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20 luglio 2021

Colleghi

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Oggi ho rivisitato e ricondiviso tutti o quasi i post che ho scritto sul G8 di Genova.

Voglio, oggi, ricordare un gruppo di persone che raramente viene considerata, incuneata tra carnefici e vittime.

Voglio ricordare i poliziotti e i carabinieri onesti.

Centinaia di migliaia di persone che lavorano per la nostra sicurezza con abnegazione, spesso andando ben oltre il proprio dovere, condannate.

Condannate a prestare servizio fianco a fianco di colleghi che hanno violato la Legge che avrebbero dovuto difendere e torturato i cittadini che avrebbero dovuto proteggere.

Prestare servizio al posto di blocco con un picchiatore di Bolzaneto non deve essere una bella esperienza, divisi tra il pericolo di fronte e quello al tuo fianco.

E' solo un'altra conseguenza dell'ingiustizia che le Vittime della Repubblica Italiana, per mano di questi criminali sadici, hanno subito.

La stessa Repubblica che ha protetto Carnefici e Mandanti arrivando anche a perseguitare le vittime.

Quindi, chiudo quesa giornata con un pensiero a tutti quei servitori dello Stato e dei cittadini costretti all'intollerabile convivenza con criminali come colleghi sul posto di lavoro.

E che si trovano costretti, dall'Omertà prepotente che viene dall'Alto, ad abbozzare di fronte a questi colleghi.

Quando, invece, avrebbero voglia di fare una cosa sola: mettergli le manette.

Per la più grave violazione dei diritti umani in Europa Occidentale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.


20 luglio 2016

Dalla Diaz ad Istanbul, 15 anni di Made in Italy

Sono passati quindici lunghi anni dai fatti di Genova.
E pochi giorni da quelli di Istanbul.
Ci si indigna per le epurazioni, per le violenze, per gli arresti arbitrari, i corpi nudi e legati.
Ma della "Più grave sospensione dei diritti umani in Europa Occidentale dai tempi della Seconda Guerra Mondiale" non si parla più.
In Italia il reato di tortura non esiste e non esisterà ancora per chissà quanto tempo.
Il mio problema, però, resta un altro.
I carnefici di Diaz e Bolzaneto sono ancora tutti lì.
A darci i passaporti.
A controllare se abbiamo le cinture.
E anche a soccorrerci quando ci scippano o peggio.
Ascoltano le vittime di stupri.
Combattono la Mafia.
Quindici anni fa erano lì, oggi pure.
A Istanbul ed Ankara il modello italiano è di casa.
Tortura e Fascismo: Made in Italy


9 aprile 2015

Tortura

Il fatto che l'Italia ha torturato gente a Bolzaneto e Diaz lo sapevamo già con tutte le conseguenze del caso.
Il fatto che Genova sia stata scientemente abbandonata al saccheggio dei Black Block dai torturatori pure.
Ora che la cosa ha la relativa ufficialità di una corte Europea che cambia?
Niente in meglio.
Solo in peggio.
Al posto di blocco per vedere se hai la Cintura di Sicurezza allacciata la densità di probabilità di trovare un torturatore non è aumentata nè diminuita, solo ufficialmente confermata.
E dopo i vari casi Aldrovandi che si succedono con angosciante frequenza come fai a non farti balzare il cuore in gola di fronte alla paletta anche se non hai bevuto, hai l'auto revisionata e andavi a 40 all'ora con cintura di sicurezza e cellulare nel borsello?
Come fai?
E i tuoi cari amici che sono in Polizia?
Di loro ti fidi?
Ma come fai solo a pensarci: anche del più fascio ti fidi, no? 
Il dramma è pensare che devono lavorare con torturatori e tu lo sai e loro pure e questo lo trovi insopportabile tu figurati loro.
Ci sono torturatori alla Manifestazione di Libera, nei piani alti dei ministeri e a raccogliere denunce per Stalking.
Ci sono torturatori accanto a te e tu lo sai.
Il primo compito fondamentale dello Stato è la Sicurezza: gli uomini si aggregano per difendersi prima dal Leopardo poi dagli altri uomini.
Scuola e Sanità e ponti e musei vengono dopo la Sicurezza.
E la tortura non è Sicurezza.
E' tortura.
Pago gente (troppa gente, dati alla mano) potenzialmente per torturarmi.
E non ci posso fare niente.
O quasi.

27 settembre 2012

Sallusti, la Diaz ed il gelato alla crema

Ho preso atto senza dolore della condanna di Sallusti al carcere per diffamazione.
La vicenda è complessa e mi spinge a qualche considerazione di merito e di metodo.
Primo punto, quello banale.
A chi è utile che quest'uomo vada in carcere?
A me, no.
Alle vittime dirette del reato neppure.
A noi tutti un altro detenuto costerebbe circa € 250,00 al giorno.
Se qualcuno mi dovesse (facciamo le corna) aggredire e procurare un danno fisico e materiale a me interesserebbe per caso qualcosa del suo destino?
A me interesserebbero due cose: essere risarcito completamente ed abbondantemente da costui e che mi venisse garantita l'irrepetibilità del gesto verso di me e verso altri.
In genere, questa seconda necessità è garantita dalla Società con l'incarcerazione.
Ma non sempre.
E non per tutti.
Quindi, no, grazie, ritengo che non sia di alcuna utilità che quell'uomo sia incarcerato. Quell'uomo come gran parte dei detenuti italiani.
Vi è, poi, la questione della 'libertà di informazione', ossia del 'reato di opinione'.
Questa è una cosa seccante.
Mi fa incazzare parecchio che si considerino certi lucidi tentativi di mentire al pubblico come 'opinioni'.
"Mi scusi, lei preferisce il cioccolato o la crema?"
Questa è un'opinione.
Ma affermare falsità risibili per scopi personali mica è un'opinione.
Se è successo il fatto x ed uno scientemente afferma che invece è succeso y mica è un reato di opinione quello che hai commesso, hai detto una balla e maggior ragione è una cosa grave quanto più tu guadagni dalla balla a danno di chi da questo fatto ne riceve grave offesa.
Le opinioni sono una cosa, le menzogne infanganti un'altra.
Ancora non considero utile a nessuno che Sallusti vada in carcere.
Ma non è stato condannato per reato di opinione.
Ma per una gravissima aberrazione della realtà.
Io posso anche pensare che la Terra sia piatta, purchè non minacci con violenza chi ritiene che sia rotonda.
Un ultimo punto.
La Repubblica Italiana ha inflitto punizioni corporali con danni permanenti a decine e decine di giovani innocenti, incolpevoli, torturati e massacrati senza processo alcuno nella Scuola Diaz e nella casema di Bolzaneto da Pubblici Ufficiali quasi tutti ancora adesso, in questo istante, in servizio presso la Repubblica Italiana.
Sallusti ha avuto tutti i modi ed i tempi per difendersi e ha negligentemente ignorato tali possibilità.
Quanti nonsallusti sono in galera, magari innocenti, per molto meno, senza aver avuto un millesimo delle possibilità difensive del nostro 'fantasioso' direttore?
Se pur  la Repubblica Italiana, col plauso del Sallusti & C., si è permessa di pianificare ed attuare "La peggior sospensione delle libertà civili in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale", saremo noi favorevoli ad un insensato contrappasso?
No.
Ma non in silenzio.
Se l'innocenza ha meritato la minaccia di stupro col manganello, fratture e denti rotti, violenza indicibili, cosa meriterà, in Italia, l'atroce menzogna speculativa di un uomo potente?
Neppure il carcere? Sia pure.
Ma non in silenzio.
Che si sappia, che sia chiaro a tutti quanto questa cagnara su questa condanna sia non ingiusta, ma inutile.
Meglio il silenzio di fronte alle gigantesche ingiustizie perpretate dalla Repubblica ai danni degli innocenti.
Cari giornalisti, chiedete pietà ma non sporcate il vocabolario attribuendo reati d'opinione dove opinione non ce n'è.

17 luglio 2012

Accidia

La quantità di persone che desiderano un'Italia laica, moderna, efficiente ed equa non è facilmente stimabile ma senz'altro è più che sufficiente per innescare una massa critica di rinnovamento e conversione del Paese.
Diritti delle Persone, lavoro, reddito, energia rinnovabile, ambiente come ricchezza, decementificazione e diritto alla casa, tutele, l'elenco delle cose di Sinistra indispensabili a questo processo non è breve e non lo ripeterò qui, anche perchè c'è Pippo Civati ad averne scritto uno bellissimo per contenuti e realizzabilità.
Insomma, sono in tanti a desiderare che questi provvedimenti vengano realizzati quanto prima.
Da parte di chi?
Chi dovrebbe essere, nei consigli comunali, regionali, in Parlamento ad agire secondo questi "desiderata"?
Dov'è il Partito che rappresenta questa non piccola fetta di popolazione?
Mistero.
I risultati dell'Assemblea del Partito Democratico sono sotto gli occhi di tutti.
Il progetto per l'Italia (bello o brutto che sia) di Bersani è stato mediaticamente schiacciato dalla polemica sui matrimoni omosessuali che si sono mangiati anche la ben più cruciale battaglia per le Primarie di collegio.
Intendiamoci: io sono completamente favorevole ai matrimoni omosessuali, assai più che ai riconoscimenti delle coppie di fatto, banalmente perchè vivendo in Italia sono diventato allergico a chi accampa diritti senza doveri.
Ma non è questo il punto.
Il PD è stato mediaticamente massacrato.
Un risultato utile, per esempio, all'attuazione del matrimonio omosessuale, vero?
Mi domando se gli autori della polemica lo desiderino sul serio, questo matrimonio omosessuale.
Per fortuna, il tempo stringe.
Tra poco si vota.
E ognuno dovrà fare le sue scelte.
Vediamo un po' cari amici di sinistra che desiderate tanto, ma tanto tanto un'Italia diversa.
Chi volete che sia a realizzarla, cari bravi ragazzi di Sinistra ?
Il PD no.
E' evidente.
Non volete che sia il PD.
Vediamo un po':
volete che sia Vendola? 
Quello del supporto alla FIOM/CIGL senza se e senza ma? 
Ma non volevate un mercato del lavoro diverso che dia sollievo ai precari?
Vendola mi piace quando approva la legge sul software libero e va in TV dicendo cose di sinistra.
Mi piace un po' meno quando si parla di Sanità Pugliese o quando da queste parti vota a favore del Piano Casa cementificatore berlusconiano.
Mi piace pochissimo quando realizzi che si scrive SEL ma si legge Vendola.
Oppure Di Pietro.
Quello della guerra al Papy senza se e senza ma, sì, proprio quello di Scilipoti...
Sì, proprio lui.
Ah, ma è anche quello che si è opposto / opporrà ad una commissione parlamentare su Diaz e Bolzaneto.
Ma non volevate i numeri di matricola dei poliziotti sugli elmetti?
Già.
Per non parlare, cari amichetti che del PD Lucano avete così chiara idea, di quello che è l'IDV locale.
Oppure Grillo.
Ah, i bravi ragazzi di Grillo, quelli sì che sono onesti, puliti e con le idee chiare. Ma le battute omofobe di Grillo (che ora rilancia sul matrimonio omosessuale),  le sue affermazioni xenofobe e post leghiste in generale vi piacciono uguale? E le espulsioni via raccomandata dal suo movimento personale vi piacciono?
E fossero queste le obiezioni più gravi.
No.
Personalmente la cosa più grave è nei fondamenti.
La Partecipazione.
E' irrilevante, in fondo, di chi abbiate più o meno fiducia.
Tanto la vostra fiducia corrisponde ad una vera e propria delega politica firmata in bianco.
Fate voi.
Il PD non piace.
Ma  le le ha fatte le primarie.
Ve la potevate prendere la tessera e votare chi le cose di cui sopra aveva in cuore e mente la volontà e capacità di fare.
Mica Pippo Civati è l'unico, ci sono cento altri esempi sparsi per l'Italia.
La mia domanda è:
cosa vi ha impedito di partecipare e costruire il Partito che vi piace?
E poi:
Qual è il vostro piano per avere le cose a cui tenete tanto?
Immaginate che i provvedimenti tanto auspicati si materializzino nel codice e siano applicati per qualche forma di magia?
Poi prendete pure in giro i Cattolici perchè credono, mentre, francamente, una simile massa di attese messianico magiche di un mutamento epocale dell'italico stivale senza che ci si debba schiodare da Facebook mi sembra assai più fideistico di tutti i Dogmi della Santa Chiesa.
Buon sonno ipnotico a tutti e se vi avanza un po' di narcotico per favore datene anche a me così mi rilasso un po'.

6 luglio 2012

Diaz è sempre: tra Giustizia e Prescrizione

No, non sono soddisfatto.
E non chiedo l'impossibile: non sarei stato comunque soddisfatto della permanenza in servizio di tanti agenti i cui reati sono prescritti.
Perchè è un dato di fatto: l'hanno fatto, possono farlo di nuovo.
Invece gli dovrebbe essere impedito.
Per sempre.
E' una questione di Pubblica Sicurezza, nè più nè meno.
Accolgo con soddisfazione la Sentenza della Cassazione, prescrizione inclusa.
E' la legge.
Ma non sono soddisfatto .
E' solo il minimo.
Ora è verità giudiziaria, oltre che storica, che la Polizia Italiana lì si è macchiata di crimini.
Mentre scrivo, ora, mi sento stanco.
Eppure devo resistere.
Ho tanta voglia di chiudere questo capitolo, di dire: "La Giustizia Possibile è stata fatta"
Di chiudere con queste parole il filone di tanti post su questo piccolo blog.
Ma ci sono le responsabilità politiche.
E quelle morali.
E le altre Diaz sparse nel tempo per l'Italia.
Siamo fermi ad un'oasi, ma c'è ancora molta strada da fare nel deserto della ferocia di Diaz e Bolzaneto.
Siamo ancora in cammino verso Giustizia e Verità per Genova.

PS: la mia memoria è fastidiosa: cara IDV, caro Di Pietro, alla commissione di inchiesta su Genova vi siete opposti voi durante il governo Prodi.
E io non me lo scordo.
Nemmeno quando fate i rivoluzionari anticasta antibanchieri e compagnia bella.
Rispetto a Diaz e Bolzaneto siete dalla parte dei manganelli.
Non da quella del sangue.

3 giugno 2012

ACAB: All Cops Are Bastards, una recensione col casco

Sono stato molto fortunato a leggere ACAB dopo aver visto Diaz e soprattutto dopo l'angosciante vicenda della parate del 2 giugno.
ACAB è un romanzo (diciamo una descrizione romanzata di atti giudiziari) furbo.
Non nasconde il disgusto per gli atti atroci del VII nucleo a Genova, ma spiega come funziona la macchina della violenza.
Una macchina precisa.
I cui progettisti ed autisti compaiono solo di striscio nelle pagine.
Intere pagine sono la semplice ed esemplare trascrizione dei referti medici delle vittime del G8 e della relativa discussione (che ricodo di aver letto anch'io in originale) su un forum della polizia.
Un gruppo Celere è descritto come una specie di antimagnete per le metalliche forze a cui è mandato ad opporsi: immigrati da espellere, Rom da sgombrare, autonomi da contenere e, en passant, giovani disarmati e pacifici della Diaz da manganellare a sangue e poi da torturare a Bolzaneto.
Che c'entra la parata del 2 giugno?
Niente, se avete bisogno di domandarlo. Passate avanti.
Se, invece, avete a cuore il presente ed il futuro di questa (non un'altra possibile) Repubblica, vi renderete conto, magari, della scollatura tra istituzioni, gente delle istituzioni, cittadini irresponsabili e cittadini che credono di essere responsabili ma che, invece, allo scollamento lavorano alacremente.
Uno scollamento che ormai è diventato una voragine capace di inghiottire l'intero Paese.
La violenza è cieca.
La cecità di fronte alla violenza ed alle sue cause non so definirla.
"I Fratelli non si abbandonano"
Peccato che siano già tutti soli.

30 aprile 2012

Diaz: il sangue indelebile

Ho già scritto più volte del G8 di Genova.
Sono relativamente documentato sui fatti.
Certo, non ho letto le sentenze, ma ho approfondito un po’ la faccenda, nel corso del tempo.
Reduce dalla visione di “Diaz”, tuttavia, non intendo abbandonarmi ad un inevitabilmente goffo tentativo di recensione critico politica.
Il film mi ha lasciato in uno stato d’animo complesso.
Nulla di quello che ho visto mi era ignoto a priori.
Sono entrato nel cinema sapendo dell’orrore del pestaggio e pienamente consapevole dell’altrettanto, se non maggiore, orrenda realtà, quella che vede ogni cittadino italiano a rischio di incontrare sulla sua strada gli agenti protagonisti dei fatti in questione, tutti attualmente in servizio.
Non sarà mai ricordato a sufficienza il fatto che il film è basato sugli atti della sentenza di secondo grado del procedimento in corso.
Sono uscito dalla sala con lo stomaco contratto e le mani tremanti.
Non so dire se il film sia cinematograficamente ben fatto, non ho avuto modo di accorgermene.
La mia attenzione era divisa tra il mio stomaco e le urla.
Ora, le parole ed i ragionamenti che seguono vorrei farli in due vesti ben precise.
Quella di militante del Partito Democratico.
E quella di Capo Scout.
In entrambe le vesti il mio curriculum è pubblico.
Il mio supporto ai corpi armati dello Stato è, inoltre, non solo pubblico, ma anche  pratico e ne ho concrete prove.
Questo non toglie che io mi sia sentito libero di criticare, costruttivamente, la gestione politica di tali corpi armati che ne ha gonfiato gli effettivi portandoli ad una paralisi per elefantiasi.
Ed è ai membri delle forze dell’ordine che mi rivolgo per primi:
Caro agente che ora sei seduto in un’auto di un corpo armato dello stato per uno stipendio di poco superiore alla cassa integrazione.
E che devi pagarti di tasca tua il dentista se un delinquente ti fa arrivare un pugno in faccia.
Tu, caro agente, che non hai mai abusato del tuo potere e hai fatto un po’ di più del tuo dovere.
Sei per caso andato a vedere “Diaz”?
Se sì ed assumiamo di sì, scommetto che sei uscito dalla sala quasi col mio stesso stato d’animo.
Disgusto,
rabbia,
magari anche le mani che tremano, un nodo allo stomaco.
Abbiamo anche un’altra cosa in comune: nè tu  nè io sappiamo se il collega che ti sta seduto a fianco sia mai stato alla Diaz, quella vera.
O equivalente.
Qui le convergenze cessano:
Tu corri il rischio di lavorarci.
Io di trovarmelo di fronte.
Sto parlando di uno di quegli agenti della Diaz nemmeno identificati.
Altro che processati e condannati.
Caro agente, vedi che abbiamo un altro problema in comune?
Io mi riferisco a te come ‘agente’.
Come devo riferirmi parlando di quei particolari agenti della Diaz e di Bolzaneto?
Devo proprio chiamarli come chiamo te?
Spero di no.
Comunque, caro agente, cerca di essere un po’ egoista, finalmente.
Ti conviene, nell’era dei videofonini che trasmettono direttamente sul web, andare in missione con uno della Diaz?
Non pensi che il primo a correre dei rischi lasciando in circolazione gente del genere sei proprio tu?
Hai davvero voglia di pagarti avvocati a vita se ti dovesse capitare di essere coinvolto in un replay della Diaz?
Anche solo di striscio...
Ed è nella tua convenienza che un sacco di gente abbia terrore di te quando la fermi per chiedere i documenti ad un posto di blocco stradale?
Ecco, come vedi non faccio appelli all’umanità o cose del genere.
Ma alla tua sana paura dei guai.
Ecco perchè ti esorto, ovunque ti sia possibile, di manifestare la tua legittima indignazione e fare le dovute pressioni perchè giustizia sai fatta.
Prima per te.
Poi, magari, anche per gli altri.
Ecco, facciamo appello ad un sano egoismo, dato che l'altruismo non porta a nulla in questo Paese.
Poi, vorrei parlare come militante del Partito Democratico.
E chiedere al mio Partito un impegno preciso:


  • Commissione d’inchiesta parlamentare sui fatti di Genova che rimedi alla prescrizione e faccia chiarezza politica.
  • Impegno per sospensione (dal servizio, se non dallo stipendio) degli agenti e dirigenti condannati: vi paghiamo, ma state a casa.
  • Impegno per il licenziamento di tutti i condannati. Nell’Italia del 2012 hanno perso il lavoro persone migliori di loro e ci sono un centinaio di vittime della Diaz e di Bolzaneto che attendono doveroso e minimo risarcimento.

Non sono richieste faraoniche, non sono pretese irragionevoli.
E sono una base di riconciliazione tra stato e cittadinanza, quella parte della cittadinanza, non necessariamente migliore, ma quella attiva, che inizia a vedere nello Stato stesso e nei suoi rappresentanti non un ostacolo, ma il nemico, l’hostis publicus.
Giustizia per Genova vuol dire disinnescare una bomba da un lato ed impedire nuovi sconquassi dall’altro.
Ora, con dolore, voglio parlare della faccenda nella mia veste di Capo Scout.
E lo faccio con una domanda secca:
il distintivo "Italia" che c'è sulla mia uniforme scout è lo stesso dei poliziotti che hanno partecipato all'irruzione in quella maledetta notte?
Vedere lo scudetto tricolore cucito sulla spalla di costoro mi ha fatto una profonda impressione.
Quando ho fatto Servizio (anche) per le forze dell’ordine, l’ho fatto anche ad uno di costoro?
Il suo distintivo Italia è uguale al mio?
Abbiamo servito lo stesso Paese?

25 aprile 2012

In Cerca di Patria: la rimozione del contributo dell'Esercito al 25 Aprile e la Diaz

Per molti anni, nella mia infanzia e prima adolescenza, ho immaginato il partigiano come un eroe capace di minare così profondamente la resistenza dei nazisti e dei loro servi repubblichini da consentire una facile avanzata degli Eserciti Alleati dalla Sicilia a Milano.
Poi, crescendo, ho scoperto che ci sono stati altri italiani che hanno contribuito in maniera ancor più sostanziale, da un punto di vista militare, alla Liberazione:
i giovani dell'Esercito cobelligerante con gli Alleati.
La letteratura a riguardo è scarsa e specialistica, ma c'è. 
Il testo di più semplice reperibilità è "In cerca di una Patria" di Alfio Caruso.
La consapevolezza dell'importanza anche solo banalmente materiale di questo contributo è, tuttavia, praticamente inesistente in chi, in queste ore, sta ricordando la Nostra Liberazione dal Nazifascismo.
Alla fine degli anni '40 la Divisione Folgore era un'unità in cui l'odio per i fascisti macellai era vivo e vegeto, come l'amore per la Repubblica. 
Ma si sa: a noi comunisti non poteva piacere, in piena era stalinista, una forza di possibile opposizione a Mosca.
Così, pochi anni dopo, noi comunisti ci siamo destalinizzati, siamo diventati 'sinistra', ma la damnatio memoriae verso il contributo della generazione sfortunata alla Liberazione Nazionale è rimasto.

L'aver rimosso il sacrificio delle decine di migliaia di giovani soldati italiani alla Liberazione Nazionale ha gettato il nostro Esercito Repubblicano nelle amorevoli braccia dei neofascisti, quasi increduli nel poter recuperare una così preziosa risorsa alla propria causa.
Col risultato che negli anni '60 il nostro Esercito e tutte le altre organizzazioni paramilitari non erano proprio equilibrate per rappresentanza politica, regalate per ideologismi di parte dalla Sinistra ai figli e nipotini del duce.
Cari Compagni, voi credete che la "Diaz" sarebbe stata possibile se lì ci fossero stati un po' di ufficiali di Carabinieri come il Capitano, partigiano, de "Il Giorno della Civetta" di Sciascia?
Io credo di no.
Io credo che la "Diaz" sia stata un terrificante episodio tra le cui concause ci sia stata la repulsione culturale da parte di mezzo paese, per mezzo secolo e più, nei confronti di Esercito e Polizia.
Una repulsione ingiustificata e parziale. Dopotutto, dai Vietcong ai Feday, finendo coi bei tomi di Hamas, l'uso della Violenza, purchè rigorosamente antioccidentale, non è che ci abbia, culturalmente parlando, fatto così schifo come l'idea che si possa essere uomini d'Onore Pace e Giustizia anche in un reggimento di fanteria.
E' stato un lungo, praticamente irrimediabile, devastante, errore di valutazione.
Che ha germinato i "servizi deviati", il "Golpe Borghese", la violenza contro i militanti di sinistra, forse (un forse gigantesco) Ustica e tutta la fottuta strategia della tensione.
E anche la Diaz.
Oggi è il 25 Aprile, una data che considero Sacra.
E' tempo di Memoria.
Memoria è anche assunzione di Responsabilità.
Memoria è riconciliazione del Cuore tra passato e futuro
Ecco, perchè, io posso perdonare e riconciliarmi con un repubblichino novantenne che a 18 anni si è schierato con Hitler contro l'Italia.
Perchè la conservazione di una Memoria condivisa lo richiede. Richiede non che la mia memoria confluisca con la sua, ma che la sua memoria sia conservata assieme alla mia perchè una tale terribile differenza non ritorni più.
Non posso certo riconciliarmi, oggi, con ragazzini di vent'anni neofascisti, cresciuti nella bambagia e nell'ignoranza del Cuore dei concetti di Amore e Libertà e militano nei vari casapound e compagnia bella.
Costoro insultano anche i repubblichini con la loro vuota violenza.
Oggi, semplicemente, ricordo i partigiani e i loro sacrifici.
I contadini, gli operai e gli studenti, uomini e donne, che lasciarono case, scuole ed officine per ridare Onore e Dignità all'Italia lacera.
Ma non mi vergogno di inserire nei partigiani quei contadini, operai, studenti, che dall'8 Settembre del 1943 al 25 Aprile del 1945 combatterono con coraggio, valore e sacrificio i tedeschi nei reggimenti dell'Esercito Italiano.
Un Esercito che era in cerca di Patria, come noi ora.




15 ottobre 2011

Roma, 15 Ottobre 2011: un replay?

A caldo la sensazione è brutta.
Voci su twitter di interventi della polizia stile Genova ( anche strategicamente: mazzate ai manifestanti e via libera ai black block "stranieri" con accento romano ).
Foto su facebook di gente terrorizzata che fugge da colonne di fumo sfocato.
Ho una maledettissima sensazione di deja vu.
Terribile.
Speriamo bene.
Ho chiesto ai miei contatti di aggiornare i profili twitter e facebook e di documentare il possibile.
Che ansia...

27 luglio 2011

Imperdibile: Genova01 di Fausto Paravidino sul podcast di RADIO TRE

Non so per quanto tempo, ma Radio TRE ( dico, Radio TRE, giusto per rammentare a lor signori tutti che le differenze esistono ) ha appena messo sul suo sito di podcast l'intero mp3 dello spettacolo teatrale dedicato ai fatti di Genova di Fausto Paravidino.
Cliccate sul titolo del post per avviare il download.
Brutale,
sconvolgente,
reale.
Difficile ascoltarlo fino in fondo, io non ci sono riuscito ancora.
Mi viene la nausea.

23 luglio 2011

Genova 2001, la chiave del futuro d'Italia

Ho già scritto, in passato, dei fatti di Genova.
Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
Purtroppo.
Non so se sia più grave, insopportabile e devastante un uomo adulto fisicamente prestante con addosso la divisa di un corpo dello stato che massacra di botte a manganellate una ragazzina inerme di vent’anni ( innocente sia a priori che posteriori ) o uno Stato che ne copre le atrocità.
La rabbia e la nausea di dieci anni fa mi rincorrono ad ogni anniversario e commemorazione.
L’ansia ti sorpassa ad ogni posto di blocco.
Come fai a non essere sicuro che qualcuno lì non sia stato alla Diaz o a Bolzaneto e gli venga in mente di ripetere il giochetto?
Non puoi.
Non puoi perchè nessuno di quelli che hanno fatto irruzione alla Diaz e proseguito nel macellare innocenti inermi a Bolzaneto è stato sbattuto fuori dal Servizio dello Stato.
Ergo, in poche parole, lo Stato, la Repubblica Italiana, dico, è attualmente ancora complice di quelle atrocità.
Terrore.
Orrore.
Denti Rotti.
Ossa spezzate.
Coma.
I debilitanti effetti di gas tossici che, se usati da un dittatorello ostile, avrebbero provocato una grandinata di bombe a guida laser.
Ansia e angoscia per dieci anni per centinaia di persone.
Come può, la Repubblica, quantificare il dolore, l’umiliazione, i traumi fisici e psicologici di centinaia di persone seviziate, umiliate e ferite dai propri corpi di sicurezza?
La prova generale del Golpe antidemocratico si schiantò sulle ossa e sui denti di ragazzi innocenti. Coi black block lasciati liberi di devastare Genova e le manganellate sui boyscout e nonviolenti: delle due l’una: o tutte le forze di sicurezza erano costituite esclusivamente da vigliacchi incapaci di affrontare i cattivi e assai volenterose nel massacrare gli inermi o è provata l’esistenza di una Regia il cui scopo divergeva completamente dal matenimento della sicurezza pubblica.
Ma, dopo il massacro, è seguito solo il silenzio.
Perchè i processi hanno sicuramente significato qualcosa, ma la ferita è aperta.
In suppurazione.
E, purtroppo, queste cose sono note.
Dette e ridette, scritte e riscritte in libri, articoli, documentari, canzoni.
Le evito tutte.
Mi suscitano un sentimento misto di rabbia e nausea. Con una punta di disperazione.
Ma, poi, bisogna anche pensare a come uscirne.
Se questo Paese deve salvarsi non può prescindere da ricucire questa piaga.
Io credo che dare una risposta alle domande scritte col sangue nel luglio del 2001 non sia solo una questione di giustizia ( con la minuscola ).
Certo, la giustizia è fondamentale per il ripristino della convivenza civile.
Ma, ancor di più, lo è la Verità.
I membri delle forze di sicurezza devono dirla.
Lo Stato deve dirla.
Alle vittime deve esser chiesto scusa.
Le vittime devono essere risarcite.
Non credo sia necessario, nel senso letterale del termine, mettere in carcere chi ha falsificato le prove ( atroce l’episodio delle false molotov ) e neppure chi ha torturato e macellato innocenti.
Non servirebbe alla riconciliazione nazionale, disperatamente necessaria dopo vent’anni di stupri della cosienza collettiva.
Ma è necessario che i membri delle forze dell’ordine ed i responsabili politici debbano andarsene.
A casa.
Minacciare di infilare un manganello nella vagina di una manifestante poco più che maggiorenne ed incolpevole di qualsivoglia reato è incompatibile irrevocabilmente con la permanenza al servizio dello Stato.
Almeno di uno Stato sedicente democratico.
Per quel che vale, il Partito Democratico che vorrei questo direbbe: Verità e giustizia per Genova sono le fondamenta per la rinascita dell’Italia.
Centinaia di migliaia di onesti servitori dello Stato, che tacciono perchè sono consapevoli dell’inutilità di certe parole, attendono di vedere costoro espulsi con la stessa ansia delle vittime.
E degli altri milioni di cittadini Onesti.
Verità e Giustizia per Genova.
Prima sarà, prima tornerà la luce su questa povera Italia.

5 agosto 2008

Arrivano i Nostri, quindi scappiamo!!!

Ieri sera, ho scoperto di non essere una brava persona, a dire del Ministro della Difesa.
Infatti, l'idea di mandare 3000 militari a fare il lavoro dei poliziotti mi sembra uno scientifico atto di malcostume.
Facciamo un po' di conti: qui di seguito c'è uno specchietto su cui si può ragionare serenamente:




Nazione
Popolazione
Forze ell'Ordine
Italia 59 415000
Germania 82 250284
Francia 64 241998
Spagna 46 210419
Inghilterra 60 141381

In Italia, circa 415000 uomini e donne, tra polizia, carabinieri, finanzieri, forestali, vigili urbani ed agenti di custodia, vegliano su un po' meno di 60 milioni di anime. In Inghilterra ne bastano meno di 150000. Per 82 milioni di tedeschi servono 250000 agenti, un po' di più di quelli necessari per 64 milioni di francesi. Credo che i numeri parlino da se. Cosa fanno i 150000 agenti in più rispetto agli altri paesi europei? 150000 agenti significano, per l'erario, un esborso non indifferente: se stimiamo ( per difetto ) in 2500€ la spesa mensile per ogni agente, scopriamo che il costo aggiuntivo è di € 375.000.000,00. Ossia, che ogni italiano ogni mese paga 6,25€ in più rispetto ad un inglese per la sicurezza. Ah, ovviamente se le tasse le pagassero tutti... prudenzialmente, quindi, penso di poter affermare di pagare 10€ al mese di tasse in più rispetto ad un amichetto britannico. In cambio di cosa? Di 415.000 persone e del sistema che costituiscono non si può fare di tutt'erba un fascio. In quelle 415.000 persone ci sono la Diaz, Bolzaneto, l'eroismo, il sacrificio, la professionalità, il passare in Piazza Vittorio Veneto ( zona pedonale a cui l'accesso è consentito alle 'Forze dell'ordine in servizio d'EMERGENZA') con la macchina per fermarsi al bar a prendersi il caffè, il dormire in macchina di fianco all'autovelox, i quartieri in cui non entra più neanche la polizia e le impronte digitali ai bambini zingari. Credo che, in cambio della rinunzia ad una mangiata di cavallo mensile in più, mi potrei aspettare qualcosa di meglio... I nostri agenti, tuttavia, chiedono costantemente rinforzi. Ed ecco, il governo pronto ad accontentarli: ben 3000 soldati che, invece di prepararsi a dare la caccia al prossimo Bin Laden o a vedersela con la prossima alzata d'ingegno di Hezbollah o Hamas, se ne vanno a rincorrere ragazzini senza casco in motorino o scippatori nelle metropolitane. Magari potrebbero usare i cannone da 105 delle Centauro contro i primi e il fucile d'assalto Beretta contro i secondi, no?
In realtà, si tratta di due questioni distinte:

1: Come mai l'Italia ha così tanti tutori dell'ordine rispetto alla media europea?

2: Cosa pensereste del sindaco se realizzasse un servizio di navette per i Sassi usando, invece che degli autobus, delle betoniere? I Militari hanno un addestramento ed un equipaggiamento incompatibili con il ruolo di poliziotti civili. Impiegandoli come poliziotti si ha il doppio danno di mettere gente impreparata a fare un lavoro delicato ed impedire a quelle stesse persone di fare il lavoro per cui sono equipaggiate ed addestrate.

In sostanza, preferirei che il nostro piccolo esercito di marescialli dedicasse le poche risorse di cui dispone alla sicurezza militare e che, invece di 3000 soldatini per sei mesi, il Cavaliere riuscisse a schiodare dalle scrivanie i 150.000 agenti in surplus rispetto alla media europea e mandare loro di pattuglia...
Ma si sa, a noi italiani piace " una bella divisa da maggiore, ti dà valore e virilità ..."
Beh, che resta da dire? Le ferie si avvicinano, la pausa pranzo è finita e vi do appuntamento a dopo Ferragosto...