27 agosto 2017

Peppone batte Left venti a zero. Anzi, a zero virgola.

Un naufrago della Sinistra si aggrappa dove può.
Uno di questi era la rivista Left.
Mi piacciono i temi  e gli approfondimenti sul mondo del lavoro, sui migranti, sui diritti.
Insomma: Sinistra.
Ultimamente, la deriva anticattolica della rivista ha superato il mio personale livello di guardia (chè è piuttosto alto).
Da sostenitore fattivo della Laicità dello Stato (ma non del laicismo di Stato) non ho particolari problemi a leggere critiche anche sopra le righe alla Chiesa Cattolica.
Left ha iniziato una campagna di stampa contro Papa Francesco con articoli ripetuti e mirati.
L'articolo che mi ha convinto a ragionare su questa offensiva è questo.
La lettura contestuale della voce dedicata al Papa è un utile confronto rispetto al testo di Left.
A Left riesce di mettere sullo stesso piano l'azione politica e quella del magistero e si diletta in voli pindarici associando brani del Vangelo alla tragedia dei desaparecidos.
Già arrivato a questo punto nella lettura ho iniziato ad avere i miedi dubbi sull'articolo di Left tanto che la posizione e le azioni di Bergoglio durante la dittatura argentina è ben documentata e le insinuazioni dell'articolo sul tema sono del tutto gratuite.
Inoltre, le posizioni più tradizionaliste della dottrina cattolica, la cui critica è sicuramente legittima e che comunque dovrebbero riguardare i soli fedeli, vengono adoperate per definire Papa Francesco "punta di diamante di una mentalità patriarcale che vorrebbe la donna inchiodata al ruolo di moglie e madre."
I fatti legati a questa affermazione, sono, tuttavia, accuratamente omessi.
Cito direttamente perchè credo che questi due esempi parlino da soli:

"Nel mondo ideale di papa Francesco i ricchi rimangono ricchi e i poveri rimangono poveri. È questa la nuova idea di uguaglianza a sinistra? Bergoglio lo ha detto chiaramente, basta leggere questa frase. «Il “no” ad un’economia che uccide diventi un “sì” ad una economia che fa vivere, perché condivide, include i poveri, usa i profitti per creare comunione»"

E l'ancora più grave:


"E sempre a proposito di superamento delle disuguaglianze, è forse laica e di sinistra la frase pronunciata da papa Bergoglio l’8 gennaio 2014? «Un bambino battezzato non è lo stesso che un bambino non battezzato» disse nell’udienza generale a Santa Marta. Queste parole possono essere declinate in diversi modi, basti citarne uno per tutti: un bambino battezzato non è lo stesso che un bambino ebreo."

Ecco il punto.

"E' forse laica e di sinistra?"

Prima di tutto, è una assunzione del tutto arbitraria che Francesco e la Chiesa desiderino che esistano persone povere.

La seconda citazione è grottesca.
Oggi non sono andato a Messa e non ho fatto la Comunione. 
E' o non è lo stesso?
L'aver fatto la Comunione mi rende diverso e maggiormente meritevole di vivere rispetto ad un Giapponese Shintoista?
Una questione prettamente religiosa viene sbandierata addirittura come antisemitismo.
Io potrei anche continuare a confutare rigo dopo rigo questo ed altri articoli.
Ma il succo è che il Papa non è di Sinistra. 
E' il successore di Pietro.

E Left non ha gli strumenti per comprenderne le implicazioni pratiche fino a questo genere di dichiarazioni di non-collaborazione con altre forze praticamente affini perchè ideologicamente non compatibili.
Eppure dovrebbe essere palese come Papa Francesco stia dando impulso pratico e concreto alle azioni sociali dei Cattolici.
Un articolo (ed una linea editoriale) da dimenticare.
Eccetto sulla Pedofilia, dove Left ha, comunque, torto: nessun Papa può "fare abbastanza" su un crimine mostruoso come questo.
Nessuna Nazione sulla Terra investe "abbastanza" nella lotta contro il Cancro o per la ricerca scientifica in generale.
E la Chiesa di sicuro non potrà mai fare abbastanza perchè il problema è strutturale e gli sforzi generici e palliativi  delle gerarchie saranno sempre della classe di rendere asciutta l'acqua finchè non metteranno mani alle cause strutturali di questa atrocità.
E finchè Left si mantiene nell'ambito dei fatti (e il resto dell'articolo non concede molte speranze in merito all'interpretazione dei fatti esposti) su questo tema meglio un eccesso di zelo che la sottovalutazione.
In conclusione, probabilmente, più delle mie parole, sono significative le parole stesse di Left con l'uso ripetuto di interlocuzioni quali "ingerenza di un capo di Stato straniero".
Riferirsi alle parole del Papa (in ambito sociale e dei diritti) come "capo di Stato straniero" è qualcosa che era sberleffato già dagli anni '40 del secolo scorso.


Insomma, a Left non hanno mai letto neppure Don Camillo?
Oppure hanno intenzione di scriverne una involontaria brutta copia comica?
Cari ragazzi, una società Laica non è una società Laicista. Non scambiate (e non spacciate) la Seconda con la Prima.
E la via delle percentuali elettorali dello zerovirgola è nota.

13 agosto 2017

Un Samsung Galaxy val bene un Kim

Torno ai miei lettori con un breve (almeno nelle mie intenzioni) post di aggiornamento sulla situazione NordCoreana.
Qualche settimana fa la Corea del Nord ha lanciato il suo primo ICBM, il Hwasong-14.
ICBM sta per Intercontinental Balistic Missile.
E', in soldoni, un missile a lungo raggio il cui scopo è trasportare un'arma nucleare.
E, seppur con tutti i dubbi del caso, pare che i Nord Coreani siano arrivati ad implementare la necessaria miniaturizzazione.
Che non è roba particolarmente complicata, serve solo un po' di esperienza, dopotutto è una tecnologia degli anni '60.
A quanto pare, Kim ha fra le mani un aggeggio in grado di minacciare almeno l'Alaska il che implica che, entro pochi anni sarà in grado di minacciare gli USA interi.
Non è questo il punto.
Il regime Nordcoreano ha un unico obiettivo.
La propria sopravvivenza.
Non la 'liberazione' dei poveri sudcoreani vittime dell'imperialismo nè tanto meno l'incenerimento della nazione imperialista per antonomasia: gli USA.
No, la dinastia Kim  vuole solo tirare a campare, possibilmente per sempre.
Non è suo interesse che si spari sul serio da quelle parti.
Quindi, tra Kim che minaccia orrori atomici da visi sempre sorridenti e Trump che invoca bellicosa retoricità chi la spunterà?
Ma, cari, ovviamente i dollari.
In pratica, non succederà proprio niente.
Se avete pazienza leggetevi questo post del New York Times di cui condivido pienamente l'analisi (anche se tenderei a diminuire leggermente l'efficacia della potenza di fuoco Nordcoreana motivando la mia bassa stima con l'esperienza storica della generale scarsa efficacia di armate da parata alla '8 miloni di baionette').
Anche questo articolo è estremamente efficace nel descrivere la probabile realtà.
Gli USA hanno le mani legate.
Non si può pensare di trattare la Corea del Nord come l'Iraq di Saddam: la Corea del Sud sarebbe mezza distrutta anche nelle migliore delle ipotesi e la Cina non permetterebbe mai la caduta del suo stato cuscinetto.
A meno che...
Devo sottolineare un fatto tecnico ma di importanza cruciale: durante la Guerra Fredda URSS CINA USA ecc erano stati razionali e ci vuol poco (se si ha voglia di studiare, ovviamente) a rendersi conto che i loro arsenali e i loro schieramenti (per tacere delle rispettive dottrine operative) erano esclusivamente difensive e di deterrenza. La Corea del Nord, fatevene una ragione, sta dispiegando una dottrina operativa e fa esercitazioni mirate al First Strike.
Il suo arsenale nucleare non è di deterrenza e la dottrina risultante dai test di lancio da sottomarino e l'imminente 'test Guam' di lancio multiplo ne sono la prova.
Qui una precisa analisi del caso.
E cosa potrebbero fare gli USA?
Nulla.
Non si può fare niente.
I Coreani del Nord hanno già missili con testate nucleari.
Hanno un sacco di artiglieria in grado di spianare interi quartieri di Seoul.
Possono colpire il Giappone.
Duramente.
Non c'è modo per gli USA di distruggere tutte le armi nucleari Nordcoreane e nemmeno di distruggere l'artiglieria in tempo utile per evitare che Seoul somigli ad Aleppo.
La crisi Coreana è gravissima anche per le sue conseguenza di secondo livello: che cosa succederà quando anche gli altri stati dell'Asia si arrendereanno alla proliferazione? Il Giappone accantona da anni materiale fissile, ad esempio. La Corea del Nord si è abilmente infilata tra le maglie della debolezza degli USA di Obama (ricordiamoci anche i milioni di vittime del suo 'capolavoro' siriano) e sarà molto difficile far rientrare il genio nella bottiglia. Il regime nordcoreano ha tutt'ora attivi gulag e campi di sterminio e non sarà politicamente possibile effettuare un first strike stile Iraq per le ragioni di cui sopra. La minaccia di un test missilistico plurimo verso le acque di Guam, (CVD: la dottrina del First Strike Nordcoreano) poi, potrebbe fungere da casus belli ma la Corea del Sud è troppo esposta e ha già ingoiato l'affondamento di una sua nave ad opera di un sottomarino nordcoreano senza reagire.
In caso di First Strike NordCoreano anche solo convenzionale, però, la Cina potrebbe defilarsi e una volta messo in conto di perdere le vite di migliaia di civili sudcoreani e qualche centinaio di Giapponesi la Corea del Nord avrebbe i giorni contati.
Ovviamente, in caso di First Strike Nordcoreano Nucleare si aprono scenari orrorifici su cui non intendo indugiare.
Quindi?
Quindi business as usual: ignoriamo che quando il faccione sorridente del Kim compare in TV dietro c'è la sofferenza, lacrime e sangue che il popolo della Corea del Nord paga per i nostri telefonini da due soldi.
Insomma, invece di stare appresso a gente del genere suggerisco vivamente di iniziare ad interessarsi al riscaldamento globale.




Oh, poi se siete tra quelli che non trovano troppo male l'idea di un breve inverno nucleare per rimettere a posto tante cose io non posso aiutarvi, vi serve l'esorcista e la psichiatria.
La Crisi Nordcoreana è la classica dimostrazione di come le vie dell'inferno siano lastricate di buone intenzioni. L'appeasement si è spinto troppo oltre ed ora non c'è nient'altro da fare che sopportare Kim e il sangue grondante dal suo regime. NordCoreano e SudCoreano, tanto per cominciare.


EDIT del 20170824: trovo questa intervista a Brian R. Myers, docente di relazioni internazionali alla Dongseo university di Busan, in Corea del Sud, particolarmente preziosa.