Non ne posso più.
Dalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speDalla Turchia all'Albania
Posti di blocco, posti di Polizia
La guerra avanza
Ragazzo mio ci vuol pazienza
Interventisti, jihadisti e scambisti in lontanza
Nazi e giudei, demoni e dei
Macchine in fiamme
Terroristi e cortei, scuole di danza
Evviva il re e l'indipendenza
Bravi registi, preti e Lacrima Christi in abbondanza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa andrà di moda
Epicurei, etero e gay
Giovani rapper, occultisti e DJ
Nella mia stanza
Ragazza mia non c'è speranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi viaranza
Vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza
Gravi stati di allucinazione
Mentre passa l'ultima canzone all'Eurofestival
E il nostro amore è ai titoli di coda
Chi siamo noi, chissà quest'anno cosa va di moda
Via, portatemi via
Lontano da qui
Io non voglio più
Soffrire così
Ho perso la fede e la verginità
Buttatemi fuori dal festival
Via, portatemi via
Lontano da qui
Che non voglio più
Cantare così
Ho perso la voce e la tonalità
Vorrei ritirarmi dal festival
Via, portatemi via
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29 marzo 2019
12 febbraio 2013
Io, Fantasma.
Il nuovo disco dei Baustelle non è per niente docile all'orecchio.
Di solito, negli ultimi lustri, intendo, i loro dischi mi sono penetrati nel cervello al primo ascolto.
Questa volta, no.
Per un po' ho creduto che i Baustelle avessero perso il loro smalto.
Solo per un po'.
Poi, ho pensato di non essere accordato.
Io.
Ma, dal terzo ascolto in poi le cose sono andate di bene in meglio.
Ed ho capito il perchè.
Perchè quella sensazione di disagio è l'effetto del disco.
L'effetto voluto, del disco.
Perchè quella sensazione di disagio è l'effetto del disco.
L'effetto voluto, del disco.
Cos'è un fantasma?
Cosciente e presente, ma invisibile.
Attraversa i luoghi della Vita.
Una Vita che non è più sua e che, tuttavia, continua.
E continua per tutti gli altri fantasmi.
E continua per tutti gli altri fantasmi.
Già, la Vita continua ed il fantasma dei Baustelle ne è ben conscio.
Perchè non è il Fantasma ad essere invisibile agli altri, sono tutti ad essere altri fantasmi per tutti gli altri.
E, nel frattempo, la Vita degli altri deraglia assieme alla propria:
"Il futuro desertifica La vita ipotetica ".
Perche il "peggio che deve arrivare" richiede armi, armi diverse da quelle che sono state immaginate fino ad ora.
Perchè non è il Fantasma ad essere invisibile agli altri, sono tutti ad essere altri fantasmi per tutti gli altri.
E, nel frattempo, la Vita degli altri deraglia assieme alla propria:
"Il futuro desertifica La vita ipotetica ".
Perche il "peggio che deve arrivare" richiede armi, armi diverse da quelle che sono state immaginate fino ad ora.
"Solo l’apice di vite singolari.
L’illusione che non marciranno mai "
Ecco.
I fantasmi si illudono di essere vivi, ma è forse la peggiore delle illusioni?
E i vivi?
E "noi" vivi?
Che accettiamo questo presente, questo trascorrere del tempo, questi sacrifici di cui non ci rendiamo conto di quanto siano obsoleti i fini?
Nei dischi non si trovano soluzioni pratiche, certo.
Ma a volte qualche buon suggerimento:
"stringi forte chi ti ama ... trovi Dio, trovi Montale, ed un’opaca infinità."
Quindi, stanotte, vado a dormire con in testa un pensiero preciso:
I fantasmi si illudono di essere vivi, ma è forse la peggiore delle illusioni?
E i vivi?
E "noi" vivi?
Che accettiamo questo presente, questo trascorrere del tempo, questi sacrifici di cui non ci rendiamo conto di quanto siano obsoleti i fini?
Nei dischi non si trovano soluzioni pratiche, certo.
Ma a volte qualche buon suggerimento:
"stringi forte chi ti ama ... trovi Dio, trovi Montale, ed un’opaca infinità."
Quindi, stanotte, vado a dormire con in testa un pensiero preciso:
concentrarmi e sforzarmi.
Concentrarmi e sforzarmi
E, pian piano, materializzarmi.
Un giorno dopo l'altro.
E, nel frattempo:
"Bisogna avere fede
esplorare ogni spazio siderale
abolire l’aldilà
così ti stringo forte, grido amore
cerco il bene nell’orrore
e l’eterno nell’età. "
Concentrarmi e sforzarmi
E, pian piano, materializzarmi.
Un giorno dopo l'altro.
E, nel frattempo:
"Bisogna avere fede
esplorare ogni spazio siderale
abolire l’aldilà
così ti stringo forte, grido amore
cerco il bene nell’orrore
e l’eterno nell’età. "
1 maggio 2011
la desolazione della coscienza inerte
I Baustelle mi fanno compagnia in questo uggioso pomeriggio di Maggio.
Non ho voglia di sentire il concertone.
Ho letto, tentato di scrivere due righe, perso un po' di tempo tra la messa a punto del PC dei miei con Ubuntu 11.04 ( avanzamento di versione da una 10.10 che era stata una 10.04 che era stata una 9.10 che era stata una 9.04 ). Tra parentesi, nessun problema.
Rachele Bastreghi canta l'Aeroplano ed io penso a Baghdad.
Non so se capiti anche a voi.
A me succede sempre più spesso.
Non di pensare a Baghdad.
Faccio colazione e penso alla colazione in quel di Misurata.
Conto le monetine per il caffè e mi viene in mente un ragazzino con un AK47 che scava la terra con le mani per nascondersi dal fuoco che cade dal cielo.
Freno di botto di fronte ad un cretino che non mi da la precedenza per poi accomodarsi a dieci all'ora al centro della strada e mi viene in mente un ben diverso traffico di carri armati in Siria.
Quando, a Pasqua, ho fatto una passeggiata sul mare non ho potuto guardare l'orizzonte senza immaginarci dietro una barca piena di disgraziati nel mare plumbeo.
Quasi mi vergogno a scriverlo.
Perchè scrivere è facile: che ci vuole?
Il difficile è agire e temo che stia diventando quasi impossibile.
Stiamo accumulando un debito di disperazione e dolore che non potremo mai ripagare.
Mi guardo attorno e noto che è così difficile persino parlarne, figuriamoci agire.
Mi sembra di assistere ad una specie di corsa a chi mette per primo e meglio la testa sotto la sabbia.
Le conseguenze pratiche e reali sono volatili, la logica è addomesticabile, non ci si deve neppure preoccupare dell'autoreferenzialità delle proprie azioni.
Il governo più impresentabilmente agisce meglio è.
E da queste parti non è che vada tanto meglio.
Io inizio ad avvertire sul petto un senso di catastrofe incombente che non se ne va nemmeno dopo un round di boxe, nemmeno nella musica, nemmeno in un camino acceso.
Sogno la Scandinavia. Sarebbe comodo andarsene da qui.
Andarsene così.
16 marzo 2011
Fukushima e Bengàsi, il Suicidio di una generazione ( l'eterno riposo indotto da sonno )
Familiarizzatevi con questa cosuccia in foto qua sopra.
Vi piace?
No?
Che peccato.
A giudicare dalle azioni medie della nostra Collettività mi sembrava che vi foste particolarmente affezionati.
Visto in Libia?
La nostra completa indifferenza, anche al di là del becero egoismo, ci rende complici per l'ennesima volta di un dittatore sanguinario dove la banale autoconservazione dei nostri interessi ( petroliferi ) ci avrebbe suggerito di appoggiare i partigiani.
Ma già, noi siamo pacifisti.
E, nonostante Fukushima, ce ne continuiamo a stare inerti abbabbiati alla TV mentre l'anticultura berlusconiana uccide le energie rinnovabili italiane nelle stesse ore in cui il nucleare avvelena mortalmente il Giappone.
Ne abbiamo già parlato, il programma nucleare italiano è solo un altro modo per costoro di arricchirsi a danno della Collettività, niente di più.
Eppure, noi, inerti, immobili, attendiamo.
Attendiamo di dover imbracciare l'oggetto in foto quando verrà il Colonnello a punirci per il tradimento come ha promesso?
Attendiamo, attendiamo sempre.
Manco le firme per mandare a casa Silvio vogliamo sforzarci a mettere.
E' sempre sbagliato, c'è sempre qualche insufficienza nelle insufficienti azioni di terzi.
Tanto da bloccarci nel nulla.
Non vi preoccupate, dormite tranquilli.
Ma non sarà divertente quando sarete svegliati dalle sirene.
Nel frattempo, buon ascolto.
18 febbraio 2011
Spaghetti Western
Spaghetti Western, ( Baustelle - Amen )
"Ti spacco la faccia con un calcio e poi ti mando al creatore"
Disse l'uomo bianco al magrebino sporco: "Te la spacco in due"
Poi gli sputò sul muso e "cosa avete da guardare?" urlò
Clint Eastwood è un signore ha fatto grandi film
i nostri pomodori sono buoni il mondo va così
"se vuoi lavorare" disse il caporale a un altro disperato
"porta la tua donna che la scopa il capo se vuoi lavorare"
poi prese il cellulare sputò a terra e ritornò alla jeep
Lee Van Cleef è morto, è morto Volontè
i nostri imprenditori sono esperti il mondo è quel che è
Tanti messicani in un deserto a Foggia e pochi pistoleri
fanno sì che i nostri maccheroni al sugo restino i migliori
ogni tanto il tonfo di una spranga i cani scappan via
Sergio Leone è vivo per lo meno qui e
l'occidente lento muore di tumore va così
Ecco.
Va così.
Io, mica mi lamento.
Ad oggi sono tra gli yankees, non tra i pistoleri e neppure tra i messicani.
E, forse, è solo la possibilità non più remotissima di finire tra i messicani mi fa smuovere ed indignare un po', ogni tanto. Sì, vabbè, sulla carta la mia parte l'avrei anche fatta, eppure non mi sento tranquillo con la coscienza.
Perchè, di fatto, me ne sto sazio e comodo al caldo col bicchiere di grappa in mano e mi sento in estrema minoranza.
Insomma, sto mettendo su pancia e temo che il prossimo passo sarà voltarsi dall'altra parte diventando un banale benpensante.
Oh, intendiamoci, ora non mi considero certo al di fuori della banalità: i dolori muscolari ed i disturbi da sedentarietà di queste settimane non sono certo straordinari, va così, no?
E, poi, ad un certo punto uno si scoccia pure: il Servizio, la raccolta differenziata, il risparmio energetico, il buttare la carta nel cestino, il far attraversare i pedoni, la legalità, la tolleranza, il rispetto, l'impegno, la letteratura, la verdura cinque giorni a settimana, il linux day, il cioccolato fondente solo dalla bottega del mondo, beh, sapete che c'è?
Mica posso fare tutto io, no?
Tanto a Foggia ( Policoro ) i pistoleri stanno preparandosi per accogliere una nuova infornata di messicani ed ho sempre questa sensazione di impotenza che sta diventando debilitante.
Per me, mica per loro: dopotutto, va così...
PS: il cinismo riversato in queste righe potrebbe anche catarticamente riconvertirsi in idea ed azione o, al peggio, in un bel Sushi o in una notte sul Pollino, meglio che niente, di questi tempi.
21 novembre 2010
io ed i Baustelle: una storia simmetrica
Anni fa, quando ero un rockettaro ( più per autodefinizione che per altro ) con tanto di camicia a scacchi rossa e capelli tinti dello stesso colore, leggevo il Mucchio Selvaggio. Mitica rivista che, a parte la necessità di acquistarla dal tuo edicolante di fiducia perchè sennò dovevi spiegare ogni volta che non era ‘na rivista zozza, mi regalava ogni settimana un paio dì ore di relax e di sogni fricchetton intellettuali. Una decina di anni fa, appunto, mentre contavo i giorni che mancavano alle vacanze natalizie, o giù di lì, lessi sulla suddetta rivista una strabiliante recensione di un gruppo esordiente.
I Baustelle, appunto.
Credo di aver acquistato il loro disco di esordio da “Maschio” o da un altro negozio lì dietro ( dietro Piazza Castello, a Torino, intendo ), lo stesso giorno.
Una folgorazione.
Ora, dieci anni dopo, sei dischi dopo, posso tirare un po’ le somme.
Non faccio paragoni di tipo artistico: che so, De Andrè è De Andrè, inarrivabile.
Ma De Andrè mi piace, non mi rappresenta.
Nei Baustelle, invece, io mi identifico.
Ad oggi, completamente.
Stile, testi, estetica, ritmo, significato, movenza scenica, tempismo, anagrafe, tecnica e temi.
Tutto ci unisce, o più esattamente, tutto di loro compenetra i miei gusti estetici e musicali.
Ma, questo, è il meno.
Il più è che i Baustelle, dal mio punto di vista ovviamente, scrivono per me.
Il Sussidiario Illustrato della Giovinezza mi parla in prima persona.
“Gomma” e “la canzone del parco” arrivano direttamente al mio cervello e mi riportano ad una Serra Rifusa tetra della fine degli anni ‘80, ravvivata dai colori dei fazzolettoni del Reparto Sagittario.
“ Settembre spesso ad aspettarti
e giorni scarni tutti uguali
fumavo venti sigarette
e groppi in gola e secca sete di te
leccavo caramelle amare
e primavere già sfiorite con te
e già ti odiavo dal profondo …”
per poi catapultarmi nelle indecisioni materiali dell’università con Réclame, degno prologo degli anni successivi:
“E in ogni estate trovo che
un po di morte in fondo c è
e in ogni morte trovo te
in ogni estate in fondo c è
e in ogni morte... “
O al cinismo indotto che ora devo trattenere sempre più di frequente:
“Mi dici che ti emoziona il tramonto
Ed io ti chiedo se ce l hai
Per caso in tasca un chewingum
Mi spieghi che dietro ogni campo di grano c è
C’ è il Divino
C’ è Van Gogh
Invece temo il peggio “
Fino ad arrivare alla descrizione degli stati d’animo della quotidianità, un paio di anni fa:
“Anna pensa di soccombere al Mercato
Non lo sa perché si è laureata
Anni fa credeva nella lotta,
adesso sta paralizzata in strada
Finge di essere morta
Scrive con lo spray sui muri
che la catastrofe è inevitabile
E’ difficile resistere al Mercato, Anna lo sa
Un tempo aveva un sogno stupido:
un nucleo armato terroristico
Adesso è un corpo fragile
che sa d’essere morto e sogna l’Africa.
Strafatta, compone poesie sulla Catastrofe “
“Datti al giardinaggio dei fiori del male ”
e a ricalcare la memoria di avvenimenti simbolo della nostra trasformazione da paese di case e città a paese di televisioni con “Alfredo” ed alla consacrazione dei Mistici dell’Occidente, giusto in tempo per poter assaporare, assieme a “Le Rane”, tutte le terribili implicazioni delle scelte che tagliano, dividono, separano anche i Fratelli di Strada.
Un altro dolore che devo imparare ad accettare.
I Baustelle non sono divertenti.
Descrivono con spietata dolcezza e candore l’amarezza del quotidiano, la follia della stupidità, la banalità delle motivazioni della violenza, la pena per la futilità dei tentativi di porre rimedio a tutto cercando conforto in un’altra persona.
i Baustelle costringono alla nuda verità.
Al si o no.
Nell’immensa zona grigia intermedia calcano la scena con testi di brutale ironia. Per chi sa dire si, o no, comunque, c’è una ricompensa, immagino.
Non me l’hanno ancora data.
Aspetto il 4 Dicembre con relativa trepidazione. Spero che lo spettacolo sia all’altezza. Preciso: spero che il loro concerto sia dialitico e che strappi via un po’ di veleni.
Se no, pazienza.
2 settembre 2010
Andarsene così
Sarebbe splendido
Amare veramente
Riuscire a farcela
E non pentirsi mai
Non è impossibile
Amare veramente
Riuscire a farcela
E non pentirsi mai
Non è impossibile
pensare un altro mondo
Durante notti di
Durante notti di
paura e di dolore
Assomigliare a
Assomigliare a
lucertole nel sole
Amare come Dio
Usarne le parole
Sarebbe comodo
Andarsene per sempre
Andarsene da qui
Andarsene così.
Amare come Dio
Usarne le parole
Sarebbe comodo
Andarsene per sempre
Andarsene da qui
Andarsene così.
Baustelle, Amen
1 settembre 2010
Il Liberismo ha i giorni Contati ( ma più dei miei )
E’ difficile resistere al Mercato, amore mio
Di conseguenza andiamo in cerca di rivoluzioni e vena artistica
Per questo le avanguardie erano ok, almeno fino al ’66
Ma ormai la fine va da sé E’ inevitabile
Anna pensa di soccombere al Mercato Non lo sa
Di conseguenza andiamo in cerca di rivoluzioni e vena artistica
Per questo le avanguardie erano ok, almeno fino al ’66
Ma ormai la fine va da sé E’ inevitabile
Anna pensa di soccombere al Mercato Non lo sa
perché si è laureata Anni fa
credeva nella lotta, adesso sta paralizzata in strada Finge di
essere morta Scrive con lo spray sui muri che la catastrofe è inevitabile
Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Legge la Fine nei saccchi dei cinesi
Nei giorni spesi al centro commerciale
Nel sesso orale, nel suo non eccitarla più
Vede la Fine in me che vendo dischi
in questo modo orrendo
Vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà
E’ difficile resistere al Mercato, Anna lo sa Un tempo aveva un sogno stupido:
un nucleo armato terroristico Adesso è un corpo fragile
che sa d’essere morto e sogna l’Africa. Strafatta, compone poesie sulla Catastrofe
Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Muore il Mercato per autoconsunzione
Non è peccato, e non è Marx & Engels.
E’ l’estinzione, è un ragazzino in agonia.
Vede la Fine in me che spendo soldi
e tempo in un Nintendo dentro il bar della stazione
e da anni non la chiamo più.
Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Legge la Fine nei saccchi dei cinesi
Nei giorni spesi al centro commerciale
Nel sesso orale, nel suo non eccitarla più
Vede la Fine in me che vendo dischi
in questo modo orrendo
Vede i titoli di coda nella Casa e nella Libertà
E’ difficile resistere al Mercato, Anna lo sa Un tempo aveva un sogno stupido:
un nucleo armato terroristico Adesso è un corpo fragile
che sa d’essere morto e sogna l’Africa. Strafatta, compone poesie sulla Catastrofe
Vede la fine in metropolitana, nella puttana che le si siede a fianco
Nel tizio stanco Nella sua borsa di Dior
Muore il Mercato per autoconsunzione
Non è peccato, e non è Marx & Engels.
E’ l’estinzione, è un ragazzino in agonia.
Vede la Fine in me che spendo soldi
e tempo in un Nintendo dentro il bar della stazione
e da anni non la chiamo più.
Baustelle, Amen.
6 aprile 2008
Datti al Giardinaggio dei Fiori del Male
E ieri sera è stata la volta del concerto dei Baustelle...
Seguo il trio di Montepulciano fin dagli esordi di "Sussidiario Illustrato della Giovinezza" e posso senz'altro essere considerato un fan fedele...
Il concerto è stato al New Demodè di Modugno e abbiamo approfittato dell'occasione per salutare amici di Bari.
Il posto è carino, mi ricorda l'Hiroshima Mon Amour di Torino, peccato per le difficoltà di Parcheggio e soprattutto di viabilità.
Peccato anche per gli attivisti del partito delle libertà infiltrati tra il pubblico che si sono, appunto, presi la libertà di fumare... E, devo dire, anche peccato per il ritardo dell'inizio del concerto, più di un'ora! Credo che se tutti, ma davvero tutti, si sofrzassero di essere puntuali, poi le Raccomandate, gli esami ospedalieri e anche i treni potrebbero avere qualche chances in più di arrivare puntualmente senza ricorrere a capostazioni nani e pelati di infausta memoria. Bacchettata sulle dita ai responsabili di questo 'ritardo generazionale' che tutti ci inquina.
A dispetto di tutto ciò, il concerto ce lo siamo goduto.
Sorseggiato, quasi.
Un bel Sabato, che si è concluso alle ore piccole di oggi, tra la meraviglia generalizzata dei parenti che hanno assistito al mio risveglio dopo le 12:00, evento più unico che raro...
Ci voleva....
Il mese prossimo si va a vedere gli Afterhours?
Il concerto è stato al New Demodè di Modugno e abbiamo approfittato dell'occasione per salutare amici di Bari.
Il posto è carino, mi ricorda l'Hiroshima Mon Amour di Torino, peccato per le difficoltà di Parcheggio e soprattutto di viabilità.
Peccato anche per gli attivisti del partito delle libertà infiltrati tra il pubblico che si sono, appunto, presi la libertà di fumare... E, devo dire, anche peccato per il ritardo dell'inizio del concerto, più di un'ora! Credo che se tutti, ma davvero tutti, si sofrzassero di essere puntuali, poi le Raccomandate, gli esami ospedalieri e anche i treni potrebbero avere qualche chances in più di arrivare puntualmente senza ricorrere a capostazioni nani e pelati di infausta memoria. Bacchettata sulle dita ai responsabili di questo 'ritardo generazionale' che tutti ci inquina.
A dispetto di tutto ciò, il concerto ce lo siamo goduto.
Sorseggiato, quasi.
Un bel Sabato, che si è concluso alle ore piccole di oggi, tra la meraviglia generalizzata dei parenti che hanno assistito al mio risveglio dopo le 12:00, evento più unico che raro...
Ci voleva....
Il mese prossimo si va a vedere gli Afterhours?
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