20 dicembre 2018

L'invidia del Burioni

'sta cosa mi è venuta in mente pochi giorni fa e, complice la febbre ho pensato di condividerla.
Diciamoci la verità: chi ama Burioni (eccomi) in parte lo ama perchè frustrato.
Lo ama perchè  vede finalmente qualcuno dire le cose come stanno (nel suo specifico campo).
Lo ama perchè vorrebbe potersi comportare pubblicamente con la sua stessa sicurezza almeno nell'enunciare l'ovvio.
Ma chi, in Italia, può davvero permettersi di dire ad un pericoloso ignorante incompetente ed arrogante che è tale riuscendo anche a prevalere nella dialettica e nei fatti?
Se lo può permettere un qualunque cittadino medio di fronte a un qualunque #novax in altri campi?
E non mi riferisco, lo dico in maniera esplicita, allo sfogo tra amici e sul web e nemmeno alla discussione paritetica.
Perchè far notare, anche in pubblico, l'irrazionalità matematica e pericolosa di un certo comportamento dell'interlocutore, ormai, resta un esercizio sterile inconclusivo anche di fronte all'evidenza.
Invece, Burioni no.
Lui ci è riuscito.
Ad invertire un trend, a contribuire all'approvazione di una norma di civiltà, a far tornare la categoria #novax al suo posto, quella della superstizione perniciosa.
Insomma, Burioni mi piace anche perchè lo invidio.
Non per quello che è, ma per quello che può fare: vivere un paradigma normale.
Pochi giorni fa il Sindaco di Bologna si è nuovamente iscritto al partito dei #novax-con-altri-mezzi parlando a Punto Radio accusando i ciclisti di andare troppo veloci (sic.) e che metterà altri vigili in borghese a fare multe ai ciclisti che 'pigiano troppo sul pedale'.
Ora, il limite di velocità in centro a Bologna è di 30 km orari, tranquillamente ignorato dagli automobilisti e dai vigili.
Io, alla fine di una lunga discesa, con una bici col cambio, riesco a toccare i 27 km/h (che è la velocità rilevata da una app alla fine della discesa lieve di via Larga il giorno in cui tornavo di corsa a casa dall'ufficio perchè mia moglie aveva le doglie... vedete voi se andavo forte...)
A chi si riferisce, quindi, il Sindaco?
Allo 0,1% dei ciclisti in grado di sfiorare i 30?
Perchè ha sentito, in una città in cui c'è una specie di record nel 2018 di pedoni ammazzati sulle strisce pedonali (i vigili sono tutti dentro le Mura a inseguire gli emuli di Pantani), a definire pubblicamente una categoria come pericolosa nonostante le evidenze statistiche dimostrino senza dubbio il contrario?
Al più, una minoranza di ciclisti nel centro di Bologna sfioreranno i 20 km/h: per andare al lavoro io ci metto 15 minuti per fare 3 km e la mia velocità media (su un percorso pianeggiante e privo di semafori con una bici di fascia media) è di un patetico 12 km/h: non è che il Sindaco se la prenderà con me per intralcio alla circolazione?
Poi: con quali strumenti tecnologici i vigili in borghese certificheranno che il ciclista sta superando i limiti di legge?
Con lo spannometro?
Mai come in questi giorni ho desiderato un Burioni della mobilità che blasti pubblicamente Merola per la qualità e la quantità delle affermazioni antiscientifiche pronunciate in libertà sulla mobilità e sulle sue responsabilità per quel che concerne le morti di pedoni falciati sulle strisce pedonali nel 2017-18.
Quando Burioni dice qualcosa sento nel petto ardere un 'finalmente'.
Finalmente, sulla cruciale questione dei vaccini il medioevo è stato, se non respinto, almeno fermato.
E sulla Mobilità?
Dov'è il mio Burioni che faccia seguire alle fantascientifiche e letali dichiarazioni del Sindaco di Bologna (&C: il Corriere della Sera si è inventato un articolo da deferimento all'ordine dei giornalisti in cui un cronista racconta di essersi divertito a fare il ciclista selvaggio nel Centro di Bologna) una severa ma giusta blastata che renda evidente a tutti non tanto il torto o la ragione quanto la realtà scientifica che è alla base della Nuova Mobilità?

Nel frattempo:





8 dicembre 2018

Ciao Francesca!



E dicevo tra me: 
"Ma è 'sta ragazzina che dovrebbe fare il Capo di 'sto Clan, non io."
Ci hai lasciato così tanto che non riusciremo mai a capire davvero quanto  ci è stato tolto.
Ciao Francesca, Buona Strada. 

8 luglio 1993 - 8 dicembre 2018

11 novembre 2018

100 anni fa la Prima Guerra Mondiale, un bacino di carenaggio galleggiante e le strisce pedonali di Bologna

Cent'anni fa finì la Prima Guerra Mondiale.
Il Primo Tempo della catastrofica guerra civile europea.
Il Secondo Tempo si è concluso nel 1945.
Spero non ce ne sia un terzo.
Effettivamente, non c'è ragione che ci sia un Terzo tempo.
Non c'è ragione storica, nè economica, nemmeno geopolitica.
Dopo la caduta dell'Unione Sovietica ci fu chi profetizzò la fine della Storia, ossia un graduale allineamento dell'Umanità ad un livello di benessere globale nella forma di governo della democrazia liberale assicurata dal Capitalismo.
Apparentemente, la profezia si è dimostrata un clamoroso falso.
C'è stato l'11 Settembre, l'Unione Europea sembra in Crisi, il mondo Islamico, i migranti, bla bla bla.
Tutte cose reali, tutte cose molto serie, tutte cose vere.
Visto da molto vicino ed ingrandito cento volte, uno Scorpione è più mostruoso di Godzilla.
Può pungere, far male, essere anche fatale in qualche sfortunato caso.
Ma non è Godzilla.
La battaglia di Verdun, nella Prima Guerra Mondiale, durò dieci mesi e quasi 600mila uomini vi finirono macellati.
E fu solo un singolo episodio di quella lunga Guerra.
Durante i quasi 9 anni della Seconda Guerra del Golfo (la "liberazione" dell'Iraq) gli americani hanno avuto meno di 5000 caduti.
In 17 anni di guerra in Afghanistan gli americani hanno avuto meno di 2500 caduti.
Dal punto di vista del tributo di sangue, che non è proprio quello secondario, una settimana di battaglia di Verdun vale all'incirca quanto tutte le guerre post 11 Settembre (per l'Occidente).
Se poi si passa alle vittime del terrorismo Islamico, le Politiche per la Mobilità della Repubblica Italiana sono di gran lunga più perniciose e sanguinose dei terroristi dell'ISIS.
Un raffronto con le vittime dell'Inquinamento, inoltre, dimostra su due piedi dove sia il vero pericolo.
Guardate che se non ci si pensa non lo si vede, ma il dato è univoco.
La sicurezza del cittadino occidentale medio è gravemente messa in pericolo dagli effetti del riscaldamento globale e dall'inquinamento ambientale.
Non dalla Russia nè dalla Cina. 
Se consideriamo il numero di vittime del terrorismo islamico, ad esempio, a raffronto le strisce pedonali bolognesi sono di gran lunga più pericolose. 




E' di oggi la notizia che la Marina Russa non è più in grado di portare a termine i lavori di ammodernamento della portaerei Kuznetsov perchè l' industria navale russa non è capace di riparare il bacino di carenaggio galleggiante (costruito lustri fa dalla Svezia) danneggiato in un incidente qualche settimana fa nel cantiere di ristrutturazione.
Un'ulteriore conferma dell'argillosità delle fondamenta della potenza militare russa.
E, poi, a che pro?
Cioè, che cosa se ne farebbe Putin di riprendere Berlino? 
Forse che le Mercedes che usa verrebbero meglio?
E anche se l'Armata Rossa (non si chiama più ufficialmente così dal 1946 eh!) fosse così debole come sembra dalle prove sul campo, questo non vuol dire che noi si potrebbe pensare di provare di nuovo a prendere Mosca.
Insomma, l'Unione Europea (mi correggo: i Popoli dell'Unione) farebbe davvero un grande affare se unificasse i bilanci della difesa per costruire un esercito comune. Potrebbe risparmiare più della metà introducendo un fattore di stabilità globale che consentirebbe anche alla Russia di smetterla con tutti 'sti bluff ottimamente giocati grazie al carisma di Putin (ma sempre bluff restano) e integrarsi maggiormente con il resto dell'Europa.
Quando sento parlare di faccende riassumibili con la classica formula "Competizione Economica supportata dalla Forza" mi viene l'orticaria.
Le questioni ambientali sono quelle che contano.
Sono quelle che importano.
Sono quelle che uccidono.
Cent'anni fa è finita una terribile guerra che, alla lettura che ne fanno oggi i più, resta incomprensibile.
Cent'anni fa è finita una guerra che dimostra la banalissima e letale pericolosità di un sistema geopolitico inadeguato ai tempi e, soprattutto, la disastrosa pericolosità di un livello di consapevolezza globale arretrato rispetto ai tempi.
Cazzate come 'dulcis et decorum est pro patria mori' possono essere relativamente innocue con un rateo di perdite dell'1% al mese, diventa un crimine se lo si incardina nei cervelli delle persone con un rateo di perdite del 40% all'ora.
L'ho fatta troppo lunga.
La Prima Guerra Mondiale è finita cent'anni fa.
Ci sono tutte le condizioni razionali per agire globalmente secondo priorità.
Purtroppo, ci sono anche tutte le condizioni #novax e #gialloverdi per agire come nel 1914.

4 novembre 2018

4 Novembre 1918 4 Novembre 2018: l'italia Caporetta

L'Italia di Caporetto è la regola, quella di Vittorio Veneto l'eccezione.
Così Mario Silvestri, uno dei massimi storici militari italiani.
Cent'anni fa ebbe termine una delle più assurde stragi della Storia Umana: la Prima Guerra Mondiale.
E' un fatto storico che va letto, come tutti i fatti storici, nel contesto dell'epoca in cui è avvenuto e nella prospettiva dell'epoca in cui viviamo.
Noi non possiamo rimproverare all'Imperatore Adriano (secondo i parametri moderni un dittatore militare pedofilo e stupratore) di non aver abolito la schiavitù come non possiamo fare una colpa al Presidente Lincoln di non aver instaurato i matrimoni tra omosessuali.
Allo stesso modo non possiamo giudicare né, tanto meno, schierarci come se la Prima Guerra Mondiale fosse una questione politica contemporanea: non è il Reddito di Cittadinanza o la Flat Tax.
Eppure, il livello di dibattito sulla questione sembra proprio questo.
Da un lato una insopportabile retorica nazionalista e dall'altra l'altrettanto retorica del pacifismo a senso unico.
Eppure, cent'anni fa un esercito di contadini analfabeti, male armati e peggio guidati da ufficiali incompetenti e generali macellai riuscì a tenere il fronte dopo Caporetto e a vincere.
Perchè non ci si può limitare ad esporre memoria dei crimini mostruosi commessi contro l'umanità e la contestuale memoria di un risultato di cui dovrebbe essere banale l'evidenza?
L'Impero Austro Ungarico non esiste più.
L'Italia è ancora qua.
Cosa significa, quindi, memoria del 4 Novembre 1918?
Memoria dell'assurdità della Guerra.
Memoria delle conseguenze di una Guerra Assurda: i totalitarismi e la peggior mattanza della Seconda Guerra Mondiale.
Memoria di come l'Italia, nelle peggiori condizioni possibili, sia sopravvissuta, di come gli Italiani possano andare avanti nonostante bassa istruzione e leader incompetenti e corrotti.
Memoria di come questi regolari bagni di sangue siano stati interrotti dal processo di unificazione economica e culturale prima, si spera politica poi, dell'Europa.
E, certo, Memoria delle stragi di innocenti e degli eroismi di ragazzini di 18 anni.
Memoria non è retorica e nemmeno arma.
Memoria è crescita, guardarsi indietro e poi avanti, verso un futuro progettato in maniera da evitare gli errori del passato.
L'Italia di Caporetto è la regola, è vero: è l'Italia della Marcia su Roma, quella dei Gas tossici sugli etiopi, quella del fascismo, delle leggi razziali, dell'aggressione vigliacca a Francia e Grecia, l'Italia dell'esercito in Russia senza carri armati e con le scarpe di cartone, l'Italia dell'8 Settembre.
E' l'Italia della Diaz e di Bolzaneto, l'Italia di Ustica, l'Italia di Salvini/Novax & affini.
Ma c'è sempre l'eccezione:
quella di Vittorio Veneto, quella di El Alamein, di Nikolaewka, della Resistenza, del Miracolo Economico, della Longevità, della Sanità per tutti, della Lunga Pace e di un livello di benessere materiale riservato a pochi sul Pianeta.





Libri del giorno: Isonzo 1917 e Caporetto, di Mario Silvestri.

PS: dato che l'Italia non è circondata da Stati con un livello di civiltà pari a quello Islandese, dato che il Paese è uno dei più sicuri al Mondo per chi ci vive, un pensierino di ringraziamento alle Forze Armate oggi sarebbe  dovuto proprio da tutti tutti...

24 ottobre 2018

Rinunciare (alla Sinistra)

Arriva il momento in cui si deve rinunciare.
A cosa?
Ma a contribuire a creare una Sinistra Italiana Moderna.
E non per stanchezza, ripicca o altro sentimento, umano ma improduttivo.
Per fredda razionalità.
Come dice, in "Wargames" il Professor Falken:

"L'inutilità. Che c'è un momento in cui si deve rinunciare."


Non sarò certo io a fare la miglior sintesi dei mali e delle cause dei mali che hanno portato la Sinistra al suo minimo storico, sia nelle urne, sia nei cuori degli italiani.
Ma ritengo di esporre, qui,  un punto di vista se non nuovo, almeno poco diffuso:
"La Sinistra non è in Crisi per la somma composita di problematiche macroscopiche più o meno note. Muore perchè le Persone di Sinistra sono in numero insufficiente nel tessuto sociale. Sono troppo poche le persone disposte ad accettare il continuo stato di delusione che una azione comunitaria davvero efficace comporta"

Non sta a me dipingere i tratti della 'vera' persona di Sinistra prestandomi al tradizionale gioco che poi porta all'arrivo del 'più puro che ti epura'.
Ma ci sono evidenti categorie escludenti.
Dell'antisemitismo epidemico che affligge elettori e militanti di gran parte dell'arco costituzionale ho scritto più volte.
Se sei antisemita (non importa quanto ti stracci in distinguo tra ebrei ed israeliani: se non applichi ad un militante di Hezbollah gli stessi criteri etici che applichi ai soldati israeliani SEI antisemita) non sei di sinistra.
Se sei #novax non sei di Sinistra.
Ma se pensi di essere perfettamente razionale su questioni tipo quelle dei vaccini ma ti lasci guidare dai pregiudizi, che so, verso la mobilità ciclabile o la tolleranza alle stragi automobilistiche non sei di Sinistra, nemmeno con la tessera FIOM in tasca.
E non per una motivazione ideologica alla "Il Fascismo non è una idea ma è un crimine".
Non sei di sinistra perchè sei favorevole a violazioni di diritti umani  che, però, riguardano terzi (o anche te stesso nel caso di comportamenti antisociali come nel caso della mobilità).
Attenzione:
Io sono profondamente convinto dell'incoerenza profonda dell'essere umano e che possano convivere in tempi e modi diversi verità ed errore nella stessa persona.
La delusione è il sentimento di base di una Comunità vincente.
Saremo pure degli ipocriti più o meno tutti, ma se accettiamo il fatto possiamo comunque lavorare assieme se non altro per tirarci fuori dallo status quo.
Purtroppo, la banalità dell'uomo comune non è ammessa nel verbo della Sinistra Classica.
Non parlo certo del bispensiero berlusconiano, padre nobile della politica by fake news del governo pentastelleghista.
Ma è lecito mangiarsi un hamburger pur avendo a cuore l'ambiente, come è lecito ignorare la stragrande maggioranza delle Buone Cause che meriterebbero piena attenzione per impossibilità materiale di dedicarsi a tutto.
I social, poi, hanno dato il colpo di grazia alla vera forza della Sinistra: la capacità di aggregazione popolare per compiere atti concreti.

Insomma, io non ne posso più.
E' inutile.

Dopo il crollo delle elezioni 2018 un certo numero di iniziative l'ho pure vagliata.
Al di là del solito antisemitismo diffuso, cosa su cui non torno ma che cito giusto perchè sarebbe criminale non farlo, mancano completamente elementi di novità e di reazione alla catastrofe, come se niente fosse successo.
Andiamo sul concreto, senza giri di parole.
Salvini vorrebbe espellere i ROM.
Ovviamente, la Sinistra ne difende i diritti (umani).
Per chi parteggiano gli elettori?
Ovviamente per Salvini.

E perchè? Perchè sono razzisti? 
Qualcuno sì e qualcuno no.
Cosa succede quando un gruppo di poveracci si accampa in un parco?
Non essendo quel parco dotato di infrastrutture da campeggio succede che diventa un immondezzaio.
E' colpa dei Rom?
Che domanda del cazzo.
Chi se ne frega!
A chi abita attorno al parco interessa poterci andare e che sia pulito.
Salvini non risponde a questa istanza se non indirettamente: lui vuole eliminare i Rom dal Parco.
E la Sinistra?
Pensa (male, perchè se lo avesse fatto bene il problema  sarebbe risolto da lustri) ai diritti umani dei Rom.
E ai diritti di chi attorno al parco ci abita?
A quelli la Sinistra non pensa.
E perde voti.
Inclusi quelli dei Rom che, giustamente, hanno votato per chi gli promette il Reddito di Cittadinanza.
E così abbiamo una sconfitta multipla.
Devo proseguire con altri esempi?
Che so, la mobilità?
In piena crisi ambientale nemmeno le amministrazioni di Sinistra del Nord (almeno quelle che rimangono) riescono a discostarsi dal suicida abuso di automobili comportandosi come #novax arrabbiati.
Dulcis in fundo,i crescenti attacchi ai cattolici da parte della sinistra laicista.
E non mi riferisco alle doverose sbeffeggiature alle patetiche (e pericolosissime) figure tipo Adinolfi o vari movimenti che hanno portato ai gravi fatti di Verona e neppure alle sempre necessarie battaglie contro la Pedofilia.
Ma a un continuo martellare a 360° schizofrenico (Aborto, Divorzio e recenti leggi sul fine vita ed unioni civili  esistono grazie ai Cattolici, mica grazie a Left), settario, ostile e sostanzialmente 'grillino' verso i propri alleati naturali in tema di ambiente, diritti umani, lavoro e politica estera ha francamente superato il limite.
Quello del Dottor Falken, per ripetermi.

Bassissima, poi, l'attitudine a smettere di cianciare ed agire.
E, ancora una volta, non mi riferisco alla singola, limitata, lodevole manifestazione.
Ma al costante lavorio di base (Sì, quello delle scuole di italiano per migranti, quello della Caritas, quello della FIS (Gli scout: AGESCI & CNGEI assieme).
Quello là.
Quello che non si esaurisce in un evento, ma è di  tutta la vita.
Ecco.
Da quando il governo gialloverde è andato al Potere non uno, non uno dei miei 900 e passa contatti Facebook (ovviamente non tutti 'disinistra') ha annunciato il proprio impegno in qualcosa di paragonabile.



Incorporo qui un video che ho visto (giuro) dopo aver  steso quasi tutto questo post:




Tuttavia, anche se un po' datato, per i più pigri, credo che vada benissimo quest'altro:


Ed io non ho nessuna intenzione di suicidarmi.

13 ottobre 2018

La Sublime Civiltà dell'ignoranza





In Reparto usano vecchie scatole di munizioni per conservare pentolame ed attrezzature.
Sono, ovviamente, scatole metalliche estremamente robuste tanto che resistono imperterrite alla violenta azione di generazioni di Esploratori e Guide.
Oggi ho scoperto che gli E/G non hanno la più pallida idea di cosa fosse contenuto, in origine, nelle loro casse.
Ed è bellissimo.
Che la scritta 105mm Super L36A2 non dica nulla ad un E/G è una grande conquista di civiltà.
Vuol dire che, per questi privilegiatissimi ragazzi, la minaccia della Guerra che ha riguardato le vite di tutti i loro antenati fino alla generazione dei loro nonni (e padri se ci mettiamo di mezzo l'URSS) non esiste.
Questa cosa mi è apparsa subito chiara e non ho voluto sporcare questa civilissima ignoranza.
Venga presto il giorno in cui vedendo un Carro Armato un ragazzino si domandi: 
"Ma perchè facevano i trattori così strani?"
Intanto, la Lunga Pace Europea figlia dell'Unione Europea produce questo civilissimo ed umanissimo livello di ignoranza.
Lì dove c'erano proiettili ora ci sono strumenti di Vita, Crescita e Civiltà.
Mai stato così felice di aver constatato questa civilissima ignoranza tecnica.


6 ottobre 2018

Kill Bill: Babbo Scoiattolo lascia il Cerchio dei Ciclamini



E si può dire che è tutto qua.
Questo Ciclo di Servizio, iniziato con una corsa in un prato 4 anni fa, si è concluso.
Con un po' di sforzo riesco a mettere da parte l'emotività del momento.
E devo farlo, perchè, se lasciassi prevalere l'emozione ed il puro sentimento di breve respiro, non avrei mai acconsentito a lasciare il Cerchio.
Ma l'Amore deve andare oltre l'emozione dei pochi minuti.
Ed il Servizio deve essere paziente e lungimirante.
Scrivo queste parole subito dopo la mia ultima riunione con le Coccinelle.
Non vi dispiacete se tengo per me le emozioni e non ne parlo affatto.
Non per pudore, ma per opportunità: voglio scrivere di un successo educativo e non di Amore.
Questi 4 anni nel Cerchio dei Ciclamini mi hanno fatto conoscere un metodo educativo di cui ho potuto constatare l'efficacia.
L'ambiente bosco in una unità parallela permette alle bambine di mettere a frutto i propri talenti e vivere le specificità della propria età (una maggior capacità di concentrazione, di coordinazione sociale ed affettiva, di conseguimento di mete ed obiettivi rispetto ai bambini loro coetanei) senza rinunciare alla coeducazione.
Posso testimoniare che l'ambiente bosco funziona.
Per quanto artificiale (nel senso che non si ispira ad un'opera distinta come l'ambiente Giungla) è comunque coerente ed efficace.
Tra gli 8 e gli 11 anni le bambine cambiano molto più dei bambini e i racconti contenuti in "Sette Punti Neri" ne tengono conto.
Insomma, sono stati anni di Servizio molto belli e, credo, ancor più efficaci.
Ma guardare lontano implica, purtroppo, anche il distacco.
Quando il ciclo educativo si chiude è bene dar spazio ad altri, cambiare branca e far anche vivere la dolorosa, ma necessaria, esperienza del distacco ai ragazzi.

Il succo è che le Coccinelle sono fantastiche per le bambine e le unità parallele Branco//Cerchio dovrebbero  avre maggior diffusione.

Il resto lo tengo per me.

Lo scoiattolo va in letargo, è tempo di assaporare ancora il 'profumo di quel fuoco'.

Branca E/G arrivo!



PS: Bill tornerà

17 settembre 2018

gli intellettuali hanno fatto flop o è solo omeopatia?





Questo è il titolo di un pezzo de L'Espresso, l'ennesimo, sulla catastrofe italica.
Ritengo che valga la pena leggerlo pur in disaccordo con molto di quanto scritto.
Ora, non ho voglia di commentare questo pezzo descrivendo riga per riga quello in cui concordo e quello in cui non concordo.
Ma vorrei porre qualche domanda.
Chi sono gli intellettuali, in Italia?
Chi sono i miei intellettuali di riferimento, al momento?
Io sono un intellettuale?
Chi è un intellettuale?
Iniziamo dall'ultima domanda.
Un intellettuale non è solo uno scrittore, (o un poeta, un artista,) ma è uno scrittore le cui parole influiscono sulla Società.
Altrimenti, è solo uno scrittore.
Se volessi saltare subito alle conclusioni, in base a questo mio postulato, avremmo già finito.
Infatti, in cosa la Società Italiana è stata influenzata negli ultimi 20 anni da un'opera letteraria?
In cosa è cambiato il Bel Paese dopo "Il Nome della Rosa?"
E la musica di Riccardo Nuti quanto ha influito sull'efficacia delle istituzioni scolastiche (anche solo musicali)?
In prima approssimazione, quindi, gli intellettuali sono scarsissimi in numero e qualità.
Quindi risulta facile rispondere alla domanda precedente: no, non sono un intellettuale. 
La mia azione sociale si basa su quello che faccio (agli scout e marginalmente nell'attivismo per il software libero e la mobilità moderna).
E quello che scrivo non ha nessuna importanza.
Oggi il mio panteon di riferimento è piuttosto scarso.
Da ragazzino amavo De Andrè, Silvestri, Tom Clancy, Bulgakov, Lee, Camus, Celine e potrei continuare per un po' di righe ad elencar nomi.
Nomi di morti.
Ed oggi?
Francamente, la prima persona che mi viene in mente è Murakami.
Ma di italiani viventi?
Ho apprezzato molto De Luca che si è fatto processare, ma proprio non mi viene in mente il nome di uno scrittore Italiano a cui possa riferirmi.
Quindi, per concludere, gli intellettuali italiani (che senz'altro esistono), più che un flop, hanno avuto l'effetto dell'omeopatia: un principio attivo così diluito da risultare irrilevante.
Diluito in un mare sciapo di prosivendoli partitici, tra l'altro, per lo più, antisemiti.
E le cose non vanno meglio sul piano locale, come dimostra il caso #matera2019.
Insomma, gli intellettuali italiani sono... italiani e molto raramente hanno dato prova di integrità e credibilità.
Non è questione di frattura tra intellettuali a popolo.
Ma di continuità.



Ed eccoci qual

6 settembre 2018

Il Giovane Cesare e Cesare Imperiale di Rex Warner

Ho terminato da poche ore la lettura di questi due romanzi.
Nella notte delle Idi di Marzo, Cesare ricorda la sua vita dalla prima giovinezza a qualche ora del sorgere del sole del suo ultimo giorno.
Il romanzo, diviso in due parti, è tutto in prima persona, praticamente senza dialoghi.
La narrazione degli eventi ha un suo indiscusso valore, ma sono le espressioni del pensiero politico di Cesare il vero cuore del romanzo.
Cesare fu forse il più grande di tutti i romani più per il suo pensiero politico che per i suoi indubbi meriti militari.
Era un uomo moderno con una concezione del Potere e dello Stato avanzate per il suo tempo.
Mirava all'efficienza e a modernizzare una forma di governo che negli ultimi cinquant'anni era passata da una sanguinosa guerra civile all'altra.
Capace delle stesse crudeltà efferate dei propri avversari ma disgustato dalla necessità di tali atti che considerava solo strumenti necessari, Cesare è, invece, giustamente noto per la sua Immensa Clemenza che, alla fine, gli costerà la vita.
Il fascino di Cesare, Czar, Kaiser, Imperatore per Antonomasia mi ha colpito sin dalla prima infanzia. Al cinema, nell'interpretazione di Rex Harrison. E sulla carta nella Storia di Roma a Fumetti di Biagi. Finendo, con Plutarco e con la lettura in prima persona del De Bello Gallico.
Ho letto molti romanzi con lui protagonista.
Ma i due romanzi di Warner sono senz'altro i migliori che abbia mai letto su Cesare.

"Secondo me un po’ di riflessione, un’idea di umanità che limiti e definisca l’azione, anche militare, è un vantaggio per un uomo di Stato, o per un comandante esperto, che forse dovrebbe soffrire, almeno un po’, della schizofrenia che tormenta i poeti. E in particolare essere cosciente del fatto che quando si vince una battaglia o si approva una legge non si è raggiunto nessun risultato definitivo, ma allo stesso tempo essere assolutamente convinto che vincerà la battaglia o approverà il progetto di legge. Altrimenti non si giungerà mai a niente. L’uomo di Stato, o il comandante, deve comportarsi come se credesse che le sue azioni fossero definitive, anche se in realtà pensa che siano solo necessarie."

4 settembre 2018

L'Opposizione sulla Libia: un bel tacer non fu mai scritto

Uɴ ᴀɴᴛɪᴅᴏᴛᴏ (ᴅᴀʟ ɢʀᴇᴄᴏ αντίδοτο, "ᴅᴀᴛᴏ ᴄᴏɴᴛʀᴏ") è ᴜɴᴀ sᴏsᴛᴀɴᴢᴀ ɪɴ ɢʀᴀᴅᴏ ᴅɪ ᴄᴏɴᴛʀᴀsᴛᴀʀᴇ ᴜɴᴀ ғᴏʀᴍᴀ ᴅɪ ᴀᴠᴠᴇʟᴇɴᴀᴍᴇɴᴛᴏ. 
Dunque, la crisi Libica ha conseguenze molto pesanti per l'Italia, come Paese e come Collettività di persone: economiche, politiche, militari. 
La Sicurezza fisica del Paese, una fetta di ricchezza consistente, per restare nel concreto, saranno compromesse dalla sconfitta di Sarraj, il Nostro Uomo. 
Ora, di fronte a questa serie di gravi problemi, di fronte all'inazione del Governo che doppia la viltà dei predecessori cosa fa la Sinistra? 
Accusa Salvini di voler rimandare i migranti in un Paese in Guerra. 
Cosa verissima, per carità. 
Ma è questo l'argomento principale da usare? Le parole dell'editoriale di oggi di Cavalli su #Left (non lo linko) dimostrano una intossicazione ideologica che rende invisibili i milioni di italiani che avranno danno da questa sciagurata gestione della Crisi da parte del governo italiano. 

Per favore, un antidoto.

O, almeno, l'eutanasia.

3 settembre 2018

I Sovranisti gialloverdi e la Libia: dalla Padella all'Inferno

Stamane mi sono dato una bella occhiata alle home dei giornali e a quelle dei Social Network a cui sono iscritto.
Bagatelle locali, fake news sul Ponte di Genova, altre fake news sui terremotati vs migranti, l'immancabile sport, le dichiarazioni sullo spread di Di Maio come unica cosa concretamente rilevante.
Tutto tace sul Fronte Sud.
Già.
La nostra Ex Quarta Sponda, la Libia, è in fiamme.
Le truppe del generale Khalifa Haftar, appoggiato da Francesi ed Egiziani (ricordatevi Regeni) stanno attaccando  Tripoli difesa dalle milizie del premier libico Fayez al Sarraj, appoggiato dall'Italia, dall'ONU e tiepidamente da altri stati occidentali USA inclusi (ma, a quanto pare, non dai Libici).
Suggerisco vivamente agli interessati di informarsi su siti autorevoli sulla situazione in essere.
Non intendo fare un riassunto di fonti già note ma sottolineare ancora una volta come i gravi problemi cui andremo incontro come Paese siano tutti dovuti al perfetto mix di incompetenza e ottusità ideologica pienamente trasversale a Governanti a Governati:
i precedenti governi non sono stati capaci di difendere l'Interesse Nazionale con la conseguenza di perdite industriali e problemi di immigrazione incontrollata.
Il Governo del Cambiamento sta seguendo la stessa linea.
L'Opinione Pubblica di Destra è ormai sotto effetto di stupefacenti sull'immigrazione e non è nemmeno più in grado di collegare la catastrofe Libica agli sbarchi.
Quel che resta dell'Opinione Pubblica di Sinistra è tenacemente aggrappata ad una ideologia pacifinta figlia unigenita e pare immortale dell'epoca della Prima Guerra Fredda.
Ora, se i nostri governanti fossero almeno capaci di dar seguito alla propria fraudolenta propaganda sarebbe almeno il momento di addossare ai Francesi la responsabilità del flusso migratorio libico ma non sono capaci manco di questo.
Vicende tragiche come quella libica dimostrano anche l'assoluta necessità di una maggiore integrazione europea, soprattutto se vivi in un paese debole e fragile come l'Italia incapace persino di difendere i propri interessi  vitali da minacce tutto sommato ancor più deboli.
Quindi, cari sovranisti gialloverdi, lo vedete o no che il vostro benessere dipende molto più dall'Europa che se viveste in una Nazione matura, che so, come la Spagna?
Guardatevi un po' questa immagine:






è il comunicato del Ministero degli Esteri italiano di Sabato Scorso.
Sembra di vedere in film di Fantozzi in cui è costretto a scrivere  in cielo "Fantozzi è Stronzo"!
Ma vi rendete conto il ridicolo di emettere un comunicato congiunto con la Francia che ci sta facendo le scarpe 'avanti avanti' come si direbbe a Matera?
Da allora in Libia le cose sono ulteriormente peggiorate ma non c'è scritto nient'altro nella home del nostro ministero degli esteri: eccovi la notizia in Primo Piano.





Eppure Milanesi non mi pare essere del tutto sprovveduto.
Bello 'sto governo del cambiamento: dalla Padella all'Inferno

2 settembre 2018

La decadenza dell'Europa Occidentale di Mario Silvestri: Algebra dell'Antifascismo

Quando ho letto questa monumentale opera?
Non ricordo esattamente.
Probabilmente, tra il Ginnasio ed il Liceo.
Einaudi aveva pubblicato l'opera in 4 volumi e l'ultimo, introvabile tutt'ora anche su ebay, ricordo di averlo preso in biblioteca e di essermelo fotocopiato pagina dopo pagina.
Nel 1990 o giù di lì.
Di cosa parla quest'opera?
E' un saggio storico che affronta la storia d'Europa tra il 1890 ed il 1945 usando come riferimenti degli eventi l'evoluzione scientifica e tecnico-militare.

Sviluppo Industriale Italiano a cavallo della I Guerra Mondiale


Diplomazia, guerre e rapporti di forza sono illustrati dal punto di vista della Tecnica, delle risorse e della Produzione Industriale.
Quanto costa una Corazzata in termini di Prodotto Interno Lordo?
E quanto influisce il possesso di un brevetto per la produzione di acciaio di qualità superiore nell'efficacia delle corazze?
E la capacità di produzione dell'ammoniaca (Fertilizzanti o Esplosivi)?
Per me, la storia fatta così era una novità assoluta.
Abituato ai manuali scolastici, in cui gli eventi, semplicemente, accadono e al più i numeri sono quelli delle vittime, trovai subito d'estremo interesse l'approccio tecnologico ed industriale alla Storia.
Ho riletto almeno 3 volte tutti e 4 i volumi e mi riprometto da anni di rileggere nuovamente l'opera.
L'approccio Statistico, che ho incontrato tra queste pagine per la prima volta, mi ha aperto gli occhi aiutandomi a sfatare i falsi miti della Storiografia di Base.
Prendiamo, ad esempio, la Caduta della Francia.

Le forze in campo nel  maggio del 1940



I tedeschi battono gli anglofrancesi perchè sono in schiacciante superiorità numerica e perchè i francesi non hanno voglia di combattere.
E, in parallelo, la disperata difesa Sovietica durante i primi mesi dell'Operazione Barbarossa:
i tedeschi furono fermati dal Generale Inverno!
Poi, quando vai a leggere le statistiche delle perdite scopri che sia durante la vittoriosa invasione della Francia del 1940 che durante i primi mesi (vincenti) dell'Operazione Barbarossa dell'anno successivo i tedeschi hanno avuto in entrambi i casi il 6,6% di perdite.
Ossia, che i francesi combatterono disperatamente, come i russi davanti a Mosca.
E che le cause della disfatta di un esercito più grande che soccombe ad uno più piccolo possono essere individuate con più probabilità nell'incapacità dei comandi.
In parole semplici: i tedeschi battono i francesi a livello intellettuale.
I nazisti sono battuti dai sovietici per lo stesso motivo, più precisamente perchè Hitler ha messo l'ideologia sopra i numeri e non è stato capace di adeguare obiettivi, strategia e tattica ai numeri della logistica.


Produzione Aeronautica



Caratteristiche dei Carri Medi

Mario Silvestri era un uomo di idee, non di ideologia.
L'idea viene dal greco  ἰδεῖν, vedere.
Ossia, Silvestri era un Ingegnere che vedeva e non si limitava a guardare.
E, quello che vedeva, scriveva.
Numeri, statistiche, molti fatti e ben poche opinioni.
Traendo conclusioni razionali da fatti e non dalle opinioni.
Personalmente, credo in Cristo, ma la mia religione è civile ed è la Scienza.
E, tra le scienze includo anche la Storia scritta come in questi 4 volumi.
Una nota a termine.
Mario Silvestri mi ha lasciato una definizione di Fascismo di cui l'Esperienza mi ha confermato la perfezione:





Io la riassumo così:

Il Fascismo è la menzogna che crede di essere la Verità.



31 agosto 2018

i #novax alla guerra: i generali della Prima Guerra Mondiale

Disclaimer: Post semiserio. Un po' di battute mescolate ad una tragica realtà.

Il 2018 è il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale.
Mi piacerebbe parlarne e non escludo di farlo entro l'autunno, tuttavia mi preme di più stuzzicare il lettore con alcune analogie.
La Prima Guerra Mondiale è stato un insensato massacro durante il quale, per lo più, uomini giovani e fisicamente prestanti erano mandati a correre su terreno aperto contro il fuoco di mitragliatrici a tiro rapido ed artiglieria pesante.
Il risultato pratico delle azioni tattiche 'medie' sul Fronte Occidentale era un rateo di perdite che si poteva misurare in morti al minuto (per la Francia parliamo di 1 morto ogni due secondi).
L'Esercito Inglese, durante la Battaglia della Somme, riuscì a mettere fuori combattimento sessantamila dei propri soldati in meno di 24 ore.
Gli storici si sono spesso interrogati sulle ragioni che spinsero i Generali di quel conflitto (con le dovute eccezioni) ad adottare tattiche praticamente suicide.
Cioè, no: omicide dei propri soldati, mica si suicidavano loro ...
Nei libri scritti dopo la Seconda Guerra Mondiale mi è capitato spesso e volentieri di imbattermi nella tesi  di una mancanza di comprensione della potenza degli strumenti di morte del XX Secolo per persone formatesi nel XIX Secolo.
Generalmente, gli eserciti perdenti affrontano un conflitto preparati ed equipaggiati per vincere la guerra precedente.
Così è stato, ad esempio, per i Francesi che arrivarono alla primavera del 1940 con un esercito perfetto per la Guerra di Trincea del 1918. 
E che venne travolto da un numero inferiore di carri armati tedeschi (che erano di meno e più leggeri di quelli francesi).
Ma, mentre il blitzkrieg tedesco era un modo di usare i carri armati nuovo di zecca, la dimostrazione della micidiale potenza di fuoco delle armi moderne era già evidente da molti lustri.
Insomma, i Generali si erano dimenticati delle stragi di fantei della Guerra Civile Americana  di cinquant'anni prima e, per loro, nemmeno c'era stata una guerra russo giapponese, solo 10 anni prima,  in cui la mitragliatrice e la trincea avevano fatto da padrone.
Per tacere delle Guerre Balcaniche.
Quindi, i Generali del 1914 disprezzavano la radio, ritenevano l'aeroplano una buffonata, costringevano i propri soldati ad andare all'assalto alla baionetta in divise dai colori sgargianti anni dopo che era stata dimostrata la loro pericolosità e la necessità di usare colori mimetici e ritenevano che l'elan di una offensiva ad oltranza avrebbe ridicolizzato reticolati e mitragliatrici.
Questo atteggiamento era perfettamente trasversale tra i contendenti.
A onor del vero, i tedeschi erano un po' più razionali e gli americani arrivarono sul campo di battaglia quando si iniziava ad intuire che avanzare a passo allo scoperto contro le mitragliatrici non era una tattica sagace.
Il risultato fu un carnaio immane che segnò l'inizio della fine per l'Europa delle Nazioni.
Sin da quando ho iniziato ad appassionarmi al tema mi sono sempre domandato il perchè di questa gigantesca dimostrazione di ottusità, superata solo dal razzismo genocida della macchina dell'Olocausto.
Ed ecco svelato l'arcano:
Anche all'inizio del XX Secolo il "pensiero" #novax aveva raggiunto posizioni di potere.
Anche nel 1915 c'erano persone che vivevano immersi in una tecnologia che aveva consentito il raddoppio della popolazione, la ferrovia, il telefono, la radio, l'aviazione, i gas asfissianti e che ne disprezzavano le realtà oggettive.
Riparasi dal fuoco della mitraglia era viltà, un attacco a sorpresa inutile, ritirarsi da una posizione intenibile era diserzione e l'audacia doveva prevalere sui proiettili.
Insomma, non è affatto la prima volta che persone disadattate rispetto alla realtà hanno avuto responsabilità pesantissime.
E sappiamo come è andata a finire.

Assalto alla Baionetta

Il Generale Leone impartisce un ordine stragista

Per un veloce ripasso sulle condizioni di vita e morte suggerisco la visione del film "Uomini Contro" liberamente (forse un po' troppo liberamente) tratto dal romanzo "Un anno sull'altipiano" di Lussu.
Oppure "Orizzonti di Gloria" di Kubrik 
Ovviamente di libri e film ne avrei da suggerire a bizzeffe ma mi hanno spesso raccomandato di farla breve.
E la pianto qui.