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26 gennaio 2011

Don Camillo, Peppone e Checco Zalone


No: purtroppo o per fortuna, il mio post sulla secessione cultural-educativa è solo una provocazione che non va oltre la certificazione dell'impossibilità di tirare ancora avanti in queste condizioni.
Non so se i miei trenta lettori se ne siano accorti, ma da un bel pezzo ho praticamente smesso di considerare i reati e le malpensate azioni del papy come argomentazioni valide.
Sì, vabbè, in un paese normale, conflitto di interessi, ratto di minore, leggi ad personam tutto vero, tutto giusto, solo che non serve a nulla andare avanti su questa linea.
Perché?
Cari trenta lettori, fatevi una passeggiata e contate le facce che vedete.
Una faccia su tre, statisticamente parlando, non solo Silvio lo rivoterebbe domattina, ma è profondamente convinta della bontà del loro eroe.
Certo, probabilmente parte di queste persone non è davvero coscia delle implicazioni pratiche di questa convinzione.
Dico, mentre sono imbottigliati in una coda, mentre si trovano senza una lira o costrette a due ore di straordinario non pagato, preferiscono dare la colpa di questi spiacevoli eventi se va bene al fato, ordinariamente proprio ai comunisti ed agli intellettuali ricchioni, ai giudici ma non a Lui.
Però, pensateci.
Una persona su tre, minimo, considera il Grande Fratello la summa dell'umanità, il bunga bunga anche sulle proprie figlie una spiritosaggine da tempi moderni.
Non se ne esce attaccando queste convinzioni con la ragionevolezza dei fatti.
Suggerisco vivamente di lasciar perdere ogni tentativo di staccarli dalla sonda succhiacervello a cui sono così tanto affezionati.
La raffinata matematica che ha portato milioni di persone ad un comportamento autolesionistico irrazionale non è invenzione di questi giorni, TV o non TV. E' già successo prima nella Storia.
Minoranze ben più magre hanno imposto abominazioni ben più atroci del nostro scricchiolante debito pubblico o della nostrano collasso socioeconomico a rallentatore.
Io ritengo che una soluzione ci sia.
Di quelle che piacciono a me, scomode, pallose, lente ma basate sull'Anima.
Già, perché è di questo che parliamo.
Dello smarrimento completo dell'Anima di una Nazione.
Sto leggendo i racconti di Guareschi su Don Camillo e Peppone.
In quelle righe, l'Anima della Nazione c'è tutta.
Divisa ma non disunita. Insomma, avete capito.
La contrapposizione, descritta non certo imparzialmente da Guareschi, da i suoi frutti lungo il flusso dei racconti: pagina dopo pagina, si assiste, nel sottofondo dei racconti, alla crescita economica del paesello, da poverissimo borgo agricolo a centro del miracolo economico anche e soprattutto agli sforzi amministrativi del comunista Peppone ed all'azione mediatrice di Don Camillo.
In tutte le pagine, assieme allo stridere della contrapposizione ideologica, c'è una continua attenzione alla ricerca ed alla costruzione di un futuro per cui gli attori, appunto, ci mettono sempre l'Anima. Il futuro di quell'Italia, in cui la contrapposizione tra i partiti antifascisti aveva portato alla costruzione di istituzioni proficue: sculacciata a chi se ne esce dicendo che oggi non stiamo così tanto bene: guardatevi attorno oltre il mare e guardate alle foto dei nonni!
Ecco, forse in Don Camillo e Peppone che va trovata un'ispirazione.
Forse perché , oggi, Don Camillo e Peppone militano nello stesso Partito.
E non possono stare assieme solo perchè fuori c'è un mostro, ma perchè, tutto sommato, i valori fondativi comuni sono gli stessi e non vale la pena perder tempo a discuterci attorno ( proprio l'opposto di quello che accade nel PD, C.V.D. ).
Quello che propongo è di ricominciare ad ascoltare la voce del Cristo di legno che faceva da coscienza a Don Camillo, quel Cristo che neppure nella penna del reazionario Guareschi ha avuto mai una sola parola contro i Comunisti in se.
Riporto qui un brano di un raccontino, il numero 166, " La strada del bene ". E' il Cristo che parla ad Don Camillo per ricordargli di non essere prete per opporsi ai rossi, ma per ben altri motivi:

Nei confronti della legge creata dagli uomini, esistono uomini ossequienti alla legge, uomini violatori della legge e uomini che tutelano la legge. Ma l'uomo giusto non dice: io sono con la legge quindi debbo militare nelle file dei tutori della legge. L'uomo giusto è semplicemente con la legge e vigila sulla integrità della legge per evitare che i tutori della legge tutelino la legge con atti contrari alla legge. Esiste la Legge divina ed esistono uomini che operano contro la Legge divina e uomini che combattono in nome del trionfo della Legge divina. Ma il tuo posto è fuori dalle fazioni, di guardia alla Legge divina affinché nessuno possa toccarla, affinché essa conservi la sua integrità; e pura, immacolata, splendente, possa essere mostrata come supremo monito ai contendenti dell'una e dell'altra parte.

Credo che queste parole implichino il concetto di Laicità e di non ingerenza della Chiesa e dovrebbero essere ricordate all'oggettivamente pro papy CEI di questi ultimi lustri.
Ma, noi, appunto, abbiamo altri problemi.
Nell'Italia amaramente descritta da Checco Zalone, che ha dipinto un'istantanea anche della cosiddetta correttezza nordica perfettamente integrata e complementare con la meridionalità più sguaiata, ( mi sono fatto un sacco di risate ), è ora di lasciar cadere la maschera ed accettare l'amara realtà:
salveremo il paese solo con una ritrovata concordanza da parte di tutte le forze che un'Anima ancora ce l'hanno. E non con un miracolo di presenza del tale o del tal'altro leader.
Ma come le formiche, scegliendo con oculatezza l'azione responsabile rispetto a quella inutile pertanto controproducente.
Non abbiamo bisogno di un Presidente del Consiglio eccezionalmente in gamba e forte.
Ci basta metterci l'Anima, tutti quelli che ancora non l'hanno persa. 






18 gennaio 2011

L'A$$oluzion€.

Preferisco di gran lunga che siano meri interessi economici, banalmente umani, uguali nei secoli, a spiegare l'acquiescenza delle Gerarchie Cattoliche Italiane di fronte alle circostanze complessive del Paese e peculiari di questi ultimi mesi.
Massicce esenzioni dall'Ici su attività commerciali, Otto per Mille, sostanziose addizioni ai fondi per le scuole private cattoliche in tempi di tagli alla scuola pubblica, queste sì che sono argomentazioni che consolano il cuore di chi altrimenti non si spiega cosa abbia a che fare la Luce di Cristo con il Silenzio.
Guardate, non si tratta di indignarsi per la mancata scomunica ad un Presidente del Consiglio ed ai suoi 'comportamenti disordinati', o ad un folto nugolo di politici di centro e destra così amanti della Famiglia da averne più di una da donne diverse.
E' peggio.
Come suonano vane e vacue le parole di condanna del disfacimento dei Valori Comuni, i richiami alla Sacralità della Vita di fronte al Silenzio su lustri di telepornocrazia che hanno corrotto due intere generazioni di italiani, imposto un'amoralità sessista germinata dalle nudità spacciate in prima serata, per non parlare del Silenzio sulla Violenza dello Stato: la Violenza dei Respingimenti in mare dei migranti, la Violenza delle notti della monnezza, la Violenza sui terremotati, la Violenza sugli studenti, la Violenza contro gli Operai ed è meglio che mi fermi qui o facciamo notte.
E che dire della rabbia quando sento esaltare la Famiglia, mentre l'opportunità di costruirsi una Famiglia è stata scippata alla mia generazione da una classe politico-imprenditoriale in generale, puntualmente presente nelle prime file delle chiese e da vent'anni di berlusconismo in particolare?
Nel Silenzio.
Sia chiaro, del disastro corrente la Sinistra è co-responsabile, ma alla Sinistra le bacchettate  e, peggio, gli sgarri ed ostracismi elettorali non sono mancati.
Invece, anche oggi, dico oggi 18 Gennaio 2010, in un Paese sull'orlo della carestia, in cui la guerra civile strisciante oscilla paurosamente oltre l'orlo delle parole, il meglio che la Chiesa possa mettere in campo mediaticamente sono le ovvie condanne di Vendola come peccatore impenitente...
Questo Silenzio è un'assoluzione insopportabile del male, non tanto quello che sta al Governo, ma quello che serpeggia tra i ragazzini allo sbando, tra i disoccupati che si ammazzano, tra le famiglie intossicate da veline e grandi fratelli.
Perchè, molti problemi sono complessi ed hanno cento padri.
Molti altri, invece, hanno nome e cognome.
Niente che un bel mucchio di Euro possa far dimenticare.
Speriamo: sarebbe davvero il male minore.
La prospettiva di una Chiesa che tace per motivi diversi da quelli materiali è troppo spaventosa solo a pensarci.
Certo, grattando sotto la superficie di quanto traspare al di là dei bollettini di guerra del TG1, la Chiesa non tace affatto: una cosa è l'impatto mediatico, un'altra il lavoro e le voci dei milioni di uomini e donne che sono Chiesa, Vescovi inclusi, che a tutto ciò si oppongono semplicemente essendo cristiani nei fatti.
Ma, appunto, inutile nascondersi dietro il dito: mediaticamente ed elettoralmente parlando, Silvio ha ancora il pieno appoggio delle Gerarchie.
E i numeri non hanno religione.

11 gennaio 2011

Ops, sulla cattiva strada...

L'alba fredda della Torino dell'11 Gennaio 1999 mi accolse con la notizia della sua morte.
Mo', non è che ad ogni 11 Gennaio dobbiamo per forza tracciare un nuovo panegirico di Fabrizio De Andrè.
Ogni 11 Gennaio, almeno tutti gli 11 Gennaio che mi va, cerco di parlare di me attraverso le sue parole, questo credo sia più ragionevole.
Dopotutto, la qualità delle sue parole da me così apprezzate non rappresenta mica un'astratta poesia lontana. Dopotutto, c'è molta più attinenza tra l'apprezzare De André e saper gestire una Sala Server ( o scalare una montagna ) di quanto si possa sospettare...
Oggi vi dedico La Cattiva Strada.
Le recenti affermazioni del Pontefice contro l'Educazione Sessuale, per me il più efficace strumento contro l'aborto assieme a servizi alle famiglie ed alle ragazze madri degni del nome, mi lasciano ben più che perplesso.
Per me, che amo la Strada, la sua fatica ed i suoi preziosi ed unici doni, scoprire di aver percorso anche la cattiva strada questa volta mi è di lode e non di condanna..

Da Volume 8, di Fabrizio De Andrè. I corsivi sono miei:

La cattiva strada


Alla parata militare 
sputò negli occhi a un innocente 
e quando lui chiese "Perché " 
lui gli rispose "Questo è niente 
e adesso è ora che io vada" 
e l'innocente lo seguì, 
senza le armi lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

Sui viali dietro la stazione 
rubò l'incasso a una regina 
e quando lei gli disse "Come " 
lui le risposte "Forse è meglio è come prima 
forse è ora che io vada " 
e la regina lo seguì 
col suo dolore lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

E in una notte senza luna 
truccò le stelle ad un pilota 
quando l'aeroplano cadde 
lui disse "È colpa di chi muore 
comunque è meglio che io vada " 
ed il pilota lo seguì 
senza le stelle lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

A un diciottenne alcolizzato 
versò da bere ancora un poco 
e mentre quello lo guardava 
lui disse "Amico ci scommetto stai per dirmi 
adesso è ora che io vada" 
l'alcolizzato lo capì 
non disse niente e lo seguì 
sulla sua cattiva strada. 

Ad un processo per amore 
baciò le bocche dei giurati 
e ai loro sguardi imbarazzati 
rispose "Adesso è più normale 
adesso è meglio, adesso è giusto, giusto, è giusto 
che io vada " 
ed i giurati lo seguirono 
a bocca aperta lo seguirono 
sulla sua cattiva strada, 
sulla sua cattiva strada. 

E quando poi sparì del tutto 
a chi diceva "È stato un male" 
a chi diceva "È stato un bene " 
raccomandò "Non vi conviene 
venir con me dovunque vada, 
ma c'è amore un po' per tutti 
e tutti quanti hanno un amore 
sulla cattiva strada 
sulla cattiva strada.

27 maggio 2009

Leggi Ad Personam ( in attesa della nuova edizione CEI delle Scritture )

Secondo Monsignor Mariano Crociata, segretario generale dei vescovi italiani:

"Di questioni morali ce ne sono tante, oggi, ieri, noi non andiamo ad esprimere giudizi su questo o sugli altri casi. Ognuno ha la propria coscienza e capacità di giudizio. La formula questione morale non mi piace perché è riassuntiva di una realtà più complessa. Sappiamo, in passato, come formule semplificatorie hanno lasciato poi riemergere questioni drammatiche, quindi non entriamo in questioni individuali. Il richiamo del presidente della Cei Bagnasco alla responsabilità degli adulti di fronte all’emergenza educativa ha un valore generale, che non può essere sottovalutato né evaso, né strumentalizzato o legato ad aspetti di cronaca quotidiana. La sottolineatura del ruolo degli adulti, non autorizza a massimalismi semplificatori per cui le responsabilità stanno solo da una parte."

Ma vale anche per i PACS, i gay, i DiCo, Welby, Eluana, o solo per Papino il breve?

2 dicembre 2008

....scagli la prima pietra!


Ieri sera, mentre tornavo a casa e mi godevo la congiunzione di Luna, Venere e Giove, ho sentito alla Radio una strana notizia che non devo aver ben capito. Pare che la Francia, quale presidente di turno dell'Unione Europea, abbia proposto che l'Assemblea generale dell'ONU approvi una mozione a favore della depenalizzazione dell'Omosessualità. Ossia, che si richieda (ma senza alcun vincolo ) a 'paesi' come l'Iran, di smettarla di prendere ragazzini di 15 anni ed impiccarli ai lampioni, più tutta un'altra serie di piacevolezze alla Torquemada...
Non si parlava nè di PACS, matrimoni gay, eccetera: semplicemente che la condizione di omosessualità non fosse assimilabile a quella della mafiosità, ad esempio.
Pare che il Vaticano ( e non uso apposta un altro termine che mi scandalizzerei citare in questo contesto ) si opponga per non 'discriminare i paesi in cui l'omosessualità è reato (sic.)'.
Non credo di avere parole adatte ad esprimere pienamente lo sdegno, l'incredulità, la tristezza, la compassione rassegnata per tanta umana sofferenza.