Io c'ero al primo lancio dello Space Shuttle.
E anche all'ultimo.
Devo confessare di aver sperato che lo Shuttle avrebbe trovato un sostituto capace di portarci in orbita lunare, poi di un altro capace di portarci su Marte.
E invece no.
Non voglio dire che non c'è stato alcun progresso nell'esplorazione spaziale, eh, ma è proprio la scala del progresso ad essere cambiata.
Negli anni '50 si va nello spazio, negli anni '60 sulla Luna negli anni '80... orbita bassa.
Il fatto è che per me lo Shuttle è stato un sogno realizzato a metà.
Prima le capsule Mercury e Gemini, poi la più grande impresa dell'umanità, Apollo.
E alla fine l'Orbiter Space Shuttle, grande, potente e finalmente con una forma da astronave che si rispetti.
Il progetto dello Shuttle era infarcito di problemi anche parecchio gravi.
Leggendo l'autobiografia di Johm W. Young, l'astronauta americano che ha attraversato tutto il programma spaziale della NASA dalle capsule Gemini fino ad allunare con il progetto Apollo e a gestire il programma Shuttle pilotandone la prima missione, è evidente quanto l'orbiter fosse di complessa e difficile gestione: in 135 missioni ci sono stati 2 incidenti tragici e catastrofici su 6 orbiter costruiti (di cui effettivamente 5 utilizzati).
Mi piace ricordare Johm W. Young con questa sua frase:
Che descrive alla perfezione la più grande minaccia che stiamo affrontando come specie.
Il modellino è stato divertente da assemblare ed io ho deciso per una antistorica versione volante dell'Enterprise.
Lo so, lo so: l'Enterprise non ha mai volato nello spazio, era solo un prototipo e poco più di un modello in scala 1:1.
Ma non potevo rinunciare all'occasione di mettere a confronto queste due icone del mio immaginario di progresso.
Oggi lo spazio è industrializzato, oligarchizzato, militarizzato.
Non somiglia per niente al sogno di Star Trek.
Nota di biasimo alla Revell per le decals di qualità paragonabile alle affermazioni di Barbero sulla Seconda Guerra Mondiale.
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