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11 gennaio 2011

La Dottrina Marchionne, ovvero: Non hanno pane? Perchè non mangiano brioches?

Cambiare l'Italia?
Vediamo un po'.
In Italia non si nasce e non si sposa perchè tra una cosa e l'altra i figli guadagnano tra 1/3 ed 1/2 dei Padri a prezzi relativi come minimo raddoppiati di case ed auto.
L'Italia ristagna per tante ragioni, la malapolitica, la malavita, la malapianta, tutto vero. 
Ma, alla fine della fiera, siamo nella cacca fino al collo perchè le classi dirigenti dagli anni '80 in poi hanno deciso che quello che per trent'anni si è fatto ad un salario ed ad un costo si dovesse fare a mezzo salario e doppio costo.
Tutto qua.
Le nuove generazioni hanno lavori precari invece che stabili come le vecchie.
Le nuove generazioni hanno orari lavorativi pre seconda guerra mondiale, non come le vecchie.
Le nuove generazioni guadagnano al meglio metà di quelle vecchie.
I guadagni delle professioni tecniche e specialistiche sono anche inferiori.
I prezzi delle case sono anche decuplicati in certe circostanze.
E queste sono decisioni politiche prese dalla Classe dirigente come dire, pro domo sua.
Ora: per cambiare lo stato delle cose quale sarebbe il piano?
La Dottrina Marchionne estesa ad ogni comparto produttivo?
Bel piano: più fatica, meno soldi, meno sicurezza. 
C'è già stata un'altra Dottrina Marchionne un paio di secoli fa:
"Non hanno pane? Perchè non mangiano brioches?"
Non è andata a finire troppo bene.

7 gennaio 2011

Caro Marchionne, io non La contrasto, io rilancio ( parte seconda )

L'innovazione che può ancora salvarci non è possibile che si riduca a copiare solo i pezzi delle ricette che più ci fanno comodo.
Un rilancio complessivo del Paese non è Sua esclusiva responsabilità, ovviamente. E' di Sua responsabilità la salvaguardia della FIAT.
Ma, un'azione che porti un biennio di vantaggi in borsa per Lei e poche centinaia di altri a discapito di milioni di italiani non è accettabile.
Industrie automobilistiche in attivo esistono.
Industrie che producono in occidente, dico.
La mia Ford Fiesta di 4 anni fa è progettata in Germania e costruita nel Regno Unito, ma mi è costata 1500 € in meno della Punto Classic...
Eppure, non mi sembra che tedeschi ed inglesi siano soggetti al regime da Lei proposto. 
Tutto il contrario.
Dobbiamo, poi, parlare, di Ferrari?
Ora, io non ho esperienza alcuna di amministrazione industriale, sarebbe presuntuoso da parte mia buttar lì un piano d'azione.
Ma un approccio strategico, date le varie circostanze relative alla mia professionalità ed alle varie competenze maturate posso permettermi di suggerirlo.
L'obiettivo strategico, per prima cosa.
Stabilirlo una volta per tutte.
Poi, rispondere alle domande: FIAT deve produrre in Italia?
Se la risposta è no la strada intrapresa è errata: meglio sarebbe stato chiudere e basta.
Meglio, perchè poche migliaia di prepensionamenti sono un prezzo basso da pagare rispetto alla pakistanizzazione dei diritti ed alla dissoluzione senza riforma del Contratto Nazionale dei Metalmeccanici.
Non intesi come astrazioni, ma come somma di vite di tante persone, tutte quelle che la Sua azione, Dottor Marchionne, devasterà per effetto domino sulle classi lavoratrici più deboli.
Se la risposta, invece, è sì, vale quanto detto in precedenza ma Le suggerirei di partire dai punti di forza dei modelli esteri a cui Lei desidera far credere al Pubblico di ispirarsi.
La partecipazione delle Maestranze ai processi decisionali va associata alla banalità dei comportamenti virtuosi delle organizzazioni di successo:
vi chiediamo molto, vi diamo moltissimo.
Vi chiediamo di più, vi diamo di meno e vi facciamo pure le pernacchie è il viatico del fallimento organizzativo.
Dal punto di vista tecnologico, poi, siamo in piena desertificazione.
Dov'è l'innovazione strategica promessa?
Dal punto di vista comunicativo le cose vanno ancor peggio.
Perchè la FIAT non è in grado di giocare la carta dell'Italianità?
Ossia di proporsi come punta di lancia di un nuovo modello di made in Italy in cui si lavora molto e si guadagna a sufficienza da acquistare ciò che si produce? A partire da una casa, si intende... E, magari, con un occhio puntato alla sostenibilità ambientale della produzione?
Io, personalmente, non rincorrerei la deriva della produzione al minimo costo economico col massimo impatto ambientale associata al massimo profitto personale di breve periodo.
Non perchè è immorale:
ma perchè è suicida: ci sono ben altre organizzazioni capaci a farlo assai meglio di quello che potrebbe mai fare FIAT.
Invece, ad oggi, se dovessi acquistare un'auto, non mi farei scrupolo ad acquistarla straniera.
Eppure, un tempo, non era così.
Ma, grazie a Lei, Dottor Marchionne, acquistare una macchina cinese non è più un tabu per molti: cinesi per cinesi, poveri per poveri, insultati per insultati, depredati per depredati, almeno avremo avuto la sensazione di non aver contribuito al suo bonus milionario nè a fornirle la base di potere da cui fare quel che fa:
senza la produttività degli operai di Melfi grazie a cui FIAT ha venduto milioni di auto nessuno, in Italia,  conoscerebbe il Suo nome, scusi...
Un ultimo appunto riassuntivo.
E' l'approccio: "Se fate così e cosà io vi faccio gli investimenti" Ad essere tarato alla base.
Lei, in pubblico, afferma di non aver tenuto adeguate le infrastrutture produttive come avrebbe potuto...
Non ritengo vi sia altro da aggiungere.

5 gennaio 2011

Caro Marchionne, io non La contrasto, io rilancio ( parte prima )

Gentile Dottor Marchionne, 
le lettere, anche aperte, si sa, iniziano così.
Risparmio ai lettori il riassuntino delle ultime nuove a riguardo.
Prima di avanzare la mia controproposta, tuttavia, mi occorrono dei dati aggiuntivi che, in mesi di dibattito, purtroppo, non sono venuti affatto fuori:
Marchionne, infatti, Lei ci dovrebbe fare la cortesia di spiegarci un mucchio di cose.
Prima di tutto: io mica mi dimentico che la Sua fortunata attività è basata su decenni di elargizioni pubbliche. Lei parte assai avvantaggiato rispetto alla concorrenza: sarebbe cortese ringraziarmi, in quanto elargitore del Suo vantaggio.
Poi, deve spiegare come mai una Punto fatta a Melfi da operai che  paga 1200 € ( e a cui una pizza al pub costa 10 - 15 € ) costa quanto una Polo fatta in Germania da operai che di € ne prendono il doppio ed a cui un pranzo al pub con birrone costa 5 €.
Deve, inoltre spiegare a chi pensa di vendere le FIAT.
Io, di benestanti con una FIAT non ne conosco neppure uno! 
La demolizione del reddito della classe sociale dei principali clienti FIAT da Lei costantemente propugnata ed implementata è un piano suicida neppure troppo originale: succede già in Italia da quasi dieci anni ed è palese l'effetto del crollo del potere d'acquisto delle classi medie sull'economia Nazionale. Ora, Lei punta ad istituzionalizzarlo.
La Sua azione è mirata ad una strategia di breve, brevissimo termine, di profitto immediato a discapito di una catastrofe sociale: se a Torino, nella FIAT, non si può più fare una pipì ogni 4 ore, cosa crede che succederà in Calabria? 
Poi, ci deve spiegare come sia possibile vantarsi un giorno delle vendite di Grande Punto ( costruita a  Melfi ) ed il giorno dopo insultarci tutti sull'inutilità delle fabbriche italiane: a chi crede di averle vendute, le Grande Punto? Ai miliardari svizzeri?
Lei produce in tutto il mondo auto per redditi medio bassi la cui gran parte vende in Italia.
Lei sta distruggendo scientemente ogni possibilità per i Suoi clienti storici di continuare a comprare i Suoi prodotti.
Del resto, è verissimo che Lei può costruire auto ovunque o tentare di farlo senza il supporto morale di metà dei Suoi dipendenti.
E' ancor più vero che i Suoi ex clienti, intendo i precari, i cassintegrati, i disoccupati, gli sfruttati presenti e futuri, possono acquistare automobili dal miglior rapporto qualità prezzo di quelle da Lei vendute.
Non nascondiamoci dietro il dito, Dottor Marchionne:
Lei tenta disperatamente di comprimere dove può i Suoi costi. Ma sappiamo entrambi che penalizzare a riguardo la forza lavoro è un palliativo per le ragioni di cui sopra. Lei paga già pochissimo le Sue maestranze.  E' di infrastrutture decenti che Lei necessita, come il resto del paese. Ma, della cui mancanza, ha maggior responsabilità Lei, come classe dirigente, che le Sue maestranze. Che, magari, hanno una responsabilità diversa, in quanto elettori del Cavaliere o della Lega.
E' vero, siamo arrivati ad un punto critico.
E' vero, produrre in Cina ( o in Bangladesh, magari ) costa meno.
Però, dottor Marchionne, a riguardo io Le faccio due appunti distinti:
Lei può produrre al prezzo che vuole, ma, come già detto, a chi intende vendere?
E' questa la chiave del prossimo decennio: anche in Cina i salari raddoppiano. In Occidente in generale, ma nell'impoverita Italia in particolare, ora il salto logico inizia a diventare piuttosto altino e Lei, Dottor Marchionne, è filosofo. Solo per questo La scuso.
A chi pensate di vendere i vostri prodotti a basso costo?
Anche semplicemente trascurando le problematiche energetico ambientali...
Il mondo è in evoluzione quotidiana e l'equazione "Produco a basso prezzo nel Terzo Mondo per essere concorrenziale in Occidente " è già parzialmente falsa.
Inoltre, Dottor Marchionne, la Sua formazione filosofica ha lo zampino anche in questo:
Vuole imporre alle Sue maestranze i diritti dei cinesi, il salario nostrano ma ne pretende una produttività Tedesca. O Americana. Neppure in questo è chiaro.
Beh, questo si chiama "Botte piena e moglie ubriaca". Come prima, i salti logici nella realtà non funzionano. Certo, Lei può tentare lo stesso approccio del Cavaliere alla Realtà, ma, date le conseguenze, non mi sembra un gran viatico.
Eppure voleva comprare la Opel. Eppure ha comprato la Chrysler...
Non c'è niente di male nel voler aumentare la produttività. Ma, scusi, a Melfi Lei ha già un'elevata produttività specifica. Solo che la produttività complessiva degli stabilimenti Fiat mica è bassa perchè gli operai sono pigri ( ossia godono di diritti novecenteschi ), è bassa perchè Lei non riesce a vendere un sufficiente numero di FIAT da poter mantenere elevata la produzione degli stabilimenti.
Se uno stabilimento è progettato ( e pagato ) per produrre 1000 auto al giorno con 5000 operai ma ne produce 200 al giorno con 1000 operai non è mica colpa di quei mille se la produttività dello stabilimento è del 20%. Anche questa è una cosa che Lei non spiega.
Lei sta tentando di aumentare la produttività dello stabilimento in questione, in pratica, cercando di portarlo dal 20 al 25% a spese dei mille operai...
No, Dottor Marchionne.
Lei si è senz'altro fatto i Suoi calcoli, ma Le manca il punto di vista del resto del mondo.
Quello che Le suggerirebbe un'alleanza e non una guerra permanente con le maestranze.
Lei, purtroppo, rispetto alle sfide del XXI secolo per l'azienda Italia, è dolorosamente antiquato nelle intenzioni e negli strumenti.
Certo, è solo l'ultimo di un lungo coro di capitani di Titanic. Titanicitalia.


SEGUE

26 agosto 2008

Pianificazione Straordinaria

Con le ferie alle spalle è tempo di programmare le prossime mosse.
Lavorativamente parlando, mi è stato offerto di ampliare le mie aree di competenze al campo del calcolo strutturale. In aggiunta alle mie attuali mansioni, ma con la prospettiva di sbolognare, a breve, tutto il settore di assistenza tecnica... La classica offerta che non si può rifiutare, anche se significherà passare 12 ore fuori di casa al dì per mesi...
Scoutisticamente parlando, è il momento di preparare un programma adeguato all'anno scout incipiente, in modo da sfruttare al meglio il tempo dei Capi, tempo sempre più preziosamente scarso. Quest'anno, il Noviziato sarà numericamente più ridotto e sto già meditando le prime mosse coerentemente con l'esperienza dell'anno scorso. Trovo incredibile e meraviglioso il desiderio di ricominciare di nuovo, il sorprendermi a pensare agli errori del passato ed al modo di evitarli per donare al pugno di ragazzi che passeranno un anno di crescita ed amore.
E gastronomicamente parlando?
Beh, in questi giorni sto evitando il pesce, dopo le scorpacciate croate. Ma la fame è sempre tanta... E sto pensando ad un meraviglioso, dietetico e saporito... Shushi...
Un'ultima nota: ho cancellato il vecchio Blog, credo che dopo un anno di transizione, fosse un passo necessario.

26 giugno 2008

E...

Questo è un periodo faticoso.
Si fa fatica a respirare per il caldo.
E a tenere gli occhi aperti per il sonno.
E a staccare i pensieri dal buco nero di questi tempi sacrileghi.
E i pensieri diventano triste rabbia di fronte alla dolorosa necessità di affidare Scoutina ad altri.
E, poi, ci sono i pensieri dedicati a chi sta portando a termine il suo impegno di capo laggù a Moliterno facendo un sacrificio personale e morale non indifferente.
E il nostro anno scout che è ancora apppeso ad un 7 Luglio sicuramente non piacevole.
E bisogna pensare al prezzo del gasolio e ai 10 €Cent che costa, solo di gasolio, un Km di Fiestarossa!
E, E, E...
Per fortuna la prossima settimana potrò stare un paio di giorni in ferie.
Per fortuna domani è venerdì.
Per fortuna non è tutto qui.

12 febbraio 2008

la congiuntura

Finalmente ce l'ho fatta.
Erano due settimane che tentavo di farlo ma non ci riuscivo.
Un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di buona volontà, un po' per mancanza dell'occasione giusta.
Al mattino? Nah, troppo di fretta!
Al pomeriggio appena rientrato? Nah, c'è sempre qualcuno che interrompe!
A sera ? No, troppo stanco.
Ma non potevo più rimandare oltre, non ce la facevo a continuare in queste condizioni!
Così, poco fa, mi sono rinchiuso in sala server solo soletto e lontano da sguardi indiscreti...
Mi sono seduto,
mi sono chinato e...
finalmente!
Ho cambiato i lacci alle scarpe...

28 ottobre 2007

Esempi esteri...

Io mi chiedo:
Ma invece di ispirarci per forza al modello elettorale tedesco non potremmo ispirarci agli stipendi tedeschi e alle ferrovie tedesche? In cambio mi accontenterei del modello elettorale del Botzwana....

25 ottobre 2007

la Carriera o la Corriera?

E' da parecchio che medito di scrivere questo Post, ma non ne ho avuto il tempo. Fa seguito al post contenente la canzone dei Modà: GRAZIE GENTE. A questo punto meglio tagliar corto e passare al sodo: da 31 giorni sono uscito dal Precariato e risulto Assunto a tempo Indeterminato.
Faccio il System Administrator, il CAD Administrator, il progettista fotovoltaico e, purtroppo, per ora, mi occupo anche del supporto tecnico...
Tradotto in soldoni, tra 479 mesi potrò iniziare a preoccuparmi della pensione o giù di lì... Sinceramente, non ho avuto ancora il tempo di festeggiare, nè di calcolare i mie guadagni, nè di esultare... E poi ci mancava pure l'influenza e io di assenze in periodi critici non ne posso fare proprio...Quindi aspetto con ansia il prossimo week end lungo... Per dormire e gioire.
Il lieto evento è accaduto così in fretta che non ho avuto affatto modo di abbandonare la mia forma mentis da precario. Quindi mi sento ancora a buon diritto libero di esprimere le mie considerazioni sulla Legge Biagi e su ciò che, secondo me erroneamente, sindacati e compagnia bella intendono fare per combattere questo mostruoso precariato. Ecco, secondo me, la Legge Biagi non da fastidio a nessuno, semplicemente perché è lettera morta. Non è mai stata applicata.Uno dei maggiori problemi è che si è consentito alle imprese di utilizzare il contratto a progetto per lavori continuativi e subordinati. Quindi si possono cambiare tutte le leggi dell'unvierso, ma se non le si applica seriamente il precariato continuerà a massacrare generazioni, far crollare la natalità e affossare la Famiglia Italiana.... Boh, forse mi sbaglio e ha ragione la Chiesa e questi ultimi danni sociali sono colpa degli omossessuali o dei preservativi....vai a capire dove sta la Verità, no?
Intanto aspetto la prima busta paga e magari mi metto pure in malattia....