29 ottobre 2010

Varie ed Eventuali

Complice la desolante compagnia di Goffredo, passo la mattinata un po' meno pressato da questioni lavorative. Dopo il Linux Day, dopo il mio forzato pensionamento dall'Agesci, dopo aver abbandonato, per la prima volta da secoli, un libro a metà lettura perchè stremato dalla pochezza delle argomentazioni, dopo aver passato ad Ubuntu Linux il mio PC principale, dopo aver mosso altri passi nell'impegno politico per questa povera Patria, dopo aver considerato di cambiare il netbook nei prossimi mesi e pure dopo aver iniziato a visitare siti del servizio immigrazione norvegese, avrei dovuto scrivere un post per ognuno degli argomenti del precedente mantra.
Ma vi devo chiedere lo sforzo di passare pindaricamente da un punto all'altro nelle prossime righe, per economia scrivo un unico Post.
Ed inizierei proprio da Ubuntu. La versione 10.10, dopo le prime impressioni, mi lascia perplesso. Per carità, difetti evidenti non ce ne sono, tuttavia sto lamentando qualche problema prestazionale. Passi per i blocchi ( momentanei, non è mica windows ), passi per inspiegabili rallentramenti che ho riscontrato sul Nettop che ho costruito per Mariangela, ma quando ho problemi simili su un Quad Core con 8 GB di RAM che si avvia su un SSD Kingston da 30 GB qualcosa che non va ci deve essere. Forse sarà l'architettura a 64 bit?
Forse è il flash malamente implementato? Non so. Insomma, senza entrare nel dettaglio, ma ho l'impressione che la Lubuntu 10.10 che ho installato sul netbook vada meglio che la Ubuntu 10.10 che gira sul PC da cui scrivo.
Ma questo è l'unico lato negativo, dopotutto si tratta di impressioni. Alla prova dei numeri le cose cambiano. La macchina si avvia in 7-8 secondi, posso elaborare filmati, usare macchine virtuali, avere tutti i programmi installati aperti contemporaneamente e, grazie alla possibilità di sincronizzare i conttati di Gmail con Evolution e con il Cellulare Android Hero, ho potuto finalmente pensionare Outlook ed i vari accrocchi di sincronizzazione. Insomma, tirando le somme, l'abbandono di Windows sul mio desktop principale ha avuto pieno successo ma ho l'impressione che il pc sia meno performante di quanto dovrebbe. Tutto qui. Confido che gli aggiornamenti risolveranno il problema, seppure tale problema esista. 
Quindi, visto che ci siamo, parliamo un po' del netbook.
Ubuntu 10.10 Netbook Edition, con la sua interfaccia unity, ha appesantito un po' il buon Dell mini 9 che si accinge al suo secondo compleanno. Tra parentesi, non condivido l'installazione dell'interfaccia Unity come desktop enviroment predefinito anche sui PC fissi nella prossima versione 11.04. Un'interffaccia che credo funzioni benissimo su piccoli schermi magari touch non credo sia pratica su grandi schermi magari non touch. 
Comunque, vedremo...
Tornando al Netbook, ho preferito installarci la neonata Lubuntu, una derivata che usa LXDE come desktop. Ora, non solo è più leggera, ma la trovo anche molto più configurabile e personalizzabile: a partire dalle dimensioni della barra delle applicazioni, che ho potuto rimpicciolire ad una sottile linea in modo da lasciare più spazio al desktop. Il mio fido netbook ha cambiato il modo di lavorare, consentendomi di operare ovunque. I primi segni dell'età iniziano a farsi sentire: la batteria non dura più le 8-10 ore di prima, sono sceso a 5 ore abbondanti ed intense di uso, ma non di più. Il monitor ( 9" ) inizia a diventare davvero troppo piccolo: spesso, i pulsanti sforano in basso e non sono cliccabili costringendomi ad acrobazie varie. Inoltre, il buon vecchio atom di prima generazione inizia a mostrare i suoi limiti. Eppure...
Beh, eppure sostituti non ce ne sono. Cambierei il fido Dell solo con una macchina che soddisfi certi requisiti: 
  • un monitor 10" ma ad alta risoluzione e non più grosso per poter entrare nel borsello
  • un pieno supporto a linux: non pretendo di trovarcelo preistallato come sarebbe giusto, ma che almeno funzioni!!
  • una CPU Atom decisamente superiore alla N270 e credo che la D550 lo sia ma preferirei la 525...
  • un SSD di almeno 64 GB: ritengo folle usare un disco tradizionale su una macchina che spesso funziona in movimento, nel senso che è accesa mentre si muove e sobbalza, per non parlare del trasporto...Certo, potrei sempre acquistare un SSD come retrofit, ma sarebbe un salasso mica da ridere...
  • supporti più di 2 GB di RAM.
  • Abbia un decente numero di periferiche: USB 3.0 ad esempio.
  • Abbia il bluetooth.
  • Sia completamente silenzioso e senza ventole
  • costi MENO di € 400
Guardandomi attorno, ad ora, modelli con tutte queste caratteristiche non ce n'è.
Per fortuna :)
Beh, credo di avervi annoiati abbastanza, vi grazio del resto, ma ci tenevo a concludere con il libro che ho abbandonato.
Trattasi de 'il matematico impertinente', di Piergiorgio Odifreddi. Chuck Norris, al confronto, è una colomba simpatizzante per il socialismo.
L'antiamericanismo rozzo e viscerale, forse superato solo dall'antisraelianesimo eletto a religiane, basato su considerazioni tutt'altro che matematiche, dell'autore che si spinge prima a considerare gli USA la patria del Nazismo, poi, contraddicendosi, ad affermare che l'ideologia nazista è così potente che per sconfiggerla gli USA l'hanno dovuta abbracciare  ( ma poche pagine prima aveva affermato che gli USA erano nazisti prima della Germania ) è solo una delle motivazioni che mi hanno spinto ad abbandonare l'incauto acquisto, di cui non voglio traccia neppure nella libreria di anobii. Dopo aver scoperto che l'occupazione dei territori palestinesi del '67 è avvenuta per magia e non in seguito ad una guerra d'aggressione persa dagli stati arabi, ad esempio, vengono alla luce altre perle che di matematico hanno solo il linguaggio assiomatico ma che sono solo comunicati stampa di Hamas.
Certo, revisionisti ne ho incontrati, ma leggendo questo libro ho avuto la netta sensazione di assistere ad un discorso del Silvio papy nazionale, che mentre aumenta le tasse afferma di ridurle, mentre censura afferma di difendere la libertà e così via. L'arroganza della certezza delle proprie convinzioni, travalica anche le dimostrazioni matematiche più banali.
Matera, Italia, 2010: meglio o peggio di Matera, Italia, 1943? 
Se questo è nazismo non oso pensare come si vivrebbe in piena Democrazia.
Farewell, Odifreddi: di fanatici difensori della Vera Fede da cui guardarmi, mi bastano quelli che ho già.

Del Salmone Norvegese, del Partito Democratico e del resto magari un'altra volta...

22 ottobre 2010

Finalmente Linux Day!!!

Già,
ci siamo!
Domani sarà il mio quarto Linux Day.
Ancora una volta ci lanceremo in un turbinoso pomeriggio di incontri, scoperta e libertà.
Per 'festeggiare' il quarto compleanno del Linux Day ho provveduto a 'liberare', finalmente, il mio PC Desktop principale. 
Ci ho messo un po', ma, complice la presenza del notebook per uso professionale, ho potuto abbandonare, su questa macchina, Windows...
Ma non è di piccolezze da nerd che voglio parlare stasera: potrei dilungarmi su come gira ubuntu 10.10 a 64 bit su un SSD da 30 GB per la cartella radice ed un Hard Disk da 1 TB come /home...
Magari un'altra volta...
Mentre nel pianerottolo si accumula l'hardware  più disparato, cavi di rete ed elettrici, attrezzi, documentazione e materiale vario, voglio ringraziare tutti quelli che si sono fatti il mazzo per offrire alla nostra città un'opportunità che spero saremo in grado di cogliere tutti assieme.
E voglio ringraziarli anche, semplicemente, perchè è un piacere 'fare affari' con loro, per la cortesia, disponibilità, affidabilità e correttezza dimostrata sempre e ovunque.
Grazie ancora e buon Linux Day!!

PS:
è in vendita un piccolo pc fanless, ideale per uso desktop leggero, media center silenzioso, a basso consumo e zero rumore, se interessati contattatemi!

17 ottobre 2010

Arrivederci, AGESCI, ciao...

Non ha senso girarci attorno: mentre leggete queste righe non sono più il Capo Clan del Gruppo Agesci Matera 2 e non rivestirò più un ruolo attivo nell'Associazione per parecchio tempo. Ammesso e non concesso che possa ritornare mai in servizio.
Francamente, mentre scrivo queste righe, la sensazione è di rabbia. 
La tristezza è roba di ieri e di domani. Oggi prevale la rabbia per una situazione conseguente alle circostanze più che ad una mia scelta. Non posso più permettermi il lusso del Servizio. 
Ho preso questa decisione tra aprile e maggio, dopo lunga riflessione.
Ho preso questa decisione con dolore, un dolore che ha sostituito il disagio una volta stabilito il da farsi e che mi ha accompagnato per ogni uscita, per ogni attività, da allora ad oggi. Un dolore che spero possa attenuarsi presto ora che l’ultimo atto è compiuto.
Ho deciso di non drammatizzare l'evento: a chi, tra i ragazzi mi ha chiesto se avrei continuato a fare il Capo, l'ho detto tranquillamente: sono stato chiamato a svolgere un Servizio, ora quel Servizio lo farà un altro, tutto qui. Ho sempre guardato con perplessa meraviglia quei capi che personalizzano il loro ruolo all’estremo ed organizzano, lasciando l'Unità, cerimonie di addio, regalini et similia tra lacrime e cose così: questo si che mi pare un gesto di distacco concreto dai ragazzi. Io lascio il Servizio in Agesci, non tronco la mia relazione coi ragazzi.
E non è nè una frase fatta nè retorica.
Molti li ho letteralmente visti nascere e crescere, ho avuto l'onore di far loro Capo, ora la vita mi chiama ad altri impegni.
Purtroppo, le cose non stanno andando molto bene. Il problema principale, da cui discendono gran parte degli altri, è, ovviamente, il lavoro. Ma non solo nel senso che lavoro troppo e ho poco tempo, ma nel senso che guadagno troppo poco in una precaria stagnazione che mi obbliga a seguire ogni traccia, ogni opportunità.
L'anno scorso, troppe volte il Clan si è messo di mezzo, costringendomi a gimcane per rispettare gli impegni associativi senza andare troppo a discapito di quelli lavorativi. Poi, c'è la questione del mio tempo. Che non basta. Non ho ferie, nè malattia nè altri diritti comuni venti anni fa. E già l’anno scorso è stato fatto un gravoso Sacrificio, un sacrificio per i ragazzi che si è rivelato controproducente: non è accettabile che un Clan faccia una route di soli tre giorni. Ma questo è il meno. Causa mancanza del dono dell’ubiquità, sono stato costretto ad ignorare fatti gravi che avrebbero richiesto un'azione energica, costante e continuativa nelle mie vesti di Capo: io sono responsabile dell'applicazione del metodo scout, non di fare quel che mi pare e piace! Se non posso applicarlo integralmente danneggio i ragazzi, non li aiuto, per quanto simpatico ed in gamba possa sembrare in alta uniforme e cappellone. Aevoglia a dare Testimonianza facendo Protezione Civile, Impegno Politico, Servizi vari, ma se non hai la possibilità di dare il necessario è meglio stare a casa.
Di fatto, ho concluso il passato anno scout con la sensazione piuttosto netta di essermi ammazzato di fatica ed aver fatto tanti sacrifici senza aver adempiuto a quello che, secondo i miei stessi parametri, sarebbe stato il mio dovere.
Mi sono sentito troppo spesso frustrato nel sapere cosa sarebbe stato necessario fare e non poterlo assolutamente fare: un po' come un medico del terzo mondo che sa bene che gli basterebbe una flebo per salvare una vita ma non ce l'ha...
Il mio commiato dal Clan è la mia ultima testimonianza.
Una testimonianza di coerenza e di capacità di affrontare con serenità i dolori della vita. 
Perchè questa decisione mi è costata, mi costa e mi costerà parecchio. 
Ma, per quanto dolorosa, credo sia quella giusta. 
Se il Signore vorrà, tornerò appena possibile in uniforme, per continuare il mio Servizio dove credo di essere più utile.
Eppure...
Ci sarebbe da argomentare parecchio a riguardo per sostenere quello che sto per scrivere:
La mia vera paura.
La mia inconfessata angoscia.
Dopotutto, il mio naturale ottimismo scout mi da speranza di ricostruire, tra, 3, 5, 10 anni, le condizioni personali adeguate al Servizio. 
Ma, quando tutti i problemi ostativi saranno superati, ci sarà ancora un'Agesci in cui io abbia voglia di rientrare?
Un’Agesci che mi chiede di occuparmi si di scouting, ma soprattutto di assistenza sociale, psicologia dei gruppi, protezione civile, gestione legale, ragioneria con tanto di bilancio, ricevute e scontrini e pure di concedere o meno crediti scolastici e che, a regime, ti lascia si e no una sera a settimana ed una domenica al mese libere. 
Un’Agesci sulla cui home page si trovano più le parole progetto, convegno, comitato che pentolonri, legatura, sudore.
Un’Agesci che mi chiede di partecipare a riunioni organizzative in giorni feriali, ad orari feriali, ad un’ora di macchina da casa e che mi rimprovera se sgarro con la burocrazia.
Un’Agesci che mi manda a casa una mole di documentazione sulla cui lettura dovrei basare i miei standard di Capo ma che sembra, tutto sommato, un capitolato d’appalto.
Un’Agesci che non prende neppure atto dell’inesistenza pratica degli Assistenti Ecclesiastici reali, quelli che partecipano a tutte le attività e costruiscono un Percorso di Fede in comunione con quello Educativo. Attualmente, siamo spesso ridotti a fare da Guardia Pretoriana in alta uniforme a Messe Solenni con tanto di Lupetti in prima fila mezzo soffocati dall’incenso ed Esploratori e Rover annoiati ed in tutt’altre faccende affaccendati un po’ più indietro...
Un’Agesci che, semplicemente, non riconosce in me il futuro associativo:
un adulto che ha una vita lavorativa, delle prospettive familiari ed una disponibilità di tempo libero profondamente diverse da quelle dei suoi predecessori.
La mia Associazione, semplicemente, non mi vede più, non mi riconosce più: mi chiede delle cose per me inverosimili e contribuisce ad espellermi da questo Servizio che tanto amo.
Spero solo che, caduti i miei impegni di Servizio diretti, riesca a ritagliare pochi attimi di tempo per testimoniare la necessità di riformare profondamente l’Agesci, non per riportare indietro l’orologio, anzi: è l’Agesci che è rimasta agli anni 70 - 90, è necessario che si aggiorni:
che si aggiorni rispetto alle disponibilità di Servizio dei Capi in un mondo post globalizzato e che si aggiorni rispetto alla proposta Educativa verso i ragazzi, per cui, a mio modesto parere, lo scouting deve costituire la stragrande maggioranza delle attività.
Il mio ringraziamento va alla Comunità Capi del Matera 2 che mi ha accolto e sostenuto nel momento del bisogno, va allo Staff del Clan Fuco Perfecta Laetitia con cui quest’anno abbiamo sfiorato la perfezione eponima, va ai rappresentanti delle associazioni con cui abbiamo iniziato un cammino comune di Servizio e va a quei genitori che hanno sostenuto fino in fondo i nostri sforzi. 
Ai ragazzi vanno, più che i ringraziamenti, le scuse: per non essere stato all’altezza delle loro necessità, per non essere riuscito a fare il necessario, incluso qualche sana pedata, beninteso. Queste righe contengono troppa amarezza per contaminare i pensieri che ho per loro, quindi non aggiungo altro in questa sede.
Ho fatto del mio meglio. 





E, ora, mi aspetta un duro inverno. 






Colori (ascoltata per la prima volta a La Vaglia, 1987 )

Questo prato verde ti ricorderà la speranza del mattino 

non smarrirla, amico mio, perché io ritornerò. 

Questo cielo azzurro ti ricorderà la fiducia nella vita 

non deporla, amico mio, perché io, io ritornerò. 

Questa rosa rossa ti ricorderà la bellezza del tuo amore 

non tradirlo, amico mio, perché io, ritornerò. 

Questo sole d'oro ti ricorderà lo splendore del tuo dono 

non stancarti, amico mio, perché io, ritornerò. 

Il colore arcano della libertà sai trovarlo amico mio? 

Nel tuo cuore l'ho posto io perché io, ritornerò.

13 ottobre 2010

Linux Day 2010 anche a Matera

Il Linux Day è una manifestazione nazionale articolata in eventi locali che ha lo scopo di promuovere Linux e la cultura del software libero. Il Linux Day è promosso da ILS (Italian Linux Society) e organizzato localmente dai LUG italiani e dagli altri gruppi che condividono le finalità della manifestazione.
Per il quarto anno consecutivo anche a Matera si svolgerà il Linux Day con tema: “ Investiamo in Oro Grigio “, per dare attenzione alle tematiche educative ed al mondo della scuola.
La manifestazione si svolgerà Sabato 23 Ottobre dalle 17 alle 21 circa presso la sede dell'associazione Sui Generis in Via delle Beccherie.
Siete tutti invitati a partecipare, questo è solo il primo dei molti memento che seguiranno.
Il sito a cui far riferimento è Materalinux, il portale del software libero materano!

Strategia della Vittoria

Band of Brothers, The Pacific, sono solo miniserie tv.
Niente di che.
Ma Band of Brothers è anche un libro, un bel libro.
A cui potrei far seguire una lunga lista di titoli.
Titoli di libri di Storia, libri di storia della Seconda Guerra Mondiale.
Libri di storia che, forse, si dovrebbero leggere non percelebrare la gloria degli alleati, me per ricordare la disfatta dei fascisti.
O, più precisamente, per ricordare quali sacrifici sia necessario fare per ricacciare tra gli incubi Talebani, Ahmadinejad, Hamas, lapidazioni e compagnia bella.

12 ottobre 2010

Ubuntu 10.10, il perfezionamento

Già,
il titolo esprime compiutamente il mio pensiero.
Ubuntu 10.10, a meno di guardare davvero in fondo, per un utente normodotato può ragionevolmente essere considerato il perfezionamento della precedente release, la 10.04. Per carità, perfezionamenti azzeccati ed evidenti, soprattutto nell'installer che permette di scaricare ed installare automaticamente i codec proprietari.
Mica una cosa da poco.
Tuttavia, quando il desktop si è caricato, è arduo andare alla ricerca di innovazioni rivoluzionarie. E non mi riferisco all'aspetto grafico, faccenda tutto sommato più d'immagine che di sostanza.
Ad esempio, ancora non è possibile sfogliare una rete di dominio Windows2008R2, il che, francamente, è seccante. Certo, la colpa è di Micro$oft e dei suoi sorgenti chiusi, ma alla fine della fiera il mio netbook ed il nuovo server 10.10 non ne vogliono sapere di parlare con gli altri amichetti della LAN.
Mosso dalla naturale curiosità ho formattato il netbook e ho scelto di fare l'avanzamento di versione al PC dei miei genitori. Tutto è andato benissimo in entrambi i casi.
Anche il serverino di test che ho preparato con Edubuntu per il Linux Day su piattaforma Atom su supporto Compact Flash è del tutto soddisfacente. L'interfaccia della Netbook Edition ( Unity ) mi ha lasciato un po' spaesato ma, finite le configurazioni, tornerò ad usarla se non altro per imparare una cosa nuova e non fossilizzarmi...
Ma ho sempre il dubbio che parte di queste migliorie sono più da aggiornamento che da nuova versione. Dopotutto, navigo, chatto, faccio di conto e scrivo con lo stesso medesimo software della 10.04.1.
La 10.04.1 è davvero riuscita e la sua sostitua non sembra da meno. Ma era necessaria?
Non è questo il luogo per dibattere sul ciclo semestrale di rilasci di Ubuntu, forse è il caso di cambiare marcia ora che lo spunto è raggiunto..
In sostanza: se avete una 10.04 aggiornata e perfettamente funzionante, soprattutto se in ambito lavorativo e/o con complesse configurazioni aggiuntive, non credo valga la pena di aggiornare.
Per tutti gli altri:
precipitatevi all'arrembaggio, la perfezione è vicina...


11 ottobre 2010

la nostra pace, la vita altrui

Cos’è accettabile?
Cosa possiamo ritenere accettabile?
E’ accettabile che sia consentito alle ragazzine andare a scuola e che se sorprese ad amoreggiare siano semplicemente ammazzate a colpi di AK47 invece che lapidate?
Magari è accettabile che ad un giovane omosessuale siano date 100 frustate invece che essere appeso per il collo ad un palo.
Cosa riteniamo accettabile e cosa no?
Cosa siamo disposti a concedere ai Talebani per fare una specie di pace?
Perchè il problema non è nei mezzi, negli strumenti, nelle passioni, nelle paure, missione di pace o missione di guerra: ma nell’obiettivo strategico della guerra afgana.
Un obiettivo strategico che, a meno di avere la TV italiana come unico strumento di  informazione, dovrebbe essere chiaro: arginare come minimo, distruggere come ottimo, il movimento talebano in Afghanistan e Pakistan nelle sue manifestazioni esterne ed interne.
Perchè, le manifestazioni esterne si chiamano attentati nelle città occidentali ( ed il successo ultimo Taliban implicherebbe la disponibilità dell’arsenale nucleare pakistano ) , quelle interne significano riduzione in schiavitù delle donne in condizioni proto animalesche e morte per ogni forma di non conformità alla loro probabilmente eretica interpretazione del Corano.
Non voglio farla lunga e non mi va di perdere e far perdere tempo in esempi.
Il punto è, cari amici di PD, SEL, Emergency, Manitese, ecc., la nostra piccola spedizione Afgana è una guerra di aggressione ed un perpetuarsi di stragi di civili per cui prima ci ritiriamo meglio è per tutti o quello che ho scritto prima ha un fondo di verità?
E, nel caso, cosa fare se la volontà e la forza di risolvere il problema manu militari ci mancano?
Quale e quanta parte del credo talebano dobbiamo ritenere accettabile per afghani e pakistani ( e per noi stessi ) ?