Visualizzazione post con etichetta Atomica Iraniana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Atomica Iraniana. Mostra tutti i post

2 maggio 2024

Nuclear War: A scenario, di Annie Jacobsen



Il Film per la TV "The Day After" diede un grande contributo agli accordi di disarmo degli anni '80 del Secolo Scorso e alla fine della Guerra Fredda, convincendo in primis il presidente USA Ronald Regan che la sua retorica dell'Impero del Male sovietico andava, se non accantonata, almeno affiancata ad una politica di distensione e disarmo.

Se oltre ad allucchire davanti a TV e Social Media gli esseri umani leggessero allo stesso modo, Nuclear War: A scenario, di Annie Jacobsen potrebbe quasi fare lo stesso effetto nel XXI Secolo.

Purtroppo, non solo il libro della Jacobsen non verrà letto né da un numero sufficiente di persone né da quelle giuste.

Ma nessuno lo leggerà in Iran e Corea del Nord.



Il testo è avvincente come un romanzo di Tom Clancy.

La documentazione è inappuntabile.

Il punto debole del libro è che descrive uno scenario estremamente improbabile e già noto: la MAD: Mutual Assured Destruction.

Inoltre, si base su un intreccio di estrema improbabilità: da un lato la tecnologia nordcoreana funziona alla perfezione mentre quella USA fallisce al 100%. 

Dall'altro, gli altri attori coinvolti (Cina e Russia) si comportano in maniera non irrazionale, ma semplicemente incomprensibile: la Russia, non coinvolta all'inizio in alcun modo, si rifiuta di rispondere al Telefono Rosso.

La Cina sembra parlare per slogan degni del libretto rosso di Mao. 

Ma scommetto che agirebbe in maniera molto diversa di fronte alla scelta tra l'annientamento dell'umanità e lo scaricamento del Kim di turno.





Insomma, penso che sarebbe stato più utile proporre (anche) un'analisi, seppur speculativa, di eventi assai più probabili:

ad esempio, la distruzione di Tel Aviv ad opera dell'Iran. Al contrario della fine dell'Umanità via Guerra Nucleare, è un'opzione a cui in tanti stanno lavorando e che ha moltissimi simpatizzanti tra i pacifinti antisemiti nostrani. (Sì, lo slogan 'dal mare al fiume' è un endorsement ai piani dei preti sciiti, rassegnatevi).

Quale sarebbero le implicazioni per la società, l'economia, la vita quotidiana dei popoli dell'UE di una detonazione nucleare su Tel Aviv e di una rappresaglia su Teheran?

E quali sarebbero le implicazioni di un tentativo di attacco nucleare sventato dalla contraerea ma che lasciasse tracce di uranio/plutonio tra i detriti provando l'intenzione genocida dell'attaccante?

Oppure, per restare in Corea: cosa ne sarebbe del mondo se una parte di Seoul fosse distrutta da un'atomica nordcoreana (o anche solo da un ultimatum in tal senso in cui Kim esigesse l'annessione della Corea del Sud pena lo sterminio dei sudcoreani)?

E che cosa succederebbe in caso di conflitto nucleare su larga scala ma rigorosamente confinato a due contendenti come India e Pakistan?

Ecco.

Non lo scrivo per critica, ma per suggerimento.

La soluzione banale, ossia la nostra distruzione completa come specie, non è molto interessante.

E' un dato noto.

Un'analisi delle opzioni a nostra disposizione in caso di attacco nucleare limitato è di gran lunga più importante e, in qualche misura, necessaria.

Per il resto ho trovato il libro avvincente, scorrevole e magistralmente scritto.

Mi ha molto colpito la testimonianza di un anziano ufficiale che era presente al momento della presentazione del primo piano strategico in caso di guerra nucleare: un piano di sterminio né più né meno paragonabile a quello della Soluzione Finale Nazista. Eccetto il piccolo dettaglio che era un piano finalizzato ad evitare lo sterminio via deterrenza. Del resto è un dato di fatto che per tutti gli anni in cui il coltello è stato tenuto dalla parte del manico esclusivamente dagli USA (nel 1950 gli USA avevano 300 testate nucleari, l'URSS 5) l'attacco preventivo genocida all'URSS incapace  di rappresaglia non si è di certo verificato.

Altrettanto significativa è la critica al fatto che gli USA non hanno mai dichiarato il No First Use dell'arma nucleare e, cosa ancor più grave, mantengono una politica di "Launch on warning" che posso spiegare così: se qualcuno lanciasse un missile verso gli USA, gli americani potrebbero rispondere con una rappresaglia nucleare anche se il missile aggressore NON fosse dotato di testata nucleare. Semplicemente, gli USA risponderebbero con un attacco nucleare mentre il missile aggressore fosse ancora in volo con una testata che potrebbe anche essere convenzionale e non nucleare.

Queste sono considerazioni davvero degne di attenzione e  mobilitazione delle opinioni pubbliche occidentali.

Per quel che vale:
da un lato le democrazie sono una minoranza sul pianeta, dall'altro, ad esempio, chi vorrebbe che le testate nucleari USA fossero espulse dal territorio nazionale e chiedono a gran voce la denuclearizzazione dell'Italia, dubito molto che si sia mai preoccupato di un Iran potenza nucleare (anzi, se lanciassero contro Israele, sotto sotto scommetto che in parecchi sarebbero contenti).

Ma su una cosa concordo assolutamente: le armi nucleari sono nemiche dell'umanità. Più del cancro.

Infinitamente più del cancro.

Ma mi permetto di suggerire che l'ignoranza ciuccia e presuntuosa sia infinitamente più pericolosa delle armi nucleari.



14 aprile 2024

Non ha condannato l'Iran




A quasi 24 ore dall'attacco Iraniano:

Santoro non ha condannato l'Iran;

Zerocalcare non ha condannato l'Iran;

Di Battista non ha condannato l'Iran;

Orsini non ha condannato l'Iran;

Il Papa non ha condannato l'Iran;

La CGIL non ha condannato l'Iran;

Civati non ha condannato l'Iran;

L'ANPI non ha condannato l'Iran;

Possibile non ha condannato l'Iran;

Enzo Bianchi non ha condannato l'Iran;

Giuseppe Conte non ha condannato l'Iran;

Fiorella Mannoia  non ha condannato l'Iran;

In pratica chi, secondo il millantato antifascismo e pacifismo avrebbe dovuto, non ha condannato l'Iran;

Inclusa la stragrande maggioranza della mia sfera social.

Ah, il PD...

Il PD non lo sa se ha condannato l'Iran.


Fonti: i rispettivi siti/profili social ufficiali.

Elenco in aggiornamento.

Disegno di Forattini, aggiornamento al contesto 2024 mio.

7 dicembre 2017

La soluzione finale: tornare alle origini del conflitto Arabo Israeliano

Sono molti anni che penso a questo problema gigantesco.
La recente mossa di Trump di sicuro non è prudente, è davvero molto rischiosa ma, di certo, non rientra nel campo delle eccezioni dell'ambito del Conflitto Arabo Israeliano.
Il conflitto interno all'Islam sunnita si sovrappone al conflitto interno all'Islam tra sciiti e sunniti e fa da sfondo, cornice e compagnia alla faida tra ebrei ed arabi.
Come già detto più volte, ritengo poco costruttivo sia fare il tifo sia preoccuparsi di quello che dovrebbero/potrebbero fare gli altri.
Ecco, ancora una volta, pensiamo a quello che dovremmo fare NOI.
Io penso che la questione sarà chiusa da chi l'ha aperta.
La responsabilità è, ovviamente, maggiormente della Germania.
E, a seguire, l'Italia.
Ma sono molte altre le nazioni europee che hanno responsabilità in merito.
L'antisemitismo francese e polacco, le sciagurate promesse del governo britannico.
E cent'anni dopo eccoci qua.
Un popolo oppresso, un altro costantemente minacciato di genocidio e olocausto nucleare.
Non ci sarà Pace finchè non prevarrà una visione realistica ma anche storica del conflitto.
Non ci sarà Pace senza assunzione di Responsabilità.
L'Olocausto è stato un affaire europeo.
Siamo stati noi Europei a creare quella situazione (che i pacifinti invece attribuiscono agli americani, con un errore storico paragonabile a definire Napoleone una gentildonna di corte Scozzese)
Io ritengo che la Pace arriverà solo quando agli israeliani verrà fornita una garanzia credibile da parte dei paesi europei responsabili.
Una garanzia non condizionata ad eventi futuri, ma immediata, continuativa.
Israele non deve più essere messo in condizioni di usare la violenza per difendersi.
Perchè, se ancor prima che questo accordo di pace entri in vigore si dovrà ricostruire il sistema infrastrutturale palestinese (scuole, strade, acquedotti e ospedali), poi, ad ogni azione di violenza (inevitabile) contro gli israeliani dovrà registrare la reazione automatica di questa forza di garanzia.
Sia contro i terroristi che contro gli stati genocidi, in primis l'Iran.
Lo ripeterò fino alla risoluzione del problema. Anche se siete antisemit.. ehm, antisionisti e amate tanto i Palestinesi almeno quanto odiate i sionisti, l'Iran non farà distinzione tra grano e pula quando si verrà ai fatti: i preti sciiti odiano molto gli ebrei ma non amano nemmeno un po' quelli che considerano eretici e pure deboli: i Palestinesi.



L'atomica Iraniana risolverebbe, sì, la questione Palestinese ma non come pensate voi antisionisti.
La mossa di Trump è, probabilmente, solo altra benzina sul fuoco ma potrebbe (per caso, non per calcolo) anche capuitare di spegnere il fuoco con il fuoco.
A un certo punto si deve uscire dal pantano, magari uscirne sotto l'onda d'urto di una esplosione non è proprio intelligente e bisogna vedere se si ricadrà su terreno asciutto o nelle sabbie mobili.
Tra l'altro, Putin si è affrettato a seguire le orme del Presidente USA.
Singolare, no?
Ma è tutto un sanguinoso gioco delle parti: nè russi nè americani nè cinesi possono risolvere il problema, ma solo sfruttarlo a proprio vantaggio.
Spetta agli Europei risolverlo perchè è nel loro DNA l'origine del male.
Ecco, forse, perchè perdura da cent'anni: gli Europei non esistono e non possono fare quello che dovrebbero.

15 gennaio 2017

Addio Mr. President e grazie per la tua Terza Guerra Mondiale



Non è necessario essere pro o contro Obama/Trump.
E' sufficiente aprire la finestra e guardare lontano.
La presidenza di Barak Obama si conclude, purtroppo per noi tutti, con un mondo assai peggiore (per quanto riguarda, ad esempio le prospettive di una aperta conflagrazione militare in Medio Oriente e Corea) di quello che ha ereditato.
Negli USA il suo messaggio è andato perso, tanto che sarà un impresentabile come Trump a sedersi nello Studio Ovale, figlio, tra tante altre cose, magari più rilevanti, di un basso tasso di disoccupazione grazie a milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati.
Il razzismo è ai massimi (relativi) storici.
L'economia finanziaria tira, quella reale meno e le famiglie nobili (bipartisan) della politica di Washington hanno clamorosamente perso semplicemente per troppa distanza dalle rispettive basi elettorali.
Probabilmente, Barak Obama ha davvero fatto del suo meglio, quindi, per tutto quello che riguarda la Politca Interna agli USA, il giudizio politico e storico da parte di un Europeo del Sud ha poco senso.
Diversa è la faccenda in campo geopolitico.
Per un Europeo del Sud Obama è stato il peggior presidente USA da Sempre.
Nessuno ha messo a repentaglio le vite degli italiani e a rischio la sicurezza dell'Italia più di Barak Obama.
Non vi voglio tediare con le dozzine di pagine necessarie ad argomentare in dettaglio, ma, per  sommi capi, sono state catastrofiche:

  • La gestione della mattanza siriana con il mancato strike dopo l'uso da parte di Assad di armi di distruzione di massa;
  • La gestione della guerra civile libica in cui l'Italia è stata penalizzata in maniera indecente;
  • La gestione della questione Nord Coreana sin da quando, dopo che una nave Sud Coreana è stata affondata da un sottomarino Nord Coreano, Obama non ha saputo far meglio che inviare un bombardiere a fare un volo dimostrativo;
  • La completa inazione per 8 lunghi anni sulla questione Palestinese;
  • la questione Ucraina, Donbass e Crimea;
e, cosa imperdonabile, imperdonabile, imperdonabile, la gestione della minaccia nucleare iraniana e Nord Coreana.
Obama sarà ricordato per essere stato il Primo Presidente Afroamericano e per il Presidente Americano che ha messo fine alla non proliferazione nucleare.

Anche nella migliore delle ipotesi, se i preti sciiti iraniani raggiungeranno la tecnologia nucleare gli abitanti del Bel Paese potrebbero trovarsi in guai seri, a dir poco.
L'appeasement verso l'Iran, la Nord Corea, il tradimento dei Curdi, il tradimento di Israele e, visto che noi italiani non sappiamo guardare oltre il nostro naso di natura, la prossima catastrofe libica che ricadrà interamente sulle nostre spalle, ecco l'eredità di Obama:
un occidente che ha abdicato la difesa dei diritti e dei principi che lo rendono tale e che ha smesso di difendere anche se stesso.
Obama che ha fatto illuminare d'Arcobaleno la Casa Bianca quando la Corte Suprema USA ha legalizzato a livello federale le unioni omosessuali è lo stesso uomo che ha fatto arretrare di migliaia di km la linea oltre il quale gli omosessuali sono appesi ai lampioni della pubblica via.
Neville Chamberlain di fronte alle minacce naziste, tra il disonore e la Guerra scelse il disonore ed ebbe la Guerra (cit.). 
Ma a succedergli fu chiamato Churchill.
A noi, invece, tocca Trump.
Che ancora prima di insediarsi non ha scelta: deve ripristinare il prestigio  militare USA, quello stesso prestigio militare che ha garantito a tutti noi il privilegio dell'obesità e delle unioni civili. 
E lo farà come un Trump, non come un Churchill.
Ma, forse, ci basta che non lo faccia come ha fatto Obama:


15 dicembre 2016

le lacrime di coccodrillo degli indignati per Aleppo

Post breve ma rabbioso.
Anzi, indignato.
Per cinque anni, la frazione di opinione pubblica europea/italiana che ha qualche interesse nella politica estera (se gridare w hamas w hamas gli ebrei nelle camere a gas o qualcosa del genere appartenga alla categoria "politica estera") ha snobbato la tempesta in corso in Medio Oriente.
Ha ignorato l'ascesa di ISIS fino a quando non sono arrivati gli attentati in Europa.
Se ne è fregata della Libia, della caduta dello Stato laico turco, dei generali egiziani, dell'atomica iraniana, del massacro dei curdi, dello Yemen, dei nostri cari petrotiranni sauditi e potrei snocciolare ancora a lungo parole inutili.
Ora ci si straccia le vesti per una delle tante città massacrate dall'ignavia europea, il neofascismo dei potentati locali (il Partito Ba'th del defunto Saddam Hussein e del vittorioso Assad altro non è che la variante locale del fascismo) e l'immenso oceano dell'Islam eretico alla ISIS/AlQaeda/Hamas eccetera.
E le altre?
E ieri?
L'ansia ipocrita in cui si grida al "fare qualcosa" che nemmeno si capisce cosa implichi.
Fare qualcosa per Aleppo oggi significa guerra, guerra vera, non come quella vista in televisione da Desert Storm ad oggi.
La verità è che  il nostro sistema di valori non è messo a rischio dall'ISIS ma da questa vigliaccheria congenita in perfetto mix con il naturale egoismo dei ricchi.
Se per anni avete agito come se la vita di un miliziano di Hamas valesse più della vita di cento bambini siriani avete poco titolo per frignare su Aleppo e le sue vittime.
Volete chiedere che si faccia qualcosa per la prossima Aleppo? Che so, in Libia?
Allora chiedete 12 brigate di combattimento, 400 caccia medi e navi a sufficienza per trasportare e supportare le truppe che faranno qualcosa.
E se avete voglia di fare qualcosa anche per i Curdi fatevi due conti di quante brigate pesanti serviranno per mettere i turchi a posto.
Nel frattempo smettetela di versare lacrime di coccodrillo: è un pianto osceno.


Ovviamente, di cambiare il nostro modo di vivere per non dipendere più dal petrolio degli emiri eccetera non ci passa manco per l'anticamera del cervello.
Sono convinto che tra diminuire il proprio impatto ambientale del 70% e metter su un esercito di 40 divisioni le anime belle del popolodellapace energivoro sceglierebbero senza batter ciglio la seconda opzione.

9 febbraio 2012

il 10% dell'indignazione.

Qualche settimana fa, a Prima Pagina, su Radio Tre, un autorevole direttore di quotidiano politico di Sinistra, ha affermato candidamente che Assad, il dittatore di seconda generazione siriano, conduce la sua campagna di repressione col pieno appoggio di CIA e Mossad in quanto 'storico' alleato di USA ed Israele (sic).
Effettivamente, a leggere i forum di commento alle scarse notizie riportate dai vari Manifesto, Unità ecc., l'idea che l'italiano medio di sinistra si sta facendo è quella.
Un complotto, tanto sangue versato, colpa di CIA e Mossad.
Come nella stagione delle Bombe Gheddafiane su Bengasi, nulla si muove tra le altrimenti agguerrite falangi del Popolo della Pace (ex Sovietica, ora Pax Antiamericana Antisraeliane).
Pesante l'ultimo rigo che ho scritto, no?
Sì, pesante.
Ma più leggero del silenzio di chi non perde occasione di attaccare (giustamente) Israele ma si dimentica della repressione turca in Kurdistan o, appunto, dei massacri siriani.
Piombo Fuso è durata un mese ma anni per vittime e spettatori tifosi.
I bombardamenti degli amici turchi (se sei contro Israele sei amico mio, no?) sui villaggi curdi durano da anni e hanno fatto tipo 300mila morti, almeno 6 volte la somma di tutti i conflitti arabo israeliani.
La repressione siriana a colpi di artiglieria non pare interessare a nessuno.
E se interessa è per darne la colpa a CIA e Mossad.
E non proseguo oltre perchè non ne vedo lo scopo.
La cosa che mi interessa è, invece, ragionare sul 'possibile'.
E' possibile un intervento militare come in Libia?
No.
Come in Libia no.
La Siria dispone di forze armate non paragonabili a quelle libiche. Certo, divise e frammentate, ma comunque 'progettate' per (tentare di) arrivare a Tel Aviv.
La Siria è incastonata in un complesso geopolitico assai più delicato.
La Siria, ha protettori potenti: Mosca e Pechino. Ma ha anche un alleato vicino: l'Iran.
Ecco, l'Iran.
Che l'Iran continui a sostenere Assad Jr semplicemente perchè vede in Siria la prima linea di quello che potrebbe succedere a se stesso una volta cadute tutte le dittature arabe è qualcosa che non solletica l'interesse del Popolo della Pace.
I forse diecimila morti, ventimila desaparecidos, i settantamila arresti, neppure.
Stare a guardare? 
Forse è la via meno dannosa, dopotutto, purchè sia la via del lieto fine, ossia della caduta di Assad.
Quindi, proprio stare solo a guardare non si può. 
Perchè non facciamo almeno il minimo indispensabile? 
Che so, manifestare il 10% dell'indignazione di quando gli israeliani ammazzano un bambino.
Dico solo "gli israeliani", perchè l'indignazione pubblicamente espressa da queste parti quando è Hamas ad ammazzare bambini è così scarsa che non ne vale la pena di prenderne il 10%.


15 novembre 2011

La Bomba degli Ayatollah: fine del problema Palestinese

Lo so, dovrei occuparmi di Spread e cronache del giorno dopo.
Ma cosa credete che siccome ora abbiamo un governo appena presentabile il peggio sia alle spalle? Forse i peggiori danni sono stati fatti, ma il loro effetto rimane e ce li dobbiamo sciroppare.
Invece credo sia di gran lunga più importante occuparsi di possibili cronache del dopobomba.
La Bomba degli Ayatollah.
Premessa: sono contrario ad un attacco preventivo alle installazioni nucleari iraniane.
Per motivi irrazionali.
Dentro di me qualcosa si oppone con tutte le forze.
Nonostante il fatto che io sappia le implicazioni del completamento del programma nucleare iraniano.
L'Orrore.



"Leggere Lolita a Teheran", non un qualsivoglia rapproto di agenzie di intelligence contiene sufficienti informazioni per rendere di probabile realizzazione l'affermazione:
"Se il regime teocratico degli Ayatollah Sciiti otterrà l'arma nucleare la userà contro  Israele. 
E la Palestina sunnita."
L'Atomica Iraniana è quasi certamente sinonimo di distruzione definitiva della Palestina.
Non solo di Israele.
Non c'è ragione per l'Iran di dotarsi di un arsenale atomico se non per usarlo contro Israele.
Vi sono altri stati islamici di cui si è vociferato che dispongano della Bomba, Arabia Saudita in primis.
Esiste il Pakistan, potenza nucleare.
Nessuno suscita in me più preoccupazioni dell'Iran.
Ripeto: non scrivo queste parole in base a 'rapporti' dell'Intelligence Occidentale o in base al recentissimo rapporto IAEA, sulla carta di estrazione indipendente.
Il problema non è a che punto sia l'Iran, il problema è che l'Iran è guidato da una teocrazia sostenuta da una base di giovani Basiji poveri e fanatici che hanno avuto ragione degli ultimi sommovimenti democratici.
Il problema è che quello che sembra fantascienza, nelle parole di Azar Nafisi, è tragica e quotidiana realtà.
Il problema è che la leadership religiosa sciita non ha gran stima della popolazione palestinese sunnita, sperticandosi in maledizioni contro il Piccolo Satana ed attestati di solidarietà spicciola ma disprezzando in privato gli eretici tanto deboli da non aver saputo schiacciare gli ebrei nel '47.
Il problema è che costoro credono.
Credono che lo sterminio degli ebrei d'israele sia cosa buona e giusta.
E lo dicono in pubblico da tempo.
Anche all'Onu.
D'altro canto Israele ha le sue cento bombe.
Suggerisco vivamente di leggere l'articolo di Wikipedia che ho appena linkato.
Ma, come disse un vecchio generale israeliano, l'arsenale nucleare di Israele è inutile: può essere usato o troppo presto ( quando Israele non è ancora minacciato a morte in maniera palese agli occhi dell'opinione pubblica mondiale ) o troppo tardi, quando, cioè, della Palestina / Israele non siano rimaste che ceneri radioattive e quindi come sterile e sanguinosa ritorsione post mortem.
Concordo con chi è contrario ad attaccare l'Iran, per ragioni evidenti ed ovvie che ritengo inutile spiegare a chi non le colga d'istinto.
Ma segnalo contemporaneamente che se l'Iran raggiunge lo status di potenza nucleare ce ne pentiremo tutti assai amaramente e la questione palestinese sarà risolta dagli Ayatollah in stile Antico Testamento.


PS:


l'immagine rappresenta gli effetti di una detonazione nucleare su Gerusalemme, al netto del fallout, che renderebbe inabitabile anche tutta la Cisgiordania.
Tanto per restare sul concreto.