18 dicembre 2022

Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski (& Tom Cooper)

 


Ho appena finito di leggere la prima parte di questa modernissima storia della Difesa Aerea Sovietica: Defending Rodinu, di Krzysztof Dabrowski, con disegni e tavole di Tom Cooper.

Ai bei tempi dell'URSS, secondo la vulgata pacifinta, la Difesa Aerea era una faccenda seria.

Tanto seria che i russi l'avevano organizzata con un'Arma apposita.

Esercito, Aviazione, Marina e, apppunto, la PVO: Difesa Aerea.

Un po' come noi italiani, che abbiamo Esercito, Marina, Aviazione e... Carabinieri. E volendo poi anche Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Guardie Ecozoofile eccetera.

L'URSS viveva nel terrore di un first strike nucleare americano, gli americani nel terrore di una massiccia invasione del resto del mondo da parte del regime sovietico (e l'occupazione dell'Europa dell'Est, l'aggressione NordCoreana ed altri fatterelli di poco conto quali la repressione di Berlino, l'Invasione dell'Ungheria eccetera eccetera erano lì a testimoniare che il rischio c'era).

Gli USA proposero all'URSS l'iniziativa Open Sky, ossia la reciproca ricognizione aerea sui rispettivi territori in modo da consentire il disarmo e la distensione.

Stranamente, i russi rifiutarono.

Chissà cosa avevano da nascondere, a parte l'approntamento delle più gigantesche forze armate in tempo di pace che la storia registri.

Ma non divaghiamo: per fermare i ricognitori americani, i russi ci misero circa 15 anni di sforzi economici, tecnologici ed organizzativi culminati, appunto, nella costituzione della PVO come arma indipendente e nell'abbattimento dell'U2 di Powers il 1 Maggio del 1960.

Il Volume descrive con dettaglio sia l'evoluzione degli strumenti tecnici (Radar, intercettori, contraerea, missili aria aria e superficie aria) che tutta la sequela di incidenti tra i caccia russi e i ricognitori americani. 

Ovviamente, non mancano chicche (il primo prototipo di intercettore dotato di missili aria aria russi era... una copia non autorizzata del bombardiere B-29 Americano) e curiosità, quali ad esempio i fatti realmente accaduti il 18 Novembre 1952 che hanno ispirato la battaglia aerea di Top Gun.

Bellissime, poi, le tavole a colori di Tom Cooper.

Insomma, un 'must read' per gli appassionati di storia dell'aviazione.

Attendo che arrivi il secondo volume, probabilmente ai primi del 2023.

E' un testo specialistico in lingua inglese, quindi per imparare a distinguere tra Putin e Papa Francesco (cosa che è evidentemente molto complicata per metà degli italiani) suggerisco di cominciare altrove, tipo dal Vangelo.

PS: nota critica: Cara Helion & Company, i tuoi lettori dubito molto che siano giovanotti di primo pelo. I tuoi bei libri sono anche relativamente cari, quindi è molto probabile che siano acquistati da signori, diciamo, maturi. Non è proprio il caso di sfidare la presbiopia dei tuoi lettori con un font misura 6... passate al carattere 14 o almeno 12...


11 dicembre 2022

Grumman A-6 Intruder

















<<Facendosi forza per dominarsi, Jake ripiegò le ali del velivolo e spense il pannello degli strumenti elettronici. Il silenzio scese nella cabina di pilotaggio. Il vento che spazzava il ponte di volo asciugò il sudore che bagnava i capelli e il volto di Jake. L’uomo rabbrividì di freddo. Contemplò ancora il sangue, sulla sua mano, sulla barra, il sangue che grondava da ogni oggetto sotto quella implacabile luce bianca. L’orologio, sul cruscotto degli strumenti, era uno dei pochi strumenti che non fosse stato lordato di sangue. Il pilota alzò gli occhi sul volto dell’amico.

«Sammy...» Si sentì salire in gola un’ondata acida e bruciante e vomitò nel casco.>>

Ecco.

Ho letto "The Flight of the Intruder, il Volo dell'Incursore" di Stephen Coonts, ormai più di 30 anni fa. Altro che Top Gun: la guerra è sangue e merda e Coonts, che l'aveva fatta davvero a bordo di un A6, lo racconta con cruda semplicità.

L'A-6 Intruder è stato un bombardiere tattico subsonico ognitempo della marina USA. 

Sgraziato, affidabile, letale.

Ha combattuto in tutte le guerre americane dal Vietnam fino al suo ritiro nel 1997. 

E' stato usato per l'attacco tattico, quello antinave e per la soppressione delle difese aeree (la configurazione del modellino: 2 missili antiradar HARM, 8 Cluster bomb Rockeye per l'attacco ai missili contraerei ormai privi di radar di guida, 1 serbatoio ausiliario sganciabile).

Un derivato dell'A6 è stato usato come aerocisterna (KA-6) mentre un altro, il EA-6B Prowler dedicato alla guerra elettronica, è tristemente famoso per la strage del Cermis.

Insomma, una macchina da guerra che ho voluto rappresentare in ricordo del sangue così realisticamente descritto da Coonts in uno dei più bei romanzi di guerra che abbia mai letto.

Il Kit Italeri è stato piuttosto complesso da assemblare. Qualità di platiche e decals: ottima. Tuttavia, credo che la sequenza delle istruzioni di montaggio possa essere parecchio migliorabile.

Nota tecnica: questa volta ho tentato di migliorare la qualità di assemblaggio, ma ci sono dei limiti logistici (mancanza di aerografo, di uno spazio dedicato per l'attrezzatura che va sballata e reimballata ogni volta) e di tempo che mi fanno dubitare della possibilità di andare oltre. 

10 dicembre 2022

Un cuore nero inchiostro: parole di limpida verità



Ho divorato in pochi giorni le oltre 1100 pagine di questo bel romanzo.

Il sesto della serie "Cormoran Strike".

E, a mio modesto parere, fino ad ora il migliore.

Complesso, avvincente, denso di colpi di scena, accuratissimo nell'intreccio e nell'attualità della trama, mi ha tenuto compagnìa per lunghe ore piacevoli.

La bellezza della trama unita alla qualità della scrittura sono dello stesso livello degli ultimi Harry Potter.

La tensione tra i protagonisti ha, ormai, raggiunto il climax e credo che la storia sia pronta per il gran finale.

Pare, infatti, che la Rowling abbia deciso di scrivere un settimo ed ultimo volume (ma non ho trovato conferme ufficiali).

Il tema delle conseguenze materiali dell'odio online è sviluppato magistralmente, assieme ad altri che non anticipo per non spoilerare.

Insomma, la Rowling non vincerà mai il Premio Nobel ma dona ai suoi lettori qualcosa di molto prezioso a parte il divertimento: gli strumenti per ragionare secondo il punto di vista altrui.