23 settembre 2011

Radio Tre, la radio dell'Italia normale

Ascolto Radio Tre da molti anni.
Inizio la giornata con la rassegna stampa internazionale a cui segue un breve notiziario.
Poi, l'importantissima rassegna stampa nazionale, letta e commentata da un giornalista che cambia ogni settimana a cui segue l'intervento dei radioascoltatori che dialogano telefonicamente col giornalista di turno.
Una mezz'ora in cui si incontra l'italica ottusità ma anche il coraggio nella disperazione, la precisa lucidità del cittadino esemplare e il buon senso della buona educazione applicata alla convivenza civile.
Dal dibattito tra il giornalista e i radioascoltatori , ogni giorno, nasce una trasmissione: "Tutta la città ne parla" in cui, prendendo spunto dalla domande più interessante, si realizza un dibattito di approfondimento. 
Ma, prima di ciò, un Radiogiornale in cui lo sport è messo al posto suo, ossia in coda ed in breve ed una terza rassegna stampa dedicata alle pagine culturali.
E poi le trasmissioni storiche: Radio Tre Mondo, dedicata ai fatti di politica estera approfonditi come su Limes, Radio Tre Scienza in cui si spazia dall'Astronomia alla Genetica, dall'Energia alla conservazione dei libri.
Poi, è tempo di musica.
E poi, di musica lirica ed ironia coi due terribili discoli de "La Barcaccia".
Nel pomeriggio, finalmente, arriva Farhenheit, la magnifica, impareggiabile ed immancabile trasmissione dedicata ai libri guidata da Marino Sinibaldi.
Ancora musica con "Sei Gradi" e poi cinema, teatro e musica in molte altre trasmissioni più o meno variabili.
Non posso dimenticare tra le citazioni "Uomini e Profeti", di Gabriella Caramore, nel week end, dedicata a temi religiosi. Lì ho conosciuto Enzo Bianchi e la Speranza di una Chiesa diversa da quella basata sul Potere Temporale e raccontata da Minzolini & complici.
Una Chiesa viva, lontana dal Potere e dedicata al Servizio, alla meditazione e alla preghiera.
Se qualcuna delle mie catechesi, nel Reparto e poi nel Clan, è stata un po' meno pallosa delle solite, beh, credo che sia merito di Enzo Bianchi e Gabriella Caramore.
Radio Tre è un contenitore plurale in cui non ha trovato posto la mignottocrazia e la volgarità, non quella delle ballerine con le tette al vento, quella del pensiero atroce vomitato nei vari portaporta da gente vestitissima e con cravatte impeccabili, un contenitore immenso in cui non c'è spazio per il bispensiero berlusconiano. L'incauto ospite che osi comportarsi e fare affermazioni degne del miglior Fede viene puntualmente, senza urla, smentito dall'evidenza. Nelle trasmissioni di Radio Tre le domande scomode non sono taciute. Se Maroni fosse ospite di "Tutta la città ne parla", ad esempio, non ho dubbi che, alle sue  grottesche affermazioni sulla volontà di uccidere dei manifestanti in Val di Susa, gli verrebbero contestati all'istante i video dei poliziotti che gettano massi dai cavalcavia sui manifestanti.
Radio Tre non è l'ultimo bastione, ma è l'embrione.
L'Embrione di un'Italia rinascente.
Che rinascerà dalle ceneri di questa, ormai in fiamme.
Radio Tre, questo week end, è a Matera.
Ascolterò e parteciperò a quel che potrò, ovviamente.
Spero che questo evento porti qualche frutto ai miei concittadini.
Non solo la notorietà tra il militante pubblico della radio.
Ma che in molti si incuriosiscano e si appassionino a questa Emittente e si uniscano alle sue schiere di combattenti e resistenti per un'Italia Normale.



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