velivoli come... falsi bersagli per i bombardieri inglesi sparpagliandoli per gli aeroporti.

Ma non è finita.

Per motivi fascistissimi, la Breda continuò a sfornare Lince per tutto il 1940...

Aerei che venivano fabbricati, pagati, consegnati alla Regia Aeronautica e da questa... demoliti per recuperare i materiali strategici di cui erano fatti.

Quando sento parlare i nostalgici di quell'organizzazione criminale che fu il partito fascista mi vien sempre voglia di schiaffare nelle loro zucche questi dati di fatto sul fascismo.

Un'incompetenza criminale tale da far costruire aerei per demolirli mentre il Paese è in guerra.


















Nota Modellistica.

Il kit della Special Hobby soffre di una doppia personalità: una parte degli incastri è stata semplicemente perfetta, un'altra da incubo costringendomi a stuccature estese.
La mancanza di qualsivoglia armamento di caduta, poi, non è proprio il massimo.
Ma temo ci sia poco da scegliere. Alla fine è venuto un bel lavoro (limitatamente alle mie scarse capacità).


17 giugno 2023

Idroplano Savoia S.21: Meglio Porco che fascista












Nei giorni del centenario della nostra Aeronautica Militare dedico questo modellino a tutti i piloti e avieri caduti a causa delle guerre fasciste: uccisi dal nemico, assassinati dalla corrotta incompetenza della violenza fascista.

L'Idroplano da caccia Savoia S.21 non è mai esistito.

E' il frutto della fantasia di quel genio di Hayao Miyazaki che, con il film di animazione Porco Rosso, omaggia proprio il coraggio degli aviatori italiani.

E proprio perché è un aeroplano di fantasia che lo dedico alla nostra aeronautica.

Non l'iconico F-104, nè l'assurdo CR-42 e neppure il superbo Eurofighter Typhoon.

Scelgo l'S.21 perché la fantasia è un ottimo rifugio di fronte all'asprezza della realtà.

Scelgo l'S.21 perché il coraggio , l'abilitàe l'ingegnosità dei piloti (e dei tecnici) italiani sono ben rappresentati nel film.

E, in ultima analisi, perché è un bellissimo aereo che non ha mai ucciso nessuno.


PS: nota modellistica. Il kit della FineMolds è molto giapponese.

Nel senso che è TUTTO in giapponese, quindi, se non si  ha un minimo di esperienza, potrebbe essere complicato montare il modellino.

Ed è anche molto giapponese nel senso che è un kit di elevata qualità per plastiche, incisioni, assemblaggio e decals.

Mi sono divertito molto, sia a montarlo che a volarci...


16 maggio 2023

Dewoitine D.520: le scarpe di cartone






Oggi parliamo di un caccia francese di fine anni '30: il Dewoitine D.520.

Non fu un cattivo aereo,  ma non resse il confronto coi ME-109 tedeschi.

Era ben armato per i tempi: durante la primavera del 1940, 4 mitragliatrici leggere e  un cannone da 20mm erano un armamento pesante.

Era anche piuttosto maneggevole. 

Tuttavia, la mancanza di addestramento a tattiche moderne di guerra aerea dei piloti francesi fece pendere la bilancia in favore dei caccia tedeschi.

La Francia fu sconfitta in pochi giorni dal BlitzKrieg nazista e  parecchi di questi aerei furono catturati, intatti, a terra.

E chi decise di usare questi aerei (obsoleti contro i tedeschi del 1940) per difendersi dai supercaccia americani del 1943?

Ma la fascistissima Regia Aeronautica!

Gli obsoleti D-520 di preda bellica furono impiegati, per disperazione, negli ultimi mesi di guerra contro gli Alleati.

Disperazione causata dall'inefficienza e corruzione nella produzione aeronautica fascista, si intende.

Mica disperazione di fronte alle distruzioni dei bombardamenti alleati sulle nostre città difese ancora anche da biplani CR-42.

Il fascismo è una merda per tutti, non solo per le sue vittime innocenti. 

Ma anche per gli stessi fascistissimi piloti dell'Arma fascistissima per antonomasia: l'aviazione.



 

19 aprile 2023

SM-79 Sparviero: L'Eccellenza non basta



Stiva bombe (aperta) e siluro
















La cabina in approntamento


Il Savoia-Marchetti S.M. 79 "Sparviero" è stato un bombardiere medio ed aerosilurante Italiano della Seconda Guerra Mondiale: un gioiello di  tecnologia e di prestazioni...

A metà anni '30.

Dovete sapere che gli aerei, a quei tempi, diventavano obsoleti con lo stesso ritmo dei cellulari. Un aereo doveva essere aggiornato almeno ogni anno se non più spesso (ammesso che avesse sufficiente potenziale di crescita). Tra il 1940 e il 1945 gli Spitfire inglesi furono prodotti in una ventina di versioni e sottoversioni, giusto per fare un esempio eclatante.

Durante la Guerra di Spagna (1936-39), lo Sparviero si comportò benissimo: era così veloce da non aver bisogno di caccia di scorta.

Fu prodotto in massa (relativamente: 1200 esemplari in tutto) per la Regia Aeronautica ma, quando l'Italia entrò nella Seconda Guerra Mondiale, era un aereo obsoleto e fu un vero peccato che la Regia Aeronautica l'abbia usato per tutta la durata del conflitto.

Tanto per cominciare, il primo problema dello Sparviero era la formula trimotore: un bombardiere aveva bisogno di una prua vetrata con buona visibilità per il puntatore e la postazione di mira dello Sparviero era molto sacrificata.

Inoltre, la stiva bombe era concepita in maniera tale da far cadere le bombe veticalmente (ossia perpendicolari al flusso aerodinamico) e non orizzontalmente, il che implicava una grande dispersione degli ordigni.

Poi, la fusoliera: era fatta di tralicci di tubi d'acciaio, non proprio il massimo per risparmiare peso. Le ali erano in legno e i rivestimenti in tela: l'SM-79 andava a fuoco spesso e volentieri.

Attenzione: non è che l'industria italiana non sapesse fare di meglio: non era incentivata a farlo. Nel regime di corruzione fascista imperante la qualità non pagava e l'innovazione era solo un costo. Tanto paga pantalone...

Questo passava il convento e i piloti della Regia si sacrificarono con il solito inutile coraggio.

Lo Sparviero fu usato anche come aerosilurante con qualche successo: 4 cacciatorpediniere e altre 3 piccole navi da guerra inglesi finirono a picco.

Niente di esaltante, sia chiaro: il velivolo era decisamente troppo grosso per il ruolo.

Gli aerosiluranti inglesi, giapponesi ed americani erano molto più piccoli.

L'Italia, povera, con una industria farraginosa, perennemente a corto di risorse, motori e materiali, mandava a fare l'aerosilurante un bestione di dieci tonnellate largo 20 metri, propulso da ben TRE motori e con a bordo 6 persone mentre per lo stesso ruolo (e con risultati ben diversi) gli alleati usavano aerei più piccoli e meno costosi (in genere monomotori bi/triposto). Insomma, i fasci si comportarono da poveri che spendono più dei ricchi.

E non solo: come aerosilurante, lo Sparviero era teoricamente in grado di trasportare due siluri. In pratica, con quel peso aggiuntivo l'aereo diventava lentissimo e poco manovrabile, quindi la configurazione con due siluri non venne quasi mai usata.

Ma per anni, in foto di propaganda, il regime mostrò l'aereo con due siluri, preparando gli inglesi al peggio...

Furbi, no?

Sei debole, pianifichi di aggredire chi è più forte, prepari il tuo avversario a rendersi ancora più forte.

Si può bluffare, certo, ma non quando hai già deciso in anticipo di mostrare le tue carte...

Nota modellistica: il kit italeri è men che mediocre (non che io sia un gran modellista): i numeri sulle sprue sono messi a casaccio e anche con senso invertito, quindi bisogna girare la sprue ogni volta e per fortuna il pezzo 6 e il pezzo 9 non erano confondibili. Poco chiare anche le istruzioni per le decals. Assemblaggio discreto.

A me è piaciuto farlo e documentarmi un po' con un occhio alla Memoria di una generazione sfortunata.

13 marzo 2023

Fiat CR 42 Falco ed Aermacchi MC 200 Saetta: il fascismo fatto aereo

Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra

Fiat CR 42 Falco a sinistra, Macci MC 200 Saetta a destra


Quale dei due aerei qui sopra ha volato per primo? 

E quale dei due aerei qui sopra è entrato per primo in servizio con l'Aeronautica Italiana?

Mentre ci pensate, vi ricordo che quest'anno è il centenario dell'Aeronautica Militare Italiana.

E ho deciso di iniziare a fare modellini di aerei che hanno prestato servizio con l'Arma Azzurra iniziando proprio da questi due modelli della Seconda Guerra Mondiale.

Sono stato titubante per molto tempo, in parte per ragioni che saranno più chiare alla fine del post, in parte perché i fasci littori delle insegne stonano con la mia libreria. 

Torniamo ai due caccia.

Il biplano è un Fiat CR 42 Falco. Primo Volo: 23 maggio 1938, entrata in servizio l'anno dopo, nel maggio del 1939.

E il Monoplano? Macchi MC 200 Saetta. Primo Volo: 24 dicembre 1937, entrata in servizio: 1939...

Il biplano, in pratica, fu un aereo più nuovo (ma, ovviamente, non più moderno) del monoplano.


Fiat CR 42

Fiat CR 42

Fiat CR 42

Macchi MC 200 Saetta

Macchi MC 200 Saetta


Macchi MC 200 Saetta


Vi dirò di più: il monoplano MC 200 fu l'aereo vincitore del concorso per il nuovo caccia italiano indetto nel 1936. 

E il biplano CR 42? Quando mia moglie ha visto il modellino pensava fosse di un aereo della Prima Guerra Mondiale, non della Seconda.

E non posso darle torto. Certo, anche gli inglesi, soprattutto in teatri secondari come il Mediterraneo, all'inizio della Guerra usarono dei biplani (i Gloster Gladiator, ad esempio).

Ma, appunto: aerei obsoleti alla fine della vita operativa, non aerei nuovi freschi di tavolo di progetto.

Ricapitoliamo: c'è un concorso per un nuovo caccia. Lo vince il MC 200. E il  Fiat CR 42? Non era in concorso. Non era nemmeno sul tavolo da disegno. La Fiat partecipò a quel concorso con un suo modello, il G50 "Freccia".

E che cosa successe a questo aereo perdente?

Ma venne ordinato dall'Aeronautica come se fosse stato il vincitore: perbacco, vorrai mai dare un dispiacere all'Agnelli di turno in Italia?

Si sa, la Fiat, l'Italia,  altri tempi, poi al potere c'erano i fascisti, la corruzione era endemica, sì, sì e bla bla bla.

Come se certe cose fossero cambiate.

E ancora non siamo arrivati a parlare di questo benedetto CR 42.

Ma perché l'aeronautica, pur avendo in produzione un caccia vincitore, pur avendo deciso di dare un contentino anche alla FIAT ordinando anche il suo monoplano, ordinò, l'anno dopo, anche un nuovo ma antiquato biplano?

Durante la Guerra di Spagna, i 'volontari' italiani che combattevano per i fascisti di Franco si trovarono benissimo con il FIAT Caccia CR 32, biplano.

Il CR 32 era, ai tempi, il caccia standard dell'Aeronautica Italiana.

Ne furono fabbricati più di mille nei primi anni '30 e alla FIAT, a Torino, c'era una grande linea di produzione di questo caccia.

Tuttavia, i successi di questo aereo furono ingannevoli, come dimostrò il successivo conflitto mondiale.

La dottrina militare dell'aeronautica italiana, ispirata a questi presunti successi, privilegiava il duello individuale acrobatico e non gli attacchi in formazione. Per i nostri generali le radio non servivano e bastavano due mitragliatrici leggere (mentre all'estero se ne usavano anche otto per non parlare dei cannoni).

E che succede quando un soldato addestrato ed equipaggiato per la guerra che sta combattendo ne incontra uno addestrato ed equipaggiato per una guerra immaginaria che è solo nella sua testa? Questo secondo soldato è un uomo morto.

E, infatti, così andò durante la guerra: i nostri abilissimi piloti (abilissimi nelle acrobazie) furono macellati a bordo dei loro agilissimi biplani da meno abili ma meglio addestrati (e assai meglio armati) piloti alleati.

E non ne parliamo a livello industriale, come evidente da tutta questa giungla di sigle. La Germania ebbe due modelli di caccia principali, l'Inghilterra lo stesso, gli USA: tre. L'Italia? 6 o 7 e credo anche di più. Il che implicava bassi ratei di produzione e gravissime difficoltà nella gestione della logistica dei ricambi.

E, fianlmente, arriviamo al CR 42, evoluzione del CR 32:  quando la FIAT propose alla Regia Aeronautica l'ultima evoluzione del biplano CR 32 che tanto aveva ben figurato in Spagna e che tanto piaceva ai piloti, gli ordini fioccarono.

Anche se Germania, Inghilterra e Francia avevano già abbandonato da un pezzo i biplani e il caccia tedesco Messerschmitt Bf 109, monoplano, aveva avuto pure lui successo in Spagna.

Anche se c'era un vincitore del concorso per il nuovo caccia MC 200.

E direi, soprattutto perché la linea di produzione del CR 42 era praticamente la stessa del CR 32 che, altrimenti, sarebbe stata chiusa.

"E che ce ne facciamo, caro Duce, di tutti quei capannoni, attrezzi, maestranze, mica li vogliamo buttar via. E aggiornarli per produrre altri aerei costa..."

E questa fu una costante: l'industria Italia era a conoscenza di soluzioni tecniche all'avanguardia (ES: saldatura vs rivettatura) ma preferiva non implementarle perchè adottarle avrebbe implicato investimenti che il sistema semifeudale e corruttivo del fascismo rendeva inutili.

Così, il biplano CR 42, obsoleto ancor prima di lasciare il tavolo da disegno, fu l'aereo più prodotto dall'Italia in assoluto: 1800 e passa esemplari.

Era privo di radio, di corazzatura, con un armamento poco più che simbolico, ma ai piloti piaceva tantissimo. Ai piloti italiani piaceva anche tantissimo il tettuccio aperto nonostante la maggior resistenza aerodinamica e la minor velocità che implicava. Il tettuccio aperto piaceva così tanto che quando l'MC 200 ebbe problemi di qualità con le vetrature speciali autarchiche, invece che per risolverlo i piloti premettero per usare anche sul ben più veloce monoplano un tettuccio aperto. Tanto, in mancanza di radio, si comunicava a gesti.

Già: i piloti inglesi si accordavano via radio per attacchi in massa coordianti, ai piloti italiani dovevano bastare i gesti...

Ecco perché sono titubante a costruire modellini di aerei italiani: mi ricordano la quotidianità kafkiana di questo Paese in cui, nello specifico, pur potendo costruire un caccia modesto ma almeno decoroso nei confronti dei concorrenti diretti, per favorire i profitti privati del potente di turno e secondo una logica non scientifica si mandarono al macello i piloti su aerei nuovi di zecca ma obsoleti.

Per non parlare delle nostre città lasciate indifese dai bombardamenti alleati.

Insomma, mi vengono i nervi a ripensare alla follia criminale di queste decisioni e i modellini li faccio per svago non per farmi venire l'ulcera.

Comunque, il CR 42 nei primi mesi di guerra in Mediterraneo e Nordafrica, opposto a velivoli inglesi altrettanto obsoleti, si comportò decorosamente.

Quando fu mandato a duellare con gli Spitfire fu il massacro.

L'MC 200 si comportò bene fino a quando non fu surclassato in numero e prestazioni dai più moderni caccia alleati.

Curiosità: l'MC 200 era complicato da produrre e per farlo occorrevano il quadruplo di ore/uomo di un caccia tedesco ME-109.

L'italietta produsse poco più di mille MC 200, la Germania 35mila ME-109...

Ora, concludo con una nota che mi piacerebbe fosse letta da quella gente che terrebbe volentieri un busto di Mussolini in ingresso.

L'aeronautica, all'epoca, era l'arma fascistissima per eccellenza.

Per tutti gli anni 20 e 30 era famosa per imprese eroiche e guasconate spettacolari ma di scarsissimo valore militare, alla prova dei fatti.

E i suoi piloti erano crème de la crème, l'elite, il fior fiore della gioventù fascista.

Gente che, alla prova dei fatti, si mostrò coraggiosissima e tenace.

Ma il loro amato Duce li mandò a morire in un vecchio biplano nuovo di fabbrica per non far smontare, all'Agnelli di turno, le sue linee di produzione obsolete.

Il fascismo è un crimine capace di annoverare tra le sue vittime i fascisti stessi direttamente mentre il crimine lo compiono.