Visualizzazione post con etichetta Matera 1. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Matera 1. Mostra tutti i post

21 ottobre 2017

1987-2017

Di farlo passare sotto silenzio non mi va.
Ma neppure di imbastire il solito logorroico pippone.
Vediamo se mi riesce una via di mezzo.
Quest'autunno, per me, sono trent'anni di scoutismo.
Così, mentre mi accingo ad accogliere le Cocci nel cerchio dei Ciclamini, qui a Villanova, penso tante cose.
Ma qui mi limito a ricordare e testimoniare l'accoglienza.
Chi ha accolto me nel Reparto Sagittario del Matera 1, tutti i gesti di accoglienza di cui sono stato destinatario, testimone, attore.
Oggi, scoutismo per me è accoglienza. 
Della Vita, dell'Altro, della Fede, dell'Umanità imperfetta.


Giovinezza

Scoutismo e Mangiare: mi viene naturale
Trenta anni di scoutismo meritano, probabilmente, qualcosa di più: magari un Punto della Strada.
Pertanto, non è detto che non riesca a ritagliarmi il tempo per una riflessione adeguata.
Oggi, però, ricordo semplicemente l'accoglienza ricevuta quell'Ottobre mentre le Cocci si avvicinano al cerchio.

22 febbraio 2009

60° dello Scoutismo Materano & Giornata del Pensiero 2009: Insieme si fa!


Beh, anche quest'anno è andata!
E' appena passato un week end scout che mi ha caricato di entusiasmo.
Vabbé, mi ha anche caricato di freddo e stress, ma perché sottilizzare?
Il Sabato pomeriggio è stato dedicato alla presentazione del libro di Raffaele Natale sulla Storia dello Scoutismo Materano. In un affollato convegno presso l'Auditorium francescano di Cristo Re, è stata ripercorsa parte della gloriosa storia scoutistica cittadina. Spinto da Bagheera, ho fatto anche io un picciol intervento di ringraziamento. E, se in quella sede non ho saputo ringraziare anche chi sopporta tutte le seccature che la nostra sett.. ehm Associazione Scout riversa spesso e volentieri su i congiunti dei capi, posso tranquillamente farlo ora:

GRAZIE AMORE!!!

Ci vuole davvero tanta pazienza....
E non ho potuto neppure ringraziare degnamente la mia Comunità Capi per evitare di uscire dal clima politically correct di questi tempi confusi... Insomma, chi ha orecchie, intenda :-).
Ovviamente, ringrazio davvero di cuore tutti i partecipanti: pure i fratelli del Potenza 3 si sono sciroppati i 200 Km che ci separano pur di essere con noi: se questo non vuol dir nulla non so cosa possa avere significato...
Il libro è già sul comodino prossimo in lista d'attesa per la lettura.
Ma non è finita qui: il giorno dopo sveglia alle 07:00, giro di raccolta di rover e scolte in cronico ritardo e, sotto un cielo che prometteva pioggia e ha mantenuto neve, ci siamo immersi nella Giornata del Pensiero 2009.
Non credo abbia molto senso fare la telecronaca della giornata.
Ho partecipato all'organizzazione dell'attività R/S: Matera 1, Matera2 e Bernalda 1 dell'Agesci, Matera 1 e Pomarico 1 del CNGEI si sono lanciati in una giornata di scoperta ed informazione su problematiche in cui l'informazione è il 90% della soluzione, ossia la sensibilizzazione e l'informazione relative alla diffusione delle malattie infettive. Ora, non credo sia il caso in questa sede affliggere i miei lettori su varie filippiche sull'accesso ai farmaci e quant'altro. Ma voglio lasciarvi un paio di foto degli spot realizzati in condizioni non proprio ideali ( sotto la pioggerella nevischiella ) dai ragazzi divisi in pattuglie/ronde di formazione:


E poi uno spiacevole dato di fatto: abbiamo distribuito ai ragazzi questo brano, vi prego di leggerlo prima di andare oltre:


No, non è la cronaca della situazione in Darfour, ma un pezzo della descrizione che la sorella di Carlo Levi, in "Cristo si è fermato ad Eboli" fa delle terribili condizioni di vita a Matera nel 1936. Nessuno dei ragazzi ha pensato che quel brano potesse descrivere la propria città, tutti hanno attribuito quella descrizione "al terzo mondo".... E un po' di stupore nell'apprendere che quel brano descrive i loro nonni l'hanno provato...
Credo che qualcuno di loro un po' di domande se le starà ponendo a riguardo...
Io mi sono divertito molto, sia nella preparazione che nella realizzazione della Giornata. Certo, il freddo non ha aiutato, ma è inverno e poi non esiste bello o cattivo tempo, ma buono o cattivo equipaggiamento!Mi ha fatto piacere incontrare vecchi amici e riprendere la sana abitudine delle attività comuni con altri gruppi e/o associazioni.
E' innegabile che ci siano delle differenze evidenti tra AGESCI e CNGEI, ma mi piace lasciare ad altri la volontà di indagare a riguardo. Io, ieri non me ne sono accorto. Ho vissuto quello che ci unisce, ci salda, ci rende uno. Lo scoutismo. Abbiamo cantato, riso, pensato e giocato assieme, cosa si può chiedere di più?
E' scontato auspicare nuove iniziative, nuovi incontri, altre attività. Ma, a meno di una istituzionalizzazione del famoso scoutedì, so bene che sarà difficile conciliare tutti i nostri impegni. Eppure, una mini route sul Pollino...
Insomma, rimbocchiamoci le maniche, insieme si fa!
In attesa, rimetto l'uniforme in armadio per qualche settimana...

12 marzo 2008

Dodici e Tredici Marzo Millenovecentottantotto

Era un pomeriggio terribilmente cupo ed umido ed era già buio.
Il tepore del giorno era svanito nel vento di fine inverno.
La sede scout era un grosso garage doppio. Non è più lì da anni.
La memoria di quelle giornate è davvero confusa, ricordo solo sprazzi di colori e volti amici.
Era Sabato ed entrai nella sede del Branco / Clan, sede separata da un muro di cartongesso da quella del Reparto. E da una porta, sempre chiusa a chiave durante le nostre riunioni. La sede di Branco / Clan era assai più pulita, ordinata ed accogliente di quella del Reparto. Forse perché noi diavoli non ne avevamo le chiavi.
Così, entrai con timore reverenziale in quello stanzino ricoperto di disegni,affrescato con scene di campo e piacevolmente caldo.
Vi entrai per la mia Veglia d'Armi.
Ricordo i volti sorridenti dei miei capi di allora e di quelli che allora erano i giovanissimi capibranco e la cui famiglia è il Pilastro del mio Gruppo. Ricordo che mi venne chiesto di ripetere la Legge, null'altro.
Il ricordo successivo è del giorno dopo, mentre portavamo con noi i grossi pentoloni per cucinare in Squadriglia. Poi, ricordo una sfiancante corsa durante il grande gioco allo scalpo in Contrada La Vaglia.
E il colore del fuoco acceso con legna umida sotto il pentolone.
E null'altro.
Forse dovrei, ma non mi rammarico più di tanto per aver dimenticato l'emozione e le circostanze in cui, nel quadrato del Reparto Sagittario, quel giorno, davanti a G.P., pronunciai la mia Promessa Scout.
Dopotutto, sono passati solo Vent'anni: c'è ancora spazio per i Ricordi.


26 novembre 2007

Assemblea Generale AGESCI Basilicata: 25 Novembre 2007 Potenza

Andare all'Assemblea Generale Regionale è la Croce e la Delizia per molti capi AGESCI. E io non faccio di certo eccezione. E' un momento di festa e di gioia, una mattina in cui incontrare vecchi e nuovi amici, confrontarsi sui problemi e sperare in un domani più sereno per i Nostri Ragazzi. Ma è anche la cartina di tornasole del cattivo stato di salute della nostra Associazione. Il momento fondamentale della Democrazia Associativa non è, di fatto, tale. Della Censura del forum AGESCI, dei problemi internazionali dello scoutismo o della schizofrenica riforma della Formazione Capi non si è potuto dibattere punto. Pazienza. Non è certo questo il mio problema primario.
Anni fa, ai tempi della 'Guerra di un Anno' sono caduto una volta di troppo come una pera cotta nella trappola del considerare lo scoutismo come qualcosa di autoreferenziale. Detto in altri termini, almeno una volta ho messo da parte il bene dei ragazzi che mi erano affidati per tentare di risolvere con la spada il nodo gordiano delle idiosincrasie del mio vecchio gruppo... Coi risultati ormai tristemente noti. Che tristi sono fino ad un certo punto: oggi, le cose, per me, sono tutt'altro che tristi. E se è così è anche perché ho potuto imparare dai miei sbagli. Oggi io non mi faccio neanche il nodo alle scarpe da trekking se non ho ben chiaro nel cervello quanto quel nodo possa essere utile al Noviziato che mi è affidato. Non tiro fuori manco la penna per scrivere sul quaderno di caccia alle riunioni di staff se non sono sicuro di tracciare il programma di una nuova avventura per i Ragazzi. E posso confermarvi che funziona: finché è il loro esclusivo interesse a guidare le decisioni dei boyscout adulti vi garantisco ( per iscritto ) che non si litiga più. Che si crea comunità di intenti, seppur faticosamente e con taaaaanta pazienza. E la pazienza genera pazienza, la tolleranza comprensione e dialogo. E, dopo 40 esaltanti giorni da Maestro dei Novizi, non ho ancora stampato un questionario o un opuscolo, nè respirato un atomo di malumore in staff. In compenso, ho bevuto una manciata di borracce sui sentieri della Murgia.
Ma torniamo all'Assemblea Regionale.
Non ho voglia di farne una descrizione puntuale, ma comunque devo ringraziare i ragazzi del Clan del Potenza 2 per la splendida accoglienza materiale ( la torta al cioccolato ) e morale ( il coro in chiesa ). Il programma per gli eventi regionali di branca RS si sta delineando e sto già rimuginando su come preparare i Ragazzi al Challenge...
Sarò spietatamente giusto eh eh...
E poi ci sono stati i simpatici umoristi dello scoutismo capaci di trasformare un'occasione di servizio in un esercizio di retorica e stilistica cavillosa. Anche qui: pazienza.
Ma, soprattutto, è stata una giornata di confronto serio ma sereno con gli altri membri della mia Comunità Capi, in cui i problemi sono stati affrontati con uno spirito costruttivo a cui non ero abituato. E, anche se non tutto è stato risolto, sono sicuro che tutto si risolverà.
Ma, la cosa più bella, è stato ritrovare tanti sorrisi che avevo perduto e che combatterò per conservare.
E, ora, dovrebbe essere il momento di descrivere anche gli episodi tristemente grotteschi di questa giornata. Ma, questa descrizione potrebbe trovare posto in una revisione del mio racconto intitolato 'la guerra di un anno' e datato secoli fa... Beh, sarebbe carino ora farlo dato che è disponibile il punto di vista di chi era 'on the other side of the Hill'.... Ma sarebbe un esercizio di Storiografia e, oggi, non troverei le parole per farlo in questo contesto.
Provo una gran pena per i protagonisti di questa triste vicenda e devo ancora una volta invitare chi ha avuto il coraggio di rompere il cerchio dell'assurdo a non lasciarsi scoraggiare dagli ostacoli o demoralizzare da commissioni di soloni senza più la legittimità di Legge e Promessa. E' vero, è spiacevole che certe cose accadano. Eppure....
Non è il momento di mollare, ma quello di cambiare.
Non è il momento di difendersi dalla contraddizione, ma di accettare le proprie responsabilità a testa alta.
Non è il momento di sentirsi inutili o impotenti di fronte agli eventi decisi da una maggioranza di 'altri', ma quello di fare il massimo anche con il pochissimo che si ha: anche un programma di San Giorgio o un Grande Gioco divertente FANNO la differenza.
Non è il momento di lasciare indietro nessuno, tanto meno chi sta tenendo il fronte e ha bisogno di tutto il nostro sostegno.
Abbiamo una marea di lavoro da fare per rimediare ai nostri errori del passato. Non c'è il tempo per cadere nelle trappole di chi vorrebbe trascinarci nella rissa invece di lasciarci fare servizio. Gli errori, le cattiverie, le offese, gli insulti, i maltrattamenti morali, l'incompetenza, la malafede NON ci riguardano più, ce ne dobbiamo liberare. Di tutto ciò dobbiamo solo avere compassione..
Abbiamo da fare: questo tempo non ha nulla da offrire a chi aspetta.
Buona Strada

5 novembre 2007

Telefono Amico? No, ha sbagliato numero!

Purtroppo questo è un mondo spietato in cui è privilegio di pochi raggiungere il tramonto senza affanni. Il fatto che ci siano persone capaci di alzarsi al mattino per compiere azioni oggettivamente dannose per se stessi e gli altri mi riempie di profonda meraviglia. Invece di badare ai casi suoi, cercare di lavorare per fare due lire in più, rilassarsi, farsi una pippa, ascoltare una canzoncina, pensare agli ideali che dovrebbe 'professare', Tizio è capace di prendere il telefono per tentare di fare altri danni col risultato di rendersi semplicemente ridicolo... Se non fosse tanto triste ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate. Ed è questo il mio suggerimento alla vittima predestinata: non ti difendere dal nulla, ridici su e abbi compassione di tanto sfacelo. Vieni con noi a mangiare il becco dell'anatra...

3 novembre 2007

...ieri sembrava distante

Di problemi scout e belle cose scout è infarcito 'sto blog ( e precedenti...).
Vabbù, è un dato di fatto che le cose non vadano come dovrebbero, ma oggi, porto una testimonianza di concreta validità dello scoutismo.
E mi sento di affermare con serenità che lo Scoutismo è vivo vitale ed è capace di cambiare le persone e il Mondo intero.
Stamattina eravamo in due fuori da quella grata azzurra.
Non capiterà di nuovo che restiamo soli.
Buona Strada.


Sai, da soli non si può fare nulla, sai aspetto solo te
noi voi tutti vicini e lontani insieme si fa...
sai, ho voglia di sentire la mia storia dimmi quello che sara'
il corpo e le membra nell'unico amore insieme si fa...
Un'arcobaleno di anime che ieri sembrava distante
lui traccia percorsi impossibili strade e pensieri per domani.
Sai, se guardo intorno a me, c'e' da fare, c'e' chi tempo non ne ha piu'
se siamo solidi e solidali, insieme si fa...
sai, oggi imparero' piu' di ieri stando anche insieme a te
donne e uomini, non solo gente e insieme si fa...
Un'arcobaleno di anime che ieri sembrava distante
lui traccia percorsi impossibili strade e pensieri per domani.
Sai, c'e' un' unica bandiera in tutto il mondo c'e' una sola umanita'
se dici "pace, libero tutti" insieme si fa...
sai, l'ha detto anche b.p. "lascia il mondo un po' migliore di cosi'"
noi respiriamo verde avventura e insieme si fa...
Un'arcobaleno di anime che ieri sembrava distante
lui traccia percorsi impossibili strade e pensieri per domani.

31 ottobre 2007

Colori


Questo prato verde ti ricorderà
la speranza del mattino
non smarrirla, amico mio,
perché io, perché io ritornerò.

Questo cielo azzurro ti ricorderà
la fiducia nella vita
non deporla, amico mio,
perché io, perché io ritornerò.

Questa rosa rossa ti ricorderà
la bellezza del tuo amore
non tradirlo, amico mio,
perché io, perché io ritornerò.

Questo sole d'oro ti ricorderà
lo splendore del tuo dono
non stancarti, amico mio,
perché io, perché io ritornerò.

Il colore arcano della libertà
sai trovarlo amico mio?
Nel tuo cuore l'ho posto io
perché io, perché io ritornerò.

29 ottobre 2007

Guerra e Pace

Lo so, vi aspettate foto e descrizione del Linux Day: arriveranno, un po' di pazienza...
Invece mi va di parlare di un argomento un po' insolito.
Nel Padre Nostro, Gesù ci insegna così:
"E rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori".
Che vuol dire? Don Salvatore mi parlò della Parabola del servo che doveva al suo padrone diecimila miliardi di Euro, ottenne il condono del debito ma poi si mise a picchiare un suo collega perché gli doveva 20 euri... La discussione che ne seguì, al CFA, fu per me fertile e feconda e ne riporto qui il succo, sperando che serva a qualcosa.
E' inutile lambiccarsi il cervello su cosa Dio sia disposto a perdonarci. E' assai più utile perdonare di cuore chi ci sta attorno. E fin qui, direte voi, grazie al cazzo. Eh, lo dico pure io. Ma c'è un passo in più, un passo che non avrei fatto facilmente senza il Don di cui sopra.
La capacità, la possibilità, la forza di perdonare ( ed ottenere perdono ), non sono correlati al buon cuore, alla spiritualità, alla buona educazione o alla gentilezza. Ma alla capacità di perdonare noi stessi per i nostri errori.
Chi non è capace di perdonare se stesso, per quanto già perdonato dai suoi fratelli, non troverà perdono da parte del Signore.
La precisa volontà di non perdonare un torto subito, pertanto, non è altro che la manifesta incapacità di accettare se stessi, i propri errori, la possibilità di superarli e raggiungere la pace con se stessi e gli altri.
In altri termini, l'Odio è solo una menzogna detta a noi stessi e al Signore.
Mi sono deciso a scrivere queste parole dopo molte esitazioni: dopotutto, non è che io sia uno stinco di santo, non ho perdonato del tutto nè me stesso ne tutti i miei prossimi, ma sono pienamente convinto di quello che ho scritto.
Ho perdonato me stesso per i miei errori da Capo dopo averli pagati con gli interessi.
Dopodiché, non mi è stato necessario ricevere altre assoluzioni, né, tantomeno, presentare ulteriori scuse a terzi. E' diventato irrilevante anche il più che salato conto che io stesso avrei potuto presentare ai famosi terzi...
Perché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna.... Così recita la Preghiera del Rover e della Scolta.
Perdonarsi di cuore non mette pace solo tra te e te stesso, ma con tutti gli altri, Nostro Signore in primis.
Ne vale la pena.
E torniamo al Linx Day.

26 settembre 2007

Tirando le somme

Mi sono guardato indietro e penso di meritarmi davvero una canzone.
Gli anni tristi dell'Università e la casta dei docenti,
gli anni degli esordi nel mondo del lavoro, degli stipendi arretrati e dei contributi assenti,
gli anno del ritorno, le lacrime dall'Agesci,
il cuore ferito e duro,
tutto ora è stato assimilato, da tutto ho preso il meglio per il meglio del mio futuro.
E ora mi dedico una canzone, la dedico a me e al mio pianto.



Grazie Gente, Modà.

Riesco a rovinare sempre
quel che di buono faccio in polvere... in polvere...
e non son mai costante con me stesso e con la gente
sfido le note anche se è inutile... inutile
e non mi importa niente di che dice la gente
che vivo nelle favole, le favole

e mi serve solo un auto e sogni e carta e penna con cui
scrivere... scrivere

di forza ne ho abbastanza per respingere chi non mi pensa
e ferirlo con la mia distanza che... che poi però
mi porta a camminare a star solo come un cane
a bere e a far esplodere... esplodere
la voglia di scappare via e vedere se io mancherò...
mancherò alla gente a cui parlo e non mi sente
capirò capirò per sempre chi mi ama e chi mi mente
ma non sarò distante da chi mi ha amato sempre
anche quando ero inutile... inutile e fragile... e fragile
e porterò per sempre dentro
quello che mamma e papà dicevano... dicevano
di star vicino sempre a chi a bisogno e a chi non ha niente
e di capire quelli che ti invidiano... ti odiano
e di farmi anche male se è il caso di menare
di darle pur di prenderle... di prenderle
ma di combatter sempre per orgoglio e dignità,
combatterò per dimostrare sempre
che io non sono un perdente
con umiltà... umiltà e mordente vincerò battaglie e guerre
e mi sentirò grande solo quando la gente che amo potrà vivere... dividere
il premio per aver scommesso su di me
ricorderò le facce di chi sempre ha dato calci alla mia mente
non scorderò mai niente
chi mi ha amato sempre
chi mi dava perdente
che l'umiltà è importante
grazie ancora gente...